Valle d’Aosta: Un Natale di mercatini e tradizioni

Valle d’Aosta: Un Natale di mercatini e tradizioni

La Valle d’Aosta è pronta al periodo più magico dell’anno. Da fine novembre a inizio gennaio le festività natalizie si tingono dei colori della tradizione e riempiono di mercatini il territorio della regione più piccola d’Italia.        

Mercatino Natale Aosta. Foto Enrico Romanzi

Il Marché Vert Noël 

Si inizia già a partire dal 25 novembre, da Aosta. Tutti i giorni, fino al 7 gennaio compreso, le vie e le piazze del centro storico della città si trasformano in un affascinante Mercatino di Natale a cielo aperto.
Si chiama Marché Vert Noël e si articola in alcuni luoghi simbolo del capoluogo della Valle d’Aosta. Le piazze Roncas, Caveri e Giovanni XXIII – quest’ultima altrimenti conosciuta come piazza della Cattedrale – ospiteranno per più di un mese un incantevole villaggio alpino, ricco di idee regalo per celebrare al meglio il Natale.
Sarà possibile trovare manufatti di artigianato tipico valdostano, prodotti enogastronomici del territorio, oggetti d’antan, ispirazioni nordiche.
Il tutto è allestito sui banchi delle tipiche casette in legno della tradizione natalizia. Il mercatino è a ingresso gratuito. Rimarrà aperto dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 20; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 22; il giorno di Natale e il giorno di Capodanno dalle 15 alle 20.

Mercatino Natale Aosta. Foto Anita Carmonini

26 novembre, la domenica di Tsalende e Tsambava a Chambave

Domenica 26 novembre tocca a Chambave, nella valle centrale.
Questo piccolo borgo dà appuntamento a turisti, residenti e visitatori, come da tradizione, per l’ultima domenica di novembre, con un mercatino natalizio  di grande fascino, Tsalende a Tsambava.
Dalle 9 alle 18, lungo le vie del borgo, bancarelle di ogni sorta esporranno i loro prodotti al pubblico. Un’opportunità perfetta per trovare un’idea regalo a cui pensavate magari da tempo, oppure per assaggiare e portare a casa alcuni prodotti enogastronomici del territorio, nel periodo in cui il buonumore delle festività consente qualche strappo alla regola in più sul piano alimentare.

Risalendo la valle di Gressoney nel primo weekend di dicembre, è possibile immergersi in un’altra importante tradizione. Qui si parla walser, l’antica lingua germanica.
A Gressoney-La-Trinité, il mercatino di Natale, si chiama, non a caso, Wiehnacht Märt. Per tutta la giornata di sabato 2 dicembre, nell’isola pedonale del paese, non solo si potrà visitare la mostra-mercato con le creazioni degli artisti locali e acquistare i prodotti agroalimentari della regione, ma bambini e bambine potranno incontrare Babbo Natale e i suoi elfi nella sua casa a Gressoney.

Mercatino Natale Aosta. Foto Anita Carmonini

Tradizione tedesca a Grassoney per San Nicola

Sempre a Gressoney, martedì 5 dicembre, si celebra San NicolaSanKt Kloas, festa ispirata alla tradizione germanica.
È un’usanza della minoranza walser ancora molto sentita dai bambini, che alla sera della vigilia, vanno di casa in casa a portare un bigliettino da loro disegnato con su scritto il proprio nome, chiedendo: “Passerà San Nicola”?
Alla risposta: “Sì, certamente”, i bigliettini vengono ritirati dalla padrona di casa e messi sotto un piatto: durante la notte il Santo passerà e metterà i suoi doni!        

Mercatino Natale Aosta. Foto Paolo Rey

Dal “mercatone” di Châtillon alla festa del vischio di Saint Denis

Sono invece oltre 100 gli espositori del Petit Marché du Bourg a Châtillon. Si svolge ogni anno nel borgo del paese la prima domenica di dicembre (quest’anno il 2) e raggruppa circa 100 espositori che propongono oggetti e decorazioni natalizie, candele, artigianato tipico, decoupage e cartonage, fiori secchi, pizzi e ceramiche.
Il vischio, l’arbusto sempreverde, già noto come simbolo di prosperità presso le popolazione celtiche, ha una sua festa, organizzata a Saint-Denis, nella Valle Centrale, per rievocare l’antica tradizione della raccolta di questa pianta beneaugurante che cresce nei boschi circostanti.
La 
Festa del Vischio è programmata, come da tradizione, per l’8 dicembre, dove sono immancabili i banchi di un mercatino tipico e l’accensione di un falò druidico.
Il Petit Marché de Noël, piccolo mercato di prodotti dell’artigianato, è invece programmato a Brusson, nella val d’Ayas, il giorno successivo, 9 dicembre.             

