I cinque buoni motivi per andare a Vinitalty

I cinque buoni motivi per andare a Vinitalty

“Sarà una fiera sempre più legata al business” è la promessa del presidente di Veronafiere Federico Bricolo che, alla presentazione del Salone Internazionale dei vini e distillati (2-5 aprile), ha ricordato i numeri di questa edizione: 4400 espositori per 17 padiglioni tutti sold out e un incoming senza precedenti, con il 43% in più di top buyer internazionale, grazie ad un investimento da 3,5 milioni di euro sull’incoming.
Bricolo ha, inoltre, sottolineato come “le aziende che partecipano a una fiera internazionale performino sette volte più delle

1 – Un’edizione smart e senza cravatta

Quest’anno Vinitaly ha messo da parte le pomposità e ha inaugurato senza l’ inaugurazione della domenica e quindi senza dati di mercato e talk show e chiuderà senza la tradizionale cena di gala preferendo dar spazio alla vivibilità democratica della città con “Vinitaly e The Night” e si terrà martedì sera al Palazzo della Gran Guardia dalle 20 alle 24 in modalità open, chiudendo idealmente la fiera.
Meno spazio quindi all’apparenza e più alla sostanza. Del resto a Verona i buyer vengono per concludere affari.


2 – La grande bellezza di Bacco in Mostra. Da Firenze con furore

Nell’area del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, in cui brindisi saranno accompagnati dalla musica dell’Arena di Verona il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida si fregerà di aver portato in mostra “Bacco Divino” con i due Bacco di Guido Reni e Caravaggio, presi in prestito dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Le due straordinarie opere saranno visitabili durante i giorni della Fiera a gruppi di 25 persone per motivi di sicurezza. 


3 – Vinitalybio sempre più protagonista

Sarà che i vini bio sono ormai accettati anche dagli schizzionosi italiani fatto sta che il padiglione dedicato ai vini bio è sempre più uno dei più iconici dell’intera fiera.
Sarà la rinnovata attenzione all’ambiente, sarà la ricerca di gusti diversi sarà la voglia di girare in un unico salone l’Italia da nord a sud ma Vinitalybio è sempre più uno dei padiglioni più amati da un pubblico vasto ed eterogeno.


4 – International Wine

La curiosità dei wine lovers e anche dei neofiti fa salire nell’indice di gradimento anche le quotazioni del salone internazionale dov’è possibile scoprire la produzione internazionale di Bacco.
Non solo vini ma anche distillati da ogni paese del mondo fra cui Austria, Slovenia, Serbia, Turchia, Croazia, Argentina, Spagna, Sudafrica e molti altri.


5 – Vinitaly in the City. Il fuori salone sempre più cool

E’ forse più importante essere fuori che dentro Vinitaly. Pare un paradosso ma il successo di “Vinitaly and the City” è sempre più clamoroso confermando che i famosi eventi collaterali dei grandi saloni finiscono spesso per cannibalizzare il salone stesso.
“Vinitaly in the city” riempie la romantica Verona di quattro giorni fitti di esplorazioni alla conoscenza del vino con degustazioni sfiziose e speciali in angoli insoliti e incredibili della città. Sui selciati del
centro storico di Verona si possono assaporare i più pregiati vini italiani ma si possono anche incontrare senza l’ingessatura dello stand i produttori più importanti del Paese, Una dolce vita enoica tutta da provare.

Priscilla Occhipinti: la libertà di essere unica

[:it]20161125_125414
priscilla
di Nadia Fondelli
– In tanti anni di girovagare per la Toscana e tutto il Bel Paese alla scoperta del bello e il buono che emoziona; via dalle pazze folle e dall’arte del cibo e bere fatto merchandising ho avuto la fortuna, pochi giorni fa, di imbattermi quasi casualmente in uno dei diamanti più puri del genio italiano.

Nella campagna d’autunno sfumata di mille colori del cuore di Maremma, in un piccolo borgo incantato chiamato Aratrice potrebbe iniziare una favola magica.

