Ago 10, 2024 | Territori
Dove fare il bagno… non al mare? Non solo acqua di mare. Fiumi, laghi, cascate, forre, canyon. Tante le alternative al bagno al mare. Per chi vuole evitare la folla e il caos del bagnasciuga ecco alcune mete perfette per refrigerarsi e immergersi nella natura e fare il bagno. In luoghi di straordinaria bellezza dal nord al sud dell’Italia e che rispondono alla domanda di dove fare il bagno… non al mare.
Laghi
Evitando di soffermarci sui grandi laghi italiani iniziamo questo nostro viaggio da nord a sud della penisola. Dai laghi naturali a quelli artificiali, da quelli vulcanici a quelli alpini. Tante scelte per bagnarsi nelle acque lacustri. Dove fare il bagno… non al mare? Iniziamo dal Trentino.
Lago di Caldaro
Siamo in Trenino Alto Adige a pochi chilometri da Bolzano e nel bel mezzo dei vigneti. Quello di Caldaro è il lago balneabile più grande della regione. Attenzione però, l’acqua non è per tutti perché essendo nel cuore delle Alpi, è fresca e non supera mai i 18 gradi.
Lago-Cavazzo. Foto Mario-jr-Nicorelli
Lago di Cavazzo
Leggenda vuole che questo lago friulano si sia formato con le lacrime scese dal cielo sotto forma di pioggia. Romanticismo a parte, il lago è perfetto per bagni rilassanti ma anche per fare surf e pescare. Da non perdere nelle vicinanze la Casa delle Farfalle, da visitare soprattutto se siete insieme a bambini.
Lago del Predil (o di Raibl)
Dove fare il bagno… non al mare sulle Alpi al confine fra Italia e Slovenia?
Nell’estremo lembo nord orientale d’Italia a pochi passi da Tarvisio e la sua millenaria foresta e dal confine sloveno c’è questa conca glaciale incastonata in un paesaggio mozzafiato. Acque cristalline di un incredibile colore azzurro-verde intenso e al centro un’isoletta. C’è anche un attrezzato stabilimento balneare con spiaggia attrezzato; proprio accanto a quel che resta di un fronte austro-ungarico che ricorda che qui cento anni fa il silenzio del bosco era interrotto dal rumore delle bombe.
Lago Predil / Rabl
Lago dell’Accesa
In una delle zone più autentiche della Maremma, vicino a Massa Marittima è questo lago misterioso. Cannicci e prati dove prendere il sole, una area archeologica da visitare nei paraggi e un’acqua limpidissima dagli strani effetti calmanti. Ebbene sì. Raccontano i bagnanti abituali che bagnandosi in queste acque si dorme di più e meglio…
Lago di Bracciano
Dove fare il bagno… non al mare poco a nord di Roma? Siamo all’interno del Parco regionale Bracciano-Martinano e qui si trova questo ampio e celebre lago facilmente raggiungibile da molte località del centro Italia.
Molte le spiagge, anche attrezzate adatte anche alle famiglie con bambini.
Lago di Bracciano
Lago Alimini
In Puglia sei chilometri di sabbia molto fine, bandiera e vela blu e acqua cristallina. Il mare è lì a due passi e i laghi in realtà sono due. Alimini Grande alimentato dall’acqua di mare e Alimini Piccolo fatto di acqua dolce. Una volta il lago era uno solo e oggi invece i due sono paralleli al mare e sono separati fra di loro solo da dune. Dopo un bagno rinfrescante nel Salento meno chiassoso consigliamo anche di osservare bene la natura circostante. Non a caso siete in una zona naturalisticamente protetta.
Lago Alimini. Foto Paolo Margari
Fiumi
Il bagno di fiume spesso considerato un ripiego al bagno a mare oggi sta vivendo un grande successo. I fiumi che proponiamo sono un campionario di bellezze e natura incredibile, spesso poco nota. Ecco allora dove fare il bagno… non al mare, ma al fiume?
Fiume Verzasca
Anche se in questo caso abbiamo appena sconfinato in Svizzera vale la pena fare un tuffo in queste acque considerate fra le più cristalline d’Europa. Bellissimo il fondale e tutto l’ambiente boscoso circostante fatto di betulle larici e piccole piscine naturali.
Torrente Fer
Per gli inglesi è il luogo più bello d’Italia dove fare il bagno. Siamo nel Piemonte più selvaggio in uno scenario fiabesco tagliato in due dalle acque color smeraldo di questo torrente in cui s’immergeva per rilassanti bagni rinfrescanti anche Camillo Benso Conte di Cavour. Continuiamo il nostro viaggio su dove andare a fare il bagno… non al mare.
Guje di Garavot
In Valchiusella a solo un’ora da Torino sono queste gole raggiungibili da un solo sentiero. La difficoltà a raggiungerle rende speciale e “isolato” il luogo dove domina la natura il Salto del Pis. 14 metri di salto e una conca di 30 metri di larghezza per rilassarsi in cerca di pace e tranquillità.
Pozze Smeraldine
Pozze Smeraldine
Il fiume Meduna poco lontano dalla località di Tramonti di Sopra crea queste straordinarie e profonde piscine naturali. Siamo nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane in uno degli scenari naturalistici più intonsi del paese. Non a caso non è facilissimo nemmeno raggiungerle ma la loro bellezza è tutta lì. In quella natura selvaggia di montagna di rara bellezza.
Torrente Resia
Torrente Resia
Nella zona di confine Italo-Slovena, conosciuta anche come “Slavia Friulana”, non si può rimanere indifferenti alla vista di un torrente dalle acque cristalline che solca una delle vallate più suggestive delle Alpi Giulie.
Il Resia origina alle pendici meridionali del massiccio del Monte Canin, che svetta a quasi 2600 metri, e percorre circa 20 chilometri ricevendo il tributo di numerosi rii prima di mescolare le sue acque a quelle del fiume Fella, del quale è il principale affluente.
Il torrente è quasi ovunque intatto in quanto non attraversa centri abitati e si mostra particolarmente scenografico tra il Ponte Rop e il Ponte di Tesa, dove un restringimento della valle e la presenza di blocchi ciclopici in alveo creano meravigliose piscine naturali ammirate da turisti e pescatori.
Fiume Trebbia
Dove fare il bagno non al mare senza allontanarsi troppo dalla città? Le acque di questo fiume emiliano – ma non troppo lontano da Milano – sono considerate le più pulite d’Europa e sono perfette. Trasparenti, dalle sfumature incredibili che cambiano colore fra gole e insenature sono un vero must per gli amanti del genere del nord-centro Italia.
