Feb 4, 2025 | Territori
Situata nel cuore della Lombardia, Cremona è una città dal fascino senza tempo, celebre in tutto il mondo per la sua antica tradizione liutaria. La storia di Cremona non si può infatti essere separata da quella delle botteghe dei liutai che la popolano: luoghi in cui più di 500 anni fa è nato il violino.
La liuteria costituisce l’elemento più caratteristico della città, quello per cui è conosciuta come un unicum nel panorama mondiale.
Questo per diverse ragioni: la concentrazione di botteghe di liutai, gli strumenti conservati nelle varie collezioni presenti in città. Non a caso, nel 2012 ha ricevuto il riconoscimento Unesco di patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

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Un patrimonio antico in 150 botteghe
La sua grandezza affonda le proprie radici nel Cinquecento: fioriscono i commerci e le arti, e il livello altissimo di maestria liutaria procede direttamente da loro.
Quella degli Amati nel XVI secolo, continuata e perfezionata in seguito dai Guarneri e dagli Stradivari fra XVII e XVIII secolo, ha consentito a Cremona di specializzarsi e di diventare depositaria di un metodo di costruzione dei violini che ha fatto scuola, perché capace di distinguersi nel panorama mondiale.
L’arte che fu dei grandi maestri del passato è stata oggi ricostruita nella sua interezza attraverso indagini e approfonditi studi metodologici.
Oggi è nuovamente praticata dai liutai contemporanei che si vengono a formare e che esercitano a Cremona. La loro capillare presenza disseminata nelle oltre 150 botteghe artigiane della città, e il patrimonio antico che potrai visitare presso il Museo del Violino, ne costituiscono il cuore

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Museo del Violino: un viaggio nella musica
Per immergersi nella storia della liuteria una visita al Museo del Violino è imprescindibile.
Questo affascinante museo ospita una collezione straordinaria di strumenti antichi, tra cui i preziosi violini di Stradivari.
Qui si possono ammirare i dettagli della loro costruzione e scoprire le tecniche utilizzate dai maestri liutai cremonesi. Un’esperienza emozionante è assistere a una dimostrazione dal vivo, dove il suono di un violino storico riempie l’aria, regalando un momento indimenticabile.
La Scuola internazionale di liuteria
Cremona è anche sede della Scuola Internazionale di Liuteria, un’istituzione di fama mondiale che continua a formare nuove generazioni di maestri artigiani.
Ogni anno, studenti provenienti da tutto il mondo arrivano in città per apprendere le antiche tecniche costruttive, mantenendo viva una tradizione secolare.

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Cosa vedere e cosa gustare
Oltre alla sua vocazione musicale, Cremona offre un centro storico di grande bellezza. Piazza del Comune è il cuore pulsante della città, circondata da splendidi edifici medievali e rinascimentali. Qui si trovano il duomo di Cremona, un capolavoro dell’arte romanica lombarda, con la sua imponente facciata e gli affreschi straordinari all’interno; l’iconico Torrazzo che è la torre campanaria in mattoni più alta d’Europa (oltre 112 metri) dalla cui cima si gode di una vista spettacolare sulla città e il battistero, una magnifica costruzione ottagonale che testimonia il valore artistico e storico di Cremona.
La cultura cremonese passa anche dalla sua cucina e non solo perché la città ha dato i natali al grande attore Ugo Tognazzi celebre anche per essere un grande gastronomo. Tra le specialità tipiche cremonesi spiccano il torrone, dolce simbolo della città, nato proprio a Cremona nel XV secolo, i marubini, una pasta ripiena servita con brodo di carne e la mostarda di Cremona, una delizia agrodolce perfetta per accompagnare formaggi e carni.
Feb 3, 2025 | Territori
Il mese di gennaio è sinonimo di settimana bianca.
L’Italia, con i suoi scenari mozzafiato, è una delle mete preferite per gli sport invernali, ma quali sono le destinazioni più ricercate e quelle più convenienti?
Per rispondere a questa domanda, la piattaforma Preply ha realizzato uno studio analizzando le località sciistiche italiane più popolari e il costo degli skipass giornalieri, offrendo così una guida utile per tutti gli amanti della neve.

