Prato: Raffaele Paganini

di redazione – Il 23 e 24 febbraio al Teatro Politeama Pratese l’appuntamento da non perdere è con Raffaele Paganini che interpreterà La vera storia di Zorba il greco. La matura esperienza artistica della grande étoile si fonde con una figura di eroe leggendario, per riversare sul palcoscenico la profondità di questo incontro.

Zorba è un uomo che, alle soglie del matrimonio, viene assalito da dubbi e da timori e che inaspettatamente si allontana dalla sua amata e dalla sua terra, la Grecia, per iniziare un viaggio sia attraverso il mondo, sia attraverso se stesso.
Lo spettacolo è dunque la storia di vagabondaggi, di terre lontane, di variegate atmosfere… checondurranno il protagonista a vivere sconosciute esperienze di vita tra sogni, speranze, delusioni, dolori, e forti sentimenti d’amore e di amicizia.

Il coreografo Luigi Martelletta punta il riflettore sull’essenza intima dell’eroe e sulla maturità artistica di Paganini, facendo combaciare perfettamente le esperienze del ballerino con quelle del suo personaggio.
La scenografia e i costumi fanno assaporare i colori e le culture dei popoli che via via si susseguono nei vari quadri, mentre le musiche originali di Marco Schiavoni, unite a quelle tradizionali della cultura greca, valorizzano l’aspetto leggendario ed epico che questa storia porta con sé.
La conclusione del balletto culminerà infatti con il leggendario Sirtaki, che i greci ritengono vada ballato scalzi, sulla spiaggia deserta, per sentire le pulsazioni della terra per ricucire cielo e terra attraverso il corpo, attraverso la danza.

Prezzi biglietti
Poltrona I° Settore                              € 22,00 + € 2,00 Dir. Prev.                             *Ridotto € 20,00 + € 2,00 Dir. Prev.
Poltrona II° Settore                             € 20,00 + € 2,00 Dir. Prev.                             *Ridotto € 18,00 + € 2,00 Dir. Prev.
Galleria                                              € 18,00 + € 2,00 Dir. Prev.                             *Ridotto € 16,00 + € 2,00 Dir. Prev.

Orari della biglietteria:
dal martedì al sabato: dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.30 ½ ora prima dell’orario d’inizio degli spettacoli (vedi programma). Chiuso il lunedì (salvo eccezioni che saranno comunicate)

Per informazioni e prevendita:
Circuito regionale box office
Teatro Politeama Pratese

Via G. Garibaldi 33 – PRATO – Tel. 0574/603758  Fax  0574/445580
e-mail: teatro@politeamapratese.comwww.politeamapratese.com

by viagra pharmacy redaction  – On 23 and 24 February at the Teatro Politeama Pratese the appointment is with Raffaele Paganini who will play The true story of Zorba the greek. The mature artistic experience of the great étoile merges with the figure of a legendary hero, to pour out on stage the depth of this meeting.

Zorba is a man who, on the threshold of marriage, he was assailed by doubts and fears, and unexpectedly turns away from his beloved and from his country, Greece, is to begin a journey through the world and through himself. The show is so the story of wandering, of distant lands, of varied atmospheres … checondurranno the protagonist to live unknown life experiences of dreams, hopes, disappointments, pain, and strong feelings of love and friendship.

The choreographer Louis Martelletta shines the spotlight intimate essence of the hero and the artistic maturity of Paganini, matching perfectly the experience of the dancer with those of his character.
The setting and icostumi do enjoy the colors and cultures of the peoples who gradually follow in the various paintings, and original music by Marco Schiavoni, together with those of traditional Greek culture, enhance its appearance, legendary and epic story that brings with itself.
The conclusion of the ballet culminates with the legendary Sirtaki in fact, that the Greeks believe should be danced barefoot on the deserted beach, to feel the pulse of the earth to heal heaven and earth through the body, through dance.

