Ott 7, 2024 | Territori
Torna sotto i riflettori l’Umbria rurale con la XXVII edizione di Frantoi Aperti, evento simbolo dell’oleoturismo in Italia, che dal 19 ottobre al 17 novembre 2024, per 5 fine settimana, proporrà un fitto calendario di iniziative per festeggiare l’arrivo del nuovo Olio extravergine d’oliva nel periodo della raccolta e frangitura delle olive, e proposte esperienziali di avvicinamento al mondo dell’olio direttamente in frantoio e con itinerari alla scoperta del ricco patrimonio ambientale e storico-artistico della Regione.
Novità di questa edizione di Frantoi Aperti in Umbria sarà la proposta delle “Evo&Art Experience”, tour accompagnati alla scoperta delle sottozone della Dop Umbria e della biodiversità, che porteranno a visitare i luoghi del Perugino ed i beni del sito seriale Unesco “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” di Campello sul Clitunno e Spoleto (Pg).
A spasso fra frantoi in e bike e non solo…
Momento di apertura della manifestazione, in programma per sabato 19 ottobre, sarà la “La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata dei Colli Assisi – Spoleto”, iniziativa di oleoturismo organizzata in collaborazione con Fiab Umbria e YouMobility – marketplace della mobilità sostenibile.
Un itinerario in e-bike con partenza da Spoleto (Pg), che lungo i percorsi ciclabili immersi nello spettacolare “paesaggio culturale vivente” modellato dalla coltivazione dell’olivo, passerà per Poreta e il castello di Campello Alto, con tappe in alcuni frantoi per assaggiare l’olio appena franto e porterà fino a Campello sul Clitunno (Pg) (per informazioni www.lagrandepedalata.it).
I cinque weekend di Frantoi Aperti si susseguiranno con un nutrito programma di iniziative volte alla promozione della tradizione olivicola umbra e che avranno come protagonisti indiscussi l’olio e.v.o. e i frantoi in lavorazione, che saranno fulcro di passeggiate in bici e trekking naturalistici per grandi e bambini, ma soprattutto di percorsi di degustazione e di conoscenza dell’olio e.v.o. di qualità, pensati per svelare ai visitatori l’estrema varietà e ricchezza del patrimonio agroalimentare ed enogastronomico dell’Umbria.
Alcune delle proposte in calendario inoltre saranno momenti di “festa” e spazi di confronto sull’oleoturismo realizzati per celebrare i 20 anni della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria, associazione che organizza Frantoi Aperti e che traccia la direzione dell’oleoturismo in Umbria.
Gli olivi giganti dell’Umbria
Protagonista di Frantoi Aperti insieme all’olio umbro, sarà il paesaggio olivato, la natura che abbraccia i borghi storici della regione e in questo scenario giocheranno un ruolo di primo piano anche l’arte e la letteratura. In occasione dei cinque weekend della rassegna ci sarà infatti l’appuntamento con “#chiaveumbra | in natura – Sperimentazioni artistiche nel Paesaggio Olivato”, la manifestazione di arte contemporanea, organizzata da Palazzo Lucarini Contemporary, che offrirà chiavi di accesso inedite e sperimentali sul territorio umbro, valorizzando la natura e il rapporto uomo-ambiente.
Tra le proposte poi: il “Tour degli Olivi Giganti Patriarchi nel territorio Amerino Tipico”, un itinerario che mette in rete i luoghi iconici del territorio Amerino legati alla coltura e cultura dell’olio e.v.o., che porterà a visitare la collina degli olivi secolari Rajo di Montecampano in Amelia, passando per antichi frantoi, frantoi moderni e la collezione mondiale di olivi “Olea Mundi” di Lugnano in Teverina; le passeggiate tra fiabe, olivi e frantoi per bambini che verranno coinvolti nel racconto di storie sugli alberi, gli olivi e l’olio, per poi visitare i frantoi del circuito per una merenda a base di pane e olio appena franto; e a chiusura del mese dell’Olio umbro il “Pranzo della Benfinita”.
Gli oliveti saranno animati dai “Suoni dagli ulivi secolari”, la rassegna pensata per esaltare il dialogo tra la musica e gli ulivi che proporrà concerti in luoghi particolarmente evocativi del paesaggio olivicolo umbro ed in prossimità degli ulivi secolari più rappresentativi della regione, veri e propri monumenti naturali.
