[:it]Le anteprime dei vini di Toscana[:]

[:it]Le anteprime dei vini di Toscana[:]

[:it]Sí ė appena conclusa una settimana davvero intensa. Una settimana di oltre 2000 diverse etichette che, suddiviso per le giornate di degustazione porta a 333 vini al giorno...

All’inizio in Toscana fu il Chianti Classico a presentarsi in città, al pari di una griffe di moda, con le sue anteprime. Una comoda soluzione per  presentare a giornalisti ed esperti del mondo in due giorni e centinaia di etichette.  Negli anni poi le Anteprime si sono moltiplicate a Montepulciano, San Gimignano ė Montalcino patria degli altri grandi nettari di Bacco di Toscana. Tutte a ruota, nella stessa settimana.

Solo in anni recenti, con la felice intuizione del prologo Buy Wine a Firenze voluto dalla regione Toscana dove s’incontrano faccia a faccia produttori ed importatori esteri, alle Anteprime si ė aggiunta la PrimAnteprima per dare risalto e dignità anche alle cosiddette “piccole denominazioni” che sarebbero poi 10 Consorzi: Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo di Lucca, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Terre di Pisa, Val di Cornia e Valdarno di Sopra per un totale di quasi 200 vini in degustazione.

È così la settimana delle Anteprime va dilatandosi sempre più e scopre il business delle aperture al pubblico.

Perché?

ýSi inizia al lunedì con la madre di tutte le Anteprime: quella del Chianti Classico. Il maestoso spazio della stazione Leopolda con le bordolesi perfettamente allineate fa sempre un certo effetto. 197 aziende per 721 etichette da spalmare in due giorni fra l’annata, la Riserva e la Gran Selezione che dalla sua istituzione non ci ha mai personalmente convinti. Nell’insieme un classico, sia perdonato il gioco di parole, che non delude mai ma dove la marcata impronta barricata si é fortunatamente  smoezata.

Ci siamo spostati poi in quel di San Gimignano sempre ricca di fascino ed orgoglio per la sua bianca denominazione. 40 produttori per oltre 100 etichette e due annate, la 2018 e la riserva 2017 con una Vernaccia in crescita che si  fa più aggraziata e profumata.

La transumanza vinicola ci ha condotto poi nella patria del Poliziano e di quel Nobile che si aggiudica il nostro personale Oscar. Un vino in crescita a cui stanno un po strette le 4 stelle assegnate.

Finale col Brunello in “scena” col 2014, la Riserva 2013, il Rosso di Montalcino 2016 e 2017. Quattro stelle doverose per il re Sangiovese anche se sono a nostro avviso generose per un millesimo difficile che all’assaggio ha dimostrato tutti i suoi limiti.

Cosa rimane a fine settimana? Tanti assaggi, alcune delusioni e alcune sorprese positive.

 

 

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Firenze: a Palazzo Pitti una mostra per fa rivivere i Carnevali barocchi

Firenze: a Palazzo Pitti una mostra per fa rivivere i Carnevali barocchi

[:it]In esposizione insieme ad altre opere il grande dipinto del ‘Carro d’oro’ di Johann Paul Schor, dal 19 febbraio
fino al 5 maggio.

Si apre per carnevale una mostra in tema, Il carro d’oro di Johann Paul Schor. L’effimero splendore dei carnevali barocchi che ci parla proprio delle mascherate, delle feste, e degli allestimenti barocchi.
Ne è protagonista lo spettacolare dipinto, recente acquisto dalle Gallerie degli Uffizi, raffigurante Il corteo del principe Giovan Battista Borghese per il Carnevale di Roma del 1664, del pittore tirolese Johann Paul Schor (Innsbruck 1615 – Roma 1674) attivo a Roma a partire dalla fine degli anni Trenta del Seicento.

Forse il più creativo e fantasioso collaboratore di Gian Lorenzo Bernini, Schor fu artista dell’effimero, della messa in scena barocca, della festa di rappresentanza, dell’ingresso cerimoniale. Al contempo con la sua stupefacente fantasia era capace di progettare trionfi da banchetto in glassa di zucchero, stoviglie in argento, ma anche pale d’altare e decori ad affresco.