C’era una volta.
Inizio scontato, ma non lo è la storia. C’era 20161125_124354una volta una bambina, tanti alambicchi, delle caldaie che sbuffano e sibilano, un’aroma che affascina e avvolge e un omone grande e buono a fare da maestro alla piccola alchimista.

La piccola alchimista è Priscilla Occhipinti e la sua storia di donna e imprenditrice è davvero una favola bella.

Istinto, arte, passione e volontà sono le doti che in pochi anni hanno trasformato la piccola e timida bimba-alchimista che ha imparato l’arte dal suo maestro Nannoni nella più importante distillatrice del mondo.

20161125_122403In questo piccolo borgo, dove la vita scorre ancora con ritmi semplici c’è lo scrigno dove, alambicchi, caldaie e cantine svelano il laborioso lavoro dei tesori del gusto.

Priscilla Occhipinti conquista subito con il suo entusiasmo, il suo sorriso vero, il babbo Roberto e il suo essere libera.

Libera di non farsi tirare per la giacchetta da tutti coloro che vorrebbero portarla con la sua arte in ogni angolo del mondo – dal Giappone alla Russia, dagli Stati Uniti al Sudafrica, etc. – semplicemente perché ama la sua terra e considera la distillazione della grappa un’arte solo italiana.

Libera di scegliere di distillare solo il meglio.
Si prende infatti il lusso di utilizzare solo la vinaccia fresca grondante di vino. Le più grandi etichette si servono da lei. E lei sa dire no anche a nomi illustri se le vinacce che assaggia non rispettano i suoi canoni.

Non accetta compromessi in nome della libertà e della qualità. Ed ha ragione dato che non ricorda neanche il numero dei premi e riconoscimenti che ha ottenuto. Qualcosa come 67 medaglie d’oro internazionali.

Un lavoro instancabile il suo nei tre mesi di svinatura. Vive in azienda, fra il caldo lucido delle caldaie ad ascoltare ogni sbuffo e ogni sibilo e dorme venti minuti per volta su un divano. E’ libera e non accetta ne compromessi ne espedienti.

E’ un’artigiana del gusto e per lei silos, tunnel, basse temperature, acidificazione e affumicamento sono banditi. La vera grappa è solo di vinaccia fresca!

Solo le migliori selezionate e ritirate in cantina con l’aggiunta di lieviti selezionati e un brevetto unico: un fermentino ruotante obliquo, ideato e realizzato insieme al suo maestro per esaltare aromi e sapori al suo servizio.

Ma la libertà di Priscilla si sposa anche col coraggio quando rifiuta i contributi per la distillazione in nome della sua voglia di scegliere.

Mette mano solo alle materie prime da cui sa che uscirà il meglio. Solo grappe, acquavite e distillati pregiati nel borgo di Aratrice dove riposano in cantine buie, silenziose e piombate i gioielli del vero made in Italy.

La libertà di Priscilla è anche quella di protestare platealmente e silenziosamente al Vinitaly al cospetto del Presidente della Repubblica con un cartello in cui denuncia che il tempo trascorso fra mille burocrazie ottuse ed oblsolete è più di quello trascorso fra gli amati alambicchi.

La libertà di dire che è folle avere intere librerie di pratiche e autorizzazioni per la repressione frodi, le caldaie, la formazione, la sicurezza sul lavoro, le accise oltre alla visita settimanale dell’agenzia delle Dogane.

Sigilli, controlli, scartoffie e vincoli ricambiati con l’indifferenza di chi ignora il prestigio e le tante medaglie. Che ignora che la grappa più amata anche dalla Regina Elisabetta è marcata Nannoni e che ignora sopratutto che lei, libera, ama l’Italia a tal punto da rifiutare ponti d’oro per il suo paese.

Alla faccia della riconoscenza.

Ma Priscilla Occhipinti oltre ad essere libera e sicuramente anche unica! Menomale.

 

 [:en]20161125_122403di Nadia Fondelli – In tanti anni di girovagare per la Toscana e tutto il Bel Paese alla scoperta del bello e il buono che emoziona; via dalle pazze folle e dall’arte del cibo e bere fatto merchandising ho avuto la fortuna, pochi giorni fa, di imbattermi quasi casualmente in uno dei diamanti più puri del genio italiano.