Le iniziative artistico – culturali saranno come sempre “collegate” e fruibili grazie a bus navette, passeggiate guidate a piedi e in e-bike, che collegheranno gli oliveti ai borghi ed alle città d’arte ad alta vocazione olivicola, dove si terranno feste di celebrazione della raccolta e frangitura delle olive, con esposizioni di artigiani di olio di qualità e di altri prodotti enogastronomici locali, concerti e spettacoli musicali, visite guidate dei centri storici e dei musei tematici, assaggi di pane e olio nelle piazze, aperture straordinarie di castelli e palazzi e tante iniziative immaginate per coinvolgere i più piccoli e le famiglie.
Gli chef al servizio dell’oro giallo
Nei 5 fine settimana di Frantoi Aperti in Umbria infine, alcuni degli chef del circuito “Umbrian #EVOOAmbassador – Testimoni di oli unici” – la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria – proporranno nei loro ristoranti menù di terra e di lago in abbinamento con gli oli e.v.o. di qualità dei produttori aderenti a Frantoi Aperti 2024.
Frantoi Aperti in Umbria è organizzato dall’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, che si avvale di Add Comunicazione ed Eventi, agenzia specializzata nella comunicazione e promozione dell’Olio e dell’oleoturismo, con il contributo della Regione Umbria e del MASAF – Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e la collaborazione di tutti gli attori del comparto olivicolo umbro. L’evento è reso possibile anche grazie al supporto di Vuscom, società del Gruppo Valle Umbra Servizi, Crédit Agricole Italia, YouMobility, Tartufi Fortunati Stocchi e del partner tecnico Official Green Carrier Trenitalia.
Maggiori dettagli sul programma saranno presto online sul sito www.frantoiaperti.net
Ott 5, 2024 | Territori
Sul ramo lecchese del Lago di Como, si trova il piccole e delizio borgo di Varenna con il suo fascino pittoresco tutto da scoprire passeggiando, oppure percorrendo i circa 12 chilometri di litorale.
Per gli amanti del trekking, Varenna è anche una delle tappe del Sentiero del Viandante, itinerario panoramico che costeggia il versante orientale del Lago di Como e offre scorci di rara bellezza. Dal borgo si possono raggiungere Bellano, Lierna e Albiga con percorsi di crescente difficoltà e lunghezza.
L’autunno è uno dei periodi migliori per visitare questo borgo tranquillamente; il clima è mite, non c’è l’affollamento estivo, le temperature sono piacevoli e i battelli sul lago operano con frequenza.
Scorcio da Varenna
Al centro della sponda del lago di Como…
Varenna si trova a circa trenta chilometri da Lecco e la si può raggiungere in auto percorrendo la SS36 del Lago di Como e dello Spluga con uscita Bellano/Valsassina. Anche in treno il borgo è facilmente raggiungibile sulle linee per Tirano, Lecco e Bergamo con fermata Varenna-Esino.
Si trova in una posizione strategica sulla costa orientale del Lago di Como, esattamente di fronte a Bellagio. Grazie a questa posizione centrale, Varenna è perfetta come base per esplorare il Lago di Como e le sue numerose attrazioni.
Fondata dai Romani e successivamente sviluppata durante il Medioevo, Varenna conserva oggi tracce della sua lunga storia. Molti edifici del borgo e le sue chiese medievali offrono un affascinante viaggio nel passato.
A differenza però di altre località turistiche del lago di Como, come ad esempio le più popolari Bellagio o Menaggio, Varenna ha mantenuto un’atmosfera autentica e tranquilla.
Scorcio di Varenna, Pixabay
Cosa vedere
Davvero tante le bellezze da vivere a Varenna e dintorni. Villa Monastero è uno dei gioielli di Varenna; una splendida dimora storica con giardini che si estendono lungo la riva del lago.
Fu costruita come monastero nel XII secolo e in seguito trasformata in residenza privata; oggi, è un museo aperto al pubblico, che permette di visitare sia gli interni eleganti che i giardini botanici, ricchi di piante esotiche, statue e fontane. Il panorama che si gode dai giardini è tra i più spettacolari del Lago di Como.
Sovrastando Varenna su una collina è il Castello di Vezio una fortificazione medievale costruita probabilmente nell’XI secolo. Oltre alla bellezza del castello stesso, con torri e mura storiche, questo castello offre una vista mozzafiato sul lago e sulle montagne circostanti. Al castello si possono ammirare esposizioni di falconeria e, in alcuni periodi dell’anno, si tengono spettacoli con rapaci.
