Al ritmo della natura: viaggi responsabili alla scoperta dei parchi del Friuli Venezia Giulia

Al ritmo della natura: viaggi responsabili alla scoperta dei parchi del Friuli Venezia Giulia

Si può imparare di più nei boschi che dai libri: gli alberi, i sentieri, le rocce sono custodi di un’antica saggezza che affonda le radici nei secoli passati, con i rami protesi verso il futuro.
Un valore inestimabile racchiuso soprattutto nei parchi naturali, paradisi della
biodiversità: è a questi monumenti viventi che il 24 maggio è dedicata la Giornata Europea dei parchi, per ricordare il giorno in cui nel 1909 venne istituito in Svezia il primo parco nazionale del vecchio continente.
E se la natura ha tanto da insegnare a chi sa mettersi in ascolto, è fondamentale farlo in modo
rispettoso e a ritmo lento: entrando nei parchi naturali ci si rende conto di non essere protagonisti,
ma piuttosto ospiti di passaggio. Sono questi i valori dello slow travel e in vista di questa importante celebrazione vi proponiamo itinerari alla scoperta dei parchi e delle riserve del Friuli Venezia Giulia: una regione da vivere a 360° all’aria aperta, spaziando dalle alte vette alla costa, spostandosi tra le diverse
aree sosta per i camper che la punteggiano.

Viaggi slow travel in camper in Friuli Venezia Giulia

Per godere al massimo del viaggio, instaurando un circolo virtuoso con la destinazione stessa, è fondamentale essere consapevoli del proprio impatto individuale, soprattutto quando si attraversa o ci si avvicina alle aree naturali: come per ogni viaggio in camper, è importante parcheggiare in luoghi adatti e attrezzati, smaltire in modo corretto i propri rifiuti e adottare piccoli grandi accorgimenti come rallentare per risparmiare emissioni e allo stesso tempo assaporare appieno l’avventura on the road.
Seguendo queste utili dritte, ecco gli itinerari proposti che abbracciano l’arco alpino friulano da ovest a est per poi scendere lungo la pianura fino alle riserve costiere al sapore di salsedine.

Cima Urtisiel, Monfalconi di Montanaia. Cascata di Nuvole, photo Marco Milani

Parco delle dolomiti friulane: il paradiso dell’escursionismo

Il percorso in camper alla scoperta dei parchi della regione parte dal confine nord est del Friuli Venezia Giulia, col Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, il più vasto della regione e istituito nel 1996.
Considerato di grande interesse geologico, ambientale e naturalistico, il territorio è caratterizzato da un’anima selvaggia, particolarmente percettibile grazie all’assenza di strade asfaltate e di centri abitati.
È facile
incontrare gruppi di caprioli, camosci e cervi, vedere galli forcelli e galli cedroni o osservare giovani marmotte rincorrersi.
Per questi motivi, il parco è un paradiso per
l’escursionismo e il trekking, grazie anche alla rete di sentieri che si inerpicano sulle vette dolomitiche, patrimonio dell’Unesco.
Interessanti tappe all’interno del parco sono le impronte fossili di dinosauro a Casera Casavento, il curioso fenomeno erosivo dei libri di S. Daniele sul Monte Borgà che sembra composto da cataste di lastroni rocciosi sovrapposti, e la visita al Coronamento della Diga del Vajont, un’esperienza da vivere con rispetto.


Parco delle Prealpi Giulie: un gioiello ad alta quota

Spostandosi verso est, prendendosi il proprio tempo per attraversare l’ampio pianoro solcato dal fiume
Tagliamento, consigliamo di proseguire il viaggio itinerante verso il Parco naturale regionale delle Prealpi
Giulie.
Esteso poco meno di 100 km2, il parco include le
parti più elevate delle catene del Monte Plauris (m 1958),
dei Monti Musi (m 1869) e del Monte Canin (m 2587), in una zona dove entrano in contatto aree biogeografiche diverse che danno vita a una straordinaria biodiversità.
Oltre che da un punto di vista naturalistico, l’area del Parco riveste un grande interesse geologico, paesaggistico, con rocce scavate in giardini carsici e grotte, acque impetuose di forre e cascate, conche glaciali e faglie tettoniche, e storico culturale, grazie ai borghi rurali e al folklore delle comunità locali.
In occasione della Giornata Europea dei Parchi, il Parco delle Prealpi Giulie il 20 e il 21 maggio
ospiterà il Parkfest, momento di presentazione dei Parchi dell’Arco Alpino Orientale, delle loro caratteristiche e proposte con numerosi eventi dedicati a tutta la famiglia.