Madonna di Campiglio. Foto Paolo Bisti
Il Trentino non delude, tra Piemonte e Valle D’Aosta solo 5 impianti
Lo studio rivela che Madonna di Campiglio è la destinazione più popolare con 8.300 ricerche mensili, seguita da Roccaraso (5.600 ricerche) e Andalo (4.200 ricerche).
La prima e la terza posizione rafforzano il primato del Trentino, che domina la classifica con ben nove località sciistiche, mentre Roccaraso si distingue come la principale meta sciistica del Centro Italia.
Anche la Lombardia presenta un interessante numero di popolari impianti sciistici, ben 6, come Livigno (2700 ricerche), Bormio (1700) e Ponte di Legno (1500).
Troviamo poi anche 3 piste della Valle D’Aosta, tra cui Cervinia e Pila.
Ma quali sono gli impianti più convenienti?

Bormio. Foto Matteo Tiso, Unsplash
Marilleva, Madonna di Campiglio e La Thuile, gli impianti più cari
I Piani di Bobbio, in Lombardia, guidano la classifica delle località più economiche con un prezzo giornaliero di soli 43 euro.
A seguire Bardonecchia, famosa per aver ospitato le Olimpiadi Invernali del 2006, con un costo di 48 euro, in Piemonte.
A poca distanza Roccaraso (52 euro) e Bormio (53 euro), la prima famosa per l’atmosfera familiare e le piste di diverso tipo, mentre la seconda per le sue terme e le gare internazionali.
Per quanto riguarda gli impianti più costosi, troviamo Marilleva, Madonna di Campiglio e La Thuile, dove il prezzo degli skipass giornalieri si attesta tra i 79 e gli 85 euro.
Si tratta di impianti dotati di piste di qualità e caratterizzati da un’atmosfera esclusiva.
Anche Cortina d’Ampezzo, con uno skipass giornaliero di 77 euro, si conferma una delle mete più eleganti e prestigiose.
Feb 2, 2025 | Territori
Agrigento capitale della cultura 2025, lì dove soffia inarrestabile il vento della storia.
Oltre ad essere una tra le città più antiche della Sicilia, si distingue anche per essere risorta più volte sulle sue antiche vestigia.
Suo fiore all’occhiello è indiscutibilmente la Valle dei Templi, che ci racconta uno dei suoi volti più affascinanti, legato al mondo classico, insieme agli straordinari reperti custoditi nel Museo Archeologico Regionale.
La città, fondata nel 581 a.C. da coloni greci rodio-cretesi e divenuta Akràgas nel secolo seguente, ha rappresentato nel passato uno dei più splendenti centri del Mediterraneo. Per questo, nel 1997, l’Unesco ha iscritto l’Area Archeologica di Agrigento nel patrimonio dell’umanità. Di Agrigentum, rimangono i resti delle eleganti ville gentilizie e delle regolari vie del Quartiere Ellenistico-Romano.
1 – Quattro passi in via Atenea
Il centro storico si estende sul colle di Girgenti e le sue arterie principali sono la via Atenea ed il vicino e panoramico Viale della Vittoria, da cui si domina la Valle (Valle dei Templi) e il mare.
Durante la passeggiata concediamoci un po’ di shopping tra negozi e boutique, e nei caffè e pasticcerie non dimentichiamo di gustare il famoso gelato pecorino.
È un delicato gelato fatto di ricotta di pecora. Un gusto tipico e unico, un vero prodotto dell’agrigentino poco conosciuto. Adesso inoltriamoci nel labirinto di piccole strade che, secondo lo schema arabo, collega i monumenti più antichi.
2 – La cattedrale di San Gerlando
La Cattedrale di San Gerlando fu fondata intorno alla fine dell’XI secolo dal vescovo Gerlando.
Il tempio è in stile normanno-gotico e vi si accede attraverso un’ampia e morbida scalinata, fiancheggiata dal magnifico ed incompiuto campanile del XV secolo.
L’edificio custodisce il preziosissimo Tesoro della Cattedrale, particolarmente ricco di opere d’arte. Saliamo sulla torre campanaria e ammiriamo i tetti di Girgenti dall’alto.
Nell’archivio storico della cattedrale è conservato un singolare quanto misterioso documento: la lettera del diavolo, un manoscritto del XVII secolo, vergato in caratteri indecifrabili, indirizzato ad una suora, la Beata Corbera citata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo.
Ecco perché la Cattedrale è anche una delle tappe letterarie della Strada degli Scrittori che ci condurrà alla scoperta di una Sicilia inedita.

