Feb 11, 2025 | Enogastronomia
Sanremo città dei fiori e della musica. Con il suo allure è la capitale della Riviera di Ponente. Possiamo semplificare dicendo che Sanremo sta alla Riviera di Ponente come Le Cinque Terre stanno alla Riviera di Levante. Nel mezzo Genova la sua austerità e il suo porto.
Sanremo è città che ammalia per il profumo dei fiori e che attrae ed azzarda per il suo Casinò. Sanremo è soprattutto sinonimo di musica. Tanti infatti (erroneamente) la associano solo all’omonimo Festival della Canzone che giunge in questo febbraio ai suoi 70 anni di “carriera”.
Una e trina. Sanremo, città dei fiori e del Sanremo festival e del mare. E’ località balneare da frequentare in ogni stagione per la mitezza del suo clima. E’ sorprendente per l’eleganza dei suoi edifici, il verde dei folti giardini che ammiccano fra lungomare e collina e per le serate sempre vivaci. E’ una vecchia signora dall’aspetto immortale che va scoperta in ogni stagione.
Sarà per quell’aria quasi francese, non a caso il confine e a pochi chilometri, ma Sanremo è uno dei must della vacanza e non solo della Liguria.

Non solo festival della canzone
Anche chi vi scrive l’ha scoperta in uno dei febbraio festivalieri vissuti in Riviera. Sanremo città dei fiori e della musica è stata così anche per me!La vita frenetica del festival della canzone può essere solo un inizio della scoperta. Poco si addicono i ritmi festivalieri ad assaporare davvero la città. Sanremo merita l’approfondimento.
La prima immagine che la cittadina regala, appena usciti dal casello autostradale e scendendo giù verso il centro, fra gli affacci terrazzati a picco sul mare profumati di fiori è quello di un quadro. Uno di quei quadri di paesaggio che fanno tanto colore in ogni parete. La cittadina si svela così, curva dopo curva, oltrepassata la nuova stazione e l’elegante lungomare perla dopo perla.

San Remo o Sanremo?
Un dubbio che ci portiamo da anni. Tutti quelli che fanno il mio mestiere, almeno una volta nella vita si sono trovati davanti al dilemma.
San Remo o Sanremo?
Cerchiamo di svelare l’arcano partendo dalle origini della romane della città. Ai tempi la denominazione era Castrum Sancti Romuli, in onore di San Romolo, patrono del Castrum. In dialetto però il nome suonava male: San Romiu. Fu così che in poco tempo venne storpiato è diventò San Remo, che santo non è!
Le controversie sul nome della città dura da anni e per risolverla dovremmo tirare in ballo l‘Accademia della Crusca. In attesa affermiamo che la denominazione che più è entrata nell’uso corrente è Sanremo. E basta vedere anche sui siti ufficiali del festival della canzone per averne conferma.

Il mitico teatro Ariston
Per scoprire la città obbligatorio iniziare dal suo luogo simbolo, il teatro Ariston. Teatro che esclusa la settimana più pazza dell’anno (quella del festival di Sanremo) è solo un normale cinema di provincia, per quanto grande. Inaugurato agli inizi degli anni Sessanta concluse un progetto colossale di 2000 posti a sedere, un palcoscenico alto 24 metri e profondo 15 e un golfo mistico capace di accogliere 100 musicisti. Dietro le quinte 30 camerini e 3 cameroni con corridoi angusti per scambiarsi durante il festival, ma incredibili se collocati in una cittadina piccola e in un cinema di periferia.
In quell’inaugurazione del 1963 si proiettò l’attesissimo film “Gli ammutinati del Bounty” con Marlon Brando. Mentre il festival Sanremo, che diventava sempre più popolare continuava a svolgersi al Salone delle feste del Casino. Con Mike Bongiono che quell’anno proclamò vincitrice la canzone “Uno per tutte” della coppia Tony Renis – Emilio Pericoli.
Il palco calcato dalle stars della musica mondiale
Se siete a Sanremo durante la settimana del festival non potete esimervi dal classico rito di una foto sulla celebre passerella magari insieme qualche vip. Se invece siete in zona in altri periodi dell’anno l’Ariston vale lo stesso una foto ricordo.
Tremano i polsi al solo pensiero che quel palco è stato calcato da stars mondiali del calibro di Madonna, Elthon John, Queen con Freddy Mercury, Duran Duran, Ricky Martin, Tina Turner e molti altri ancora. Senza dimenticare i big di casa nostra che da quel palco hanno spiccato il volo alla conquista del mondo come Eros Ramazzotti e Laura Pausini non senza prima essere vincitori Sanremo.

