A Firenze Ditta Artigianale fa cinquina

A Firenze Ditta Artigianale fa cinquina

E’ cinquina a Firenze per Ditta Artigianale che dalle ceneri di quello che è stato uno dei locali di aggregazione degli anni Novanta e primi Duemila esce dal centro storico e cerca di reinventarsi nei rioni.
Oddio, piazza Ferrucci proprio periferia non è perché siamo ai piedi delle vie che conducono al piazzale e questi marciapiedi sono pur sempre calpestati da molti turisti ma la zona è popolare e popolana perché lungo le ultime mura che da San Niccolò conducono ai viali per fortuna c’è ancora tanta residenza e non solo i b&b di una città turistica.

Non solo caffè al caffè

Una sfida nuova per il brand fondato nel 2013 da Francesco Sanapo e Patrick Hoffer che con il quinto locale fiorentino cerca di entrare nel cuore dei fiorentini e per farlo sceglie di essere non solo un caffè moderno dove poter sostare dalla colazione all’aperitivo ma un luogo di quartiere dove si può anche comprare il quotidiano e il pane appena sfornato.
Il locale si ripropone con ambizione anche di riportare in auge il concetto di caffè letterario, e per farlo ha in ponte l’organizzazione di appuntamenti con la cultura che coinvolgeranno personalità della città, del mondo istituzionale, delle arti, della cultura e dello sport.

Cinque locali in dieci anni, il segreto del successo

Dieci anni fa in via dei Neri aprì a Firenze il primo locale di Ditta Artigianale con l’ambizione di cambiare nei fiorentini la cultura del caffè. Fu un successo.
Poi vennero le aperture in via dello Sprone, via Carducci, lungarno Soderini e addirittura lo sbarco oltreoceano in Canada.
Ne ha fatta di strada uno dei maggiori “nasi” del caffè mondiale. Francesco Sanapo ha creduto nella sua idea, in se stesso e oggi il successo lo ripaga. Partì con un solo dipendente e oggi la sua azienda da lavoro a 105 persone. Solo per la caffetteria di piazza Ferruzzi sono 18 le nuove persone assunte, anche se, e ci tiene a sottolinearlo “è difficilissimo trovare personale.!”

 

Firenze e il suo giardino delle meraviglie

Firenze e il suo giardino delle meraviglie

Ecco una visita da non perdere. Poco meno di un mese per ammirare da vicino le mille sfumature, di forma e colore, delle tante tipologie di iris presenti nel giardino dedicato.
Un’occasione speciale solo per chi visita Firenze fra aprile e maggio.

Nel cuore turistico di Firenze, con ingresso dal monumentale terrazzo naturale di Piazzale Michelangelo, c’è un giardino panoramico da non perdere. Costruito sul versante della collina che affaccia sulla città e sull’Arno e interamente dedicato al fiore cittadino e alle sue varie ibridazioni.


La stagionale apertura del giardino dell’iris.

Il giardino è aperto solo nel periodo di massimo splendore del fiore che i fiorentini chiamano giaggiolo.
Quest’anno i cancelli si apriranno il 28 aprile 2019 per richiudersi il 25 maggio a fioritura conclusa, ma è questo il momento di organizzarsi per la visita e segnarla in agenda.
L’ingresso è gratuito con offerta libera e il consiglio per gli appassionati è di armarsi di macchina fotografica. Migliaia le sfumature, i colori e la forma delle tante ibridazioni, alcune rarissime, da ammirare nel pieno della fioritura.


Fior di giaggiolo: il simbolo di Firenze

Come mai però questo fiore e Firenze sono così legati?
L’iris è da sempre simbolo della città. Una sua rappresentazione stilizzata appare nei soldi d’argento della repubblica fiorentina del XII secolo e, successivamente, nel fiorino d’oro.
Il “giglio” che appare nel gonfalone della città fin dal 1250, è in realtà un’iris bianca della varietà alba florentina – che cresceva spontaneamente nella valle dell’Arno.
Nel 1266, dopo la cacciata dei Ghibellini, i Guelfi invertirono i colori dello stemma cittadino, creando l’insegna che è rimasta fino ad oggi: un’iris rossa – mai esistita in natura – su sfondo bianco.