Fiume Trebbia
Fiume Santerno
Dove fare il bagno non al mare fra Emilia e Toscana? Nel cuore dell’Appennino, scorre placido il Santerno. Un fiume ricco di angoli nascosti e segreti. Basta scegliere quello giusto anche se il consiglio è di fermarsi in località Moraduccio, proprio sul confine delle due regioni. Qui il fiume forma una bellissima cascata di venti metri fra rocce bianche e lisce dove è comodo fermarsi. Il consiglio è ammirarlo anche dall’alto andando a visitare, un chilometro oltre il fiume il misterioso borgo abbandonato di Castiglioncello ancora visibile nel bosco, come se la vita si fosse fermata.
Fiume Santerno
Torrente Lima
Il torrente Lima è l’unico luogo a sud delle Alpi dove è possibile fare rafting. Non a caso. Anche se siamo vicino all’Abetone in questa zona di Toscana il cuore è molto montano.
Fare il bagno nelle strette di Cocciglia o nella “laguna blu” è esperienza indimenticabile. Si tocca con mano il lavoro della natura in queste gole scavate dai secoli nella roccia calcarea. La laguna blu è una piscina naturale con un azzurro mai visto e un acqua sempre fresca e rinfrescante.
Torrente Lima
Fiume Cecina
Tanto toscani associano questo nome a quello di una località balneare che dal fiume prende il nome. Il Cecina in realtà, risalendolo oltre Volterra offre un punto straordinario dove fare bagni fantastici e tranquillo lontano dal mare. Basta andare a Pomarance al Masso delle Fanciulle. Un nome evocativo legato a una leggenda locale. La gola tutta ricoperta da florida macchia mediterranea regala un fiume pulito, placido e ricco di pesci davvero invitante per immergersi al fresco.
Rio Pitriscioni
In Sardegna si va per il mare, ma a volte vale la pena voltare le spalle alla spiaggia e avventurarsi all’interno. Incredibile se qualcuno solo vi chiedesse dove fare il bagno… non al mare in Sardegna non sapreste cosa rispondere e vi scapperebbe da ridere. Invece, non distante da San Teodoro, in Gallura è questo fiume che si trova nel massiccio del Monte Nieddu. Alte pareti di granito scolpiscono un paesaggio straordinario scavato dal letto del fiume che per The Guardian è uno dei migliori d’Italia. Luogo perfetto oltre che per il bagno anche per chi vuole praticare canyoning e torrentismo.
Rio Pitriscioni
Gola dell’Alacantara
Un fiume antichissimo nel cuore della Sicilia che regala bagni indimenticabili in un parco geologico e botanico.
Celebre la spiaggetta dove soffermarsi ad ammirare la colata lavica che ha dato origine alla gola. Acqua freddissima e non adatta a tutti.
Cascate
Sono forse i luoghi più suggestivi dove fermarsi a fare un bagno. Magari anche solo per una semplice “doccia” naturale.
Cascata Fermona
Vicino a Varese, nel piccolissimo territorio di Ferrera sono le Cascata Fermona ottimo luogo dove fare il bagno… non al mare. . Tre cascate in successione, la prima di oltre trenta metri e in fondo una vasca perfetta per rilassarsi. Spettacolare la vegetazione rigogliosa circostante fatta tutta di meravigliose felci.
Cascata Kozjak
Appena un salto fuori dai confini italiani per entrare in Slovenia e scoprire una delle cascate più belle d’Europa. Siamo a Caporetto località per noi italiani tristemente famosa per una delle sconfitte più famose della storia. Un salto di 15 metri lungo la gola del torrente Kozjak, appena sopra il fiume Isonzo (Soča in sloveno) famoso nel mondo per il suo incredibile color smeraldo. Questa cascata è un vero angolo naturale spettacolare. Famosa in Europa per il suo fascino. Facile arrivarci con pochi passi nel bosco risalendo il corso dell’Isonzo appena fuori il paese. Le sue pareti calcaree imponenti, le sue grotte carsiche è la sua acqua cristallina sono indimenticabili. Attenzione però alla balneazione che è proibita nel tonfano sotto le cascate. Siamo in un area naturale protetta. Per un bagno rinfrescante consigliamo le zone balneabili dell’Isonzo e del Natisone. Facile trovare ampi piazzale in cui potersi immergere e rinfrescarsi.
Cascate-Kozjak. Foto di Stefano Merli
Stretti di Giaredo
Nell’estremo lembo della Lunigiana, fra Toscana, Emilia Romagna e Liguria esiste una strepitosa gola scavata dall’acqua del fiume Gordana e dal vento che scende dai monti e si insinua nella gola.
Una forra straordinaria da esplorare a piedi fra i massi delle pareti e il letto del fiume che scorre fra strette pareti rocciose che quasi chiudono il cielo sulla testa. L’acqua in alcuni tratti profonda vira dall’azzurro al verde a seconda del riflesso che i pochi raggi del sole filtrano sulle pareti. In alcuni tratti per attraversare il canyon è necessario nuotare ma attenzione, l’acqua è freddissima!
Stretti di Giaredo
Cascata di Malbacco
Vicino a Seravezza, alle spalle della modaiola Versilia scorre un fiume limpido che dà origine a una cascata unica. La forza erosiva del fiume Malbacco qui ha scavato per secoli, goccia dopo goccia la roccia creando uno straordinario scivolo naturale da dove i più coraggiosi osano tuffarsi. Per i più timidi consigliamo un bagno nelle tante vasche naturali e cascatelle oppure camminare e fotografare la straordinaria natura circostante.
Cascate Acquacheta
Cascata Acquacheta
Sempre in Toscana, ma nel cuore dell’Appennino sono queste cascate già citate e descritte nei minimi dettagli da Dante nella Divina Commedia.
Siamo nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e sono raggiungibili solo dai più avventurosi dato che per arrivarci c’è da camminare abbastanza.
Cascata Capelli
In un piccolo paesotto della provincia di Salerno, nel cuore del Cilento, sono queste cascate che sembrano essere uscite direttamente da un libro di fiabe.
Il nome esteso delle cascate sono Capelli di Venere e si generano dalle acque del Rio Bussentino. Le piante attorno a cui scorre l’acqua creando ricami incredibili sono non a caso il tipo di felce chiamato Capelvenere. Attenzione però alla temperatura dell’acqua. Siamo in un bosco fitto, il sole filtra poco e l’acqua difficilmente supera la temperatura di 10 gradi.
Cascate Cappelli
Ago 9, 2024 | Territori
Cosa sono le bubble room
Come suggerisce anche la parola stessa, sono delle grandi bolle trasparenti fatte solitamente in plastica (ma il materiale può variare) dove dentro si può dormire usufruendo comunque di quelle comodità di una classica camera (tv a parte).
