Silenzio, beatitudine e ombrosi cipressi accolgono che chi si avvicina a questa maestosa Badia, custode fra l’altro delle spoglie mortali del Santo fondatore dell’ordine benedettino: Giovanni Gualberto.
Alterne sono le vicende che hanno caratterizzato la millenaria storia di questo luogo. Distrutta e poi ricostruita la badia è stata pesantemente restaurata, ma mantiene inalterato un fascino unico e tutto il suo grandioso archivio in cui sono custodi i documenti che hanno scritto la storia del Chianti e di questa parte di Toscana.
Notevole anche il patrimonio artistico rimasto nonostante il buio periodo delle depredazioni napoleoniche. Grandiosi innanzitutto gli affreschi conservati all’interno della chiesa: quelli di Alessandro Allori nella cappella di Giovanni Gualberto, quelli di Benedetto Veli, ma su tutti quelli di un giovane destinato a sicura fama: Domenico Ghirlandaio che qui, a soli ventisette anni rappresentò la grandiosa Ultima cena sita nel Refettorio.
Architettonicamente parlando gli elementi che maggiormente colpiscono sono il quattrocentesco chiostro e l’antica torre-campanile oltre allo straordinario labirinto verde del giardino all’italiana.
Badia a Passignano è pronta ad accogliere tutti nel rispetto del suo silenzio, della sua quiete, del suo ascetismo spirituale, del suo sguardo sui filari di vigne più famose del mondo come millenaria custode della storia chiantigiana.
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