Bellissima la chiesa di San Giorgio, situata nella piazza principale del paese che risale al XIII secolo ed è un magnifico esempio di architettura romanica lombarda. Al suo interno si trovano affreschi medievali ben conservati e una splendida pala d’altare, oltre a un’atmosfera di quiete e spiritualità.
Oltre a Villa Monastero, Varenna ospita un’altra villa storica, Villa Cipressi, che oggi è un hotel di lusso con giardini aperti al pubblico. Come Villa Monastero, anche Villa Cipressi si affaccia direttamente sul lago e offre giardini terrazzati meravigliosi, con piante mediterranee e panorami incantevoli.
Menzione a parte merita “La passeggiata dell’amore” pittoresca passeggiata, conosciuta anche come “La passeggiata degli Innamorati” che si snoda lungo la riva del lago da Varenna fino a Fiumelatte, offrendo scorci romantici sul lago e sulle montagne. È un percorso perfetto per una passeggiata rilassante e romantica, soprattutto al tramonto, quando il lago si tinge di colori magici.
Uno scorcio di Varenna. Image by Angelika from Pixabay
Cosa fare
Grazie alla sua posizione tra lago e montagne, Varenna è un’ottima base per gli amanti delle escursioni. Ci sono diversi percorsi di trekking che partono dal borgo e salgono verso i monti circostanti, offrendo viste mozzafiato sul lago.
Un’escursione molto popolare è quella che porta al Castello di Vezio, da cui si può godere di un panorama a 360° su tutto il lago.
Per chi ama solcare le acque è possibile prendere un traghetto per visitare altre località famose del lago di Como, come Bellagio, Menaggio e Tremezzo con uno dei battelli che sono molto frequenti. La gita sul lago permette di ammirare Varenna e le altre cittadine da una prospettiva diversa e unica.
Varenna offre ottime opportunità per gustare la cucina tradizionale lombarda, specialmente nei ristoranti lungo la riva del lago. Piatti tipici che includono pesce di lago come il persico, il lavarello e l’agone, preparati in diversi modi, accompagnati da polenta. Non mancano nemmeno i salumi e i formaggi tipici delle montagne vicine.
Infine da non perdere la visita a una delle piccole botteghe artigiane dov’è possibile acquistare prodotti tipici e artigianato locale tra cui ceramiche, tessuti e oggetti in legno.
Image by G Poulsen from Pixabay
Un po’ di curiosità
E per conclude questo viaggio in uno dei borghi più belli del lago di Como ecco un po’ di curiosità, autentiche chicche legate a Varenna.
Il borgo era originariamente un villaggio di pescatori, e nonostante oggi sia una meta turistica popolare, ha mantenuto integro il suo fascino di piccolo borgo con le vecchie case colorate dei pescatori e i vicoli stretti che creano un’atmosfera autentica, che riporta indietro nel tempo.
Secondo alcune leggende, Leonardo da Vinci potrebbe aver soggiornato in paese durante uno dei suoi viaggi nel nord Italia. Non ci sono prove concrete di tutto questo, ma si dice che abbia proprio a Varenna trovato ispirazione per alcuni dei suoi studi idraulici osservando il corso del micro fiume Fiumelatte considerato uno dei più corti d’Italia, con una lunghezza di soli 250 metri! Il nome deriva dal suo colore bianco spumoso che assomiglia al latte, ed è visibile solo durante alcuni periodi dell’anno, in particolare in primavera.
Ott 4, 2024 | Enogastronomia, Territori
Continuano gli appuntamenti promozionali con il progetto LoST EU che, dopo aver toccato Piemonte e Lombardia con gli eventi di settembre, sarà tra i protagonisti in Veneto, ospite dell’evento Caseus Italy, il 5 e 6 ottobre, a Piazzola sul Brenta.
Villa Contarini, splendida villa barocca veneta
In una location unica come Villa Contarini, una delle più belle ville barocche d’Italia, LoST organizzerà un weekend del gusto molto particolare, tra banchi di promozione e degustazioni.
Negli spazi della Villa verrà allestito un banco istituzionale LoST per promuovere il progetto, raccontarlo ai tanti spettatori che saranno presenti e distribuire il materiale promozionale.
Una location straordinaria appunto; siamo infatti in una delle più grandi e imponenti ville venete la cui storia affonda le radici nel XVI secolo anche se nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni, diventando un esempio straordinario di architettura veneziana e barocca.
