Mar Morto: viaggio nel punto più basso della Terra tra benessere e misteri naturali

Mar Morto: viaggio nel punto più basso della Terra tra benessere e misteri naturali

C’è un luogo al confine tra Giordania, Israele e Palestina dove la geografia si piega alla meraviglia: il Mar Morto.
Nonostante il nome, è tutt’altro che morto. È un luogo vivo di storia, scienza e bellezza, dove si galleggia senza sforzo, si respira aria più densa e ci si ricopre di fanghi curativi come in una spa naturale a cielo aperto.


Dove la Terra tocca il cielo… sott’acqua

Siamo nel punto più basso della Terra, a oltre 430 metri sotto il livello del mare e candidato alla lista delle 7 meraviglie naturali del mondo.
Una combinazione avvincente ed evocativa di splendore naturale, avvincente storia antica e lussi moderni.in un paesaggio che sembra alieno: acqua salatissima che brilla come vetro liquido, montagne aride all’orizzonte, silenzio quasi mistico.
Eppure, qui l’uomo è sempre passato: dai Romani ai Nabatei, fino ai moderni viaggiatori in cerca di benessere.
Visitare il Mar Morto non è solo turismo, è quasi un pellegrinaggio verso l’estremo.
Estremo come la salinità, il silenzio, la luce. Un luogo che sembra fuori dal tempo, dove il corpo si solleva e la mente si lascia andare.
Dai poteri curativi delle acque blu cobalto del Mar Morto, attraverso l’impressionante bellezza del paesaggio circostante fino alla miriade di luoghi affascinanti che questa zona ha da offrire, il Mar Morto è un luogo di tranquillità, salute e ispirazione per il corpo e l’anima.


Perché il Mar Morto è così salato?

Galleggiare sulle acque, fare un bagno di fango o esplorare: con 330 giorni di sole all’anno, l’area del Mar Morto è ricca di superbe attrazioni, tra cui terme curative naturali, magnifici sentieri escursionistici, ristoranti gourmet e fast food e attrazioni cariche di adrenalina.
Lungo la maggior parte del tratto di 75 chilometri costellato di bellissime spiagge, troverete anche hotel di classe mondiale e strutture termali per garantirvi un’esperienza davvero golosa.
Le acque del mar Morto sono davvero salatissime? Si, qui sono dieci volte più salate del mare tradizionale.
Questo perché l’acqua che arriva da fiumi e sorgenti evapora rapidamente sotto il sole desertico, lasciando dietro di sé minerali e sali. Il risultato?
Nessun pesce può viverci, ma tu viaggiatore puoi galleggiare senza muovere un muscolo. Un’esperienza che fa sorridere anche i più scettici.


Le magiche spiagge del Mar Morto

Le spiagge del Mar Morto sono come nient’altro al mondo ha da offrire.
Ci sono molti chilometri di luoghi ben sviluppati e ben tenuti dove puoi prendere il sole durante la tua vacanza da sogno.
Scegli il tuo posto sulla sabbia rocciosa e ammira il paesaggio mozzafiato con le incredibili catene montuose che circondano il mare.
Le calde acque del Mar Morto sono sempre calme e offrono un relax superiore dal momento in cui si entra.


Fanghi, relax e pelle di seta

Le sponde del Mar Morto sono un paradiso per la pelle: fanghi neri ricchi di minerali, trattamenti naturali, spa affacciate su un panorama che cambia colore con la luce.
La pelle ringrazia, i sensi si rigenerano.
Sulle rive meridionali, nel punto più basso della terra, troverete una serie di hotel dove potrete godervi un’alba magica sul lago, lasciando una serie di colori sui piccoli stagni con le formazioni di sale sparse dappertutto.
Per completare l’esperienza di essere al Mar Morto, prendi un po’ di fango scuro e setoso e insaponalo permettendo alla tua pelle di assorbire i minerali utili. Il fango del Mar Morto si è dimostrato benefico per la pelle e il corpo ricordando che anche la celebre regina dell’Egitto Cleopatra veniva qui per i suoi trattamenti di bellezza conscia anche del fatto che qui l’aria ha un’alta concentrazione di ossigeno ed è quindi più facile respirare.
Ti sentirai rinfrescato con una pelle che sembra e si sente più giovane. Concediti le coccole che meriti e sporcati con il fango del Mar Morto: è salutare!
Ma cosa vedere nei dintorni di questo luogo magico?
Ecco per voi qualche idea. 
Ein Gedi: un’oasi verde con cascate, sentieri e animali selvatici.Masada: l’antica fortezza arroccata su una montagna, Patrimonio Unesco. Qumran: dove furono scoperti i celebri Rotoli del Mar Morto e infine non potete rinunciare a una passeggiata sospesa sull’acqua dato che in alcune zone, i cristalli di sale affiorano come sculture naturali.


Alla scoperta dell’area desertica dei dintorni

C’è molto di più da fare che rilassarsi nelle terme e galleggiare nel Mar Morto.
Se stai viaggiando a sud di Gerusalemme, completa la tua esperienza nel deserto fermandoti al kibbutz Ein Gedi, un’oasi naturale sulle pendici del deserto della Giudea, e fai un’escursione attraverso una riserva naturale dove vedrai animali selvatici come lo stambecco (una specie di capra di montagna) e godrai delle cascate e delle piscine che scendono a cascata sulla formazione rocciosa.
Ein Gedi offre anche sistemazioni alberghiere e centri benessere che ospitano piscine sulfuree calde e hanno anche diversi tipi di massaggi curativi e terapeutici. Da qui prosegui verso sud fino a Masada, un punto di riferimento nazionale con un forte legame storico, situato in cima a un’enorme montagna che gli amanti dell’avventura possono percorrere a piedi, oppure può essere raggiunto comodamente con la funivia.

Taranto, capitale del Mediterraneo dal 13 al 15 giugno: eventi, cultura e sapori

Taranto, capitale del Mediterraneo dal 13 al 15 giugno: eventi, cultura e sapori

Dalla cucina di casa ai mestieri del mare, dai grani al pesce povero, fino alle esperienze tra spiagge, riserve naturali e Mar Piccolo: ricette, tradizioni e itinerari che raccontano la cultura mediterranea.
Dal 13 al 15 giugno, Taranto si trasforma nel cuore pulsante di sapori, saperi e tradizioni del Mare Nostrum grazie a Mediterraneo Slow, la manifestazione di Slow Food Italia che celebra l’unicità della cultura mediterranea a partire dal cibo.


