Da Las Vegas a Kyoto, da Parigi a New York. Città iconiche e luoghi iconici che hanno chiuso definitivamente e che quindi non potremo visitare mai più.
Il 2024 è stato l’anno che ha portato all’evidenza anche dei più miopi del limite, forse senza ritorno su cui si è spinto il turismo.
Grandi numeri, forse troppo grandi che rendendo necessaria una riflessione approfondita a livello globale e che sta, gioco forza mietendo le prime vittime.
L’overtourism ci ricorda che ogni luogo ha una capacità di carico e che rispettare il mondo che visitiamo è essenziale per garantire che anche le generazioni future possano godere delle sue meraviglie. Viaggiare responsabilmente non è solo una scelta, ma un dovere.
Esistono poi mete che dal 2025 diventano off limits per altri motivi. Si tratta di luoghi scomparsi a causa di calamità naturali o attrazioni chiuse a causa di difficoltà finanziarie.
Ecco i posti che non si potranno visitare nel 2025 e forse mai più.

Il Mirage di Las Vegas non c’è più. Photo credit: James Marvin Phelps on VisualHunt
Addio a due simboli di Las Vegas
La leggendaria città del divertimento situata nel cuore del deserto del Nevada sta cambiando il suo skyline.
Due storici casino-hotel sono stati abbattuti nel corso del 2024: si tratta del Tropicana e del Mirage.
Inaugurato nel 1989, il Mirage verrà rimpiazzato da una nuova proprietà Hard Rock a forma di gigantesca chitarra mentre il Tropicana ha dovuto far spazio a uno stadio destinato agli Oakland Athletics, la squadra di baseball che si trasferirà nella “Città del Peccato”.
Las Vegas la città che non dorme mai ha però “sostituito” i due hotel-casino con lo Sphere, il futuristico complesso per eventi caratterizzato da una gigantesca struttura a Led Inaugurata da una serie di concerti degli U2. Un luogo definito da molti come “un mix tra un planetario, un cinema Imax potenziato e una realtà virtuale senza visore.

Addio allo Chez Michou
A Parigi chiude il più trasgressivo locale di Montmatre
Il celebre quartiere parigino di Montmartre ha perso nel corso del 2024 uno dei suoi simboli più eccentrici: il drag club Chez Michou, che era stato anche fonte d’ispirazione per il musical “La Cage aux Folles”.
Dopo la scomparsa del fondatore Michel “Michou” Catty nel 2020, il locale ha affrontato difficoltà economiche insormontabili, che l’anno condotto alla chiusura. Michou era un personaggio molto amato in Francia, al punto che il presidente Emmanuel Macron ha pubblicamente espresso cordoglio alla sua morte.

Il Fotografiska di New York ha chiuso.
Giù il bandone di due musei a New York e uno a Seattle
Il panorama museale di New York ha subito un duro colpo con la chiusura del Rubin Museum, che vantava una delle più grandi collezioni di arte himalayana al mondo.
Abbandonata la sua sede fisica a Chelsea, si è trasformato in un “museo senza muri”, mentre alcune opere, tra cui la celebre Sala del Santuario Tibetano, verranno trasferite al Brooklyn Museum.
Addio anche a Fotografiska, filiale newyorkese del celebre museo di fotografia di Stoccolma che ha chiuso le sue porte a Park Avenue a fine settembre, sebbene gli amministratori sperano di riaprire in una nuova sede in futuro.
A Seattle invece chiude per sempreil museo creato dal co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, che consentiva ai visitatori di interagire con dispositivi tecnologici vintage. Tutti gli oggetti che qui erano esposti saranno messi all’asta.

Wayfarers Chapel, non c’è più
In California smantellata la chiesa di vetro
La Wayfarers Chapel, una straordinaria chiesa di vetro inserita nel Registro Nazionale dei Luoghi Storici, è stata smantellata a causa dei rischi di frane nella zona.
Progettata da Lloyd Wright, figlio di Frank Lloyd Wright, la struttura verrà conservata fino a quando verrà trovata una nuova sede.

Il double arch. Foto OrangeJedi , wikipedia
L’erosione cancella il “double arch” del Glen Canyon
A causa dell’erosione, il “double arch”, una formazione di arenaria Navajo di 190 milioni di anni, uno dei simboli del Glen Canyon National Recreation Area, è crollato nel 2024.
La celebre formazione geologica situata nella Glen Canyon National Recreation Area nello Utah, è crollato l’8 agosto 2024.
La struttura naturale, conosciuta anche con i nomi di “Toilet Bowl”, “Crescent Pool” e “Hole in the Roof”, era una popolare meta turistica, spesso visitata da nuotatori e diportisti. Le autorità del National Park Service hanno indicato che il crollo è probabilmente dovuto a una combinazione di fattori naturali, tra cui l‘azione costante del vento e della pioggia che ha indebolito la struttura nel tempo, le fluttuazioni del livello del Lake Powell che hanno esposto la base dell’arco a cicli di bagnatura e asciugatura, accelerando l’erosione e il movimento delle onde che ha ulteriormente contribuito all’indebolimento della formazione rocciosa.
Il crollo del Double Arch sottolinea la fragilità delle formazioni geologiche e l’importanza di proteggerle evitando un eccesso di turismo.

