Esplorando la costa croata: borghi marini e isole da non perdere

Esplorando la costa croata: borghi marini e isole da non perdere

La costa croata è una delle gemme nautiche del Mediterraneo, punteggiata da borghi marini incantevoli e isole mozzafiato che catturano l’immaginazione di viaggiatori di tutto il mondo.
Se stai pianificando un viaggio in questa regione, ecco alcuni borghi marini e isole che assolutamente non dovresti perdere.
Esplorare la costa croata è un’esperienza indimenticabile che ti porterà alla scoperta di borghi marini incantevoli e isole mozzafiato.
Con la sua combinazione di storia, cultura e bellezza naturale, questa regione è una destinazione da non perdere per chiunque desideri vivere un’avventura indimenticabile lungo le sponde dell’Adriatico.

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Rovigno (Rovinj)

Situata sulla costa occidentale dell’Istria, Rovigno è una delle città più pittoresche e più amate dal turismo internazionale della Croazia.
Chiarissima l’impronta veneziana che si caratterizza nelle sue case colorate che si affacciano sul mare Adriatico, dalle strette stradine lastricate in salita che convergono verso la chiesa alla sommita del colle e scendendo verso il suggestivo porticciolo.
Rovigno è una destinazione da non perdere per gli appassionati di arte, storia, cultura e natura. Esplora il suo centro storico, visita la splendida Chiesa di Sant’Eufemia e ammira il panorama mozzafiato dalla cima della torre campanaria e non partire senza acquistare uno dei preziosi merletti fatti a mano dalle donne del posto.

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Hvar (Isola di Hvar)

In italiano Lesina questa isola che si trova nel cuore della Dalmazia è conosciuta come la “Riviera croata”, L’isola è celebre fin dai tempi della Jugoslavia per le sue spiagge di ciottoli, le sue baie nascoste e la sua vivace vita notturna.
Grazie alla sua posizione che da sempre fin dai tempi degli antichi romani ne ha favorito la presenza di popoli.
Il pittoresco borgo di Hvar, con le sue eleganti piazze e i suoi edifici storici, è il cuore pulsante dell’isola.
Dedica del tempo a esplorare il castello medievale, passeggiare lungo il lungomare e goderti il tramonto da uno dei numerosi bar lungo il porto.
La regina tra le isole Dalmate insieme a Dubrovnik è meta di numerose navi da crociera che attraccano regolarmente nel porto di Hvar città che è visitata e apprezzata durante tutto l’anno, non solo nella stagione estiva.
Apprezzatissima anche dalle celebrità di tutto il mondo – che si fanno fotografare mentre sorseggiano cocktail presso i bellissimi beach bar della città – l’isola è famosa per i suoi pittoreschi campi di lavanda, le bellissime baie e le vicine isole Pakleni, paradiso del naturismo.

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Dubrovnik (Ragusa)

Conosciuta come la “Perla dell’Adriatico”, Dubrovnik è una delle città più iconiche della Croazia e dell’intera costa dell’Adriatico opposta alla nostra.
Circondata da possenti mura medievali e affacciata sulle acque cristalline del Mar Adriatico, Dubrovnik offre una combinazione unica di storia, cultura e bellezza naturale.
La città (e non solo costiera) geograficamente più meridionale della Croazia e anche la più famosa; meta di crociere e visite durante tutto l’anno, non solo nel periodo estivo.
Ogni angolo, vicolo e stradina dell’antica Ragusa nasconde un tesoro e tra le mura della città vecchi si respira la storia, quella con la esse maiuscola.
Circondata da 1940 metri di mura medievali che si sono conservate nei secoli nella loro forma originaria e che sono il simbolo della città, sono visitabili e insieme a tutto il centro storico protette dall’Unesco dal 1979.
Insieme ai laghi di Plitvice è indubbiamente una delle maggiori attrazioni della Croazia.


Korčula (Isola di Korčula)

Fra le acque turchesi dell’Adriatico, l’isola di Korčula è un gioiello nascosto della costa croata. Il suo borgo principale, Korčula città, è rinomata per le sue strette stradine medievali, le sue eleganti piazze e la sua atmosfera romantica.
Vicinissima alla terraferma e alla Penisola di Peljesac (che dista solo 15 minuti di traversata in traghetto) con belle spiagge di roccia, ma anche di sabbia, paesi ricchi di storia e un’antichissima tradizione vitivinicola, l’isola si trova a sud dell’isola di Hvar, dalla quale è separata dal Canale di Korcula.
Percorsa al centro da una catena montuosa l’isola è ricca di una costa molto variegata fatta di insenature. La baia più ampia e più famosa dell’isola è senz’altro quella di Vela Luka, vista in migliaia di foto iconiche.
Gli amanti delle immersioni possono approfittare delle coste rocciose nella parte più occidentale dell’isola – vicino a Vela Luka – dove si trovano molti siti per immersioni interessanti e i fondali sono profondi e misteriosi.


Trogir

Piccola isola situata nel centro della costa adriatica e collegata alla costa croata, Trogir è una città ricca di storia e fascino considerata un museo a cielo aperto.
E’ un vero gioiello medievale quello che si cela all’interno delle sue mura. Trogir conta oltre duemila anni di storia e grazie al numero impressionante di monumenti ed edifici barocchi e rinascimentali è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco dal 1997.
Il suo centro storico, anch’esso Patrimonio dell’Umanità Unesco, è un labirinto di strade lastricate, piazze medievali e palazzi rinascimentali.
Visita la Cattedrale di San Lorenzo, esplora il castello di Kamerlengo e passeggiare lungo il lungomare per ammirare le imbarcazioni tradizionali ormeggiate nel porto.