Appuntamenti, conferenze e tanto altro…

Realizzato con il sostegno e la co-organizzazione di Regione Puglia – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e Comune di Taranto, in collaborazione con Slow Food Puglia e l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, l’evento anima il centro della città con numerosi appuntamenti: oltre alle conferenze, al grande Mercato della Terra e del Mare con oltre 80 espositori, e alle curiose attività dell’Area Gioca e impara, i giardini di Piazza Garibaldi ospitano un ricco programma di Show Cooking in compagnia di cuoche e cuochi dell’Alleanza Slow Food e laboratori per imparare Come si fa, tutti a fruizione libera e gratuita. Completano l’offerta culturale e gastronomica gli eventi off, un palinsesto di escursioni, attività ambientali e percorsi naturalistici tra mare, spiagge e riserve del territorio tarantino, per vivere Mediterraneo Slow anche fuori città.
Scopriamoli nel dettaglio!


Gli show cooking con cuoche e cuochi dell’alleanza Slow Food 

Tre serate, otto appuntamenti, decine di ingredienti e una sola regola: celebrare la cucina mediterranea attraverso sostenibilità, tradizione e creatività.
La rassegna degli Show Cooking prende il via venerdì 13 giugno alle 19,30 con uno dei piatti più iconici della tradizione pugliese: riso, patate e cozze. La classica tiella barese viene interpretata dai cuochi dell’Alleanza Paola Ortesta (La Cuccagna, Crispiano, Ta) e Salvatore Riontino (Riontino dal 1964, Margherita di Savoia, Bt), che ne propongono una versione ricca e accogliente con cipolle, zucchine, pomodori, prezzemolo, pecorino e olio evo da varietà Coratina.
A seguire, alle 21, spazio alla gransumanza, piatto contadino a base di grano decorticato, olio extravergine di oliva e ricotta dura, presentato dalle cuoche dell’Alleanza Cinzia Piccarreta (Bottega dell’Allegria, Corato, Ba) e Mariolina Errico (La Locanda di Nonna Mena, San Vito dei Normanni, Br). Una ricetta semplice e profonda, legata ai ritmi della transumanza e al patrimonio cerealicolo della regione.
La giornata di sabato 14 giugno si apre alle 18,30 con un omaggio al Salento: la tradizionale scapece di pesce azzurro, preparata secondo l’antico metodo gallipolino con aceto e zafferano, arricchita per l’occasione da erbe aromatiche mediterranee. A raccontarla in cucina ci sono Maria Carmela D’Acunto (La Luna nel Pozzo, Grottaglie, Ta) e Raffaele Murani (Terra Arsa, Foggia).
Alle 20,30, si passa alla pizza: il pizzaiolo dell’Alleanza Tiziano Saracino (Saracino Pizza e Passione, Crispiano, Ta) presenta una pizza alla marinara impreziosita dalle cozze nere del Mar Piccolo, Presidio Slow Food. Un incontro tra gusto e sostenibilità che celebra i sapori tarantini.
Chiude la serata, alle 22, una raffinata genovese di pesce povero, profumata con menta e agrumi di Palagiano, altro Presidio Slow Food. Ancora una volta ai fornelli Maria Carmela D’Acunto e Raffaele Murani, per una rivisitazione marina di un grande classico della cucina lenta.
Domenica 15 giugno, alle 18,30, si riparte con la focaccia mediterranea, preparata con ingredienti semplici – semola rimacinata, olio evo, origano – e grande maestria da Tiziano Saracino, in una proposta fragrante e conviviale.
Alle 20,30, il cuoco dell’Alleanza Marco Morello (Collettivo Gastronomico Testaccio, Roma) presenta la sua amatriciana di mare, versione marina del celebre piatto romano, dove il guanciale e il pecorino incontrano il pescato in un dialogo tra terra e mare.
Gran finale alle 22 con Oltre il confine del gusto – Il couscous unisce, un piatto che racconta l’incontro tra culture, storie e sapori del Mediterraneo. A prepararlo, le cuoche dell’Alleanza Mareme Cisse (Ginger people&food, Agrigento) e Maria Carmela D’Acunto, in un intreccio di aromi, spezie e racconti che unisce le sponde del mare.


L’arte del sapere: gli appuntamenti per scoprire Come si fa?

Non solo degustazioni: a Mediterraneo Slow, l’apprendimento passa anche dal saper fare. I Come si fa?, lo dice il nome, sono appuntamenti dall’anima pratica e partecipativa che invitano tutte e tutti a mettersi in gioco. Nei giardini di Piazza Garibaldi, tra un assaggio e un incontro, è possibile cimentarsi in attività guidate da esperti, artigiani del gusto, agricoltori, pescatori e cuoche che condividono conoscenze e tecniche custodite nel tempo.
Il viaggio tra i saperi del Mediterraneo comincia venerdì 13 giugno alle 20,30 con un brindisi molto speciale: Il dégorgement à la volée. Agricola Felline invita il pubblico a diventare protagonista di una pratica antica e spettacolare: la sboccatura al volo delle bottiglie di bollicine, tenute a testa in giù nel ghiaccio e pronte per essere aperte “à la volée”. Alcuni partecipanti, con l’assistenza degli esperti di Felline, possono cimentarsi direttamente nella tecnica, acquisendo una nuova abilità. Per tutti gli altri, la ricompensa è una degustazione collettiva del Vermentino Edmond Dantès!
Il giorno successivo, sabato 14 giugno alle 17,30 scopriamo come selezionare, conservare e seminare quelli dei pomodori Presìdi Slow Food, veri e propri tesori di biodiversità pugliese, come il Fiaschetto di Torre Guaceto o il Regina di Torre Canne.
Alle 19 ci si sposta tra i campi (immaginari) di grano per il laboratorio Dal chicco alla farina, che racconta la storia dei grani antichi pugliesi come il Senatore Cappelli o il Saragolla. Con un piccolo mulino si sperimenta anche la trasformazione in farina, comprendendo il valore nutrizionale e culturale di queste varietà resilienti.
Alle 21 ci si immerge invece nel mondo della pesca artigianale con A scuola di pesca e di mitilicoltura, dove i protagonisti sono i pescatori e i mitilicoltori pugliesi. Reti da riparare, cozze da allevare, attrezzi da conoscere e storie di mare da ascoltare: un’esperienza autentica e concreta per scoprire come si lavora nel rispetto dell’ecosistema marino.
Domenica 15 giugno si riparte alle 17,30 con Tutti i segreti di un couscous a regola d’arte: Mareme Cisse, cuoca dell’Alleanza e autrice del libro edito da Slow Food Editore Sogni di Zenzero, guida i partecipanti passo dopo passo nella preparazione manuale del couscous, dalla pilatura del miglio fino alla setacciatura della semola.
Alle 19 si affinano invece i sensi con il laboratorio Come degustare l’olio extravergine e individuarne pregi e difetti, in compagnia di esperti della Guida agli Extravergini di Slow Food Italia. Un percorso tra aromi, cultivar e sapori che insegna a riconoscere la qualità di uno degli alimenti simbolo della Dieta mediterranea.
Alle 21, per chi ama mettere le mani in pasta, c’è Bando agli sprechi!, appuntamento in cui Anna Rita Cotardo (63 Osteria Contemporanea, Lecce) mostra come valorizzare anche le parti meno nobili del pesce in un perfetto esempio di cucina del recupero: mezzelune ripiene di ricotta di capra jonica, con ristretto di pesce da zuppa e pasta fatta a mano con grano Capinera.
E per chiudere in bellezza, alle 22 si balla con A scuola di sirtaki e danze del Mediterraneo! La cultura mediterranea infatti non si racconta solo a tavola: è fatta anche di musica, danza, artigianato e convivialità. L’ultimo appuntamento è un coinvolgente laboratorio dedicato al sirtaki, danza simbolo della Grecia che, pur nata in tempi recenti, è ormai entrata nel cuore del Mediterraneo. Un’occasione per imparare i passi fondamentali, scoprire altri balli tradizionali e lasciarsi trasportare dal ritmo, in un momento di festa collettiva aperto a tutte e tutti.