Ticket Prices
The Armchair ° Sector € 22.00 + € 2.00 Dir Prev * Reduced € 20.00 + € 2.00 Dir Prev
Armchair II Sector € 20.00 + € 2.00 Dir Prev * Reduced € 18.00 + € 2.00 Dir Prev
Gallery € 18.00 + € 2.00 Dir Prev * Reduced € 16.00 + € 2.00 Dir Prev

Ticket Time:
Tuesday to Saturday: from 10.30 to 12.30 and from 17.00 to 19.30 ½ hour primadell’orario start of the shows (see program). Closed on Mondays (except where that will be communicated)

For information and bookings:
Regional circuit box office Theatre Politeama Pratese
Via G. Garibaldi 33 – PRATO – Tel. 0574/603758 Fax 0574/445580
e-mail: teatro@politeamapratese.com – www.politeamapratese.com

Da Prato al Made in Italy. Una mostra per scoprire il genio di CoveriFrom Prato to Made in Italy. An exhibition to discover the Coveri genius

di Simone Focardi – E’ stato un enfant prodige, un genio de Made in Italy e questa mostra racconta innanzitutto la sua creatività, la bellezza e la varietà delle sue creazioni. Il sogno della moda, la sua capacità di affermarsi.
Una mostra glamour, accogliente, elegante, fantasiosa com’era la moda di Coveri.

La leggerezza e la passione sono le sue chiavi. Dunque soprattutto abiti, sfilate, foto di moda, copertine di giornale, le opere d’arte che Coveri ha amato, i grandi, le modelle bellissime che ha lanciato da Claudia Schiffer a Naomi Campbell.

L’allestimento è sorprendente, leggero, capace di far sognare. La dimensione economico-aziendale e sociale, il rapporto coi suoi anni, la strategia industriale sono affrontati soprattutto nel video introduttivo e nel catalogo.

Grande appassionato dell’arte di ogni epoca, Enrico Coveri aveva un talento naturale per capire gli artisti suoi contemporanei: non a caso, a New York aveva conosciuto e aveva fatto amicizia con  Keith Haring e soprattutto con Andy Warhol, che gli dedicherà una serie di ritratti e, caso unico, disegnerà il marchio della sua azienda.

Anche in Italia, Enrico frequentava molti fra i pittori e gli scultori più promettenti del momento, cercando in loro non solo gli autori delle opere di cui si circondava dappertutto, ma i compagni di strada di un’avventura creativa che spaziava dalla pittura alla moda, dalle arti maggiori a quelle minori.
Non a caso, nel 1988 per festeggiare i 10 anni dell’azienda diede vita insieme a Marta Marzotto a una campagna pubblicitaria commissionata a notissimi artisti italiani, che interpretarono il suo marchio e il suo nome in decine di opere uniche.
Fra essi, i protagonisti dell’informale, della Pop Art italiana, della figurazione e del “ritorno alla pittura” che aveva caratterizzato gli anni ottanta: i lavori qui esposti interpretano brillantemente queste diverse tendenze.

Comunicazione forte, energica, scarsamente formale e perfettamente in tema con lo stile che Enrico Coveri ha saputo portare nella moda.
Sfondo bianco, movimento generale, mai posizioni rigide, statiche, riferenti a un mondo non reale: queste sono le caratteristiche delle campagne pubblicitarie di Enrico Coveri, da lui personalmente seguite, a sottolineare la grande attenzione verso la comunicazione.

Per lui hanno lavorato i fotografi più grandi del momento: la gioia e il colore di Bill King, l’ironia di Toscani, l’eleganza di Francois Lami.
E poi le donne di Coveri, bellissime, giovani, ancora poco note, rappresentate nella loro freschezza e nella loro totale dignità femminile. Mai banalmente sexy, sempre a loro agio, accompagnate dalla presenza amichevole di Enrico Coveri che le dirigeva.
Una femminilità che mai nessun altro ha saputo rappresentare.

fino al 18 gennaio 2013
orari:
dal martedì al venerdi: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 – sabato e domenica: dalle 10 alle 18
su prenotazione aperto anche in orari diversi
Ingresso gratuito
Prato, Auditorium Camera di Commercio (via del Romito, 71)It ‘was a genius of Made in Italy.  The creativity of Coveri on exhibition: the beauty and variety of his creations. His fashion dream and ability to succeed in the world. An exhibit as glamorous, charming, elegant and imaginative as was the fashion style of Coveri.

Lightness and passion are the keys. There will be displayed the clothes, fashions, fashion photography, magazine covers, works of art that Coveri loved, great photographers, and the beautiful models whom he launched Claudia Schiffer and Naomi Campbell for example.