Mercatino Natale Aosta. Foto Enrico Romanzi

La tradizione nella festa della Micòoula

Dal 7 al 9 dicembre, infine, in occasione dell’Immacolata, nel borgo di Hône si svolgerà la Festa della Micòoula, la sagra dedicata al tipico pane nero di segale con castagne, noci, fichi secchi, uva passa, e, talvolta, anche scaglie di cioccolato. Una vera prelibatezza del patrimonio gastronomico valdostano.
Nel borgo medievale del vicino comune di Bard, ai piedi dello storico Forte, il 10 dicembre torna il tradizionale mercatino natalizio che si aggiunge all’atmosfera magica dei presepi e agli gnomi natalizi.

 

Abruzzo e la rivincita delle aree interne. La pastinaca di Capitignano e la cipolla di Bagno diventano Presìdi Slow Food

Abruzzo e la rivincita delle aree interne. La pastinaca di Capitignano e la cipolla di Bagno diventano Presìdi Slow Food

Esistono luoghi in cui i Presìdi Slow Food hanno una ragion d’essere ancora più potente: le aree interne. Paesi e terre alte in cui la salvaguardia va ben oltre il prodotto in sé, rigenerando economie rurali minate dallo spopolamento e dalla conseguente perdita di biodiversità.
Qui, recuperare le colture significa ripristinare terreni abbandonati ma anche restituire al futuro memorie contadine a rischio di totale dimenticanza.
È quanto successo con la pastinaca di Capitignano e la cipolla di Bagno, i due nuovi Presìdi istituiti nella fascia interna dell’Aquilano: un tubero e un bulbo mai del tutto scomparsi dagli orti dei contadini che oggi puntano a rigenerare l’agricoltura locale.

foto Marco Del Comune, Slow Food

La pastinaca di Capitignano, radice della memoria

Il legame degli abitanti di Capitignano con la loro terra ha radici ben profonde e un nome preciso: pastinaca.
Sulle origini di questo tubero c’è chi parla di archeologia orticola, sarebbe stato diffuso infatti in tutta Europa dai Romani, importandolo dalla Germania.
A Capitignano, la pastinaca ha sviluppato nei secoli un ecotipo a sé, diverso dagli altri presenti sul mercato per il sapore dolce, il colore più tendente al giallo e la presenza di ramificazioni laterali.

Nel borgo montano di circa 600 abitanti ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la pastinaca non è mai mancata dagli orti domestici.
La sua coltivazione si è progressivamente ridotta, a causa dell’introduzione della patata in zona a partire dal ‘500, ma anche della gestione delicata della pastinaca: il terreno deve essere morbido e drenato, le piantine vanno prima diradate e poi, una volta raccolte, pulite con cura. Ma, come una madeleine proustiana, dalla memoria dei locali non era mai scomparsa del tutto.

«L’abbiamo fatta riassaggiare ai nostri compaesani perché tanti non ricordavano nemmeno che sapore avesse», racconta Noemi Commentucci, giovane produttrice. «Ma la memoria gustativa ha fatto la sua parte: molti di loro sono tornati bambini, richiamando gesti e sapori di famiglia». Come il cenone della vigilia di Natale, che secondo la tradizione a Capitignano prevede sette portate vegetali, pastinaca inclusa.
La famiglia Commentucci è stata fra i primi promotori del percorso di recupero del tubero, continuando a coltivarlo e proporlo agli ospiti del loro agriturismo. Oggi il Presidio riunisce alcune decine di produttori: «speriamo che sia l’occasione per rilanciare la coltivazione anche in paese», conclude Noemi.

foto Marco Del Comune, Slow Food

Alla ricerca del tesoro (quasi) perduto: la cipolla di Bagno

Arriva da Bagno, frazione della città dell’Aquila, il nuovo Presidio dedicato alla cipolla, il secondo nella regione dopo la cugina bianca piatta di Fara Filiorum Petri, nel Chietino.
Leggermente schiacciata, dalla buccia dorata e la polpa compatta e bianca, quasi trasparente, la cipolla di Bagno ha un sapore dolcissimo tanto che un tempo veniva data ai bimbi come merenda, cotta sotto la brace, aperta e spolverata di zucchero.