Vis (Isola di Vis)

L’isola di Vis (Lissa) è un’oasi di tranquillità e bellezza naturale grazie alla sua posizione poiché fra le isole della Dalmazia centrale è quella più distante dalla terraferma.
Proprio questa sua posizione isolata e la sua meravigliosa natura ne fanno una delle destinazioni più ambite dell’Adriatico. Fino alla fine degli anni Ottanta proprio per questo fu scelta da Tito come base militare ma oggi è famosa per essere stata set del film “Mamma mia 2” e per il suo geoparco che fa parte della rete mondiale Unesco dei geoparchi.
Il suo borgo principale, anch’esso chiamato Vis, è un affascinante labirinto di strade strette e case di pietra, circondato da vigneti e uliveti.
Da non perdere le sue spiagge appartate, le calette indimenticabili e le antiche rovine romane.


Mali Lošinj (Isola di Lošinj)

L’isola di Lussino o Losinj si trova nella parte settentrionale del Quarnero, nell’arcipelago di Cres e Lussino, davanti alla costa della Riviera del Quarnero e alle isole di Krk, Rab e Pag.
L’isola è l’undicesima per grandezza della Croazia ed è separata dalla vicina isola Cres dal canale di Osor o Cavanella, un canale artificiale costruito dai Romani, lungo 150 metri e largo 10 metri.
L’isola di forma sottile e allungata ed ha una costa articolata in numerose insenature dove ancorano in sicurezza splendidi yacht.
Oggi il turismo sull’isola Lussino è molto sviluppato specie nelle località  di Lussinpiccolo, Lussingrande e Nerezine. A proposito una curiosità: i nomi di Lussingrande e Lussinpiccolo non debbono trarre in inganno: il primo (il più antico) è un centro minore per dimensione ed importanza rispetto al secondo (di più recente fondazione ma di maggior sviluppo, capoluogo dell’isola).
L’isola di Lussino, così come tutte le altre località fin qui menzionate porta un doppio nome croato e italiano poiché anche se appartengono alla giovane Croazia, nata nel 1991 dopo la dissoluzione della Jugoslavia tutta la zona è storicamente legata al nostro lato dell’Adriatico fin dai tempi dell’antica Roma.
Lo testimonia la presenza di una piccola comunità di italiani autoctoni, che rappresentano una minoranza residuale di quelle popolazioni italiane che abitarono per secoli ed in gran numero, le coste dell’Istria e le principali città di questa, le coste e le isole della Dalmazia, e il Quarnaro, che erano territori della Repubblica di Venezia. Fino alla seconda guerra mondiale l’isola era a maggioranza italiana poi la presenza di italiani autoctoni è drasticamente diminuita in seguito all’esodo giuliano dalmata. Nonostante la maggior parte degli italiani abbia lasciato quindi l’isola, ne rimane una piccola parte, riunita nella comunità degli italiani di Lussinpiccolo.


Šibenik

Šibenik (Sebenico) è la più antica città fondata dai croati sulla costa ed è nota per la sua cattedrale rinascimentale di San Giacomo, dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco.
La città non è una meta turistica molto frequentata ad esclusione della parte vecchia fatta di strette stradine lastricate e numerosi monumenti storici risalenti al XV e XVI secolo.
Probabilmente è la più sottovalutata tra le città costiere della Dalmazia ma può essere base ideale per esplorare due tra le più famose attrazioni turistiche della Dalmazia centrale, le isole Kornati e il parco nazionale di Krka con le sue cascate.


Pag (Isola di Pag)

Conosciuta per i suoi paesaggi lunari, le sue spiagge di sabbia bianca e la sua produzione di formaggi e prosciutti, l’isola di Pag (Pago) è un luogo unico da esplorare lungo la costa croata.
L’isola sii trova a 180 km da Trieste ed è collegata alla terraferma da una linea di traghetto da Prizna e da un Ponte al litorale che conduce alla città di Zara.
La sua costa è molto articolata, ricca di baie e con un retroterra verde e collinoso. Il suo nome deriva dal latino “pagus” – villaggio – poiché anticamente era un villaggio di pescatori.
Singolare e impressionante il contrasto che caratterizza il territorio dell’isola, quasi completamente brulla e lunare verso la terraferma, verde e lussureggiante di vegetazione mediterranea dalla parte opposta.
L’isola è famosa anche per le sue saline e per i meravigliosi merletti geometrici che creano le donne di Pag.
I principali paesi dell’isola sono: Pag, Novalja, Lun, Kolan, Stara Novalja, Dinjiska, Povljana, Metajna, Zubovici, Simuni, Vlasici, Gorica, Kosljun e Caska.
Il borgo principale, anch’esso chiamato Pag, è tutto da vedere caratterizzato com’è dal castello medievale, dalle strade strette e tortuose, edifici in pietra e una vivace vita notturna estiva. 


Cres (Isola di Cres)

Cres è una delle isole più settentrionali del Golfo del Quarnero ed è separata dall’isola di Lussino da un canale con ponte mobile. E’ la seconda isola per grandezza dopo l’isola di Krk tra le isole del Quarnero.
Nella parte centrale dell’isola si trova il lago Vrana che oltre ad essere una riserva di acqua potabile è zona protetta. La superficie del lago si trova a 14 metri sul livello del mare, ma la depressione che lo ospita raggiunge anche i 60 metri sotto il livello del mare e il lago stesso nei suoi punti più profondi tocca i 74 metri!
Una leggenda racconta che al di sotto delle acque del lago ci siano i resti di un Castello che apparteneva a una ricca signora che, insieme alla sorella, era la proprietaria del grande campo che un tempo si trovava al posto del lago. Una delle due sorelle era avara e molto furba e oltre a non avere nessuna misericordia per i meno fortunati di lei, derubò la sorella divenendo l’unica proprietaria del campo e del castello. Per punizione venne colpita da una maledizione e una violenta tempesta si abbatté sulla valle e il suo castello venne completamente ricoperto dalle acque, scomparendo nelle profondità di quello che oggi è il lago Vrana.
Si dice che nei giorni di vento se si ascolta molto attentamente si possano ancora sentire le campane della torre del castello suonare. Altre leggende raccontano che le grotte attorno al lago siano abitate da fate…