The exhibition will be amazing, light and dream-inspiring. The economic-social and corporate dimensions, the relationship with the age and the industrial strategy will be addressed in the introductory video and the catalogue.

Passionate lover of art from every period, Enrico Coveri had a natural talent for understanding contemporary artists. It was not by chance that in New York he had met and become friends with Keith Haring and Andy Warhol, who dedicated a series of portraits to him and who designed his brand’s label—the only time the famed artist did so.

by Simone Focardi – Enrico also frequented many of Italy’s most prominent painters and sculptors, seeking not only names to put on a wall, but companions with whom to share the creative adventure that took them from painting to fashion, from fine arts to the minor arts. In celebrating his company’s tenth anniversary in 1988, he and Marta Marzotto did an advertising campaign that featured noted Italian artists who interpreted his brand and his name in dozens of unique pieces. Among these were the protagonists of the Informale, Italian Pop Art, Figurazione and the “ritorno alla pittura” that had characterized the 1980s: the works shown here brilliantly interpret these diverse tendencies.

A strong message, energetic, sparely formal and perfectly in tune with the style that Enrico Coveri knew how to bring to fashion. White background, general movement, never rigid or static situations, referring to a world that is not real: these are the characteristics of the Enrico Coveri publicity campaign—personally attended to by him—to emphasize great care towards communication. The greatest photographers of the moment have worked for him: the joy and color of Bill King, the irony of Toscani, the elegance of Francois Lami. And then there are the Coveri women, beautiful, young, still little known, depicted in their freshness and in their total feminine dignity. Never banally sexy, always at their ease, accompanied by the amiable presence of Enrico Coveri who manages them. A femininity that nobody else has ever known how to depict.

Until to 18 january 2013

Hours:

Tuesday to Friday: from 10 to 12 and from 16 to 18 – Saturday and Sunday: from 10 to 18

open by appointment at other times

Free admission

Prato, Auditorium Camera di Commercio (via del Romito, 71)

Poggio a Caiano: Ardengo Soffici e non solo in mostra

Dopo l’esposizione “Soffici 1907 – 2007. Cento anni dal ritorno in Italia” e l’apertura al pubblico del “Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano” si apre a Poggio a Caiano una nuova mostra dal titolo: “Ardengo Soffici. L’Europa in Toscana”.

Curata da Luigi Cavallo, studioso dell’artista e del Novecento oltre che curatore del Museo, la mostra concentra lo sguardo sul periodo 1900 – 1918 ed illustra, con opere e documenti originali, i contributi che dall’Europa giunsero nel nostro Paese con la mediazione di Soffici, dando vita a un importante capitolo della nostra cultura.
Esposte 111 opere tra dipinti, disegni e sculture – provenienti da collezioni pubbliche e private di mezza europa – ed eccezionali documenti originali come prime edizioni di libri e riviste.

Potrete ammirare oltre alle opere di Soffici quelle di grandi maestri come Picasso, Apollinaire, Degas, Toulouse-Lautrec, Sisley, Dufy, Léger, Lipchitz, Max Jacob, Henry Rousseau Il Doganiere, Soutine, Alexandra Exter, Archipenko, Larionov, Gončarova, e fra gli italiani Medardo Rosso, Modigliani, Balla, Boccioni, Carrà, de Chirico, Savinio, Primo Conti, Giovanni Costetti, Achille Lega, Magnelli, Marinetti, Rosai, Severini, Viani.

Da segnalare in mostra fra le altre, tre carte di Picasso tra cui: Bicchiere a calice, un disegno del 1913 (pubblicato, lo stesso anno, da Soffici sulla rivista Lacerba), Composizione del 1909, disegno donato probabilmente a Soffici durante il periodo in cui fu a Parigi per la preparazione della mostra sugli Impressionisti, organizzata a Firenze dalla rivista LaVoce nel 1910. Di Amedeo Modigliani invece tre disegni: Ritratto di Moïse Kisling (1916), Nudo femminile seduto (1916-1917) e il bellissimo Nudo di donna seduta, sempre degli stessi anni. Di Pierre-Auguste Renoir due dipinti di paesaggio: Les Arbres, automne (1910) e Bord de mer. Di Fernand Léger in mostra Composition à la feuilledel 1931; del grande scultore lituano Jacques Lipchitz Arlequin et mandoline del 1920, di Marinetti una straordinaria composizione del 1916, Parole in libertà, che il fondatore del futurismo pubblicò nella prima pagina della rivista L’Italia Futurista, di Balla esposte alcune opere, tra cui un notevole dipinto del 1915-1916 Leggerezza di rose. Testimonianza dell’intenso rapporto tra Soffici e de Chirico due dipinti di quest’ultimo:Figura di donna in riva al mare(1925) e Lotta di cavalieri e fanti (1928) appartenuto a Soffici.

