13 Settembre 2024

Polonia da scoprire, lontano dalle folle

La Polonia vista dall’alto si presenta come una distesa verde, sopra la quale Vistola e Oder aprono le loro ali azzurre. Il cielo polacco, nel colore dei lapislazzuli, brilla di notte grazie alla polvere dorata delle stelle. Di giorno il cielo è illuminato da un sole giallo come i campi di colza…
Questa descrizione alquanto poetica del paesaggio naturale della Polonia prova a restituire la bellezza della natura di questo paese.


Biodiversità che non ti aspetti

La grande diversità di habitat naturali consente alla Polonia di ritrovarsi nelle posizioni di testa, tra i paesi europei, per quanto riguarda la conservazione della biodiversità.
C’è il mare con centinaia di chilometri di splendide spiagge, montagne con viste mozzafiato, fiumi con corsi tortuosi e numerose anse che scorrono lungo tutto il paese, vecchie secche, la flora e la fauna tipiche delle valli dei fiumi, migliaia di pittoreschi laghi e un ricco mosaico di ecosistemi di boschi, paludi e radure.
23 sono i Parchi Nazionali che si distinguono in quanto aree dai particolari valori naturalistici. Si tratta di ottimi posti dove poter passare un po’ del proprio tempo, in qualsiasi momento dell’anno.
Ma sapevate che in Polonia ci sono vulcani, bacini d’acqua colorati e un deserto?
Queste e altre particolarità possono essere trovate nel paese, in qualsiasi regione, e sono, per la maggior parte, opere di madre natura stessa.
Il periodo perfetto per vedere con i propri occhi queste peculiarità, evitando al contempo le folle di turisti, è la primavera e giust’appunto l’autunno.

Il Sahara polacco è il deserto nato due volte

Le dune mobili appartengono sicuramente a questi posti unici. Esse si trovano sotto la tutela del Parco Nazionale Slowinski, situato nella parte centrale della costa polacca, tra Leba e Rowy.
Si tratta della più grande area in Europa dove sono presenti le sabbie erranti – conta circa 500 ettari di superficie. Tutto questo territorio ricorda un deserto di sabbia.
Alcune dune continuano ancora a muoversi verso ponente, arrivando fino ad una velocità di 10 metri all’anno.
Le più altre tra queste raggiungono vette di qualche decina di metri, per esempio Lacka Gora che si issa per 42 metri sul livello del mare. Le creste e i passi sono coperti scarsamente di erba, mentre gli spazi lontani si inclinano leggermente verso il mare.
Alla sabbia è sicuramente legato il Deserto di Bledow – la più grande area in Polonia di sabbie mobili di derivazione fluvioglaciale che conta, all’incirca, 33 km2.
È situato a metà tra l’
Altopiano della Slesia e l’Altopiano di Olkusz ed è sotto la protezione del programma Natura 2000.
Il Sahara polacco si estende da Bledow ad ovest, fino al comune di Klucze ad est. Il confine nord è delimitato dal villaggio di Chechlo, mentre a sud da un grande terreno boschivo.
Nonostante non sia di dimensioni significative, il Deserto di Bledow è una grande attrazione naturale. Nel deserto sono stati documentati, ad esempio, dei fenomeni di fata morgana!
Il deserto è attraversato dal fiume Biala Przemsza. Come è possibile che ci sia un deserto in Polonia, paese con un clima sicuramente non desertico?
A quanto pare il diavolo, sorvolando Bledow, stava trasportando sottobraccio un sacco di sabbia che si è agganciato alla punta del campanile della chiesa. Il sacco si è rotto, la sabbia si è riversata giù ed è apparso così il deserto.
Stando alle considerazioni scientifiche il Deserto di Bledow è nato due volte.
Nel passaggio dal Terziario al Quaternario, in antiche rocce dolomitiche e calcaree del Triassico, si sono formate delle valli profonde. Successivamente, nell’era glaciale, queste valli si sono riempite di sedimenti di sabbia e ghiaia provenienti dalle stratificazioni dei detriti di rocce carbonatiche locali e sono scomparse. In quel momento è nato un deserto chilometrico. In seguito, nell’Olocene, ovvero diecimila anni fa, il clima delle parti di Bledow si è riscaldato ed è comparso il deserto.
Il fatto che il Deserto di Bledow esista ancora oggi è opera dell’uomo. Un intensivo disboscamento, a partire già dal Medioevo, ha fatto sì che il livello delle acque sotterranee nell’area del deserto scendesse a tal punto da non permettere più la crescita delle piante. Il deserto è nato quindi una seconda volta grazie allo scoprimento di circa 150 km2 di sabbia.