«La cipolla è da sempre una specialità rinomata nella zona: gli anziani produttori erano gelosi dei semi, li custodivano come un tesoro e li scambiavano solo tra di loro» ricorda la produttrice Anna Ciccozzi.
Anna racconta che ancora oggi il legame con il bulbo è molto forte. I coltivatori continuano a irrorare la cipolla solo con l’acqua dei due laghi locali San Raniero e San Giovanni «perché è più pulita», e nessuno permette ad altre varietà di cipolla coltivate in zona di andare in fioritura, per scongiurare il rischio di ibridazione.
Da diverso tempo, è Anna a seminare la cipolla di Bagno sui suoi terreni per poi distribuire mazzetti di bulbilli ai quattro coltivatori aderenti al Presidio e a chi ne fa richiesta.

«Con il passare degli anni, insieme ai contadini più anziani stava scomparendo anche il prodotto. Oggi è importante tramandarlo con tutto il suo bagaglio di usi e memorie, perché sia ricchezza e opportunità per le nuove generazioni», conclude la coltivatrice.
Tra gli obiettivi dei due gruppi di produttori, c’è anche quello di valorizzare i trasformati.
Per la cipolla si pensa a creme che consentano di ovviare alla deperibilità del prodotto, più veloce rispetto ai bulbi convenzionali; per la pastinaca sono già stati sperimentati i patè ottenuti dai fittoni, per ridurre al minimo lo spreco.

A L’Aquila il lancio ufficiale con degustazione guidata

«Da sempre Slow Food pone la difesa della biodiversità al centro dei suoi progetti con l’obiettivo di tutelare la straordinaria ricchezza del nostro Pianeta, ma dal 1999 l’Associazione ha dato vita a uno degli strumenti più significativi: i Presìdi Slow Food», afferma Silvia De Paulis, referente dei Presìdi Slow Food dell’Aquilano.
«Abbiamo raccolto la voce di due Comunità, quella di Bagno e quella di Capitignano, che con tenacia, amore e tanto sacrificio, hanno conservato due diverse varietà orticole strettamente legate al loro territorio e alle loro tradizioni, la cipolla di Bagno e la pastinaca di Capitignano. Li abbiamo incontrati, ascoltati e abbiamo compreso che era la strada giusta da percorrere insieme, con il sostegno concreto del Gal Gran Sasso Velino, da sempre vicino a noi per progetti di valorizzazione e tutela delle produzioni di piccola scala. Saremo al loro fianco per difendere e tutelare i loro sforzi, anche nella speranza che nuove generazioni di agricoltori siano disposte a impegnarsi con loro per un’agricoltura più pulita e sostenibile, capace di generare un giusto reddito a chi voglia intraprendere questa strada».
Il debutto dei due nuovi Presìdi è in programma venerdì 17 novembre al palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila, nell’ambito dell’apertura di Cibaq – Cibi della tradizione aquilana, la manifestazione dedicata a celebrare e promuovere la biodiversità dei Presìdi della provincia. Nella mattinata la presentazione ufficiale, nel pomeriggio un laboratorio di degustazione a cura di Slow Food Abruzzo in collaborazione con l’Istituto Alberghiero “L. da Vinci” dell’Aquila.

Friuli Venezia Giulia: lo sci punta sui giovani

Friuli Venezia Giulia: lo sci punta sui giovani

Stagione invernale alle porte e in Friuli Venezia Giulia lo sci sarà a misura di giovani e famiglie: per i bambini nati dal 2017 al 2021 skipass gratuiti, dagli 8 ai 19 anni (2005-2016 compresi) sulle piste con dieci euro al giorno e nuove proposte per chi vuole trascorrere la propria vacanza sulla neve in compagnia di bambini e ragazzi.
Sono queste alcune delle principali novità dell’offerta sciistica della regione, che si presenta ancora una volta con tariffe tra le più competitive dell’intero arco alpino e attenzione alle nuove generazioni.