Corso Matteotti e una passeggiata immancabile
Dall’Ariston il percorso è quasi d’obbligo sul fil rouge dell’oggi e dell’ieri del festival della canzone.
Basta percorrere l’elegante e famoso Corso Matteotti che sta a Sanremo come via della Spiga sta a Milano per arrivare davanti al maestoso casinò. La “vasca” viene definito il corso che durante i giorni del festival è calpestato da migliai di persone alla “caccia” del divo. Obbligatorio soffermarsi ad ammirare le eleganti vetrine o a degustare un tè in uno dei fascinosi caffè del corso. Non senza aver ammirato la pavimentazione dove, al posto del classico canale di scolo sono eleganti targhe in ottone con incisi i nomi di tutti i vincitori del festival musicale. E sempre in tema festival l’occhio cade anche sulla statua dedicata a Mike Bongiorno proprio nella “vasca”.

Tutto il fascino del Casinò
Eccolo bianco ed elegante nel suo stile Art Nouveau voluto dall’architetto Eugène Ferret e inaugurato nel 1905 il casinò di Sanremo.
Nacque col nome Kursaal, come a Montecatini Terme con lo stesso concetto. Divertire i tanti stranieri che in zona svernavano per il clima fra spettacoli teatrali, concerti e grande ristorazione. Il gioco d’azzardo però prese ben presto piede al punto che, nel 1927 il comune ricevette dallo stato l’autorizzazione ufficiale a praticarlo. Una manna per le pingui casse comunali che riuscirono così a far fiorire a cittadina, e mai definizione fu più giusta.
Oggi è una delle quattro grandi case da gioco italiane (con Venezia, Saint Vincent e Campione d’Italia) e attrae amanti del genere da ogni parte del mondo. Molti preferiscono nel terzo millennio il Casino Sanremo online ma non ha lo stesso fascino. Non fosse altro che per ammirarne l’elegante edifico liberty, unico al mondo. Ricordate solo che senza un abbigliamento adeguato benché l’ingresso sia gratuito, sarete lasciati alla porta.

Villa Nobel
Sanremo è stata anche e pochi lo sanno per lungo tempo la casa dell’inventore di uno dei premi più famosi del mondo: Alfred Nobel. Uno svedese amante del mare e del clima mite che prese casa in quella che oggi è la villa che porta il suo cognome. “Il mio nido” la chiamava il celebre chimico nordico e in effetti anche oggi Villa Nobel è uno degli edifici più belli di Sanremo con il suo museo, il suo centro culturale e il bellissimo giardino. Lo stile moresco, la posizione, lo straordinario e lussureggiante giardino ricco anche di piante esotiche merita una visita. Così come l’interno della villa costruita nel 1870 e suddivisa in tre piani nei quali si può visitare anche lo studio e la sala da pranzo e da letto del celebre svedese.

La pista ciclabile più lunga del Mediterraneo
Sanremo non è solo musica, gioco d’azzardo, fiori e sole. Molto altro come abbiamo detto e soprattutto Sanremo è una città verde e sostenibile non solo per i suoi tanti parchi e giardini.
Qui si trova infatti una delle piste ciclabili più estese dell’intero Mediterraneo con i suoi 24 chilometri. La pista del Ponente Ligure che si snoda all’interno del parco costiero della Riviera dei Fiori sul tracciato di quella che era la vecchia linea ferroviaria Genova – Ventimiglia. L’accesso alla pista è autorizzato anche per i pedoni e gli skaters. In progetto c’è un ulteriore ampliamento, ma intanto godiamoci questi 24 chilometri di meraviglia e affacci sul mare fra gallerie e viadotti che partono da Diana Marina e finiscono ad Ospedaletti, poco fuori Sanremo. Il tratto urbano permette con facilità di raggiungere il centro storico e le spiagge.

La Chiesa Ortodossa Russa
E’ uno dei simboli della città e una delle prime visioni che abbiamo appena arriviamo. Grande e maestosa al punto da ricordare la cattedrale di San Basilio di Mosca la chiesa ortodossa sanremese è nata nell’Ottocento in seguito alla folta comunità russa che frequentava la Riviera dei Fiori in cerca di sole e mare. A quasi mille unità arrivarono a cavallo fra Ottocento e Novecento i nobili russi che scendevano in riviera. Belle le tipiche cupole sinuose e colorate. Suggestiva la vicina e celebre passeggiata dell’Imperatrice Aleksandrovna che si innamorò così tanto di Sanremo da regalarle le famose palme. Oggi quella passeggiata amata dalla zarina altro non è che il celebre ed elegante lungomare.