La cosa davvero straordinaria nella straordinarietà della “canera” è che quasi sempre le bubble room sosno posizionate in luoghi incantevoli.
In mezzo ai boschi, in suggestivi declivi innevati, sulle sponde di laghi e ruscelli o sulle rive del mare. In ogni caso è la natura che vedete trasparire fuori dalla bolla a fare la differenza.
Sconosciute fino a pochi anni fa hanno avuto un successo sempre crescente fra chi è alla ricerca di qualcosa di spettacolare per passare una serata romantica e regalare una sorpresa alla propria metà.
In fin dei conti dormire sotto le stelle sentendo solo i rumori della natura è sicuramente qualcosa di unico e particolare da provare, magari non solo per San Lorenzo ma anche per festeggiare un’importante ricorrenza o per una fuga romantica.
bubble room in Sicilia
Dove fare glamping in Italia
Glamping è il nome anglosassone che è stato coniato per definire questa nuova modalità di soggiorno. Una parola che deriva dalla fusione di glamour e campeggio e che sostanzialmente significa campeggiare all’aperto ma in modo glamour unendo così l’avventura del campeggio, senza rinunciare al lusso di un hotel.
In Italia oggi ci tante “bolle” dove provare questa esperienza e noi abbiamo fatto la nostra segnalazione per voi con le 10 bolle più conosciute.
Non fatevi spaventare dall’idea che un’esperienza esclusiva avrà senz’altro un prezzo esclusivo perchè non è così. Il prezzo varia chiaramente a seconda del luogo, dalla stagione e dai comfort offerti ma in linea di massima, tanto per dare un indicazione si può spendere da un minimo di 150 euro a notte a un massimo di 500.
Bubble room ai piedi delle Dolomiti
Le 10 bubble room da prenotare subito
1 – Bubble Room delle Dolomiti al maso La Marianna (Trentino-Alto Adige): Siamo tra il Parco Naturale Adamello Brenta ed il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi all’interno di uno storico maso. La bubble si trova quasi alla porta della Valle dei Mocheni, una valle incantata dal fascino unico, a soli 20 minuti di auto da Trento.
La struttura originaria del Maso risale alla fine del 1800 e la bubble gode di una vista unica e privilegiata sulle vette delle montagne che la circondano. In autunno il paesaggio si tinge di giallo e arancione creando cosi uno spettacolo della natura. Questa zona del Trentino solitamente da inizio novembre si tinge di bianco con l’arrivo della neve. Il glamping comunque rimane aperto anche in quel periodo per offrire dei soggiorni da sogno ai loro ospiti.
2 – Bubble Suite di Biccari (Puglia):
Siamo sul Monte Cornacchia, sulle rive dello splendido lago Pescara di Biccari, in Puglia.
Più che una bubble in questo caso si tratta di una mini casa pop up. Un alloggio temporaneo concepito e realizzato in Belgio da un team di designer e progettisti che hanno voluto dare una svolta al concetto di pernottamento nella natura.
Il comfort è quello di una stanza di un hotel, ma è la suggestione delle pareti e del soffitto trasparente come in una bubble vi fanno sentire completamente immersi nella naturai.
All’interno della “bolla” è un letto matrimoniale ma è possibile aggiungere volendo un ulteriore posto letto per poter permettere il soggiorno anche alle famiglie con bambini.
3 – Bubble Sicily (Sicilia): A qualche chilometro da Catania a bivio Iannarello con vista Etna vista sulle colline siciliane e il cielo stellato. c’è bubble Siciliy dove la scelta ideale per una coppia romantica è la queen Bubble trasparente dotata di letto baldacchino, bagno privato con doccia idromassaggio, frigo bar e un ampio spazio esterno privato dotato di arredo da esterno e di vasca idromassaggi riscaldata per godere al massimo momenti indimenticabili. Potrai ammirare le stelle grazie al telescopio presente all’interno della bolla e godere della natura circostante. Per i più tecnologici la bolla Lè dotata anche di wifi, aria condizionata o riscaldamento.
Riscaldamento Frigo Bar Set Cortesia
4 – Bubble Luxotel (Veneto): Siamo sul Lago di Garda e per la precisione a Bardolino dovìè presente in un celebre camping una grande e stupenda bubble suite. E’ una tra le più grandi tra quelle presenti in oggi Italia. La bolla è incastonata tra alberi di ulivo, che la mettono al sicuro da occhi indiscreti ma che allo stesso tempo tengono libera la vista verso l’alto per poter osservare le stelle alla notte, comodamente sdraiati sul proprio letto.
Bubble room Veneto
5 – Bubble Suite Antico Podere San Francesco (Toscana):La nuova Bubble Suite dell’Antico Podere San Francesco è una camera davvero speciale all’interno del parco in mezzo a un’oliveta storica. La bolla è pensata come una suite ma con tutte le caratteristiche che invocano all’avventura, ideata per chi ama concedersi momenti davvero esclusivi in 80 mq di comfort. È dotata di vasca in camera e climatizzatore per le serate estive più calde.
6 – Bubble Glamping Atmosfera, (Basilicata)
Nei boschi della Basilicata, precisamente a Satriano di Lucania (Potenza), si trovano delle bubble rooms dai curiosi nomi che richiamano la natura del luogo. Due bubble glamping a basso impatto ambientale e glamour poichè dotate di ogni comfort e con pezzi di design e oggetti recuperati dalla vecchia masseria di famiglia. L’esperienza è sempre disponibile perché si sta aperti tutto l’anno e in qualsiasi condizione metereologica.
7 – Bubble Room La Casa dei nonni (Marche)
Sulle colline marchigiane, a Monteleone di Fermo, sorge una bubble room dal gusto retrò. Il b&b La casa dei nonni offre un’esperienza di glamping con vista su un’ampia valle verde.
La bolla ha un letto matrimoniale e un piccolo bagno accanto. Chi vuole cucinare può usufruire della cucina del b&b e poi godersi il pranzo o la cena in terrazza o in giardino.
Quel che sorprenderà gli ospiti è l’appuntamento in giardino alle 21.30 con i proprietari del b&b per un’originale osservazione astronomica, tra mitologia e archeoastronomia.
Bubble room Marche
8 – Bubble room Casale Millesoli (Umbria)
Più che una bolla è un igloo trasparente quello del Casale MilleSoli, in provincia di Perugia nel cuore dell’ Umbria. Potete vivere un’esperienza di ecoturismo emozionale a contatto con la natura, tra querce secolari con vista sulle colline e a tu per tu con la luna.