Premio all’iris più bello

Ogni anno si premia l’iris più bello in un apposito concorso
Il fiore in Toscana è chiamato giaggiolo (dal latino gladius = spada) per la struttura spadiforme delle foglie. Firenze è “la sua capitale” ed è in questa città che, dal 1954, esiste un Concorso Internazionale . Si premiano le migliori varietà di iris conservandone una traccia storica nel giardino del Podere dei Bastioni, sul lato est del Piazzale Michelangelo.

Il concorso, richiama ogni anno in città gli ibridatori di tutto il mondo, che propongono varietà nuove nei colori e nelle forme.
Sono almeno 150 i concorrenti a stagione e i “nuovi” fiori proposti sono più o meno 300.
Una giuria internazionale conferisce, alla varietà più bella, il “Fiorino d’oro”. L’amministrazione comunale, invece, assegna il premio “Città di Firenze” all’iris il cui colore si avvicina maggiormente al rosso del gonfalone.
Negli annali è rimasta storica la vittoria, nel 1973, dell’americano George Specht con “Rosso Fiorentino” la prima Iris ibridata in Italia ad aggiudicarsi entrambi i premi.

Piero Bargellini e l’Iris

Il giardino è nato dopo il Concorso. Tutto è nato dall’idea di dare ospitalità alle migliori varietà del fiore. Una figura importante come Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione capì ne l’importanza internazionale.
Alle signore Flaminia Specht e Nina Stross Radicati, membre della Società Italiana Amici dei Fiori nonché appassionate ibridatrici, fu assegnato il Podere dei bastioni.

Il giardino, progettato dall’architetto Giuliano Zetti, fu inaugurato nel maggio 1957. Arricchito di donazioni fatte da molti coltivatori, botanici e appassionati italiani e stranieri, fra cui si segnala la collezione di iris storiche del Memorial Garden di Montclair, Usa. Attualmente, dopo la costruzione nel 1967 del laghetto creato per ospitare le specie acquitrinose, come quelle le giapponesi e la Louisiana, il giardino si spande per due ettari in mezzo ad uno straordinario uliveto.


Armati di macchina fotografica o cavalletto

Perdersi fra i vialetti, le piazzole, le scalette e le scalinate che sinuosamente si snodano in sali scendi, è emozione unica.
I profumi avvolgenti delle ibridazioni quasi stordiscono insieme alla bellezza della natura che si esprime in forme e sfumature cromatiche in alcuni casi davvero incredibili.
Ogni aiuola è un esplosione di colori e il soggetto è perfetto per scatti fotografici indimenticabili.
Il consiglio, dato il tempo ristretto di apertura del giardino e la conseguente grande affluenza è di armarsi di pazienza. Suggeriamo di visitarlo in giornate feriali o in orario di pranzo nei festivi per evitare i maggiori afflussi.
Lo spettacolo della natura sarà assicurato!

Orari e consigli

Ingresso gratuito.
Orario d’apertura tutti i giorni festivi compresi (dal 28 aprile al 25 maggio): dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30. Ultimo ingresso mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
Il giardino può essere visitato anche durante il resto dell’anno previo appuntamento con la possibilità di prenotare anche visite guidate.
Vietato l’ingresso ai cani (con eccezione dei cani guida) e parzialmente accessibile ai diversamente abili.
Con i mezzi pubblici è possibile arrivarci con le linee 12 e 13 dalla stazione di Campo di Marte e Santa Maria Novella.

Chianti Classico Collection fa 30!

Chianti Classico Collection fa 30!

