[:it]di redazione – Nel Chianti, terra di pievi e castelli, ci sono ancora angoli, pietre e tracce del passato che possono essere ritrovate, identificate e rivelare pagine inedite della storia del territorio.
Di un tempo lontano, come il Medioevo, e della sua imponente influenza sui paesaggi e le architetture della campagna toscana.
Le ricerche e gli studi di una giovane archeologa medievista fiorentina, Teresa Ulivelli, portano ad una grande scoperta nel Chianti.
La presenza di un castello, risalente all’anno Mille, di cui sono state identificate parti della cinta muraria. Tra gli ulivi e i saliscendi collinari di San Casciano affiorano dal passato i resti del Castello di Vicchiaccio. I ruderi sono situati su una collinetta adiacente alla chiesa di Sant’Angelo a Vico l’Abate.
“Si tratta del Castello di Vicchio – spiega l’archeologa – un centro di proprietà dell’importante centro religioso della Badia Fiorentina e si può datare nel periodo compreso tra la fine del decimo e il tredicesimo secolo”.
La scoperta è scaturita da un’indagine bibliografica cui sono seguite l’identificazione e la localizzazione del castello sul territorio.
Sul poggio di Vicchiaccio sono visibili parti di strutture edilizie appartenenti ad una piccola cinta muraria, posta intorno alla sommità della collina. L’esistenza del castello nel XIII secolo è attestata da alcuni documenti appartenenti alla Badia Fiorentina.
“Il tema dell’incastellamento nel Chianti – commenta il sindaco Massimiliano Pescini – è il filo conduttore scelto quest’anno per connotare il ricco programma di iniziative allestito dal sistema museale, l’area di Vico l’Abate e i recenti studi fanno luce e confermano il ruolo centrale di San Casciano nel Medioevo come crocevia culturale legato ai grandi centri urbani della Toscana, un’area di prestigio in cui si incontrarono e produssero alcuni dei più illustri esponenti dell’arte fiorentina e senese”.
“Significativa e non casuale –- prosegue – è la vicinanza del sito rispetto alla Chiesa di Vico l’Abate da dove provengono alcuni dei capisaldi della pittura italiana, le opere di Coppo di Marcovaldo e Ambrogio Lorenzetti, oggi custodite nel museo Ghelli di San Casciano”.
Una scoperta che già da questo fine settimana cittadini e turisti potranno toccare con mano nell’ambito della visita guidata e della giornata di studi organizzati dal Comune e dal Sistema museale Chianti Valdarno, coordinato da Nicoletta Matteuzzi, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con il Centro Studi Clante, in programma sabato 26 settembre dalle ore 10 presso il Castello di Gabbiano.
La scoperta di Vicchiaccio permette di accendere i riflettori su un’altra ricostruzione storica che mette in collegamento Vico l’Abate e la Badia Fiorentina.
“Vico l’Abate – aggiunge l’assessore alla Cultura Chiara Molducci – è legata non come pensavamo al centro religioso di Badia a Passignano ma probabilmente a Badia Fiorentina, la scoperta del castello permette di rileggere il nostro territorio sul piano paesaggistico ed architettonico e sulla forte influenza che l’incastellamento medievale ebbe sul Chianti”. Alla giornata di studi interverranno storici, archeologi ed esperti provenienti dagli Atenei di Firenze, Roma e Bologna come Paolo Pirillo, Guido Tigler, Renato Stopani, Alberto Cavallini, Teresa Ulivelli, Emma Matteuzzi, Elisa Tagliaferri.[:en]di redazione – Nel Chianti, terra di pievi e castelli, ci sono ancora angoli, pietre e tracce del passato che possono essere ritrovate, identificate e rivelare pagine inedite della storia del territorio.
Di un tempo lontano, come il Medioevo, e della sua imponente influenza sui paesaggi e le architetture della campagna toscana.
Le ricerche e gli studi di una giovane archeologa medievista fiorentina, Teresa Ulivelli, portano ad una grande scoperta nel Chianti.
La presenza di un castello, risalente all’anno Mille, di cui sono state identificate parti della cinta muraria. Tra gli ulivi e i saliscendi collinari di San Casciano affiorano dal passato i resti del Castello di Vicchiaccio. I ruderi sono situati su una collinetta adiacente alla chiesa di Sant’Angelo a Vico l’Abate.
“Si tratta del Castello di Vicchio – spiega l’archeologa – un centro di proprietà dell’importante centro religioso della Badia Fiorentina e si può datare nel periodo compreso tra la fine del decimo e il tredicesimo secolo”.
La scoperta è scaturita da un’indagine bibliografica cui sono seguite l’identificazione e la localizzazione del castello sul territorio.
Sul poggio di Vicchiaccio sono visibili parti di strutture edilizie appartenenti ad una piccola cinta muraria, posta intorno alla sommità della collina. L’esistenza del castello nel XIII secolo è attestata da alcuni documenti appartenenti alla Badia Fiorentina.
“Il tema dell’incastellamento nel Chianti – commenta il sindaco Massimiliano Pescini – è il filo conduttore scelto quest’anno per connotare il ricco programma di iniziative allestito dal sistema museale, l’area di Vico l’Abate e i recenti studi fanno luce e confermano il ruolo centrale di San Casciano nel Medioevo come crocevia culturale legato ai grandi centri urbani della Toscana, un’area di prestigio in cui si incontrarono e produssero alcuni dei più illustri esponenti dell’arte fiorentina e senese”.
“Significativa e non casuale –- prosegue – è la vicinanza del sito rispetto alla Chiesa di Vico l’Abate da dove provengono alcuni dei capisaldi della pittura italiana, le opere di Coppo di Marcovaldo e Ambrogio Lorenzetti, oggi custodite nel museo Ghelli di San Casciano”.
Una scoperta che già da questo fine settimana cittadini e turisti potranno toccare con mano nell’ambito della visita guidata e della giornata di studi organizzati dal Comune e dal Sistema museale Chianti Valdarno, coordinato da Nicoletta Matteuzzi, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con il Centro Studi Clante, in programma sabato 26 settembre dalle ore 10 presso il Castello di Gabbiano.
La scoperta di Vicchiaccio permette di accendere i riflettori su un’altra ricostruzione storica che mette in collegamento Vico l’Abate e la Badia Fiorentina.
“Vico l’Abate – aggiunge l’assessore alla Cultura Chiara Molducci – è legata non come pensavamo al centro religioso di Badia a Passignano ma probabilmente a Badia Fiorentina, la scoperta del castello permette di rileggere il nostro territorio sul piano paesaggistico ed architettonico e sulla forte influenza che l’incastellamento medievale ebbe sul Chianti”. Alla giornata di studi interverranno storici, archeologi ed esperti provenienti dagli Atenei di Firenze, Roma e Bologna come Paolo Pirillo, Guido Tigler, Renato Stopani, Alberto Cavallini, Teresa Ulivelli, Emma Matteuzzi, Elisa Tagliaferri.[:]
0 commenti