Tra le opere di Soffici in mostra, oltre a preziose carte dipinti come Trasporto funebre (1910), dalle spiccate suggestioni impressioniste; Margherite e La route, del 1911 e le famose Bagnanti del 1911.

Scuderie Medicee di Poggio a Caiano – Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano braless pokies , Dal 13 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013

After the exhibition “Soffici from 1907 to 2007. One hundred years after his return to Italy “and the public opening of the” Museum Soffici and 900 Italian “opens in Poggio a Caiano a new exhibition entitled” Soffici. Europe in Tuscany. ”

Curated by Luigi Cavallo, scholar and artist of the twentieth century as well as curator of the Museum, the exhibition focuses his gaze on the period 1900 – 1918 and illustrates with works and original documents, the contributions from Europe arrived in our country with the mediation Soffici, giving rise to an important chapter of our culture.
Exhibited 111 works, including paintings, drawings and sculptures – from public and private collections of half Europe – and exceptional original as first editions of books and magazines.

You can enjoy not only the works of those great masters such as Soffici: Picasso, Apollinaire, Degas, Toulouse-Lautrec, Sisley, Dufy, Leger, Lipchitz, Max Jacob, Henry Rousseau The Customs officer, Soutine, Alexandra Exter, Archipenko, Larionov, Goncharova, and among the Italians Medardo Rosso, Modigliani, Balla, Boccioni, Carrà, de Chirico, Savinio, Primo Conti, John Costetti, Achilles League, Magnelli, Marinetti, Roses, Severini, Viani.

Worthy of note among other shows, three cards Picasso including: Glass goblet, a drawing of 1913 (published the same year, the journal Lacerba) Composition of 1909, donated design probably Soffici during the period who was in Paris for the preparation of the exhibition on the Impressionists, organized in Florence by the magazine The Voice in 1910.

Instead of three drawings by Amedeo Modigliani: Portrait of Moise Kisling (1916), Female nude seated (1916-1917) and the beautiful nude woman sitting, always the same years.
Pierre-Auguste Renoir two landscape paintings: Les Arbres, automne (1910) and Bord de mer. Fernand Léger exhibition in Composition à la feuille of 1931, the great Lithuanian sculptor Jacques Lipchitz Arlequin et mandoline 1920,
Marinetti’s an extraordinary composition of 1916 words in freedom, that the founder of Futurism published on the front page of the magazine Italy Futurist.  Balla number of works, including a remarkable painting of 1915-1916 Lightness of roses. Witness the intense relationship between Soft and de Chirico two paintings of the latter: Figure of a woman on the beach (1925) and Fight of cavalry and infantry (1928) belonged to Fluffy.

Among the works of Soffici on display, as well as valuable paintings as cards funeral Transport (1910), with strong influences impressionist; Daisies and the route of the famous Bathers 1911 and 1911.

Scuderie Medicee of Caiano – Museum Soffici and 900 Italian, from 13 October 2012 to 27 January 2013

La citt

Vinci è situato nel cuore della Toscana, a pochi chilometri da Firenze e Pistoia, vicinissimo a Pisa, Lucca e Siena sono raggiungibili in meno di un’ora.

La località è famosa per essere la città di Leonardo genio del Rinascimento – si trova in mezzo ad una campagna verdissima che dona al paesaggio circostante un aspetto incantevole e magico, degno delle più suggestive immagini leonardiane.

Le origini di Vinci sono molto antiche. Fu terra degli Etruschi e poi “castrum” romano. All’Alto Medioevo risale la primitiva costruzione del Castello che fu dominato intorno al Mille dai Conti Guidi ai quali ne veniva confermato il possesso nel 1164 da Federico Barbarossa e nel 1220 da Federico II di Svevia.
Il 12 Agosto del 1254 Vinci fu sottomessa al dominio di Firenze e trasformata in Comune.

