18 Febbraio 2024

I 14 borghi “dipinti” da vedere assolutamente

Italia bellissima e affascinante in ogni suoi angolo. Spesso parliamo dei bellissimi borghi che puntellano le nostre vallate, le nostre colline e i pendii delle nostre montagne.
Borghi affascinanti ricchi di storia e tradizione che vengono celebrati anche dal Touring Club Italiano che ai più virtuosi dedica il riconoscimento della bandiera arancione (articolo qui).
Borghi bellissimi e tutti da scoprire sono anche quelli dipinti, tantissimi da nord a sud trasformati un paesi-fumetto; andiamo a scoprire quelli da non oerde


Casalcipriano (Molise)

I paesaggi, i temi della memoria, della fede, del lavoro e del gioco della civiltà locale dei secoli scorsi sono interpretati in chiave contemporanea da sei artisti di fama internazionale, sotto la direzione artistica del Professor Lorenzo Canova. “Casalciprano wall drawings” è il nome del progetto realizzato nel 2010 che rappresenta uno dei primi interventi pittorici in Molise.
Si compone di 8 opere murali di grandi dimensioni, 2 corali e 6 individuali realizzati tra i vicoli del borgo che ha permesso il recupero e la decorazione di molte facciate di antichi edifici.

Nel percorso delle facciate di Casalcipriano incontriamo l’atmosfera misteriosa dei boschi bifernini di Francesco Crivelli; si prosegue con il recupero degli antichi giochi di Marco Colazzo, le memorie dell’infanzia di Mauro Di Silvestre che ha utilizzato l’antica foto di un bambino di Casalciprano, i falciatori giganti di Stefania Fabrizi, il ponte tra vecchio e nuovo, tra volto e paesaggio, di Adriano Nardi che colloca l’inserto glamour e pop del ritratto di Kate Moss sullo sfondo della veduta di Casalciprano e il ludico accostamento di macchinari di Marco Verrelli che per celebrare la tradizione contadina del luogo.
Anche nelle due facciate realizzate in collaborazione da tutti gli artisti si sovrappongono memorie del luogo, apparati liturgici, figure di anziane, santi e cerimonie religiose, tubature da irrigazione e cascate, il sole e citazioni della storia dell’arte, in una riuscita armonia tra le diverse visioni e gli stili che crea un connubio felice con la storia e il contesto urbano di Casalciprano.


Sant’Angelo di Roccalvecce (Lazio)

Un intero paese “delle fiabe” si trova nel cuore del Lazio, per l’esattezza nel viterbese, dove molti sono i piccoli gioielli di grande valore storico e culturale che rischiano di scomparire. Un patrimonio spesso recuperato grazie a donne e uomini coraggiosi impegnati per riscrivere il futuro di questi luoghi di straordinaria bellezza come Gianluca Chiovelli che, non si è arreso di fronte al costante spopolamento di Sant’Angelo di Roccalvecce e ha trovato un modo davvero speciale per far rinascere il borgo: trasformandolo nel paese delle fiabe.
Tutto è iniziato nel dicembre del 2016 quando ha dato vita all’associazione culturale Acas e, nell’anno successivo, un team di street artist, quasi esclusivamente al femminile, ha iniziato a colorare il borgo con i primi murales.
Ad aprire il libro delle fiabe è stata “Alice nel paese delle Meraviglie” realizzato da Tina Loiodice, murales che si trova nella piazza principale del paese. Dopo Alice ne sono seguiti tanti altri, realizzati da Daniela Lai, Stefania Capati, Cecilia Tacconi, Lidia Scalzo, Isabella Modanese e Gabriel Decarli.
Lo stupore è dietro ogni angolo: c’è Il Piccolo Principe, Pinocchio, Don Chisciotte, La piccola fiammiferaia, Peter Pan, Aladdin, Alì Babà e i Quaranta Ladroni, Hansel e Gretel, la Spada nella roccia, la Fabbrica di cioccolato e il Libro della Giungla.
In totale oggi sono 22 i murales che decorano il borgo e altri sono in fase di realizzazione e progettuale.


