Napoli, un luogo dove il tempo si piega tra storia e leggenda, celebra quest’anno i suoi 2500 anni con un fascino immutato e una vivacità travolgente.
Fondata dai Greci intorno al 475 a.C. con il nome di Neapolis, la “città nuova”, Napoli ha visto passare dominazioni e culture che ne hanno plasmato il carattere e l’anima.
La sirena che non riuscì ad ammaliare Ulisse
Napoli non è solo una città, è un mito. Il suo nome si intreccia con le onde del mare, con le stelle e con una leggenda che affonda le radici nella notte dei tempi.
La sua origine è avvolta nel mistero e nel fascino di una storia che parla di mare, sirene e destini intrecciati.
Tutto ha inizio con Partenope, una delle tre sirene incantatrici della mitologia greca, insieme alle sue sorelle Leucosia e Ligeia.
Le sirene erano creature dal doppio volto: affascinanti e pericolose, con il potere di stregare i naviganti grazie al loro canto melodioso.
La leggenda narra che abitassero sugli scogli tra Capri e la Penisola Sorrentina, attirando i marinai con la loro voce ammaliante per farli naufragare contro le rocce. Ma un giorno, il loro potere venne messo alla prova dal più astuto dei naviganti: Ulisse.
Durante il suo viaggio narrato nell’Odissea, l’eroe si trovò a solcare le acque insidiose vicino alle sirene. Sapendo del loro pericoloso incanto, si fece legare all’albero della nave dai suoi compagni, che invece si turarono le orecchie con la cera per non sentire il canto.
Ulisse resistette, la sua nave passò indenne e le sirene, sconfitte, furono sopraffatte dalla disperazione. Secondo la profezia, se un uomo avesse resistito al loro richiamo, loro sarebbero state destinate a morire. Partenope, distrutta dal dolore per il fallimento, si lasciò trasportare dalle onde e il suo corpo venne sospinto dal mare fino alle coste del Golfo di Napoli.
Il suo corpo esanime approdò sull’isolotto di Megaride, dove oggi sorge il maestoso Castel dell’Ovo, simbolo della città. Qui, secondo la leggenda, gli dei commossi decisero di darle una nuova vita: la sirena Partenope si fuse con la terra e diede origine alla città che avrebbe portato il suo nome.
Nel tempo, questa prima città prese il nome di Partenope e, solo successivamente, con l’arrivo dei Greci nel VIII secolo a.C., venne rifondata come Neapolis, la “città nuova”, che sarebbe poi diventata la Napoli che conosciamo oggi.
Il mito di Partenope è ancora vivo nel cuore dei napoletani. Il legame tra la città e la sirena è indissolubile, e la sua figura riecheggia nell’arte, nella musica e nelle tradizioni popolari.
Napoli è una città che non si limita a esistere, ma si racconta attraverso i secoli, mescolando realtà e leggenda. Il mito di Partenope non è solo una storia antica, ma un’energia che vibra nelle strade della città, nel suo mare, nelle sue melodie e nella sua anima ribelle e appassionata.
Quando cammini tra le sue vie, quando senti il suono delle onde a Castel dell’Ovo o osservi il tramonto sul Golfo, ricorda che ogni angolo di Napoli conserva il segreto di una sirena che, con il suo canto immortale, continua ad ammaliare chiunque vi metta piede.
Napoli non è solo una città da visitare. È un luogo da ascoltare, proprio come il canto di Partenope.
Scoprire la Napoli meno nota
Napoli non è solo Spaccanapoli, il Cristo Velato, il Vesuvio o il lungomare di via Caracciolo. Per un viaggiatore curioso, la città nasconde tesori meno battuti ma altrettanto straordinari che andremo a svelarvi se anche voi siete viaggiatori e non turisti.
Otto luoghi da visitare emozionandosi.