Esplorando i rifugi più belli d’Italia: Un’avventura tra montagne e natura incontaminata

Esplorando i rifugi più belli d’Italia: Un’avventura tra montagne e natura incontaminata

L’Italia è ben nota per la sua straordinaria bellezza naturale, soprattutto quella delle sue straordinarie cime alpine e appenniniche.
Una delle migliori modalità per esplorare le montagne italiane è farlo attraverso i rifugi alpini.
Questi accoglienti spazi offrono riparo e conforto ai viaggiatori mentre esplorano le meraviglie delle Alpi italiane.
Ecco per vacanze speciali un’idea speciale, ovvero scoprire l’Italia della montagna attraverso una selezione dei rifugi più belli.

Rifugio Lagazuoi
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Rifugio Lagazuoi (Dolomiti)

Situato nelle spettacolari Dolomiti, il Rifugio Lagazuoi offre una vista mozzafiato sulle vette circostanti e sulle valli sottostanti.
Accessibile sia a piedi che tramite funivia, questo rifugio è il punto di partenza ideale per escursioni panoramiche e arrampicate avventurose.

Rifugio Elisabetta Soldini (Monte Bianco)

Immerso nel cuore del massiccio del Monte Bianco, il Rifugio Elisabetta Soldini è circondato da uno scenario di straordinaria bellezza alpina.
Situato lungo il famoso Tour del Monte Bianco, questo rifugio è il luogo perfetto per rilassarsi dopo una giornata di escursioni o alpinismo.

Rifugio Alberto I


Rifugio Re Alberto I (Gran Paradiso)

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Rifugio Re Alberto I è un’oasi di tranquillità circondata da maestose vette e ghiacciai scintillanti.
Accessibile solo a piedi, questo rifugio offre un’esperienza autentica di montagna e la possibilità di avvistare la fauna selvatica locale, come stambecchi e marmotte.

Rifugio Vittorio Emanuele II (Gran Paradiso)

Un altro gioiello del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Rifugio Vittorio Emanuele II uno dei rifugi più antichi e iconici delle Alpi italiane.
Situato a oltre 2.700 metri di altitudine, offre una vista spettacolare sulle vette circostanti e serve come punto di partenza per escursioni alpinistiche e passeggiate panoramiche.

Rifugio Bozano

Rifugio Bozano (Alpi Apuane)

Nelle Alpi Apuane della Toscana, il Rifugio Bozano è immerso in un paesaggio selvaggio e incontaminato, noto per le sue impressionanti formazioni rocciose e le grotte sotterranee.
Questo rifugio è il punto di partenza ideale per esplorare le montagne e le valli circostanti, nonché per assaporare la cucina tradizionale toscana.

Rifugio Torino (Monte Bianco)

Situato a 3.375 metri di altitudine uno dei più alti d’Italia, il Rifugio Torino offre una vista mozzafiato sul Monte Bianco e sulle vette circostanti.
Accessibile tramite funivia dalla città di Courmayeur, questo rifugio è una base ideale per escursioni alpinistiche, sci alpinismo e altre attività outdoor.

Rifugio Pradidali (Dolomiti)

Nel cuore delle Dolomiti, il Rifugio Pradidali è incastonato tra maestose pareti rocciose e prati alpini fioriti. Accessibile solo a piedi, questo rifugio è rinomato per la sua ospitalità e la sua cucina casalinga.
È il punto di partenza per escursioni verso alcune delle vette più iconiche delle Dolomiti.


Rifugio Pian dei Fiacconi (Monte Bianco)

Situato sul versante italiano del Monte Bianco, il Rifugio Pian dei Fiacconi offre una vista spettacolare sul ghiacciaio del Miage e sulle vette circostanti.
Accessibile tramite funivia da Courmayeur, questo rifugio è una base ideale per escursioni panoramiche e avventure alpine.

Rifugio Nuvolau (Dolomiti)

Immerso nel cuore delle Dolomiti Ampezzane, il Rifugio Nuvolau offre una vista mozzafiato sulle vette circostanti, tra cui il maestoso gruppo del Pelmo. Accessibile a piedi o in funivia, questo rifugio è rinomato per i suoi tramonti spettacolari e la sua cucina tradizionale.

Rifugio Brentei (Dolomiti)

Situato nel cuore del Gruppo di Brenta, il Rifugio Brentei è circondato da alcune delle più belle cime dolomitiche.
Accessibile solo a piedi, questo rifugio offre un’esperienza autentica di montagna e la possibilità di esplorare il suggestivo paesaggio alpino circostante
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Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Esplode la primavera ed esplode con essa la voglia di gite fuori porta. Davvero tanti gli itinerari italiani, da nord a sud dove vivere al meglio l’esplosione incredibile dei colori e dei profumi della stagione delle fioriture.
Abbiamo selezionato per voi delle gite indimenticabili da mettere per sempre nell’album dei ricordi.

La fioritura della lavanda a Demonte

Non solo la Francia per la lavanda. Demonte, nella Valle Stura è un piccolo comune di 2000 abitanti nella provincia di Cuneo. che fra giugno e luglio offre la possibilità di tuffarsi nel viola intenso e nel profumo inebriante dei campi di lavanda in fiore senza dover recarsi in Provenza.
Per ammirarli i punti di vista migliori si trovano lungo la Statale 21 tra Borgo San Dalmazzo e il Colle della Maddalena, oltre ai campi coltivati dalla distilleria per la produzione delle essenze.
Proprio la lavanda, fino alla prima metà del Novecento, costituiva una importantissima risorsa economica per l’economia del posto grazie alla produzione per l’appunto di olio essenziale.

