Un autunno dal sapore di vino in Alto Adige

Un autunno dal sapore di vino in Alto Adige

Si preannuncia un autunno ricco di eventi quello di Tirolo, il pittoresco borgo in Alto Adige che sovrasta la città di Merano con il suo antico e imponente maniero.
Protagonista indiscusso sarà il vino e la cultura legata ad esso, motivo per cui il titolo della manifestazione che racchiude tutti gli appuntamenti in programma tra settembre e ottobre, è “VinoCulti”.


S’inizia per “Vini culti” con Jazz&Bubbles

Il vino per due mesi (settembre e ottobre) sarà quindi il cardine di numerosi momenti interessanti e spassosi allo stesso tempo, con esperienze enologiche, cultura e gusto al primo posto. Il territorio offrirà affascinanti spaccati della viticoltura altoatesina, tour del gusto tra le cantine locali e appassionanti itinerari alla scoperta della cultura enologica di Tirolo, una delle aree a vocazione vinicola più antiche dell’Alto Adige.

Uno degli eventi previsti per VinoCulti sarà Jazz&Bubbles il 29 settembre dalle 18 alle 21: la Passeggiata Falkner a sud di Tirolo diventerà per l’occasione la prima promenade dello spumante dell’Alto Adige, celebrando così i suoi 50 anni di percorso panoramico tra cipressi, olivi e vitigni fino a Via del Castello.
Jazz&Bubbles prevede suggestiva musica jazz e momenti di gusto, da vivere proiettando lo sguardo sull’incantevole vista su Merano e i suoi dintorni. La serata darà anche la possibilità di conoscere più da vicino i produttori di spumante altoatesini e di imparare interessanti curiosità sulla produzione dei nobili vini altoatesini

Südtirol. Foto Frieder Blikle

“Sulle tracce del vino” al venerdì

Alla seconda edizione l’appuntamento in lingua tedesca “Sulle tracce del vino”, che si terrà nei venerdì 29 settembre13 e 27 ottobre: un percorso a piedi che parte da Castel Torre fino a Tirolo, con tappe nei castelli e nei masi del territorio, dove si assaggia vino pregiato.
Ad accompagnare gli ospiti in questo tour, due simpatici viticoltori locali che offriranno interessanti spunti di riflessione sulla viticoltura del posto e racconti su aneddoti curiosi.
Questa passeggiata enologica, della durata di circa 3 ore, si snoda attraverso un paesaggio dai colori autunnali senza eguali, che emozionerà i partecipanti, i quali saranno anche deliziati da una tipica merenda altoatesina e dalle degustazioni di vini locali a Castel Thurnstein (Castel Torre), Castel Tirolo, al maso Sandgruberhof e a Castel Brunnenburg (Castel Fontana).

La quota di partecipazione è di 25 € a persona, tutto compreso. Su richiestaanche in lingua italiana.

La grande festa finale a Tirolo

Domenica 22 ottobredalle 11.30 alle 16 si terrà la Festa della Via del Castello: musica dal vivo, cori, stand di varie associazioni con prelibatezze gastronomiche tipiche dell’Alto Adige, come la zuppa di castagne, le costine di maiale con insalata di cavoli, il gulasch con canederli, le Strauben (le caratteristiche frittelle tirolesi a forma di chiocciola) saranno disseminati tra il centro di Tirolo e la Via che porta a Castel Tirolo

Transumanza: grande successo a Bressanvido (VI) per l’arrivo di 600 bovini dall’alta montagna

Transumanza: grande successo a Bressanvido (VI) per l’arrivo di 600 bovini dall’alta montagna

È tempo per le mandrie di fare ritorno a casa dopo tre mesi negli alpeggi di alta quota.
Feste e manifestazioni celebrano la fine di un lavoro significativo a salvaguardia del territorio e della vita degli allevatori come vi abbiamo raccontato ieri .
È quanto avvenuto ieri anche alla Festa della Transumanza di Bressanvido in provincia di Vicenza, dove, nell’ambito di un evento più corale “Transumando: vieni, scopri e gusta”, nato dalla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Pro Loco di Bressanvido e Latterie Vicentine, si festeggia il rientro nelle stalle della Transumanza verticale più lunga d’Italia, giunta, quest’anno, alla sua 25^ edizione.