La città vecchia
Di zarina in regina non possiamo che suggerire anche una passeggiata nei giardini dedicati alla Regina Elena non fosse altro che, trovandosi nello storico quartiere Pigna sono di fatto la porta d’accesso alla scenografica scalinata della città vecchia che conduce al Santuario della Madonna della Costa. Il fiatone della salita vale la vista dei vicoli della città antica e lincredibile paesaggio che si gode dall’alto.
Davanti a noi tutto il golfo e i dintorni. Dal Principato di Monaco e Montecarlo fino a Genova. Ovunque intorno a noi i terrazzamenti, i fiori, le cupole e i campanili colorati della riviera.

Le spiagge
E siccome Sanremo città dei fiori e della musica è anche a pieno titolo una città balneare è doveroso passeggiare anche sulle due spiagge principali. La spiaggia dei porti con sabbia bianca e fine che si estende vicino a Porto Vecchio e Porto Sole ed è la più vicina al centro e la Spiaggia tre Ponti, ciottolata e più solitaria.
Cosa mangiare a Sanremo
Città dall’identità culinaria definita anche se le influenze della vicina Costa Azzurra si fanno sentire. Sanremo propone una cucina internazionale e gourmet e si fa bella grazie agli ingredienti freschi e naturali che offre fra terra e mare. da provare l’immancabile il pesto della tradizione, le ottime olive taggiasche e poi tanto pesce e molluschi. Fra la pasta fresca da provare i fidelini, lunghi e sottili perfetti con salse leggere.
Mangiare al porto vecchio
Dove mangiare? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Il nostro consiglio è scendere in zona Porto Vecchio che conserva anche nei giorni caotici del festival della musica il suo fascino di villaggio di pescatori.
Inevitabile assaggiare i piatti di mare. Del resto il prodotto è freschissimo e gli chef sono abituati a soddisfare anche i palati più esigenti dei divi della musica. Non a casa Sanremo è località vegan friendly da molti anni.
Feb 5, 2025 | Enogastronomia
Antichi castelli immersi nella natura con le loro sale preziose, il fascino di piccoli borghi impregnati di antiche tradizioni, rifugi silenziosi nell’intimità dei boschi o fine dining di design.
A San Valentino la “classica” cena romantica a lume di candela si rinnova e diventa un’esperienza speciale, tra atmosfere di grande charme, piatti gourmet, etichette prestigiose e location raffinate. Ecco alcuni spunti su e giù per l’Italia, per stupire la dolce metà.

A tavola all’antica corte Pallavicina
L’incanto della golena del Po
L’incanto della golena del Po con il suo fluire sinuoso sono parte integrante dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (Parma). È un relais da favola ospitato in un castello trecentesco.
Nel ristorante omonimo (che per il 14° anno consecutivo ha conquistato la Stella Michelin), il camino crepitante attende gli innamorati nella elegante sala le cui vetrate guardano gli argini del Grande Fiume, con l’antico cotto sotto i tavoli finemente apparecchiati, in un’atmosfera sognante senza tempo, illuminata dalle candele e dalle mille luci scintillanti nell’aia.
È questa l’affascinante cornice per una cena appassionata a tu per tu.
L’aperitivo si può sorseggiare nelle suggestive cantine di stagionatura più antiche al mondo ancora attive (del 1320), dove riposano 5000 culatelli da ammirare. E dopo si può trascorrere la notte più romantica dell’anno in una delle 11 raffinate camere del relais.

Executive Spa Hotel, Alto. Foto Fabrizio Cicconi
Nella casa della Ferrari
Basta percorrere pochi km dal centro di Modena e Maranello per assaporare l’ambiente raffinato e contemporaneo di Executive Spa Hotel a Fiorano Modenese (Modena), perfetto per un’esperienza romantica unica: a San Valentino, i due ristoranti dell’hotel stupiscono con proposte esclusive.
Sul rooftop con vista sugli Appennini, il fine dining ALTO, ha da poco conquistato la sua prima Stella Michelin e “3 Cappelli” della Guida de L’Espresso, I 1000 Ristoranti d’Italia 2025.
Lo Chef Mattia Trabetti unisce avanguardia e ricerca esprimendole nel massimo rispetto della materia prima e delle stagioni. La cantina dei vini di altissimo livello esalta l’esperienza a tavola, complici anche la mise en place e il servizio ineccepibile.
La notte si trascorre in una delle eleganti camere, con gli arredi ispirati ai maestri del design italiano degli anni ’50.

Antum Hotel. Foto di Janos Grapow
Benevento, la città misteriosa delle streghe
A Benevento, città dall’anima misteriosa e antica, Antum Hotel incontra il territorio, tra tradizione e contemporaneità, svelando anche un inaspettato giardino all’italiana.
La cena più sognata dell’anno è accolta nel suo ristorante Ama Experience in un ambiente chic con arredi di design. Per San Valentino il “racconto” culinario coinvolge i 5 sensicombinando gli ingredienti per solleticare la fantasia.
Ristorante gourmet, Ama fonde infatti le tradizioni autentiche del territorio rivisitandole con la creatività e la visione personale dello Chef Assunto Piramide tra profumo di erbe aromatiche e olio d’oliva d’eccezione, accompagnato dalla ricca cantina.
Non resta poi che il relax esclusivo delle camere, nel cuore del centro storico.

