15 Gennaio 2025

8 tornanti italiani fra meraviglia, ingegneria e storia

Le strade di montagna italiane sono molto più che semplici vie di comunicazione: rappresentano sfide ingegneristiche e autentiche opere d’arte paesaggistica.
Attraversano paesaggi mozzafiato, tra cime innevate, vallate verdeggianti e pareti rocciose a strapiombo che spesso raccontano anche storie eroiche e drammatiche della prima guerra mondiale. Ogni tornante è un’occasione per scoprire un panorama sempre diverso e per vivere l’emozione di una guida adrenalinica.
Andiamo alla scoperta di quelli che soni i più belli d’Italia.

Photo credit: Lorenzo Benetton alias apolide on VisualHunt.com

1 – Passo San Boldo, il re dei tornanti (Veneto)

Situato tra le province di Treviso e Belluno ed esattamente Trichiana a Tovena, il Passo San Boldo è uno dei passi più iconici d’Italia, soprannominato la “Strada dei Cento Giorni” nome deriva dal fatto che la strada, costruita durante la Prima Guerra Mondiale, venne realizzata in soli 100 giorni dall’esercito austro-ungarico per motivi strategici.
Il passo che sfida le leggi dell’ingegneria è caratterizzato da cinque tornanti a spirale e curve strette scavati nella roccia. Le gallerie sono così strette che il traffico è regolato a senso unico alternato. Un’opera d’arte incastonata nelle Alpi con una pendenza massima del 12%, che rende la guida un’esperienza emozionante fra paesaggi suggestivi, con viste sulle Dolomiti e sulla Valbelluna.
Il Passo San Boldo non è solo un capolavoro ingegneristico, ma anche un luogo ricco di storia e fascino.

Photo credit: sebastiansuk.de on Visualhunt

2 – Passo dello Stelvio (Trentino Alto Adige/Lombardia)

Il Passo dello Stelvio è forse il più famoso d’Italia ed è una leggenda tra gli appassionati di ciclismo e motociclismo. Si trova nelle Alpi Retiche, tra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige, vicino al confine con la Svizzera e collega la Valtellina (Sondrio) a Prato allo Stelvio (Bolzano) attraverso il Parco Nazionale dello Stelvio, una delle aree naturali protette più grandi delle Alpi.
Con i suoi 48 tornanti sul versante altoatesino e i 34 su quello lombardo e una lunghezza complessiva di 49 km. raggiunge un’altitudine di 2.757 metri altezza che lo rende il secondo passo stradale più alto d’Europa dopo il Col de l’Iseran in Francia,
La strada che si snoda fra pareti rocciose, prati alpini e ghiacciai offre panorami mozzafiato e curve che sfidano la gravità.
Fu costruito tra il 1820 e il 1825 su progetto dell’ingegnere Carlo Donegani per volere dell’Impero Austro-Ungarico e il suo scopo era strategico: collegare il Tirolo con la Lombardia attraverso un percorso rapido e sicuro capace di resistere alle rigide condizioni climatiche delle alte quote.
Durante la Prima Guerra Mondiale fu teatro di scontri tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico, con trincee e postazioni ancora visibili nei dintorni.
Oggi  è una destinazione ambita per motociclisti e soprattutto ciclisti dato ce scalarlo è un’impresa leggendaria resa famosa dal Giro d’Italia che spesso lo include fra le sue tappe più difficili.
Attenzione però al clima imprevedibile e spesso estremo a causa dell’altitudine che lo rende di fatto impraticabile da novembre a maggio anche se le nevicate sono possibili anche d’estate!

Foto: Amarche

3 – Passo del Furlo (Marche)

Questo passo attraversa la Gola del Furlo, un canyon naturale scolpito dal fiume Candigliano che si trova nella . provincia di Pesaro e Urbino che incanta per la sua straordinaria bellezza naturale, la storia millenaria e l’importanza geologica.
Il Passo del Furlo si trova lungo la via Flaminia ed è una delle più antiche strade romane, che collegava Roma al Mare Adriatico.
La gola del Furlo che attraversa è il risultato di milioni di anni di erosione da parte del fiume Candigliano, che ha scavato profondamente nelle rocce calcaree delle montagne circostanti, creando pareti a picco e spettacolari formazioni rocciose.
Il passo fu reso transitabile dall’imperatore Vespasiano nel 76 d.C., che fece scavare un tunnel (ancora oggi visibile) nella roccia per facilitare il passaggio sulla via Flaminia. Questo tunnel è lungo circa 38 metri ed è uno straordinario esempio di ingegneria romana. Durante il edioevo passo mantenne la sua importanza strategica come collegamento tra il centro Italia e la costa e durante il regime fascista fu frequentato da Benito Mussolini, che amava passeggiare nella sua gola tant’è che sulla parete rocciosa del Monte Pietralata era stato scolpito addirittura un enorme profilo del Duce, poi distrutto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Ancora oggi, il tunnel è perfettamente conservato e percorribile, rappresentando una delle attrazioni principali del Furlo che leggenda vuole che durante il Medioevo fosse frequentato dai briganti che lo usavano come luogo di imboscate ai viaggiatori.