“L’acquisizione, da parte delle Gallerie degli Uffizi, del grande dipinto di Johann Paul Schor si è rivelata una grande opportunità per approfondire gli studi sull’artista – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – e per ricostruire non solo la storia dell’evento raffigurato sulla tela, ma tutto un tessuto di relazioni artistiche e di committenza nel secondo Seicento a Roma e a Firenze”.

Il dipinto di Schor con il corteo carnevalesco del principe Borghese viene esposto insieme ad un’altra grandiosa tela, eccezionalmente prestata dal Museo di Roma di Palazzo Braschi: si tratta della celebre Giostra dei Caroselli a Palazzo Barberini (dipinto di Filippo Lauri e Filippo Gagliardi) allestita Il 28 febbraio 1656 dinanzi a Palazzo Barberini in onore della regina Cristina di Svezia convertitasi al cattolicesimo. Alla progettazione dei vari apparati per la Giostra dei caroselli collaborò anche lo Schor che otto anni dopo, curiosamente nello stesso giorno (28 febbraio) progettò e organizzò la Mascherata Borghese testimoniata nel dipinto da lui
stesso eseguito.
Nella sala delle Nicchie appositamente rivestita in raso giallo oro, come le centinaia di figure in vesti di Ninfe Esperidi che affollano il dipinto di Schor.

Accanto alle due grandi tele dedicate alle celebri mascherate romane, viene esposta la serie completa dei Balli di Sfessania di Jacques Callot, originale rassegna delle maschere italiane del Seicento, le tre incisioni di Stefano della Bella che documentano un’altra celebre mascherata, svoltasi nel 1661 al Giardino di Boboli a Firenze, e ancora alcuni dipinti dedicati ai carnevali popolari.
Per la prima volta viene presentata al pubblico un’inconsueta Scena carnevalesca del pittore Bartolomeo Bianchini, abitualmente conservata nei depositi e restaurata in occasione della mostra.
Chiude trionfalmente la rassegna una monumentale Culla da parata – l’acquisto è in fase di completamento da parte delle Gallerie degli Uffizi – realizzata dalla bottega dei fratelli Schor per l’erede di una non ancor nota casata principesca romana. Nella culla, più affine ad un celebrativo gruppo scultoreo che ad un arredo funzionale, l’aristocratico neonato veniva presentato agli esponenti delle grandi casate romane e all’élite ecclesiastica.

La mostra, curata da Maria Matilde Simari e Alessandra Griffo, e ricca di novità sia da vedere che da leggere in catalogo, è anche occasione per presentare al pubblico i due recenti sensazionali acquisti delle Gallerie degli Uffizi, destinati a Palazzo Pitti.
Il grande dipinto dello Schor sarà infatti allestito nel futuro Museo delle Carrozze dentro al Rondò di Bacco, negli spazi delle ex scuderie lorenesi: un tema al quale in mostra è dedicata una piccola sezione con sei fogli che mettono a fuoco dettagli decorativi o tecnici di questi mezzi di trasporto. La culla da parata – una messinscena scultorea di altissima qualità – dopo la mostra e dopo un periodo di indagini tecniche conservative si potrà ammirare negli appartamenti monumentali.[:en]In esposizione insieme ad altre opere il grande dipinto del ‘Carro d’oro’ di Johann Paul Schor, dal 19 febbraio
fino al 5 maggio.

Si apre per carnevale una mostra in tema, Il carro d’oro di Johann Paul Schor. L’effimero splendore dei carnevali barocchi che ci parla proprio delle mascherate, delle feste, e degli allestimenti barocchi.
Ne è protagonista lo spettacolare dipinto, recente acquisto dalle Gallerie degli Uffizi, raffigurante Il corteo del principe Giovan Battista Borghese per il Carnevale di Roma del 1664, del pittore tirolese Johann Paul Schor (Innsbruck 1615 – Roma 1674) attivo a Roma a partire dalla fine degli anni Trenta del Seicento.