Uno scorcio del rione Sanità
1 – Il rione Sanità
E’ uno dei quartieri più autentici e affascinanti di Napoli, un luogo dove storia, cultura e tradizione si mescolano in un’atmosfera vibrante e popolare.
Situato ai piedi della collina di Capodimonte, è famoso per le sue catacombe, i suoi palazzi storici, la street art e il forte senso di comunità che lo anima.
Il quartiere nacque nel XVI secolo come zona di sepoltura per i nobili e per il clero, grazie alla presenza di catacombe paleocristiane come quelle di San Gennaro e San Gaudioso. Tuttavia, a partire dal XVIII secolo, la Sanità divenne un’area densamente popolata, abitata soprattutto dalle classi popolari.
Nel corso del tempo, il quartiere ha vissuto periodi di degrado e isolamento, soprattutto dopo la costruzione del Ponte della Sanità agli inizi del XX secolo, che lo ha di fatto separato dal resto della città. E’ il quartiere natale di Totò, il grande attore comico Antonio de Curtis che qui nacque nel 1890 e a cui sono dedicati alcuni murales, non a caso nei suoi anni (anni’ 50 e ’60) fu la Hollywood di Napoli dato che molte produzioni cinematografiche sceglievano il rione come set per i loro film, grazie alla sua atmosfera unica.
Negli ultimi anni, però ha vissuto una grande rinascita culturale e turistica, grazie anche all’impegno delle associazioni locali trasformandosi anche in un museo a cielo aperto grazie a numerosi murales realizzati da artisti internazionali. Tra le opere più famose troviamo il gigantesco volto di San Gennaro realizzato da Jorit, uno degli street artist più noti in Italia.

il cimitero delle Fontanelle
2 – Il cimitero delle Fontanelle
Situato nel cuore del Rione Sanità, il Cimitero delle Fontanelle è un antico ossario scavato nel tufo, che ospita i resti di migliaia di persone, molte delle quali vittime della peste e del colera.
La sua particolarità risiede nel culto delle “anime pezzentelle”, un’usanza popolare che consiste nell’adottare un teschio anonimo (detto “capuzzella”), prendersene cura e pregare affinché l’anima possa trovare pace, nella speranza di ricevere protezione e fortuna in cambio.
Il luogo è avvolto da un’atmosfera mistica e surreale, rendendolo uno dei luoghi più affascinanti di Napoli.

L’ipogeo dei Cristallini.. Wikipedia
3 – L’ipogeo dei Cristallini
Tra i vicoli del Rione Sanità è riemerso un autentico gioiello archeologico: l’Ipogeo dei Cristallini. Questo incredibile complesso funerario di epoca ellenistica, risalente al IV-III secolo a.C., è stato recentemente riaperto al pubblico dopo anni di studio e restauro, offrendo una nuova e straordinaria finestra sulla Napoli antica.
E’ uno dei più affascinanti ritrovamenti archeologici della città, testimonianza diretta dell’influenza greca a Neapolis. Si tratta di un complesso sotterraneo formato da quattro camere sepolcrali scavate nel tufo giallo napoletano, la pietra vulcanica tipica del sottosuolo partenopeo.
Le tombe appartenevano a famiglie aristocratiche greche, che scelsero di essere sepolte in ambienti riccamente decorati. L’ipogeo è stato perfettamente conservato, grazie alla sua posizione sotto il livello stradale, che ha protetto gli affreschi e le decorazioni dai danni del tempo.
Scoperto casualmente nell’800 durante alcuni lavori edilizi, l’ipogeo è rimasto a lungo chiuso al pubblico, ma grazie a un lungo lavoro di restauro oggi è visitabile, offrendo un’esperienza unica nel sottosuolo napoletano.
L’elemento più straordinario dell’Ipogeo dei Cristallini è lo stato di conservazione degli affreschi e delle decorazioni pittoriche, un vero e proprio tesoro della pittura ellenistica fatte di colonne, portici e fregi che danno l’illusione di trovarsi in ambienti monumentali, quando in realtà siamo sottoterra, i pigmenti originali sono rimasti sorprendentemente intatti, con tonalità di rosso, blu e giallo ancora vibranti. Tra le decorazioni si possono ammirare scene mitologiche, animali, fiori e simboli legati alla vita e alla morte, in un perfetto connubio tra l’arte greca e il contesto funerario.
Dal 2022, l’Ipogeo è aperto al pubblico con visite guidate su prenotazione.

il palazzo dello Spagnolo
4 – Palazzo dello Spagnolo
Situato anch’esso nel Rione Sanità, questo palazzo del XVIII secolo è famoso per la sua straordinaria scala a doppia rampa, progettata dall’architetto Ferdinando Sanfelice.
La sua struttura elegante e scenografica è stata spesso usata come set cinematografico.
Il nome “Palazzo dello Spagnolo” deriva da un suo ex proprietario, lo spagnolo Tommaso Atienza. Oggi è ancora abitato e visitabile solo in parte, ma vale la pena ammirarlo anche solo dall’esterno.