Grande successo per la transumanza verticale più lunga d’Italia

L’arrivo di 600 capi di bestiame, dopo un percorso di circa 80 chilometri e 3 giorni di cammino si tramuta in un momento di aggregazione che coinvolge tutta la comunità e che ogni anno richiama nel Comune di Bressanvido oltre 20.000 persone.
In programma anche quest’anno c’è stato il taglio della forma di formaggio Asiago DOP più grande d’Italia, risultato del lavoro di ben 11 casari e dell’utilizzo di 11.000 litri di latte delle malghe di montagna dell’Altopiano dei Sette Comuni.

La Festa della Transumanza di Bressanvido è un esempio di come questa antica usanza contadina assuma oggi un carattere di spettacolarità, attirando a sé anche un turismo gastronomico.
Secondo la cooperazione lattiero casearia, oltre a essere un’occasione di promozione del territorio, è un’opportunità per preservare le aree montane e valorizzare le produzioni che risultano essere sempre più in sofferenza.

Le vie della transumanza sono infinite

Le vie della transumanza sono infinite

Sono cruciali per la difesa del patrimonio culturale e paesaggistico italiano, ma rappresentano anche uno strumento di sviluppo in ambito turistico sostenibile.
Da nord a sud, sentieri e tratturi puntellano il paesaggio italiano: sono i percorsi lungo i quali, stagione dopo stagione, gli animali e i pastori si spostano, in primavera per raggiungere i pascoli e in autunno per far ritorno verso le stalle.
La transumanza rappresenta una tradizione e una forma di cultura antichissima, ma non solo: è una pratica attuale, che molti pastori in tutta la penisola continuano a svolgere.
La cura delle vie della transumanza, che oggi in parte versano in stato di abbandono, non può più attendere: per questo motivo a Cheese, dove è stato presentato il manifesto Salviamo i prati stabili, i pascoli e i pastori, si accende la luce sull’importanza della loro salvaguardia.


Una necessità per l’allevamento, un’opportunità per l’economia

«La transumanza è legata al sistema dell’alpeggio» spiega Carlo Mazzoleni, dello Storico Ribelle, Presidio Slow Food e formaggio simbolo di resistenza nelle sulle Prealpi Orobie. Alla fine della primavera, i pastori lasciano le stalle del fondovalle, a circa duecento metri di quota, per portare gli animali in quote anche superiori ai duemila metri. La transumanza può durare da due o tre giorni fino a una settimana ed è importante per diversi motivi: «Le tappe a media quota, ad altitudini dove protagonista è il bosco, sono fondamentali per conservare i prati ed evitare che vengano inghiottiti dalla vegetazione, ma anche per gli animali che hanno necessità di adattarsi al cambio di alimentazione rispetto alla stalla» aggiunge Mazzoleni.


