21 Aprile 2024

Esplorando i 10 luoghi e borghi abbandonati più affascinanti d’Italia: un’avventura nel passato

L’Italia è ricca di storia e cultura, e tra i suoi paesaggi si nascondono numerosi luoghi e borghi abbandonati che offrono un’affascinante finestra sul passato. Questi luoghi, una volta ricchi di vita e attività, sono ora avvolti dal mistero e dalla quiete, attirando avventurieri e curiosi da tutto il mondo. Preparati a un viaggio nell’ignoto mentre esplori alcuni dei luoghi abbandonati più affascinanti d’Italia.

Craco

1 – Craco (Basilicata)

Situato su un’alta collina nel cuore della Basilicata, Craco è un borgo fantasma che sembra essere rimasto immutato nel tempo.
Abbandonato progressivamente negli anni ’60 a causa di frane e dissesti idrogeologici, Craco dagli anni Ottanta è un borgo totalmente abbandonato che offre un’atmosfera misteriosa e suggestiva.
Questo fenomeno ha contribuito a rendere particolarissimo l’abitato di Craco, che con le sue strade deserte e le sue case diroccate che creano un’atmosfera unica e affascinante, che ha attirato anche l’attenzione di numerosi registi cinematografici è diventato una meta turistica ricercatissima.

Consonno

2 – Consonno (Lombardia)

Nascosto tra le colline della Lombardia, Consonno è un luogo simbolo dell’abbandono.
Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento il proprietario del villaggio, l’estroso imprenditore milanese Mario Bagno in pieno miracolo economico decise di trasformare il paese in una città di divertimenti: il suo “paese dei balocchi”.
Con il sostegno dell’amministrazione locale in pochi anni a
Consonno sorsero dei ristoranti, una balera, un albergo di lusso, diverse costruzioni con richiami alle più variegate culture, un castello medievale come porta di ingresso e il celeberrimo “minareto”.
Mario Bagno però non pago, continuò a costruire nuove attrattive: un campo di calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per il pattinaggio, una vasca per il tiro a volo, un luna park e un giardino zoologico.
Consonno era ormai diventato un centro di divertimenti popolarissimo che spesso ospitava anche grandi personaggi della musica e dello spettacolo per serate a tema.
Questa trasformazione del paese però intaccò
l’equilibrio idrogeologico del territorio e nel 1966 le continue piogge favorirono il movimento di masse di fango che l’anno successivo provocò una prima frana che invase proprio la strada tracciata d’accesso disegnata da Bagno. Quest’ultimo però tirò dritto, riparò velocemente i danni e continuò a edificare anche se il flusso di turisti iniziava a registrare un’inversione di tendenza. Nel 1976, quando il posto ormai non richiamava più molte persone, una seconda frana distrusse la stessa via d’accesso decretando la fine del sogno della “città dei balocchi”
Oggi, le sue strade vuote e i suoi edifici in rovina e pericolanti danneggiati anche dal vandalismo di un rave party sono una testimonianza del passato glorioso di questo luogo.

Brento Sanico

3 – Brento Sanico (Toscana)

Nel cuore dell’appennino tosco-romagnolo, nel comune montano di Firenzuola si trova su un colle sopra la valle del Santerno nei pressi di una cava di pietra serena, tipica della zona. Il nome del paese, di origine germanica, significa “ben protetto dalle intemperie del vento”.
Brento Sanico era un luogo importante dato che si trovava sull’unica strada che collegava la Toscana con la Romagna e i dazi che i governanti imponevano ai viandanti erano molto alti anche perché servivano a garantire la manutenzione delle strada messa a dura prova dalle pendenze dal fango e dalla neve invernale.
La sua popolazione viveva di pastorizia e agricoltura mentre alcuni lavoravano nella vicina cava ma il borgo era famoso negli anni Trenta per le feste che si svolgevano e fino agli anni Quaranta c’era anche una scuola.
L’abbandono progressivo si è concluso nel 1951 quando se ne andò l’ultima famiglia e i motivi sono da ricercarsi nella costruzione delle nuove strade e autostrade, più a valle che ha tagliato fuori Brento Sanico dalla vita civile.

Balestrino

4 – Balestrino (Liguria)

Tra le colline della Liguria, in provincia di Savona è il borgo di Balestrino è un antico borgo medievale abbandonato nel corso del XX secolo a causa di frane e dissesti idrogeologici.
Tutto è fermo oggi a
Balestrino, persino l’orologio della chiesa. L’antica meridiana si è fermata tra il 1962 e il 1963 quando tutto ebbe fine per iniziare a fine vallata con un nuovo paese.
Siamo
su uno sperone roccioso a strapiombo sul torrente Barescione e il borgo è stato abbandonato in quegli anni dopo diversi movimenti sismici che hanno causato numerosi danni, tanto da farlo diventare invivibile.