Eventi off: alla scoperta del territorio tra natura, gusto e biodiversità

Accanto al cuore urbano di Mediterraneo Slow, il programma si arricchisce con un calendario di eventi off che invitano a esplorare la bellezza naturalistica e culturale del territorio tarantino, tra escursioni, itinerari in mare e momenti di approfondimento sul campo.
Per tutta la durata della manifestazione, venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 giugno, WWF Taranto propone Custodi della Spiaggia: un viaggio tra sabbia e mare: un’attività di sensibilizzazione ambientale che coinvolge bagnanti e visitatori lungo diversi Arenili: Viale del Tramonto, Marina di Chiatona, Litorale di Manduria – Torre Colimena e Taranto Isola amministrativa. Un’occasione per conoscere le buone pratiche da adottare in spiaggia e le azioni di tutela dell’habitat costiero e delle sue specie più delicate, dalle tartarughe marine agli uccelli di riva.
Sempre nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, i mitilicoltori del Presidio Slow Food della cozza nera di Taranto accompagnano i partecipanti in un’esperienza immersiva tra le acque del Mar Piccolo: con A scuola di Maricoltura si possono vedere da vicino le tecniche tradizionali di coltivazione dei mitili e il profondo legame tra ambiente, cultura e identità produttiva locale.
La giornata di sabato 14 giugno offre due appuntamenti per gli amanti della natura: un’attività di birdwatching in torretta presso le Riserve Naturali Regionali del Litorale Tarantino Orientale, seguita da una visita guidata nella Salina Monaci di Torre Colimena per scoprirne le peculiarità floristiche-faunistiche. Sempre sabato, l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo propone Percorsi Blu, un itinerario tra storia e biodiversità lungo i fondali e le coste del parco marino.
Domenica 15 giugno si svolgono due straordinarie escursioni naturalistiche: nel cuore verde della Murgia tarantina, si parte alla scoperta de Il segreto del Bosco delle Pianelle, con un percorso guidato nella riserva regionale tra tracce di fauna selvatica, maestosi lecci e profumi della macchia mediterranea. Sul fronte marino, appuntamento con la Nuotata a pelo d’acqua a Torre Guaceto: un’esperienza aperta anche ai meno esperti per osservare con maschera, pinne e boccaglio i fondali dell’Area Marina Protetta, da oltre vent’anni lasciati liberi di evolversi secondo natura.


Focus: Taranto, tra storia millenaria e sapori di mare

Affacciata sul Mar Ionio, Taranto è una città che sorprende per la sua doppia anima: antica e moderna, marinara e monumentale.
Fondata dagli Spartani, la “città dei due mari” custodisce un patrimonio archeologico unico, visibile nel Museo Archeologico Nazionale (MArTA), tra i più importanti d’Italia, famoso per gli straordinari Ori di Taranto.
Passeggiare nel centro storico significa perdersi tra vicoli che profumano di mare, scoprire chiese barocche, botteghe artigiane e ristoranti dove il pesce fresco è protagonista.
I mitili tarantini, in particolare le cozze, sono una vera eccellenza locale da gustare crudi o in zuppa.
Non mancano scorci iconici come il Ponte Girevole, il Castello Aragonese e le vedute sul Mar Piccolo e Mar Grande, dove ogni tramonto regala riflessi mozzafiato. Taranto è molto più di una meta estiva: è una città da vivere, da assaporare e da scoprire passo dopo passo.

 

“Undertourism” nella Val di Gresta, il gioiello biologico del Garda Trentino

“Undertourism” nella Val di Gresta, il gioiello biologico del Garda Trentino

Il primo distretto biologico del Garda Trentino, la Val di Gresta, è la meta ideale per chi ricerca un’alternativa alle mete più affollate, godendo di paesaggi mozzafiato e inedite attività outdoor tra natura, storia e memoria.
Imperdibile in estate, l’itinerario panoramico che da Passo Bordala porta al Monte Stivo tra boschi silenziosi e sorprendenti incontri con la fauna locale.
Allontanarsi dai circuiti più frequentati e ricercare una dimensione di viaggio attenta, consapevole e
sostenibile, in destinazioni ancora da scoprire, ma non per questo meno ricche in storia, bellezza e curiosità: tutto questo è possibile nel Garda Trentino.
Meta di paesaggi verdi di boschi e blu di laghi, dove l’aria è pura, e borghi pittoreschi accolgono i visitatori con una gastronomia rinomata, è la destinazione perfetta per riconnettersi con la natura, dedicarsi ad attività outdoor, e ricaricare le energie. Magari, scoprendo alcuni dei suoi angoli più nascosti.