La transumanza, orizzontale o verticale

La transumanza può essere verticale od orizzontale: la prima, diffusa perlopiù al nord, prevede lo spostamento di greggi e mandrie nei territori montani; la seconda, maggiormente caratteristica delle zone mediterranee, consiste nella migrazione del bestiame nelle regioni pianeggianti. Le difficoltà, però, sono uguali per tutti: «Tanti sentieri sono stati abbandonati e muoversi sull’asfalto è pericoloso – aggiunge Mazzoleni –. In alcuni casi è anche vietato: capita, alle volte, che giungano lamentele e diffide per via della sporcizia e delle deiezioni degli animali lungo le strade. Ci si lamenta che si perdono le tradizioni, ma poi si protesta per queste ragioni. Credo che la transumanza possa, invece, essere vista come ricchezza e risorsa, vivendola con orgoglio e senso di appartenenza al territorio».
Seicento chilometri più a sud, ad Anversa dei Abruzzi nell’aquilano, vive Viola Marcelli, agronoma esperta in zootecnia e proprietaria dell’agriturismo La porta dei parchi. Ogni estate porta le sue pecore fino a duemila metri di quota: «La gioia della transumanza consiste nel sapere di fare un percorso positivo sia per gli animali sia per l’ambiente, perché in questo modo si dà la possibilità ai prati di rigenerarsi». Le difficoltà, invece, «sono legate alla scarsa manutenzione dei sentieri e degli alpeggi nei quali i pastori trascorrono l’estate. Sono quarant’anni che facciamo la transumanza, ma nonostante questo non abbiamo mai avuto un punto di contatto, un riconoscimento da parte delle istituzioni».
Oltre alle sue pecore, alla transumanza prendono parte anche i turisti interessati a vivere un’esperienza unica: «La prima volta è stata nel 2000 – ricorda – con un gruppo di ospiti tedeschi in agriturismo. Ci chiesero se fosse possibile fare un pezzo di strada con noi e gli animali: notando l’interesse delle persone nel riscoprire questa pratica, abbiamo capito che la cosa giusta da fare era renderla accessibile».


Un bene diventato patrimonio Unesco

L’11 dicembre 2019 le vie della transumanza hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unesco: «Un ottimo punto di partenza per diffondere alle nuove generazioni un’attività della tradizione – dice Nicola di Niro, direttore dell’agenzia di sviluppo Asvir Moligal –. La transumanza è un’esperienza inimmaginabile, perché unisce i territori, i borghi e costituisce una rete molto estesa di strade viarie».
Proprio della valorizzazione della tradizione della transumanza, tra le altre cose, si sta occupando il Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA), con il progetto dedicato alla regione Basilicata, promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (Icpi) e finanziato dal Pon (Programma Operativo Nazionale) Cultura e Sviluppo, di cui Slow Food è partner. «All’interno dell’Icpi – spiega il direttore Leandro Ventura – è attivo un laboratorio permanente sul paesaggio per documentare e studiare le trasformazioni connesse alle attività legate a patrimoni come la pastorizia, le pratiche agricole e l’architettura rurale». Da questo punto di vista, il territorio lucano ha una lunghissima tradizione legata alla pratica della transumanza: un rituale dal quale nascono prodotti alimentari straordinari, ricchi di biodiversità, come caciocavalli e scamorze.


Transumanza: da nord a sud

In Italia è possibile seguire la transumanza in Val d’Aosta dove le greggi di pecore e mucche sono in movimento verso le aree di più bassa quota; in Toscana nelle zone del Casentino e della Maremma; in Sardegna dove le greggi di pecore vengono spesso spostate tra le zone di montagna e le pianure costiere ma soprattutto per vivere la transumanza vale la pena spostarsi in Abruzzo che è decisamente la regione italiana con la più llunga tradizione di transumanza.
Qui è una pratica tradizionale che si “celebra” da secoli.
Uno dei percorsi di transumanza più noti è il “Tratturo Magno” o “Tratturo L’Aquila-Foggia”, che è uno dei più lunghi d’Europa. Trattasi di un meraviglioso percorso storico che attraversa tutto l’Abruzzo, collegando la città di L’Aquila con la Puglia settentrionale. 

 

 

Mauritius, Il ritmo delle vacanze

Mauritius, Il ritmo delle vacanze

Nato dai canti degli schiavi ma ancora molto amato e in continua evoluzione, il tradizionale Sega Tipik è uno spettacolo da non perdere a Mauritius:
Con pochi e semplici strumenti, a cui si accompagnano canti talvolta improvvisati ed eleganti movimenti, si raccontano storie di vita creola in un ritmato tripudio di colori, che trasmette a chi assiste un’incredibile sensazione al contempo allegra ed energica.