L’igloo si trova a 180 metri dal casale, ai confini del bosco ed è provvisto di letto, lenzuola, coperte, zanzariera, e torcia ma non di bagno, acqua, ed elettricità. Perciò prenotando l’igloo si ha diritto anche a una stanza con bagno nel casale, in stile rustico e dagli arredi essenziali.
9 – Bubble room Antico Palter (Piemonte)
Se c’è una bubble da scegliere è sicuramente Antico Palter, uno dei più belli d’Italia situato fra le colline del Piemonte centrale e a due passi dalla valle del Po e del Monferrato. Nasce accanto all’omonimo famoso ristorante all’interno di un grande parco verde di più di 1500 mq con tanto di laghetto, pontile, sauna e hot tub. Offre il massimo della privacy e una vera e propria esperienza di relax agli ospiti che decidono di prenotarla. Qui tutto è curato nei massimi dettagli, a partire dai fiori e dalle candele, fino all’erba lungo i piccoli vialetti che portano alla bolla; insomma la perfezione. E’ presente anche un piccolo cabin di legno, nel quale si respira un’atmosfera magica, dove su richiesta gli ospiti possono gustare una cena romantica a lume di candela. Anche in questo caso tutto è curato alla perfezione, a partire dalle porcellane usate per il servizio, fino alla cura degli arredi interni della location stessa.
Bubble room Liguria
10 – Bubble suite Antares (Liguria)
Sulla riviera di ponente della Liguria, molto vicino al confine con la Francia tra le bellissime colline della provincia di Imperia e immerso nella Valle Argentina, è presente da anni il bed and breakfast le Macine del Confluente che immerso in una vera oasi di relax tra i verdi ulivi dell’entroterra ligure lungo il corso del fiume Fora di Taggia dal 2021 ospita una meravigliosa bubble suite del circuito Bubble Emotions chiamata Bubble Suite Antares.
La Bubble prende il nome dall’omonima stella della costellazione dello Scorpione è una struttura completamente trasparente che si auto sostiene grazie all’immissione costante all’interno di un getto di aria. Il giardino di ulivi ed eucalipti circostante non solo fa sentire l’ospite completamente immerso nella natura, ma garantisce anche la giusta privacy.
Giu 4, 2024 | Territori
Visto che è l’anno del compleanno numero 10 della Wild Atlantic Way, la strada turistica irlandese costiera segnalata più lunga del mondo, che si estende per ben 2500 chilometri lungo tutta la costa ovest irlandese, vale la pena fare una carrellata delle 10 spiagge più belle, tra le sue risorse paesaggistiche più suggestive.
Perfette per una giornata di relax, sfidare le onde su un surf, avvistare cetacei o per mettersi in ascolto dello spirito autentico dell’Atlantico contemplando l’infinità dell’oceano regalano momenti di puro incanto. Farsi un viaggio, da sud verso nord (o al contrario) cercando di vedersele tutte può essere un buon modo per scoprire alcune delle aree meno battute dell’isola da un punto di vista davvero particolare. Quello del suo blu più intenso.
Allihies, Beara, Contea di Cork
Allihies Beach, Contea di Cork
Uno splendido mix di acque blu scuro e turchesi si alternano in questa profonda spiaggia di sabbia fine e candida, parte della frastagliata penisola di Beara, ideale anche per fare trekking lungo l’anello Beara Way di 130 chilometri.
Il colpo d’occhio è spettacolare, anche per il contrasto con il verde alle sue spalle e i morbidi rilievi collinari. Da mettere in agenda anche l’Allihies Copper Mines Museum e la vicina Dursey Island per fare un giro sulla Duresey Island Cable Car, l’unica funivia d’Irlanda.
Coumeenoole beach & Bay, contea di Kerry
Coumeenoole Beach, Contea di Kerry
Situata sulla panoramica Slea Head Drive, all’estremità della penisola di Dingle, Coumeenoole offre una splendida vista sulla baia e sulle isole Blasket.
Uno dei motivi per cui questa è una delle più note spiagge della contea di Kerry è dovuto alla sua assoluta unicità paesaggistica: verdi colline che scendono digradando verso la baia, per cedere il passo a irte scogliere a picco sull’oceano.
Nota curiosa: proprio accanto al parcheggio c’è una pietra commemorativa che indica il luogo in cui vennero girate alcune scene dela “La figlia di Ryan”, eretta nel 1999, 30 anni dopo la realizzazione di questo grande classico hollywoodiano dal sapore irlandese, vincitore di due Oscar.
Fanore Beach, Contea di Clare
Fanore Beach, Contea di Clare
Incorniciata da imponenti dune di sabbia, Fanore è un paradiso apprezzato da escursionisti, nuotatori e surfisti (che possono contare sulla Aloha Surf School), nell’area del lunare reticolo calcareo del Burren, che si sviluppa alle sue spalle. Raggiunta anche da una passerella di legno, è uno dei 188 Discovery Points disseminati lungo la Wild Atlantic Way.
Per chi ama i viaggi dallo spirito on the road, poco lontano, c’è un’area autorizzata con alcuni servizi per
sostare con il camper.
Dog’s Bay Beach, Contea di Galway
Seguendo la costa del Connemara, in direzione di Clifden, si incontra uno dei quei luoghi che hanno dell’incredibile e dalla bellezza quasi surreale: Dog’s Bay Beach, uno sperone roccioso e forma di “t”. Si sviluppa dalla costa e la parte perpendicolare, definita da due spiagge gemelle, è coperta di sabbia chiarissima, composta interamente di frammenti di conchiglie, e bagnata da trasparenze turchesi che rapidamente diventano blu-smeraldo, dove il fondale diventa profondo.
Totalmente selvaggia, ideale per meditazioni tra terra, cielo e mare.
Keem Bay, Achill Island, Contea di Mayo
Keem Bay, Achill Island, Contea di Mayo
Una spiaggia, incastonata nella costa panoramica di Achill Island, che gode di una posizione incantevole, delimitata da scogliere ad alto effetto scenografico.
Non c’è da stupirsi che abbia avuto un ruolo da protagonista nel film “Gli spiriti dell’isola”. È una delle Bandiere Blu di Achill Island e se d’estate raduna un bel po’ di persone che vogliono godersi la sua forma riparata dal vento, nei mesi meno caldi, merita una pausa per tranquille passeggiate.
Streedagh Beach. Contea di Sligo
Streedagh Beach, Contea di Sligo
Diventata famosa anche perché luogo del cuore di Marianne e Connell di “Normal People”, con la sua forma stretta e allungata, che si sviluppa tra due acque, è un altro luogo da scegliere per una passeggiata sulla sabbia soffice e bianca. La barriera corallina al largo crea condizioni ideali per il surf.