Villa Contarini venne edificata intorno al 1546 su progetto attribuito al celebre architetto Andrea Palladio o a uno dei suoi seguaci. Originariamente era una villa rinascimentale piuttosto sobria e di dimensioni più ridotte rispetto all’attuale struttura. Gli ampliamenti e la trasformazione radicale furono eseguiti nel XVII secolo, quando la famiglia Contarini, per mano di Pietro doge di Venezia, decise di modificarla in stile barocco e l’arricchì di decorazioni e dettagli architettonici sontuosi.
Nel 1800, dopo un periodo di declino, la villa venne acquistata dalla famiglia Camerini, che la restaurò e ne fece un importante centro agricolo e industriale. I Camerini, in particolare, svilupparono una vasta azienda agricola, introducendo moderni macchinari e tecniche produttive. Nel 1970 divenne proprietà dello Stato e successivamente, della Regione Veneto, che ha promosso ulteriori restauri e la trasformazione della villa in un centro culturale aperto al pubblico.
Sontuoso l’enorme parco che la circonda di oltre 40 ettari, che include giardini all’italiana, laghetti e sentieri. Tutti da visitare anche i lussuosi interni riccamente decorati con affreschi, stucchi, dipinti e arredi d’epoca. Di particolare interesse è la Sala della Musica, celebre per la sua acustica perfetta, ottenuta grazie a un particolare soffitto a forma di conchiglia. Una vera chicca è infine il teatro privato all’interno, un raro esempio di spazio teatrale all’interno di una villa veneta, con decorazioni che riflettono l’amore per le arti e la cultura della famiglia Contarini.
Puzzone di Moena, Trentino Alto Adige
Gli otto formaggi, tutti Dop, da degustare
Mentre in una sala dedicata saranno organizzati, tra sabato e domenica, otto momenti di degustazione, su prenotazione, in cui il pubblico potrà assaggiare le otto DOP di LoST: il Murazzano, il Roccaverano, l’Ossolano dal Piemonte, il Puzzone di Moena dal Trentino, lo Strachitunt dalla Lombardia, la Vastedda della Valle del Belice, il Pecorino Siciliano dalla Sicilia, e il Provolone del Monaco dalla Campania che andremo brevemente a descrivervi.
Una bella occasione, quindi, per proseguire le attività di promozione del progetto e soprattutto per diffondere la filosofia che sta dietro al progetto LoST, ovvero il recupero di antichi valori perduti attraverso prodotti di eccellenza, che sono un esempio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente e la natura.
Il Murazzano
Uno dei più antichi formaggi piemontesi si produce nell’area delle Langhe che prende il nome dal comune di Murazzano (Cuneo). Viene prodotto principalmente con latte di pecora, ma è possibile aggiungere una piccola percentuale di latte vaccino (massimo il 40%) anche se anticamente era prodotto solo con il latte della pecora di razza delle Langhe, autoctona della zona; ha una forma cilindrica di piccole dimensioni, con una crosta morbida e un colore che varia dal bianco al paglierino. Il sapore è delicato, leggermente acidulo, che diventa più intenso con la stagionatura; la pasta è morbida e compatta, di colore bianco o leggermente giallo. Tradizionalmente il Murazzano era il formaggio che le famiglie locali producevano per il consumo quotidiano, ed è ancora oggi spesso utilizzato in piatti tipici delle Langhe come condimento per la polenta.
Ideale sia fresco che stagionato, si abbina bene con vini locali come il Dolcetto d’Alba o il Barbera.
Il Roccaverano
La Robiola di Roccaverano, uno dei formaggi più antichi dato che pare risalga addirittura all’epoca romana è anch’esso un formaggio piemontese ed è tipico della provincia di Asti. Tradizionalmente prodotto con latte di capra crudo, può includere però anche una parte di latte ovino e bovino, purché la componente caprina sia prevalente. La forma è cilindrica e compatta, con una crosta sottile e rugosa. La pasta è morbida, bianca o leggermente paglierina. In bocca è delicato, con note erbacee quando fresco e più deciso e piccante con la stagionatura. Si abbina bene a vini bianchi del Piemonte, come il Cortese o l’Arneis.
Robiola di Roccaverano
L’Ossolano del Piemonte
Tipico della Val d’Ossola, una valle alpina situata nel Piemonte è molto antico e profondamente legato alla tradizione agricola di questa vallata alpina. Prodotto con latte vaccino intero o parzialmente scremato proveniente da mucche allevate localmente e nutrite principalmente con foraggi montani. Ha una forma cilindrica con una crosta dura e compatta, che diventa più scura con la stagionatura. La pasta è elastica e di colore paglierino mentre il sapore varia a seconda della stagionatura: quando giovane è dolce e delicato, quando stagionato diventa più intenso, con note leggermente piccanti e aromatiche. Ne esistono diverse versioni fra cui segnaliamo l’Ossolano d’Alpe, prodotto con il latte estivo delle mucche portate al pascolo in alta quota. Ideale da degustare da solo o come ingrediente per piatti tipici della cucina piemontese e abbinato a vini locali come il Nebbiolo.
