Finalmente, l’aglione della Valdichiana diventerà Dop. La giunta regionale ha approvato la delibera che dà parere favorevole al percorso intrapreso dall’Associazione dei Produttori e dei Trasformatori dell’Aglione della Valdichiana.
Questo aglio dal sapore gentile, con grandi capacità di resistenza al maltempo e con una sostenibilità ambientale legata alla sua coltivazione adesso pensa in grande, per arrivare alla consacrazione come eccellenza gastronomica tipica che gli darà il via libera alla commercializzazione in tutto il Paese.

Valdichiana
Valdichiana: non solo chianina
Un gigante e non solo per l’aspetto rispetto a prodotti simili come l’aglio, con le sue tuniche bianche si propone di affiancare l’altro gigante mondiale della stessa area, la Chianina, noto come il bovino dal manto bianco più alto al mondo e già valorizzato e tutelato come IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.
L’areale individuato per la DOP dell’Aglione della Valdichiana, un’ampia zona pianeggiante comprendente 17 Comuni delle province di Arezzo e Siena in Toscana e dieci delle province di Perugia e Terni per l’Umbria, è l’area che un tempo venne definita da Leonardo da Vinci “Lago di Val di Chiana”.
L’Aglione della Valdichiana viene utilizzato per l’alimentazione umana previa essiccazione naturale o utilizzato per aromatizzare sughi e creme destinati alla gastronomia. Localmente è sempre stato valorizzato tramite mercati e fiere dell’agricoltura. È inoltre protagonista di diversi piatti della cucina tradizionale, in particolare i pici all’Aglione, ormai piatto tipico dell’areale di produzione.

L’aglione nel camp a dicembre
L’aglio a prova di bacio
L’aglio a prova di bacio! Una produzione di nicchia che torna sulle nostre tavole con tutta la sua bontà e la carica salutare scrivemmo alcuni fa dopo un reportage in Valdichiana uscito sul giornale on line Gustarviaggiando.
Il suo aroma delicato, tanto da essere definito“aglio del bacio o kissingarlic”, fa dell’aglione un prodotto sempre più ricercato e riconosciuto. Attenzione però perchè non mancano le “contraffazioni” come per tutte le eccellenze ma gli intenditori sanno come riconoscerlo.
In giro infatti, anche prima della stagione naturale, si trova “aglione” che però è solo un grosso aglio comune e non aglione. Bisogna fate attenzione.

Elisa e Piero Rampi
Rampi: padre e figlia custodi della storia e della tradizione
Vogliamo raccontare dell’aglione attraverso la storia di un’azienda che ha sempre, e ripetiamo sempre, creduto, nella “potenza” dell’aglione. Una coltivazione che non si può fare in larga scala e che solo in Vadichiana regala i risultati che il consumatore si attende da questo grosso aglio.
La totale assenza di allicina e dei suoi derivati fa sì che questo grosso aglio sia l’ideale per il consumo. L’allicina non è presente neanche nell’aglio finché questo non viene tagliato o pestato. Nell’aglione manca la produzione dell’amminoacido allina, che induce nel comune aglio alla liberazione di un enzima (allinasi) che trasforma l’allina in allicina. E’ questa la causa del forte odore e dell’intenso sapore che resta dopo aver mangiato aglio.
Aglione: il “porro di vigna” difficile da coltivare
Sulla coltivazione dell’Allium ampeloprasum, questo il nome scientifico, si hanno le prime notizie della coltivazione in Valdichiana da parte degli Etruschi e nel XVI secolo sull’Isola del Giglio. Il nome pare derivi dalla parola greca °aglis cioè spicchio. Il nome della specie da °ampelos” (pianta della vite) e prasios (porro). In pratica porro di vigna, il suo habitat.
Non è facile coltivare l’aglione. Ci vuole il terreno adatto e molta cura. Insomma bisogna conoscerlo.
L’azienda agricola Rampi conosce bene i suoi terreni su cui si trova dal 1914. Fu in quei primi anni del 1900 che la famiglia lasciò il contratto di mezzadria che la legava alla Fattoria di Bettolle per mettersi in proprio.
L’aglione inizialmente era considerato un prodotto ad altro rischio di estinzione e quindi è entrato nel cerchio di attenzione di Slow food.
I coltivatori della Valdichiana si sono tramandati i bulbilli di aglione. Ormai era utilizzato per usi personali perché mancava chi si occupava della commercializzazione.
Dal 2017 è stata costituita l’Associazione che si occupa della tutela e lo sviluppo dell’aglione della Valdichiana e che ha portato al traguardo della Dop.

Elisa Rampi con i fiori di aglione
La ripartenza dell’aglione
La cura che un campo di aglione richiede fatta di conoscenza e attenzione. I campi dove si seminano i bulbilli devono “rotare” per perrmettere al terreno di ritrovare le sostanze necessarie alla sua produzione.
L’azienda Rampi ha la possibilità di spazi e quindi di allargare la produzione di Aglione. In ottobre avviene la semina, in dicembre spuntano le piantine e ad aprile -maggio si tolgono gli scapi fiorali.
Dell’aglione non si butta niente neanche gli scapi fiorali che sono ottimi da mangiarsi anche fritti come snack per l’aperitivo.
Siamo andati in un campo seminato ad aglione in ottobre e già in dicembre c’erano le piantine. Parlare con Pietro ed Elisa Rampi di aglione è entusiasmante. raccontano di terreno ben drenato, una manciata di cenere intorno al bulbillo per far “ingrossare le cellule”, poi l’azoto per farle “allungare”.
“La cosa interessante – racconta Rampi – avviene in maggio con la crescita degli scapi fiorali, un boccio che darà un fiore sterile. Vanno recisi così la pianta si occupa del bulbo che ingrosserà. Ma visto che nell’aglione non si butta niente questi scapi vengono usati per fare frittate o congelati per poi essere utilizzati anche per fare il sugo!”
Con l’aglione non si può fare coltura intensiva e non si ragiona ad ettari ma a numero di bulbilli. La distanza tra un bulbillo e l’altro è, secondo disciplinare, 40 cm e il terreno deve essere ben drenato. La dimensione dei bulbilli piantati darà poi una diversa misura dell’aglione della Valdichiana.
Valdichiana la riscoperta di una terra bellissima
La Toscana offre, come il resto d’Italia, prodotti e panorami, arte e cultura. La Valdichiana è la meta ideale per vivere qualche giorno alla scoperta di paesi, colline e produzioni di qualità. Situata tra le province toscane di Arezzo e Siena e quelle umbre di Orvieto e Terni, la Valdichiana è una terra fertile adatta alle coltivazioni.
Chi non avesse mai assaggiato l’aglione della Valdichiana non può comprenderne la dolcezza e il gusto. Vi invitiamo quindi a cercarlo ma facendo attenzione alle imitazioni. Come fare? Seguirne la stagionalità!
0 commenti