Val di Gresta, Passo Bordala. Foto Apt Garda Trentino

Scoprendo la Val di Gresta

Davvero incontaminata è la Val di Gresta, cuore agricolo del Garda Trentino: un gioiello nascosto, ma non per chi sa dove guardare.
Per scoprirlo basta allontanarsi dal flusso principale del fondovalle e inoltrarsi nel cuore verde ai piedi del Monte Stivo.
Entrare nel primo distretto biologico del Trentino significa respirare aria pulita e lasciarsi incantare da un paesaggio scandito da muretti a secco, orti curati e campi ordinati, dove ogni stagione regala i suoi frutti: cavolfiori, verze, patate, pomodori, zucchine, melanzane e molto altro.
O, ancora, immergersi nel piccolo borgo di Ronzo Chienis, ideale per gli amanti delle escursioni. Tra i percorsi consigliati, quello che conduce alla Giazzera della Val di Gresta, una grotta caratterizzata da un fenomeno singolare: durante l’estate, nelle sue parti più interne, si formano accumuli di ghiaccio che si conservano fino all’arrivo dell’inverno, rendendola un vero e proprio “frigorifero naturale” utilizzato fino ai primi decenni del Novecento.

Val di Gresta. Foto Prugnola per Apt Garda Trentino

Una valle antica fra storie e paesaggi

Tra storia e paesaggi, in Val di Gresta il tempo rallenta e segue il ritmo della natura e del lavoro
di chi coltiva con passione questa terra: un angolo del Garda Trentino che invita a decelerare, ad ascoltare, e a vivere ogni istante immersi nella sua bellezza.
Come recita il nome, questa valle di origine glaciale è composta dalle creste di diversi monti: il Creino, il Biaena, o ancora il Monte Stivo, giganti di roccia che portano i segni del primo conflitto mondiale.
Quest’ultimo è protagonista di un percorso dalle viste davvero spettacolari lungo il quale, con un po’ di fortuna, si potranno incontrare camosci o galli forcelli, con le loro particolari code a forma ricurva. Si tratta del sentiero da Passo Bordala al Monte Stivo, un itinerario ad anello che parte dai dolci prati di Passo Bordala e prosegue con ripide curve fino alla cresta che separa la valle dell’Adige da quella del Sarca.
Da qui, si raggiunge il rifugio Prospero Marchetti (denominato anche rifugio Stivo) e la vicina cima del Monte Stivo, tra pini mughi e incantevoli panorami dal lago di Garda alle Dolomiti. La discesa si apre su una splendida malga che offre vedute mozzafiato del blu del lago. Da qui, il cammino si inoltra nei silenziosi boschi di faggio e abete rosso, fino a raggiungere la località di Sant’Antonio, per poi chiudere l’anello e tornare al punto di partenza.

L’esplorazione, però, non termina con il paesaggio. L’incontaminata Val di Gresta offre, ai più curiosi, anche uno sguardo nella storia: lungo la rete di percorsi che si snoda tra le montagne, si possono ancora ammirare postazioni di artiglieria e trincee scavate dai soldati durante la Prima guerra mondiale, testimonianza dell’importante ruolo che la Val di Gresta ebbe durante quel periodo. Infatti, la sua posizione era estremamente strategica inquanto permetteva di controllare i traffici da e per Riva del Garda, e verso Rovereto, al confine tra i due fronti.
Nel primo distretto biologico del Garda Trentino, poi, tante sono le opportunità per degustare i prodotti locali: ortaggi biologici, coltivati secondo pratiche tradizionali, ma anche pane artigianale di alta qualità. Tutto da provare, a settembre, durante la Mostra Mercato della Val di Gresta, un evento di Mese del Gusto ricco di appuntamenti golosi che parlano di passione, tradizione e di eccellenza artigianale.

Comano. Castel Stenico. Foto Prugnola per Apt Garda Trentino

Un’oasi di benessere, tra natura e silenzio: Comano

Che si tratti di una breve fuga o di un soggiorno più lungo, Comano offre il perfetto equilibrio tra turismo dei borghi ed esperienze autentiche che rigenerano corpo e mente.
Con le nuove Garda Trentino Experience si
possono sperimentare varie attività outdoor, a piedi o in e-bike.
Tra passeggiate in vicoli antichi,
degustazioni di sapori locali e tour alla scoperta di leggende, castelli, e della natura incontaminata del Parco Naturale Adamello Brenta.
Che sia per un periodo lungo, o solo per un fine settimana, allontanarsi dalle mete affollate e scegliere un angolo nascosto, fuori dalle rotte più battute, significa concedersi il piacere di una pausa rigenerante: silenzi che rilassano, paesaggi che sorprendono, ritmi lenti che aiutano a respirare meglio.
Nel Garda Trentino, che
sia attraverso escursioni a piedi o in bicicletta, il turismo lento non è solo una filosofia, ma uno stile di vita in equilibrio con la natura e in sintonia con le persone che la abitano. E a Comano stare bene viene naturale: quiete, bellezza genuina e borghi incantati lo rendono la meta perfetta per chi ricerca luoghi ancora autentici.
Con il suo paesaggio rurale, Comano è un territorio incantato ai piedi delle Dolomiti di Brenta che fa parte della Riserva della Biosfera Unesco “Alpi Ledrensi e Judicaria”.
L’armonia che riecheggia fra i suoi boschi
invita a rallentare il passo e inspirare a fondo. Qui, è un piacere rinascere alle rinomate terme, le cui acque hanno riconosciuti benefici dermatologici; o, ancora, immergersi nella quiete della natura e perdersi tra le viuzze di pittoreschi borghi. Tra questi: Stenico, con i suoi palazzi nobiliari e le sue tante fontane, dominato da un castello da fiaba; Fiavé, che custodisce l’eco di epoche antichissime tra le sue palafitte sospese sull’acqua; Favrio, noto per la produzione di latticini, Lundo e l’area archeologica sul vicino Monte di San Martino.
O ancora, Bleggio Superiore, con il sapore inconfondibile delle sue noci, presidio slow food, e le sue
tante frazioni, come Rango, tra i Borghi più Belli d’Italia, a cui si accede attraverso un’ampia scalinata di pietra, con i caratteristici vòlt -tipiche cantine rustiche – i suggestivi balconi in legno e gli antichi fienili.
Poco
distante, il paesino alpestre di Balbido incanta con i suoi murales dipinti sulle case e le leggende che parlano di streghe.
Per immergersi nell’essenza di Comano, le Garda Trentino Experience offrono novità pensate per soddisfare ogni desiderio. Proprio tra i pittoreschi scorci del borgo contadino di Rango ha luogo l’Aperitivo nel Borgo, un’esperienza che celebra l’identità del luogo con un momento conviviale capace di appagare i sensi e rilassare lo spirito. Immersi nella quiete delle silenziose Giudicarie, i partecipanti potranno gustare l’eccellenza del Trento DOC, bollicine vivaci e vini locali selezionati, accompagnati da taglieri di affettati e formaggi tipici, salse locali, pane e focacce fragranti.

