26 Giugno 2025

Is Arutas, la spiaggia dei chicchi di riso in Sardegna: come arrivare, cosa vedere e perché visitarla nel 2025

La Sardegna continua a incantare con le sue meraviglie naturali, quasi se si fosse in un altro pianeta di bellezza.
Se vi dicessimo che qui esiste una spiaggia i dove la sabbia non è sabbia, ma milioni di granelli di quarzo bianchi e rosa che sembrano chicchi di riso, ci credereste?
E se aggiungessimo che il mare lì davanti è di un azzurro glaciale, trasparente come vetro e che al tramonto l’aria profuma di vento e libertà?
Bene siete arrivati a Is Arutas, una delle spiagge più iconiche (ma ancora semi-sconosciute) della costa ovest sarda.
Siamo nel Golfo di Oristano in un vero e proprio gioiello che sembra uscito da un film dove non troverai stabilimenti chic o bar alla moda, ma se amate la natura pura, quella che non chiede filtri per farsi bella, questo è un angolo di paradiso.

I colori di Is Arutas

Un gioiello incastonato nella Sardegna meno nota

Is Arutas si trova per la precisione nella Penisola del Sinis, nel comune di Cabras affacciata sul Golfo di Oristano, sul versante occidentale della Sardegna ovvero quello meno battuto dal turismo di massa ma più autentico.
Da Oristano ci si arriva in auto in circa 20–25 km, che diventano 30 minuti se percorrete la strada tra nuraghi, campi aperti e qualche pecora che fa da semaforo.
Sconsigliamo di raggiungerla senza mezzo privato poiché i collegamenti
pubblici sono rari.

Gli scogli di Is Arutas

Il quarzo, il mare e i tramonti…

Chi arriva a Is Arutas resta a bocca aperta prima ancora di mettere piede in acqua. Ma la spiaggia non è solo un colpo d’occhio: è anche un’esperienza sensoriale.
I chicchi di quarzo, unici in Europa, non si attaccano alla pelle come la normale rena e non bruciano sotto il sole come la sabbia normale ma affascinano cambiano colore con la luce.
Il mare ha sfumature tra il turchese e il blu ghiaccio ed è ideale per lo snorkeling, grazie al suo fondale chiaro e pulito.
I tramonti che potete ammirare sono uno spettacolo puro. L’orizzonte si colora di rosa, mentre il quarzo brilla sotto gli ultimi raggi del sole.

La natura selvaggia

Itinerario consigliato: cosa fare nei dintorni

Se avet voglia di andare oltre a questo paradiso e volete  esplorare i dintorni la zona offre meraviglie che vi consigliamo:
Tharros: a soli 15 minuti di auto, un’antica città fenicio-romana a picco sul mare. Rovine, colonne e una vista incredibile.
San Giovanni di Sinis: un villaggio sul mare con una chiesetta paleocristiana e un’atmosfera sospesa nel tempo.
Cabras: il paese dei Giganti di Monte Prama. Fermatevi in un agriturismo e assaggia la bottarga di muggine: il caviale locale.
Oasi di Seu: per gli amanti del trekking e del birdwatching, è un’area naturale protetta a due passi dalla spiaggia.

L’acqua turchese

Perché andare a Is Arutas nel 2025?

Perché è il posto perfetto per chi cerca la Sardegna più autentica e selvaggia, senza rinunciare allo stupore.
È il luogo dove si può dimenticare tutto, mettere via il telefono (non prende quasi mai!) e restare a fissare l’orizzonte per ore.
Is Arutas che in sardo significa “le arute” ovvero le sabbie è Instagrammabile, certo,ma è soprattutto indimenticabile. r

Un altro angolo del paradiso sardo

Tutelarne il patrimonio unico, dovere di tutti

I granelli di quarzo che caratterizzano la spiaggia sono il risultato di un lento e millenario processo di erosione del granito porfirico dell’isolotto di Mal di Ventre, un sito naturalistico di grande importanza dove nidificano le tartarughe marine e che nasconde relitti storici sommersi.
papre banale dirlo ma invece è bene ribadirlo che è assolutamente vietato prelevare il quarzo non solo perché fareste un danno all’ecosistema ma anche perché rischierete multe salatissime.
Nei dintorni di Is Arutas si trovano altre due spiagge gemelle, altrettanto spettacolari: Mari Ermi a nord, con le sue falesie calcaree e habitat di fenicotteri rosa, e Maimoni a sud, raggiungibile passando per l’antica città di Tharros, ricca di testimonianze archeologiche di epoche nuragiche, fenicie e romane.

 

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