chiesa di Santa Maria dei Greci
3 – Chiesa di Santa Maria dei Greci e Abbazia di Santo Spirito
Attraverso la via di Santa Maria dei Greci accediamo all’omonima chiesetta, nel più antico quartiere della città medioevale.
Costruita nel XII secolo, poggia le sue fondamenta sul basamento di un tempio dorico del V secolo a.C. che alcuni ritengono essere quello di Athena, sull’acropoli di Akràgas.
La Chiesa, preceduta da un piccolo ed elegante cortile, ha la facciata con un portale duecentesco arabo-normanno e belle monofore.
A pochi minuti, il complesso dell’Abbazia di Santo Spirito, costruito nel 1260, è costituito dalla chiesa e dall’adiacente monastero cistercense.
Sul soffitto interno è dipinto lo stemma araldico della famiglia Chiaramonte. Fu infatti la moglie di Federico Chiaramonte, Marchisia Prefoglio, che con una donazione consentì la fondazione del complesso.
L’adiacente monastero (o Badia Grande), risalente al 1290, è impreziosito dal magnifico chiostro, nel quale spiccano portali gotici.
Le suore del monastero preparano prelibati dolcetti di mandorla e pistacchio, secondo una ricetta secolare. Dobbiamo assolutamente assaggiarli.

la valle dei templi
4 – Il museo archeologico regionale di Agrigento
In contrada San Nicola, appena fuori dal centro urbano, il Museo Archeologico regionale di Agrigento ci attende regalandoci una vista panoramica sulla Valle dei Templi.
Illustra la storia di Agrigento antica e del suo territorio, dalla preistoria alla fase di ellenizzazione.
Nella sua ricchissima collezione di reperti archeologici spicca il Telamone alto oltre 7 metri, l’Efebo di Agrigento. Accanto al museo, la medievale Chiesa di San Nicola accoglie il Sarcofago di Fedra, una delle massime espressioni della scultura romana in Sicilia. Il suo rigoglioso giardino ci aspetta per una fresca sosta.
5 – Le lunghissime spiagge di Agrigento
L’agrigentino è una meta ideale per le famiglie che d’estate viaggiano con bambini e ragazzi! Intanto perché qui le spiagge si estendono per chilometri ad est e ad ovest, da Marina di Licata, città dalle origini antichissime, passando per Punta Bianca, con un alternarsi di spiagge quasi deserte, fino alla più mondana San Leone, centro nevralgico dell’estate agrigentina.
La spiaggia di Porto Palo a Menfi figura tra le spiagge Bandiera Verde a misura di bambino. Troviamo spiagge per tutti i gusti, tutte fatte di sabbia bianca e finissima,