Castel del Giudice, Borgotufi Ristorante Mia. Foto di Valentina Zallu
Il Molise più autentico
La piazza panoramica di Borgotufi, albergo diffuso di Castel del Giudice (Isernia), è il punto di incontro perfetto per un dolce rendez-vous con silenzi e rarefatte atmosfere antiche, dove esprimere il più segreto dei desideri sotto un incantevole cielo di stelle.
Nel suo ristorante gourmet Mia, dagli spazi signorili e di design, il menu è un’esplorazione gastronomica sorprendente, che trae ispirazione dal territorio di confine fra Molise e Abruzzo.
Lo Chef Marco Pasquarelli, fonde l’alta gastronomia con l’arte dei suoi raffinati piatti. Sono perfetti per accompagnare la celebrazione dell’amore nel suo giorno d’elezione, tra le tavole immacolate come i paesaggi dell’Alto Molise che si affacciano alle vetrate panoramiche.
E poi le stanze e le suite sognanti per un’esperienza da “Le Mille e una Notte” immersi nella natura degli Appennini.

Skyview Chalets. Foto Kiwitree Christopher Kröll
Viaggio nella cucina alpina
Da Hebbo Wine & Deli degli Skyview Chalets del Camping Toblacher See sembra di sentire il profumo dei boschi che si affacciano alle vetrate sull’incantevole vista del Lago di Dobbiaco.
La stube in maiolica con camino aperto e il legno tutt’intorno scaldano e ovattano i suoni di un ambiente country chic.
È l’abbraccio perfetto per le dolci parole a lume di candela di una cena gourmet poetica e appassionata. Un viaggio incantevole nella cucina alpina, con un tocco di urban style in un fine dining unico e raffinato.
Una vetrina lunga 5 metri ospita una passerella di ricercate etichette con pregiate bollicine. Sono perfette per accompagnare verso il tetto di stelle degli Skyview Chalets – glass-cube eco chic –, piccoli nidi d’amore immersi nella natura dei boschi ideali per sognare sotto il firmamento che ammicca attraverso i tetti di cristallo.
Gen 31, 2025 | Enogastronomia
Uno sguardo vale più di mille parole, ma anche il vino giusto può trasmettere un messaggio d’amore altrettanto sincero ed efficace, soprattutto se state organizzando una serata indimenticabile o se state cercando un regalo speciale per il vostro partner.
Perché si sa, il nettare di bacco è anche elisir d’amore.
Rossi avvolgenti e persistenti, bianchi aromatici e inebrianti, rosé delicati che profumano di estate, bollicine seducenti e raffinate; c’è un’etichetta per ogni tipologia di amore: quello appena nato, curioso e fresco che sorprende a ogni sorso; quello di lunga data che però sa ancora far venire i brividi e, perché no, anche quello un po’ in crisi che con il vino e l’atmosfera giusta può ravvivare la fiamma. Se invece la vostra anima gemella predilige spirits&cocktail provate il gin per un San Valentino decisamente “elettrico”.
Il resto lasciatelo fare a Cupido!
Amore appena nato