Situata al confine occidentale dello stato, fu oggetto di contesa da parte dei nemici di Firenze. Sotto le sue mura combatterono nel 1315 le soldatesche di Uguccione delle Faggiuola; nel 1320-26 Castruccio Castracani; e nel 1364 John Hawkwood, detto l’Acuto, capo della compagine di ventura degli inglesi al soldo di Pisa. La primitiva costruzione del Castello di Vinci risale all’Alto Medioevo.

Nel corso dei secoli la struttura originaria del castello dei Conti Guidi fu variamente alterata dai diversi poprietari. Restituito al Comune di Vinci nel 1919 dal Conte Giulio Masetti da Bagnano, il castello stato oggetto di diversi restauri. L’ultimo, quello del 1986, per ospitare il nuovo allestimento del Museo Leonardiano.
Nel nuovo allestimento i modelli del “genio”sono stati inseriti in un percorso espositivo più ampio e rigoroso, accompagnati da schede descrittive.
La serie di ricostruzioni in dimensioni reali si propone di confrontare i progetti leonardiani relativi al moto nell’aria, sulla terra e nell’acqua, con analoghi meccanismi ideati da tecnici e inventori prima, contemporaneamente e dopo Leonardo.
La fondazione del Museo Leonardiano risale al 15 aprile 1953, data di conclusione delle celebrazioni per il quinto centenario della nascita di Leonardo, con una prima esposizione di modelli di macchine ispirati ai disegni leonardiani. Da quegli anni il museo si arricchito di nuovi materiali e modelli ed cresciuta l’esigenza di un suo aggiornamento e riordino.
Oggi, a pi di trent’anni dall’apertura, il Museo Leonardiano di Vinci ritrova esaltata la scelta tematica di partenza e si propone come una delle raccolte pi ampie e originali di macchine e modelli del Leonardo inventore, tecnologo e ingegnere.

Il Castello dei Conti Guidi, noto nella tradizione popolare come “castello della nave” per la forma allungata e la torre che possono far pensare alla sagoma di un’imbarcazione a vela, conserva all’interno anche stemmi affrescati e scolpiti, come memoria dei podest, compresa la splendida ceramica “Madonna col Bambino” di Giovanni della Robbia.
Nella piazza antistante il Castello si trova, dal 1987, “L’Uomo di Vinci”, una grande scultura in legno di Mario Ceroli ispirato all’uomo vetruviano di Leonardo.

Vicino al Castello dei Conti Guidi si trova la chiesa parrocchiale di Santa Croce. Ricca di memorie di grande interesse per la storia locale, di origine romanica varie volte ristrutturata: il campanile del 1852, l’interno e la facciata del 1929, il nuovo battistero del 1952, con il recupero del fonte battesimale, a cui secondo la tradizione fu battezzato Leonardo.
Da non perdere quindi l’escursione a Vinci. Il Museo Leonardiano aperto tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 18,00 . Per ulteriori informazioni Tel: 0571 56055 – E-mail: leonardiana@leonet.itVinci is located in the heart of Tuscany, a few kilometres from Florence and Pistoia, very near Pisa; Lucca and Siena can be reached VigRX in less than an hour.

The town is famous for being the birthplace of Leonardo, Renaissance genius – it lies in the midst of a luscious countryside that gives the surrounding area an enchanting and magical appearance, worthy of the most suggestive paintings by Leonardo.

The origins of Vinci are very old. It was an Etruscan settlement and then a Roman “castrum”. In the early Middle Ages, the first castle was built. In around the year one thousand, it was dominated by the Conti Guidi and their possession of it was confirmed by Federico Barbarossa in 1164 and Federico II of Svevia in 1220.

On 12th August, 1254, Vinci was subjected to the domination of Florence and transformed into a “Comune”. Located on the western border of the state, it was fought over by the enemies of Florence. The troops of Uguccione delle Faggiuola fought under its walls in 1315; Castruccio Castracani in 1320-26; and John Hawkwood, called “the Acute”, leader of the English mercenaries fighting for Pisa in 1364.