Statua di Pirandello
6 – La casa di Pirandello
Chiudiamo il libro di letteratura e andiamo a conoscere di persona Luigi Pirandello! Il suo genio e il suo spirito ci attendono nella casa natale di campagna, di fine Settecento, in contrada Caos, un altopiano a strapiombo sul mare tra ulivi e querce.
Le stanze con vista sulla campagna ospitano una vasta collezione di fotografie, recensioni e onorificenze, prime edizioni di libri con dediche autografe, quadri d’autore dedicati all’autore, locandine delle sue opere più famose rappresentate nei teatri di tutto il mondo.
La Casa museale ospita spesso mostre temporanee dedicate al Maestro. Dal 1987 costituisce un unico istituto con la Biblioteca Luigi Pirandello.
Nel giardino, fino a pochi anni fa, c’era ancora il pino centenario dove lo scrittore si soffermava a riflettere e comporre. In questo angolo, ricco di carisma, l’autore ha voluto che fossero sepolte le sue ceneri.
Questa è anche una tappa imperdibile dell’itinerario Strada degli Scrittori, che ci accompagna in un viaggio “letterario” alla scoperta della Valle dei Templi.
7 – La sagra del mandorlo in fiore
La Sagra del Mandorlo in Fiore nasce nel 1934 dall’idea del Conte Alfonso Gaetani di Naro, desideroso di promuovere i prodotti tipici agrigentini.
In origine, la festa consisteva nell’esibizione di carri e gruppi folkloristici isolani, ma negli anni si è evoluta fino a richiamare la partecipazione di compagnie provenienti dal resto d’Europa e perfino da oltre oceano.
Da questa iniziativa nasce il “Festival Internazionale del Folklore” che, tra febbraio e marzo, si rinnova ogni anno. In questo periodo la Valle dei Templi vive una settimana di festa e di incontro tra popoli. Il momento culminante consiste nella suggestiva accensione del tripode dell’amicizia davanti al Tempio della Concordia.
8 – Il giardino della Kolymbetra
Nel Giardino della Kolymbetra si respira il profumo della macchia mediterranea.
Circa 2500 anni fa, il tiranno Terone fece progettare un sistema di cunicoli ed ipogei che alimentassero l’apporto d’acqua in questa piccola valle.
La grande piscina che ne derivò divenne luogo d’incontro per gli abitanti della città e sollazzo dei ricchi akragantini. Un secolo dopo fu interrata e diede luogo a un fertilissimo giardino paragonabile all’Eden.
Quest’area, all’interno della Valle dei Templi e poco distante dal tempio dei Dioscuri, dal 1999 è stata affidata al FAI Fondo Ambiente Italiano. È un prezioso esempio di macchia mediterranea ricca di piante di agrumi, pistacchi, carrubi, noci, gelsi, melograni che crescono ancora grazie all’antica rete idrica. Non di rado questo luogo magico diviene cornice di manifestazioni, concerti e mostre.
9 – La scala dei turchi
La Scala dei Turchi è un luogo magico che si trova lungo il tratto di mare tra Realmonte e Porto Empedocle.
La sua roccia è di marna tenera, calcarea, argillosa e di un bianco accecante.
La natura, da grande artista, ha lavorato questa materia nel tempo, rendendola morbidamente sinuosa con l’aiuto del mare e della brezza salmastra, formando terrazze e smussando ogni angolo.

10 – Farm cultural park a Favara
Favara con il Farm Cultural Park, a mezz’ora dalla Valle dei Templi, è la sesta città al mondo tra le dieci mete imperdibili per chi ama l’arte contemporanea: così dice la classifica del blog inglese “Purple Travel”.
Questo piccolo centro dell’agrigentino, da paese abbandonato, si è trasformato in un laboratorio creativo e un cantiere di arte moderna, dove artisti, provenienti da tutto il mondo, lasciano la propria impronta.
Sette cortili bianchi in stile arabo collegati tra loro, un parco culturale, una galleria d’arte, fotografia, musica, cibo e buon vino.
Feb 1, 2025 | Territori
Dal 3 al 5 febbraio, Catania dedica alla sua patrona Sant’Agata una festa grandiosa, che tra turisti, curiosi e devoti, arriva a coinvolgere fino ad un milione di persone. Spettacoli pirotecnici, celebrazioni solenni, processioni che si snodano per le strade illuminate da chilometri di luminarie, sontuosi cortei storici che rinnovano nella città barocca riti antichi e mai perduti.
In un misto di fede e di folklore, la Festa di Sant’Agata è paragonabile a celebrazioni che godono di fama universale, come la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini a Cuzco.