Isola della Cona, photo Francesco Marongiu

Riserve naturali lungo la costa: salsedine e laguna

Rotta poi verso sud per esplorare la lunga costa della regione. Passando da Udine, dal centro elegante e a misura d’uomo, da Palmanova, città fortezza a forma di stella a 9 punte, si percorre a bordo camper in direzione Trieste.
Alle porte di
questa città di frontiera e ai piedi del Castello di Miramare, si trova l’Area Marina Protetta di
Miramare, cuore di una Riserva di Biosfera riconosciuta dall’Unesco e prima area marina protetta ad essere istituita in Italia insieme a quella di Ustica nel 1986.
Una tappa per immergersi
letteralmente alla scoperta della biodiversità marino-costiera, grazie a diverse attività proposte come lo snorkeling e le gite in barca elettrica.
Si torna al volante risalendo il Golfo di Trieste verso la Riserva naturale Foce dell’Isonzo e Isola della Cona a Grado, caratterizzata da una zona palustre e depositi sabbiosi con numerosi habitat d’acqua salata, salmastra e dolce.
Una commistione fertile per la fauna legata agli ambienti umidi,
soprattutto per gli uccelli, con oltre 320 specie di migratori, svernanti e stazionari. Oltre al birdwatching, si può partecipare ad attività con i cavalli che vivono nella riserva, per esplorarla sperimentando un contatto ancora maggiore con la natura.
Spostandosi di qualche chilometro verso ovest e arrivando a Lignano Sabbiadoro, la maggiore destinazione balneare della regione, si possono prevedere alcune escursioni in barca alla scoperta di riserve naturali incontaminate: imbarcandosi dalla darsena lignanese, si potrà navigare sulle acque
salmastre della laguna di Marano per scoprire oasi di biodiversità come la Riserva naturale Foci dello
Stella, col suo microcosmo eccezionale dove acqua dolce, salmastra e marina si uniscono, e la Riserva Naturale Valle Canal Novo, paradiso del birdwatching dove si può camminare su passerelle di legno a filo d’acqua e avvistare specie come l’elegante cavaliere d’Italia e l’airone rosso.

Le top 10 immersioni subacque all’isola d’Elba

Le top 10 immersioni subacque all’isola d’Elba

Ben 147 chilometri di costa su acque limpide che custodiscono una biodiversità ricca e
variegata a diverse profondità: l’isola d’Elba è un vero e proprio paradiso per il diving con
tantissimi punti per le immersioni, dove ci si può lasciare avvolgere dall’acqua concentrandosi
sul respiro e sulle emozioni che solo il mare sa regalare.

Murena, foto Riccardo Buralli, diving elba

Isola d’Elba, un paradiso dentro il mare

Le acque dell’Elba sono particolarmente ricche di flora e di fauna già a basse profondità e
per questo è affascinante anche per i neofiti che si approcciano a questo sport.
Si possono
veder nuotare pesci come barracuda, dentici, ricciole, in scenari come le praterie di posidonia, franate rocciose e scogliere granitiche, punteggiate dai colori intensi di coralli e spugne.
È
possibile vedere anche cetacei, maestosi frequentatori di queste acque: l’Elba ha infatti una
grossa presenza di colonie stanziali e di migratori, tra delfini e balenottere.
Ad esempio, a
Sant’Andrea, la migrazione avviene a ridosso della scogliera, ad appena 50 metri dalla costa.

Gorgonie, foto di Riccardo Buralli, diving Elba

30 diving per scoprire il profondo blu

“Tutte queste meraviglie – spiega Niccolò Censi, coordinatore della GAT Gestione Associata
del Turismo e del marchio Visit Elba – si possono scoprire grazie alle oltre 30 realtà diving
che punteggiano l’isola e che sono attrezzate per far provare una varietà di attività per tutti
i livelli: dal battesimo dell’acqua per i neofiti, primissimo approccio col mondo delle immersioni,
ai corsi di scuba diver di avvicinamento al diving, che portano a esplorare le acque fino a una
profondità di 12 metri, proseguendo con i corsi open fino ai 18 metri e ai corsi di livello
avanzato.
Non solo per tutti i livelli, ma anche per diverse fasce d’età, con un’attenzione

particolare per le attività di avvicinamento dei più giovani, fin dagli 8 anni, per trasmettere
questa passione per il mare e per ciò che regala”.
Impossibile, quindi, non tuffarsi alla scoperta della biodiversità sotto la superficie del mare elbano. Ma se è difficile navigare nella scelta, tra i numerosi punti per le immersioni, ecco una
selezione della top 10 per il diving all’Elba.