La fioritura della lavanda a Demonte

Fioritura dei rododendri a Biella

Nella Riserva Naturale Parco della Burcina in provincia di Biella sono i rododendri ad offrire da fine maggio una stupenda fioritura che tinge le pendici dei monti di molteplici sfumature: macchie di colore bianco, rosa, rosso e lilla si susseguono in continuità.
Anche l’Oasi Zegna, la montagna che Ermenegildo Zegna negli anni Trenta ha trasformato in un giardino apre le porte agli appassionati. Con una rilassante passeggiata nella panoramica Zegna si può godere della fioritura della vallata e qui si possono ammirare conifere, azalee, dalie, ortensie e rododendri

I rododendri di Biella

I glicini di Alassio

Ad Alassio, in provincia di Savona, si può ammirare in primavera la splendida fioritura di 32 diverse specie diglicini e oltre 350 esemplari di agapanti.
I glicini di Villa della Pergola erano particolarmente amati dalla famiglia Hanbury, proprietaria della tenuta per quasi tutto il Novecento, tanto che Ruth Hanbury era solita organizzare la “Festa del glicine” alla quale partecipavano scrittori, giornalisti e tutta l’aristocrazia britannica che viveva in Liguria.

32 diversi tipi di glicine ad Alassio

Fioritura del loto a Mantova

Mantova è una delle città più belle d’Italia ed è nota per i suoi monumenti e le vie storiche. È anche considerata la città dei fiori di loto che proliferano in particolar modo sulle acque del lago Superiore: durante i mesi di giugno, luglio e agosto la fioritura su questo grande specchio d’acqua non ha nulla da invidiare a quelle del lontano Oriente.
Questo fiore esotico dalle tinte vivaci e il profumo inebriante, attraverso i secoli e le civiltà ha assunto un’aura di sacralità e mistero, tanto da diventare simbolo di purezza e divinità. I barcaroli del Mincio propongonoaffascinanti itinerari fluviali alla scoperta della sua bellezza, un modo semplice per godere anche di una prospettiva inusuale sulla panoramica città di Virgilio.

I loti nei laghi di Mantova

Fioritura dei ciliegi a Vignola

Se siete fan dell’Hamami, ovvero l’arte di contemplare i ciliegi in fiore, e il vostro sogno è ammirare la fioritura dei ciliegi in Giappone sappiate che potete godere di questo romanticissimo spettacolo anche in Italia.
Le mete sono, in realtà, molteplici.
L’appuntamento più famoso si tiene però a Vignola dove, tra fine marzo e inizio aprile, solitamente si organizza una sagra dedicata. A ricoprirsi di delicati petali sono, in questo caso, i ciliegi della Valle del Panaro.


La fioritura delle ginestre sull’isola d’Elba

L’isola d’Elba conosciuta in tutto il mondo per il mare limpido e le belle spiagge, ma anche per la sua storia e la sua arte e piena di una natura rigogliosa e incontaminata che esplode nella primavera con colori e profumi unici.
La parte occidentale dell’Isola viene definita “la costa in giallo” proprio perché nel mese di maggio tutte le ginestre sbocciano e il giallo diventa predominante.
Ecco allora che una passeggiata diventerà una esperienza rigenerante circondati dal verde e dalla rigogliosa e profumata fioritura primaverile.


Le sfumature di Castelluccio di Norcia

Se la primavera è la stagione dei fiori, la tappa ideale per una gita di un giorno in Umbria è il suggestivo villaggio di Castellucio di Norcia quando il suo altopiano si ricopre di un manto di fiori selvatici che regalano un colpo d’occhio incredibile. Un emozione unica quella pennellata che pare fatta ad acquerello.
Sulle alture dei monti Sibillini l’altopiano sotto Castelluccio si riveste di sconfinate distese di papaveri e viole che colorano i campi di coltivazione delle celebri lenticchie locali.
Uno spettacolo floreale tra i più suggestivi che la primavera regala in Italia al punto da divenirne una delle immagini più simboliche e spettacolari.

Castelluccio di Norcia

Fioritura dei crochi a Campo Imperatore

Man mano che la neve si scioglie e lascia scoperto il terreno ancora brullo, sono migliaia di crochi a formare un nuovo manto sulla piana abruzzese di Campo Imperatore.
Questi esili ma combattivi fiorellini, tipici di tante zone di montagna, offrono al visitatore uno straordinario spettacolo nei toni del viola e del bianco fino a quasi il mese di giugno.
Campo Imperatore è un vasto altopiano all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nel comune di L’Aquila, che va dai 2100 metri di quota dell’Osservatorio astronomico per scendere verso la valle e le terre della Baronia a 1800 metri sul mare.

I crochi che tappezzano in primavera Campo Imperatore

Nella Valle dei Giganti in Puglia

Un suggestivo percorso tra I maestosi ulivi millenari pugliesi. Emozionante passeggiare tra gli enormi alberi che sono da sempre uno dei simboli più forti di questa terra. Monumenti viventi che affondano le radici nel tempo e nella terra rossa di Puglia.
Un percorso all’aria aperta adatto anche a chi si muove con bambini e che si può concludere con la tipica degustazione dell’olio extra vergine d’oliva ricavato da queste straordinarie piante plasmate dai secoli.