Gen 29, 2025 | Territori
L’Italia è la patria delle supercars più iconiche e desiderate al mondo, e la Motor Valley, situata in Emilia-Romagna, è il luogo dove la passione per i motori raggiunge il suo apice.
Questo territorio unico combina tradizione, innovazione e pura adrenalina, offrendo un itinerario imperdibile per gli appassionati di auto sportive e di lusso.
La Motor Valley è una zona che si estende lungo l’Emilia-Romagna, rinomata per ospitare alcuni dei marchi più prestigiosi del settore automobilistico, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati e Pagani.
Non si tratta solo di fabbriche, ma di un ecosistema che include musei, collezioni private, circuiti e scuole di guida.
Ferrari, Lamborghini, Pagani, De Tomaso, Bugatti sono alcuni dei più famosi nomi che hanno reso celebre il nome di Modena nel mondo.
Un fazzoletto di terra da girare in un paio giorni e che custodisce il meglio dell’automobilismo sportivo e delle Supercars Italiane. Un viaggio all’interno di un territorio, in prevalenza modenese, in cui assaporare il gusto della velocità, senza dimenticare la famosa gastronomia che in queste zone raggiunge livelli eccelsi.Ma non attendiamo oltre e partiamo alla ricerca delle SuperCars Italiane, in un itinerario tra le auto da sogno della MotorValley dell’Emilia-Romagna.

Il quartier generale Ferrari a Maranello
Maranello: il quartier generale della Ferrari
Per la prima tappa del nostro itinerario non potevamo che partire da Maranello, storico quartier generale della Ferrari e sede sia dello Stabilimento Ferrari, sia della Squadra Corse che del museo del marchio: un luogo assolutamente da visitare per ogni appassionato che si rispetti!
Il Museo Ferrari raccoglie e custodisce tutta la storia del marchio del cavallino rampante e comprende una sezione permanente ed una sezione dedicata alle mostre temporanee.
È stato pensato come una esperienza sensoriale in cui, oltre ad ammirare le straordinarie vetture che fanno parte della storia del marchio, è possibile ascoltare i suoni dei vari motori Ferrari, effettuare un vero e proprio cambio gomme di Formula 1 e guidare una Ferrari da corsa tramite un simulatore di guida, molto simile a quelli usati dai piloti.
Se avete intenzione di effettuare il tour completo, vi consigliamo di acquistare il biglietto combinato “Museo Ferrari + Museo Casa Enzo Ferrari” che a prezzo scontato vi darà la possibilità di visitare anche l’avveniristico Museo Casa Enzo Ferrari di Modena.
L’esperienza si conclude con la possibile di effettuare un tour in navetta nello stabilimento Ferrari e sul circuito di Fiorano, un vero e proprio tempio segreto delle corse sportive.
A tutti gli appassionati consigliamo anche di chiedere ai tanti autonoleggi che si trovano intorno al museo e che a prezzi non troppo alti offrono la possibilità di guidare una Ferrari tra le tortuose strade intorno a Maranello, lue stesse in cui vengono provate le vetture ed i prototipi.

Museo Enzo Ferrari
Museo Enzo Ferrari: la casa del mito
Accessibile a prezzo ridotto con il biglietto combinato del Museo Ferrari di Maranello, il Museo Enzo Ferrari è stato inaugurato nel marzo 2012 per volere della Fondazione Enzo Ferrari.
In questo luogo nel centro di Modena, vi sono ospitate due realtà distinte e complementari: l’Officina Meccanica Alfredo Ferrari, baricentro architettonico dell’intera area museale che ospita la collezione dei Motori Ferrari, e la nuova galleria espositiva, l’ormai famoso “cofano” di alluminio giallo che avvolge l’Officina, e che ospita le mostre temporanee allestite dalla casa del Cavallino.
Si tratta un edificio futuristico, di circa 5.000 mila mq nel cui interno vengono richiamate le forme di un motore da corsa e progettato dall’architetto Jan Kaplicky.
Per tutti coloro che, dopo aver visto i musei del Cavallino Rampante, abbiano la voglia di cimentarsi su una pista vera e propria, segnaliamo la possibilità di accedere con il proprio automezzo alla pista dell’Autodromo di Modena (Prove libere auto).