Murena, foto Riccardo Buralli, diving elba

1 – Scoglietto, Portoferraio

All’interno di una zona di tutela biologica istituita negli anni ’70, lo Scoglietto è un punto di
immersione adatto a tutti e dal grande impatto visivo, grazie alla ricca fauna che popola questo
vero e proprio acquario a cielo aperto.
Gli scenari sono vari, dalle franate rocciose alle praterie
di posidonia, e si può ammirare il passaggio di cernie, dentici, barracuda e corvine che qui sono stanziali.
Sul lato nord si trova la statua di Cristo, valorizzata dalla presenza alle sue
spalle da una parete di spugne marine.

Flabellina, Foto di Riccardo Burallli, Diving in Elba

2 – Punta Cannelle, Portoazzurro

L’immersione inizia percorrendo un canale di sabbia, per raggiungere poi un maestoso monolite roccioso a forma di panettone completamente coperto da gorgonie rosse.
Si può
girare attorno a questo promontorio sommerso, scoprendo gli anfratti nella roccia e la fauna
che vi abita; dopo aver girato attorno al cappello a circa 30 metri, per i sommozzatori più
esperti è possibile scendere lungo i fianchi per raggiungere i 45 metri di profondità.

una bella cernia con sub, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

3 – Secca di Fonza, Marina di Campo

Quasi di fronte al Golfo di Marina di Campo si trova la secca di Fonza, chiamata anche “Corallina” perché è uno dei punti all’Elba dove la presenza del corallo rosso è abbondante.
Quest’area è ricchissima di ogni
forma di vita, in particolare di pesce pelagico come barracuda e ricciole, ma di grande interesse sono soprattutto i canyon che si trovano tra lunghi rami di corallo rosso.
Si tratta di una secca a volte
caratterizzata da correnti sostenute, per cui più adatta a subacquei di livello avanzato. Tuttavia, la parte superiore può essere accessibile anche ai meno esperti.

Gorgonie e cernia, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

4 – Capo d’Enfola, Portoferraio

A Capo d’ Enfola  è situato, a poca distanza dalla costa, il grosso Scoglio della Nave, una sorta di
prolungamento roccioso del promontorio.
A nord dello scoglio si segue all’inizio un fondale che
degrada abbastanza dolcemente fino a 22 metri di profondità, per poi continuare l’esplorazione lungo una ripida parete che termina a 47 metri. La cigliata presenta numerose spaccature e anfratti che offrono riparo ad aragoste, murene e polpi. Molto interessanti anche i Cerianthus, fra gli esacoralli più belli del Mediterraneo, che si sviluppano soprattutto nelle zone dove il fondo diventa più detritico e che allargano nel blu le loro corone di lunghi e colorati tentacoli.

branco di barracuda, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

5 – Punta Galera, Miniere di Calamita

Punta Galera è una lingua di roccia proprio sotto le miniere del Monte Calamita e si sviluppa lungo due dorsali.
Si possono scegliere due percorsi: il primo per subacquei anche principianti,
che scende fino a circa 25 metri, dove si possono ammirare spugne e margherite di mare; il secondo, lungo l’altra dorsale, che scende fino ai 50 metri di profondità, dove si possono avvistare pesci pelagici e aquile di mare.

cernia, foto di Riccardo Buealli, Diving Elba

6 – Formiche di Zanca, Marciana

Le Formiche della Zanca sono un gruppo di scogli affioranti al largo della costa nord-occidentale dell’Elba.
È possibile
effettuare due immersioni diverse a seconda del proprio livello: si può seguire un itinerario facile col brevetto base di primo livello, ma c’è un’opzione anche per esperti in mare aperto. Ci sono colonie di gorgonie rosse e a seconda della stagione si trovano polpi, margherite di mare e rane pescatrici in primavera; d’estate si può ammirare il passaggio di dentici, barracuda, ricciole e
di tonni fino ad autunno inoltrato.