In fiore i maestosi olivi giganti di Puglia

Fioritura dei mandorli ad Agrigento

Un luogo imperdibile dove ammirare una incantevole fioritura di primavera è la Valle dei Templi, patrimonio dell’Unesco, vicino ad Agrigento.
Questa area archeologica sorge in una zona circondata da numerose piante tra cui numerosi mandorli che, una volta fioriti, offrono uno spettacolo incredibile.
I mandorli in fiore si stagliano accanto alle rovine degli antichi templi che vengono avvolti da una nuvola di petali rosa dal delicato profumo. Esiste anche una sagra dedicata a questo evento nelle prime settimane di manzo.

I fiori di mandorlo nella Valle del Templi

 

 

Chianciano Terme e la “ciaccia” di Pasqua

Chianciano Terme e la “ciaccia” di Pasqua

Ogni zona d’Italia ha le se tradizioni pasquali a tavola. Neanche la Toscana sfugge a questa regola. Tante tradizioni, una per ogni zona, tante tipicità. Andiamo alla scoperta della colazione di Pasqua.
Torna la mattina di Pasqua come da tradizione, nei bar di Chianciano Terme la tradizionale colazione pasquale con la “Ciaccia”.


Cos’è la ciaccia

Tutti i bar della famosa cittadina termale della Toscana meridionale aderenti a Confesercenti, allestiranno per residenti e turisti la tradizionale colazione di Pasqua offrendo, a partire dalle prime ore della mattina a residenti e turisti la “ciaccia”.
La “ciaccia” è un tipico impasto fatto con formaggio pecorino, servito insieme al capocollo ed al classico uovo sodo.
Una colazione pasquale per eccellenza da queste parti, forse magari un po’ pesante per i nostri palati avvezzi ad altro, ma un’occasione unica che segna anche in modo originale anche un buon auspicio per la stagione turistica, che abitualmente entra nel vivo in questa occasione

7 buoni motivi per passare la Settimana Santa in Catalogna

7 buoni motivi per passare la Settimana Santa in Catalogna

Per restare fedeli al detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” non c’è modo migliore che stupire i propri compagni di viaggio con una vacanza in Catalogna.
Meno noti (e affollati) degli eventi della Semana Santa spagnola, gli appuntamenti della Setmana Santa catalana regalano grandi emozioni e sorprese a chiunque voglia seguirli, più o meno religiosamente. Dalle celebrazioni sacre proclamate “festa patrimonial d’interès nacional” alle usanze tipiche del periodo pasquale, tra scheletri ballerini e torte di uova di cioccolato, il successo è assicurato.


Cantare le Caramelles

Cantare le Caramelles Il nome può trarre in inganno perché il termine Caramelles non ha nulla a che fare con gli zuccheri più amati dai bambini.
Sono i canti popolari tipici della Catalogna cantati dai Caramellaires (i gruppi di cantori vestiti in abiti tipici), nati come pagani per festeggiare l’inizio della primavera e in seguito, con il cristianesimo, per celebrare la resurrezione di Gesù.
Chi si trova il Sabato Santo o il giorno di Pasqua ad esempio a Santa Eulàlia de Riuprimer, un borgo in mezzo ai boschi e i pascoli dell’entroterra catalano tra le città di Girona e Barcellona, li incontrerà intorno a mezzogiorno sotto i balconi delle case o nelle fattorie sparse per la campagna nei dintorni a intonare le Caramelles, accompagnati da musiche e balli in cambio di uova, dolci o botifarres (salsicce).
Altri gruppi di Caramellaires in Catalogna si trovano, già a partire dal XVI secolo, anche a Sant Julià de Vilatorta e Súria, in provincia di Barcellona.


La Mona de Pasqua

Uno dei momenti più attesi dai bambini in Catalogna per Pasqua è quello di scartare la Mona de Pasqua.
Con un rituale che risale probabilmente al XV secolo, il padrino regala un dolce fatto di pan di Spagna (o pan brioche) ricoperto di tante uova di cioccolato quanti sono gli anni del figlioccio, fino a un massimo di dodici, l’età della Prima Comunione.
Originariamente le uova erano sode ma con l’arrivo del cacao dall’America e poi il nascere della sana “competizione” tra i pasticceri catalani (come il maestro Lluís Santapau negli anni ’30), la Mona de Pasqua ha avuto un’evoluzione al passo coi tempi.
Oggi la decorazione non ha limiti, dalle piume d’oca colorate alle sculture di cioccolato con i personaggi dei cartoni animati. D’altronde a Pasqua si festeggia la fine della Quaresima e quindi della dieta! Un’occasione ghiotta per assaggiare anche i tipici bunyols de Quaresma, i doughnuts catalani.

L’uovo che balla. Foto Xavier Caballe -Flickr

Balla con l’uovo

Salvador Dalì ci ha abituati a vedere l’uovo fuori dal piatto, ad esempio nella casa di Port Lligat e nel museo di Figueres, ma c’è anche un’altra occasione per (s)covarlo fuori contesto.
Dal Corpus Domini, il 30 maggio e fino al 2 giugno, a Barcellona si può assistere al tradizionale Ou com Balla, letteralmente l’uovo che “balla”, tenuto in equilibrio dal getto d’acqua che zampilla dalle fontane di nove diversi luoghi della città: dai chiostri delle chiese ai giardini e i cortili pubblici.
Tra i più storici ci sono la fontana nel chiostro della Catedral de la Santa Creu i Santa Eulàlia, la cattedrale di Barcellona dove, tra il XV e il XVII secolo, ha avuto probabilmente inizio quest’usanza legata alla fertilità, e la fontana del patio della Casa de l’Ardiaca, la sede dell’Archivio Storico della città nel Barri Gòtic.
Il segreto dell’uovo ballerino? È svuotato all’interno e il buchino viene poi chiuso con la cera.