Forse il più creativo e fantasioso collaboratore di Gian Lorenzo Bernini, Schor fu artista dell’effimero, della messa in scena barocca, della festa di rappresentanza, dell’ingresso cerimoniale. Al contempo con la sua stupefacente fantasia era capace di progettare trionfi da banchetto in glassa di zucchero, stoviglie in argento, ma anche pale d’altare e decori ad affresco.

“L’acquisizione, da parte delle Gallerie degli Uffizi, del grande dipinto di Johann Paul Schor si è rivelata una grande opportunità per approfondire gli studi sull’artista – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – e per ricostruire non solo la storia dell’evento raffigurato sulla tela, ma tutto un tessuto di relazioni artistiche e di committenza nel secondo Seicento a Roma e a Firenze”.

Il dipinto di Schor con il corteo carnevalesco del principe Borghese viene esposto insieme ad un’altra grandiosa tela, eccezionalmente prestata dal Museo di Roma di Palazzo Braschi: si tratta della celebre Giostra dei Caroselli a Palazzo Barberini (dipinto di Filippo Lauri e Filippo Gagliardi) allestita Il 28 febbraio 1656 dinanzi a Palazzo Barberini in onore della regina Cristina di Svezia convertitasi al cattolicesimo. Alla progettazione dei vari apparati per la Giostra dei caroselli collaborò anche lo Schor che otto anni dopo, curiosamente nello stesso giorno (28 febbraio) progettò e organizzò la Mascherata Borghese testimoniata nel dipinto da lui
stesso eseguito.
Nella sala delle Nicchie appositamente rivestita in raso giallo oro, come le centinaia di figure in vesti di Ninfe Esperidi che affollano il dipinto di Schor.

Accanto alle due grandi tele dedicate alle celebri mascherate romane, viene esposta la serie completa dei Balli di Sfessania di Jacques Callot, originale rassegna delle maschere italiane del Seicento, le tre incisioni di Stefano della Bella che documentano un’altra celebre mascherata, svoltasi nel 1661 al Giardino di Boboli a Firenze, e ancora alcuni dipinti dedicati ai carnevali popolari.
Per la prima volta viene presentata al pubblico un’inconsueta Scena carnevalesca del pittore Bartolomeo Bianchini, abitualmente conservata nei depositi e restaurata in occasione della mostra.
Chiude trionfalmente la rassegna una monumentale Culla da parata – l’acquisto è in fase di completamento da parte delle Gallerie degli Uffizi – realizzata dalla bottega dei fratelli Schor per l’erede di una non ancor nota casata principesca romana. Nella culla, più affine ad un celebrativo gruppo scultoreo che ad un arredo funzionale, l’aristocratico neonato veniva presentato agli esponenti delle grandi casate romane e all’élite ecclesiastica.

La mostra, curata da Maria Matilde Simari e Alessandra Griffo, e ricca di novità sia da vedere che da leggere in catalogo, è anche occasione per presentare al pubblico i due recenti sensazionali acquisti delle Gallerie degli Uffizi, destinati a Palazzo Pitti.
Il grande dipinto dello Schor sarà infatti allestito nel futuro Museo delle Carrozze dentro al Rondò di Bacco, negli spazi delle ex scuderie lorenesi: un tema al quale in mostra è dedicata una piccola sezione con sei fogli che mettono a fuoco dettagli decorativi o tecnici di questi mezzi di trasporto. La culla da parata – una messinscena scultorea di altissima qualità – dopo la mostra e dopo un periodo di indagini tecniche conservative si potrà ammirare negli appartamenti monumentali.[:]

[:it]Galleria dell’Accademia di Firenze. Arrivano nuove acquisizioni in mostra[:]

[:it]Galleria dell’Accademia di Firenze. Arrivano nuove acquisizioni in mostra[:]

[:it]Il ricco programma della Galleria dell’Accademia di Firenze del 2019 si inaugura con una piccola ma importante esposizione che ha come fil rouge la tutela del patrimonio culturale.

Ideata e curata dal direttore della Galleria Cecile Hollber la mostra Nuove Acquisizioni 2016-2018  sarà visibile dal 22 gennaio al 5 maggio 2019 e presenterà alcuni capolavori che, in maniere diverse, sono giunti ad arricchire le collezioni permanenti, grazie all’impegno e alla dedizione di diversi Enti sapientemente coordinati dalla Direzione del Museo.