scorfano, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

7- Sant’Andrea, Marciana

Il punto forte di questa immersione è la partenza: si inizia infatti direttamente dalla spiaggia,
per dirigersi verso Capo Sant’Andrea.
È possibile ripercorrere le rotte dei mercantili che fin
dall’antichità raggiungevano la costa occidentale per il commercio e seguire un itinerario di interesse anche archeologico.
Poco al largo di Sant’Andrea sono infatti presenti due relitti di
epoca romana, noti come relitto A e B (rispettivamente a 12 e 40 metri di profondità), circondati da tappeti di frammenti di anfore e resti di oggetti utilizzati per il commercio dispersi durante i naufragi.

relitto di Pomonte, foto di Riccardo Buralli

8- Relitto dell’Elviscott, Pomonte

Raggiungibile dalla costa, a circa 150 metri dalla spiaggia dell’Ogliera a Pomonte, l’Elviscot è uno dei relitti più noti e più visitati d’Italia.
Si tratta di un mercantile affondato a soli 12 metri
di profondità: la vicinanza alla costa e la bassa profondità rendono l’immersione adatta sia ai sub neofiti sia a chi vuole fare snorkeling.

donzella, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

9- Secca del Careno, Marciana

Una grande secca che sale fino a 15-20 metri dalla superficie, non lontano dalla costa di
Sant’Andrea.
Il lato verso la costa digrada gradualmente a profondità più basse, mentre quello
verso il mare aperto forma una franata che scende fino a 50 metri. Il fondale è composto da praterie di posidonia e da grossi massi sovrapposti che formano tane e cunicoli. Immancabile il passaggio di pesci, dentici e barracuda, soprattutto nei mesi estivi.

cernia, foto di Riccardo Buralli

10- Picchi di Pablo, Portoazzurro

A circa 40 minuti di navigazione da Porto Azzurro, questo punto di immersione deve il suo nome ai due pinnacoli di roccia che si innalzano su una parete verticale, che va dagli 8 metri ai 38 metri di profondità.
Adatto a tutti i livelli di abilità, è molto apprezzato dai fotografi per la
ricca fauna e per la presenza di una fitta colonia di gorgonia rossa.

Parazoantus, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

 

20 maggio, lo spirito irlandese è perfetto per la Giornata mondiale del whiskey

20 maggio, lo spirito irlandese è perfetto per la Giornata mondiale del whiskey

Il whisky (in Irlanda si scrive con la “e”) viene distillato sull’isola di smeraldo almeno dall’inizio del XIV secolo e non c’è, quindi, da stupirsi che sia la terra di molti grandi marchi e di piccole distillerie da scoprire attraverso diversi tour tematici.
Per mettere meglio a fuoco questa affascinante eredità fatta di sapienza artigianale e tradizione è interessante sapere che il nome di uno dei distillati più affascinanti e complessi deriva dal gaelico irlandese uisce beatha, acqua di vita.


20 maggio, giornata mondiale del whiskey: viaggio in Irlanda

E se il 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale del whisky, non si è in Irlanda ci si può comunque far trasportare nella sua atmosfera unica anche da casa, scegliendo una delle sue etichette: per decidere quale, si può “esplorare” la produzione irlandese studiando i percorsi tematici dedicati al suo whiskey, pianificando, magari, già un viaggio con un bicchiere in mano. 
Da un nome molto famoso come il nordirlandese Bushmills, nella contea di Antrim, dove si distilla l’elisir dorato da oltre 400 anni, ai nuovi arrivati come Roe & Co a Dublino o Connacht Whiskey Company nella contea di Mayo, lungo la Wild Atlantic Way, l’isola d’Irlanda ha davvero un whiskey adatto a ogni palato.


Sette diversi percorsi irlandesi alla scoperta del whiskey

Ecco per voi sette diversi percorsi del whiskey, da uno a tre giorni, che portano letteralmente dietro le quinte di distillerie vecchie e nuove e permettono di conoscere l’unicità e la particolarità del whiskey irlandese, legata anche ai processi di distillazione.


Tre dei percorsi sono incentrati su Dublino
, dove vengono prodotti alcuni dei brand più noti d’Irlanda, come Teeling e Jameson.