Geisha. Image by G Poulsen from Pixabay
Off limits a Kyoto le strade delle geishe
Nel quartiere storico di Gion, a Kyoto, la pressione turistica ha costretto le autorità locali a chiudere molte delle stradine laterali abitualmente frequentate dalle geishe, lasciando aperte solo le vie principali.
Una decisione presa a inizio 2024 dall’amministrazione locale che mira a ridurre il fenomeno dei “geisha paparazzi”, ormai diventato insostenibile per il flusso continuo di turisti, che accorrono soprattutto per vedere da vicino l’addestramento delle geishe e sapere di più su questa antica tradizione locale.

May Bay
Chiusa per il sovraffollamento in Thailandia la spiaggia dei sogni
La splendida May Bay è forse uno dei primi esempi al mondo di luogo naturale distrutti a causa del sovraffollamento turistico.
La spiaggia resa famosa dal film “The Beach” con Leonardo Di Caprio è stata chiusa nel 2018 per permettere ai coralli distrutti dai turisti e dalle barche di rigenerarsi.
Dopo un primo periodo di recupero, la spiaggia è stata riaperta nel 2022 con importanti restrizioni sul numero di visitatori ammessi.
Degno di nota che, durante la chiusura, la fauna marina come ad esempio gli squali pinna nera hanno iniziato a tornare nella baia.

Boracay
L’isola fogna filippina è off limits
Boracay è un isola delle Filippine tristamente nota. Basti dire che il presidente delle Filippine aveva descritto Boracay come una “fogna”.
E’ per questo che è stata la prima isola al mondo ad essere chiusa (per sei mesi) per dar via a un importante opera di riqualificazione ambientale in quanto l’inquinamento e infrastrutture non sostenibili l’avevano massacrata.
Le autorità dopo la bonifica hanno regolamentato l’accesso e limitato il numero di visitatori.

Venezia, foto di Matteo Angeloni da Pixabay
Venezia non è per tutti…
La splendida ma fragilissima Venezia è una delle città italiane maggiormente vittima del turiamo eccessivo che ha e sta causando danni alla città e ai suoi abitanti.
Per affrontare il problema dell’overtourism, l’amministrazione di Venezia ha introdotto limiti agli ingressi giornalieri e dal 2024 un biglietto di ingresso per i turisti giornalieri.
Peraltro anche le grandi navi da crociera sono state bandite dalla Laguna dopo anni di proteste da parte dei cittadini.

Macchu Piccu a serio rischio
Machu Picchu rischia di sparire
L’eccessivo numero di visitatori rischia di cancellare dalla storia la splendida capitale andina conservata a noi grazie alla sua posizione “elevata” che l’ha protetta per secoli.
L’eccesso di turisti ha fatto si che piano piano, passo dopo passo, si stanno danneggiando i sentieri del sito archeologico.
Non solo alcune aree importanti come il Tempio del Sole e il Tempio del Condor sono state chiuse al pubblico per evitare i danni dovuti al contatto diretto e l’usura.
Le autorità peruviane hanno così deciso di correre ai ripari introducendo un sistema di prenotazione e turni di visita per limitare l’accesso.
Nel 2021 si è raggiunto il record non sostenibile di 1,5 milioni di visitatori che ha messo alla prova la capacità del sito, portando a ulteriori restrizioni.
Il limite giornalieri di accesso al sito è bloccato a 2.500 visitatori tramite un sistema di biglietti con fasce orarie obbligatorie ed è fatto divieto di visitare il sito senza una guida autorizzata.

L’Everest. Wikipedia
Everest, la cima del mondo spazzatura
Sovraffollamento e rischio per la sicurezza stanno creando in pochi anni di turismo di massa gravissimi problemi anche sul tetto del mondo.
Poi c’è la sicurezza e il “traffico” dato che l”Everest ha visto file di alpinisti in cima, creando situazioni pericolose e accumuli di rifiuti.
Il Nepal ha così deciso di imporre requisiti più rigorosi per le scalate. Una misura necessaria per preservare la qualità della vita dei residenti e il fragilissimo ambiente della cima più alta del mondo che non può essere per tutti.

Santorini. Image by Guy Pendlebury from Pixabay
Santorini, l’isola vittima della sua bellezza
Santorini, una delle mete turistiche più popolari al mondo, ha affrontato e affronta gravi problemi legati all’overtourism.
La bellezza unica dell’isola, con le sue case bianche a picco sulla caldera e le famose cupole blu, attrae milioni di visitatori ogni anno, portando a impatti significativi sull’ambiente, sull’infrastruttura e sulla qualità della vita dei residenti.
Le immagini iconiche dell’isola condivise sui social hanno negli ultimi anni aumentato esponenzialmente il desiderio di visitarla.
Basti pensare che prima delle restrizioni (8000 passeggeri il giorno) volute dal governo greco per preservala l’isola riceveva circa 12.000 visitatori giornalieri solo dalle navi da crociera, creando un affollamento insostenibile nelle ore di punta.
Pensate che l’isola ha solo circa 15.500 abitanti permanenti e una superficie di soli 76 km². Numeri che rendendo difficile gestire flussi turistici così massicci di oltre 2 milioni di visitatori l’anno.
La piccola isola di pescatori non è progettata per ospitare numeri così elevati di visitatori e le conseguenze per i residenti sono drammatiche: ingorghi, carenza di acqua e problemi di smaltimento dei rifiuti.
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