Photo credit: European Roads on Visualhunt.com

4 – Passo della Cisa (Emilia Romagna/Toscana)

Situato lungo l’antico percorso della Via Francigena, il Passo della Cisa collega la Pianura Padana con la Toscana ed è uno dei passi montani più affascinanti e ricchi di storia in Italia.
Questo valico che raggiunge l’altitudine di 1.042 metri sul livello del mare collega Pontremoli (in provincia di Massa-Carrara, Toscana) con Berceto (in provincia di Parma, Emilia-Romagna).

si trova all’interno di un paesaggio montuoso caratterizzato da boschi di faggi e castagni, praterie e affacci suggestivi verso la Pianura Padana e la Lunigiana.
Il Passo della Cisa è stato un punto di transito fondamentale sin dall’antichità: probabilmente era utilizzato dai romani come parte della rete di vie che collegavano il nord al centro-sud dell’Italia, durante il medioevo diventò un passaggio strategico per pellegrini e mercanti dato che faceva parte della Via Francigena, il famoso cammino che collegava Canterbury a Roma. Durante il XIX secolo, la strada fu ampliata e resa transitabile per carrozze grazie agli interventi voluti dai duchi di Parma. In epoca contemporanea il passo ha acquisito importanza come via turistica e sportiva, soprattutto con l’apertura dell’Autostrada della Cisa che lo affianca.
La zona è ricca di storie legate ai pellegrini, ai mercanti e ai banditi che hanno frequentato il passo nel corso dei secoli.

Photo credit: Son of Groucho on Visualhunt

5 – Passo Pordoi (Trentino Alto Adige/Veneto)

Il Passo Pordoi, con i suoi 33 tornanti su ogni lato è uno dei valichi montani più spettacolari delle Dolomiti, situato a cavallo tra le province di Trento e Belluno.
Con un’altitudine di 2.239 metri sul livello del mare, è un luogo iconico sia per la sua straordinaria bellezza paesaggistica sia per la sua rilevanza storica e sportiva.
Il passo collega le valli di Fassa (Trentino) e di Livinallongo (Veneto), rappresentando uno dei principali accessi al gruppo montuoso del Sella, un imponente massiccio dolomitico. Dalla sua sommità si godono viste spettacolari su cime famose come il Gruppo del Sella, il Sass Pordoi, alla Marmolada e al Col di Lana. Utilizzato già in epoca medievale come collegamento tra la Val di Fassa e la Val Cordevole per i commerci e gli spostamenti locali fu un punto strategico durante il primo conflitto mondiale con trincee e fortificazioni italiane e austro-ungariche ancora visibili nei dintorni.                                                                                                          Negli anni ’20 e ’30, con la crescente diffusione dell’automobile e del turismo alpino, il Passo Pordoi divenne una meta ambita per escursionisti e sciatori.
Nelle vicinanze del passo da visitare un luogo simbolico ricco di significato, il monte alla croci con le croci commemorative dedicate ai soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale.

foto: lago di Garda camping

6 – Passo della Forra (Lombardia)

Questa strada, che si inerpica lungo una gola rocciosa scavata dal torrente Brasa sopra il Lago di Garda in provincia di Brescia, è spesso definita una delle strade più belle del mondo. È famosa anche per essere stata utilizzata come location per il film di James Bond “Quantum of Solace” del 2008. La combinazione di tornanti stretti e paesaggi lacustri è semplicemente unica e il passo è stato definito “l’ottava meraviglia del mondo”.
La strada che si trova a circa 400 metri sul livello del mare e si snoda per circa 6 km. inizia
a Porto di Tremosine, una frazione del comune, e si arrampica verso l’altopiano di Tremosine.
Inaugurata il 18 maggio 1913, la strada del Passo della Forra fu per l’epoca un capolavoro di ingegneria. Durante la Prima Guerra Mondiale anche questa strada, come molti altri passi della zona ebbe un ruolo strategico per il trasporto di truppe e materiali durante la prima guerra mondiale.
Durante il tragitto tappa d’obbligo a 
Tremosine sul Garda per provare il brivido di passeggiare sulle terrazze panoramiche, da cui si gode di una vista mozzafiato sul Lago di Garda, Da brividi la piattaforma sospesa nel vuoto che offre uno dei panorami più spettacolari sul lago.