I cento laghi dai mille colori

Il contrario del deserto è l’acqua. I Laghetti Colorati situati nel Parco Paesaggistico Rudawski, sul territorio del villaggio Wiesciszowice, sono dei bacini d’acqua unici.
Giallo, porpora, celeste e nero sono le colorazioni di questi specchi d’acqua situati ai pendii del monte Wielka Kopa. Questi colori sono legati alla composizione chimica dei muri e dei fondi degli scavi.
C’era qui un tempo, infatti, una miniera di pirite che veniva poi trasformata in acido solforico. Dopo la chiusura della miniera gli scavi si sono riempiti d’acqua, formando quindi questi particolari laghetti.
Potete vedere dei bacini d’acqua colorati anche nel Geoparco Unesco Luk Muzakowa, situato vicino al Parco di Muskau nella regione Lubuskie, inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco.
È l’unico posto in Polonia che appartiene alla
Rete Mondiale dei Geoparchi. La sua attrazione consiste in circa 100 bacini d’acqua, derivanti dalle miniere di lignite, che hanno colorazioni diverse in base alla loro composizione chimica. Le strutture più interessanti sono state inserite nel sentiero geoturistico “Vecchia Miniera Babina”, vicino al quale si erge una torre panoramica di circa 30 metri. È un posto unico, dove i colori e le forme particolari dei laghetti riescono ad incantare chiunque.
A sua volta, nel centro della Polonia, nella regione di Lodz, è possibile trovare la Riserva Naturale Sorgenti Celesti.
I fenomeni carsici che avvengono in questa riserva le conferiscono un’aura misteriosa.
A causa loro, infatti, si vengono a creare delle forti pulsazioni delle sorgenti. Attrazione particolare è il fatto che l’acqua spinge dal fondo la sabbia che vista attraverso lo specchio dell’acqua ha un colorito unico celeste-azzurro-verde.
Le sfumature di questi colori, poi, dipendono dal meteo, dal grado di insolazione o dalla quantità di nuvole. Le Sorgenti Celesti insieme al Museo a cielo aperto del fiume Pilica e al Sentiero Turistico Sotterraneo “Groty Nagorzyckie” formano l’itinerario turistico dal nome “Tomaszowska Okraglica”.


Il bosco storto

Molto interessante dal punto di vista delle peculiarità naturali è il Bosco Storto, situato nei sobborghi di Gryfin, una piccola città nella regione della Pomerania Occidentale.
Un bosco così unico non c’è da nessun’altra parte in Polonia e forse nemmeno nel mondo.
In vicinanza della centrale di Dolna Odra, nella pineta, tra alberi dritti, cresce il “bosco ricurvo”. Su 22 file, in un territorio di circa 16 ettari, cresce un centinaio di pini dall’aspetto particolare.
Ad un’altezza di 20-50 centimetri da terra essi formano delle curve rivolte verso nord. Le pieghe a forma di arco hanno da un metro ai tre metri di lunghezza.
L’età degli alberi è stimata intorno ai 75 anni, sono stati piantati, quindi, all’inizio degli anni 30 del XX secolo. La deformazione è avvenuta a causa del danneggiamento della punta e dei rami laterali. L’unico ramo laterale rimasto ha preso la funzione di tronco e ha continuato a crescere verso l’alto. Il danneggiamento è avvenuto ancora prima della guerra, quando gli alberi avevano all’incirca 7 anni.
Per questo motivo si pensa che questi pini ricurvi siano un’opera consapevole dell’uomo, nati a causa di danneggiamenti meccanici. Forse stavano venendo preparati per poterli utilizzare nella produzione di qualche prodotto. I motivi di tutto questo non si conoscono ancora oggi, ma la visione di questi alberi piegati in modo strano è molto particolare.
E per finire i vulcani! Fortunatamente spenti, ma sicuramente da andare a vedere. Per facilitare la loro visita insieme ad altre, non meno interessanti, attrazioni è nato il Geoparco Terra dei Vulcani Spenti, che troverete nei Monti Kaczawskie nella Slesia Bassa.
Potrete conoscere le inusuali forme di basalto che rispecchiano la vecchia attività vulcanica di questo territorio. Questa terra non nasconde soltanto i vulcani, ma anche altre particolarità naturali e geologiche, ed altre attrazioni come i numerosi monumenti.

 

 

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