10 Maggio 2024

Cinque curiosità dal romantico Reno

Il fiume più romantico d’Europa torna, quest’estate, a incantare i viaggiatori che ne vogliono seguire il corso a bordo di una nave da crociera, dall’ombra delle alpi svizzere, a Basilea, fino ai canali di Amsterdam.
Di mezzo, le sponde di Francia e Germania, vigneti, gole e campanili da far venire le vertigini, anche solo a guardarli specchiarsi nel Reno.

Il Reno a Coblenza. Photo credit: byb64 on Visualhunt.com


In crociera nel cuore dell’Europa

Avalon Waterways, la compagnia di crociere che ha la missione di rendere capolavori le traversate lungo i fiumi del mondo, torna per l’estate 2024 a navigare sul Reno.
Gli itinerari, che si snodano lungo l’Europa centrale da Basilea ad Amsterdam, percorrono un tratto del confine tra Francia e Germania, passano poi per il Deutsches Eck (angolo tedesco, dove il Reno incontra la Mosella) di Coblenza e arrivano nel fitto ricamo dei canali olandesi.
Tre selezionate partenze della prossima estate saranno l’ideale per i viaggiatori provenienti dall’Italia: la lingua di bordo sarà, per l’occasione, proprio quella di Dante.
Inoltre, tutte le escursioni, incluse o facoltative che siano, saranno condotte in lingua italiana.
Tra questi itinerari, della durata di sette notti, due seguiranno la rotta da Basilea ad Amsterdam (25 giugno e 24 agosto) e uno quella inversa, in partenza dalla capitale olandese (3 agosto). Su questa partenza, inoltre, per chi viaggia in solitaria e su un numero limitato di cabine non è previsto il supplemento singola.

Il Reno a Strasburgo. Photo credit: Stefano Merli on VisualHunt

5 curiosità fra storia e leggenda. Conoscere il Reno

Lungo 1.326 km di corso (poco più di Po, Tevere e Arno messi insieme), ce ne sono di cose da raccontare.
Sicuramente, il Reno è uno di quei luoghi in cui si percepisce, più che altrove, un senso di confine, di limes, ma anche il senso della Storia, quella con la S maiuscola, che attraversa l’Europa centrale insieme alle sue acque.
La storia di quello che è stato per secoli la barriera naturale che divideva, l’Europa latina dall’Europa germanica, quella dei romani da quella dei barbari, quella di strade, terme e burocrazia da quella delle tribù, dei guerrieri alti e valorosi raccontati da Tacito.
Oggi resta un fiume che nasce all’ombra delle Alpi, in Svizzera, disegna poi il tratto meridionale del confine tra Germania e Francia, sorvegliato dalla linea Maginot, e un ampio delta in Olanda.
Una vera cerniera sul cuore dell’Europa, che unisce città come Basilea e Strasburgo a Coblenza, Colonia e Magonza, fino ad arrivare ad Amsterdam
regina della terra dei canali.
Come detto, lungo 1326 km, quattro nazioni e tre lingue
ce ne sono di cose da raccontare.
Il Reno è davvero un fiume chiacchierato e chiacchierone, di cui si è detto molto e molto si continuerà a dire.

La rupe di Lorelei. Wikipedia

Il canto di Lorelei

Ecco le 5 curiosità più incredibili, che prendono forma e sostanza lungo il suo corso. La leggenda del canto di Lorelei e della gola del Reno
Mentre il pettine maneggia / canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde / con la dolce melodia.
Soffre e piange il barcaiolo / e non sa che mal l’opprima,
più non vede scogli e rive / fissi gli occhi ha su la cima.
Alla fine, l’onda inghiotte/ barcaiolo e barca… Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto / la fanciulla Lorelei.
Heine, Il canto di Lorelei – Traduzione di D. Valeri
Difficile trovare, per raccontare questa storia, parole miglior di quelle del grande poeta Heinrich Heine. Si può dire che la letteratura europea, patendo da Omero e passando per Dante e Brecht, di donne bellissime che ammaliano con il loro canto gli inermi marinai, ne è piena. Ma la storia di Lorelei e della gola del Reno ha un fondamento di verità: questo fiume, infatti, non è sempre stato mansueto e placido come appare oggi a chi ha il piacere di navigarlo.
Proprio in corrispondenza della Rupe di Lorelei, uno sperone di roccia dell’altezza di 132 metri a strapiombo sul letto del fiume, fino a non molto tempo fa, infatti, per via della conformazione del territorio i naufragi erano frequenti.
C’è però ancora chi giura, passando sotto la rupe, di sentire nel vento la dolce musica del canto di Lorelei.

