30 Luglio 2024

Le vigne urbane più belle d’Italia

Negli ultimi anni sono diventate sempre di più e sempre più famose. In un epoca in cui si parla di espiantare i vigneti perché si produce troppo vino nelle campagne i vigneti spuntano anche in città.
La tendenza è in evoluzione e oltre al celebre vigneto urbano di Brescia di cui vi abbiamo già parlato ce ne sono altri degni di nota.

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Torino: la vigna della Regina

Situata sulle colline torinesi, la Vigna della Regina risale al 1600 quando fu creata per volere della Regina Anna d’Orleans.
È stata restaurata negli anni 2000 grazie all’impegno della città di Torino e della Fondazione CRT è un r
aro esempio di vigna urbana in un contesto storico così importante, collegata alla residenza sabauda di Villa della Regina.
La vigna si estende su circa un ettaro e mezzo di terreno, con una coltivazione principalmente di uva Freisa. Il vino prodotto è il “Vigna della Regina”, un Freisa di Chieri Doc, noto per il suo sapore fruttato e leggermente speziato.

Milano: la vigna di Leonardo

Situata vicino alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, questa vigna fu donata a Leonardo da Vinci dal duca Ludovico il Moro nel 1498 e fu recuperata e restaurata nel 2015 in occasione di Expo Milano.
Leonardo da Vinci era appassionato di viticoltura e utilizzava questa vigna come rifugio personale. La vigna originale fu identificata grazie a studi storici e genetici.
Oggi occupa un’area relativamente piccola, ma rappresenta un pezzo di storia rinascimentale nel cuore di Milano.
Il vino prodotto, chiamato “La Malvasia di Milano”, è un Malvasia Aromatica di Candia, apprezzato per il suo aroma intenso e le note floreali.

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Napoli: la vigna del Gallo

Situata all’interno del Real Bosco di Capodimonte, la Vigna del Gallo risale al XVIII secolo ed è stata creata durante il regno di Carlo di Borbone.
La vigna prende il nome dal “Gallus”, un antico termine latino che indica un campo coltivato. Fu ripristinata recentemente come parte di un progetto di valorizzazione del Bosco di Capodimonte.
La vigna si trova su un terreno vulcanico, che contribuisce a dare ai vini prodotti un carattere unico e distintivo. Principalmente coltivano Piedirosso e Falanghina, con vini che esprimono la tipicità del terroir napoletano.

Milano: la vigna del Parco Trotter

Questa vigna urbana è stata piantata all’interno del Parco Trotter, un’ex pista per le corse dei cavalli. Il progetto di viticoltura urbana è iniziato nel 2010 con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale. La vigna è coltivata in modo sostenibile e coinvolge le scuole locali in attività educative legate alla viticoltura.
La vigna è di piccole dimensioni e coltiva diverse varietà di uva, promuovendo la biodiversità. Il vino prodotto è un blend di diverse varietà locali, caratterizzato da freschezza e vivacità.

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Napoli: la vigna di San Martino

Situata nel centro di Napoli, questa vigna storica fa parte del complesso della Certosa di San Martino, risalente al XIV secolo. La vigna offre una vista spettacolare sulla città di Napoli e sul Golfo. È un esempio straordinario di come l’agricoltura possa integrarsi nel contesto urbano. Coltiva principalmente varietà autoctone campane come Piedirosso e Falanghina.
I vini prodotti sono molto apprezzati per la loro autenticità e rappresentano l’essenza del terroir napoletano.

Brescia: il vigneto Pusterla

E’ questo il  vigneto urbano più grande d’Europa dove si coltiva l’uva Invernenga, uva a bacca bianca coltivata “a pergola” nota anche con i nomi di Ua ‘mbrunesca, Invernesca, Brunesta e Bernestia proprio per la sua caratteristica maturazione che avviene tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Il vigneto
ha origini antiche: era il 1037 e il monastero regio di Santa Giulia coltivava uva sulle pendici del Cidneo.
Una posizione geografica unica che garantisce un’esposizione al sole per tutto l’arco della giornata e condizioni particolarmente favorevoli per la coltivazione della vite.
Il Vigneto Pusterla è un raro esempio di agricoltura produttiva urbana con una coltivazione estesa di sola uva Invernenga e un terroir inimitabile.
Il medolo, dove dimora il vigneto, è caratterizzato da una stratificazione calcarea, con marne e noduli di selce. La composizione e la pendenza del suolo assicurano il drenaggio, mentre le correnti pomeridiane purificano l’aria e l’esposizione permette all’uva di essere baciata dal sole perfettamente.

Firenze: vigna Michelangelo

Le Donne Fittipaldi sono una famiglia nota per la loro produzione di vino nella costa toscana e da pochi anni hanno avviato un progetto di viticoltura urbana a Firenze. Questo vigneto urbano rappresenta un’interessante fusione tra la tradizione vinicola toscana e l’ambiente cittadino.
Il vigneto è uno splendido affaccio sui monumenti della città si trova nei pressi del piazzale Michelangelo e mira a promuovere il patrimonio enologico nel contesto urbano.
Le barbatelle piantate sono una sintesi della Toscana classica del vino: Sangiovese, Colorino, Pugnitello e Foglia Tonda. Le piante messe a dimora nel marzo 2024 vedranno la prima vendemmia nel 2027.

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