Travolti dai ritmi creoli

Nonostante i testi non siano sempre spensierati, il ritmo crescente e gli abiti freschi dai toni vivaci, che amplificano le movenze dei balli, hanno un effetto piacevolmente travolgente che si propaga nell’ambiente circostante.
La base musicale è scandita dal suono del ravanne, un tradizionale strumento a percussione fatto di pelle di capra e corde tese attorno a un telaio rotondo. La pelle deve essere riscaldata (infatti spesso si suona attorno a un falò) e va colpita con diverse parti della mano per ottenere il caratteristico ritmo echeggiante. Al ravanne si uniscono anche il maravanne (uno strumento di forma rettangolare e piatto, ricavato dalla canna da zucchero essiccata) e il triangolo. Alcuni credono che il ravanne abbia qualità spirituali e poteri curativi perché le sue vibrazioni possono risintonizzare il nostro corpo sulla sua “frequenza naturale”.
I testi sono in creolo e raccontano di amori o piccole sfide quotidiane, mentre i balli sinuosi e ritmati sono un invito a lasciarsi andare dimenticando le preoccupazioni. Le lunghe gonne colorate per le donne, pantaloni arrotolati e cappelli di paglia per gli uomini vivacizzano ulteriormente l’atmosfera di questa antica tradizione che in origine avevo lo scopo di regalare qualche momento di svago.

Una cultura patrimonio Unesco

Questa ricchissima eredità culturale, simbolo di unione e multiculturalità, è stata inserita dall’Unesco nella lista dei patrimoni immateriali.
La tradizione viene infatti tramandata e continua a evolversi ancora oggi, con giovani artisti che si dedicano allo studio di questi strumenti, canti e danze, ricreandoli anche con nuove formule come ad esempio il Seggae, una fusione tra Sega e Reggae.
Per chi lo desidera, non mancano le occasioni per accingersi a scoprire il Sega: è possibile prendere lezioni di danza o di ravanne, lasciarsi coinvolgere in uno spettacolo (ogni resort ha in calendario diversi appuntamenti dedicati) ed è anche possibile acquistare un ravanne o qualche CD di artisti contemporanei.

Trentodoc Festival. Tre giorni dedicati alle bollicine di montagna

Trentodoc Festival. Tre giorni dedicati alle bollicine di montagna

Dal 22 al 24 settembre 2023 la città di Trento e il territorio trentino ospitano la seconda edizione di Trentodoc Festival. Un’occasione inedita per scoprire e approfondire la conoscenza di uno dei prodotti eccellenti del Trentino.
Le strade, le piazze e i palazzi della città di Trento ospiteranno incontri esclusivi e appuntamenti stimolanti dove sarà possibile, grazie a voci autorevoli e sguardi multidisciplinari, conoscere le bollicine di montagna nella loro veste più classica o in accompagnamento alle parole dell’arte, dell’ecologia, della letteratura e del design.


Un evento giovane ma di grande successo

Insieme alla città anche il territorio si prepara: le case spumantistiche aderenti contribuiranno ad arricchire il palinsesto organizzando esperienze ad hoc rivolte ai partecipanti al festival, proprio là, dove ha origine il prodotto, radicato nella propria storia.
Una magnifica occasione per un frizzante viaggio autunnale in cui bere bene, in cui stare bene c
on oltre 100 eventi e 60 ospiti.
Tre giorni per scoprire lo spumante metodo classico prodotto con sole uve trentine: degustazioni, talk e incontri con sommelier, chef, enologi e viticoltori che animeranno la città di Trento e le cantine del territorio. Da sottolineare che gli eventi a titolo gratuito del programma ora sono sold out, (è attiva la lista d’attesa.)