la sede Maserati
Maserati: la casa del Tridente
A poche centinaia di metri dal Museo Enzo Ferrari di Modena si trova lo stabilimento di un altro dei grandi marchi automobilistici della Motor Valley dell’Emilia Romagna: la Maserati.
Di origine bolognese, il marchio che ha fatto del Tridente del Nettuno il suo simbolo, si è trasferito in questa nella sede di viale Ciro Menotti nel lontano 1930, in seguito all’acquisizione dell’azienda da parte dell’imprenditore modenese Adolfo Orsi.
All’interno dello stabilimento di produzione, è ospitato anche lo showroom Maserati, spazio che ospita le vetture attualmente in produzione, un moderno car configurator, un diorama storico e il “loop”, l’anello semisospeso progettato dal famoso architetto Ron Arad.
In abbinamento alla visita dello ShowRoom è possibile prenotare un tour della fabbrica della durata di circa 1 ora e 30 minuti che prevede anche la visita alla linea di assemblaggio delle Maserati GranCabrio e GranTurismo e delle aree test e finizione.
I tour hanno un costo di 30 euro a persona e vengono attivati al raggiungimento di minimo 4 partecipanti, mentre sono gratuiti per i clienti già in possesso di una Maserati.

La collezione Umberto Panini
La Collezione Panini: la storia della Maserati
Sulla strada che da Maranello porta a Modena vi è un luogo che unisce il meglio delle produzioni gastronomiche del territorio insieme con la storia dell’automobilismo italiano.
In località Colretto si trova la Fattoria Hombre che unisce insieme un caseificio di produzione di Parmigiano Reggiano a una delle collezioni automobilistiche più interessanti di tutta la provincia modenese: la collezione Maserati di Umberto Panini.
Non lasciatevi ingannare! Anche se siamo all’interno di una fattoria familiare, qui siamo di fronte alla Raccolta Ufficiale di vetture Maserati, acquistate dalla Famiglia Panini prima che lo storico marchio del tridente fosse riportato in auge dalla collaborazione con il marchio FCA.
Una tappa fondamentale per tutti gli appassionati delle Supercars Italiane, la cui visita consiste nella scoperta del percorso di produzione del Parmigiano Reggiano D.O.P Bio Hombre e della Collezione Umberto Panini.

La fabbrica Pagani
Pagani, un vento argentino soffia in Emilia-Romagna
Ci allontaniamo da Modena giusto il tempo di arrivare nella cittadina di Castelfranco Emilia, patria dei tortellini e della Fabbrica di automobili Pagani.
È qui infatti che negli anni ’90 Horacio Pagani ha deciso di impiantare la sua produzione di automobili sportive, un mix che unisce la cultura e il design delle supercars emiliano romagnole con il fiero carattere argentino del suo fondatore.
Pagani Automobili è ovviamente lieta di ricevere visitatori presso il suo atelier a San Cesario sul Panaro e offre visite guidate sia dello showroom che all’interno dell’area produttiva per una durata di circa 45 minuti.
Un’esperienza unica, coinvolgente, che oltre ad illustrare le vetture prodotte da uno dei marchi più famosi al mondo, offre la possibilità di visitare gli ambienti dove le vetture vengo costruite artigianalmente.

La fabbrica Lamborghini
Lamborghini Sant’Agata. La Casa del Toro
Ci muoviamo appena una decina di chilometri più a nord di Castelfranco dell’Emilia e incontriamo località di Sant’Agata Bolognese, centro nevralgico della Lamborghini Automobili.
É qui infatti che si trova lo stabilimento della Casa del Toro, al cui interno è ospitato il museo di marca che è stato rinnovato 2016 con un ampliamento della collezione e l’aggiunta di nuove mostre.
Il Museo offre al visitatore una raccolta delle vetture che hanno fatto la storia del marchio: dai modelli storici come Miura e Countach, a quelli più recenti come la Huracán l’Aventador ed il nuovissimo SUV Urus.
Per gli appassionati più incalliti il lo staff del Museo offre inoltre , su prenotazione, l’opportunità di visitare le linee di assemblaggio delle vetture attualmente in produzione, un modo per respirare in prima persona la passione con cui sono costruite le supersportive più desiderate di sempre.
La visita alle linee di produzione della Lamborghini include: la visita all’entrata storica del 1963, il corridoio centrale della fabbrica con panoramica della linea Huracán, la visita alla linea motore V12, il reparto selleria, la linea di assemblaggio Aventador e la visita della collezione storica.

