Uno, due e tre… Su il sipario. Inutile negarlo anche quelli che snobbisticamente lo negano anche a se stessi tutti fra poche ore saranno sintonizzati sul teatro Ariston di Sanremo dove va in scena da 73 anni il festival della canzone italiana.
Cinque giorni intensi in cui tutto il mondo ruota intorno al capoluogo della Riviera dei Fiori.
Uno spaccato d’Italia che si rappresenta e si specchia nei suoi vizi e virtù anche la storia delle “canzonette” che attraversano i decenni con linguaggi che si modificano ma che mantengono immutati o quasi i capisaldi del bel canto all’italiana.
L’amore con i suoi sospiri, le sue gioie e le sue sofferenze domina nei testi ma anche un simbolo italico è molto presente: il vino.
Sanremo 2023, due eno-cantanti in gara
Una presenza quella del mondo enoico anche fra le sette note delle canzonette festivaliere e che ci rappresenta simbologie diverse, ma che ha come comune denominatore essere portatore sano di gioia.
Quando stasera Amadeus darà il via al grande evento tenetevi pronti perché anche in questa edizione non mancheranno citazioni di Bacco.
Al vino da sempre si dedicano tante canzoni e a farlo quest’anno fra i big saranno un’attesa protagonista femminile e una reunion attesissima.
Elodie canterà “sei il vino che mi ubriaca” in “Due”, e gli Articolo 31 nel loro primo Sanremo, canteranno “un uomo è come il vino, il tempo lo impreziosisce” in “Un bel viaggio”.

Festival nella storia: tutti i brani che raccontano il vino
Se si riavvolge il nastro della memoria a ritroso e si torna indietro nei festival del passato davvero tanti e significativi i brani in cui il vino è presente.
Di vino parlavano anche i trionfatori dello scorso anno Mahmood e Blanco che in una strofa di “Brividi” recitano così “Tu, che mi svegli il mattino/Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mi mordi la pelle”.
Nel 2019 è invece il cantautore livornese Enrico Nigiotti che nella sua struggente “Nonno Hollywood” ricorda “Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino/Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino” ma anche il vincitore Mahmood nella sua trionfante “Soldi” cantava del nobile frizzante francese nel passo “beve champagne sotto Ramadan”.
Nel 2012 una giovane Emma fresca vincitrice del talent Amici sul palco dell’Ariston si presentò con “Non è l’inferno” e quel testo che raccontava “Ho pensato a questo invito non per compassione/Ma per guardarla in faccia e farle assaporare/Un po’ di vino e un poco di mangiare”.
Con un salto indietro indietro di trent’anni di astemia eccoci al 1982 dove uno dei grandi evergreen non solo di Sanremo ma della storia della musica italiana celebra il vino come simbolo di “Felicità” titolo questo dell’immortale brano cantato da Albano e Romina Power che recita “Felicità/è un bicchiere di vino con un panino/la felicità è lasciarti un biglietto dentro al cassetto/la felicità”.
L’anno precedente una spumeggiante Loretta Goggi consegna ai posteri un altro sublime brano della musica italiana che si classifica al secondo posto ma conquista il cuore di tutti con “Voglia di stringersi e poi/Vino bianco, fiori e vecchie canzoni” strofa contenuta nella sua “Maledetta Primavera”.
Facciamo infine un altro salto indietro di dieci anni ed arriviamo al 1971 quando un giovane ma non imberbe Lucio Dalla – che nel festival di Sanremo di quest’anno verrà commemorato in occasione degli 80 anni dalla sua nascita – sorprese il pubblico con l’immortale capolavoro “4/3/1943” che fra censure e cambi di testo non ha modificato mai il ritornello: “E ancora adesso che gioco a carte/E bevo vino/Per la gente (le puttane) del porto mi chiamo Gesù Bambino”.

I cantanti in gara quest’anno e il loro rapporto musicale col vino
Fra i 28 big che calcheranno il palco di Sanremo quest’anno però è curioso constatare che ben 11 di loro nella loro carriera si sono soffermati, almeno per una strofa sul vino e il mondo enoico.
Ultimo con “Il capolavoro”, Tananai in “Rave, Eclissi”, Mr. Rain con Irama in “Icaro”, Marco Mengoni in più di un brano, da “Amore assurdo” a “Il destino davanti”, a “Neruda”, e, ancora, la grande Anna Oxa in “Le stagioni dei disinganni”, ma anche in “A me piace il Sud” con Rino Gaetano, Lazza e Madame in “Caos” con Fabri Fibra, i Modà in “Fottuto inverno”, “Pensando a te” e “Alla faccia dei potenti”, Colapesce e Dimartino in “Noia Mortale”, i mitici Cugini di Campagna con “L’uva è nera”, i Coma_Cose con “Fiamme negli occhi” e Rosa Chemical in “Rosa Chemical”.
Ma non è finita qui! Se nell’elenco ci soffermiamo anche sugli ospiti oltre al già citato Mahmood con due trionfi e due citazioni vinose ecco i mitici Pooh le cui eno-citazioni vanno da “Una domenica da buttare” a “Solo cari ricordi”, passando per “Un posto come te”. E, poi i tre miti di Sanremo riuniti: Al Bano di cui abbiamo già detto, Massimo Ranieri con il “vino, vinello” di “Brinneso”, e Gianni Morandi con “Che me ne faccio del latino” “se devo dire vino al vino” o “Luna” in cui cantava “evviva le donne, evviva il vino”. E a proposito di miti di oggi il vino è fonte d’ispirazione anche per i rockettari Maneskin con “La paura del buio” dove cantano “io ci brinderò sopra col vino”, ospiti della terza serata con Peppino di Capri, tra i cui successi non si può non citare “Champagne”, ma non solo…
Il gran finale? Il ritorno alla soglia dei 90 anni del maestro Gino Paoli e la sua “Quattro amici” con “Tra un bicchiere di vino ed un caffè” e i Depeche Mode che di vino cantano in “Ice Machine”.
Ma c’è anche un’altra curiosità: nella sempre più vasta schiera di cantanti-vigneron, c’è anche Fergie, voce dei Black Eyed Peas, produttrice di vino in California la cui band che sarà l’ospite internazionale nella seconda serata.
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