Tour in e-bike. Foto Apt Garda Trentino

Tour in e-bike o a piedi alla scoperta della natura

Per osservare il territorio con nuovi occhi, il nuovo tour in e-bike tra leggende e borghi conduce tra i
paesaggi fiabeschi di Comano alla scoperta, in compagnia di una guida esperta, delle leggende che abitano questi suggestivi boschi ed angoli nascosti, dove anche la più piccola pietra sembra prendere vita e raccontare la propria storia.
Per conoscere, invece, i tanti castelli che, come silenziosi guardiani, vegliano sul
territorio, il nuovo e-bike tour tra i castelli di Comano regala un affascinante itinerario che costeggia questi antichi manieri ricchi di storia e segreti dimenticati, per un’esplorazione senza fretta, ma ricca di avventura.
Tra i protagonisti: Castel Restor, possente roccaforte un tempo scenario di aspre battaglie; l’incantevole Castel Stenico, già dimora del capitano vescovile delle Giudicarie con la sua corte; e infine Castel Campo, straordinario esempio di unione tra arte e architettura medievale, romantica e neogotica, abbracciato da un paesaggio naturale ancora intatto.
Coloro che preferiscano esplorare il territorio a piedi, saranno guidati da un esperto del Parco Naturale Adamello Brenta alla scoperta di un ecosistema autentico e straordinariamente ricco di biodiversità.
Il
percorso, consigliato a chi ha familiarità con la montagna, si snoda sull’Alpe di Movlina: un itinerario che parte dall’omonima Malga, nel cuore della Val Algone, e si inoltra tra sentieri immersi nel verde, custodi di un patrimonio naturale di rara bellezza. Una pausa alla storica Malga Nambi regalerà l’occasione di gustare specialità locali, coronando l’esperienza con autentici sapori del territorio.

 

Polonia da gustare. Quando lentezza fa rima con esperienza

Polonia da gustare. Quando lentezza fa rima con esperienza

La Polonia è la meta ideale per chi ama viaggiare lentamente, lasciandosi guidare da sapori autentici e tradizioni locali.
Il ricco patrimonio gastronomico polacco, influenzato da una storia antica, dalla varietà del territorio e dai popoli che vi si sono avvicendati, offre uno showcase di piatti tipici, ingredienti genuini e prodotti artigianali, che aiutano a trovare il sapore vero dell’anima del Paese, curiosando tra mercati e aziende agricole a gestione familiare.


Rallentare per assaporare e incontrare

In un’epoca in cui tutto corre veloce, c’è chi sceglie di rallentare. Di assaporare. Di incontrare.
La Polonia è la destinazione ideale per chi cerca una vacanza alternativa, rilassante e vera, lontana da rotte battute, perfetta se si desidera vivere esperienze significative a contatto con la cultura locale, nel rispetto dell’ambiente e delle comunità del territorio.
Dalle passeggiate tra boschi e villaggi in legno alle escursioni in bicicletta, tra montagna e lago, ogni angolo del Paese invita a riscoprire un proprio ritmo, fatto di silenzi, serenità e genuinità. A dare ancora più profondità al viaggio è la cucina locale, il filo conduttore di un’esperienza intensa: ogni piatto racconta storie, tradizioni e legami con il territorio e ripercorre tecniche culinarie tramandate di generazione in generazione.
Partecipare a degustazioni, laboratori o visitare mercati e aziende agricole significa immergersi in un patrimonio culturale autentico, fatto di gesti antichi, ingredienti stagionali e convivialità. Il cibo diventa così ponte tra persone e luoghi e permette di riscoprire il valore dell’autenticità attraverso sapori, tradizioni e paesaggi bucolici.

Il celebre formaggio affumicato

Malopolska a tavola: un viaggio tra sapori, tradizioni e lentezza

La Malopolska è una delle regioni polacche che meglio si prestano a questo modo di viaggiare, capace di coniugare cultura, natura e una gastronomia ricca di storie da raccontare, dove ogni sapore è espressione profonda del territorio e delle sue tradizioni.
Tra parchi naturali, castelli medievali, malghe e villaggi rurali, il cibo diventa un linguaggio universale, un ponte per entrare in connessione con le comunità locali e scoprire l’anima più vera della regione.
Non a caso, la Malopolska vanta ben 230 specialità inserite nell’elenco nazionale dei prodotti regionali e 14 riconosciute dall’Unione Europea con le 
denominazioni DOP e IGP. A queste si aggiungono numerosi prodotti tutelati con il marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita), che valorizza ricette e tecniche tramandate da generazioni.
Per assaporare al meglio questo straordinario patrimonio gastronomico, la Strada del Gusto della Malopolska è un itinerario imperdibile che conta 42 trattorie regionali selezionate per la qualità della cucina e dell’accoglienza.
Qui, tra profumi di carne, spezie e racconti locali, si possono gustare piatti tipici della cucina etnica, tra cui pesci d’acqua dolce come la 
trota di montagna o la carpa di Zator (DOP).
Per chi desidera un’esperienza ancora più autentica, l’ideale è visitare una bacowka, le tradizionali malghe in legno situate nelle zone montane dei Tatra e dei Beschidi, dove ancora oggi i pastori – i baca – producono l’oscypek (DOP), il celebre formaggio affumicato di pecora, seguendo i metodi tradizionali. Assaggiarlo appena fatto, è un modo genuino e intenso per entrare in contatto con il territorio e chi lo abita.
Accanto alla cucina d’altura, sorprende anche la viticoltura locale: la Strada del Vino, soprattutto nei dintorni di Cracovia e Tarnow, attraversa una sessantina di vigneti, piccole cantine che offrono degustazioni e visite, e dove i produttori, spinti da passione e sperimentazione, creano vini identitari che raccontano la ricchezza del territorio.