Altra speciale meta di viaggio dedicato a questo spirito sono le Ireland’s Hidden Heartlands per scoprire, tra gli altri, i whiskey Kilbeggan e Tullamore.
Il tour nella Boyne Valley, luogo incantevole dell’Ireland’s Ancient East, comprende una masterclass alla Slane Castle Distillery e una degustazione della premiata gamma dell’etichetta Whistler della Boann Distillery.
Rimanendo sempre in zona Ireland’s Ancient East, si può scegliere un itinerario di tre giorni, con pernottamenti a Kilkenny e Cork, che tocca cinque distillerie in attività, tra cui Ballykeefe, una realtà artigianale 100% Irish a conduzione familiare.

Altra esperienza da mettere in programma tra la rosa delle proposte è sicuramente quella di un viaggio di due giorni in Irlanda del Nord per visitare Bushmills e altre due distillerie con un pernottamento a Belfast.
I percorsi sono accompagnati da professionisti e il loro valore aggiunto è la combinazione tra degustazioni di whiskey e visite turistiche, offrendo un accesso privilegiato alle distillerie e attraversando alcuni dei paesaggi più suggestivi dell’isola.
Esplorazioni in solitaria

The Old Jameson Distillery Tour

Se si desidera, invece, scoprire le distillerie dell’isola d’Irlanda tracciando un itinerario in autonomia un’ottima risorsa è IrishWhiskey360°, che fornisce informazioni su ben 26 distillerie in tutta l’isola, ideali per visite e degustazioni.
Le mappe scaricabili di cinque regioni forniscono l’ubicazione delle distillerie e l’IrishWhiskey360  Passport consente di tenere traccia in modo divertente dell’unicità del proprio viaggio.

Spunto ideale per la partenza di questo percorso in solitaria? Il cuore verde dell’isola, nelle Ireland’s Hidden Heartlands, dove, nella contea di Westmeath, c’è la distilleria di Kilbeggan, nata nel 1757. Produce l’unico single mal torbato dell’isola: già solo il suo nome, Connemara, è immediatamente sinonimo di Irlanda e il suo processo si ispira all’arte del 18° secolo di essiccare l’orzo da malto su fuochi di torba. E, comunque, anche a casa, il viaggio sensoriale che regala parte già quando si stappa la bottiglia e inizia dal naso! 

Nella giornata delle api nasce la beedrome

Nella giornata delle api nasce la beedrome

Le api mettono su casa da Carpineto a Gavorrano nella giornata a loro dedicata e c’è qualcuno che sta arredandola con erba, fiori e lavanda.
Le avevamo viste già da qualche anno tra i vigneti del Vermentino in Maremma dove si erano ricavate degli spazi di fortuna, diciamo così.
Quale indice migliore di quell’alveare nato intorno al tronco della vite di un ecosistema in perfetto equilibrio?


Le api vignaiole della Maremma

Ora da Carpinetole api, che già si trovavano bene evidentemente, hanno messo su casa come era auspicabile in un sistema, una filiera, che le aiuti a ritrovare l’habitat migliore.

“Fare il vino senza uccidere api e insetti e senza danneggiare l’ecosistema per noi è la normalità da sempre. Il contributo che le api danno alle produzioni agricole e al mantenimento della biodiversità delle specie botaniche selvatiche è immenso; mi sentivo debitore nei loro confronti.
Con la loro piccola “proboscide”, la ligula, asciugano infatti i succhi zuccherini che attaccati da microrganismi potrebbero danneggiare gli acini – racconta Antonio Mario Zaccheo, fondatore nel 1967 con Giovanni Carlo Sacchet della Carpineto che passa sempre più tempo nella tenuta di Gavorrano, la più selvaggia delle cinque di Carpineto con tutti quei boschi e macchia mediterranea ad abbracciare i vigneti.
Ho pensato al pericolo che le api stanno correndo, e noi con loro, e in nome della sopravvivenza e continuazione della biodiversità, ho deciso di destinare una parte dei nostri terreni proprio ad un’attività propedeutica ad incrementare il patrimonio apistico fornendo a questi preziosi insetti un campo sul quale prosperare e moltiplicarsi.”
A queste api vignaiole, collaboratrici preziose, Antonio Mario Zaccheo ha deciso di dedicare 4 ettari della tenuta e costruire una BEEdrome, come ha deciso di chiamarla giocando su un’evidente assonanza. Un'”alcova” a cielo aperto potremmo chiamarla. Uno spazio ameno, pieno di fiori per vivere e prosperare.