La provenienza delle opere ha seguito iter diversificati: alcune sono state acquistate sul mercato antiquario, altre sono pervenute grazie a generose donazioni, altre da confische in seguito all’esportazione illecita ad opera del Nucleo Patrimonio dei Carabinieri, altre, infine, sono giunte in Galleria dai depositi della Certosa di Firenze.

Le tavole acquisite nel 2017 con i fondi ordinari della Galleria dell’Accademia sono  due raffinati sportelli  provenienti da un tabernacolo disperso di Mariotto di Nardo.
I pannelli frammentati sono stati comprati da due diversi proprietari e  ricomposti dopo l’acquisto. Il tabernacolo, impreziosito da raffinate decorazioni in pastiglia dorata che racchiudono le figure dei santi, è sicuramente frutto di una committenza prestigiosa ed è stato eseguito da Mariotto di Nardo intorno al 1420. I pannelli che in origine erano certamente di dimensioni maggiori, includevano molto probabilmente altre due coppie di santi, purtroppo perdute o fino ad oggi non ritrovate. I quattro frammenti oggi ricomposti si trovavano, alla fine dell’Ottocento, esposti in sale diverse della raccolta Corsini, nell’omonimo palazzo fiorentino in riva all’Arno.

Ben quattro opere sono giunte nel 2016 al Museo da un deposito situato presso la Certosa di Firenze. Si tratta di una Incoronazione della Vergine e angeli di Mariotto di Nardo; di una SS. Trinità del Maestro del 1419; di una Madonna col Bambino in trono fra angeli del Maestro del 1416 e di una Madonna col Bambino e santi di Bicci di Lorenzo. A causa di una cattiva condizione di conservazione, l’Incoronazione di Mariotto di Nardo e la SS. Trinità del Maestro del 1419, sono stati recuperati nei loro valori pittorici da un accurato lavoro di restauro.

Due strepitose opere come I due santi di Niccolò di Pietro Gerini, in origine scomparto destro di un trittico disperso, e la Madonna dell’Umiltà del raro Maestro della Cappella Bracciolini, sono state assegnate alla Galleria dopo il brillante recupero da parte del Reparto Operativo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma.

Il bellissimo piccolo busto del drammaturgo Giovan Battista Niccolini (1782-1861)  di Lorenzo Bartolini era esposto all’ultima edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, è stato generosamente acquistato e donato al Museo dall’Associazione Amici della Galleria dell’Accademia di Firenze.  La scultura non era ancora presente nello studio del maestro in un elenco redatto al momento della morte dell’artista mentre un  ritratto del letterato fu presentata pochi anni dopo a Firenze, dagli eredi dell’artista pratese, all’Esposizione Italiana agraria, industriale ed artistica del 1861. Ricomparsa qualche anno fa nel mercato antiquario, grazie a questa donazione, la scultura in marmo e il modello in gesso, già custodito nella gipsoteca, saranno riuniti nel Museo.

Una piccola grande mostra –  afferma il direttore Cecilie Hollberg – che ci riempie d’orgoglio poiché ci da la possibilità di presentare al pubblico veri e propri capolavori che sono stati recuperati, restaurati e salvati da una sicura dispersione grazie alla dedizione di molte persone che lavorano, come noi della Galleria dell’Accademia di Firenze, per la salvaguardia del patrimonio culturale e artistico.[:]

[:it]Firenze: torna a splendere il Kaffeehaus di Boboli[:]

[:it]Firenze: torna a splendere il Kaffeehaus di Boboli[:]

[:it]

Con il restauro della fontana di Ganimede e della grotticella torna a risplendere il Kaffehaus di Boboli.

Chi è meno giovane magari ricorda di essere stato, magare facendo forca a scuola, a bere un buon caffè nei suoi tavolini con vista spettacolare.
Era bello sognare nella magia di una costruzione unica nel suo genere, fra i lampadari e gli arredi mitteleuropei di essere a corte a ballare un bel valzer viennese insieme a un elegante cavaliere. Poi il declino e l’oblio. 