Golonka

In Bassa Slesia, tra vigneti, borghi e piatti contadini

La Bassa Slesia, nel sud-ovest della Polonia, è una meta perfetta per chi cerca il giusto equilibrio tra avventura, benessere e gusto.
Tra castelli misteriosi, percorsi sotterranei e stazioni termali immerse nella natura, questa regione offre esperienze adatte a ogni viaggiatore. La cucina riflette la sua anima multiculturale, con piatti della tradizione contadina come la wodzionka, zuppa fatta con pane raffermo e la geremuszka, preparata con semi di canapa, accanto a specialità ricche come il bigos wroclawski, pierogi con gamberi d’acqua dolce, la carpa fritta e la trota al forno.
L’amore e la passione per i sapori autentici e il rispetto per l’ambiente sono alla base di un itinerario culinario che riunisce oltre 50 punti di interesse, tra ristoranti gourmet e trattorie, locande e taverne, per un viaggio tra tradizione e innovazione, da scoprire attraverso gli occhi di un buongustaio.
Gli amanti dei distillati possono esplorare la Strada della Birra e del Vino della Bassa Slesia, che unisce 29 cantine e 11 birrifici artigianali, offrendo degustazioni, visite e workshop nei vigneti delle colline di Trzebnica dove si respira il profumo della frutta matura e le tradizioni birrarie di alcune località come Jelenia Gora, Klodzko e, naturalmente, Breslavia.
Per completare questa degustazione, lasciatevi affascinare dal capoluogo di questa regione, Breslavia, con la sua ricca storia e il suo patrimonio culturale, una varietà che si ritrova anche in cucina. Non a caso, la città è stata recentemente inserita nella Guida Michelin Polonia.

Cornetto di San Martino

Wielkopolska da gustare: tra mulini, pyry e cornetti di San Martino

La Wielkopolska, nel cuore della Polonia occidentale, è perfetta per un’esplorazione lenta: città moderne si alternano a paesaggi incontaminati, laghi e foreste, mentre antichi mulini a vento raccontano la vita rurale di un tempo. Al Museo dei Mulini di Osieczna si può persino imparare a macinare la farina e a cuocere il pane.
La cucina locale riflette l’identità forte della regione, con piatti a base di patate, come le pyry con gzik, accompagnati da una crema di formaggio fresco polacco chiamato twarog, e i pyzy, gnocchi di patate ripieni di carne o frutta, che rappresentano un’ulteriore testimonianza della creatività culinaria della zona, ma anche ricette a base di carne, come l’anatra arrosto farcita con mele e lo stinco di maiale bollito, arrostito o grigliato
Ma il vero simbolo gastronomico regionale è il Cornetto di San Martino (tutelato dal marchio IGP), le cui origini risalgono a riti pagani, farcito con un ricco impasto di semi di papavero bianco, frutta secca, uvetta, scorza d’arancia e burro. Per poterlo produrre ufficialmente, i pasticceri devono superare un esame davanti a una commissione cittadina. L’importanza di questo dolce è tale tanto da essere onorato nel Museo del Cornetto, nel centro storico di Poznan, capoluogo della regione.
Tra i souvenir golosi ci sono le Andruty Kaliskie (IGP), sottili cialde dolci dalla lunga tradizione, la Benedyktynka, liquore alle erbe dei monaci di Lubin, i vini alla frutta aromatizzati alla ciliegia, ribes nero, rosa canina o pere e i mieli locali di tiglio e grano saraceno (ndr. la Polonia è una terra di grandi tradizioni apistiche e la Wielkopolska vanta numerosi apiari che offrono una vasta gamma di prodotti).

I canederli ripieni di carne

In Varmia e Masuria, tra sapori d’acqua dolce e vita bucolica

La Varmia e Masuria, nord-est della Polonia, è perfetta per chi desidera riconnettersi con la natura e rilassarsi in un paesaggio bucolico, costellato da boschi, villaggi pittoreschi, castelli e quasi 3.000 laghi. Nella “regione dei mille laghi”, si praticano cicloturismo, escursioni a piedi o semplicemente si può decidere di godere della tranquillità a bordo lago, leggendo un libro o ascoltando il silenzio. Azzerando i pensieri.
Questo legame profondo con l’acqua e l’ambiente si riflette anche nella cucina locale, riconosciuta da Slow Food per il suo approccio sostenibile e autentico, in cui ogni ingrediente racconta un frammento del territorio. Protagonista assoluto è il pesce d’acqua dolce – in particolare il coregone bianco (sielawa) – che si può gustare nelle friggitorie vicino ad allevamenti ittici o nei ristoranti affacciati sui laghi, insieme a deliziosi lucci, lavarelli e anguille, sia fritti che cotti al forno. Da non perdere anche il caviale di luccio, prodotto secondo antiche tradizioni a Glodowo, sul lago Sniardwy.
L’influenza multietnica arricchisce anche alcuni piatti come i 
kartacze (canederli ripieni di carne), i dzyndzalki (ravioli di manzo) e salumi artigianali come il prosciutto dylewska che si distingue per il metodo artigianale di lavorazione, che combina tecniche di salatura, maturazione e affumicatura a freddo, rigorosamente svolte secondo una ricetta tramandata nel tempo.
Visitando la regione potrete anche imbattervi in fattorieaziende agricoleapiari e caseifici, dove il profumo e il sapore della natura si percepiscono nei formaggi prodotti dal latte di mucche che si nutrono di erba fresca, in farine ricavate da antiche varietà di cereali come segale, farro, farro dicocco e orzo con cui si produce del pane a lievitazione naturale cotto in forni tradizionali di mattoni alimentati a legna e mieli raccolti in apiari immersi nel verde.

Un patrimonio mondiale di nome Slovenia

Un patrimonio mondiale di nome Slovenia

I 12 riconoscimenti Unesco della Slovenia rappresentano tasselli importanti nel mosaico del patrimonio mondiale dell’umanità.
Un Bene del Patrimonio Mondiale è un prodotto dell’uomo o della natura che possiede un eccezionale valore universale (Outstanding Universal Value, OUV) per l’intera umanità, indipendentemente dall’appartenenza politica del luogo in cui si trova.
L’Unesco, acronimo di Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, riconosce oggi, in Slovenia, ben 5 siti Patrimonio Mondiale, inseriti nelle liste dei Monumenti Naturali e dei Monumenti Culturali.
Dal sottosuolo carsico delle grotte, ai cavalli lipizzani, dagli antichi mestieri tramandati per secoli, fino alla preziosa cultura delle api.