Photo credit: Averain on Visualhunt
5 – Napoli Sotterranea
A 40 metri sotto il livello stradale, si nasconde una seconda Napoli: un labirinto di cunicoli, cisterne e antichi acquedotti greco-romani.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, questi spazi furono usati come rifugi antiaerei, testimoniando la resilienza della città.
La visita guidata permette di esplorare passaggi stretti illuminati solo da candele, e persino di vedere un anfiteatro romano sepolto sotto un palazzo moderno!

6 – La farmacia degli Incurabili
All’interno del Complesso degli Incurabili si trova una delle farmacie storiche più belle d’Italia, risalente al XVIII secolo.
Un vero gioiello dell’epoca borbonica, con arredi in legno intarsiato, vasi in ceramica decorati e affreschi che richiamano l’alchimia e la medicina del passato.
Qui si può ammirare anche un antico laboratorio farmaceutico con strumenti e formule che sembrano uscite da un libro di Harry Potter!

parco sommerso di Gaiola. Photo credit: Fiore S. Barbato on VisualHuntCopy
7 – Parco sommerso di Gaiola
Napoli non è solo terra, ma anche mare e mistero.
A pochi passi dal centro, il Parco Sommerso di Gaiola è un’area marina protetta che custodisce rovine di ville romane sommerse dal mare.
Qui si può fare snorkeling e immersioni per ammirare colonne, mosaici e reperti storici a pochi metri dalla superficie. Il luogo è avvolto da un’aura di mistero per via della leggenda della “Maledizione della Gaiola”, secondo cui i proprietari della vicina villa hanno tutti subito eventi sfortunati.

Vico Scassacocchi, facebook
8 – Vico Scassacocchi e i vicoli segreti
Napoli è fatta di vicoli stretti, pieni di storia e di vita.
Vico Scassacocchi è uno dei più caratteristici: il suo nome curioso deriva dal fatto che, un tempo, il terreno dissestato faceva inciampare chi lo percorreva.
Camminare tra questi stretti passaggi significa immergersi nell’anima più autentica della città, tra edicole votive, panni stesi e il suono della vita quotidiana.

Musei delle torture
9 – Il museo delle Torture: un lato oscuro della storia
Per gli appassionati di storia e curiosità macabre, il Museo delle Torture offre un viaggio nel lato più oscuro del passato.
Situato nel centro storico, raccoglie strumenti di tortura utilizzati dall’Inquisizione e nei secoli bui d’Europa. È un museo piccolo ma impressionante, che racconta la crudeltà umana e l’evoluzione della giustizia nel tempo.

le rampe del Pteraio
10 – Le rampe del Petraio
Le Rampe del Petraio sono un angolo inaspettato che collega la collina del Vomero con il centro storico, tra panorami mozzafiato e murales nascosti.
Sono una delle tante scale storiche di Napoli, un tempo utilizzate come via di comunicazione tra la zona collinare e il centro.
Questo percorso pedonale, che si snoda tra palazzi liberty e scorci panoramici, è oggi un itinerario perfetto per chi vuole scoprire un lato autentico e poco turistico di Napoli.
Il nome “Petraio” deriva dalla parola “pietra”, in riferimento al terreno pietroso e scosceso della collina del Vomero su cui si sviluppano le rampe. Queste scalinate sono state fondamentali nel passato per collegare la parte alta di Napoli con il centro storico prima della costruzione delle strade moderne e della funicolare. Il percorso è costeggiato da eleganti edifici in stile liberty, molti dei quali con facciate decorate e dettagli artistici; ogni curva e ogni gradino regala un panorama mozzafiato sulla città, con scorci inediti e perfetti per gli amanti della fotografia. Rispetto al caos del centro, le Rampe del Petraio sono un angolo tranquillo, immerso tra giardini nascosti e ville storiche lungo circa un km e, con la sua discesa graduale, rappresenta un’alternativa pittoresca alla funicolare, perfetta per chi ama camminare e scoprire Napoli in modo diverso.
Napoli è una città che non si visita, si vive. Qui ogni vicolo racconta una storia, ogni piazza custodisce un segreto, e il tempo sembra seguire ritmi propri.
In questo anniversario speciale, vale la pena lasciarsi sorprendere da una Napoli più autentica, lontana dai luoghi comuni e sempre pronta a incantare.
Che sia un viaggio tra le sue leggende, i suoi misteri o le sue meraviglie nascoste, una cosa è certa: Napoli non smetterà mai di stupire.
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