Un record di espositori per la trentesima Chianti Classico Collection che apre le porte della sua sede storica, la Stazione Leopolda, lunedì 13 e martedì 14 febbraio.
La manifestazione, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, segna un nuovo record di produttori partecipanti: sono 206 le aziende del Gallo Nero che quest’anno presenteranno le loro ultime annata di Chianti Classico annata, Riserva e Gran Selezione alla stampa e ai professionisti del settore.
Importante novità di quest’anno è il ritorno all’apertura al pubblico per il giorno 14 febbraio, per condividere un anno da record insieme agli appassionati di questa terra e di questo vino.

Tutto quello che c’è da sapere

Il programma: 206 le aziende del Gallo Nero presenti, per un totale di 750 etichette in degustazione, di cui 161 Chianti Classico Riserva e 136 Gran Selezione. 34 i campioni in anteprima della vendemmia 2022.

I seminari: come di consueto, la Collection prevede anche alcuni momenti di approfondimento per gli operatori del settore e la stampa. Nell’ambito dell’evento si terranno infatti un ciclo di incontri con Alessandro Masnaghetti, ormai noto con l’alias Mapman per il suo ampio contributo nella mappatura dei vigneti delle più importanti zone viticole del mondo, e autore del volume di recente pubblicazione “Chianti Classico. L’Atlante dei Vigneti e delle UGA”. Sarà lui a tenere ben 11 brevi seminari su ciascuna delle Unità Geografiche Aggiuntive, il lunedì a partire dalle 15 fino alle 18 e il martedì dalle 10 alle 12:30. Il 13 febbraio alle ore 10:30 si terrà anche un focus sull’Olio DOP Chianti Classico, con un seminario dedicato, curato dal tecnico del Consorzio, l’agronomo Roberto Rappuoli. 

Olio DOP Chianti Classico: nell’occasione della Chianti Classico Collection non poteva mancare la presenza dell’altro prodotto principe del Gallo Nero, l’Olio DOP Chianti Classico. In particolare, verrà allestito un banco di assaggio della DOP verde del Gallo Nero, dove sarà possibile degustare gli oli di trenta aziende produttrici.

Master AIS: giunto alla sua terza edizione, il concorso nazionale “Master del Chianti Classico” è organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier Toscana in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico e con l’Associazione Italiana Sommelier. Di fronte a una giuria di esperti, si sfideranno sommelier che si sono distinti nell’ultimo anno nei vari concorsi nazionali.

Apertura al pubblico: per il giorno di San Valentino gli appassionati di Chianti Classico potranno vivere una vera e propria full immersion nel loro elemento preferito, grazie a una straordinaria apertura al pubblico dalle 10 alle 20 (biglietto €30, ridotto €15 info: https://www.chianticlassico.com/event/chianti-classico-collection-2023/). Riservati a loro sono la proiezione in anteprima del cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero” e cinque wine tour, con la guida sapiente di esperti del settore.

Sogni di diventare degustatore d’olio? A Firenze parte il corso ufficiale

Sogni di diventare degustatore d’olio? A Firenze parte il corso ufficiale

Il mondo del vino e dell’enogastronomia affascinano sempre più moltissimi che in essi vedono anche uno sbocco lavorativo.
A.I.R.O., Associazione Internazionale Ristoranti dell’Olio,che forma i professionisti del settore sarà nuovamente a Firenze con il Corso ufficiale per Aspiranti Assaggiatori d’Olio d’Oliva.
Si tratta di un percorso formativo completo pensato per professionisti e appassionati che vogliono approfondire la conoscenza dell’olio d’oliva di qualità.

Come si svolge il corso

Il corso inizierà lunedì 27 marzo e si articolerà in 3 parti: la I parte (15 ore suddivise in 7 giorni) affronterà le basi della tecnica dell’assaggio e la filiera dell’olio extravergine d’oliva dagli aspetti agronomici alla conservazione, con prove pratiche di assaggio di oli vergini ed extravergini.
La II parte (14 ore suddivise in 7 giorni) sarà un approfondimento degli argomenti della I parte, in particolare sull’aspetto della valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva, gli attributi positivi, l’uso in cucina, l’aspetto nutraceutico, con prove pratiche di assaggio di oli vergini ed extravergini e gli abbinamenti olio-cibo; infine, la III parte (16 ore suddivise in 4 giorni) si articolerà con delle prove selettive secondo il metodo COI, condotte dal Capo Panel responsabile del corso.