Foto: pillole sudtirolesi

7 – Passo delle Erbe (Trentino Alto Adige)

Questo passo che in tedesco si chiama Würzjoch, è uno dei valichi montani più affascinanti e pittoreschi delle Dolomiti, situato a 2.006 metri di altitudine anche se è meno conosciuto ma altrettanto affascinante di altri più celebri.
La strada che serpeggia tra prati alpini e boschi stretta e tortuosa ma perfettamente asfaltata, offre una vista straordinaria sul massiccio del Sass de Putia s
i trova in Alto Adige, tra la Val Badia e la Val di Funes collegando San Martino in Badia a Funes offre viste spettacolari sul Gruppo delle Odle, uno dei simboli delle Dolomiti.
E’ peraltro uno dei pochi passi
aperto tutto l’anno, ma nei mesi invernali è necessario fare attenzione alle condizioni meteorologiche, poiché la neve può rendere il percorso più difficile.
In passato è stato un importante collegamento tra le valli per i pastori e i commercianti locali utilizzato principalmente per il trasporto di bestiame e merci. Da qui deriva anche il nome che fa riferimento ai pascoli alpini che caratterizzano la zona, ricchi di erbe aromatiche che un tempo venivano raccolte dai pastori per usi medicinali e culinari.

Photo credit: Lorenzo L M. on Visualhunt.com

8 – Passo di Giau (Veneto)

Il Passo Giau “terrazza naturale sulle Dolomiti” è uno dei valichi montani più spettacolari delle Dolomiti, situato a un’altitudine di 2.236 metri e celebre per i suoi 29 tornanti mozzafiato e le pendenze impegnative che superano talvolta il 10%.
Si trova in Veneto, tra Cortina d’Ampezzo e Selva di Cadore, offrendo panorami mozzafiato su alcune delle cime più iconiche delle Dolomiti, come il Gruppo del Nuvolau e le Cinque Torri.
Questo passo è famoso per la sua bellezza naturale, il suo significato storico e le sue curve emozionanti che attirano motociclisti, ciclisti ed escursionisti da tutto il mondo. che possono ammirare
viste incredibili sul Monte Averau, sul Nuvolau, sul Pelmo e sulla Marmolada, la regina delle Dolomiti.
Il Passo Giau era anticamente utilizzato dai pastori e dai commercianti per spostarsi tra le valli e nel corso del tempo, la strada è stata migliorata per diventare un collegamento importante e un’attrazione turistica anche se d
urante la Prima Guerra Mondiale fu teatro di spostamenti di truppe e materiale bellico, essendo vicino alla linea del fronte dolomitico. Anche questo passo è accessibile tutto l’anno, anche se in inverno possono essere necessarie le catene da neve o gli pneumatici invernali per farsi strada fra muri di neve.

Visitare e scoprire da vicino i passi italiani significa scoprire la storia delle sfide per l’ingegneria dell’uomo.  Molti di questi passi furono costruiti a mano o con mezzi rudimentali, rappresentando vere imprese tecniche e molte come il Passo San Boldo, furono costruite durante le guerre mondiali per scopi strategici mentre altri hanno vissuto le vicende belliche da vicino essendo linee del fronte o ampiamente utilizzate per spostare uomini e armi.
Oggi i passi montani rappresentano la sifda per
migliaia di appassionati di ciclismo, moto e auto sportive che gli hanno trasformati in autentici santuari per gli amanti dell’adrenalina.
Attraversarli non è quindi solo un viaggio attraverso tornanti e pendenze, ma un’immersione in panorami unici, storia e tradizione.
Ogni curva racconta una storia, e ogni tornante regala una nuova prospettiva su un paesaggio che sembra dipinto. Un’avventura imperdibile per chi cerca la bellezza e l’adrenalina nel cuore delle montagne italiane.

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