BRANCHINI 1858
1858 BRUT METODO CLASSICO
Branchini 1858 è stata la prima cantina a spumantizzare l’Albana – antico vitigno della Romagna – proponendolo in una chiave inedita. È nato così il 1858 Brut Branchini 1858: un Metodo Classico, Albana al 100%, che affina per 36 mesi sui lieviti e il cui remuage avviene rigorosamente a mano.
Colore giallo paglierino brillante, con perlage vivace, fine e persistente. Al naso è delicato ed elegante, punteggiato di note floreali di caprifoglio e camomilla, arricchite da fragranti note di brioche e bignè oltre a un tocco di erbe di campo leggermente aromatiche. Al sorso è brioso, freschezza e acidità sono le caratteristiche di questa bollicina dal finale leggermente amaricante, perfetto a tutto pasto abbinato a piatti di pesce ma anche con le fritture, con i salumi tipici della Romagna e con formaggi freschi ed erborinati; da provare con il sushi.
Prezzo: da 15 euro
CANTINA VALLE ISARCO
SYLVANER ARISTOS
Prodotto esclusivamente a partire da uve di Sylvaner, vitigno simbolo della Valle Isarco, coltivate nei vigneti soleggiati che circondano il monastero di Sabiona, l’“Acropoli del Tirolo”, Sylvaner Aristos di Cantina Valle Isarco colpisce al naso per i suoi sentori di frutta, tra aromi di pesca e di mela verde, a cui si affiancano piano piano note più vegetali e floreali. In bocca è robusto e vivace, con un sorso pieno che gioca su freschezza e sapidità, componenti ben equilibrate che rendono la beva sempre appagante. Ideale da abbinare con antipasti e piatti della cucina marinara, ma anche con quella asiatica, è perfetto insieme a carni bianche, ad asparagi o come aperitivo.
Prezzo: 19 euro
LANTIERI DE PARATICO
FRANCIACORTA EXTRA BRUT VINTAGE NOIR 2020
Novità di fine 2024 nella gamma dei Franciacorta firmati da Lantieri de Paratico, il Vintage Noir raccoglie le espressioni qualitative migliori del millesimo 2020. Lanciato a novembre 2024, è un Pinot Noir in purezza, vinificato in bianco. Le uve provengono dal vigneto di Colzano (Capriolo, BS), dopo una soffice pressatura fermentano in tini d’acciaio a cui segue un’operazione di bâtonnage e successivamente l’affinamento sui lieviti per almeno 36 mesi.
Dal color oro cristallino e bagliori dorati, con un perlage fine e persistente, il Vintage Noir regala estrema freschezza in un sorso avvolgente e pieno. Morbide e ben bilanciate le note di frutta esotica e a polpa bianca, vaniglia e pan brioche ma anche di miele, note erbacee e speziate che introducono a un finale armonioso e una lunga persistenza aromatica e minerale.
Perfetto come aperitivo e con piatti a base di pesce e crostacei, risotti, paste ripiene, salumi e formaggi di media stagionatura, ma anche cucina orientale e dolci secchi.
Prezzo: 30 euro
TENUTA DI CAMPO DI SASSO
RISSOA
Un vino magnetico, intenso, in cui il carattere del terroir di Bibbona e della Costa Toscana si sposa con lo stile provenzale dando vita a un’affascinante alchimia. In prevalenza Cabernet Franc con una piccola aggiunta di Syrah ha il carattere di un grande rosso, che si esprime con levità e immediatezza. Un coup de foudre che gioca a sedurre con note di pompelmo rosa, albicocca, camomilla ed erbe aromatiche, il tutto suggellato da richiami salmastri che ne raccontano l’anima, profondamente legata al mare. Rissoa, che ha debuttato con l’annata 2023, è un rosato estremamente gastronomico, da stappare all’ora dell’aperitivo, e versatile: perfetto con salumi, prosciutto e melone, fresche insalate e capresi, torte salate e panzanella, si abbina magnificamente anche con un plateau di crostacei al gratin, con un risotto ai frutti di mare, con gli spaghetti allo scoglio e con un pesce al forno. Grazie alla sua struttura, è perfetto anche con carni di agnello alla griglia o con una tartare di manzo alla francese.
Prezzo: 25 euro
Amore di lunga data