The first construction of the Castle of Vinci dates back to the early Middle Ages. Over the centuries, the original structure of the castle of the Conti Guidi was altered several times by the various owners. Returned to the town of Vinci in 1919 by Conte Giulio Masetti da Bagnano, the castle was restored several times.

The last, that of 1986, was carried out in order to house the new layout of the Leonardo Museum. In the new layout, the models of the “genius” were inserted in a more extended and simplified display route accompanied by descriptions. The series of life-size models sets out to compare Leonardo’s models relative to motion in the air, on the water and on the ground, with similar mechanisms invented by technicians and inventors before, during and after the age of Leonardo.
The Leonardo Museum was founded on 15th April 1953, the date on which the celebrations of the fifth centenary of Leonardo birth’ terminated, with an initial exhibition of models of machines inspired by Leonardo’s designs. Since then, new materials and models have been added to the museum and the need for an update and re-order become more and more pressing.

Today, over thirty years after it was opened, the Leonardo Museum in Vinci has rediscovered the initial exhibition themes and offers one of the largest and most original collections of machines and models by Leonardo, the inventor, technologist and engineer.

The Castle of the Conti Guidi, popularly known as the “castle of the ship” for its elongated shape and the tower that reminds one of the shape of a sailing ship, also contains frescoes and sculpted coats-of-arms in memory of the “podest”, including the splendid ceramic “Madonna with Child” by Giovanni della Robbia. In 1987, “The Man of Vinci”, a large wooden sculpture by Mario Ceroli inspired by Leonardo’s Vetruvian man was installed in the square in front of the Castle.
The parish church of Santa Croce lies near the Castle of the Conti Guidi. Full of very interesting local memories, it is of Romanesque origins and was renovated several times: the bell tower is of 1852, the interior and faade of 1929 and the new baptistery of 1952, including the recovery of the baptismal font in which tradition has it Leonardo was baptised.
An excursion to Vinci should not be missed, therefore. The Leonardo Museum is open every day from 9.30 to 18.00. For further information tel: 0571 56055, e-mail: leonardiana@leonet.it

Alla scoperta di un territorio che non t’aspetti…Discovering Val Bisenzio

E’ sicuramente uno degli angoli di Toscana turisticamente meno noti. Forse perché quando parli di Prato inevitabilmente pensi ad altro. Pensi soprattutto alla vocazione industriale legata alla lavorazione della lana di di questa città.

La piccola e giovane provincia toscana invece, non è solo telai, rocchette e ciminiere ed oltre a fregiarsi di questa piana operosa e di una zona collinare di tutto rispetto feconda di buon vino e ricca di vestigia rinascimentali, vanta anche un territorio appenninico, che s’incunea fra la province di Pistoia e Firenze che non t’aspetti.

E’ la Val Bisenzio che comprende in toto e in parte i comuni di Cantagallo, Vaiano, Vernio e Montemurlo e che sorpende il visitatore meno distratto appena lasciata la città laniera alle spalle, quando, percorrendo la statale 325 ci s’inerpica curvando sinuosamente in direzione di Bologna risalendo il corso del fiume Bisenzio, che ci fa compagnia per tutto il percorso scavando una stretta vallata fatta di gole suggestive che funge da spartiacque fra l’Appennino e il massiccio carsico della Calvana.

Una zona dove domina il verde, in tutte le sue sfumature cromatiche, una zona albero della cuccagna per tutti gli amanti del trekking e della natura.

Aree verdi e di pregio dicevamo, fra cui su tutte, spicca la Riserva Naturale dell’Acquerino a Cantagallo dove risiede una numerosa comunità di cervi (circa 1000 esemplari) e dove esiste un fitto reticolato di ruscelli e piccoli corsi d’acqua che vanno ad alimentare il fiume Bisenzio che proprio all’ombra di questi boschi ha la sua sorgente.

