Lunigiana: Zeri si tiene la sua acqua!

[:it]acquadi Nadia Fondelli –  Davide contro Golia. Il no a oltranza di Zeri – ultimo paese di Toscana nell’alfabeto e nell’interesse pubblico – nel voler soggiacere alla Spa dell’acqua fa notizia.
Ma la notizia è la ribellione di Zeri o il “signorsì” degli altri 287 paesi della regione?

C’era una volta l’acqua come bene pubblico; peraltro sancito dalla nostra costituzione e c’è stato solo pochi anni fa, nel 2011, un referendum in cui si è sperperato denaro pubblico per far dire agli italiani con un plebiscito di oltre il 96% una cosa scontata: volete che l’acqua sia di tutti?

E certo! Mica volevano gli italiani foraggiare il poltronificio di quelle Spa a capitale pubblico denominati enti di gestione delle acque che in cambio di millantante buone gestioni stanno solo frugato nelle tasche degli utenti col il doppio e triplo da pagare rispetto a quanto consumato.

A Zeri non ci stanno e nonostante le 7 diffide ricevute dal 2004 ad oggi e la recente minaccia del Governatore Rossi di inviare un commissario e multare il comune tirano dritti.

Del resto hanno dalla loro la costituzione, la logica del buon senso e un contorto gioco degli equivoci.
Il regolamento regionale impone infatti di “consegnare le infrastrutture idriche” ma solo dopo “ricognizione atta a individuare il perimetro delle infrastrutture stesse” mai avvenuta.

Il sindaco Egidio Pedrini è alla testa della ribellione di un popolo montanaro che vive in un posto meraviglioso – ricordato solo quando si tratta di contar voti – con un piede in Emilia, uno in Liguria e uno nel Granducato e a lui, come a tutti quelli di Zeri, non piace allinearsi al volere del più forte.

In queste tre valli chiuse e impervie peraltro ricchissime di sorgenti e torrenti che formano il comune l’isolamento è forza e virtù.
Lo sapevano bene i romani costretti a costruire la Francigena non a caso più a nord, lo sapeva bene Napoleone rimbalzato dopo Borgotaro e costretto a tornare in Emilia e più recentemente i nazisti che qui hanno trovato una grande resistenza al punto che a Rossano di Zeri il maggiore inglese Gordon Lett formò la brigata partigiana internazionale.

“Questa comunità – racconta Oscar Bandini presidente dell’Associazione culturale delle Valli di Zeri – ha fruito delle proprie risorse per sopravvivere e l’acqua come è facilmente intuibile è indispensabile a ciò.
Qua le persone possono sopravvivere allo stato brado mangiando radici e bacche spontanee, ma senza l’acqua sarebbe la morte per tutto il territorio. La comunità zerasca, in buona parte composta da pensionati ed ultrasettantenni con pensioni inferiori ai 500 euro mensili, privi quasi totalmente di servizi pubblici, non subiranno un aumento delle tariffe sul sistema idrico?”

Difficile rispondere che non sarà così dato che negli altri paesi della Lunigiana sono incavolati neri dato che con la gestione di Gaia spa le bollette sono lievitate di quasi tre volte.

Difficile non stare con gli zeraschi e facile invece comprendere che: “La sensazione insopportabile e inaccettabile – prosegue Bandini – è che con queste minacce si voglia impoverire il territorio mettendo in seria prospettiva l’esistenza  stessa di una comunità fatta di popolazione anziana e indigente che già soffre del crescente spopolamento e abbandono delle giovani generazioni per mancanza di lavoro e prospettive.”
E perchè stupirsi allora del loro non voler foraggiare il poltronificio?

Stupisce piuttosto il tacere di tutti; soprattutto di coloro che solo pochi anni fa scendevano in piazza a urlare che l’acqua è un bene pubblico. Stupisce che quei politici in prima fila allora tacciano oggi. Stupisce che non s’indignino nel constatare che, anche quel referendum è stato solo fuffa.

A Zeri non fanno le barricate. A Zeri non frega niente di diventare un caso. A Zeri interessa solo che l’acqua rimanga ciò che è: un bene di tutti.

A Zeri continuano la vita semplice di montagna fra servizi pubblici inesistenti promessi sotto elezioni; fra pascoli bucolici dell’agnello zerasco presidio slow food; fra strade che se franano si deve aspettare mesi se non anni per vedere un operario a ripararle; fra contraddizione di leggi che sbugiardano se stesse e il volere degli italiani.
Ma a Zeri dicono no e aspettano…

Arriverà il commissario oppure dato che le elezioni regionali non sono poi così lontane finirà tutto a tarallucci e vino?[:en]acquadi Nadia Fondelli –  Davide contro Golia. Il no a oltranza di Zeri – ultimo paese di Toscana nell’alfabeto e nell’interesse pubblico – nel voler soggiacere alla Spa dell’acqua fa notizia.
Ma la notizia è la ribellione di Zeri o il “signorsì” degli altri 287 paesi della regione?