Monterano

5 – Monterano (Lazio)

Nascosto tra le colline della campagna laziale, il borgo di Monterano è un antico borgo abbandonato risalente al XIII secolo.
Un tempo prestigioso feudo di importanti famiglie si trova a ovest del Lago di Bracciano. Nel 1770 sulla cittadella si scatenò una violentissima epidemia di malaria che decimò gran parte della popolazione soprattutto quella contadina.
Il colpo di grazia a Monterano lo dette il rifiuto degli abitanti (siamo nell’Ottocento) di macinare il grano per i conquistatori francesi che si vendicarono di questo no inviando l’esercito a distruggere e incendiare il paese.

Gairo Vecchio

6 – Gairo Vecchio (Sardegna)

Nella Barbagia è il borgo di Gairo Vecchio risalente al XVI secolo e abbandonato negli anni ’50 a causa di frane e dissesti idrogeologici.
La sua storia tormentata inizia alla fine dell’Ottocento, quando diversi violenti nubifragi provocano frane e smottamenti, e continua per circa mezzo secolo, fino alla terribile alluvione del 1951.
Dopo l’ennesima disastrosa alluvione il paese non è più sicuro e si decide di abbandonarlo per ricostruirlo altrove. Ma non trovando l’accordo sul luogo dove costruire il nuovo centro Gairo si divide in tre: Gairo Sant’Elena, Gairo Taquisara e Gairo Cardedu.

Romagnano

7 – Romagnano al Monte (Campania)

Nascosto tra le montagne della Campania interna, il borgo di Romagnano al Monte è un antico borgo abbandonato risalente al XI secolo. Un paese sfortunato che ha conosciuto pestilenze, carestie, brigantaggio e terremoti e che a causa di un terremoto, quello disastroso del 23 novembre 1980 fu abbandonato per sempre.
Oggi è una visione suggestiva a quel tempo come se si fosse cristallizzato con quei palazzi dall’architettura degli anni Settanta, che stridono con le abitazioni antiche del borgo.
Diversi edifici sono crollati o pericolanti, ma è comunque possibile trovare tracce di vita con cuine arredate con sedie e tavoli, vecchi ritagli di giornale, lattine arrugginite.

Borgo Medievale S.Severino di Centola, Salerno

8 – San Severino di Centola (Campania)

Situato nel Cilento, il borgo di San Severino di Centola è un antico borgo risalente al X secolo poi abbandonato progressivamente dal XVIII secolo.
Nel 1624, gran parte della popolazione fu sterminata da un’epidemia di peste ed è di questo periodo la consacrazione della chiesa alla Madonna degli Angeli protettrice contro il morbo. Nel corso della prima metà del 1700 venne abbandonata la chiesa cattedrale in quanto la popolazione, a causa delle generali condizioni di povertà e miseria, non poté realizzare i lavori di manutenzione sollecitati dal Vescovo.
Con la costruzione nel 1888 della linea ferroviaria Pisciotta – Castrocucco, man mano la popolazione cominciò a trasferirsi a valle per cui nel giro di una cinquantina d’anni il paese venne quasi del tutto abbandonato, anche se fino al 1977 alcune case del borgo vecchio erano ancora abitate.

Cirella


9 – Cirella Vecchia (Calabria)

Nelle colline calabresi a picco sul promontorio del mare di Diamante è Cirella Vecchia antico borgo originario del XIV secolo e abbandonato nel XVIII secolo.
Si sa che spesso le storie si confondono con le leggende e a Cirella sembra esistere davvero una strana leggenda, ma questa volta collegata ad alcune malattie che hanno colpito la città intera.
Si racconta che a metà del Seicento tra pestilenze e terremoti il feudo calabrese conobbe la sua caduta e rovina, sembra invece che alcune milizie inviate da Napoleone l’assediarono per stabilirsi ma questa  invasione fu travisata dagli abitanti del luogo raccontando una storia, divenuta poi leggenda: questa che narra di un’occupazione e grande attacco da parte di formiche giganti che divorarono tutti i cittadini.


10 – Celleno (Lazio)

Nel cuore della Tuscia Celleno è un antico borgo del XII secolo abbandonato da tutta la sua popolazione nel XIX secolo a causa di una feroce epidemia di malaria.
Fra tutti i borghi è forse quello oggi più conosciuto e per questo “aggredito” da un turismo di massa che ne ha quasi cancellato il fascino.
Già danneggiato da terremoti nel corso del Cinquecento e del Seicento alcune scosse telluriche degli anni’30 del Novecento
minarono ulteriormente soprattutto il versante nord dell’abitato e convinsero le autorità ad abbandonare il recupero della Celleno antica che andò sempre più spopolandosi.
Il centro fu progressivamente trasferito ad oltre un chilometro di distanza, lungo la via verso l’odierna strada Teverina e l’originario insediamento medievale, quindi, per motivi socio-economici e di instabilità dei pendii, fu abbandonato definitivamente a partire dagli anni Cinquanta.

 

 

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