Anche gli appassionati di storia hanno più di un buono motivo per scoprire questa vallata che, data la sua strategica posizione a guardia del passaggio appenninico era frequentata fin dall’antichità. I primi insediamenti di cui si ha notizia probabilmente, furono realizzati dai romani che li affidarono a coloni assegnatari di terre contese ai Galli; tra questi possiamo trovare le origini di Vernio, dove si suppone svernassero le milizie romane dirette nella Gallia Cisalpina, il cui nome deriverebbe appunto dall’espressione “hibernia” (accampamenti invernali) oppure dall’espressione “verus” (primaverile). Dopo i romani fu la volta dei bizantini e dai longobardi che proprio in Val Bisenzio decisero di fermarsi. Facendo un salto nei secoli possiamo affermare poi che, proprio in questa valle si è originata la fortuna di Prato. Iniziò qui infatti, nel XII secolo, la lavorazione della lana sviluppatasi grazie alla presenza del fiume che forniva l’acqua idispensabile alla sgrassatura della lana. Col tempo la lavorazione assunse “dimensioni industriali”; furono scavate gore che deviavano l’acqua del Bisenzio per muovere i macchinari. Su quelle stesse gore vennero poi costruiti anche numerosi mulini per macinare il grano ed altri cereali.

Anche i big della storia hanno bazzicato questa valle. Quanto ci sia di verità e quanto di leggenda non ci è dato sapere, ma è affascinante credere che anche Dante Alighieri percorse qusta strada. Lo fece in una fredda sera d’inverno quando, esiliato da Firenze cercava di raggiungere Bologna, ma fu sorpreso da una forte nevigata e cercò invano rifugio alla Rocca di Cerbaia, proprietà degli Alberti che si rifiutarono di aprire le porte al celebre viandante. Fatto sta che il vendicativo sommo poeta ha posto i due fratelli Alberti (Alessandro e Napoleone) nel suo XXXII canto dell’Inferno…Da qui la leggenda.

L’integrità naturalistica di questo luogo che quasi sorprende è dovuta a quella che fino a poco tempo fa si considerava una sua sfortuna. Ovvero l’esser stata questa parte di Appennino tosco-romagnolo di fatto, per oltre 50 anni, quasi totalmente isolatata ed abbandonata sia da parte degli abitanti – che per cercare nuove occupazioni nel settore tessile, abbandonarono le zone per trasferirsi nelle aree produttive della Val di Bisenzio e Prato – sia da parte della viabilità di massa che per scavalcare l’Appennino è andata a cercarsi strada in Mugello, là, oltre la Calvana..

Le grandi foreste di faggi, tra cui spicca il famoso “Faggione di Luogomano”, una pianta secolare eccezionale per grandezza e forma la cui chioma copre una superfice di 600 metri quadri, i boschi misti di latifoglie (querce e carpini) e gli ampi castagneti lasciano quindi oggi respirare a pieni polmoni la genuinità intonsa di un angolo di Toscana tutto da scoprire e che sorprenderà anche il turista più smaliziato.

Pr concludere, dato che le gite che non vi negherete fra i sentieri di queste foreste (tutti ottimamente segnalati) vi faranno venire sicuramente fame eco allora che avrete l’opportunità di entrete in contatto anche con la genuinità e la tipicità dei prodotti che questa terra offre: su tutto la castagna e i suoi derivati come la farina dolce che ancora viene prodotta come una volta nei tanti mulini presenti sul territorio, poi gli allevamenti della mucca di razza calvana ed infine l’ottimo olio e l’eccelso miele.

Scoprite cosa c’è alle spalle dell’industriale Prato, ne sarete sorpresi, ma felici.E’ sicuramente uno degli angoli di Toscana turisticamente meno noti. Forse perché quando parli di Prato inevitabilmente pensi ad altro. Pensi soprattutto alla vocazione industriale legata alla lavorazione della lana di di questa città.

La piccola e giovane provincia toscana invece, non è solo telai, rocchette e ciminiere ed oltre a fregiarsi di questa piana operosa e di una zona collinare di tutto rispetto feconda di buon vino e ricca di vestigia rinascimentali, vanta anche un territorio appenninico, che s’incunea fra la province di Pistoia e Firenze che non t’aspetti.

E’ la Val Bisenzio che comprende in toto e in parte i comuni di Cantagallo, Vaiano, Vernio e Montemurlo e che sorpende il visitatore meno distratto appena lasciata la città laniera alle spalle, quando, percorrendo la statale 325 ci s’inerpica curvando sinuosamente in direzione di Bologna risalendo il corso del fiume Bisenzio, che ci fa compagnia per tutto il percorso scavando una stretta vallata fatta di gole suggestive che funge da spartiacque fra l’Appennino e il massiccio carsico della Calvana.

