Arrigo VII, Duca del Lussemburgo, venne eletto Imperatore del Sacro Romano Impero nel 1308 ad Aquisgrana, dopo la tragica morte del suo predecessore, Alberto d’Asburgo.
La sua fama è legata profondamente alla sua politica interventista in Italia. Da parte italiana, il suo viaggio nel nostro paese per essere incoronato a Roma dal Papa, fu visto da molti come una possibile “sanatoria” delle discordie esistenti fra le città italiane e le lotte tra Guelfi e Ghibellini. Anche Dante Alighieri in persona infatti ne sollecitò l’intervento.
E quasi a furor di popolo, finalmente nel 1310, dopo un periodo di personali “sondaggi”, Arrigo VII si decice a scendere in Italia. Si era ripromesso di restaurare la concordia fra le città italiane, ma il suo bell’ideale contrastò ben presto con le lotte intestine delle città e delle fazioni.
Fu così costretto (suo malgrado?) a combattere diversi avversari. Assediò la ribelle Brescia dove perse il fratello Valerano, poi fu a Genova dove morì sua moglie Margherita di Bradante, dopo si sostò a Pisa la città ghibellina a lui più fedele. Nel 1311 a Milano, cinse la corona ferrea di Re dei Romani. Poi, per un insieme di circostanze, di contrasti politici e di intrighi, ad alcuni sembrò che parteggiasse per i ghibellini e perciò fu osteggiato dalle leghe guelfe soprattutto in Toscana e in Umbria.
Dall’Italia del Nord scese fino a Roma, invasa nel frattempo dal suo avversario Roberto d’Angiò re di Napoli ed imparentato col re di Francia. Superando perciò molti ostacoli, riuscì a farsi incoronare nel 1312, nella basilica di San Giovanni in Laterano, non dal Papa però – che all’epoca risiedeva ad Avignone – ma da un Cardinale delegato dal Papa stesso.
Ripartito Imperatore da Roma si diresse verso l’Umbria e la Toscana per combattere la Lega Guelfa. Si fermò a Pisa sua alleata e poi cinse d’assedio la guelfa Firenze senza riuscire però a farla cadere. Decise quindi di desistere e di marciare verso Siena. Qui, già ammalato, pose il campo a Pancole e cercò di far capitolare Siena, ma anche questa non cedette. Da Pancole l’Imperatore si trasferì con tutto il suo esercito nei piani di Orgia. Da qui si recò ai Bagni di Macereto per alcuni giorni di cura, e nella convinzione di aver riacquisito una perfetta forma fisica, si avviò con tutti i suoi armati (circa 12.000 fra fanti e cavalieri) verso sud, lungo la via Romana, deciso a marciare senza indugi, contro il Re di Napoli, Roberto d’Angiò.
Ma la malattia tornò e lo costrinse a fermarsi presso Buonconvento. Era il 21 agosto 1313. Qui dopo tre giorni di agonia, morì nella chiesa di San Pietro. Subito si sparse la leggenda che l’imperatore fosse stato avvelenato con l’ostia consacrata dal suo confessore; voce questa che riscosse credito per lungo tempo, nonostante le autorevoli smentite.
Da Buonconvento la salma dell’Imperatore fu trasferita in gran segreto a Paganico, dove ricevette le onoranze funebri, e poi trasportata a Suvereto dove venne trattata per la conservazione e di lì trasferita a Pisa dove fu sepolta nel Cimitero Monumentale e poi in Duomo, dove tutt’ora si trova.
Beh, considerando come sono andati gli eventi, forse Arrigo VII non aveva tutti i torti ad avere molti indugi dallo scendere in Italia…Viaggio non certo fortunato il suo!Henry VII, Duke of Luxembourg, was elected Emperor meilleurs casinos en ligne of the Holy Roman Empire in 1308 at Aquisgrana, following the tragic death of his predecessor, Albert of Hapsburg.
His fame is closely linked with his interventionist policy in Italy. His journey to be crowned by the Pope in Rome was seen by many as a possible solution to the rivalry between Italian cities and the wars between Guelphs and Ghibellines. Dante Alighieri himself encouraged this journey.
And finally, in 1310, almost by public demand and after a period of personal “surveys”, Henry VII decided to travel to Italy. He had promised himself he would bring peace back to the Italian towns, but his well-meaning ideal soon contrasted with the intestinal fighting between the towns and factions.
He was therefore forced (against his will?) to fight various adversaries. He laid siege to the rebellious Brescia where he lost his brother, Valerano, and then went to Genoa where he lost his wife, Margherita of Bradante, then he went to Pisa, the Ghibelline city most faithful to him. In 1311, he put on the iron crown of the King of the Romans in Milan. Then, due to a series of circumstances, political contrasts and plotting, to some it seemed that he favoured the Ghibelline cause and was therefore opposed by the Guelph Leagues, especially in Tuscany and Umbria.
From northern Italy, he reached Rome which, in the meantime, had been invaded by his adversary, Robert of Anjou, King of Naples and a relative of the King of France. Overcoming many obstacles, he managed to have himself crowned in 1312, in the Basilica of San Giovanni in Laterano, not by the Pope who at that time lived in Avignon, but by a Cardinal appointed by the Pope.
Leaving Rome as Emperor, he went to Umbria and Tuscany to fight against the Guelph League. He stopped off at Pisa, his ally, and then laid siege to the Guelph Florence without managing to take it. He then decided to call it off and marched towards Siena. Here, already ill, he camped at Pancole and attempted to take Siena, but also this city didn’t fall. From Pancole, the Emperor moved with his whole army to the plains of Orgia. From here he went to Bagni di Macereto for a few days of cure, and, convinced he had regained perfect physical health, he went south along the Via Romana with all his army (about 12,000 infantry and cavalry), marching hastily against the King of Naples, Roberto of Anjou.
But his illness overtook him and forced him to stop at Buonconvento on 21st August, 1313. Here, after three days of agony, he died in the church of San Pietro. Immediately the legend was born that the Emperor had been poisoned with the host consecrated by his confessor; a story that was believed for along time, in spite of authoritative denials.
The body of the Emperor was transferred in great secret from Buonconvento to Paganico, here it received its funerals and was then taken to Suvereto where it was preserved and then transferred to Pisa where is was buried in the Monumental Cemetery and then in the Cathedral, where it still lies today.
Seeing how things went, perhaps Henry VII was justified in taking his time before coming to Italy …It certainly wasn’t a fortunate journey!
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