Nov 7, 2023 | Enogastronomia
Si sono conclusi i “cento giorni” della vendemmia siciliana e le considerazioni finali del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia sono nel complesso positive: “ci aspettiamo un’elevata qualità delle uve – dice il Presidente del Consorzio Antonio Rallo – resa possibile anche grazie alla gestione attenta e oculata dei vigneti da parte dei viticoltori siciliani durante quest’annata così complessa dal punto di vista climatico”.

Conclusa la vendemmia più lunga d’Italia
Pur confermando il dato previsionale relativo al calo produttivo dell’oltre 40 % dovuto agli eccessi climatici di fine primavera e inizio estate e all’attacco senza precedenti della peronospera, i viticoltori siciliani presagiscono un’ottima qualità dei vini. Una menzione speciale sembrano meritarla le uve a bacca nera, dato che gli acini, restando di piccole dimensioni, garantiscono maggiore intensità e concentrazione aromatica.
La vendemmia “più lunga d’Italia”, che ha visto il suo inizio a fine luglio a partire dalla costa occidentale dell’isola fino a spostarsi gradualmente verso sud est per poi concludersi a ottobre inoltrato sui rilievi più alti, è avvenuta in modo regolare anche favorita da un inizio autunno positivo dal punto di vista climatico.
“Sicuramente i nostri viticoltori – continua il Presidente Rallo – si sono trovati a fare i conti con un’annata sfidante dove abbiamo dovuto affrontare molte delle variabili che la natura può manifestare: tuttavia l’esperienza e la perizia dei produttori della Doc Sicilia ha permesso ancora una volta di portare a casa un risultato di assoluta qualità”. A un autunno piovoso e un inverno con minori precipitazioni, è seguita infatti una fredda primavera, con alcuni eventi piovosi anche estremi e quindi un’estate molto secca e arida. Per fronteggiare le difficoltà di questa vendemmia 2023, si sono rivelate fondamentali le riserve idriche accumulate durante le precipitazioni primaverili. I produttori della DOC Sicilia con vigneti coltivati a biologico, dopo un’annata agraria così caratterizzata, sono naturalmente coloro che hanno più risentito delle difficoltà.
“Tuttavia l’attacco della peronospera – sottolinea il Presidente Rallo – si è maggiormente concentrato sui grappoli, così che si è rilevata una minore produzione ma una migliore maturazione delle uve, proprio grazie alla quantità delle foglie”.

Consorzio di Tutela Vini doc Sicilia
Il Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia (siciliadoc.wine) prende vita nel 2012, con l’obiettivo promuovere i vini a DOC Sicilia, con azioni mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy, oltre a tutelare il prodotto con azioni di vigilanza a difesa del consumatore e dei produttori.
Quasi 8.000 viticoltori e circa 500 imbottigliatori sono promotori della Denominazione di Origine Controllata, un riconoscimento utile a rappresentarli ma anche a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola. La Sicilia è la più grande area vinicola biologica in Italia: rappresenta il 30% della superficie nazionale e con i suoi oltre 42mila ettari ha anche il primato tra le regioni che praticano una viticoltura sostenibile, assoggettata al disciplinare bio o a quello di produzione integrata.
Nov 5, 2023 | Enogastronomia, Territori
Un’annata complessa e difficile per il vigneto toscano. I cambiamenti climatici ormai sono una realtà con cui tutti i produttori stanno gioco forza cercando di trovare soluzioni sia in vigna che in cantina per poter continuare ad offrire al consumatore il prodotto d’eccellenza del made in Italy più conosciuto e apprezzato nel mondo.
Il 2023 verrà ricordato per il caldo e la siccità come l’anno della peronospora. C’è chi ha avuto più o meno problemi e c’è chi ha deciso di fare scelte radicali, come un azienda di Montepulciano

Grappolo attaccato dalla peronospora
Niente vino per l’annata 2023
“Non assaggerete il nostro Vino Nobile di Montepulciano annata 2023, e nemmeno gli altri nostri vini di questa annata!” questo il messaggio a clienti e winelovers di Susanna e Isodoro Rebatto, proprietari di Podere Casanova di Montepulciano.
“Ci spiace – proseguono – Non è stata una decisione facile quella di non raccogliere quest’anno le nostre uve, ma ne siamo fermamente convinti.
Una scelta coerente con la nostra visione, che mette in primo piano tutela dell’ambiente e salute di chi beve i nostri vini.
Le nostre vigne vengono infatti coltivate in modalità del tutto naturale, con una bassissima quantità di solfato di rame.
La peronospora, che ha flagellato i vigneti di tutt’Italia, ha attaccato pesantemente anche i nostri e ci ha posto davanti alla scelta obbligata e coerente di rinunciare alla vendemmia, dato che per noi è impensabile fare più trattamenti di quelli che ci siamo fissati per essere davvero Azienda ecosostenibile e biologica.”