Nella campagna d’autunno sfumata di mille colori del cuore di Maremma, in un piccolo borgo incantato chiamato Aratrice potrebbe iniziare una favola magica.

C’era una volta.
Inizio scontato, ma non lo è la storia. C’era una volta una 20161125_124354bambina, tanti alambicchi, delle caldaie che sbuffano e sibilano, un’aroma che affascina e avvolge e un omone grande e buono a fare da maestro alla piccola alchimista.

La piccola alchimista è Priscilla Occhipinti e la sua storia di donna e imprenditrice è davvero una favola bella.

Istinto, arte, passione e volontà sono le doti che in pochi anni hanno trasformato la piccola e timida bimba-alchimista che ha imparato l’arte dal suo maestro Nannoni nella più importante distillatrice del mondo.

20161125_125414In questo piccolo borgo, dove la vita scorre ancora con ritmi semplici c’è lo scrigno dove, alambicchi, caldaie e cantine svelano il laborioso lavoro dei tesori del gusto.

Priscilla Occhipinti conquista subito con il suo entusiasmo, il suo sorriso vero, il babbo Roberto e il suo essere libera.

Libera di non farsi tirare per la giacchetta da tutti coloro che vorrebbero portarla con la sua arte in ogni angolo del mondo – dal Giappone alla Russia, dagli Stati Uniti al Sudafrica, etc. – semplicemente perché ama la sua terra e considera la distillazione della grappa un’arte solo
italiana.

Libera di scegliere di distillare solo il meglio.
Si prende infatti il lusso di utilizzare solo la vinaccia fresca grondante di vino. Le più grandi etichette si servono da lei. E lei sa dire no anche a nomi illustri se le vinacce che assaggia non rispettano i suoi canoni.

Non accetta compromessi in nome della libertà e della qualità. Ed ha ragione dato che non ricorda neanche il numero dei premi e riconoscimenti che ha ottenuto. Qualcosa come 67 medaglie d’oro internazionali.

Un lavoro instancabile il suo nei tre mesi di svinatura. Vive in azienda, fra il caldo lucido delle caldaie ad ascoltare ogni sbuffo e ogni sibilo e dorme venti minuti per volta su un divano. E’ libera e non accetta ne compromessi ne espedienti.

E’ un’artigiana del gusto e per lei silos, tunnel, basse temperature, acidificazione e affumicamento sono banditi. La vera grappa è solo di vinaccia fresca!

Solo le migliori selezionate e ritirate in cantina con l’aggiunta di lieviti selezionati e un brevetto unico: un fermentino ruotante obliquo, ideato e realizzato insieme al suo maestro per esaltare aromi e sapori al suo servizio.

Ma la libertà di Priscilla si sposa anche col coraggio quando rifiuta i contributi per la distillazione in nome della sua voglia di scegliere.

Mette mano solo alle materie prime da cui sa che uscirà il meglio. Solo grappe, acquavite e distillati pregiati nel borgo di Aratrice dove riposano in cantine buie, silenziose e piombate i gioielli del vero made in Italy.

La libertà di Priscilla è anche quella di protestare platealmente e silenziosamente al Vinitaly al cospetto del Presidente della Repubblica con un cartello in cui denuncia che il tempo trascorso fra mille burocrazie ottuse ed oblsolete è più di quello trascorso fra gli amati alambicchi.

La libertà di dire che è folle avere intere librerie di pratiche e autorizzazioni per la repressione frodi, le caldaie, la formazione, la sicurezza sul lavoro, le accise oltre alla visita settimanale dell’agenzia delle Dogane.

Sigilli, controlli, scartoffie e vincoli ricambiati con l’indifferenza di chi ignora il prestigio e le tante medaglie. Che ignora che la grappa più amata anche dalla Regina Elisabetta è marcata Nannoni e che ignora sopratutto che lei, libera, ama l’Italia a tal punto da rifiutare ponti d’oro per il suo paese.

Alla faccia della riconoscenza.

Ma Priscilla Occhipinti oltre ad essere libera e sicuramente anche unica! Menomale.

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