30 Giugno 2025

Dove dormire in alta quota in Valle d’Aosta: i rifugi e bivacchi da non perdere

Avete presente quella sensazione di libertà assoluta che prende quando ci troviamo faccia a faccia con le cime più alte d’Italia?
In Valle d’Aosta, dove il Monte Bianco, il Cervino e il Gran Paradiso fanno da scenografia, i rifugi e i bivacchi sono molto più di semplici punti d’appoggio: sono la porta d’ingresso alla montagna autentica.
La regione più alta d’Italia possiede un ricco patrimonio di rifugi alpini, bivacchi, posti-tappa, attrezzati per accogliere al meglio escursionisti provenienti da tutto il mondo.

dormire vista ghiacciai

Sospesi a due passi dal cielo

Dai rifugi panoramici – doveci si sveglia con vista ghiacciaio – ai bivacchi spartani ma carichi di fascino, qui ogni notte in quota regala un ricordo che resta nel cuore.
Basta scegliere il mood: comodità da familiare o avventura pura “sotto le stelle”.
Nella Vallée trovi strutture attrezzate a 2.000 – 2.500 m per esploratori in cammino, ma anche capanne super remote a quattro mila metri per chi cerca l’adrenalina.
C’è solo da scegliere la base giusta tra i giganti delle Alpi occidentali: dal Rifugio Bonatti del Monte Bianco al bivacco Paolo Perelli Cippo tra Valtournenche e Valpelline, ogni tappa è una nuova avventura in quota.

rifugio valdostano

Rifugi valdostani non solo per amanti della montagna

Deriva dall’idea di fuga, il termine rifugio.
Presuppone grandi pericoli da cui scappare e cercare riparo, in attesa che tutto si calmi e sia possibile riprendere il cammino.
Infatti, è esattamente questo il fine originale della galassia dei tantissimi rifugi alpini che costellano gli importanti rilievi della Valle d’Aosta: in basso, nei fondivalle, una miriade di castelli stupendi, sorti nei secoli al fine di presidiare, governare, difendere il territorio da invasori o malintenzionati; in alto, i rifugi, decisamente più recenti, nati per accogliere, proteggere, offrire riparo a chi ne ha bisogno, funzione in parte ancora oggi in essere.
Nella nostra epoca, tuttavia, i rifugi alpini valdostani sono diventati anche ambite mete di escursionisti, alpinisti, o anche semplicemente amatori della montagna e dell’outdoor, che li scelgono non solo come tappe lungo i loro percorsi, o come punti di partenza alla conquista della prossima vetta, ma sempre più anche come destinazioni vere e proprie delle ascese.

bivacco Gervasutti

Il rifugio più alto d’Europa non è solo

Non sono soltanto i più famosi, tra cui si annovera una delle Mecche dell’alpinismo mondiale come la Capanna Regina Margherita, il più alto rifugio in Europa, la cui costruzione originaria è stata realizzata nel 1893 nella Valle di Gressoney (Aosta) e da qui trasportata, già assemblata, a quota 4.556 m in spalla da uomini e muli.
Sono sempre di più, tra le valli valdostane, quei rifugi che si distinguono e vengono ricercati non solo da alpinisti, trekker ed escursionisti esperti, ma anche da chi è nuovo a questo mondo e cerca in quota oasi di ospitalità, gusto e genuinità, oltre che di turismo responsabile e sostenibile, attento all’ottimizzazione delle risorse, più che mai preziose a certe altitudini alla minimizzazione dell’impatto ambientale e a una gestione accorta dei rifiuti, nel rispetto della natura e dei suoi abitanti.

La vista dal rifugio

Non solo rifugi: bivacchi e posti tappa per un accoglienza in alta quota

Lo stesso concetto di rifugio alpino è talmente variegato e rivolto a fruitori diversi, che occorre distinguere tra le diverse categorie a cui ciascuno di essi appartiene: alcuni, per la loro collocazione, offrono accoglienza, calore e ristoro soprattutto ai più esperti e avventurosi escursionisti, mentre altri sono ideali per accogliere anche famiglie con bambini.
Rifugi di facile accesso, raggiungibili camminando su sentieri, mulattiere o strade poderali — in media per un’ora e mezza circa — o collegati, spesso, anche da impianti a fune.
Lungo gli itinerari della Valle d’Aosta, gli escursionisti più organizzati possono avvalersi anche dei numerosi posti tappa.
Più semplici dei rifugi, i posti tappa offrono fino a un massimo di trenta posti letto e l’attrezzatura per cucinare, ma 
non il servizio di ristoro.
I posti tappa sono in genere di facile accesso, spesso raggiungibili anche in auto.
Più in alto, dove le difficoltà per l’accesso cominciano a salire, alpinisti e trekker esperti trovano riparo, oltre che nei rifugi alpini, anche nei 
bivacchi fissi, locali non custoditi e attrezzati sommariamente.