Sella Nevea

Sei poli sciistici per tutti i gusti

Nei sei poli della regione gestiti da PromoTurismoFVG (Piancavallo, Sappada/Forni Avoltri, Forni di Sopra/Sauris, Ravascletto/Zoncolan, Tarvisio e Sella Nevea) la stagione, da calendario, prenderà il via ufficialmente venerdì 8 dicembre e si concluderà il giorno di Pasquetta, lunedì 1° aprile, a eccezione del polo di Sella Nevea che aprirà anticipatamente il weekend del 2 e 3 dicembre, solo per la parte alta, e chiuderà gli impianti il 14 aprile.
Lo skipass giornaliero costerà 44 euro – in bassa stagione, dall’8 al 17 dicembre e dal 18 marzo a chiusura impianti, scende a 31 euro-, è valido su tutti i sei poli montani, mentre chi desidera sciare solo sulle piste di Sauris o di Pradibosco potrà usufruire di tariffe ulteriormente ridotte.
Tra le principali innovazioni l’installazione delle casse automatiche nei comprensori di Piancavallo, Tarvisio, Ravascletto/Zoncolan e Sella Nevea, che permetteranno di raggiungere le piste senza il rischio di rimanere in coda agli sportelli, così come l’installazione di pannelli informativi.

Monte Lussari

Novità: giovani e casse automatiche

Un’unica categoria “junior” dagli 8 ai 19 anni (2005-2016 compresi) che potrà godersi le piste con uno skipass da 10 euro al giorno e bambini al di sotto degli 8 anni (nati dal 2017-2021 compresi) gratis anche per questa stagione.
Stop anche alle file in biglietteria per acquistare lo skipass: da quest’anno si potrà saltare la coda e andare direttamente ai tornelli grazie alle casse automatiche, posizionate nei comprensori sciistici di Piancavallo, Ravascletto/Zoncolan, Tarvisio e Sella Nevea, che consentiranno non solo di comprare alcune tipologie di biglietti (skipass giornalieri in categoria adulti e senior, 3, 4 e 5 ore in giornata e biglietti interi andata e ritorno per i pedoni), oppure convertire il qrcode di un acquisto effettuato online. PromoTurismoFVG ha avviato anche una collaborazione con hotel e strutture ricettive, per agevolare i turisti che potranno sempre usufruire delle casse automatiche per convertire il voucher in skipass. Da quest’anno parte anche la collaborazione con Telepass, che interesserà i clienti Plus e Pay, con la possibilità di spesa di skipass giornalieri in alta stagione categoria adulto.
Tra le altre novità le sette skimap interattive e consultabili online, ognuna dedicata a un polo sciistico, che permettono di visualizzare tutti i sevizi connessi agli impianti di risalita con una scheda personalizzata (apertura e chiusura di piste e impianti, dati tecnici, webcam, ristori e noleggi) e la realizzazione di bollettini invernali inviati quotidianamente a stakeholder e pubblicati sul sito per offrire un aggiornamento costante e in tempo reale delle condizioni meteo agli appassionati della montagna. Nei poli sciistici di Piancavallo, Ravascletto/Zoncolan e Tarvisio saranno infine posizionati tre pannelli informativi per garantire un miglior servizio al cliente, mentre sempre a partire da questa stagione entra a regime la Disability Card, che consente ai possessori della carta di ricevere sconti e agevolazioni.