Era la fine degli anni ottanta quando il Kaffehaous di Boboli, così difficile da raggiungere dall’ingresso di Piazza Pitti per chi non ha gamba, ma facile da conquistare per chi conosce Firenze ed accede a Boboli dal Forte Belvedere chiudeva le sue porte.

Un oblio a cui è stato condannato per almeno due decenni questa bellissima opera voluta dal Granduca Pietro Leopoldo e realizzata su disegno di Zanobi del Rosso nel 1776 circa.
Lo vollero e sognarono per vedere tutta Firenze e poterne godere l’immagine a 180 gradi fra un buon caffè e una sacher torte.
Un punto di ristoro magico e privilegiato che oggi sta tornando ad avere un futuro. E’ finalmente pronto il progetto definitivo che riguarda interni ed esterni, illuminazione e quant’altro di questo gioiello architettonico unico in Toscana ispirato al barocchetto viennese e al gusto orientaleggiante in voga ai tempi alla corte asburgica.

Ad oggi sono terminati i lavori nel giardino, un primo passo necessario per la messa in sicurezza in attesa dei lavori (dal costo di 600 mila euro di cui 100 mila frutto di una generosa donazione di un visitatore svizzero).

Quando da ragazzo – racconta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidte con mia nonna visitavo per le prime volte il Giardino di Boboli, la sosta al Kaffeehaus per prendere qualche bevanda davanti al panorama di Firenze era tra i momenti più emozionanti delle nostre escursioni. Dopo una prima campagna di restauri, condotta dal 2004 al 2005, che ha messo in sicurezza la struttura e recuperato il colore originale – il ‘verde lorenese’ della facciata – adesso vogliamo dare nuova vita all’edificio ripristinandone la funzione di luogo di ristoro.

Il primo passo è compiuto e la monumentale fontana di Ganimede, posta all’inizio della salita che porta alla struttura, è tornata a vivere e l’acqua a zampillare dal becco dell’aquila. Così come splende a nuova vita la grotticella incassata al centro del muro di sostegno alle due rampe di scale a “tenaglia” che portano all’edificio concepita per dare senso di frescura e piacere prima di entrare al caffè con le sue oltre 110 canne – che ormai era ridotte a un timido zampillo e quasi invisibili a causa delle erbe infestanti – e il perenne rilassante suono dell’acqua.

L’augurio è che possano partire presto i restauri degli interni e degli esterni anche se temiamo che date le lungaggini burocratiche italiche forse solo fra due/tre anni se tutto va bene, potremmo tornare a bere un buon caffè e a degustare una buona sacher nei tavolini del Kaffeehaus.

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Maggio con la notte europea dei musei

Maggio con la notte europea dei musei

[:it]

Torna sabato 19 e domenica 20 maggio la “Festa dei Musei” giunta alla sua terza edizione proprio nell’anno europeo del patrimonio culturale.
L’apertura straordinaria
serale si terrà il sabato 19 maggio e sarà di 3 ore. Il biglietto di ingresso sarà al costo simbolico di 1 euro.
Nell’ottica di favorire una reale partecipazione e divulgazione dell’evento si invita ad utilizzare degli hashtag e a divulgarli attraverso tutti i canali social anche per raccontare poi la vostra personale esperienza.
#FestaDeiMusei2018 #FDM18 #NotteDeiMusei2018 #NDM18 #museitaliani #hyperconnectedmuseums #MuseiIperconnessi #EuropeForCulture #EYCH2018

La festa coinvolge tutta la rete nazionale dei musei dalla Valle d’Aosta alla Sicilia con un calendario ricchissimo adatto ad ogni pubblico.

Di seguito il calendario toscano diviso per ogni provincia.