bivacco valdostano

Dormire in rifugio, alcune linee guida

I rifugi alpini valdostani sono generalmente composti da camere a più letti (solitamente da 2 a 6), dove non è sempre necessario portare il sacco a pelo: nei rifugi escursionistici, molto spesso, sono i gestori a fornire coperte e piumini e, agli ospiti che ne sono sprovvisti, un sacco lenzuolo monouso o di cotone riutilizzabile in vendita o a noleggio.
Un valido strumento, in fase di pianificazione, è la guida che raccoglie tutte le info e i contatti dei Rifugi valdostani

alba in alta quota

I 5 rifugi selezionati 

Bivacco Claudio Brédy (quota 2.550 m)
Situato a 2528 metri, nel Vallone di Vertosan si affaccia sui laghi di Dziule e rappresenta un esempio di architettura sostenibile e innovativa, integrata armoniosamente nel paesaggio alpino.
La struttura, inaugurata nel 2021 in memoria di Claudio Brédy, offre spazio per 6 persone, dotazioni essenziali e un grande finestrino panoramico che incornicia le cime della Grivola e del Gran Paradiso.
Il bivacco è accessibile tramite sentieri ben segnalati e si distingue per il suo design minimalista e l’uso di energie rinnovabili, come i pannelli solari sul tetto, garantendo comfort e rispetto ambientale.
Raggiungibile in 2h30’ da Jovençan di Vertosan (Segnavia 30, 11) | 

Rifugio Quintino Sella (3.585 m)
Situato nell’area turistica del Monte Rosa, è un punto di riferimento per gli escursionisti e alpinisti che esplorano le alte quote alpine.
Offre accoglienza e servizi essenziali in un ambiente montano autentico, rappresentando una base ideale per l’approccio a numerose vie alpinistiche e trekking di media e alta difficoltà.
La sua posizione strategica consente di godere di panorami ampi e di un contatto diretto con la natura alpina.
Raggiungibile in 3h dal Colle di Bettaforca o da Stafal funivia St.Anna + seggiovia Bettaforca+3h +39 0125 366113 / +39 348 8107793 – rifugioquintinosella@gmail.com – www.rifugioquintinosella.com

Alpe Rebelle, Bionaz      
Situato nel comune di Bionaz è un rifugio immerso in un contesto naturale incontaminato, caratterizzato da ampi pascoli e viste suggestive sulle montagne circostanti.
Rappresenta un punto di sosta ideale per chi percorre i sentieri della Valpelline, offrendo un’esperienza autentica di montagna con un’atmosfera tranquilla e accogliente.

Bivacco Giusto Gervasutti, Monte Bianco (2.870 m)
Chi dice Bivacco Giusto Gervasutti, dice Monte Bianco: la vetta più alta delle Alpi.
È una struttura essenziale ma audace nel design, funzionale per alpinisti ed escursionisti esperti che affrontano itinerari impegnativi in alta quota.
La sua posizione strategica permette di affrontare con sicurezza le ascensioni, offrendo un riparo protettivo in un ambiente severo ma spettacolare.
Raggiungibile in 4h da Ferrachet (segnavia 53) | N. posti letto: 8

Rifugio Vittorio Emanuele II
Raggiungibile in due ore di marcia da Pont di Valsavarenche è base di partenza per l’ascensione al Gran Paradiso, al Ciarforon e ad altre vette nei dintorni.
Ha un servizio bar e ristorante in 2 sale con più di 100 posti a sedere, una sala di recente costruzione tutta in legno e con ampie vetrate, per le belle giornate un ampissimo dehor con tavoli e panche, oltre a ben 120 posti a dormire distribuiti in camere da 4/5 posti letto a castello o in dormitori.
Raggiungibile in 2h30’ da Pont Valsavarenche – +39 335 6614311 – info@rifugiovittorioemanuele.com – www.rifugiovittorioemanuele.com

 

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