Isidoro e Susanna in cantina
Una scelta ambientale coerente
Dopo il 3 luglio hanno quindi deciso di interrompere i trattamenti e di rinunciare alla vendemmia 2023 in quanto il rame utilizzato in tale data risultava pari a 1,8 kg per ettaro.
Considerato che, per scelta aziendale, utilizzano al massimo il 50% del rame consentito in agricoltura biologica per la Regione Toscana, ovvero 6kg/cu/ha, andare avanti avrebbe significato oltrepassare sia il loro limite che quello normativo.
A proposito di trattamenti, cercano di ridurli il più possibile: nel 2021 hanno utilizzato 0,83 kg di rame per ettaro e nel 2022 appena 0,37 kg. 17 ettari di vigneti, 10 etichette, con il marchio Equalitas che lo certifica azienda agricola ecosostenibile, dal 2021 Podere Casanova è in conversione biologica, con una sperimentazione in atto dal 2019 che tende a portare l’utilizzo del rame a quantità ridotte sino all’abolizione totale.
Nel 2023, per il terzo anno consecutivo, i vigneti sono coltivati in modalità del tutto naturale con una bassissima quantità del metallo pesante.

la cantina
Uno stop che guarda al futuro
“Lo stop alla vendemmia ci ha permesso di concentrarci maggiormente su molti altri importanti aspetti del nostro lavoro, sia in vigna che in cantina, e siamo più che mai motivati a proseguire sulla nostra strada di produrre un vino sano, corretto, giusto – concludono Susanna ed Isodoro Rebatto – Un Vino Nobile di Montepulciano unico per il suo carattere, piacevole da gustare, emozionante, che porti in sé il timbro del nostro stupendo territorio, che contribuiamo a salvaguardare. Vi diamo appuntamento all’annata 2024!
Ott 17, 2023 | Enogastronomia, Territori
“L’annata vinicola 2023 è stata caratterizzata da condizioni meteorologiche tendenzialmente estreme”, afferma Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige.
A una germogliatura relativamente precoce in mesi estremamente secchi sono seguite una primavera piovosa e fresca e un’estate umida.
Quest’anno in Alto Aidge non è mancato davvero nulla: picchi di calore in luglio e agosto, pioggia a inizio settembre e poi finalmente il tanto atteso autunno asciutto con giornate calde e notti fresche.
Molta attenzione e ancora più lavoro
A costringere i viticoltori a un enorme incremento del lavoro tra le vigne è stato soprattutto il clima umido.
“Le precipitazioni non sono state straordinarie come quantità, ma l’umidità è stata costante”, afferma Barbara Raifer, responsabile del reparto Viticoltura presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, sottolineando anche la conseguente elevata presenza fungina.
“Non è mai stato possibile abbassare la guardia, bisognava sempre restare concentrati per scongiurare eventuali danni” spiega anche Markus Prackwieser del Gump Hof a Fiè.
Il fatto che, rispetto ad altre zone vinicole, sia stato possibile cavarsela con danni relativamente lievi viene attribuito soprattutto alla grande esperienza e alle micro-realtà che caratterizzano l’industria vinicola in Alto Adige:
“La presenza di aziende di piccole dimensioni – spiega il Presidente Kofler – permette di affrontare meglio situazioni problematiche, perché consente di reagire più velocemente”. Kofler sottolinea anche il ruolo e la qualità delle consulenze fornite ai viticoltori. La sfida più impegnativa è stata lo stress da calore; soprattutto a luglio in cui le viti sono state sottoposte a temperature intorno, e anche superiori, ai 35 gradi.
“Sebbene le viti dispongano di un apparato radicale piuttosto esteso, dopo la siccità degli ultimi mesi la quantità di acqua estratta dal terreno è stata praticamente nulla”, precisa Barbara Raifer del Centro di Sperimentazione Laimburg. Il danno fisiologico verificatosi in alcune singole zone è stato probabilmente conseguenza di questo stress legato a caldo e siccità.