Lubiana

Slovenia: piccolo scrigno di cultura e bellezze

Singolare che gran parte di questi siti abbiano in comune il fatto di non essere tanto singoli monumenti quanto testimonianze diffuse di un modo di vivere, sempre legato alla natura e ai suoi tempi, al territorio e ai suoi frutti.
Squisitamente sloveno, ma non solo: tre di questi siti sono, infatti, in condivisione con altri paesi europei, a riprova di una Slovenia in grado di fare rete e cooperare al fine di tutelare un Patrimonio che appartiene a tutti.
Altre 7 realtà sono state inserite, invece, nella lista Patrimonio Culturale Immateriale, a testimonianza della ricchezza culturale inestimabile custodita da questo piccolo e prezioso Paese.

Le spettacolari grotte di San Canziano col fiume Timavo

Memorie e sottosuolo: il curioso Carso sloveno e le antiche faggete primordiali

La Slovenia sud-occidentale si presenta bucherellata, come una forma di Groviera (o di Tolminc, restando in ambito locale!), sdoppiando il territorio del mondo emerso da quello sotterraneo, fatto di grotte, corsi d’acqua e paesaggi che si aprono solo a chi è disposto a scendervi.
Tra queste grotte, quelle di San Canziano ospitano il più grande canyon sotterraneo d’Europa, la cui altezza raggiunge anche i 146 metri, nel quale è allestito un percorso lungo più chilometri e con circa 500 scalini, patrimonio Unesco dal 1981.
Lungo il percorso, attraverso ponti sbalorditivi, è possibile osservare cascate sotterranee (nel sistema della grotta ce ne sono
26), enormi sale, stalattiti giganti alte fino a 15 metri e altre opere del fiume sotterraneo Timavo.
Attorno alle Grotte di San Canziano si estende un parco regionale, anch’esso incluso nel sito del Patrimonio Naturale, dotato di sentieri didattici e piste ciclabili.
A sud della regione carsica, spostandosi verso il confine croato, troviamo una foresta molto particolare: Snežnik Ždrocle, inserita nel sito Unesco delle faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni europee.
La vegetazione di quest’area, costituita principalmente da antichi alberi di faggio, è tra gli scenari che meglio si sono conservati dall’ultima era glaciale, 12.000 anni fa: 
memorie di un tempo lontano, ma meno di quanto si creda.
Oltre a Snežnik Ždrocle, nel sito sono incluse le riserve forestali slovene di Krokar, nella municipalità di Kočevje.

Idrija, custode del patrimonio mondiale dell’estrazione del mercurio

Modi di vivere e vedere: il Patrimonio Culturale sloveno dal Neolitico al Novecento

Lubiana è oggi una vivace e brillante capitale europea dove all’architettura mitteleuropea prima e asburgica poi, nel Novecento si è aggiunta la visione urbanistica del genio Jože Plečnik, le cui opere sono state inserite nel 2021 nella lista del Patrimonio Culturale Mondiale dell’Unesco. Formatosi sull’asse Vienna–Praga–Lubiana, Plečnik operò dalla fine del XIX secolo fino agli anni Cinquanta del XX secolo, trasformando quella che era, all’epoca, una cittadina di medie dimensioni all’interno dell’Impero, in una vera Capitale.
Con interventi architettonici e urbanistici audaci, la trasformò in un’opera d’arte totale, conservando lo spirito locale, nonostante il suo entusiasmo per l’antichità.
I suoi capolavori si possono ammirare anche in altre località della Slovenia. Tra le opere valse l’inserimento nella lista troviamo le strutture architettoniche sull’asse dell’acqua e della terraferma, come le rive del fiume Ljubljanica da Trnovski pristan a Zapornice, in cui spiccano il mercato principale e il Triplo ponte (Tromostovje), la Biblioteca nazionale e universitaria e il teatro estivo di Križanke.
Il patrimonio dell’Unesco comprende anche il Parco archeologico delle mura romane, restaurato secondo i progetti di Plečnik, il cimitero di Žale a Lubiana e la chiesa di San Michele a Črna vas e di San Francesco d’Assisi a Šiška.
Andando indietro di diversi millenni, si scopre che nei dintorni della stessa Lubiana, un tempo paludosi, si sono conservate tracce di ben 40 insediamenti abitativi palafitticoli di epoca neolitica, nove dei quali inseriti nella lista del Patrimonio Culturale dall’Unesco tra i Siti Palafitticoli Preistorici attorno alle Alpi.
Il ritrovamento più importante in questi siti archeologici è 
una ruota che risale a ben 5.200 anni fa, che è considerata la più antica ruota in legno con asse esistente al mondo!
I reperti palafitticoli si possono ammirare in diversi musei, mentre la palude di Lubiana è un parco ambientale che entusiasma per la ricerca delle particolarità naturali dell’ambiente paludoso vicino alla capitale.
Spostandoci a ovest, la città di Idrija è, insieme alla spagnola Almaden, custode del patrimonio mondiale dell’estrazione del mercurio.
La galleria Antonijev rov risale al 1500 ed è famosa per essere uno dei più antichi imbocchi di miniera in tutta l’Europa.
Durante le visite, si scoprono i vecchi metodi di estrazione e può anche succedere che si venga sorpresi dal folletto delle miniere!
Al patrimonio dell’estrazione del mercurio e alla vita delle famiglie di minatori del tempo sono collegate numerose attrazioni di Idrija: dal sorprendente patrimonio tecnico conservato nel museo del Castello Gewerkenegg fino alla tradizione dell’incredibile arte dei merletti.

La grande produzione di miele

Di miele, merletti e carnevali: il patrimonio immateriale della Slovenia

Gli sloveni sanno bene quanto sia importante preservare quelle tradizioni culturali che si tramandano di generazione in generazione.
Alcune arti, conoscenze e creazioni sono talmente eccezionali, che vale particolarmente la pena proteggerle e preservarle anche per chi verrà dopo di noi.
Una cura speciale per la protezione e la conservazione delle tradizioni orali, le danze, le conoscenze e le abilità, è resa possibile anche dalla lista del Patrimonio Mondiale Immateriale dell’Umanità Unesco, nella quale si trova anche la Slovenia:

L’apicoltura

L’apicoltura è profondamente radicata nella coscienza slovena. Gli apicoltori sloveni sono stati i pionieri dell’apicoltura moderna.
Dalla Slovenia è arrivata l’iniziativa per la Giornata mondiale delle api che dal 2018 si celebra il 20 maggio.
La cura per le api, estremamente importanti per l’esistenza del genere umano, viene tramandata di generazione in generazione, e ancora oggi l’apicoltura è uno stile di vita per più di 12.000 sloveni che coltivano questa attività.
Su iniziativa degli apicoltori sloveni, ogni terzo venerdì di novembre, scuole e asili preparano la tradizionale colazione slovena in cui i bambini possono gustare a tavola anche il miele.
Oltre alla cura delle api e alla produzione del miele, l’apicoltura è anche legata alla cultura, all’arte popolare tramite i pannelli frontali degli alveari e alla cura della salute e del benessere con i prodotti delle api.

