“Vetro leggero e nuove sfide” è stato il tema del convegno promosso da Le Donne del Vino della Toscana svoltosi lo scorso 8 giugno presso i locali della Vetreria Etrusca a Montelupo Fiorentino.
Il tema del packaging per il vino è argomento ormai discusso da anni, quell’idea della bottiglia di vetro più leggera che molti già adottano al fine di ridurre emissioni di CO2 per la sua produzione. Ma repetita iuvant!
Vetro leggero come uovo di colombo per un’enologia sostenibile?
Più pesante più importante, questa la percezione sul consumatore che si trova di fronte ad un packaging del vino che solo da vuoto può pesare anche fino ad 1,2 kg. Insomma, sebbene il vetro sia un materiale eterno e riciclabile all’infinito, è bene fare chiarezza. Il vetro sì, è riciclabile ma per
il suo riutilizzo occorrono specifiche lavorazioni.
E a tal proposito sono stati diversi gli interventi durante il simposio, egregiamente moderati dalla giornalista Raffaella Galamini.
Sono intervenute l’Assessore alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità Stefania Fontanelli, la Vice Presidente della Regione Toscana ed Assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi, la Dottoressa Marta Galli direttore dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e turismo del vino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Donatella Cinelli Colombini produttrice e Delegata delle Donne del Vino Toscana e Paola Rastelli, vice delegata regionale, Andrea Bartolozzi proprietario insieme alla famiglia di Vetreria Etrusca.
Ogni produttrice presente, inoltre, ha espresso parere favorevole all’uso del vetro leggero, ma qualcuna con qualche perplessità “dall’Asia mi hanno ordinato una ingente quantità di vino ma rigorosamente in bottiglie pesanti… cosa gli dico?”
In Toscana la vetreria storica che si proietta nel futuro
Miglior location non poteva essere scelta: Vetreria Etrusca opera nel settore dal 1920 e ad oggi gode di uno stabilimento dotato di tecnologie avanzate sostenibili, un abbattimento del 40% delle emissioni di Nox –monossido di azoto, sostanza altamente inquinante prodotta dalla combustione industriale – per la produzione del vetro.
Vetreria Etrusca utilizza fino all’85% di rottame di vetro nella produzione dei suoi contenitori riducendo le emissioni di CO2 del 20% e di materie prime del 58%, calcolando che per produrre 1 kg di vetro fuso occorre normalmente 1,1 kg di materie prime.
Oggi Vetreria Etrusca per produrre 1 kg di vetro riesce ad utilizzare solo 0,275 kg di materie prime. Sono dati importanti, soprattutto per chi del vetro ne fa un uso indispensabile per il proprio
prodotto.
Il tema saliente ha visto un parterre di produttrici tutte favorevoli a produrre il vino con bottiglie più leggere, non più bottiglie dai 400 gr. in su, bensì leggere, leggerissime.
Ma quanto potrà incidere questa scelta sul consumatore finale?
I paesi come la Svezia ed il Canada sono i clienti più sensibili, tutti propensi al vetro leggero, scegliendo il vino in base a questa prerogativa. Una bottiglia sotto i 15 Euro deve avere il packaging
sostebile, altrimenti niente ordini. –“c’è la convinzione che il vetro leggero danneggi la qualità del vino, soprattutto quello da invecchiamento; è una fake news che va rimossa perché le cantine hanno voglia di essere sostenibili ed il mercato deve aiutarle” -sostiene Donatella Cinelli Colombini. Ed ancora la dott.ssa Marta Galli afferma che – “a volte ci sono dei falsi miti che hanno i consumatori che spingono le aziende a farlo ma a non dirlo per paura di uno svantaggio competitivo”-.
Quale sarà la risposta dei mercati?
L’Asia si sta avvicinando all’idea, sebbene abbia da sempre preferito lo slogan più pesante la bottiglia migliore è il vino al suo interno.
Luoghi comuni che dovranno essere abbattuti prima o poi, avvicinandosi all’idea che è necessaria una maggiore consapevolezza per evitare un Pianeta alla deriva, una emergenza che sempre più si fa sentire, una sensibilizzazione che deve trovare in ognuno la presa di coscienza di iniziare a rispettare l’ambiente in ogni singolo momento della giornata.
Ma come sono fatte le bottiglie in vetro leggero? Le bottiglie prodotte saranno standardizzate, ovvero con un’unica forma ed un ugual colore verde scuro. Contro ogni credenza il vetro trasparente è più costoso perché la lavorazione è più complessa, mentre il vetro di colore verde richiede meno impegno energetico.
Vetro leggero già realtà. Ecco come combattere falsi miti e pregiudizi.
Vero è che sarà l’etichetta a farne la differenza, ma spesso i sensi sovrastano il buon senso: quanti pensano che dentro una bottiglia dalla forma più originale ci sia un prodotto di maggiore qualità?
Ed in quanti penseranno che la bottiglia è leggera perché il produttore vuole risparmiare? Diciamocela tutta, il packaging ha un suo valore, non foss’altro per l’aspetto estetico e tattile, ed è così che in molti produttori scelgono un vestito diverso per una comunicazione immediata e colpente.
Ma sono già molte le Aziende produttrici che lo fanno e non lo dicono – l’uso del vetro leggero, s’intende – , proprio per evitare che il preconcetto possa avere ripercussioni nel mercato.
Educare, comunicare e soprattutto togliere obsolete credenze, sarà un compito che ogni addetto ai lavori – istituzioni, giornalisti, sommelier, addetti alla comunicazione ed al marketing, produttori – dovrà mettersi all’anima di fare seriamente.
Come ogni cambiamento esige una comunicazione, una paziente campagna divulgativa al fine di far capire che bottiglia pesante non significa vino di qualità.
Si pone anche il problema del riuso, a quali costi può portare per il produttore e a come poter calibrare le imbottigliatrici delle aziende senza dover sottoporsi ad ulteriori costi.
Tutto ancora in fase di lavorazione ma da considerare seriamente.
Sarebbe utile inoltre segnalare sulle etichette il vetro usato ed il suo peso in ogni bottiglia di vino, al fine di informare correttamente il consumatore. E quindi, produrre vino biologico è bello ma ancor più bello se si usa una bottiglia più leggera, una coerenza che dovrebbe essere adottata da ogni produttore sostenibile.
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