Il corso si concluderà con una cena didattica di abbinamento olio-cibo presso un ristorante socio A.I.R.O.
Il capo panel e responsabile del corso è il dott. Franco Pasquini, assaggiatore professionista dal 1995 e Capo Panel COI dal 1997. Dal 2011 è presidente di ANAPOO (Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti dell’Olio di Oliva).

Al termine verrà rilasciato l’attestato per l’idoneità fisiologica all’assaggio dell’olio di oliva, indispensabile per l’iscrizione all’Elenco Nazionale dei Tecnici ed Esperti degli Oli d’oliva Extra vergini e Vergini.

La sede del corso sarà l’Hotel Mirage, Via Francesco Baracca, 231, 50127 Firenze.
Il costo del corso è 920 €, per partecipare è necessario essere Socio AIROSconto 15% per iscrizione entro il 31 gennaio 2023. Sconto 10% per: soci AIRO “Gold”; soci AIRO “Ristorati”; soci AIRO “Produttori”; cittadini residenti in un Comune socio di Città dell’Olio; soci IGP Toscano. La quota comprende: il materiale didattico, gli abbinamenti olio-cibo e la cena finale.

Pitti uomo 103. Le sei cose da ricordare

Pitti uomo 103. Le sei cose da ricordare

Chiude i battenti l’edizione invernale 2023 di Pitti Uomo. La prima “normale” dopo tre anni di pandemia. Cosa ricordare di questa edizione?
Un’edizione ricca di novità si annunciava. Un’edizione con la voglia di muoversi, scoprire e sperimentare dove diminuiscono nei numeri gli espositori, per fortuna verrebbe da aggiungere perché gli oltre 1300 brand dell’era pre covid erano francamente molti anche per i fashionisti più appassionati.

Una moda da cani

Ebbene sì anche il salone più celebre e a suo modo rigoroso della tradizione artigianale del bel vestire italiano cade sulla buccia di banana di strizzare (troppo) l’occhio alle nuove tendenze di cui si farebbe volentieri a meno.
Se la novità di “The sign” con la Sala delle Nazioni interamente dedicata al design lifestyle, (o per dirla all’italiana dato che il nostro è uno degli idiomi più belli e amati al mondo) agli arredi, oggetti e complementi d’arredo ha il suo perché in un’ottica di “allargarsi” a tematiche contigue per supplice all’anemia di brand in parte ridimensionati o rimasti vittime di due anni difficili ci spacchiamo la testa a cercare di comprendere il bisogno dell’impresentabile anche nel nome “PittiPets”.
Negli spazi della Polveriera ha infatti fatto il duo debutto la moda per animali. Una moda da cani.
Sarà perché l’umanizzazione di cani e gatti ci pare un’orrore e una mancanza di rispetto verso le bestiole stesse ma assistere a una passerella di stand (ben 15 i marchi presenti) dedicati all’abbigliamento, arredi e cura del corpo per i nostri amici ci è perso davvero un raschiare il fondo del barile.

Il ritorno dell’Oriente

Con grande piacere si sono rivisti a spasso per la Fortezza buyers, stilisti e giornalisti orientali. Il loro ultimo avvistamento prima che moda e le passerelle si trasferissero on line in un ologramma surrogato pietoso che ci ha colmato i bisogni nei due anni di pandemia risale al gennaio 2020 quando si iniziava a vociferare di questa strana polmonite ad Oriente, ma dove alcune aziende però, in anticipo sui tempi o forse che già sapevano molto più di quello che noi sapevamo, regalavano ai visitatori dei loro stand come gadget un nuovo e inusuale accessorio; la mascherina.