Vendemmia. Foto Peter Zemmer
Difficile la programmazione della resa, impegnativa la vendemmia
Le sfide poste da questa annata non si sono limitate alla protezione delle piante e all’irrigazione. “Quest’anno è stato difficile anche pianificare la resa, perché il clima umido durante la fase della divisione cellulare ha portato ad avere grappoli troppo grandi, con la necessità di dover regolare la resa con molto anticipo, senza poter valutare come si sarebbe poi effettivamente evoluto l’andamento climatico”, afferma Thomas Scarizuola, mastro cantiniere della Cantina Kaltern.
Anche la vendemmia in sé quest’anno è stata più complessa del solito: “Grazie alla raccolta a mano, in Alto Adige è possibile effettuare una selezione molto accurata, inviando alla cantina solo i grappoli migliori”, precisa Markus Prackwieser, il cui collega Ivan Giovanett aggiunge: “La scrupolosità e la professionalità dei coltivatori quest’anno sono state sicuramente premiate”.

Vendemmia. Foto Florian Andergassen
Vini bianchi: un’annata fresca, giovane e succosa
Su cosa potranno contare gli appassionati di vino in vista dell’annata 2023? “Per quanto riguarda soprattutto le varietà bianche, i valori di zucchero sono rimasti più bassi del normale, di conseguenza saranno minori anche le gradazioni alcoliche”, afferma Andreas Kofler.
Un minore contenuto alcolico è esattamente quello che richiedere il mercato, ricorda il presidente del Consorzio. “Quest’anno, quindi, la natura ci ha offerto proprio quello che cercavamo di ottenere”, sostiene Kofler.
Pur non sapendo con assoluta certezza a cosa siano dovute le basse gradazioni, Andreas Kofler e i suoi colleghi viticoltori sono comunque concordi sul fatto che i vini bianchi dell’annata 2023 saranno freschi, brillanti, fruttati e leggeri.

Vendemmia. Foto: Peter Zemmer
Vini rossi: eleganti e non troppo robusti
Si registra un clima di ottimismo anche per quanto riguarda i vini rossi 2023.
Il Pinot Nero evidenzia un’ottima maturazione, anche se il grado zuccherino è inferiore rispetto ad altre annate.
Anche la Schiava e il Lagrein beneficiano del clima ideale di questi giorni – “questo autunno ci sta aiutando moltissimo”, così Andreas Kofler – e promette una buona annata.
Soprattutto il Lagrein sembra non aver sofferto troppo del clima capriccioso della primavera e dell’estate. La Schiava, dal canto suo, si trova ormai quasi esclusivamente nelle zone più idonee, il che ha certamente contribuito a fare ottenere buone gradazioni, secondo Barbara Raifer.
Tuttavia, nemmeno la prospettiva di un’annata molto interessante può far dimenticare ai viticoltori le enormi difficoltà affrontate quest’anno: “Mentre l’anno scorso, più o meno, tutto è andato come doveva, senza particolari sforzi, quest’anno è stato necessario molto, moltissimo lavoro in più”, ricorda il presidente del Consorzio Andreas Kofler.
Che sintetizza: “Rispetto ad altre zone, la situazione in Alto Adige è comunque positiva, perché i nostri coltivatori hanno perfettamente sotto controllo i loro terreni e, per la maggior parte, hanno svolto il loro lavoro alla perfezione”.
Ott 15, 2023 | Enogastronomia, Territori
Una vendemmia sicuramente impegnativa e contenuta dal punto di vista quantitativo quella che è ormai giunta al termine per i produttori del Nizza Monferrato ma che si farà ricordare come un’annata molto interessante per qualità e per vini capaci di portare nel bicchiere l’identità del territorio oltre che un’acidità e dei profumi sorprendenti.

Un’annata ricordata per la siccità
“L’annata 2023 – spiega il Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza Stefano Chiarlo – non ci ha fatto mancare nulla: un inverno mite con scarse precipitazioni, seguito da una primavera altrettanto siccitosa che ha lasciato poi il posto alle provvidenziali piogge di giugno che hanno dato respiro in vista di un luglio e agosto estremamente caldi e asciutti. Il timore di trovarci di fronte ad un’annata potenzialmente problematica c’è stato ma siamo stati poi rassicurati dalle importanti piogge di fine agosto che hanno riportato l’equilibrio che ci auspicavamo e che sono state essenziali per una buona maturazione delle nostre uve”.
Sicuramente l’annata 2023 ha visto come grande protagonista la siccità che ha messo a dura prova anche i vigneti del Nizza che hanno tuttavia saputo reagire bene dimostrando per il secondo anno consecutivo una grande capacità di resilienza alla restrizione idrica.
In tal senso si è dimostrata vincente la scelta dei produttori dell’Associazione di adeguare il disciplinare in materia di esposizioni dei vigneti al fine di affrontare meglio le conseguenze del cambiamento climatico. “Dal 2000 in poi – continua Chiarlo – il clima è sempre più contrassegnato da annate calde con estati lunghe, che si alternano ad annate con caratteristiche stagionali nella norma. Questo ci ha fatto pensare già da alcuni anni che fosse utile considerare nel nostro disciplinare anche quei vigneti che possono mantenere un po’ più di acidità e freschezza, condizione tipica della zona di produzione verso i versanti est e ovest”.