Arezzo

19 maggio, 20,00 – 23,00
Museo di Casa Vasari.
Visita guidata – Il 19 maggio 2018 Orario: 20.00-23.00 (La biglietteria chiude 30 minuti prima). Visite guidate in notturna alla dimora aretina di Giorgio Vasari.
19 maggio, 19,30 – 22,30
Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano. Una notte con Kastalia.Concerto. Una notte con Kastalia. Percorso storico-musicale attraverso i secoli con Kastalia – Ensemble Vocale Femminile.
20 maggio, 16,30 – 17,30
Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano. I racconti della Chimera. Attività didattica. Percorso teatralizzato a cura della Sezione Didattica della Fraternita dei Laici con la partecipazione di Samuele Boncompagni.
19 maggio, 20,00 – 23,00
Museo nazionale d’arte medievale e moderna. Roberto Assagioli: lo scienzato dello spirito.
Proiezione.

Anghiari
19 maggio, 19,00 – 22,00
Museo delle arti e tradizioni popolari dell’Alta Valle del Tevere. Palazzo Taglieschi. Una serata a Palazzo. Apertura straordinaria serale, con visita guidata, in continuità con l’orario ordinario del Museo, in occasione della “Notte Europea dei Musei”

Firenze
19 maggio, 21,00
Cenacolo di Ognissanti. La memoria musicale di Dante nel “De vulgari eloquentia” e nella “Commedia”. Concerto del Quintetto Polifonico “Clemente Terni” condotto da Guglielmo Visibelli
19 maggio, 10,00 – 12,00
Museo dell’Opificio delle Pietre Dure. Alla scoperta del tesoro nel cuore di Firenze. Attività didattica. Laboratorio didattico rivolto ai bambini tra i 5 e gli 8 anni. Sono previsti due turni, alle ore 10 e alle ore 12
19 maggio, 19,00 – 22,00
G
alleria dell’Accademia di Firenze. Apertura straordinaria
19 maggio, 8,15 – 20,00
Museo Nazionale del Bargello. Apertura straordinaria

Pisa
19 maggio, 20,00 – 21,00
Museo nazionale della Certosa monumentale di Calci. Visita guidata. La visita alla Certosa si è recentemente arricchita con la riapertura al pubblico delle sala della Quadreria del Priore e con l’esposizione di una selezione di opere del Maestro Igor Mitoraj .

[:en]

Torna sabato 19 e domenica 20 maggio la “Festa dei Musei” giunta alla sua terza edizione proprio nell’anno europeo del patrimonio culturale.
L’apertura straordinaria serale si terrà il sabato 19 maggio e sarà di 3 ore. Il biglietto di ingresso sarà al costo simbolico di 1 euro.
Nell’ottica di favorire una reale partecipazione e divulgazione dell’evento si invita ad utilizzare degli hashtag e a divulgarli attraverso tutti i canali social anche per raccontare poi la vostra personale esperienza.
#FestaDeiMusei2018 #FDM18 #NotteDeiMusei2018 #NDM18 #museitaliani #hyperconnectedmuseums #MuseiIperconnessi #EuropeForCulture #EYCH2018

La festa coinvolge tutta la rete nazionale dei musei dalla Valle d’Aosta alla Sicilia con un calendario ricchissimo adatto ad ogni pubblico.

Di seguito il calendario toscano diviso per ogni provincia.

Arezzo

19 maggio, 20,00 – 23,00
Museo di Casa Vasari.
Visita guidata – Il 19 maggio 2018 Orario: 20.00-23.00 (La biglietteria chiude 30 minuti prima). Visite guidate in notturna alla dimora aretina di Giorgio Vasari.
19 maggio, 19,30 – 22,30
Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano. Una notte con Kastalia.Concerto. Una notte con Kastalia. Percorso storico-musicale attraverso i secoli con Kastalia – Ensemble Vocale Femminile.
20 maggio, 16,30 – 17,30
Museo archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano. I racconti della Chimera. Attività didattica. Percorso teatralizzato a cura della Sezione Didattica della Fraternita dei Laici con la partecipazione di Samuele Boncompagni.
19 maggio, 20,00 – 23,00
Museo nazionale d’arte medievale e moderna. Roberto Assagioli: lo scienzato dello spirito.
Proiezione.

