Circa 280 chilometri percorsi in bici nel segno della Chiocciola di Slow Food, lungo la strada del sale che collega i Presìdi Slow Food, partendo dall’Emilia-Romagna per arrivare in Umbria.
Il sale dei Papi
Il percorso collega Cervia con le sue saline dalle origini antichissime, a Orvieto, città della Rupe dove, a partire dal XV secolo, veniva consegnato il sale della salina Camillone destinato ai papi.
Un percorso che attraversa l’antica Via Romea Germanica, e una tradizione riscoperta e riproposta dal 2003: da allora ogni anno le due città e le rispettive comunità si ‘incontrano’ su questo cammino, a Orvieto, 100 chilometri dalla Capitale, all’insegna del convivio e della condivisione dei valori Slow Food.
«Da questo legame, che viene dalla storia, ma anche dalla riflessione sulla particolare condizione ambientale che ci accomuna – da un lato le criticità geomorfologiche della rupe di tufo su cui poggia Orvieto, dall’altro l’esposizione del parco delle saline, completamente sommerso dall’alluvione nel 2023 – spiega Alessandra Cannistrà, presidente di Slow Food Orvieto, che ha ideato il progetto – viene una relazione nuova di amicizia, di solidarietà e di condivisione basata sulla responsabilità verso l’ambiente e gli ecosistemi».
Un valore sancito formalmente dal Patto di Amicizia stretto tra le due Comunità Slow Food impegnate nel preservare, attraverso i rispettivi Presìdi Slow Food, la biodiversità e una visione originaria del rapporto con la natura: la Comunità del Sale Dolce di Cervia – Riserva Camillone – e la Comunità del Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto.
«Da questa esperienza – aggiunge Cannistrà – è nata, all’interno della Condotta di Slow Food Orvieto, l’idea di valorizzare i Presìdi Slow Food presenti lungo la Strada del Sale, in un percorso nella biodiversità dei paesaggi agricoli e produttivi. Un vero Cammino dei Presìdi Slow Food che inizia a Cervia, attraverserà il sud della Romagna, l’Appennino tosco-romagnolo, il Casentino, l’Umbria del Trasimeno per arrivare a Orvieto».
Il cammino dei “presidi”
Questo cammino è destinato a pellegrini e viaggiatori che vogliono percorrere un tratto di storia delle tradizioni e dell’agricoltura di resistenza, entrare in contatto con la varietà dei territori e incontrare le comunità di produttori e artigiani che lì vivono ogni giorno.
A sperimentarlo per la prima volta è stato Walter Nilo Ciucci, aka Chiocciola in bicicletta, che, in sella alla sua bici, percorre antichi tracciati in tutta Italia.
«L’idea del Cammino dei Presìdi lungo la Strada del Sale nasce dall’esperienza di Transameria, un percorso ad anello di circa 100 chilometri sul tratto umbro della Via Amerina, da Todi ad Amelia, oggi diventato una delle 16 destinazioni del progetto Slow Food Travel, che mira a valorizzare il territorio e promuovere il turismo consapevole».
L’oro bianco che fece grande Cervia
La strada deve il suo nome all’importanza storica del sale che ricordiamo essere in epoca antica un prodotto fondamentale per la conservazione degli alimenti.
Quello che veniva estratto dalle saline di Cervia era particolarmente pregiato e la sua produzione ha avuto un ruolo centrale nella vita economica e sociale della zona prima ancora che nascesse il turismo balneare.
Questa strada era utilizzata dai mercanti per trasportarlo dalle saline fino all’interno dello Stato Pontificio e oltre, fino a raggiungere soprattutto la città come Orvieto dove veniva preso “in carico” per essere condotto a Roma dal Papa.
Lungo la strada: luoghi, cucina e tradizioni
Il punto di partenza dell’itinerario è appunto Cervia, famosa per le sue saline, per le sue spiagge e per la storica Torre di San Michele.
Da visitare assolutamente prima di partire il Museo del Sale, che offre una panoramica completa sulla storia e la tradizione salinara della città.
Da Cervia si prosegue verso Cesenatico, cittadina balneare resa celebre dal suo spettacolare porto canele progettato da Leonardo da Vinci e il Museo della Marineria.
Proseguendo verso l’interno, si raggiunge Forlì, capoluogo di regione che separa la costa adriatica dall’appenino e dove poter godere delle bellezze di Piazza Saffi e dell’arte del Museo di San Domenico.
Cesena è un’altra tappa significativa, famosa per la Biblioteca Malatestiana, uno dei più importanti esempi di biblioteca rinascimentale in Italia.
L’itinerario prosegue lungo la storica Via Emilia, costellata di piccoli borghi e paesaggi rurali tipici della campagna emiliana.
L’arrivo a Orvieto segna la conclusione del percorso ma prima di arrivarci si oltrepassa l’appennino per fare tappa in provincia di Arezzo a Bibbiena e poi si entra in Umbria per fare tappa a Castiglione del Lago sul Trasimeno.
La città di Oriveto è famosa per la sua cattedrale, il Duomo di Orvieto, e il Pozzo di San Patrizio, un ingegnoso sistema di approvvigionamento idrico progettato da Antonio da Sangallo il Giovane.
Lungo il percorso vale la pena scoprire anche la cucina che s’incontra che è ricca di piatti a base di pesce, come il brodetto di pesce e piatti a base di carne, tipici dell’Umbria.
Non dimenticare di assaporare il pane sciocco di Orvieto e il vino Orvieto Classico, un vino bianco fresco e aromatico.
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