Non lontano c’è il maneggio Island View – Riding Stables per scoprirla in sella.
Narin-Portnoo Beach, Contea di Donegal
Narin-Portnoo Beach, Contea di Donegal
Non c’è da stupirsi se 4 delle 10 spiagge più belle della top 10 sono nella contea di Donegal, l’area forse più selvaggia e remota di tutta la Wild Atlantic Way.
Da sud verso nord, la prima che si incontra è Narin-Portnoo Beach, che si snoda lungo la costa per 2 km vicino al villaggio di Portnoo. Con la sua ampiezza è anche molto popolare per bagni oceanici che sono una sferzata di energia.
A pochi metri dalla riva, l’isolotto di Inishkeel, con i ruderi di un sito ecclesiastico, che è raggiungibile a piedi con la bassa marea nei mesi primaverili.
Marble Hill beach, contea di Donegal
Marble Hill Beach, Contea di Donegal
Con gli yacht attraccati nella baia, gli amanti del birdwatching tra le dune e quelli della sua sabbia dorata, si capisce subito che Marble Hill sia una delle spiagge più apprezzate del Donegal.
Dall’alto sembra quasi il profilo di un volto e negli immediati dintorni le baie che le contendono il posto nella Top 10 si susseguono numerose a breve distanza l’una dall’altra.
Kinnagoe Bay, Contea di Donegal
Kinnagoe Bay, Contea di Donegal
Un remoto tratto di spiaggia sabbiosa riparato da un’imponente collina verde, in un’area appartata della penisola di Inishowen. Anche Kinnagoe Bay è una dei 188 Discovery Points e dire che lascia senza fiato non è un vuoto cliché, ma descrivere la sua magnifica realtà.
Al largo delle sue coste, nel 1588 si inabisso la Trinidad Valencera, vascello dell’Invincibile Armanda spagnola, scoperto nel 1971 da alcuni membri del Derry Sub Aqua Club, e ricordato da una targa.
I materiali recuperati dai sub sono visibili al Tower Museum di Derry e all’Ulster Museum di Belfast.
Five Finger Strand, Donegal
Five Finger Strand, Contea di Donegal
Selvaggia poesia atlantica: così si potrebbe descrivere la spiaggia più a nord della Top 10 della Wild Atlantic Way.
Incontaminata e nascosta da imponenti dune di sabbia, tra le più alte d’Europa, occupa una porzione di una profonda insenatura di sabbia chiara che con la bassa marea avanza in profondità verso l’entroterra. Da mettere in agenda il punto panoramico Sand Dunes at Lagg: quando splende il sole, l’intensità dei colori e il contrasto tra l’azzurro del mare e del cielo, il bianco della sabbia e il verde delle colline è commovente.
Per un’esperienza particolare, non lontano, Wild Alpaca Way, per trekking vista mare in compagnia di
docili alpaca.
Se non si riesce a vederle proprio tutte, per capire la forza e l’unicità della costa atlantica irlandese vale la
pena di sceglierne almeno tre, includendo almeno un tramonto, magari nei periodi di bassa stagione per
provare la sensazione di avere solo per sé uno spettacolo della natura.
Mag 30, 2024 | Territori, Territori
È da qualche anno che gli appassionati di ciclismo sono abituati a vedere, in vetta alle classifiche dei ranking internazionali e dei grandi giri, così come per le Grandi Classiche, i nomi di ciclisti sloveni: da Matej Mohorič, che ha trionfato alla Milano-Sanremo nel 2022, a Primož Roglič, Medaglia d’Oro a Tokyo, tre volte vincitore alla Vuelta e una al Giro nel 2023, fino al vero e proprio cannibale di questa generazione di ciclisti: Tadej Pogačar, uno schiacciasassi sia nelle corse di un giorno che nei grandi giri, che ha appena terminato di sbalordire una volta di più il mondo con una performance eccezionale al suo esordio nel Giro d’Italia, con l’obiettivo mai nascosto di ripetere l’impresa di Pantani del 1998, ovvero quella di collezionare, nello stesso anno, la Maglia Rosa e quella Gialla del Tour de France.
Tadej trionfa al Tour
Qual’é il segreto dei grandi ciclisti sloveni?
Per scoprirlo, siamo andati a casa loro, lungo le vie della Slovenia, così belle da pedalare ovunque, che un po’ tutto il paese può essere considerato una grande pista ciclabile.
E questo è sicuramente il primo elemento a colpire l’occhio del ciclista: la cura del fondo stradale, fondamentale sia per la sicurezza che per godersi, nel relax più totale, la ricchezza e la diversità paesaggistica di questa piccola Repubblica, mentre le ruote scorrono sull’asfalto come sul velluto.
Il secondo elemento è l’aria pulita che si respira pedalando su strade quasi mai trafficate, che porta con sé ora il profumo del Mediterraneo, ora quello della vegetazione alpina e prealpina.
Il terzo è la varietà, che si ricollega al secondo: come cambiano i profumi, cambiano anche gli scenari e i tipi di percorso, che in poche decine di km passano da arcigni passi alpini, fino alle colline ventilate del Carso e alla piana della Pannonia.
Questo rende il Giro di Slovenia (dove il leader indossa una Maglia Verde!) una delle gare più interessanti del calendario UCI World Tour, scelta ogni anno a giugno dai migliori ciclisti al mondo in preparazione del Tour de France.
L’ultimo elemento è forse lo stile di vita a misura d’uomo: qui si cerca di vivere senza la fretta di strafare, lentamente o počasi, come dicono in Slovenia, consapevoli di chi si è e del luogo da cui si viene. Si viene da una terra viva, che ribolle di sorgenti termali e dove le acque irrigue nutrono i suoi frutti prelibati, che diventano poi gli ingredienti di una cucina semplice e nutriente.
Perché è partendo da questa semplicità, dalla sua profonda conoscenza, che si cresce davvero. Così un giovane ciclista diventa un campione, così la semplice cucina slovena di campagna diventa gourmet.
le strade verdi della Slovenia
La Slovenia in bicicletta: Green Gourmet Route e Green Wellness Route
Non bisogna essere certo Roglič o Pogačar per saltare in sella, allacciare il casco e godersi le meraviglie dei percorsi ciclabili della Slovenia, né più e né meno di quanto bisogna essere grandi chef per apprezzarne la cucina, o mineralisti, per riconoscerne le straordinarie proprietà delle acque termali, enologi, per il vino e così via.