Zoncolan

Tariffe super

Il prezzo dello skipass giornaliero “adulto” per la stagione ‘23/’24 è di 44 euro (in bassa stagione, dall’8 al 17 dicembre e dal 18 marzo a chiusura impianti scende a 31 euro), la tariffa per i “senior” (i nati tra il 1949 e il 1959) cala a 38,50 euro (27,50 in bassa stagione) mentre l’abbonamento Cartaneve viene proposto a 550 euro a prezzo intero.
“Junior” e “over75” (1948 e precedenti) pagano 10 euro, mentre i “baby” sono gratis. Per chi sceglie lo “Sci@ore” in giornata”, disponibile da 3, 4 o 5 ore, il prezzo varia a seconda dell’acquisto e la validità scatta con il primo passaggio al tornello, terminando all’esaurirsi delle ore (per sciare quattro ore il prezzo per un adulto è di 35 euro, 31 per i “senior”), o in alternativa il pacchetto “Sci@sempre”, disponibile nelle versioni da 15 o 30 ore, che permette l’utilizzo dello skipass in tutte le stazioni sciistiche del Friuli Venezia Giulia e per tutta la stagione, quest’anno scontato del 25 percento se si acquistano tre abbonamenti. In vendita anche il plurigiornaliero, da due a sette giorni, oltre alle soluzioni pensate per gli studenti universitari di tutte le nazionalità che, muniti di tesserino e fino al ventiseiesimo anno di età, potranno acquistare il giornaliero dedicato al prezzo ridotto di 33 euro e lo stagionale a 330 euro.
Gli skipass si possono acquistare in tre diverse modalità: online, attraverso il webshop FVGstore, alle casse dei poli sciistici e alle casse automatiche. Per ricevere maggiori informazioni su tariffe e agevolazioni: www.turismofvg.it/it/montagna365/tariffe/inverno-skipass-23-24-giornalieri-e-plurigiornalieri/poli-montani.

Sauris

Sulle piste ripartono le notturne

Il comprensorio di Ravascletto/Zoncolan “inaugurerà” la stagione con due nuove piste rosse, la Laugiane (2b) e la sua Variante (2c), a Piancavallo i lavori per i nuovi raccordi della pista da fondo Pian Mazzega sono stati ultimati, così come a Tarvisio per il rifacimento di un tratto di innevamento sulla pista B.
Nei diversi poli sono stati integrati e sostituiti alcuni generatori neve per ottimizzarne la produzione ed entro un paio d’anni saranno acquistati sei nuovi mezzi battipista a servizio dei poli a partire da quello di Ravascletto/Zoncolan.
Ritornano, infine, le sciate in notturna: a Forni di Sopra la ski-alp sarà in programma il martedì sera, a Piancavallo il mercoledì e a Sella Nevea il venerdì, mentre a Tarvisio, ogni venerdì da gennaio a marzo, si potrà provare il brivido della Di Prampero illuminata dalla luce della luna.

Piancavallo

I poli sciistici del Friuli Venezia Giulia

Dalle Dolomiti friulane, nella parte più occidentale della catena montuosa regionale, attraverso le Alpi Carniche e fino ai massicci delle Alpi e Prealpi a Giulie: i sei i poli sciistici del Friuli Venezia Giulia regalano paesaggi incontaminati e piccoli borghi, una piacevole scoperta per chi sceglie questa destinazione come meta invernale.
Forni di Sopra/Sauris: Forni di Sopra offre 13 chilometri di aree sciabili nel comprensorio del Varmost, dove si scia lungo discese impegnative – tra cui il tracciato più lungo della regione con i suoi 5,5 chilometri, che parte dai 2.073 metri del monte Crusicalas fino a fondovalle – ma anche su piste adatte a tutti. Sauris, (Zahre) è un incantato borgo alpino, nominato dalle Nazioni Unite Best Tourism Village, con due tracciati dedicati ai campi scuola e una pista da discesa azzurra, ideali per chi inizia a muovere i primi passi sugli sci, oltre a una rossa e una nera, la Zheile.
Piancavallo, con suoi 14 chilometri di aree sciabili dedicate allo sci alpino e snowboard e i moderni impianti di risalita, è un comprensorio sciistico situato su un altopiano a nord di Pordenone, ben esposto al sole e apprezzato dai giovani sciatori, dal quale nelle giornate più limpide è possibile scorgere il mare.
Sappada/Forni Avoltri: circondata dalle Dolomiti, Sappada offre 15 chilometri di piste per lo sci alpino, che spaziano da tracciati più semplici e campetti scuola alle rosse e nere più impegnative, fino anche a quota 2000 metri. Poco distante da Sappada, a Forni Avoltri, è presente l’unico centro per il biathlon e sci nordico della regione con la pista dei “Piani di Luzza” a quota 1043 metri.
Ravascletto/Zoncolan: da tutti conosciuto anche come “il Kaiser”, il monte Zoncolan è passato alla storia con il Giro d’Italia, mentre d’inverno le sue pendici innevate lo trasformano in un polo sciistico con 24 chilometri di aree sciabili, un’arena freestyle per sciatori e snowboarder, piste soleggiate e spaziose adatte a tutti i livelli a cui si aggiunge la ricca offerta di rifugi e ristoranti per un après-ski direttamente sulle piste. In località Pradibosco sono presenti altri due impianti di risalita per 1,2 chilometri di piste.
Tarvisio: con i suoi 24 chilometri di piste, a Tarvisio il divertimento per chi pratica sci alpino è assicurato, in particolare lungo i 4 chilometri di discesa della sua pista nera più famosa, la Di Prampero, che parte dal borgo sul monte Lussari – dove sorge il santuario mariano – e termina a valle, in località Camporosso. Tra i monti Florianca e Priesnig si trovano inoltre numerose discese adatte a tutti i livelli, oltre all’area del campo scuola Duca d’Aosta.
Sella Nevea: affacciata sul versante sloveno delle Alpi Giulie, Selle Nevea è una località particolarmente attrattiva e ideale, grazie all’alto livello tecnico dei suoi 10,5 chilometri di tracciati, per gli amanti dell’adrenalina e per chi pratica le specialità più veloci dello sci alpino.