Orgoglio trentino la prima Doc di un metodo classico

Un lungo weekend che accende Trento e tutto il Trentino. Una festa che coinvolgerà addetti ai lavori, tanti ospiti e appassionati. Un palinsesto di incontri guidato dalle firme di Corriere della Sera, dedicato al mondo delle bollicine di montagna: talk, degustazioni ed eventi speciali, nei luoghi storici e nelle cantine del territorio.
Trentodoc è l’espressione di una terra di montagna, il Trentino, che presenta le condizioni geoclimatiche ideali per la produzione di bollicine di eccellenza.
Prima D.O.C. in Italia assegnata ad un metodo classico, vanta una storia lunga più di centoventi anni. Oggi le case spumantistiche sono sessantasette: grandi e piccole realtà che propongono circa duecentoventi etichette pregiate, ciascuna con le proprie peculiarità e con un unico comun denominatore: la qualità.


Crescono anno dopo anno le bollicine di montagna

Il territorio, le Dolomiti – Patrimonio dell’Umanità, l’esperienza e l’abilità delle cantine associate, insieme al disciplinare, consegnano nel calice un vino unico, fresco ed elegante.
Il marchio collettivo territoriale è riportato su ogni bottiglia e vuol ricordare con la grafica delle due “O” il gesto del remuage, tipico del metodo di produzione.
L’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc conferma la crescita delle bollicine di montagna anche per il 2022, sia a valore che a volume.
Dopo l’impennata avvenuta nel corso del biennio 2020-2021, dovuta alla pandemia, il volume di affari del comparto ha continuato a consolidarsi, raggiungendo 13 milioni di bottiglie vendute e un fatturato complessivo di circa 180 milioni di euro.
“I dati dimostrano lo stato di ottima salute della produzione Trentodoc, che continua il suo percorso di crescita sul mercato nazionale in primis, e trova sempre più spazio in quello straniero” afferma il Presidente dell’Istituto Trento Doc, Enrico Zanoni.
La domanda di Trentodoc è incrementata complessivamente del 7%, confermando la rilevanza della denominazione che è apprezzata sempre di più sia del pubblico italiano che da quello americano e asiatico. Tra le tipologie preferite dai consumatori, in ascesa i Millesimati, che raggiungono il 12%.

Le vallate dove nascono le bollicine d’altura

Le bollicine di montagna nascono in sei distretti: Trento e Valle dell’Adige, Rovereto e Vallagarina, Valle dei Laghi e Alto Garda, Valsugana, Val di Cembra e Piana Rotaliana.
77 eventi che si terranno durante tutto il week end (22-24 settembre).
Un anno fa la prima edizione, nata come formula per «attrarre pubblico anche nelle piccole aziende e far conoscere ogni distretto produttivo», dice Carlo Moser, dal 2011 vice presidente dell’Istituto Trento Doc.
Una formula di successo. «Tutto sold out. E per questo nuovo capitolo le aziende si sono preparate proponendo format strutturati. Alle degustazioni si è aggiunto l’intrattenimento. Musica, arte, gastronomia, attività sportive e mini corsi per educare alla conoscenza delle cantine».
Moser stesso aprirà Maso Warth l’antica dimora vescovile dove la famiglia Moser ha spostato la sua attività (da Palù di Giovo) all’inizio del nuovo millennio.
Un luogo dove gli appassionati di ciclismo possono ammirare le biciclette usate in carriera dal padre Francesco, compresa quella con cui realizzò il record dell’ora (1984, Città del Messico). A quella vittoria, l’azienda ha dedicato il Trentodoc più prestigioso, porta un numero che resta nella storia: 51,151.

 

Amerino Tipico Festival 2023. I sapori dell’Umbria in passarella

Amerino Tipico Festival 2023. I sapori dell’Umbria in passarella

Si avvicina ad Amelia (Terni) l’atteso appuntamento con la prima edizione di “Amerino Tipico Festival”, che nel fine settimana di sabato 23 e domenica 24 settembre 2023 condurrà i partecipanti alla scoperta del paesaggio rurale e dei prodotti agroalimentari tipici del territorio dell’Amerino, comprendente 11 comuni della provincia di Terni nell’Umbria sud-occidentale. 