Vernante (Piemonte)

Vernante è un piccolo borgo della Valle Vermenagna, in provincia di Cuneo molto legato alla sua storia e alle sue tradizioni noto per essere il paese decorato da Pinocchio. Il suo centro storico raccoglie infatti, sulle pareti delle case, più di 150 murales che ripercorrono la storia del celebre burattino di legno nato dalla penna di Collodi.
Vernante racconta la fiaba di Pinocchio dalle facciate delle sue case, grazie ad oltre centocinquanta murales realizzati da due artisti locali, Bruno Carletto e Bartolomeo Cavallera, in arte “Carlet e Meo”.
Il progetto nacque da un’idea di Carlet, che durante un viaggio in Germania visitò un paese dove le case erano affrescate con dei murales e così nell’aprile del 1989 venne realizzato a Vernante il primo murales. I materiali vennero messi a disposizione della Pro Loco ed i due artisti iniziarono a lavorare, sempre gratuitamente.
Sicuramente all’inizio di questa avventura, cominciata quasi per gioco, non avrebbero mai immaginato di arrivare a dipingerne quasi centosessanta, sui muri delle case dislocate in tutto il paese, creando un’ atmosfera fiabesca unica al mondo che attrae ormai da decenni adulti e bambini.


Valloria (Liguria)

 Spostiamoci in Liguria, in un piccolo borgo di case arroccate che si trova alle spalle di Imperia dove abitano non più di 40 persone. Siamo a Valloria, minuscola frazione di Prelà con questo nome suggestivo che deriva da Vallis Aurea, ovvero la valle d’oro, per via del legame con la coltivazione delle olive e della produzione dell’ evo.

Un posto incantevole reso ancora più magico dal fatto che il suo centro conta oltre 150 porte decorate a mano, ognuna da un diverso artista, caratteristica che l’ha resa famosa in tutta Italia come il ‘paese delle porte dipinte’.
Anche qui a far rinascere in chiave artistica il borgo è stata la risposta all’abbandono degli anni Sessanta quando la coltivazione olivaria andò in crisi.
Alla fine degli anni’80 un gruppo di residenti sentì il bisogno di non consegnare Valloria all’oblio ma di farla rivivere con iniziative di riqualificazione. Fu così che nel 1991 nasce l’Associazione “Le Tre Fontane“ che chiama a se artisti noti e giovani rampanti del pennello che realizzano con diverse tecniche, ogni anno in estate un’opera pittorica sulle porte delle case, delle stalle, ma anche dei magazzini e dei negozi del centro storico.
Ritratti di donna, paesaggi, scene sacre o quotidiane, ballerine, pescatori, poeti e musicisti. Sono questi alcuni dei soggetti che si possono ammirare per i carruggi del centro storico diventato a buon diritto paese dell’Associazione Italiana dei Paesi Dipinti.


Arcumeggia (Lombardia)

Proseguendo sul filo del pennello dei “borghi dipinti” d’Italia facciamo tappa in Lombardia nella provincia di Varese, dove a pochi passi dal Lago Maggiore si trova una piccola frazione del comune di Casalzuigno: Arcumeggia che molto probabilmente è stata la prima località in Italia a scegliere l’arte dei murales come linguaggio comunicativo e come mezzo per far rivivere il paese sull’orlo dell’abbandono.
Già nel 1956, infatti, l’Ente Provinciale per il Turismo decise di investire nel progetto, invitando oltre venti artisti ad eseguire affreschi sulle mura esterne del borgo.
Uno di loro, Bruno Ravasi, venne fin dall’inizio investito dell’incarico di supervisore e, nel suo ruolo, sollevò la preoccupazione riguardo a come le vecchie mura avrebbero risposto alla tecnica dell’affresco: i dipinti avrebbero superato la prova del tempo? Il primo problema affrontato da Ravasi riguardò la sistemazione delle pareti delle abitazioni che avrebbero ospitato i dipinti mediante ripristino o rifacimento dei vecchi intonaci e la loro imbiancatura. E sempre sua fu l’intuizione di far realizzare gli affreschi all’interno di telai da murare in delle nicchie e non direttamente sulla parete delle case.
Oltre a raccontare la storia della vallata, gli affreschi di Arcumeggia ritraggono anche immagini sacre: di fianco alla chiesa è stata infatti realizzata una Via Crucis le cui stazioni sono state dipinte da undici diversi pittori.


Valogno (Campania)

Valogno piccola frazione di Sessa Aurunca è un po’ il borgo delle meraviglie. Le sue stradine, i suoi muri, i suoi piccoli cortili da qualche anno ospitano opere di street art e installazioni d’arte con il chiaro obiettivo di “colorare il grigio dell’anima”.