 

Vini Sicilia, individuati 131 nuovi presunti cloni varietali

Vini Sicilia, individuati 131 nuovi presunti cloni varietali

Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia è fortemente impegnato in un’azione di tutela e conservazione della biodiversità generata dagli oltre 3.000 anni di storia della viticoltura siciliana.
Un impegno mosso non solo dall’intento di proteggere e valorizzare la ricchezza ampelografica dell’isola, ma anche volto a sviluppare un approccio all’enologia siciliana capace di coniugare tradizione e alta qualità in uno scenario in continua trasformazione.


Vino siciliano: un mondo di biodiversità

È proprio in questo contesto che ha trovato grande entusiasmo la notizia che a fronte dei test condotti sia in laboratorio che sul campo sono stati individuati 131 nuovi presunti cloni delle diverse varietà oggi in fase di omologazione.
Si tratta di uno straordinario passo in avanti – racconta il Presidente del Consorzio Antonio Rallo – di un percorso che parte da lontano”.
Dal 2003, infatti, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia ha affidato alle Università di Palermo e di Milano ed all’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma il coordinamento scientifico ed il monitoraggio delle azioni operative del Progetto di selezione clonale e di recupero dei vitigni antichi dell’Isola.
Numerose le tappe – continua – di questo progetto così sfidante e complesso che ha portato nel 2018 al grande traguardo di iscrivere nuove varietà nel Registro Nazionale delle Varietà della Vite. Si è trattato di un nuovo punto di partenza da cui sono sfociati due importanti progetti, che hanno come comun denominatore lo scopo di fornire, nel tempo, alle aziende siciliane, la possibilità di acquistare presso i vivaisti locali materiale certificato, per poter poi utilizzarlo nell’impianto dei nuovi vigneti.” Un valore immenso dal punto di vista biologico, dunque, ma anche una risorsa culturale ed economica importante quella che attraverso questi filoni progettuali la Sicilia del vino sta portando avanti.


Nero d’Avola, Grillo e Lucido sugli scudi

È“Data la sua ricchezza e la sua importanza, è utile e doveroso studiare, valorizzare e salvaguardare la biodiversità viticola siciliana. – sottolinea Rosario Di Lorenzo, Presidente Accademia Italiana della Vite e del Vino – Per questo l’obiettivo del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” è quello di produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani.
Ebbene, i risultati del 2023 individuano rispettivamente 73 per il Nero D’Avola, 29 per il Grillo e 26 per il Lucido, i “cloni candidati” in attesa di una valutazione agronomica, enologica e sanitaria nel corso dei prossimi anni
”.

lI risultato di oggi è infatti uno step di un processo che per sua stessa natura si sviluppa per cicli lunghi e a volte complessi. “Ricordiamo infatti – conclude Antonio Rallo – che la diversità biologica della vite è il risultato di migliaia di anni di selezione ed è determinata dalle mutazioni, dalla ricombinazione genica e dall’effetto delle pressioni selettive operate dal clima e dall’uomo. Si tratta dunque di un’eredità che la natura ed i nostri antenati ci hanno lasciato e che una volta distrutta non potrà essere ricostituita. Da qui il nostro impegno per la tutela ma anche il recupero del ricchissimo patrimonio viticolo siciliano, così come della grande ricchezza intravarietale e genetica dell’isola