ARNALDO CAPRAI
MONTEFALCO SAGRANTINO 25 ANNI
Il Montefalco Sagrantino 25 Anni è un’icona nel mondo del vino. Vinificato per la prima volta nel 1993 per celebrare il 25 anniversario della cantina Arnaldo Caprai, è un Sagrantino in purezza, che affina in barrique per 2 anni e poi in bottiglia per circa 8 mesi.
Dal colore rosso rubino profondo e impenetrabile, al naso rivela un bouquet avvolgente di frutta nera, rosa, cacao, chiodi di garofano e cannella, con una nota balsamica di resina di pino. Al sorso la sua grande eleganza si manifesta attraverso la morbidezza dei tannini e una straordinaria persistenza.
Ideale per esaltare piatti succulenti e ricchi di sapore, come l’arrosto di manzo o un risotto ai funghi porcini, il Montefalco Sagrantino 25 anni, sul mercato con l’annata 2020, sposa grandi classici della tradizione come la crescia marchigiana, la coratella romana, la ribollita, i tordelli lucchesi.
Prezzo: da 60 euro
LE CROCINE
LE CROCINE TOSCANA ROSSO IGT
Le Crocine Toscana Rosso Igt è il vino d’entrata de Le Crocine, cantina nata dalla storia d’amore tra Niccolò Marzichi Lenzi, già amministratore delegato di Tenuta di Biserno, con la moglie Joy Green (sorella gemella della famosa attrice Eva Green). Blend bordolese dal colore rosso rubino al naso esprime frutta matura e note varietali tipiche del Cabernet Franc unite a una sottile speziatura tipicamente mediterranea, mentre in bocca il sorso è fine e di grande bevibilità, ritroviamo il tannino vellutato del Merlot spinto dalla freschezza del Cabernet Sauvignon.
Perfetto in abbinamento a carni di manzo e maiale, polpette al sugo, pollo al curry, nonché piatti a base di selvaggina e agnello.
Prezzo: da 22 euro
MASO MARTIS
MADAME MARTIS 2015
Elegante, armoniosa, raffinata e seducente, è la Madame Martis di Maso Martis.
Il Millesimo 2015 dell’iconica “Signora” della maison trentina – rilasciata a ottobre 2024 – è una cuvée di prestigio (70% Pinot Nero, 25% Chardonnay e 5% Pinot Meunier) che affina sui lieviti per ben 8 anni.
Brillanti riflessi dorati e perlage sottile e molto persistente, al naso inebria con un bouquet di sentori di piccola pasticceria e di pane tostato, aromi di agrumi e fiori bianchi, sensazioni di frutta esotica. Il sorso è cremoso e avvolgente, il tocco minerale regala morbidezza e sapidità con un finale molto persistente e appagante.
Ideale da degustare a tutto pasto e per accompagnare ostriche, crudi di mare e in generale tutte le portate a base di pesce; perfetto anche con carni bianche pregiate, tartufo, funghi porcini, fritture, preparazioni a base di formaggio, culatello e pata negra.
Madame Martis è una delle migliori bollicine d’Italia (il millesimo 2013 è tra i 50 Vini Rari nella Guida vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso) ed è certificata biologica.
Prezzo: 100 euro
TENUTA DI FESSINA
A’PUDDARA ETNA BIANCO DOC
Dedicato alle stelle che si avvistano dal mare sulla vetta del vulcano in estate, le Pleiadi, dette in dialetto “A’ Puddara”, la chioccia, è un vino rigoroso come la cima della Montagna che si staglia nella notte. Tra le etichette di Tenuta di Fessina, A’Puddara può essere definito il cru di Carricante. Le uve provengono da vigne vecchie (risalenti al 1950) dislocate a 980 metri, sul versante sud ovest dell’Etna. Di colore giallo paglierino con riflessi verdi, regala sentori di ginestra, grafite, di scorza di cedro e di sale, con un leggero accenno tropicale e di macchia mediterranea, un finale citrico e tagliente. Secondo la tradizione, fermenta in grandi botti e riposa sulle fecce fini per quasi un anno, poi in bottiglia per altri dodici mesi.
Prezzo: 35 euro
Amore in crisi