Cos’è la BEEdrome?

Nella tenuta di Gavorrano, una manciata di chilometri da Cala Violina, quel tratto di costa maremmana ancora così bella, una tenuta ricca di boschi e campi collinari, nelle vicinanze di un piccolo laghetto fitto di rane e pesci spontanei, sono state infatti posizionate le prime arnie tra due campi ed una piantagione di frassini. Il primo campo è composto da circa 2 ha di erba medica.
Il secondo, di altri 2 ettari, è seminato con una miscela fiorita fatta di specie perenni e annuali che forniscono nettare e polline alle api. E’ quel che serve per una corretta attività delle api e fornirgli nutrimento per tutta la stagione. Si tratta di una miscellanea di sementi per tappeto erboso denominato “apistico primaverile” e composta da: aneto, ginestrino, grano saraceno, lupinella, erba medica lupolina, meliloto bianco e giallo, sulla, trifoglio incarnato, trifoglio resupinato, trifoglio violetto, senape bianca ed achillea.

“Ma non solo – aggiunge Zaccheo – abbiamo cercato di pensare anche ad una pianta particolarmente amata dalle api, la lavanda e stiamo sperimentando l’inserimento di vari tipi: lavanda vera, lavanda stoechas, e lavanda nana. Il progetto è all’inizio ed in via di sviluppo ma il nostro impegno in questa direzione è ormai consolidato e confermato.”

Una rotonda sul mare…

Una rotonda sul mare…

Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona….Le sue note sono una dell’aria più famosa della musica italiana. Struggenti, malinconiche e romantiche. Ha fatto innamorare intere generazioni quella canzone di Fred Bongusto.
Era l’estate del 1964 quando creo un mito della musica mondiale.

Una Rotonda sul mare e una canzone mito

“Una rotonda sul mare” riecheggiava da tutti i juke box in quell’estate in bianco e nero ricca di speranza e sogni. Un’aria ispirata a quella Rotonda a Mare (LEGGI) costruita a palafitta sul mare di Senigallia per motivi idroterapici e ricreativi.
Una canzone in breve tempo entrata nell’antologia degli evergreen grazie alla voce calda e sinuosa di Fred Bongusto
Negli anni’60 quella palafitta di Senigallia era il centro della mondo. Qui c’era il cuore della mondanità della riviera adriatica e qui facevano tappe per serate estive da “dolce vita” i più noti nomi della canzone italiana e internazionale.

Senigallia e l’Azienda autonoma di Cura e Soggiorno

Da qui è nata la leggenda. Non a caso dato che la città di Senigallia ha una grande tradizione in quello che oggi definiamo marketing turistico. Era il 1928 quando, insieme a Cortina d’Ampezzo, divenne la prima località italiana a costituire l’Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno d’Italia. Una sorta di progenitrice dei moderni uffici di promozione turistica che si occupava di organizzare eventi, garantire il salvamento e la pulizia delle spiagge.

Una Rotonda sul mare o sul lago?

Fred Bongusto, anche negli ultimi anni della sua vita, ovvero in occasione della riapertura della Rotonda nel 2006 aveva ricordato che quella canzone era nata ispirandosi proprio al monumento della spiaggia di Velluto. Qualcuno invece ha sempre detto che la Rotonda non poteva che riferisci a Rimini capitale del turismo della Riviera.
In realtà, il paroliere del brano Franco Migliacci ha sempre raccontato altro. Ovvero che le note di questa canzone leggendaria non sono nate guardando il profilo del mare e sentendo l’odore di salmastro ma siano state ispirata si da una Rotonda ma di lago. Quella dell’hotel Lido di Passignano sul Trasimeno.
Una licenza poetica del paroliere che ispirava suggestioni marine dalle rive del lago o un abile gioco fra autore e cantante per alimentare il mito?

Non lo sapremo mai e forse va bene così. Una cosa è certa: quando dici Rotonda sul Mare non puoi che pensare a quella palafitta di Senigallia ed struggerti di emozioni romantiche.