4 esperienze indimenticabili da fare sul Garda

4 esperienze indimenticabili da fare sul Garda

Da novembre a gennaio ritorna sul Garda il variegato programma di iniziative per grandi e piccini, per addentrarsi anche in questa stagione tra laghi, montagne, borghi e tradizioni enogastronomiche del territorio.
L’inverno nel Garda Trentino racconta di serenità e riservatezza. Il particolare clima temperato, che
caratterizza le sponde settentrionali del Lago di Garda, regala un piacevole abbraccio e concilia il
desiderio di rilassarsi e distendere la mente, alla voglia di esplorare il territorio. Anche in questa stagione, infatti, si possono fare escursioni a piedi, in bicicletta… o con le ciaspole ai piedi! E una volta calata la sera, tra i vicoli di borghi storici, piccole cittadine e deliziosi mercatini di Natale, bar e ristoranti invitano ad assaporare le specialità della cucina trentina, a cominciare dall’olio EVO con la produzione tradizionale più a nord del mondo.

Trekking nel Garda

Un inverno mite e tante esperienze da vivere

Fino a gennaio, questa stimolante diversità è racchiusa nelle Garda Trentino Winter Experience: iniziative differenti per tipologia, ambito e durata, che mescolano attività soft sulla neve, come la ciaspolata a Tremalzo, alle escursioni tra gli oliveti, con successiva degustazione; momenti dedicati alle specialità DOP, De.Co., IGD, Slow Food del Garda Trentino, come il Merry Picnic, ad entusiasmanti attività per i più piccoli, come la speciale colazione in compagnia degli animali della fattoria.


Trekking tra gli ulivi vista lago

Un’escursione alla scoperta della tradizione centenaria dell’olio del Garda, in compagnia di una guida esperta, partendo dall’Olivaia di Arco fino all’agritur Maso Bòtes, dove sarà possibile assaggiare l’autentico olio extravergine d’oliva del Garda e recuperare le energie con uno spuntino a base di prodotti tipici.
Un trekking adatto a tutti, che permette di apprezzare storia e sapore di quest’oro verde, tra le specialità più note e pregiate del Garda Trentino.


Con le ciaspole ai piedi, a Tremalzo

Gli ampi prati della conca di Tremalzo in inverno si vestono di bianco e diventano il teatro perfetto per chi ama le uscite con ciaspole e bastoncini, lasciandosi alle spalle il via vai del fondovalle e immergendosi nella quiete della natura.
L’escursione avviene con una guida alpina; è indicata in particolare a persone attive, che non temono l’aria frizzante dei mesi invernali.


Merry picnic, apericena con vista

Chi l’ha detto che il pic nic si può fare solo durante la primavera o l’estate? A Maso Maserac gli ospiti sono attesi in un angolino speciale, con un panorama senza pari e, soprattutto, un cestino colmo di delizie rigorosamente a km 0, come il fragrante pane di montagna, formaggi e salumi tipici, lamponada, miele millefiori e deliziose confetture, biscotti artigianali…


Colazione in fattoria: prima a tavola, poi in stalla!

Iniziare la giornata con una bella colazione genuina, tutta a base di prodotti della fattoria e del Garda Trentino, e poi l’incontro con gli animali che vivono nella stalla, nella porcilaia, nel pollaio…
Una proposta pensata per i più piccoli,
disponibile a partire dalle 8.00, mentre l’attività in fattoria comincia alle 10.30. Gli adulti possono scegliere se trasformare la colazione in un brunch o seguire i bambini alla scoperta della fattoria.

Slovenia: la festa dell’autunno fertile nel giorno di San Martino

Slovenia: la festa dell’autunno fertile nel giorno di San Martino

La festa più diffusa in Slovenia, legata al vino e alla cultura del vino, è la festa di San Martino. Viene festeggiata l’11 di novembre e ancora per tutta le due settimane successive.
Dalle altre parti d’Europa non si possono sperimentare festeggiamenti autunnali così intensi conne in Slovenia e, per questo motivo vi consigliamo di visitare una delle grandi feste di San Martino.
Queste feste non si svolgono soltanto nelle regioni vinicole, ma dappertutto, dal Mediterraneo fino alle pianure pannoniche.

