Richiesto lo stopp per almeno tutto il 2025.
L’associazione sospende il Presidio Slow Food e sollecita il ministero dell’Agricoltura a disporre ristori per i pescatori professionali

La pesca professisionale del mosciolo
Il mitile è a rischio estinzione
Il mosciolo selvatico di Portonovo è a rischio di estinzione: una minaccia concreta, perché il numero di esemplari di questo mitile, riconosciuto Presidio Slow Food nel 2004, è in costante calo già da alcune stagioni, a causa dell’aumento delle temperature, dell’elevata presenza di mucillagine e dell’eccessivo sfruttamento, poiché pescato anche in modo illegale e da moltissimi privati.
Gli anni scorsi il periodo della pesca si è chiuso in anticipo. Quest’anno, l’apertura è stata posticipata di oltre un mese, dal 15 maggio al primo luglio. Ma non basta: serve, come evidenziato dalla comunità scientifica che da mesi monitora la situazione nella baia di Portonovo, uno stop più lungo, per dar tempo ai mitili di riprodursi e alle popolazioni di crescere di numero.

Il golfo di Portonovo
Stop alla pesca e ristoro per i pescatori professionali
Per questo motivo, Slow Food Italia ha inviato al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste una richiesta di chiusura ufficiale della pesca del mosciolo selvatico di Portonovo e di ristori economici per i pescatori professionali.
Contestualmente, Slow Food Italia, d’accordo con la sua rete locale che segue da anni il progetto di valorizzazione del mosciolo, ha deciso di sospendere il Presidio Slow Food fino a quando non si sarà verificata una reale ripresa della specie.

Vendita di moscioli freschi a Portonovo
Slow food sospende il presidio
«Abbiamo avviato il Presidio anni fa con l’obiettivo di ridare un futuro produttivo a una risorsa di grande valore, poco conosciuta al di fuori del contesto locale. Oggi dobbiamo prendere atto che pescarla e consumarla vorrebbe dire il contrario, cioè perderla del tutto. È necessaria quindi un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, pescatori, privati, ristoranti locali compresi, e – solo per quest’anno, speriamo – evitare di pescare i moscioli selvatici, per sperare di rivederli in futuro. Occorre però nel frattempo sostenere la ricerca e i pescatori, con i necessari ristori, e attendere la ripresa di questa risorsa. L’obiettivo è ovviamente riaprire il Presidio in futuro» spiega Raffaella Ponzio, responsabile del progetto Presìdi Slow Food in Italia.

I moscioli
Slow food sospende il presidio
“Con la sospensione del Presidio vogliamo lanciare l’allarme, in maniera decisiva, sperando di scuotere le coscienze della cittadinanza e le decisioni politiche, sulla crisi che sta vivendo il mitile del Conero, nonché trasmettere con chiarezza quali sono i valori della nostra associazione: salvaguardare la biodiversità significa tutelare e cercare di garantire un futuro al mosciolo selvatico e, di conseguenza, all’attività di pesca ad esso collegata» aggiunge Edoardo Baleani, fiduciario della Condotta Slow Food Ancona e Conero.
«Dallo scorso dicembre ci stiamo battendo per evidenziare alle autorità competenti che l’unica soluzione a breve termine per la crisi del mosciolo è la chiusura completa della pesca per la stagione 2025, spingendo parallelamente sulla richiesta dei ristori per i pescatori danneggiati da questa situazione».

Focus: cos’è il mosciolo
Di questa straordinaria unicità vi abbiamo parlato qui (leggi articolo) ma in breve ecco co’è il mosciolo.
Noto anche come “mosciolo selvatico di Portonovo”, è un tipo di mitilo che cresce selvatico sugli scogli della Riviera del Conero (tra Pietralacroce e Sirolo), senza essere allevato: un vero presidio della biodiversità e della gastronomia locale
La sua conchiglia è allungata, leggermente schiacciata e di colore nero-violaceo esternamente, madreperlacea internamente, con tipiche incrostazioni calcaree che la distinguono dalle cozze d’allevamento. In bocca la sua polpa è soda, il gusto sapido, intenso e meno salmastro della cozza comune, con un profumo che richiama le alghe di scoglio.
Vive tra i 5 e i 10 metri di profondità, attaccato agli scogli (soprattutto sullo scoglio “Trave”), in acque di categoria A ovvero, limpide e pulite.
Il raccolto si effettua solitamente fra aprile e ottobre tramite pesca subacquea controllata, spesso in apnea (“facendo i fiati”). E’ Presidio Slow Food dal 2004 come prodotto d’eccellenza e con pesca regolamentata per proteggere lo stock e sostenere i pescatori professionali. La tracciabilità è garantita dalla cooperativa locale – solo i prodotti certificati “mosciolo selvatico di Portonovo” sono autentici.
La preparazione tipica è scottati e conditi “alla marinara” (olio, aglio, prezzemolo e pepe), arrosto sulla piastra o gratinati ma è anche ingrediente principale per spaghetti ai moscioli, risotti, sughi di mare o farciture raffinate; spesso gustati semplicemente con un tocco di limone e un buon bicchiere di Verdicchio.
Perchè è speciale?
Perché non è allevato, ma nasce e vive in natura. Perché il suo sapore unico è più intenso e autentico rispetto alle cozze allevate e perché è un presidio gastronomico che sostiene l’economia del territorio e mantiene viva una tradizione secolare marchigiana.
Un’eccellenza gustativa legata alle acque limpide e alle scogliere del Conero. Se visiti Ancona o Portonovo, provarlo è un’esperienza che racconta il mare e la cultura del luogo in modo autentico e indimenticabile.
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