 

Sempre più Bandiere blu sulle spiagge italiane

Sempre più Bandiere blu sulle spiagge italiane

Sono 226 le località rivierasche e 84 gli approdi turistici che in Italia potranno fregiarsi del riconoscimento Bandiera Blu 2023.
226 comuni italiani, per complessive 458 spiagge che corrispondono a un quarto delle spiagge italiane, anche lacuali oltre che marine, e a circa l’11% delle spiagge premiate a livello mondiale.
Sono 16 le Bandiere Blu in più rispetto allo scorso anno.
In testa la Liguria, quindi la Puglia.
Ad assegnare le Bandiere Blu è la Foundation for Environmental Education (FEE), con una cerimonia di premiazione alla presenza dei sindaci interessati svoltasi a Roma questa mattina presso la sede del CNR, con intervento del ministro del Turismo, Daniela Santanchè.

Termoli


Le new entry

Le new entry, ovvero le 16 località che la conquiatano per la prima volta per questa stagione estiva sono Catanzaro e Rocca Imperiale (Calabria); San Mauro Cilento (Campania); Gatteo (Emilia Romagna);  Laigueglia e Sori (Liguria); Sirmione e Toscano Maderno (Lombardia); Porto San Giorgio (Marche); Termoli (Molise); San Maurizio D’Opaglio e Verbania (Piemonte); Gallipoli, Isole Tremiti, Leporano e Vieste (Puglia); Orbetello (Toscana).
Tra le premiate nel 2022 non è stata invece riconfermata Cattolica, in Emilia Romagna.

Gallipoli


La classifica per regioni

Nel dettaglio per regioni, la Liguria segna 2 nuovi ingressi e raggiunge quota 34 località, la Puglia sale a 22 riconoscimenti con 4 nuovi Comuni.
Seguono con 19 Bandiere la Campania e la Toscana, entrambe con un nuovo ingresso; la Calabria con due nuove Bandiere Blu.
Le Marche salgono a 18, con un nuovo ingresso. La Sardegna conferma le sue 15 località, l’Abruzzo resta a 14, la Sicilia a 11, il Lazio a 10. Rimangono invariate anche le 10 bandiere del Trentino Alto Adige. L’Emilia Romagna vede premiate 9 località con un’uscita e un nuovo ingresso; sono riconfermate le 9 Bandiere del Veneto. La Basilicata conferma le sue 5 località; si registrano 2 nuovi ingressi in Piemonte che così ottiene 5 Bandiere; il Friuli Venezia Giulia conferma le 2 dell’anno precedente. La Lombardia sale a 3 Comuni Bandiera Blu, con due nuovi ingressi, il Molise conquista 2 Bandiere con un nuovo Comune.

Isole Tremiti

I criteri di valutazione

I 32 criteri del Programma sono aggiornati periodicamente in modo tale da spingere le amministrazioni locali partecipanti ad impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di una attenta salvaguardia dell’ambiente.
Grande rilievo viene dato alla gestione del territorio messa in atto dalle Amministrazioni comunali.
Sono diversi gli indicatori considerati, tra cui l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la percentuale di allacci fognari nel territorio; la gestione dei rifiuti; l’accessibilità; la sicurezza dei bagnanti; la cura dell’arredo urbano e delle spiagge; la mobilità sostenibile; l’educazione ambientale; la valorizzazione delle aree naturalistiche; le iniziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo.
Soddisfazione viene espressa da Claudio Mazza, presidente della Fondazione Fee Italia: “Anche quest’anno registriamo un notevole incremento dei Comuni che hanno ottenuto il riconoscimento della Bandiera Blu, ben 226 con 17 nuovi ingressi. Una progressione che cresce di anno in anno: basti pensare che nel 1987 – primo anno dell’assegnazione del riconoscimento – i Comuni Bandiera Blu in Italia sono 37, nel 1997 arrivano a 48, nel 2007 a 97, nel 2017 diventano 164, fino ad arrivare a oggi, con sempre più località che si avvicinano al percorso facendo una chiara scelta di campo per la sostenibilità”.

San Mauro Cilento

Progetto Bandiera Blu

C’è poi il progetto Bandiera Blu – Pesca e Ambiente, sviluppato in questi anni con la collaborazione della Direzione Generale della Pesca del il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste, che è riuscito con ottimi risultati a sensibilizzare il mondo della pesca alle tematiche ambientali ed alla valorizzazione delle tradizioni locali ad esso legate.
Quanto agli 84 approdi turistici premiati, questi dimostrano che la portualità turistica ha consolidato le scelte di sostenibilità intraprese, rispondendo ai requisiti previsti per l’assegnazione internazionale, garantendo la qualità e la quantità dei servizi erogati nella piena compatibilità ambientale.