Il Puzzone di Moena
Chiamato anche in ladino Spretz Tzaorì è un formaggio prodotto nel cuore delle Dolomiti fra le valli trentine di Fassa e Fiemme, principalmente attorno a Moena.
Il nome “puzzone” deriva dal suo odore particolare molto pungente e caratteristico, causato dalla crosta lavata durante la stagionatura con acqua e sale. E’ prodotto con latte vaccino crudo proveniente da vacche alimentate con erba e fieno di montagna, ha una crosta umida e untuosa, di colore arancione-rossastro, e una pasta semidura che può essere compatta o leggermente occhiata. Al gusto è intenso e aromatico, con note di erba, fieno e lievi sentori di burro mentre in bocca diventa più complesso con la stagionatura, che può durare fino a 6 mesi.
Si abbina molto bene con vini strutturati come il Teroldego o con miele e marmellate per contrastare il sapore deciso. È un prodotto molto apprezzato non solo per il suo gusto particolare, ma anche per il forte legame con le tradizioni casearie delle Dolomiti.
Lo Strachitunt
Trattasi di un formaggio prodotto in Lombardia e più nello specifico nella bergamasca Val Taleggio. Il nome “Strachitunt” deriva da “stracchino” (formaggio di latte di mucche stanche, “stracche” in dialetto) e “tunt” (che significa “tondo”), riferendosi alla sua forma rotonda.
Ha pasta cruda e molle e appartiene alla famiglia degli erborinati; risulta infatti a prima vista simile al gorgonzola, ma con una lavorazione tradizionale unica che si rifà al metodo del “due paste”, dove si mescolano cagliate di temperature diverse, dando origine alle caratteristiche venature blu.
Formaggio molto antico che è rinato negli ultimi anni viene prodotto con latte vaccino intero crudo di due mungiture, una della sera e una del mattino.
Ha una crosta sottile e rugosa, mentre il colore è giallastro. La pasta è morbida e presenta venature verdi-bluastre dovute all’erborinatura naturale, che avviene senza inoculazione di muffe. Il sapore è ricco e complesso, con un equilibrio tra dolce e piccante davvero interessante. A seconda della stagionatura, il gusto può variare da delicato a più intenso.
Vastedda
La Vastedda
E’ un pecorino DOP prodotto in Sicilia, nella Valle del Belice ed è uno dei pochissimi formaggi di pecora al mondo a pasta filata, caratteristica più comune nei formaggi vaccini come la mozzarella; una caratteristica che testimonia l’antica tradizione e il legame con le produzioni artigianali.
E’ prodotto con latte crudo di pecora di razza Valle del Belice, razza autoctona siciliana ed ha una forma tipicamente piatta e tondeggiante, simile a una focaccia, da cui prende il nome “vastedda” (che in dialetto siciliano significa “focaccia”). Il sapore è delicato e leggermente acidulo, fresco e non eccessivamente salato. Viene consumato fresco, di solito entro pochi giorni dalla produzione.
Si abbina alla grande con i vini bianchi siciliani, come il Grillo o l’Inzolia, ed è spesso servito in piatti freschi o accompagnato da olio extravergine d’oliva e pomodori.
Il Pecorino siciliano
Eccoci al cospetto di un altro dei formaggi più antichi d’Italia. Il Pecorino Siciliano prodotto esclusivamente con latte di pecora intero e crudo. La sua forma è cilindrica mentre la crosta è dura e rugosa di colore giallo. La pasta interna è compatta e bianca, con qualche occhiatura. Il sapore varia con la stagionatura: quando è giovane, è delicato e leggermente dolce, mentre con il tempo diventa più saporito e piccante. Può essere consumato fresco o stagionato per diversi mesi.
La versione più stagionata è spesso grattugiata come condimento per piatti siciliani tradizionali. Perfetto da gustare da solo o in ricette come la pasta alla norma è tradizionalmente accompagnato da vini rossi siciliani come il Nero d’Avola.