Qualunque sia la vostra passione, il modo migliore per attraversare la Slovenia sono le due ruote.
Il marchio di qualità Slovenia Green, sviluppato dall’Ente Sloveno per il Turismo con l’obiettivo di certificare le buone pratiche del turismo sostenibile, ha disegnato due itinerari ciclistici che attraversano le più importanti aree del paese, focalizzati su due tematiche fondamentali: il turismo termale (Slovenia Green Wellness Route) e il turismo enogastronomico (Slovenia Green Gourmet Route).
Karnik, paese natale di Pogačar
Un percorso ciclistico per rimettersi al mondo: La Green Wellness Route
Ptuj, Dobrna, Rogla, Čatež, Laško e molte altre rinomate località termali slovene: tutte attraversate da un unico itinerario cicloturistico.
La Green Wellness Route è un percorso ad anello di 16 tappe della lunghezza media di 40 km ciascuna, con partenza e arrivo a Lubiana.
Le tappe giornaliere, che si dirigono prima nel montuoso nord nel paese, poi verso le pianure della Pannonia e infine tra le colline meridionali (terra di ottimi vini), sono progettate in modo che nel pomeriggio ci sia abbastanza tempo per divertirsi e coccolarsi negli oltre 10 centri termali migliori della Slovenia centro-orientale. E poi, dopo una bella pedalata, il potere rigenerante delle acque e dei trattamenti si sente anche meglio!
In sella, di verde e di gusto: la Green Gourmet Route
Più che un percorso cicloturistico, la Green Gourmet Route è un fil rouge, anzi, un filo verde che collega in undici giorni tutte le località del paese che hanno ricevuto la certificazione Slovenia Green Destination.
Alternando tratti in bici più o meno impegnativi a collegamenti in treno, Slovenia Green Gourmet Route attraversa alcuni dei panorami più spettacolari di tutto il paese, dal Carso, al Collio e al Vipacco a ovest, fino alle colline del sud-est al confine con l’Ungheria.
C’è un motivo, però, se nel nome questo itinerario ha la parola gourmet: la Slovenia si è imposta, negli ultimi anni, quale destinazione di eccellenza dal punto di vista enogastronomico, entrando di prepotenza nell’olimpo della cucina mondiale grazie a fuoriclasse quali Ana Ross.
In ciascuna tappa, il percorso propone sempre alcuni tra i ristoranti che meglio esprimono la cucina del territorio, insigniti peraltro dell’etichetta di qualità Slovenia Green Cuisine, che ne certifica l’utilizzo di prodotti locali e le ricadute positive sulla comunità.
I percorsi Slovenia Green Gourmet Route e Slovenia Green Wellness Route sono realizzati su misura per i cicloamatori, lontano dalle strade principali e con il giusto dislivello, attraverso molti posti lungo il tragitto che vale la pena visitare.
Non è detto che il percorso vada fatto tutto insieme: in combinazione con i treni, è possibile pianificare gite nel fine settimana o percorrerne prima una metà e poi partire alla scoperta del resto del percorso.
Tra strada e Mountain Bike nella Slovenia di montagna: Juliana Bike!
Quando si sente forte il richiamo dello sterrato e delle ruote “grasse”, dalla Slovenia risponde Juliana Bike: un percorso ad anello di 7 tappe che si spiega su un totale di 290 km che permettono di esplorare le strade ai piedi delle Alpi Giulie.
Partenza e arrivo sono a Bohinj, sulle sponde del lago più grande del Paese, mentre tra le tappe intermedie spiccano Kranjska Gora e il passo di montagna di Vršič, noto anche come “la salita dei russi”, costruito praticamente a mano dai prigionieri di guerra durante il primo conflitto Mondiale.
Da questo passo, contraddistinto da ben 50 tornanti numerati proprio come la più famosa Alpe d’Huez, si raggiunge la Valle del’Isonzo, il fiume smeraldino che lambisce le località di Bovec e Tolmino, prima di rientrare a Bohinj dopo la frazione da Zakojca a Podbrdo.
Mag 7, 2024 | Territori
Un viaggio affascinante nel cuore della millenaria tradizione della terracotta di Impruneta in Toscana attende i visitatori dal 10 al 19 Maggio 2024.
Si tratta di un’occasione unica per immergersi nell’autentica atmosfera del borgo toscano, famoso in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi manufatti artigianali.
Foto di Enric Sagarra da Pixabay
Le terrecotte più importanti d’Italia
L’Italia è terra di grandi “terre” e oltre a quella d’Impruneta fra le migliori e le più apprezzate c’è indubbiamente un’altra toscana, ovvero la terracotta di Montelupo conosciuta per la sua colorazione calda e per le sue eccellenti proprietà di resistenza; uscendo dalla regione e spostandosi però di poco apprezzatissima è la terracotta di Deruta cittadina umbra dalla lunga tradizione ceramica, i cui manufatti spiccano per la loro vivace decorazione. Merita infine fare un salto in Sicilia dove diverse città e centri storici sono noti per la produzione di terracotte uniche, spesso caratterizzate da colorazioni e motivi decorativi tipici della cultura siciliana.
Foto di Jean-François Fageol, generato da Ai da Pixabay
La terra della migliore “terra”
Impruneta ha una storia ricca e antica e affonda le sue radici nella civiltà etrusca e romana come testimoniano alcuni reperti archeologici rinvenuti nella zona. Successivamente, durante l’era romana, la zona fu colonizzata e furono costruite diverse ville e fattorie.
Impruneta è rinomata per la sua produzione di terracotta di alta qualità sin dall’epoca medievale e la tradizione artigianale è stata tramandata di generazione in generazione per arrivare fino ad oggi, rendendo Impruneta un importante centro, non solo italiano, per l’arte ceramica in Italia grazie alle caratteristiche della sua terracotta rinomata per la sua resistenza, porosità, durabilità e bellezza estetica che la rendono particolarmente adatta per la produzione di terracotta di alta qualità.
La terra d’Impruneta unica al mondo come composizione e apprezzata in tutto il mondo per la straordinaria resistenza alle intemperie, inclusi gelo e calore estremo è caratterizzata dalla particolare colorazione rosso-terra, che conferisce ai manufatti in terracotta un aspetto caldo e rustico molto apprezzato.
La cupola di Santa Maria del Fiore, capolavoro di Brunelleschi. Photo credit: g_u on VisualHunt.com
Ser Brunelleschi e l’impresa della cupola
Realizzare la Cupola della nuova cattedrale di Firenze non si presentava certo come cosa facile.