Qui a 400 metri sul livello del mare, a poco più di 10 chilometri dal Vulcano di Roccamonfina, tra le sue stradine strette vivono oggi meno di 90 persone, di cui molti ultra 65enni. Non c’è un alimentari, non c’è un bar, solo case vuote, pochi anziani e un futuro che rischiava d’inserirlo nell’elenco dei borghi fantasma d’Italia.
A mantenere in vita questo posto è stata l’intuizione di Giovanni, che dalla “caciara” del Tufello (quartiere di Roma), si trasferisce nel silenzio di Valogno e realizza l’Associazione culturale Il Risveglio per “colorare il dolore della malattia di un figlio”. Tanto coraggio e molti sacrifici, per dare vita alla  rinascita del borgo.
Ascoltando la sua storia fa venire da pensare che forse un po’ matti bisogna esserlo per davvero per credere in questi sogni.  Mai sogni si realizzano così!


Rocca di Papa (Lazio)

 Qui tutto è nato grazie alla creatività del pittore locale Miro Fondi che negli anni Ottanta iniziò ad ornare i vicoli del suo centro storico con la realizzazione di alcuni murales.

Sono stati poi molti i maestri d’arte, amici di Miro, amanti dell’arte e desiderosi di dare il proprio contributo alla diffusione di una delle forme di comunicazione più immediata e popolare come il murales che hanno contribuito negli anni successivi alla rinascita e alla crescita di un borgo molto caratteristico come quello di Rocca di Papa attraverso la realizzazione di questi giganteschi quadri permanenti.
Attualmente nel centro storico di Rocca di Papa si trovano decine di murales che adornano i vicoli e i luoghi più caratteristici del paese con colori e temi diversi. 


Cibiana (Veneto)

 Anche la storia di Cibiana non è dissimile da molte altre. Per far fronte al rischio abbandono di questo piccolo borgo montano del Cadore a partire dagli anni Ottanta sono sorti oltre 50 murales per le vie e le piazze di questo paese.

Preziose opere di artisti molto noti, inizialmente dell’area veneta, successivamente anche di chiara fama mondiale. Le loro opere sono oggi inserite con cura nell’architettura rustica dell’antico paese e raccontano la storia delle case dove sono stati dipinti: la casa del fabbro, del casaro, del mugnaio, del carbonaio.
Tutto nacque dall’idea dell’allora presidente della Proloco Osvaldo Da Col che ha regalato al paese il lusso di essere un paese-museo con un’iniziativa che è andata ben oltre gli aspetti folcloristici e turistici, realizzando un unicum che con cura ed espressione crea una stretta simbiosi tra arte, assetto urbanistico e architettonico. Il tema maggiormente trattato dai murales come accennato riguarda le attività lavorative tradizionali.


Dozza (Emilia Romagna)

 Pochi da Imola sul crinale di una collina che domina la valle del fiume Sellustra e scende dolcemente verso la via Emilia si trova Dozza uno dei borghi più belli d’Italia dove i murales diventano arredo urbano e i dipinti colorano i muri delle case, le strade e le piazze.
Passeggiando per le stradine del borgo medievale vi si apriranno viste meravigliose ed improvvise sui murales che colorano il piccolo paese. Ce ne sono oltre 100 in tutto il paese.
Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto di opere realizzate da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea. Da non perdere all’interno della Rocca la vista agli affreschi e ai bozzetti preparatori delle opere su muro esposti nel Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto.


Orgosolo (Sardegna)

Culla di arcaiche tradizioni al centro dell’Isola, nel cuore della Barbagia si trova Orgosolo un tempo tristemente  famosa per il banditismo e oggi conosciuta a livello mondiale per i suoi muri che raccontano.
Il paese rivela un profondo legame con le sue radici barbaricine e con usi e costumi di un tempo dato che oltre ai murales è la patria del canto a Tenore, patrimonio dell’Umanità Unesco.
Quattromila e 500 abitanti e muri unici che narrano di politica e cultura, d’intimo dissenso e di lotte popolari; di malessere e giustizia sociale, di vita quotidiana e tradizioni pastorali.
Alla fine del XIX secolo come accennato il paese assurse alla ribalta per il banditismo: il regista Vittorio De Seta, in ‘Banditi a Orgosolo’ (1961), ne descrive la lotta in difesa delle terre espropriate dallo Stato e durante il Novecento si sviluppò il fermento culturale, tuttora attivo, del muralismo, in origine strumento di protesta.
I muri che raccontano di Orgosolo si soffermano anche sulla rivoluzione di Pratobello, quando i pastori locali si opposero alle istituzioni nazionali contro la costruzione di una base militare sui loro campi.