Il Provolone del Monaco
Formaggio campano il cui curioso nome deriva dai pastori che per venderlo a Napoli, si coprivano con mantelli simili a quelli dei monaci per proteggersi dal freddo durante il viaggio. che prodotto principalmente nella zona dei Monti Lattari, in provincia di Napoli. Lo si ottiene da latte crudo di vacca, prevalentemente della razza Agerolese, un’autoctona della zona.
Ha una forma a pera o a cilindro, con una crosta sottile, giallognola e rugosa. La pasta interna è compatta, di colore paglierino, con una leggera occhiatura. In bocca il suo sapore varia con la stagionatura, da dolce e delicato a sapido e leggermente piccante nelle versioni più stagionate, che possono durare fino a 18 mesi. Deve essere stagionato per almeno 6 mesi per ottenere la Dop, ma può essere lasciato riposare anche per periodi più lunghi, acquisendo un sapore più deciso.
Si abbina bene a vini campani come il Fiano di Avellino o il Greco di Tufo ed è utilizzato in molte ricette locali.
Ott 2, 2024 | Enogastronomia, Territori
Raramente quello che si presenta nel piatto è solamente cibo. Spesso, riassume invece una filosofia, una storia e un’idea che guadagnano un sapore e una forma nel momento in cui vengono servite.
La vera filosofia del chilometro zero
È ciò che accade, ad esempio, in occasione di eventi culinari come l’Eggentaler Erntedank Kuchl o Pranzo del Ringraziamento della Val d’Ega (Bolzano), un’esperienza unica e sostenibile che mette in risalto la cucina regionale.
Domenica 6 ottobre 2024, al Bewaller Hof di Ega, sarà possibile accomodarsi a una tavola che propone un pranzo esclusivo, frutto della creatività e della tecnica dei rinomati chef Kurt Resch, Reinhard Daverda e Philip Lochmann, ma anche di quella dinamica di cooperazione che sta alla base di “Eggental Taste Local”, recentemente premiato con il riconoscimento “Il turismo incontra l’agricoltura” della provincia di Bolzano e del Land Tirolo.
Un progetto di successo
Lanciato nel 2022, il progetto mira a promuovere e rafforzare la cooperazione tra agricoltori e ristoratori/albergatori di tutta la Val d’Ega, attraverso la vendita da parte dei produttori dell’intero raccolto di ortaggi e delle uova direttamente agli hotel e ai ristoranti dell’area, con particolare attenzione allo scambio trasparente tra i settori, nonché alla disponibilità a collaborare e alla presa di coscienza delle esigenze di tutti gli attori della filiera.
Utilizzando il 99% degli ingredienti provenienti dai contadini partecipanti a “Eggental Taste Local” e contando sull’eccellenza di chef stellati, l’Eggentaler Erntedank Kuchl è proposto al prezzo contenuto di 70 euro a persona, per dimostrare che la cucina regionale è alla portata di tutte le tasche e che non è necessario abbassare il livello della qualità (e dei costi) per mantenere cifre abbordabili.
A completare il menu di questa immersione nella tradizione enogastronomica della Val d’Ega, i vini delle aziende vinicole Pitzner e Gojer ed un accompagnamento all’insegna del jazz nell’atmosfera mozzafiato del Bewaller Hof
Ott 2, 2024 | Territori, Territori
La più grande caccia al tesoro diffusa torna in 100 borghi certificati con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per permettere a tutti di scoprire storie, persone, monumenti e tante curiosità custodite nei piccoli borghi dell’entroterra del nostro Paese.
La data da segnare in calendario per poter far parte della più grande caccia al tesoro in contemporanea mai vista in Italia è domenica 6 ottobre, quando andrà in scena la Caccia ai Tesori Arancioni, l’iniziativa del Touring Club Italiano che invita a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra del nostro Paese, attraverso percorsi unici che si snodano nel cuore dei borghi certificati con la Bandiera Arancione.
Soave, vista dal castello. Foto Luca Santes
5 anni di “caccia al tesoro”
“Ventisei anni fa – afferma Giulio Lattanzi, Direttore Generale di Touring Club Italiano- in collaborazione con Regione Liguria, ideammo l’iniziativa Bandiere Arancioni, la prima in Italia ad essere totalmente dedicata ai piccoli centri delle aree interne. Da allora la nostra Fondazione non ha mai smesso di porre un’attenzione speciale ai borghi, dedicandosi alla loro cura, tutela e valorizzazione e questo è un appuntamento importante per conoscere e vivere alcuni dei borghi più interessanti e, spesso, meno conosciuti”.