Veduta di Amelia

La festa dei prodotti dell’Amerino

Dopo l’inaugurazione del festival con la presentazione del Patto del cibo dell’Amerino e del Distretto del cibo “Amerino Tipico e il convegno scientifico sul tema “Olio, Vino, Paesaggio, Frutti Antichi”, il cartellone di eventi proseguirà con una serie di appuntamenti focalizzati sulle esperienze del cibo e sull’approfondimento conoscitivo dei prodotti tipici dell’Amerino, che traggono la loro unicità dalle caratteristiche peculiari di questa zona appartata dell’Umbria meridionale.
Si comincerà alle ore 15 nella Pinacoteca di Amelia con la degustazione guidata di salumi a cura di Onas (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Salumi), seguita alle ore 16 presso il Museo Civico Archeologico di Amelia, sala del Germanico, dall’esperienza di degustazione di Olio e.v.o. condotta da Federica Battaglini, sommelier dell’AISO (Associazione Italiana Sommelier dell’Olio), focalizzata sulla Dop Colli Amerini, che contrassegna un olio di qualità superiore, con profilo aromatico intenso, ricavato dalle varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo, Dolce Agogia e Dolce Raggia, coltivate su pendii soleggiati e terreni argillosi, capaci di favore una maturazione lenta e completa dell’oliva, e sulla monocultivar Rajoolio e.v.o. rientrante nella Dop Colli Amerini prodotti dalla rara varietà denominata Rajo, di cui si trovano nel territorio amerino parecchi esemplari plurisecolari, con età variabile tra i 400 e i 600 anni.

Amelia

Sempre alle ore 16.00, presso la Pinacoteca, sarà protagonista di un incontro di degustazione la Fava Cottòra, Presidio Slow Food dell’Umbria, un ecotipo di legume, molto resistente, ancora coltivato su una superficie di 8 ettari nei comuni di Amelia e Guardea, mentre alle ore 17, nella Sala del Germanico, si avrà modo di partecipare a un percorso di degustazione del tartufo a cura di Brina Tartufi. Il pomeriggio all’insegna dei prodotti tipici si concluderà alle ore 18 in Pinacoteca con l’esperienza di degustazione dei formaggi guidata dal Maestro Assaggiatore Claudio Spallaccia a cura di ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi).


Olio evo, salumi, tartufi e formaggi: un quartetto di successo per quattro tour da provare

La giornata di domenica 24 settembre sarà scandita dai tre tour guidati alla scoperta del vino, dell’olio e dei sapori che costituiscono l’essenza del territorio dell’Amerino, oltre a un quarto tour incentrato sulla conoscenza del paesaggio e del cibo attraverso l’arte e la teatralità, tutti effettuati tramite servizio di bus navetta e con punto di ritrovo dei partecipanti alle ore 9 presso il Chiostro di San Francesco, dove si terrà la presentazione della mostra dei produttori, allestita nel chiostro dalle ore 10 alle 19 in entrambe le giornate del festival, e degli itinerari, la cui partenza è prevista alle ore 10.
 
Questo i quattro tour in programma:

Il tour dell’Olio
 condurrà i partecipanti, durante la mattinata, a scoprire gli ulivi secolari della varietà Rajo in località Montecampano, dove si potrà ammirare una distesa di oltre 300 esemplari, con chiome imponenti e una grande circonferenza del tronco, stimati tra i 400 e i 600 anni di età, per poi visitare l’antico frantoio, l’azienda agricolaL’Oliveto e il Frantoio Suatoni.
Al pomeriggio, dalle ore 15 alle 19, il percorso delle eccellenze olearie proseguirà con la sosta a Lugnano in Teverina dove ha sede la Collezione Mondiale di Ulivi Olea Mundi”, un vero tempio naturalistico con oltre 1.200 ulivi provenienti da 23 diversi Paesi olivicoli del Mediterraneo, Medio Oriente e delle nuove aree di coltivazione. Il tour proseguirà alla volta di Montecchio, dove si visiterà il Frantoio Ricci, con la possibilità di degustare l’olio Dop Colli Orvietani Monocultivar Moraiolo e si concluderà tra Lugnano e Porchiano presso l’agriturismo San Valentino, base perfetta per le escursioni alla ricerca dei Patriarchi dell’Amerino di Rajo e Moraiolo.