C’era una volta l’acqua come bene pubblico; peraltro sancito dalla nostra costituzione e c’è stato solo pochi anni fa, nel 2011, un referendum in cui si è sperperato denaro pubblico per far dire agli italiani con un plebiscito di oltre il 96% una cosa scontata: volete che l’acqua sia di tutti?

E certo! Mica volevano gli italiani foraggiare il poltronificio di quelle Spa a capitale pubblico denominati enti di gestione delle acque che in cambio di millantante buone gestioni stanno solo frugato nelle tasche degli utenti col il doppio e triplo da pagare rispetto a quanto consumato.

A Zeri non ci stanno e nonostante le 7 diffide ricevute dal 2004 ad oggi e la recente minaccia del Governatore Rossi di inviare un commissario e multare il comune tirano dritti.

Del resto hanno dalla loro la costituzione, la logica del buon senso e un contorto gioco degli equivoci.
Il regolamento regionale impone infatti di “consegnare le infrastrutture idriche” ma solo dopo “ricognizione atta a individuare il perimetro delle infrastrutture stesse” mai avvenuta.

Il sindaco Egidio Pedrini è alla testa della ribellione di un popolo montanaro che vive in un posto meraviglioso – ricordato solo quando si tratta di contar voti – con un piede in Emilia, uno in Liguria e uno nel Granducato e a lui, come a tutti quelli di Zeri, non piace allinearsi al volere del più forte.

In queste tre valli chiuse e impervie peraltro ricchissime di sorgenti e torrenti che formano il comune l’isolamento è forza e virtù.
Lo sapevano bene i romani costretti a costruire la Francigena non a caso più a nord, lo sapeva bene Napoleone rimbalzato dopo Borgotaro e costretto a tornare in Emilia e più recentemente i nazisti che qui hanno trovato una grande resistenza al punto che a Rossano di Zeri il maggiore inglese Gordon Lett formò la brigata partigiana internazionale.

“Questa comunità – racconta Oscar Bandini presidente dell’Associazione culturale delle Valli di Zeri – ha fruito delle proprie risorse per sopravvivere e l’acqua come è facilmente intuibile è indispensabile a ciò.
Qua le persone possono sopravvivere allo stato brado mangiando radici e bacche spontanee, ma senza l’acqua sarebbe la morte per tutto il territorio. La comunità zerasca, in buona parte composta da pensionati ed ultrasettantenni con pensioni inferiori ai 500 euro mensili, privi quasi totalmente di servizi pubblici, non subiranno un aumento delle tariffe sul sistema idrico?”

Difficile rispondere che non sarà così dato che negli altri paesi della Lunigiana sono incavolati neri dato che con la gestione di Gaia spa le bollette sono lievitate di quasi tre volte.

Difficile non stare con gli zeraschi e facile invece comprendere che: “La sensazione insopportabile e inaccettabile – prosegue Bandini – è che con queste minacce si voglia impoverire il territorio mettendo in seria prospettiva l’esistenza  stessa di una comunità fatta di popolazione anziana e indigente che già soffre del crescente spopolamento e abbandono delle giovani generazioni per mancanza di lavoro e prospettive.”
E perchè stupirsi allora del loro non voler foraggiare il poltronificio?

Stupisce piuttosto il tacere di tutti; soprattutto di coloro che solo pochi anni fa scendevano in piazza a urlare che l’acqua è un bene pubblico. Stupisce che quei politici in prima fila allora tacciano oggi. Stupisce che non s’indignino nel constatare che, anche quel referendum è stato solo fuffa.

A Zeri non fanno le barricate. A Zeri non frega niente di diventare un caso. A Zeri interessa solo che l’acqua rimanga ciò che è: un bene di tutti.

A Zeri continuano la vita semplice di montagna fra servizi pubblici inesistenti promessi sotto elezioni; fra pascoli bucolici dell’agnello zerasco presidio slow food; fra strade che se franano si deve aspettare mesi se non anni per vedere un operario a ripararle; fra contraddizione di leggi che sbugiardano se stesse e il volere degli italiani.
Ma a Zeri dicono no e aspettano…

Arriverà il commissario oppure dato che le elezioni regionali non sono poi così lontane finirà tutto a tarallucci e vino?[:]

Valle di Zeri – Escursione nella natura intonsaValle di Zeri – An excursion through untouched nature

Esiste ancora una Toscana da scoprire. Si trova in Lunigiana, all’estremo confine con la Liguria e l’Emilia Romagna, nell’Appennino tosco-emiliano.

