5 Aprile 2023

La rarità in bocca. Alla scoperta dei percebes

La rarità in bocca. Alla scoperta dei  percebes. Esistono piatti strani e ingredienti mai visti a cui, inevitabilmente, ognuno di noi si avvicina con un aria mista fra il sospetto e la sorpresa.
Se poi a tutto questo si aggiunge un aspetto tutt’altro che invitante le remore nel lanciarsi nella prova d’assaggio sono molte.
Questi sentimenti li ho provati tutte le volte che approdando in Galizia riuscivo a trattenermi, impedita da una prevenzione estetica, all’assaggio dei percebes.
A Santiago di Compostela e La Coruna dove mi sento quasi di casa li ho (quasi) sempre scansati.

Eppure in Galizia non arrivi da turista per caso. In Galizia scegli di andare. Per assaporare  quel suo vento perenne che s’infila fra i capelli scompigliandoli in ogni stagione, le incredibili nuvole che si formano basse sull’orizzonte nascondendo anche gli ultimi piani dei tetti dei palazzi e quelle onde impetuose d’oceano accompagnate sempre da un brontolio impetuoso e dagli schizzi del salmastro.

la cattedrale di Santiago di Compostela

La Coruna e Santiago di Compostela così vicine così diverse

La Coruna invita all’impatto con l’oceano di cui i percebes sono figli ribelli. E nella capitale della Galizia il rapporto col mare non può che essere al limite del carnale. Lo avverti quando passeggi sullo spiaggione cittadino del Riazor dove i piedi affondano e dove la marea gioca con gli asciugamani dei bagnanti sfiorandoli pericolosamente sul far della sera.
Nelle stradine della città vecchia è inevitabile essere attratti dai frutti di quel mare che ammiccano dalle lavagnette di ristorantini e trattorie.

Su tutto però a La Coruna conquista le papille gustative. Il mitico polpo declinato alla feira di cui vi abbiamo già parlato o tutt’al più l’arroz con carabineros y zamburinas al Celeiro, piatto galiziano per eccellenza che altro non è che un riso con gamberi e capesante locali.

il famoso polpo galiziano

Alla scoperta dei percebes

Cozze, vongole, cannolichi, noci di mare, ostriche, granseole granchi, percebes e capesante ammiccano ovunque nei ristoranti e sui banchi del mercato. Sono loro che  mettono in secondo piano esteticamente i percebes che difficilmente il forestiero conosce. L’attenzione è attirata  solo dal prezzo che talvolta sfiora anche i 100 euro al chilogrammo.

A Santiago di Compostela invece, città più turistica grazie al celebre Camino e a San Giacomo dove spiccano le guglie e le linee eleganti dell’architettura sacra e dove il mare è lontano una quarantina di chilometri i percebes brillano come diamanti preziosi nelle vetrine di tutti i ristoranti.
E’ qui che ho osato l’assaggio vincendo i miei sospetti e con la sola consapevolezza che quegli strani crostacei dall’aspetto poco invitante li trovavo solo lì e in nessun’altra parte del mondo.

i percebes

Brutti, neri e con quella brutta unghia…

Bruttarelli lo sono per davvero e nemmeno nel grande vassoio invitante che mi guarda da una vetrina e che mi ha convinto all’assaggio li ho visti diversi.Neri con sfumature grigie e arancioni, l’aspetto preistorico con delle specie di squame che terminano con un’unghia biancastra.
Pollicipes pollicipes è il loro nome scientifico e in Italia, dove sono introvabili, hanno avuto un attimo di popolarità in una puntata di Masterchef dove neanche ai concorrenti hanno fatto una grande impressione.

Al ristorante sono abbordabili come prezzo dato che per una porzione ne bastano 250 grammi e il prezzo normalmente oscilla fra i 30 e i 60 euro al chilogrammi. Sempre tanto intendiamoci ma del resto è la rarità che paghiamo. Infatti sono “figli” solo degli scogli delle coste orientali dell’Oceano Atlantico e in particolar modo della Galizia perché anche se è possibile trovarli in Portogallo e in Marocco non sono così prelibati.

 

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