Aielli (Abruzzo)

Aielli, terrazza sulla Marsica situato in provincia de L’Aquila, è un piccolo gioiello medievale adagiato su uno sperone roccioso che rivive grazie alla street art.
Qui ogni anno dal 2019 si tiene Borgo Universo, un festival di street art, musica, performance e astronomia che
ha trasformato in pochi anni Aielli nel borgo dei murales d’Abruzzo. Un progetto miracoloso che ha trasformato le sue strade devastate dai terremoti in un museo a cielo aperto. Strade variopinte che anno dopo anno regalano al borgo un’inaspettata notorietà.
26 in tutto ad oggi i murales presenti; 26 opere di giovani artisti che hanno portato il proprio stile e la propria tavolozza di colori ed emozioni. Tra di loro lo spagnolo Okuda che dà il benvenuto ai turisti in visita ad Aielli con il suo portale dalle raggianti sfumature geometriche; l’italiano Millo e il suo universo nascosto da scoprire; Zamoc e il suo murales ispirato al Mito di Fetonte in stretta connessione con il brutale terremoto della Marsica del 1915. O ancora, lo spazio immaginato da Matlakos denso di immagini legate al quotidiano abruzzese; la riproduzione del romanzo di Ignazio Silone, Fontamara, opera di Alleg o la trascrizione del testo della Costituzione Italiana per mano di Angie Mazzulli.


Diamante (Calabria)

In Calabria, lungo la riviera dei Cedri, Diamante è la città dei murales che vale una sosta.
Se ne contano oltre 200 dipinti in tutto il centro storico che hanno valso il titolo di “città più dipinta d’Italia”.
Nel borgo marinaro di Diamante tutto è incominciato nel 1981 da un’idea del pittore Nani Razzetti, milanese di nascita, ma diamantese di adozione che propose al sindaco del tempo, Ing. Evasio Pascale, il progetto di rivitalizzare il centro storico.
L’Operazione Murales, portò a Diamante, dall’Italia e dall’estero, ottantatre pittori, che in giugno iniziarono a dipingere i muri del centro storico facendo rinascere nella gente che vi abita il gusto della conservazione del proprio passato, per un’idea viva, che proietti nel futuro. Dal 1986 al 1997 altri murales si sono aggiunti agli ottantacinque precedenti.


Stigliano (Basilicata)

Nel cuore della Basilicata, in provincia di Matera è Stigliano è un borgo dell’Appennino che rivive grazie alla Street Art.
Per contrastare lo spopolamento del borgo è nato qui, sulla falsa riga di altre esperienze nazionali un festival internazionale di Arte Pubblica dal titolo “appARTEngo” che porta l’arte per le strade e nei vicoli della città. Stigliano diventa così anno dopo anno una galleria d’arte all’aperto, con le opere che entrano a far parte del tessuto sociale e urbano.
L’idea del Festival nasce nel 2015 da alcuni giovani residenti che hanno immaginato un’arte creativa itinerante tra le strade del proprio paese. Una delle esperienza più recenti che ha coinvolto artisti come Nicola Alessandrini, Bifido, Alessandra Carloni, Andrea Gandini, Daniele Geniale, Gods in love, Hitnes, Ironmould, Leticia Mandragora, NemO’s, Piskv. A ognuno di loro era assegnata una propria missione: trasmettere sensazioni, emozioni, ricordi, nelle prospettive delle loro opere. 


Usseaux (Piemonte)

In Alta val Chisone, a 1416 metri d’altezza, Usseax è un piccolo borgo di montagna all’interno del Parco naturale Orsiera Rocciavrè in provincia di Torino ma con  un piede già in Valle d’Aosta.
Passeggiando per le sue stradine lastricate potrete ammirare i 40 murales che raccontano la vita contadina del paese, la natura, gli abitanti e i personaggi delle fiabe.

Tutto ciò per i 180 abitanti hanno deciso di restare a vivere e per tutti coloroche vorranno ammairare questo luogo a pieno titolo inserito nella lista de I borghi più belli d’Italia.
Il comune che comprende anche quattro micro frazioni attualmente ancora abitate, Balboutet, Fraisse, Laux e Pourrieres è un borgo rimasto ancora ai vecchi tempi, con le case in pietra e legno, le stalle, i fienili e i lavatoi. Camminando per esso però vi accorgerete sicuramente della presenza dei molti murales sulle pareti delle abitazioni. Sono circa 40 murales e raffigurano scene dell’antica tradizione contadine e raccontano favole e fiabe tipiche. 

 

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