Per trovare la soluzione tecnica idonea fu bandita una gara: tutti i fiorentini potevano presentare – entro il 12 dicembre 1417 – il loro progetto di armatura, ponteggi o quant’altro per costruire la cupola. E ognuno disse la sua: chi propose armature in muratura, chi ponteggi in legno, e non mancarono idee bizzarre come quella di costruire un gran mucchio di terra a forma di cupola nascondendoci dentro molte monete d’oro; dopo la costruzione la terra sarebbe stata eliminata gratis da quelli che avessero voluto recuperare le monete d’oro!
E ci fu un uomo magro, piccolo e intelligentissimo – Brunelleschi Filippo – che sosteneva che non ci fosse bisogno di nessuna armatura.
Sulle prime, nelle adunanze pubbliche fu preso per pazzo e allontanato dalle riunioni; in una discussione, a chi gli chiedeva come poteva pensare di realizzare la cupola senza alcuna struttura di supporto si narra che rispose: “come si fa a far stare un uovo in piedi senza sostegni?” prese un uovo, lo ammaccò di sotto e l’uovo stette dritto.
Il geniale architetto riuscì a dimostrare che non era pazzo: espose il suo progetto dettagliato con descrizioni e disegni e alla fine riuscì a farsi affidare la costruzione della cupola. Gli fu per affiancato Lorenzo Ghiberti, scultore eccellente ma costruttore poco pratico.
Nel 1420 iniziarono i lavori ma il Brunelleschi si sentì subito impedito dal Ghiberti che con i suoi dubbi rallentava l’opera.
Per farne decretare l’allontanamento escogitò un trucco. Si narra che Brunelleschi si fasciò la testa e si mise a letto fingendosi malato. Il Ghiberti, da solo, si trovò in grosse difficoltà non sapendo come procedere; i lavori della cupola non avanzavano, gli operai si recarono dal finto ammalato pregandolo di dare ordini anche dal letto ma Brunelleschi, sostenendo di essere troppo malato ordinò agli operai di rivolgersi al Ghiberti per il proseguimento dei lavori. Quando gli operai gli confidarono che il Ghiberti senza di lui non sapeva quali ordini dare, Brunelleschi rispose: “Ma io saprei perfettamente cosa fare senza di lui!”
Gli operai capirono, allontanarono il Ghiberti e il Brunelleschi da solo concluse speditamente la costruzione – senza armatura – della cupola, consegnando l’opera nel 1434, dopo 14 anni di lavoro.
La chiesa fu inaugurata due anni dopo da Papa Eugenio IV. Tutte le campane della città suonavano a festa e i fiorentini esultavano di gioia. Papa Eugenio IV recò in dono alla nuova chiesa una rosa d’oro e fu così che la nuova chiesa di Firenze, dedicata a Maria, fu chiamata Santa Maria del Fiore.
Cupola iconica conosciuta in tutto il mondo per la sua maestosità e per il colore caratteristico della rossa terracotta d’Impruneta. La leggenda narra racconta che per costruirla a Brunelleschi siano servite ben quattro milioni di tegole di terracotta d’Impruneta!
Curiosità, dai fornacini un cult della cucina italiana: il Peposo
Una leggenda fiorentina racconta che Ser Filippo Brunelleschi, abbia sfamato e riscaldato con il “peposo” i suoi artigiani che lavoravano alla “fabbrica” di Santa Maria del Fiore a Firenze.
I “fornacini” delle zone dell’Impruneta e di Greve in Chianti, addetti alla cottura dei mattoni, pare abbiano inventato questo piatto durante la preparazione del “cotto”. Infatti usavano mettere della carne all’imboccatura del forno in modo da cuocerla lentamente.
Il peposo sfama e riscalda senz’altro anche oggi. E’ un piatto forte che sa di fuoco e di terracotta. E’ un piatto che ha in se la storia e la cultura millenaria della Toscana.
Un piatto che evoca antiche e leggendarie tavolate di serate di “veglia” sull’aia, sotto i loggiati, in compagnia di un buon bicchiere di vino e tanti commensali.
La leggenda narrata racconta anche che per costruire il celebre cupolone di Santa Maria del Fiore siano servite ben quattro milioni di tegole!
Non c’erano ad Impruneta i moderni mezzi di trasporto nè ì forni super di oggi e le maestranze da sfamare a Firenze erano tante…anche per il lavoro da fare era molto duro. E allora ecco che la leggenda si fa vera o almeno verosimile: sfamare tutti quegli uomini con ritagli di carne, magari anche dura – tanto la cottura sarà lunga e lenta – posta in un angolo del forno dove nel frattempo,cuocevano le tegole, per ore ed ore… Il pepe avrebbe dato a quella carne ancora più calore e spinto a mangiarci insieme molto pane. Ecco il piatto e la leggenda serviti!
C’è da fare una considerazione importante però. In ogni libro di cucina che si rispetti, la dove si trova la ricetta del peposo, fra i suoi ingredienti si trova il pomodoro: concentrato, fresco, pelato, ma comunque pomodoro. Domanda: ma come, se all’epoca di Ser Brunelleschi il pomodoro a Firenze non c’era perché l’America non si sapeva nemmeno cosa fosse? Ebbene, il pomodoro è entrato dopo nella ricetta.
L’originale parla solo di pepe che ai tempi, quando non esistevano né ghiacciaie né frigoriferi, era l’unico conservante per carne anche perché, essendo così “forte” nell’odore ben toglieva e copriva altri odori alla carne non perfettamente conservata…
Per il resto della ricetta torna tutto. Cottura lenta nel forno e tantissimo pepe ad accompagnarlo che incendia palati e gola dei neofiti. Ma non vi preoccupate, la ricetta odierna è molto addolcita!
Comunque sia il peposo, piatto leggendario è da provare! Insieme ad un buon vino corposo toscano, ovviamente!
Il programma delle “fornaci aperte”
Immergersi in un mondo speciale accompagnati dagli artigiani, i visitatori possono scoprire i segreti millenari della cottura della terracotta, aprendo le porte a una conoscenza profonda e appassionante. Durante la visita, si possono ammirare dimostrazioni dal vivo del meticoloso lavoro degli artigiani, che plasmano l’argilla con destrezza e creatività, dando vita a veri capolavori.
Ogni gesto, ogni movimento è intriso di tradizione e competenza, trasmettendo un senso di ammirazione e rispetto per questa antica arte.
