22 Agosto 2023

Altopiano di Asiago. 6 prodotti per 7 comuni

Fra le bellissime montagne italiane dove la storia spesso s’intreccia con la tradizione e la natura un posto di riguardo lo ha sicuramente, sulle alture del Veneto, l’Altopiano dei Sette Comuni, più conosciuto come Altopiano di Asiago.
Una meta ideale per i visitatori non distratti in ogni stagione grazie alla
sua natura incontaminata, la quiete che lo caratterizza, la calda ospitalità dei suoi abitanti, le tante strutture ricettive e le più svariate proposte di vacanza fra cui quelle storiche legate alla Grande Guerra.
E’ però sull’Altopiano d’Asiago dei sapori che vogliamo soffermarci per parlarvi dei 6 prodotti per 7 comuni che non dovete assolutamente perdere.

Foto di fancycrave1 da Pixabay

1 – Il miele dell’Altopiano 

Grazie all’incredibile varietà di profumi, sapori, colori e consistenze, il miele d’altura dell’altopiano di Asiago è un prodotto presente da decenni nel “cesto” della zona che non tramonta mai, anzi.
Fra le varietà consigliamo il m
iele di tarassaco prodotto con la prima fioritura di colore giallo-oro, dal profumo intenso e che si cristallizza con facilità.
Un classico che è terroir il miele di Millefiori ricavato dai fiorellini di fieno è delicatissimo col suo colore ambrato e il sapore che varia dal tipo di fioritura dell’Altopiano, la sua produzione è limitata.
Poi c’è lui, il miele di alta montagna: l’ultimo nato nella produzione sull’Altopiano e molto pregiato grazie al contenuto anche di una percentuale di melata di abete che gli dona il colore scuro e il sapore intenso ma gradevole. 

Foto di PDPhotos da Pixabay

2 – Formaggio Asiago Dop

Il formaggio che porta il nome della “capitale” dell’altopiano Asiago è uno dei più celebri prodotti caseari italici e deriva dal latte vaccino. La sua qualità è certificata dal marchio Dop oltre ad essere garantita dal Consorzio di Tutela del Formaggio Asiago.
L’Asiago Dop originale (in tempi di italian sounding sempre bene specificare) si riconosce dalla scritta “Asiago” sulla crosta di ogni fetta, mentre sulla forma sono impressi il numero di serie del caseificio che l’ha prodotta e un proprio codice identificativo nella placchetta di caseina.
La storia di questo grande formaggio si perde nel tempo e arriva fino all’anno Mille quando sull’ Altopiano di Asiago già lo si produceva mentre nel diciassettesimo secolo la sua fama andò oltre l’altopiano e si estese alle vicine aree della zona pedemontana e delle malghe trentine.
Quello più antico è quello stagionato dal sapore più intenso e avvolgente che viene lasciato maturare per un periodo compreso fra i 3 e i 15 mesi. Gusto deciso e quasi piccante per la versione Stravecchio (stagionato oltre 15 mesi), più avvolgente il Vecchio (stagionato fra i 10 e 15 mesi)  e ancora più delicato il Mezzano (stagionato fra i 4 e i 6 mesi).
Poi c’è il fresco, l’ultimo nato fatto maturare e consumato dopo appena 20 giorni dal sapore delicato e avvolgente che si scioglie in bocca regalando un gusto dolce, quasi aciduolo al profumo di malga.

speckdiasiago.it

3 – Lo Speck di Asiago

Lo speck è tradizione delle zone dell’ex Impero e quello di Asiago è davvero uno dei più pregiati. Trattasi di un salume crudo di suino leggermente affumicato, insaporito con sale, spezie, aromi naturali e stagionato per un minimo di 22 settimane.
Lo speck di Asiago ha un gusto molto più mite, delicato e ben equilibrato rispetto a quelli più fortemente affumicati e meno stagionati di altre zone montane.
Il suo sapore più rotondo e dolce lo rende più mediterraneo, ma decisamente il suo gusto inimitabile è frutto delle lavorazioni tradizionali e dalla passione che ci mettono tutti i norcini della zona di Asiago.


4 – Patate di Rotzo

A valle del paese di Rotzo si estende la località chiamata “campagna”, zona ideale per la coltivazione delle patate per dolcezza del terreno ed esposizione.
La patata di questa località (da cui prende il nome) è una delle migliori patate di montagna italiane e la più antica del territorio dei Sette Comuni.
La prima testimonianza documentale che attesta questa attività nella campagna di Rotzo risale al volume intitolato “Memorie istoriche dei Sette Comuni Vicentini”, edito dal Comune di Rotzo nel 1820, nel quale l’abate Agostino Dal Pozzo incoraggia la coltivazione della patata sottolineando che “le patate allignano da per tutto, ma fanno meglio in un terreno dolce leggero e sabbionico”.
La varietà originale dalla buccia violacea o nera, veniva coltivata già nel XVIII secolo ed è stata reintrodotta in tempi più recenti. Le varietà coltivate oggi sono: la Bintje (detta Olandese), la Desirèe, la Spunta, la Monalisa e l’Alba, che sono tutte patate a pasta bianca o giallo-chiara e a buccia bianca o rossa.
Le patate di Rotzo si caratterizzano infine per un’alta percentuale di amidi che ne favorisce la conservazione più a lungo.


5 – Sedano di Rubbio

Il prodotto di cui la comunità di Rubbio può andare fiera è il sedano la cui coltivazione in questo borgo dell’Altopiano è praticata dai primi anni del Novecento con grande successo grazie a diverse condizioni favorevoli come la tipicità del suolo e del clima, che alterna a rigidi inverni delle estati asciutte e ventilate.
Il sedano di Rubbio si differenzia dagli altri in commercio per la bianchezza del suo gambo, per la tenera consistenza e ovviamente anche per il suo squisito sapore delicato.
Ogni anno verso l’8 di settembre a Rubbio si celebra la Sagra del Sedano, uno degli eventi più antichi dell’Altopiano durante il quale si tiene la mostra dei vari campioni di ortaggi e nei diversi stand gastronomici è possibile degustare piatti tipici a base di sedano.


6 – Il liquore Kranebet

Il Kranebet è un liquore unico che si produce sull’altopiano di Asiago ottenuto dalla distillazione delle bacche di ginepro, genziana ed altre erbe alpine e che raggiunge il rado alcolico di 40% volumi..
Il nome Kranebet deriva dal Cimbro “Kraneweta”, letteralmente grani amari, antichissimo nome tedesco del ginepro.
Dal 1924 il Kranebet è l’emblema storico dei liquori della Rossi D’Asiago, la cosiddetta “distilleria più alta d’Europa”.
Privo di coloranti e di aromi artificiali viene consumato come digestivo e può essere bevuto liscio, con ghiaccio o come base per cocktail e long drink ma viene utilizzato anche in cucina per insaporire stufati e arrosti di selvaggina.

KranebeTonic, la ricetta del cocktail

1 parte di Kranebet
3 parti di acqua tonica
3 bacche di ginepro
una scorza di limone
ghiaccio

 

 

 

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