Ente Turismo Slovenia

San Martino profuma di vino e altre bontà

Oltre alla festa per la nuova annata del vino, alla festa di San Martino in Slovenia si preparano anche i piatti tipici.
Fra i più caratteristici e diffusi sono l’oca o l’anatra arrosto con tagliatelle non lievitate (mlinci) e cavolo rosso stufato.
Troverete i menù di San Martino nella gran parte dei ristoranti in Slovenia.
Tra i piatti immancabili potrete assaggiare anche le focacce, le potizze e le altre bontà dolci.

Ente Turismo Slovenia

Un brindisi alla varietà vinicola

I vini selezionati delle tre regioni vinicole slovene con i nove distretti vinicoli sono tra i migliori al mondo per qualità.
A causa delle differenze di luogo, clima e metodi di invecchiamento, ciascuna regione vinicola ha la propria selezione di varietà.
I vigneti sloveni sono situati proprio al centro della fascia viticola europea. Una fascia, che corrisponde alla posizione ideale per la vite, è la stessa dove si trovano, ad esempio i vigneti della Borgogna in Francia.
Gli influssi combinati del clima e del suolo permettono alla Slovenia una maggiore varietà di offerta di vini. Qui crescono ottimamente ben 52 tipi di viti!

La zona della Primorska. Ente Turismo Slovenia

La regione vinicola della Primorska. Vini accarezzati dal clima mediterraneo

La regione vinicola della Primorska (Litorale) con i suoi quattro distretti vinicoli è la regione vinicola più varia. Ogni distretto ha il suo carattere e i suoi vini distintivi.
Grazie all’influenza del caldo clima mediterraneo, sono qui di casa i vini rossi sloveni più famosi anche se ci sono anche vini bianchi riconosciuti e i sempre più apprezzati vini arancione.
Sebbene non sia la più grande in termini di superficie, la Primorska è la prima in Slovenia in termini di produzione di vino e ha anche i vini e i produttori di vino più premiati.
La regione è attraversata dalle strade del vino di Brda, Vipava, del Carso e dell’Istria.
I vini più caratteristici che evocano immediatamente le immagini dei singoli distretti della Primorska sono Terrano, Ribolla, Malvasia, Refosco e Pinela

Podravje. Ente Turismo Slovenia

La regione vinicola del Podravje. Vini coccolati dal sole

Nella più grande regione vinicola slovena, suddivisa in due distretti vinicoli, le viti crescono già dall’epoca romana.
La favorevole composizione del suolo e il clima continentale danno vita a vini bianchi eleganti di varietà internazionali e alcuni autoctoni.
I vitigni bianchi più diffusi sono il Laški rizling (Riesling italico), il Sauvignon, il Riesling Renano, lo Chardonnay, la specialità regionale Šipon e il Rumeni muškat (Moscato Giallo).
I vitigni rossi sono rappresentati maggiormente dal franconia, dal pinot nero e dalla žametna črnina.
Nella zona di Radgona e delle colline di Kapela si producono spumanti, mentre nel Prekmurje sono di casa ottimi vini con predicato. Alla base ci sono anche varietà autoctone come ad esempio la ranina.
I vini che vi faranno pensare subito al Podravje sono: Šipon, Laški rizling, Ranina, Traminec, Modra frankinja (Franconia blu).

Posavie- Ente Turismo Slovenia

La regione vinicola del Posavje. La terra della specialità enologica slovena

Quando si parla della regione vinicola del Posavje, non si può ignorare lo Cviček che rappresenta un’eccentricità nel panorama della viticoltura slovena.
Per molti anni il Posavje ha avuto la reputazione di produttore di vini bianchi e rossi piuttosto leggeri, anche se nella regione si coltivano sia varietà internazionali che specialità locali.
Qui c’è il maggior numero di vini con l’indicazione IGP – vino con indicazione geografica protetta. Tra le peculiarità della regione non ci sono solo i vini ma anche le “zidanice”, piccole casette in mattoni tra i vigneti dove si può anche pernottare, o le “repnice”, particolari cantine, scavate direttamente nel terreno.
I vini tipici di questa regione sono:
Cviček, Metliška črnina, Belokranjec, Bizeljčan.