Anghiari
19 maggio, 19,00 – 22,00
Museo delle arti e tradizioni popolari dell’Alta Valle del Tevere. Palazzo Taglieschi. Una serata a Palazzo. Apertura straordinaria serale, con visita guidata, in continuità con l’orario ordinario del Museo, in occasione della “Notte Europea dei Musei”

Firenze
19 maggio, 21,00
Cenacolo di Ognissanti. La memoria musicale di Dante nel “De vulgari eloquentia” e nella “Commedia”. Concerto del Quintetto Polifonico “Clemente Terni” condotto da Guglielmo Visibelli
19 maggio, 10,00 – 12,00
Museo dell’Opificio delle Pietre Dure. Alla scoperta del tesoro nel cuore di Firenze. Attività didattica. Laboratorio didattico rivolto ai bambini tra i 5 e gli 8 anni. Sono previsti due turni, alle ore 10 e alle ore 12
19 maggio, 19,00 – 22,00
Galleria dell’Accademia di Firenze. Apertura straordinaria
19 maggio, 8,15 – 20,00
Museo Nazionale del Bargello. Apertura straordinaria

Pisa
19 maggio, 20,00 – 21,00
Museo nazionale della Certosa monumentale di Calci. Visita guidata. La visita alla Certosa si è recentemente arricchita con la riapertura al pubblico delle sala della Quadreria del Priore e con l’esposizione di una selezione di opere del Maestro Igor Mitoraj .

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Millenario San Miniato: restaurate le porte della Basilica

[:it]

Il restauro della Porta Santa e delle altre due porte della Basilica di San Miniato al Monte è stato presentato nel corso del primo degli appuntamenti del ricco programma che per un anno celebrerà il Millenario di San Miniato.

La Porta Santa corrisponde, nell’impianto romanico, al luogo di sepoltura del protomartire armeno Miniato e dei suoi compagni (uccisi durante le persecuzioni di Decio alla metà del terzo secolo).

Il suo restauro è stato reso possibile grazie ai club RotaryFirenze Valdisieve; Fiesole; Figline e Incisa Valdarno; Firenze Est; Firenze Granducato; Firenze Lorenzo il Magnifico; San Casciano-Chianti; Scandicci.

A collaborare con la Soprintendenza per la cura del restauro è stato l’architetto Neri Andreoli del Rotary Club Firenze Valdisieveche ha compiuto un’opera di ricerca storica, tecnica e strutturale e ad eseguire il lavoro è stata la Ditta Monti Enrico: “Un intervento svolto con dedizione degna di questo luogo magico: basti ricordare che alcune delle chiodature delle porte che nel tempo erano andate smarrite sono state forgiate di nuovo a mano”, racconta Riccardo Berti, presidente del Club Rotary Valdisieve che si è fatto promotore dell’intervento di restauro presso gli altri club.

Volevamo contribuire con un piccolo e concreto segno alla ricorrenza, così importante e unica, del Millenario di San Miniato – spiega Berti – È stato durante un colloquio con l’abate Bernardo che si è concretizzata l’idea di restaurare le porte della Basilica. Abbiamo ricevuto l’entusiastica adesione, la collaborazione e il supporto di altri Club della zona, senza i quali non avremmo potuto portare avanti questo splendido progetto”.

Ringraziamo i Rotary Club per il loro intervento alle tre porte della Basilica che si presentano in una veste rinnovata alla città e in particolare per l’attenzione alla Porta Santa che ha sulla soglia incisa la scritta “Haec est porta coeli”, questa è la Porta del Cielo, un sigillo scritturale che fa di quel marmo una delle pietre angolari di San Miniato al Monte”, spiega Dom Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato.

Venerdì 27 aprile (il giorno della celebrazione dei mille anni di San Miniato) alle 17.30 la Porta Santa verrà aperta in occasione della celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori.

[:en]

Il restauro della Porta Santa e delle altre due porte della Basilica di San Miniato al Monte è stato presentato nel corso del primo degli appuntamenti del ricco programma che per un anno celebrerà il Millenario di San Miniato.

La Porta Santa corrisponde, nell’impianto romanico, al luogo di sepoltura del protomartire armeno Miniato e dei suoi compagni (uccisi durante le persecuzioni di Decio alla metà del terzo secolo).