“È qui, nei borghi, che si trova l’anima, l’essenza dell’Italia – sostiene la Ministra al Turismo Daniela Garnero Santanchè – realtà piccole ma preziose, che costituiscono il più genuino patrimonio storico, culturale e identitario della nostra Nazione. È viaggiando, visitando e vivendo questi luoghi, culle e custodi di tradizioni ed eccellenze manifatturiere ed enogastronomiche, che si può iniziare a scoprire l’Italia più nascosta e più autentica.”
Arrivata alla sua quinta edizione, la Caccia ai Tesori Arancioni coinvolge 100 comuni in tutta Italia – da nord a sud – pronti ad accogliere migliaia di visitatori in un percorso a sei tappe che svela la più profonda e autentica identità del territorio e delle comunità che lo abitano.
Il programma, ogni anno sempre più ricco, prevede diversi filoni tematici scelti dai borghi per permettere di conoscere, in modo inusuale e divertente, il proprio comune: musicale – con tappe legate alla tradizione musicale del luogo – enogastronomico – per assaggiare le specialità che lo rendono un unicum – e in costume d’epoca e tradizionale, per rievocare e rivivere storie locali.
Rocca di San Leo. Foto Adriano Gattomi
Tanti appuntamenti e tutti da non perdere
Tra gli appuntamenti da non perdere c’è la Caccia Ape Limited Edition di Vallebona (IM) – incentrata sulle Apecar, simbolo del borgo, con alcune tappe in cui cimentarsi nel dialetto locale. Quella a tema “Luna Park Vintage” di Vicopisano (PI), dove ogni punto sarà animato con giocolieri, domatori, imbonitori e saltimbanchi che coinvolgeranno i partecipanti in prove di abilità e prestigio.
A Visso (MC), invece, i componenti dell’Associazione del “Torneo Delle Guaite”, rigorosamente in abiti d’epoca, offriranno prodotti tipici del territorio e accompagneranno i visitatori alla riscoperta di un borgo e di una popolazione che – a seguito del terremoto del 2016 – ha subito gravi danni, ma non si è mai arresa.
In alcune località, inoltre, sarà possibile ascoltare le storie di vita del paese, di personaggi che vi hanno vissuto e di curiosi aneddoti, raccontati direttamente dagli abitanti del luogo. Una novità di questa edizione pensata per rendere l’esperienza di scoperta del borgo ancora più autentica e immersiva.
Partecipare è semplice: basta iscrivere la propria squadra su tesori.bandierearancioni.it, per vivere un viaggio unico, ispirato dalla visione che da sempre contraddistingue il Touring Club Italiano: riscoperta e valorizzazione dell’inestimabile patrimonio italiano, da tutelare e promuovere.
La Caccia ai Tesori Arancioni è aperta a tutti, bambini e adulti, ed è richiesta una donazione che andrà a sostenere i progetti del Touring Club Italiano, così da permettere alla Fondazione di continuare a prendersi cura dei piccoli centri delle aree interne del nostro Paese, valorizzandoli e accompagnandoli nel loro processo di rigenerazione.
Inoltre i partecipanti, al momento dell’iscrizione, potranno scaricare gratuitamente, dall’APP “Touring in Viaggio”, la nuovissima edizione della guida Borghi da vivere 2024 in formato e-book.
Le bandiere arancioni
Le Bandiere Arancioni sono borghi dove la qualità dell’accoglienza, la sostenibilità ambientale, la tutela del patrimonio artistico e culturale si uniscono per regalare un’esperienza di viaggio autentica.
Piccoli centri che accolgono i viaggiatori grazie a comunità ospitali che, con impegno ed entusiasmo, mantengono vive le tradizioni, tutelano il patrimonio locale e animano i territori attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni. Le Bandiere Arancioni oggi sono 285 e rappresentano l’8% delle oltre 3.500 candidature analizzate. Per conoscere tutti i borghi certificati con approfondimenti sulle principali caratteristiche di ognuno, visitate il sito bandierearancioni.it
Set 30, 2024 | Territori, Territori
Quattro giorni di escursioni a piedi e in bicicletta, passeggiate e spettacoli nei suggestivi centri storici e nell’ambiente naturale degli otto comuni friulani del Distretto del Commercio Terre Tagliamento, alla scoperta delle voci, dei suoni, dei sapori e delle storie di questo territorio.
Dal 3 al 6 ottobre 2024 torna il Terre Tagliamento Festival, arrivato alla seconda edizione, che anche quest’anno “saltellerà” come un anfibio tra i borghi del sanvitese sulla riva destra del Tagliamento, accompagnando il pubblico in luoghi suggestivi e significativi per la storia, la tradizione e il commercio locale.