La Passiò de Vilalba dels Arcs

Sedersi accanto ai dodici apostoli durante l’Ultima Cena, seguire passo a passo la Croce fino al monte Golgota e camminare tra i mercati e gli artigiani di Gerusalemme.
A Vilalba dels Arcs, un paese con meno di mille abitanti nella comarca di Terra Alta, la Passió è un evento che coinvolge tutta la comunità.
Si parte da Plaça Sant Antoni, giovedì 28 marzo alle ore 21.30 o nella replica diurna di sabato 30 alle ore 17, quando gli abitanti e i visitatori si mescolano agli attori mettendo in scena con vivido realismo la Passione di Gesù.
Le strade medievali sono illuminate dalla luce delle torce, si cantano e si ballano musiche antiche, il pane, il vino e l’olio prodotti con tecniche ancestrali evocano sapori autentici e i costumi di scena suggeriscono che, in quest’angolo di Catalogna, per la Settimana Santa le lancette dell’orologio tornano indietro di duemila anni. Una passione da condividere.


La danza della morte

Cinque scheletri (due adulti e tre bambini) danzano insieme con passi cadenzati dal ritmo del tamburo sullo sfondo di oggetti che simbolizzano la morte: una falce, un piattino con della cenere, una bandiera nera con il teschio e le iscrizioni “Nemini Parco” e “Lo Temps Es Breu”, torce a olio e un orologio senza le lancette.
Non è il Día de los Muertos in Messico ma il Giovedi Santo (nel 2024 cadrà il 28 marzo) a Verges, un paesino a soltanto un quarto d’ora di distanza dal mare della Costa Brava dove ogni anno durante la sentita Passiò de Verges si ripete la Dansa de la mort.
Come eredità delle danze macabre medievali diffuse in Spagna e nel resto dell’Europa, in modo particolare all’epoca della peste (oggi quasi tutte scomparse), questa antica tradizione si era persa, è stata ripresa e come documentato nel 1666 sicuramente era già in uso da prima del XVII secolo. È uno spettacolo unico, a tratti funereo. Il consiglio? Astenersi impressionabili.


Via Crucis nei boschi dei Pirenei

Se c’è un giorno dell’anno in cui darsi appuntamento a Sant Hilari Sacalm, il paesino detto “delle cento sorgenti” nel cuore dei Pirenei catalani, è il Venerdì Santo.
Negli altri 364 ci si avventura nei suoi boschi a piedi o in bicicletta ma il prossimo venerdì 29 marzo, dalle ore 19, c’è da scommettere che nessuno si allontanerà dal centro storico per partecipare alla manifestazione più sentita della Settimana Santa.
La Via Crucis Vivent, qui in programma da ben tre secoli, culmina nella spettacolare rappresentazione del Calvario che attira partecipanti da tutta la Catalogna e non solo.
Nel buio di Sant Hilari Sacalm, la scenografia ha una grande potenza teatrale. Grazie all’uso sapiente di luci e musica, dalla processione dei Misteri con le storiche e pesantissime effigi sacre sollevate a mano dai portatori, alle undici tappe con l’attesa Crocifissione, l’evento è particolarmente coinvolgente. Una tradizione tramandata dai genitori ai figli.


Il venerdì di Tarragona

Per cinque secoli a Tarragona l’effetto wow è assicurato nella Processó del Sant Enterrament, l’evento clou della ricca Setmana Santa in programma ogni anno nella città della Costa Daurada, fin dal 1550.
Questa processione inizia e finisce dalla chiesa di Natzaret, in Plaça del Rei: il rombo dei tamburi degli Armats (soldati romani) scandisce l’incedere delle migliaia di partecipanti all’annuale rito religioso.
Essere lì, nella Part Alta di Tarragona, il centro storico già affascinante di per sé, la sera del Venerdì Santo (quest’anno il 29 marzo) è un’esperienza indimenticabile e per certi versi ipnotica che vale il viaggio in Catalogna. Da mettere in agenda.

 

Ciliegi fioriti: i 7 posti più belli dove vederli a Tokyo

Ciliegi fioriti: i 7 posti più belli dove vederli a Tokyo

I ciliegi che potete ammirare fanno parte del genere Prunus e ce ne sono di diversi tipi in tutto il mondo, soprattutto nelle zone a clima temperato dell’emisfero nord, dal Giappone alla Cina e alla Corea fino a Nepal, India, Pakistan, Iran, Afghanistan ed Europa settentrionale.
Il Giappone è particolarmente famoso per i suoi ciliegi grazie alla grande varietà di piante e ai festeggiamenti con cui la fioritura viene accolta in tutto il paese.
Non appena i fiori sbocciano nei parchi e per le strade di tutto il paese, cominciano i picnic e le feste ‘hanami’, dove ammirare i ciliegi in compagnia e apprezzarne la bellezza, seppure effimera, che annuncia l’arrivo della stagione più calda. I ciliegi in giapponese si chiamano ‘sakura’ e non è esagerato dire che sono una vera e propria ossessione nazionale.


La stagione della fioritura in Giappone

In Giappone, la stagione della fioritura va generalmente dalla terza decade di marzo alla prima di aprile, ma se si considera la vastità geografica del paese, il periodo si estende per circa quattro mesi.
A sud, nelle isole subtropicali di Okinawa, i ciliegi cominciano a sbocciare a metà gennaio e sono in piena fioritura verso l’inizio di febbraio.
Poi è la volta della regione meridionale del Kyushu, dove a Kagoshima, Kumamoto, e anche a Fukuoka, i primi boccioli si aprono nell’ultima settimana di marzo culminando ai primi di aprile.
Proseguendo verso nord, nella regione del Kansai dove si trovano Osaka, Kyoto e Nara, i ciliegi fioriscono a fine marzo-inizio aprile.
A Tokyo e Yokohama la fioritura tende a cominciare negli ultimi giorni di marzo e a culminare nella prima settimana di aprile.
Nella regione settentrionale del Tohoku, la fioritura comincia ad aprile inoltrato o nell’ultima settimana del mese nel caso di Hirosaki, all’estremità più a nord dell’Honshu.
Come prevedibile, l’isola di Hokkaido è l’ultima in fatto di fioritura: a Sapporo e Hakodate comincia la prima settimana di maggio e raggiunge il culmine qualche giorno dopo.
I ciliegi sbocciano in periodi diversi a seconda della varietà delle piante, ma a Tokyo la maggior parte è in piena fioritura come detto tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.