Il suo restauro è stato reso possibile grazie ai club Rotary: Firenze Valdisieve; Fiesole; Figline e Incisa Valdarno; Firenze Est; Firenze Granducato; Firenze Lorenzo il Magnifico; San Casciano-Chianti; Scandicci.

A collaborare con la Soprintendenza per la cura del restauro è stato l’architetto Neri Andreoli del Rotary Club Firenze Valdisieveche ha compiuto un’opera di ricerca storica, tecnica e strutturale e ad eseguire il lavoro è stata la Ditta Monti Enrico: “Un intervento svolto con dedizione degna di questo luogo magico: basti ricordare che alcune delle chiodature delle porte che nel tempo erano andate smarrite sono state forgiate di nuovo a mano”, racconta Riccardo Berti, presidente del Club Rotary Valdisieve che si è fatto promotore dell’intervento di restauro presso gli altri club.

“Volevamo contribuire con un piccolo e concreto segno alla ricorrenza, così importante e unica, del Millenario di San Miniato – spiega Berti – È stato durante un colloquio con l’abate Bernardo che si è concretizzata l’idea di restaurare le porte della Basilica. Abbiamo ricevuto l’entusiastica adesione, la collaborazione e il supporto di altri Club della zona, senza i quali non avremmo potuto portare avanti questo splendido progetto”.

“Ringraziamo i Rotary Club per il loro intervento alle tre porte della Basilica che si presentano in una veste rinnovata alla città e in particolare per l’attenzione alla Porta Santa che ha sulla soglia incisa la scritta “Haec est porta coeli”, questa è la Porta del Cielo, un sigillo scritturale che fa di quel marmo una delle pietre angolari di San Miniato al Monte”, spiega Dom Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato.

Venerdì 27 aprile (il giorno della celebrazione dei mille anni di San Miniato) alle 17.30 la Porta Santa verrà aperta in occasione della celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori.

Il restauro della Porta Santa e delle altre due porte della Basilica di San Miniato al Monte è stato presentato nel corso del primo degli appuntamenti del ricco programma che per un anno celebrerà il Millenario di San Miniato.

La Porta Santa corrisponde, nell’impianto romanico, al luogo di sepoltura del protomartire armeno Miniato e dei suoi compagni (uccisi durante le persecuzioni di Decio alla metà del terzo secolo).

Il suo restauro è stato reso possibile grazie ai club Rotary: Firenze Valdisieve; Fiesole; Figline e Incisa Valdarno; Firenze Est; Firenze Granducato; Firenze Lorenzo il Magnifico; San Casciano-Chianti; Scandicci.

A collaborare con la Soprintendenza per la cura del restauro è stato l’architetto Neri Andreoli del Rotary Club Firenze Valdisieveche ha compiuto un’opera di ricerca storica, tecnica e strutturale e ad eseguire il lavoro è stata la Ditta Monti Enrico: “Un intervento svolto con dedizione degna di questo luogo magico: basti ricordare che alcune delle chiodature delle porte che nel tempo erano andate smarrite sono state forgiate di nuovo a mano”, racconta Riccardo Berti, presidente del Club Rotary Valdisieve che si è fatto promotore dell’intervento di restauro presso gli altri club.

“Volevamo contribuire con un piccolo e concreto segno alla ricorrenza, così importante e unica, del Millenario di San Miniato – spiega Berti – È stato durante un colloquio con l’abate Bernardo che si è concretizzata l’idea di restaurare le porte della Basilica. Abbiamo ricevuto l’entusiastica adesione, la collaborazione e il supporto di altri Club della zona, senza i quali non avremmo potuto portare avanti questo splendido progetto”.

“Ringraziamo i Rotary Club per il loro intervento alle tre porte della Basilica che si presentano in una veste rinnovata alla città e in particolare per l’attenzione alla Porta Santa che ha sulla soglia incisa la scritta “Haec est porta coeli”, questa è la Porta del Cielo, un sigillo scritturale che fa di quel marmo una delle pietre angolari di San Miniato al Monte”, spiega Dom Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato.

Venerdì 27 aprile (il giorno della celebrazione dei mille anni di San Miniato) alle 17.30 la Porta Santa verrà aperta in occasione della celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori.

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