Il festival che racconta il Friuli
Gli spettacoli vedranno la partecipazione di eccellenze del mondo culturale e teatrale friulano, come gli artisti della compagnia La Radice Selvatica, Molino Rosenkranz e il duo Nicoletta Oscuro e Matteo Sgobino. A far loro da filo conduttore grandi e piccole storie di personalità e luoghi del Friuli e del Tagliamento.
Non mancheranno proposte da fuori regione, come il nuovo spettacolo dedicato a Pier Paolo Pasolini di Massimo Zamboni, una prima nazionale al Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento firmata dal celebre fondatore di CCCP e CSI.
Al Teatro di Casarsa della Delizia spazio all’intrigo di invenzioni e narrazioni dell’Orlando Furioso grazie alla viva voce di Roberto Mercadini, i monologhi del quale hanno riempito i teatri di tutta Italia e raggiunto la viralità su Youtube. Ancora l’arte della narrazione all’Auditorium di Sesto al Reghena con il racconto delle più grandi e bizzarre menti letterarie nello spettacolo La strategia dell’ostrica di Claudio Morici, grande divulgatore, tanto sul web e TV che a teatro, di biografie che spesso dal tragico sfociano nel comico. Un tocco di musica al femminile con MadEmoiselles Sarabande, duo pianistico a quattro mani che interpreta i grandi classici e composizioni contemporanee con leggerezza, semplicità̀ e piccoli aneddoti scanzonati.
Castello Valvasone Arzene
A spasso fra alcuni dei paesi più belli d’Italia
Le passeggiate a piedi permetteranno di scoprire gli angoli nascosti e le realtà economiche che tengono vivi i centri storici di borghi tra “i Più Belli d’Italia” come Cordovado, Valvasone e Sesto al Reghena, e comuni “Bandiera Arancione” del Touring Club come San Vito al Tagliamento; mentre le escursioni in bicicletta esploreranno le frazioni, i vigneti e gli argini naturali del Tagliamento, con un’attenzione anche per l’accessibilità rivolta alle disabilità nella mattinata della domenica. Non mancherà l’attenzione ai più giovani e alla famiglie con la caccia al tesoro medievale di Valvasone Arzene.
Gli eventi culturali saranno anche l’occasione per vivere le strade e le piazze degli otto comuni del Distretto del Commercio.
La novità di questa edizione è infatti l’integrazione con la rete di attività locali che, oltre ad essere interessati da passeggiate e attività cittadine, saranno parte attiva con proposte, decorazioni e promozioni. Verranno organizzati aperitivi e degustazioni in concomitanza degli eventi in programma e sarà possibile gustare menù convenzionati dedicati al festival, un evento che nei giorni della manifestazione diventa vetrina delle specialità enogastronomiche locali.
Ogni comune del distretto Terre del Tagliamento ha una storia unica, spesso legata alla viticoltura, a castelli medievali o a abbazie antiche, offrendo così una vasta gamma di esperienze autentiche lontane dai percorsi turistici più affollati.
Ad esempio, i borghi medievali come Valvasone Arzene e Cordovado sono noti per la loro architettura storica, mentre i paesaggi del fiume Tagliamento, uno degli ultimi grandi fiumi d’Europa che mantiene un corso naturale incontaminato, rappresentano una meta perfetta per chi cerca escursioni in natura.
Gli otto comuni del distretto sono: Casarsa della Delizia, Cordovado, Morsano al Tagliamento, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena e Valvasone Arzene
La rana simbolo del Tagliamento
Tagliamento: il fiume “selvaggio”
Il simbolo del progetto Terre del Tagliamento è la rana rossa di Lataste, un piccolo anfibio autoctono dal corpo snello e affusolato, con una colorazione marrone-rossiccia. L’anfibio che vive principalmente nelle aree umide e boschive, spesso in prossimità di fiumi, torrenti e zone alluvionali rappresenta l’identità dell’area del fiume dove trova rifugio tra la vegetazione e acqua.
Il Tagliamento vale la pena di essere conosciuto meglio perché è uno dei fiumi più importanti e affascinanti d’Italia, spesso considerato l’ultimo fiume alpino a regime fluviale naturale in Europa.
Questo corso d’acqua attraversa il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, con una lunghezza di circa 170 chilometri, e la sua sorgente si trova a Passo della Mauria, nelle Alpi Carniche, mentre sfocia nel Mar Adriatico vicino a Lignano Sabbiadoro.