Gli splendidi cavalli lipizziani

La tradizione dell’allevamento dei cavalli lipizziani

La scuderia di Lipica è considerata la scuderia più antica d’Europa, in funzione da oltre 440 anni. L’allevamento dell’elegante “Cavallo Lipizzano” è un importante patrimonio della Slovenia e di altri sette paesi che hanno partecipato alla candidatura per l’inclusione di questo elemento nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
I cavalli lipizzani hanno svolto per secoli un ruolo simbolico trasmesso attraverso la tradizione orale e le canzoni popolari, testimonianza della stretta connessione emotiva tra uomo e cavallo.
Lipica, in quanto “patria” dei cavalli lipizzani, è una delle maggiori attrazioni slovene, sia per la tradizione dell’allevamento dei cavalli che per il suo patrimonio architettonico e paesaggistico.

La passione di Škofja Loka

La Passione di Škofja Loka

Fin dalla sua creazione, in epoca barocca, la passione di Škofja Loka è il più antico testo drammatico in Slovenia e viene rappresentato nelle strade del centro storico medievale.
Con ricchi costumi e scenografie, e gli oltre 900 membri della locale compagnia teatrale, ogni rappresentazione attrae tanti visitatori a Škofja Loka.
Si tratta di una rappresentazione storica che, a causa della sua complessità, è programmata ogni sei anni. La Passione di Škofja Loka è iscritta nell’elenco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Un carnevale unico…

Il Kurentovanje (la questua di Carnevale dei Kurent di Ptuj

Già a febbraio, dalle parti di Ptuj, la primavera si annuncia con il suono dei campanacci.
Si tratta di una parte fondamentale dell’attrezzatura del Kurent, maschera di carnevale tradizionale, tipica di Ptuj, Dravsko polje, Haloze e Slovenske gorice.
Vestito di pelle di pecora, porta sul volto una maschera tipica, gli stivaloni e calze rosse o verdi, realizzate a maglia. Nella mano tiene la ježevka, un bastone che porta in cima aculei di riccio.
Le sue radici risalgono alla mitologia slava, nella quale è considerato il demone che scaccia l’inverno e il portavoce della primavera e della buona annata.
Un vero omaggio a questa tradizione è rappresentato dal Kurentovanje, il favoloso carnevale tradizionale di Ptuj.

Una grande tradizione

I merletti a tombolo

I merletti a tombolo sono un’espressione artistica unica e uno dei caratteristici simboli dell’identità slovena.
Già da secoli, sotto le dita delle merlettaie nascono prodotti meravigliosi, l’abilità di girare i fuselli si tramanda di generazione in generazione.
L’arte del merletto è la creazione di merletti a mano tramite l’incrocio, la torcitura e l’intreccio dei fili, arrotolati attorno ai fuselli, bastoncini di legno. Nella creazione del merletto si segue il disegno su foglio, fissato sul tombolo (cuscino a forma cilindrica) nel cestello o nella base speciale.
Oggi in Slovenia operano oltre 120 associazioni, sezioni e gruppi di merletto. I merletti si usano come accessorio di moda e decorazione sui vestiti e sui tessili per la casa, oggi servono anche da ispirazione per creazioni artistiche, nell’ambito dell’architettura e persino nella culinaria. L’arte della creazione dei merletti è diffusa anche dalle scuole del merletto, la più famosa delle quali è quella di Idrija che opera ininterrottamente da più di 140 anni.

Nel Collio friulano spuntano le orchidee nei vigneti

Nel Collio friulano spuntano le orchidee nei vigneti

Una fioritura rara che racconta un territorio intatto lì dove la sostenibilità non è una dichiarazione d’intenti, ma pratica concreta.
Nel territorio
 più elevato del Collio friulano, durante le giornate limpide della primavera, qualcosa di raro accade: tra i prati che circondano i vigneti di Tenuta Stella, compaiono le prime orchidee spontanee.
Piccole, eleganti, silenziose, queste piante straordinarie fioriscono solo in ambienti intatti, dove il suolo conserva la sua composizione originaria e ogni forma di vita – dalla vite all’insetto impollinatore – è parte di un equilibrio delicato e profondo. 


Una fioritura rara che racconta di un territorio intatto

La presenza di queste orchidee non è casuale, ma segno tangibile di un territorio rispettato e preservato. «Non si tratta solo di piante affascinanti», spiega Cristiano Francescato, botanico e consulente agro-ecologico della cantina.
“Ogni seme di orchidea deve essere dapprima aiutato da un fungo specifico per poter germinare. Questa simbiosi iniziale porta poi le piante ad emettere le prime foglie e a crescere in modo autonomo. I funghi specializzati in questo tipo di attività si trovano solamente su suoli che non hanno subito alcuna modificazione nella loro composizione originaria. La loro presenza, quindi, ci indica un ambiente non inquinato e un suolo rispettato nei suoi principi naturali”.
A Tenuta Stella, la sostenibilità non è una dichiarazione d’intenti, ma una pratica concreta, fondata su osservazione, misura e rispetto. Crediamo che fare vino significhi anche saper ascoltare la terra, non imporvisi”, sottolinea Erika Barbieri, enologa della cantina.Quando le orchidee selvatiche fioriscono tra i filari, è il segnale che stiamo seguendo la strada giusta”. 


Le orchidee ingannatrice

Tra le specie che prosperano accanto all’habitat vigneto ci sono Ophrys apifera, che utilizza inganni visivi e olfattivi per attrarre insetti impollinatori specifici, e Anacamptis pyramidalis, impollinata esclusivamente dalle farfalle che, dotate di spiritromba lunga, raggiungono il fondo della corolla raccogliendo involontariamente il granulo pollinico da portare nel fiore successivo.
La loro sopravvivenza dipende dalla biodiversità e da relazioni altamente specializzate con altri organismi viventi.
Tenuta Stella invita a scoprire questo raro patrimonio naturale attraverso visite guidate che uniscono la degustazione dei vini a passeggiate tra i vigneti e i prati in fiore, per un’esperienza immersiva che svela il legame profondo tra viticoltura d’altura e tutela ambientale. La cantina accoglie gli ospiti su prenotazione lungo tutto l’anno.