 

Il tour del Vino
 sarà incentrato sulla scoperta dei luoghi di produzione dei vini rientranti nella DOC Amelia, creata nel 1989 per tutelare e valorizzare la produzione vinicola da vitigni autoctoni dell’Amerino e dell’Umbria meridionale, in particolare Ciliegiolo, Grechetto, Malvasia e Sangiovese, che hanno trovato in quest’area così peculiare, la collocazione ideale per esprimere al massimo la loro potenzialità. In mattinata il tour toccherà le cantine Zanchi di Amelia, importante realtà imprenditoriale che nel 2008, in collaborazione con la facoltà di Agraria di Perugia, ha impiantato un vigneto sperimentale per il recupero e la valorizzazione dei vitigni minori del territorio di Amelia come il Tostolello a bacca bianca, l’agriturismo Pizzogallo, ambientato in una storica Tenuta risalente al Seicento, affacciata sulle incantevoli colline dell’Amerino, e infine la cantina Sandonna, con sede nel comune di Giove, impegnata da anni nella promozione dei vini da vitigni autoctoni, in primis Grechetto e Ciliegiolo. Nel pomeriggio si visiterà la fattoria Le Poggette, che coltiva 18 ettari di vigneto tra i comuni di Montecastrilli e San Gemini.  

Un momento di Andante

Il tour Andanteperformance di teatro-canto in cammino nella natura, sarà condotto dai sei attori del Faber Teater – Verdecoprente Umbria Fest 2023, ideatori dello spettacolo itinerante Andante, progetto vincitore del bando ART-WAVES per la creatività, che accompagneranno i partecipanti in un vero e proprio viaggio di parole e di suoni, di passi e di pensieri, capace di immergere gli spettatori in un’esperienza di ascolto, di sguardi e di relazioni, e di coinvolgerli in un affascinante percorso di scoperta articolato tra campi, boschi e cortili, e segnato da un movimento continuo del corpo e dell’anima. Il percorso, che avrà come meta il convento della Santissima Annunziata, prevede nel pomeriggio, un itinerario delle eccellenze con la visita alle cantine Zanchi, che da cinquant’anni producono vini esclusivi da vitigni autoctoni nel pieno rispetto della biodiversità; e alla società agricola CasaRà.

La fava cottona, presidio Slow Food

L’ultimo dei quattro percorsi guidati è il tour dei sapori che nella mattinata, sempre dalle ore 10, porterà a conoscere le farine dell’Antico Granaio Poppi Gaudenzi ad Attigliano, dove si produce pasta artigianale utilizzando farine da grano Senatore Cappelli “non OGM” di produzione aziendale e servendosi per la macinazione di un piccolo mulino a pietra. Il pomeriggio prevede invece soste alla società agricola CasaRà e al Birrificio Amerino, entrambi con sede nel comune di Amelia, all’azienda agricola Tamburini, specializzata nell’allevamento suino e nella lavorazione delle carni di maiale, con produzione di salumi secondo una metodologia naturale, e alla fattoria Le Poggette.

Vitigno amerino

Fitto anche il calendario degli incontri pomeridiani, sempre all’insegna del territorio e dell’enogastronomia: alle ore 15, nella Sala del Germanico, ci sarà la degustazione di tartufo a cura di Brina Tartufi e alle ore 16, presso la Pinacoteca, la degustazione di formaggi guidata dal Maestro Assaggiatore Claudio Spallaccia a cura di Onaf. Si proseguirà alle ore 17 nella Sala del Germanico con l’incontro su Vini autoctoni e frutti antichi, con degustazione guidata da Giampaolo Gravina e Paolo Arice, e nello stesso orario, all’interno della Pinacoteca, con l’esperienza di assaggio della Fava Cottòra dell’Amerino, Presidio Slow Food Umbria.