Stefano Chiarlo
Produzioni più contenute dunque quelle della vendemmia 2023 ma caratterizzate da una qualità molto soddisfacente con anche punte di eccellenza in alcune zone della denominazione.
“La sfida futura per i nostri produttori – chiude il Presidente – sarà quella di impiantare nuovi vigneti che presentino caratteristiche capaci di affrontare le sfide odierne.
Penso all’utilizzo di portainnesti ancora più adeguati a questo tipo di clima, a forme di allevamento alternative e ad altre scelte agronomiche capaci di offrire delle valide risposte a una situazione climatica che ormai non è più un timore ma un fatto oggettivo.
Sicuramente sarà determinante il supporto delle Istituzioni Regionali al fine di permettere ai produttori di apportare tutte le necessarie innovazioni anche tecnologiche per far fronte all’emergenza idrica di questi anni”.
Ago 29, 2023 | Enogastronomia
Con la raccolta dei vini base per la produzione di spumanti, è cominciata in questi giorni la
vendemmia in Alto Adige.
Dopo l’inizio eccezionalmente precoce della raccolta dei grappoli dell’anno scorso, quest’anno si è tornati ampiamente nella media. L’estate nei vigneti, tuttavia, è stata umida e, pertanto, più difficile. “Speriamo in un paio di settimane assolate e asciutte prima dell’inizio della vendemmia vera e propria”, afferma Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige.

Come sarà l’annata?
Rispetto all’anno scorso, quest’anno l’inizio della vendemmia nelle vallate si è spostato in avanti di
circa cinque giorni, mentre la raccolta dei grappoli nelle zone più elevate addirittura di un periodo
tra i dieci e i quattordici giorni.
Si inizia con i grappoli per i vini spumanti (in Alto Adige Pinot Bianco e Nero nonché Chardonnay), tradizionalmente raccolti alcune settimane prima della vendemmia generale. “Il motivo di questo avvio anticipato è che i vini base per la produzione di spumanti necessitano di più acidi e di meno zuccheri, in modo tale che possano poi fermentare una seconda volta in bottiglia con l’aggiunta di zucchero”, spiega Kofler.
Soprattutto per le settimane precedenti la vendemmia vera e propria, il presidente del Consorzio Vini Alto Adige si augura che le condizioni climatiche non riservino brutte sorprese, così come
avvenuto durante l’estate. Anche se, almeno finora, non si sono verificate forti grandinate, Kofler
esprime comunque un desiderio sul meteo fino alla fine della vendemmia: “L’ideale sarebbero
scarse precipitazioni, notti fresche e giornate di sole”.

Le parole di Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige
Un desiderio perfettamente comprensibile tenuto conto dell’umidità persistente soprattutto in luglio,
ma anche in agosto, che ha causato ai viticoltori tutta una serie di problemi, primo tra i quali
l’elevata presenza fungina tra le viti.
“Fortunatamente, i nostri coltivatori sono ben preparati e la consulenza funziona al massimo livello. Ciò permette di tenere sotto controllo la situazione anche in presenza di condizioni meteo problematiche”, sottolinea il presidente del Consorzio anche in considerazione della diffusione della peronospera, che in altre zone di coltivazione in Italia ha provocato massicce perdite di raccolto.
Quest’anno, in Alto Adige, l’elevata umidità ha anche fatto sì che grappoli e acini siano ricchi d’acqua e quindi piú gonfi.
“Poiché la gestione della quantità di raccolto è una fondamentale misura di controllo della qualità, nelle ultime settimane è stato effettuato uno scrupoloso diradamento”, assicura Kofler, che non azzarda ancora previsioni sulla qualità dei grappoli. “È ancora troppo presto per pronunciarsi, anche perché il meteo degli ultimi giorni precedenti la vendemmia ha un’enorme influenza sul contenuto di acidi e di zuccheri”, spiega il presidente del Consorzio Vini Alto Adige, che aggiunge: “Se avremo ancora un po’ di fortuna con il meteo, possiamo però sperare di avere un’altra buona annata”.