Museo Ferruccio Lamborghini
Museo Ferruccio Lamborghini. Il Museo di Famiglia
Non più di una ventina di minuti di strada e siamo a Funo di Argelato, in provincia di Bologna, luogo in cui nel 2014 è stato inaugurato il Museo Ferruccio Lamborghini, il secondo dei musei Lamborghini dell’Emilia Romagna.
Se infatti il museo del marchio del Toro di Sant’Agata Bolognese rappresenta lo spazio espositivo della casa automobilistica, il museo di Funo è lo spazio in cui la famiglia Lamborghini ha raccolto la vetture storiche appartenute al Patron del Brand.
Interamente ri-progettato da Tonino Lamborghini, figlio di Ferruccio, il museo è oggi un grande monumento alla memoria del Cav. Lamborghini e raccoglie le più importanti creazioni meccaniche del Toro insieme con le più significative foto dell’archivio di famiglia con l’intento di esaltare e dare profondità alla figura di Ferruccio.
Sì, perché dalle fabbriche Lamborghini non sono uscite solamente fantastiche Supercars Italiane, ma anche trattori, motori nautici, formula1 e persino un prototipo di elicottero…

Bugatti – La fabbrica Blu
Torniamo indietro verso Modena e prendiamo l’autostrada del Brennero. Ancora pochi chilometri e, all’altezza del paese di Campogalliano, intravediamo il marchio della mitica casa Bugatti.
Nonostante la Bugatti sia stato infatti un marchio di origine francese, nel 1987 l’imprenditore e finanziere Romano Artioli acquisì i diritti per la produzione di automobili.
Dopo aver valutato l’idea di ricreare l’azienda in Francia, fondò una nuova azienda italiana denominata Bugatti Automobili SpA con stabilimento a Campogalliano, progettato dall’architetto Giampaolo Benedini, allo scopo di attrarre a sè le maestranze altamente specializzate dell’area modenese.
Purtroppo nel 1995 la Bugatti Automobili ha dichiarato fallimento, le difficoltà finanziarie costrinsero infatti Artioli a vendere l’industria e ad abbandonare i sogni di gloria, non prima però di aver dato alla luce una serie di modelli come la versione accessoriata della EB 110 e la mitica Lotus Elise (all’epoca infatti il marchio Bugatti era proprietario anche del marchio Lotus).
Oggi la fabbrica Blu, come viene chiamate in gergo, è uno straordinario spazio di archeologia industriale metà di pellegrinaggio degli amanti del marchio.