LETRARI
+4 ROSÈ RISERVA 2015
Un Trentodoc rosé riserva elegante e raffinato: +4 Rosé Riserva di Letrari – che omaggia la gestione femminile della celebre azienda che ha scritto la storia della spumantistica trentina – cattura lo sguardo con il suo colore rosa antico delicato, le sue note aggraziate e mai invadenti, con profumi floreali, di frutta mediterranea, agrumi, pesche e il melograno degli orti del Trentino.
Una bollicina fresca, che affina sui lievi per almeno 108 mesi, dal carattere gentile e raffinato in cui Pinot Nero (per l’85%) e Chardonnay (per il 15%) si incontrano alla perfezione lasciando in bocca sensazioni armoniose e suadenti.
Elegante come aperitivo e ottimo come accompagnamento per primi piatti quali risotti e specialità di pasta fresca con pesce di mare o dei fiumi alpini, funghi o tartufo.
Prezzo: 60 euro
SANTA VENERE
VESCOVADO GUARDAVALLE IGP CALABRIA BIANCO 2023
Santa Venere, storica cantina a conduzione biologica – guidata dal 1600 dalla famiglia Scala e oggi rappresentata da Giuseppe e Francesco – punta tutto sui vitigni autoctoni calabresi come il Guardavalle in purezza di Vescovado, etichetta della linea cru di Santa Venere.
Il suo nome deriva dal lembo di terra, chiamato appunto “Vescovado”, collocato su una lieve collina della Tenuta Voltagrande a Cirò (KR) dove si erge il casale abitato dalla famiglia Scala da diverse generazioni e al cui interno si trova l’antica chiesetta edificata per voto da un antenato della famiglia.
Dal colore giallo paglierino, con riflessi tendenti al verde, si distingue per le complesse note fruttate di mela, frutta esotica e in parte di agrumi con sentori di erbe aromatiche e floreali. Secco, fresco e sapido, il Vescovado è armonico, equilibrato e maturo. Dopo un affinamento di 5 mesi in acciaio e 2 mesi in bottiglia, è ideale per accompagnare crostacei e frutti di mare, ottimo anche come aperitivo.
Prezzo: 15 euro
VILLA CAVICIANA
CELESTIO
Nasce sulle rive del Lago di Bolsena, nei vigneti di proprietà di Villa Caviciana, la prima azienda agricola produttiva del FAI, il Fondo ambientale italiano, Celestio: un Aleatico in purezza. Un rosso riserva che invecchia in barrique di rovere francese per un anno, diventando un elisir avvolgente: i suoi sentori di frutti rossi maturi e spezie che si liberano al naso evocano passioni nascoste. Un vino con una struttura complessa e leggermente tannico, che avvolge il palato con una carezza vellutata e una decisa robustezza. Un vino da gustare a tutto pasto, ideale con carni rosse alla griglia e formaggi stagionati.
Prezzo: 25 euro
GLEP
GIN FULMINE
Gin Fulmine di Glep Beverages, eletto nel 2023 miglior gin d’Italia al World Gin Award per la categoria London dry gin, è la scelta perfetta per stupire e conquistare pensando out of the box. Dal carattere essenziale e senza fronzoli come la grande tradizione inglese dei London Dry richiede, Gin Fulime seduce con profumi delicati di erbe officinali, scorza d’agrumi, lime, pompelmo rosa, su una trama olfattiva di sensazioni balsamiche date dalle fragranti bacche di ginepro. Al palato è fine e limpido, con un sorso secco e deciso, che s’allunga profondo e lineare verso un finale persistente, giocato su piacevoli sensazioni balsamiche e agrumate. Nasce da una doppia distillazione di una base alcolica di cereali in cui vengono lasciate a macerare ginepro, pompelmo rosa, coriandolo, angelica, limone, arancia e altre botaniche segrete che, durante la lavorazione, si amalgamano alla perfezione. Perfetto per la miscelazione – nei classici Negroni e Gin&Tonic – ma anche liscio essendo un gin molto verticale, scorrevole, asciutto e bilanciato, un classico.
Una curiosità: il babà che Antonino Cannavacciuolo serve a Villa Crespi è imbevuto, anziché con il rum, con il gin Fulmine.
Prezzo: 40 euro
Gen 30, 2025 | Enogastronomia
Trascorrere alcuni giorni sulle Alpi lombarde significa immergersi in una natura sconfinata dove la diversità degli ingredienti ha fatto da volano alla tradizione culinaria di questa regione.
Mentre ci dirigiamo verso le montagne, lasciandoci alle spalle lo stress e il trambusto della città, ci troviamo di fronte a un reticolo di valli, ghiacciai e vette che sembrano toccare il cielo. Questi luoghi ci invitano ad esplorare le loro meraviglie e scoprire i tesori gastronomici che custodiscono.
E da scoprire sappiamo bene che ci sono ghiotte soste, sostanziose pause e croccanti intermezzi lungo le strade delle province alpine della Lombardia che, con numerose specialità locali, rappresentano un’area di assoluta importanza nazionale e internazionale per la produzione di prodotti DOP e IGP.
Questo, per la nostra vacanza, si traduce in un’occasione imperdibile per assaporare eccellenze enogastronomiche lavorate con sistemi tradizionali, tramandati e perfezionati con sapienza nel corso dei secoli al solo scopo di allietare le nostre papille gustative nella maniera più invitante e succulenta possibile.1 – Ciaspolare per ammirare le Minarets

I pizzocheri
Pizzoccheri: un capolavoro valtellinese da gustare a Teglio e nelle valli circostanti
La Valtellina è famosa per i suoi Pizzoccheri, un piatto tipico a base di pasta di grano saraceno, patate, verza, burro e formaggio. Per assaporare questa specialità nella sua autenticità, consigliamo una visita a Teglio, il cuore della Valtellina. Qui potremo gustare i Pizzoccheri preparati secondo la ricetta tradizionale, gelosamente custodita presso l’Accademia del Pizzocchero, e scoprire la storia di questo piatto che fa parte da sempre dell’identità gastronomica della regione.
Durante il soggiorno in Valtellina, non possiamo perdere l’opportunità di visitare le spettacolari Cascate della Boggia, immergendoci nella bellezza naturale che circonda questa zona. Inoltre, possiamo avventurarci nel Parco Nazionale dello Stelvio, una vera oasi di biodiversità che offre viste incredibili e una varietà di attività all’aperto, come escursioni, trekking e mountain bike.
La Valchiavenna invece, situata nella parte settentrionale della Lombardia alpina, è nota per i suoi Pizzoccheri “bianchi”, una variante del piatto tradizionale preparata con farina bianca e mollica di pane raffermo. Questa versione deliziosa è il risultato degli antichi traffici commerciali che hanno caratterizzato la zona.
Durante la visita, possiamo assaggiare i Pizzoccheri “bianchi” e goderci la bellezza del paesaggio alpino. Inoltre, possiamo esplorare le rive del suggestivo Lago di Como, visitare incantevoli città come Chiavenna, con il suo affascinante Castello, e scoprire le ricchezze culturali e naturali che caratterizzano questa regione.