Questo il programma di apertura in cui sarà possibile prenotare la visita alle fornaci:
Fornace Sergio Ricceri Terrecotte, Via di Fabbiolle, 12/16
Date e orari di Apertura: 10 e 11 maggio con orario 10:00-13:00 e 15:30-17:30; 12 maggio (solo su richiesta); 18 e 19 maggio con orario 10:00-13:00 e 15:30-18:00
Fornace Poggi Ugo Terrecotte, Via Imprunetana per Tavarnuzze, 16
Date e orari di Apertura: dal 13 al 17 maggio con orario 9:00 -12:00 e 14:00-18:00
e 18 maggio con orario 9:00-13:00 e 15:00-18:00
Fornace Masini, Via delle Fornaci, 57
Date e orari di Apertura: dal 13 e 17 maggio con orario 8:00-12:00 e 13:00-17:30.
18 e 19 maggio con orario 10:00-12:00 e 15:00-17:00
Fornace Carbone, Via di Cappello, 45
Date di Apertura: Dall’ 11 al 18 maggio
Orari di Apertura: 9:00-12:30 e 14:30-18:30; sabato 18 maggio mattina (solo su richiesta) con orario 9:30-12:30
Fornace Pesci Giorgio e Figli, Via Chiantigiana per il Ferrone, 36
Date e orari di Apertura: dal 13 al 19 maggio con orario 9.00- 13.00 e 14:00- 17:00 (18 e 19 maggio pomeriggio solo su richiesta)
Fornace M.I.T.A.L dei F.lli Mariani , Via di Cappello, 31
Date e orari di Apertura: dal 13 al 17 maggio 8:30-13:00 e 14:30-17:30 ; sabato 18 maggio 8:30-13:00
Per la prenotazione delle visite contattare il numero 055/2036468 oppure inviare una richiesta alla mail i.marsango@comune.impruneta.fi.it
Mag 2, 2024 | Territori
Capitale Europea della Cultura 2024 è Bad Ischl – Salzkammergut, in Austria e l’Ente Nazionale Austriaco per il Turismo (ENAT) ha organizzato una serie di attività culturali e non solo,per rendere questa cittadina e la regione in cui si trova un punto di riferimento per il turismo austriaco ed europeo.
A inaugurare i progetti culturali legati a Bad Ischl, è stata una straordinaria iniziativa durante la pre-apertura della 60esima edizione della Biennale di Venezia, tenutasi il 18 aprile scorso: protagonista, la “Plätte-Taxi”, tipica imbarcazione dell’area di Salzkammergut, che ha navigato tra i canali veneziani insieme alle classiche gondole della città.
Il Platte taxi alla biennale di Venezia
Plätte-Taxi, la gondola delle Alpi
Tipica imbarcazione in legno della regione di Salzkammergut, vicino a Salisburgo, la Plätte è realizzata a mano dai mastri artigiani della zona.
Grazie al suo “cameo” alla Biennale di Venezia, la Plätte assume un ruolo unico nel contesto artistico internazionale come testimonianza autentica dell’importanza del patrimonio culturale austriaco.
Il termine “Plätte” deriva dal tedesco antico e significa “pianura”; questo tipo di imbarcazione era usato storicamente per il trasporto di merci, persone e bestiame lungo i fiumi, soprattutto prima dell’avvento dei mezzi di trasporto moderni.
Il Plätte-Taxi è una grande imbarcazione piatta, generalmente costruita in legno e manovrata con una lunga pertica; oggi è diventato una popolare attrazione turistica per godersi il fiume in una tranquilla crociera e vivere così un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura della regione, e per apprezzare l’importanza del fiume nella vita delle comunità locali.
Bad Ischl
La Capitale della Cultura Bad Ischl – Salzkammergut
Il progetto della Capitale Europea della Cultura 2024 rappresenta per Bad Ischl – Salzkammergut un’opportunità unica per far conoscere la propria storia e farsi portavoce della bellezza e della ricchezza artistica dell’Austria, grazie a un programma curato e innovativo.
Interventi artistici, spesso sorprendenti e avanguardisti, volgono uno sguardo al passato ma con una proiezione al futuro e alle innovazioni scientifiche, ponendosi come punto di rottura e stimolo verso nuove prospettive.
Una veduta del Salzkammergut. Photo credit: Theo Crazzolara on Visualhunt.com
Alla scoperta del Salzkammergut
Il Salzkammergut, che si estende tra le regioni federali dell’Alta Austria, della Stiria e del Salisburghese, è una regione dell’Austria centrale che non conosce confini.
Qui si incontrano tre regioni federali in un’area relativamente piccola, e non solo dal punto di vista puramente geografico.
Questo è, infatti, il luogo in cui l’incredibile bellezza dei laghi abbraccia i tratti dolci del paesaggio prealpino, e dove si incrociano culture diverse, assaporando e condividendo piatti tipici delle varie regioni.
Bad Ischl, la residenza estiva dell’Imperatore
Bad Ischl cittadina antica e nobile è stata una delle più rinomate località termali d’Austria fin dal XIX secolo, quando l’imperatore Francesco Giuseppe la scelse come sua residenza estiva dato che le sue sorgenti termali erano e sono conosciute per le loro proprietà curative e rilassanti.
Durante il lungo regno di Francesco Giuseppe Bad Ischl divenne il punto di riferimento estivo d’eccellenza per l’imperatore ma anche per la sua tormentata e celebre moglie Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come Sissi, che qui, quando non decideva di “fuggire” al mare trascorreva con l’Imperatorel’estate nella sontuosa Villa Imperiale, che oggi è aperta ai visitatori come museo.
Ma Bad Ischl conferma la sua fama anche per essere stata la musa ispiratrice di Johann Strauss figlio che qui compose il suo valzer più famoso del mondo, ovvero “Il Danubio Blu” nel 1867. Non a caso ogni estate, la città ospita il Festival di Operetta, un importante evento musicale che celebra la tradizione dell’operetta austriaca.
Bad Ischl. Photo credit: dm1795 on VisualHunt.com
Il progetto “Wirtshauslabor Salzkammergut 2024” per una cultura gastronomia 4.0
In Austria l’osteria è molto più di un luogo in cui recarsi per mangiare e bere.
È un punto di incontro sociale arricchito dall’elemento culinario. Il progetto “Wirtshauslabor” offre a chef di alto livello, tirocinanti ambiziosi e artisti un campo di gioco per rendere più dinamica la gastronomia regionale tradizionale grazie a una nuova arte culinaria e a concetti innovativi. Nell’ambito del progetto per la Capitale della Cultura, gli studenti delle scuole turistiche di Bad Ischl sperimentano nuove idee insieme al famoso chef “Krauli” (Christoph Held) e ai ragazzi della scuola Don Bosco di Vöcklabruck con Jochen “Joe” Neustifter. Come sedi pop-up sono state scelti l’ex ristorante della stazione a Bad Ischl e l’ex osteria “Rosenkranz” a Gmunden.