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Ducati, la due ruote campione del mondo
La Ducati è uno dei marchi più celebri al mondo per quanto riguarda le moto sportive.
Fondata nel 1926 a Bologna, ha sede a Borgo Panigale, un quartiere della città che è diventato un simbolo dell’eccellenza italiana nel design e nella meccanica.
Parte integrante della Motor Valley, la Ducati attira ogni anno migliaia di appassionati da tutto il mondo, desiderosi di scoprire la sua storia e le sue innovazioni.
Una tappa imprescindibile per gli amanti delle due ruote è il Ducati Museum e la visita alla fabbrica. Qui si può esplorare lastoria del marchio, dai primi modelli fino ai più recenti successi nel motociclismo sportivo, le moto iconiche come la Ducati Monster, la Panigale, e la leggendaria Desmosedici GP. i trofei e le memorabilia che raccontano i trionfi della Ducati nei campionati mondiali di MotoGP e Superbike.
Oltre al museo, è possibile partecipare a un tour guidato della fabbrica, dove vengono assemblati i vari modelli. Durante la visita, si può osservare da vicino: il meticoloso processo produttivo, l’attenzione ai dettagli e la precisione artigianale che caratterizzano ogni moto Ducati, il banco di prova, dove ogni moto viene testata per garantire prestazioni eccellenti.
Gen 27, 2025 | Territori
I tre comuni liguri di Cervo, Diano Arentino e Villa Faraldi (Imperia), vincitori nel 2022 del “Bando Borghi” del PNRR, uniscono le forze sotto il nuovo marchio Borghi di Ponente – Vie di pietra che abbracciano il mare.
Il bando, finalizzato alla rigenerazione di siti del patrimonio culturale, religioso e rurale, è basato sul presupposto che il successo turistico di tanti piccoli centri storici, culle di manifestazioni culturali autentiche e responsabili, possa aiutare a prevenirne l’abbandono e, al contempo, a decongestionare quelle località affette cronicamente, e sempre di più negli ultimi anni, dal sovraffollamento turistico.

Le vie della pietra che abbracciano il mare
Il Comune di Cervo, capofila della candidatura, prontamente affiancato da Diano Arentino e Villa Faraldi, ha saputo farsi trovare pronto per questa importante opportunità di valorizzazione del territorio e dell’economia locale che passa, inevitabilmente, anche dalla comunicazione e dal re-branding turistico.
Gli interventi resi possibili dai finanziamenti del PNRR, più concretamente, puntano a promuovere forme di turismo sostenibile e lento, capaci di favorire un processo di destagionalizzazione e posizionare il territorio sul circuito internazionale, e a renderlo punto di riferimento per le attività culturali, dalla programmazione di eventi, alle produzioni innovative, dalla crescita dei talenti e delle imprese culturali, alla promozione di percorsi storici e naturalistici.
“Quello che ci aspettiamo – commenta il Sindaco di Cervo, Comune capofila, Lina Cha – è che i Borghi possano tornare ad essere luoghi vivi e vissuti, promuovendo un ecosistema diffuso capace di offrire opportunità culturali, lavorative, di intrattenimento, sportive e naturalistiche che attirino target anche molto diversi tra loro: professionisti che lavorano in remoto; studenti che cercano un contatto con un clima culturale vitale; imprese per attività formative da svolgersi su questo territorio; turisti in cerca di storia, cultura e natura. Vogliamo creare uno spazio di inclusione ed apertura, dove la cultura, la natura e la bellezza costruiscono e saldano le relazioni, attirano persone, da vicino e da lontano, ad un ritmo che contrasta con quello frenetico delle città e dei grandi eventi. Mettiamo al centro la cura del territorio e delle persone costruendo luoghi dove possa convivere chi li abita, chi li frequenta e chi ci passa una volta sola”.
Nasce così, su suggerimento dell’agenzia di comunicazione torinese Open Mind Consulting srl, a cui le attività di ufficio stampa, pubbliche relazioni e social media management sono state affidate, “Borghi di Ponente – Vie di pietra che abbracciano il mare”, un brand che intende raccontare le specificità dei tre comuni della provincia di Imperia.
Ileana Ricci, Communication Designer, ha curato il lavoro di progettazione del logo e dell’identità grafica di Borghi di Ponente – Vie di pietra che abbracciano il mare, sintetizzando in tre parole gli elementi caratterizzanti delle tre località dell’imperiese: un logo parlante che contiene parte di un sistema di segni che sarà funzionale in tutta la comunicazione online e offline di un territorio dove c’è molto di prezioso da scoprire. Il colore principale del logo è di una tonalità di verde che parla di macchia Mediterranea, degli olivi, dell’olio: la palette adoperata è ampia, allegra ma non urlata, esattamente come la terra che rappresenta. C’è il calore del sole sulla pelle, gli scorci, le onde del mare e il sibilo del vento, le palme e, naturalmente, le macine dei mulini, forma nota a chi già conosce l’entroterra ponentino e lo frequenta a piedi o in bicicletta.