I Manfrigoli valtellinesi
Manfrigole: esperienza golosa lungo la strada da Sondrio a Bormio
Mentre ci dirigiamo verso Bormio, lungo la strada da Sondrio, possiamo fare una sosta golosa per gustare le Manfrigole, dei piccoli cilindri di pasta ripieni di formaggio fuso e gratinati in forno con besciamella e Parmigiano. Questa prelibatezza tipica della Valtellina è un vero piacere per il palato e fa felici i più piccoli per il suo aspetto giocoso e invitante.
Lungo questa strada panoramica, possiamo avventurarci nel Passo dello Stelvio, uno dei passi alpini più famosi e spettacolari, e ammirare le sue strade tortuose e la rinfrescante brezza che porta lontano la calura estiva. Inoltre, possiamo rilassarci nelle rinomate terme di Bormio, famose per le loro proprietà benefiche e tonificanti, immerse in un’atmosfera rilassante.

Gli sciatt
Gli Sciatt, altra gustosa prelibatezza valtellinese
Si tratta di croccanti e saporite frittelle di grano saraceno con un cuore di formaggio caldo e filante.
Il nome di questo piatto tipico deriva dal dialetto valtellinese “Sciatt” che significa “Rospi”, principalmente per la forma rigonfia e per il colore ambrato che queste croccanti frittelle di grano saraceno assumono dopo la cottura nell’olio bollente.
Una specialità da provare, come corposto “aperitivo” o durante un gustoso pasto in montagna, magari accompagnato da un buon vino rosso.

Chisciöi
Chisciöi: una focaccina saporita da gustare nel territorio di Tirano
Nel territorio di Tirano e nei paesi dell’area che si affaccia sul confine svizzero, possiamo scoprire i Chisciöi, delle focaccine ripiene di formaggio. Questo piatto è preparato seguendo una ricetta rigorosa, con una cottura in padelle di ferro e l’utilizzo di strutto che preserva la tradizione autentica delle Alpi.
Durante la nostra visita a questa zona, possiamo anche esplorare i dintorni e ammirare luoghi affascinanti come il Passo dello Stelvio o le Terme di Bormio, dove potremo rilassarci e rigenerarci in un paesaggio incontaminato.

Casoncelli
I Casoncelli, i centri storici di Bergamo e Brescia e le Prealpi Orobiche
Le province di Bergamo e Brescia sono rinomate per i loro Casoncelli, ravioli ripieni dal gusto unico. Possiamo gustare i Casoncelli alla bergamasca, preparati con burro, pancetta e salvia, oppure alla bresciana, con una sfoglia sottile e un ripieno delicato a base di pane, burro e formaggio.
Durante la nostra visita a queste province, non possiamo perdere l’opportunità di ammirare gli affascinanti centri storici di Bergamo e Brescia. A Bergamo, possiamo esplorare la città alta, con la sua imponente Cittadella e le sue stradine medievali, mentre a Brescia possiamo visitare il maestoso Duomo Nuovo e il suggestivo Castello di Brescia. Inoltre, possiamo avventurarci nelle Prealpi Orobiche, una catena montuosa che offre splendide opportunità per escursioni, arrampicate e passeggiate immersi nella natura.
Gen 28, 2025 | Enogastronomia
Un vino, il Cerasuolo di Vittoria Classico che porta il nome “Brunetti d’Opera” diviene il vero testimone di una vocazione che continua.
Prodotto in tiratura limitata in bottiglie numerate, questo vino nasce come dedica di una moglie, Maria Grazia, al marito Gino, quale simbolo di operosità e generosità.
L’aspetto è un bel rosso rubino fitto e luminoso. Al naso è un susseguirsi graduale e raffinato di frutta rossa matura, cannella, chiodi di garofano, ginepro, cenni di vaniglia e sfumature di macchia mediterranea.
Al palato è elegante ed armonico, sostenuto da una piacevole acidità. I tannini sono levigati e setosi, il finale sapido e persistente.
Siamo a Gela, in provincia di Caltanisetta nell’assolato sud-est siciliano, dove le dune del mare incontrano la brezza marina che accarezza dolcemente le viti di Casa Grazia.
Un luogo esclusivo per biodiversità, flora, fauna e per flussi migratori di rarissime specie, attorno al più grande lago salato costiero di Sicilia, inserito all’interno della Riserva Naturale Orientale Biviere di Gela genera un microclima unico di cui le vigne gofono durante tutto l’anno.
Siamo nel cuore dell’unica Docg siciliana: il Cerasuolo di Vittoria. IN questa calda cornice, i vigneti affondano le loro radici in terreni sabbiosi e calcarei sulle sponde del lago Biviere, regalando ai propri frutti una mineralità unica e irripetibile.