Dove trovare i ciliegi?

La varietà di ciliegio più diffusa in Giappone è la Somei-Yoshino, ottenuta da ibridazione e famosa per i fiori dai petali bianchi con una lieve sfumatura rosa.
Questi alberi si trovano spesso nei parchi, vicino alle scuole e lungo i fiumi o i fossati dei castelli e formano archi dai colori tenui che si riflettono sull’acqua.

Un’altra varietà di ciliegio pregiata per la sua bellezza è la Kawazu-zakura, diffusa per lo più nella zona di Kawazu, nella parte meridionale della penisola di Izu, a due ore e mezza di treno da Tokyo.
I fiori di questi alberi sono caratterizzati da un rosa più intenso rispetto alla varietà Somei-Yoshino e sbocciano circa un mese prima, a fine febbraio o inizio marzo. La festa dei ciliegi Kawazu-zakura è una meraviglia che attira ogni anno circa un milione di persone.

Per chi non è in Giappone in primavera, nella provincia di Aichi ci sono i ciliegi ‘shiki-zakura’ (o “delle quattro stagioni”), che fioriscono due volte all’anno e perciò si possono ammirare anche in autunno, in un suggestivo contrasto di fiori rosa delicato e foglie rosso vivace degli altri alberi.
In Giappone, ci sono anche ciliegi bonsai dalla forma estremamente curata, alberi in miniatura che uniscono due simboli della cultura giapponese.


Significato e simbolismo dei fiori di ciliegio

I ciliegi in fiore rappresentano una sensibilità estetica che trova espressione in tutta la cultura giapponese. I fiori di ciliegio sono infatti un motivo decorativo molto presente, dai paesaggi onirici delle stampe ukiyo-e ai raffinati paraventi dipinti, fino ad arrivare all’arte moderna, con manga e anime inclusi, e a prodotti di uso quotidiano come contenitori ‘bento’ per il pranzo.
Il ciliegio e i suoi fiori delicati hanno ispirato innumerevoli versi dedicati alla bellezza che donano al paesaggio e alla felicità nel vederli sbocciare ogni primavera.
Tra i tanti esempi, le parole del monaco zen e poeta Ikkyu (1394-1481): “Apri un ciliegio, ma non troverai i fiori: ma la brezza di primavera ne porterà a miriadi”.

La popolarità dei ciliegi in fiore è dovuta a molti fattori, tra cui il loro valore simbolico: i rami fioriti sembrano nuvole di petali che ricoprono gli alberi, per poi scomparire all’improvviso come nuvole soffiate via dal vento, simbolo della caducità e della transitorietà della vita.
Ciò è legato all’antico concetto buddista che nella cultura giapponese è conosciuto come “mono no aware” ovvero “il pathos delle cose”, che riconosce la bellezza della vita nella sua brevità.

Il periodo di fioritura dei ciliegi in Giappone è esattamente quello in cui termina il vecchio anno scolastico e inizia quello nuovo, con molti studenti che, dopo il diploma, entrano nel mondo del lavoro aprendo così un nuovo capitolo nella loro vita.
Quando si lascia indietro qualcosa, la nostalgia fatta di tristezza e felicità insieme è chiamata ‘natsukashii’, per molti evocata dai ciliegi che fioriscono in un periodo di transizione.
Le feste dedicate ai ciliegi si svolgono di solito nei parchi e nei giardini intorno ai castelli in tutto il Giappone, ma anche all’estero.


Le feste dedicate ai ciliegi

Le feste ‘hanami’ (letteralmente “guardare i fiori”) sono un’occasione per dare il benvenuto alla primavera ammirando i ciliegi, e anche un po’ una scusa per ritrovarsi a festeggiare tutti insieme all’aperto.
Spesso ci si riunisce tra amici e familiari, ma ci sono anche aziende che organizzano il loro ‘hanami’ per i dipendenti in un parco vicino alla sede.
In queste occasioni si fa un picnic e si sceglie preferibilmente un posto con molti ciliegi, ad esempio il parco di Yoyogi, molto popolare e in cui conviene andare la mattina molto presto per assicurarsi un buon posto.
Di solito si stende per terra un telone di plastica blu su cui tutti si siedono dopo essersi tolti le scarpe: inizia così la festa all’insegna del relax sotto i rami fioriti. Di solito si porta da qualcosa da mangiare e da bere da dividere coi commensali, e sono di moda anche ‘bento’ a tema, pietanze a forma di fiore e decorazioni rosa. È anche usanza mangiare il dolce di riso ‘sakura-mochi’ avvolto in una foglia di ciliegio.

I ciliegi vengono festeggiati in molte città anche con illuminazioni notturne che creano un’atmosfera in cui i fiori che risplendono al buio.
Dove c’è un castello, di solito ci sono anche dei ciliegi, ideali per la foto perfetta con il castello sullo sfondo del cielo blu, o con i petali che si riflettono sull’acqua del fossato.
La festa dei ciliegi di Hirosaki, nella regione di Aomori, è particolarmente famosa: con più di due milioni di visitatori, Hirosaki è stata selezionata come uno dei cento posti migliori per ammirare i ciliegi e per il paesaggio naturale.
A Tokyo, il canale di Nakameguro diventa particolarmente suggestivo quando i fiori e le lanterne appese ai ciliegi si riflettono sull’acqua come in un’incantesimo.