Il Reno a Basilea. Photo credit: mbeo on VisualhuntC

Richard Wagner e l’Anello dei Nibelunghi

Parlando di musica, al Reno è indissolubilmente legata la Tetralogia dell’Anello dei Nibelunghi di Richard Wagner: il corso del fiume, infatti, è sia il teatro che un attore principale in questi quattro famosi drammi, il cui soggetto è tratto dalla mitologia norrena.
Nel primo atto di “Das Rheingold” (“L’oro del Reno”), il nano Alberich ruba l’oro dal fiume e forgia un anello magico che conferisce il potere di dominare il mondo. Questo furto e la conseguente creazione dell’anello mettono in moto tutta la vicenda dell’opera. Il fiume Reno, quindi, è sia il luogo in cui risiede l’oro, che il catalizzatore per la serie di eventi tragici che seguono, culminando nella distruzione dell’intero Valhalla.

La prossima volta che ascolterete la Cavalcata delle Valchirie, saprete a quale fiume pensare.

La torre dei topi di Bingen. Wikipedia

Il vescovo di Magonza e la “torre dei topi”

Una delle leggende più affascinanti e macabre legate al fiume Reno è quella relativa al vescovo di Magonza Attone II, personaggio realmente esistito nel X secolo, e alla cosiddetta “Torre dei Topi” (Mäuseturm) di Bingen, poco lontano da Magonza.
Ebbene, secondo la versione riportata dai Fratelli Grimm, questo avido personaggio in un periodo di grande carestia si sarebbe rifiutato di dare da mangiare ai bisognosi e, dopo averli chiusi in una stalla, avrebbe dato loro fuoco.
Non contento, udendone le grida, avrebbe esclamato “senti, senti come squittiscono i topi!”. Il destino, o forse il karma, diremmo noi, riservò però all’avido vescovo un’amara sorpresa: un branco di topi famelici cominciarono da quel momento a camminargli addosso e a divorarlo.
Nell’estremo tentativo di salvarsi, Attone avrebbe costruito su un’isola del Reno una torre dove nascondersi, ma purtroppo per lui i topi trovarono il modo di raggiungerlo a nuoto e divorarlo anche lì. La Torre dei Topi di Bingen è ancora visibile, e durante la vostra crociera potrete vederla, lì, sulla sua isoletta, ma senza topi affamati né vescovi fuggiaschi.

Il Reno a Colonia. Photo credit: Uwe S. Canon on VisualHunt.com

La città dei Re Magi

Giungendo dal fiume, a bordo della nave da crociera alla città di Colonia, quello che cattura, per primo, è il profilo della Cattedrale, struttura gotica provvista di due altissimi campanili che si specchiano sul Reno: sono, con i loro 157 metri di altezza, i secondi campanili più alti della Germania, superati solo dalla torre campanaria di Ulma.
È qui che nel 1164 l’Imperatore Federico Barbarossa traslò da Milano le reliquie dei Re Magi, dopo il saccheggio e la distruzione del capoluogo lombardo.
Il sarcofago che le contiene, la cosiddetta Arca dei Re Magi realizzata a cavallo tra XII e XIII secolo, è un autentico capolavoro dell’oreficeria medievale, e senza dubbio il più grande e sofisticato esempio che sia giunto fino a noi.


… e della birra Kölsch!

Per i più appassionati di birra, però, il nome della città di Colonia è senz’altro associato alla Kölsch, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
La Kölsch è una birra ad alta fermentazione, che originariamente non prevedeva l’utilizzo del luppolo, né del lievito.
Questi furono introdotti solo nel Quattrocento, ma dal XVII secolo fu imposta per legge l’alta fermentazione, caso unico tra tutte le birre tedesche. Prost!
Per informazioni sulle tre crociere estive previste sul Reno per informazioni e approfondimenti: www.avalonwaterways.it  

0 commenti