Una zona dove domina il verde, in tutte le sue sfumature cromatiche, una zona albero della cuccagna per tutti gli amanti del trekking e della natura.

Aree verdi e di pregio dicevamo, fra cui su tutte, spicca la Riserva Naturale dell’Acquerino a Cantagallo dove risiede una numerosa comunità di cervi (circa 1000 esemplari) e dove esiste un fitto reticolato di ruscelli e piccoli corsi d’acqua che vanno ad alimentare il fiume Bisenzio che proprio all’ombra di questi boschi ha la sua sorgente.

Anche gli appassionati di storia hanno più di un buono motivo per scoprire questa vallata che, data la sua strategica posizione a guardia del passaggio appenninico era frequentata fin dall’antichità. I primi insediamenti di cui si ha notizia probabilmente, furono realizzati dai romani che li affidarono a coloni assegnatari di terre contese ai Galli; tra questi possiamo trovare le origini di Vernio, dove si suppone svernassero le milizie romane dirette nella Gallia Cisalpina, il cui nome deriverebbe appunto dall’espressione “hibernia” (accampamenti invernali) oppure dall’espressione “verus” (primaverile). Dopo i romani fu la volta dei bizantini e dai longobardi che proprio in Val Bisenzio decisero di fermarsi. Facendo un salto nei secoli possiamo affermare poi che, proprio in questa valle si è originata la fortuna di Prato. Iniziò qui infatti, nel XII secolo, la lavorazione della lana sviluppatasi grazie alla presenza del fiume che forniva l’acqua idispensabile alla sgrassatura della lana. Col tempo la lavorazione assunse “dimensioni industriali”; furono scavate gore che deviavano l’acqua del Bisenzio per muovere i macchinari. Su quelle stesse gore vennero poi costruiti anche numerosi mulini per macinare il grano ed altri cereali.

Anche i big della storia hanno bazzicato questa valle. Quanto ci sia di verità e quanto di leggenda non ci è dato sapere, ma è affascinante credere che anche Dante Alighieri percorse qusta strada. Lo fece in una fredda sera d’inverno quando, esiliato da Firenze cercava di raggiungere Bologna, ma fu sorpreso da una forte nevigata e cercò invano rifugio alla Rocca di Cerbaia, proprietà degli Alberti che si rifiutarono di aprire le porte al celebre viandante. Fatto sta che il vendicativo sommo poeta ha posto i due fratelli Alberti (Alessandro e Napoleone) nel suo XXXII canto dell’Inferno…Da qui la leggenda.

L’integrità naturalistica di questo luogo che quasi sorprende è dovuta a quella che fino a poco tempo fa si considerava una sua sfortuna. Ovvero l’esser stata questa parte di Appennino tosco-romagnolo di fatto, per oltre 50 anni, quasi totalmente isolatata ed abbandonata sia da parte degli abitanti – che per cercare nuove occupazioni nel settore tessile, abbandonarono le zone per trasferirsi nelle aree produttive della Val di Bisenzio e Prato – sia da parte della viabilità di massa che per scavalcare l’Appennino è andata a cercarsi strada in Mugello, là, oltre la Calvana..

Le grandi foreste di faggi, tra cui spicca il famoso “Faggione di Luogomano”, una pianta secolare eccezionale per grandezza e forma la cui chioma copre una superfice di 600 metri quadri, i boschi misti di latifoglie (querce e carpini) e gli ampi castagneti lasciano quindi oggi respirare a pieni polmoni la genuinità intonsa di un angolo di Toscana tutto da scoprire e che sorprenderà anche il turista più smaliziato.

Pr concludere, dato che le gite che non vi negherete fra i sentieri di queste foreste (tutti ottimamente segnalati) vi faranno venire sicuramente fame eco allora che avrete l’opportunità di entrete in contatto anche con la genuinità e la tipicità dei prodotti che questa terra offre: su tutto la castagna e i suoi derivati come la farina dolce che ancora viene prodotta come una volta nei tanti mulini presenti sul territorio, poi gli allevamenti della mucca di razza calvana ed infine l’ottimo olio e l’eccelso miele.

Scoprite cosa c’è alle spalle dell’industriale Prato, ne sarete sorpresi, ma felici.