Ciliegi in fiore: le feste e i luoghi più belli a Tokyo

A Tokyo, tra luoghi noti a tutti e angoli sconosciuti ai più, ci sono tantissimi posti da cui ammirare i ciliegi in fiore, ma per un’esperienza ancora più coinvolgente non c’è niente di meglio di un festival.
Qui presentiamo sette eventi tra i più popolari per ammirare la bellezza effimera dei fiori divertendosi e salutando la primavera insieme ai tokyoiti.


Sakura matsuri a Nakameguro

Con i suoi numerosi caffè e locali alla moda, la zona di Nakameguro è molto elegante e tranquilla ma, durante il Nakameguro Sakura-matsuri Festival, il suo canale si trasforma grazie alle lanterne, alle bancarelle con in vendita snack e bevande e alla folla lungo le sponde.
Con 800 ciliegi che si susseguono per 3,8 chilometri formando un arco rosa chiaro che costeggia il fiume, i riflessi tremolanti visti dai ponti sono davvero magici, perfetti per foto talmente belle da non sembrare vere.

Giardini Rikugien

La bellezza dei ciliegi è da ammirare anche la sera con gli ‘yozakura’, i fiori illuminati di notte, che creano un’atmosfera eterea e affascinante, con una bellezza dell’altro mondo.
Uno dei migliori esempi di ‘yozakura’ è quello del ciliegio piangente che si staglia al di là del portale principale dei giardini Rikugien.
I giardini furono realizzati nel 1702 per volere di Yanagisawa Yoshiasu, signore feudale e vassallo dello shogun, ispirato da alcuni versi pittoreschi di poesia ‘waka’; ancora oggi, nonostante i 70 anni di età, lo splendido ciliegio ‘shidarezakura’ fiorisce ogni anno con una cascata di fiori dalle delicate sfumature rosa che ricopre i suoi rami.
Durante l’evento “Giardini Rikugien: Speciale Vista Notturna di Primavera”, i visitatori possono entrare nel parco di notte, quando normalmente è chiuso, per godersi i sakura.


Sakura Fes Nihonbashi

Nihombashi è stato il fulcro della vita commerciale durante il periodo Edo (1603-1868) e oggi è una zona famosa per i suoi negozi esclusivi e come centro della finanza.
Pur trovandosi nel cuore della città, Nihonbashi sa come festeggiare i ciliegi e lo fa in tantissimi modi creativi e nuovi.
Al Sakura Fes Nihonbashi 2024, ristoranti e negozi in tutto il quartiere di Nihonbashi offriranno uno speciale “Sakura Menu” con piatti a tema primavera e fiori di ciliegio.
Sarà in vendita una grande varietà di dolci, snack, scatole per il pranzo “bento” e altri prodotti. Da non perdere sono anche gli edifici illuminati di rosa lungo le vie Edo Sakura-dori e Chuo-dori.


Sakura matsuri a Bokutei

Quando, come spesso accade, i ciliegi costeggiano fiumi, canali o fossati, il riflesso dei fiori sull’acqua li rende ancora più belli.
Il fiume Sumida, nella zona est di Tokyo, non fa eccezione con un chilometro di sponde lungo le quali, tra i ponti Azumabashi e Sakurabashi, i ciliegi furono piantati nel periodo Edo dall’ottavo shogun Tokugawa Yoshimune.
Durante il Bokutei Sakura-matsuri Festival, associazioni di quartiere, esercizi commerciali e associazioni turistiche allestiscono delle bancarelle, portando un’atmosfera di festa.
La sera, i ciliegi vengono illuminati e il panorama con la Tokyo Skytree sullo sfondo è di una bellezza garantita.

Festa sakura a Chiyoda

A nord del Palazzo imperiale, la passeggiata Chidorigafuchi nel verde è una piacevole fuga dal trambusto della città e in primavera i suoi ciliegi formano una galleria rosa lunga 700 metri.
Durante il Sakura Festival di Chiyoda, tenuto annualmente tra fine marzo e inizio aprile, circa 260 alberi delle varietà Somei-yoshino e Oshima sono illuminati la sera e la zona navigabile con le barchette resta aperta fino a tardi, per permettere di ammirare dal fiume lo spettacolo fiorito.
Anche negozi e associazioni locali organizzano eventi speciali a tema, esaltando ancora di più l’atmosfera di questa festa primaverile.

Sora Sagano, Unsplash

Sakura matsuri a Ueno

Il parco di Ueno è uno degli spazi verdi più amati a Tokyo e vi si trovano anche il laghetto Shinobazu, uno zoo e diversi musei.
La strada principale che lo attraversa, costeggiata dai ciliegi, è conosciuta in tutto il Giappone e persino citata in un ‘haiku’ del famoso poeta Matsuo Basho.
L’annuale Sakura Matsuri del parco di Ueno attrae sempre una grande folla

Festa dei ciliegi a Koganei

La festa dei ciliegi di Koganei ha tutti gli elementi per essere speciale: i ciliegi, più di 1700 e di 50 varietà, sono nel parco dove si trova il Museo all’Aperto dell’Architettura Edo-Tokyo, che da solo vale già una visita al contempo divertente e culturale.
In più, vengono organizzati vari eventi sul palco tra cui concerti, danze, hayashi (spettacoli tradizionali accompagnati da musica) e spettacoli con tamburi ‘taiko’, esperienze di cerimonia del tè e composizione floreale. Gustando le specialità locali e regionali delle bancarelle, si attende la sera, quando i ciliegi illuminati sono ancora più belli.