Qui si trovano le valli di Zeri che comprendono un territorio suddiviso in tre ampie vallate denominate di Adelano, del Gordana e di Rossano.
Boschi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti.

Un angolo di paradiso dal punto di vista naturalistico. Le valli di Zeri sono il regno dell’acqua: tutto il territorio è ricco di sorgenti, fiumi, torrenti, con ambienti incontaminati dall’uomo. È il caso della grotta della Colombara, nella vallata di Rossano, dove tra pietre gigantesche e tronchi portati dalla furia dell’acqua, una cascata forma una stupenda piscina naturale.
Non da meno gli stretti di Giaredo, un canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinai di metri.

In generale, i fiumi e i torrenti hanno acque gelide e cristalline, ideali per fare bagni rigeneranti in estate. L’Associazione Culturale Valli di Zeri, nata solo da un anno, organizza gratuitamente dei percorsi trekking alla scoperta di questo territorio.

Tra i possibili itinerari ne abbiamo scelti uno, particolarmente bello, con partenza dal Passo del Rastrello (1044 metri). Seguendo un percorso pianeggiante sulla vetta, tra cavalli allo stato brado e paesaggi mozzafiato con in lontananza il mare ligure, si scende verso la valle di Rossano, fermandosi a visitare un alpeggio abbandonato, Capanne di Vruga.
Questo antico villaggio appare come un miraggio, nascosto dentro un bosco di faggi. Un Angkor Wat dimenticato. Qui per secoli, in estate, si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame.
Le costruzioni sono piccole, di pietra, ma perfette nelle loro architetture povere. I tetti di piagne sono caduti per terra e gli alberi di faggio crescono all’interno delle case dove un tempo viveva la gente.

Nelle valli di Zeri sono molti gli edifici antichi abbandonati, segni di un’economia e di una storia cambiata: alpeggi, mulini, essiccatoi, spesso in luoghi inaccessibili, aspettano silenziosamente chi sappia capire la loro bellezza, salvandoli da una inesorabile rovina.
Info:
Associazione Culturale Valli di Zeri
Website: www.vallidizeri.itThere’s still an undiscovered part of Tuscany. It is situated in Lunigiana, at the far border with the regions of Liguria and Emilia Romagna, in the Tuscan-Emilian Apennines.

It is here that the Zeri valleys are found, covering a territory divided into three vast valleys known as the valley of Adelano, Gordana and Rossano.

Woods resplendent with chestnut, beech and oak trees alternate with vast, permanent meadows; a veritable corner of paradise from the point of view of nature. Water reigns supreme in the Zeri valleys: the whole area is full of springs, rivers, streams, and some parts are untouched by mankind.

This is the case in the Colombara grotto, in the Rossano valley, where, between giant stones and logs carried by the raging waters, a waterfall has carved a wonderful natural swimming pool. Of no lesser beauty are the straits of the Giaredo, a canyon dug into the rock by the river Gordana, covering hundreds of metres. In general, the rivers and streams possess freezing and crystal-clear waters, perfect for refreshing summer swims.

The Zeri Valleys Cultural Association, founded just a year ago, organises free trekking itineraries to discover this territory. It will suffice to describe one of the many possible itineraries, which we have chosen for its distinctive beauty and which departs from the 3,425 foot high Passo del Rastrello. Following a flat path on the mountaintop, between wild horses and breathtaking views with the Ligurian sea visible in the distance, the itinerary swoops down towards the Rossano valley, with a pit-stop to visit an abandoned mountain pasture, Capanne di Vruga.

This old village appears out of nowhere like a mirage, hidden in a beech-filled wood, like a forgotten temple. For centuries, during the summer season, the low-valley dwellers moved up here to graze the livestock. The buildings are small, made of stone, but resplendent in their simple architectural styles. The roofs tiled with sandstone slabs have long collapsed onto the ground and beech trees grow inside the houses where people used to live in.

There are many old, abandoned buildings in the Zeri Valleys, signs of a changed economy and history: mountain pastures, mills, kilns, often located in inaccessible areas, silently await those capable of understanding the extent of their beauty, saving them from an inescapable ruin.

For further information:

Associazione Culturale Valli di Zeri

Web site: www.vallidizeri.it