Parola d’ordine: fluido

La nuova tendenza fluida irrompe anche sulle passerelle e negli stand di Pitti Uomo.
Sarà perché da quando si è smarrita Pitti Donna in tanti modi si è cercato di far resuscitare quel salone all’interno del sopravvissuto salone uomo, sarà perché seguire l’onda modaiola aiuta a far parlare, fatto sta che anche molti stilisti si sono orientati su una moda che mescola identità sessuali consegnando ai posteri la versione fluida della moda.
Attenzione ripetiamo: moda fluida. Giammai definirla unisex, roba quella vintage figlia dei fiori e degli anni Settanta.

Parole, parole, parole

Tante quelle spese, come da tradizione, prima, durante e dopo quest’edizione l’ultima dell’era Marenzi e Napoleone entrambi a fine mandato. Se gli interessati evitano con fastidio l’argomento è certo che la politica sta lavorando da tempo nemmeno sotto traccia per il futuro.
Fra il miele della conferenza stampa di presentazione dov’erano presenti tutte le più importanti cariche dell’amministrazione, della politica e delle associazioni di categoria i bisbiglii sono molto chiari. Il sindaco di Firenze Dario Nardella prima di lasciare la sua carica nel 2024 vuole essere ricordato come quello che ha riportato non solo la grande moda, ma anche le grandi sfilate e i grandi eventi glamour in città.
Così è sempre più in pole position il nome di Alfonso Dolce, fratello del più famoso Domenico e amministratore delegato e uomo “dei numeri” di Dolce&Gabbana, come possibile futuro presidente: Proprio lui si dice abbia stretto buone relazioni con Firenze e la sua amministrazione durante l’evento “Il Rinascimento e la Rinascita” del 2020 a Palazzo Vecchio, quando sfilarono nel Salone de’ Cinquecento gli abiti d’alta sartoria della loro griffe a cui avevano collaborato anche 38 artigiani fiorentini.

Viva l’alta sartoria italiana

Tante le novità, le tendenze, le proposte sorprendenti, bizzarre e talvolta strampalate fatte e create per colpire ed essere ricordate.
Su tutto ciò però anche in questa edizione dove prevale il casual e non potrebbe essere altrimenti dopo un anno vissuto sul divano di casa nel lockdown vince il classico e la grande sartoria.
Proprio come rovescio della medaglia del poltrire in casa in abiti ampi e comodi sfonda alla grande la voglia di eleganza e di grande classico, meglio se di ottima fattura artigianale italiana.
Passano gli anni, passano le tendenze, passano le pandemie ma il grande made in italy è intramontabile.

Sostenibilità

Non troppi anni fa giravamo nel salone alla ricerca di novità in campo sostenibile. Greta era un adolescente non ancora illuminata sulla via dell’ambiente e fra gli stand vagavamo alla ricerca di chi usava materiali di riuso, etici e virtuosi in senso ambientale e produttivo.
Perle rare guardate con sospetto: snackers realizzate con bottiglie ripescate dal mare, giubbotti filati dalla plastica riusata, etc…. Erano brutti e puzzavano secondo molti.
Oggi se non sei sostenibile e ambientale sei out… Il mondo si è ribaltato in pochi anni e la speranza è che abbia davvero preso coscienza che non abbiamo un pianeta B e che il tempo che abbiamo per invertire la tendenza forse è già troppo poco….

A Vinci sono partite le iscrizioni per la Scuola dell’Olio

A Vinci sono partite le iscrizioni per la Scuola dell’Olio

I professionisti dell’olio nascono a Vinci.
Partite il 5 dicembre, le iscrizioni alla Scuola dell’olio e dell’olivicoltura di Vinci, che si svolgerà da marzo del prossimo anno nel fine settimana a cadenza quindicinale.
Un appuntamento che vuole formare giovani tecnici per l’olivicoltura e l’elaiotecnica, con 
priorità per i residenti nei Comuni di Vinci, Montalbano e nei Comuni dell’Unione dell’Empolese Valdelsa

L’evento è organizzato dalla Pro Loco di Vinci, in collaborazione con il Comune e appunto vuole essere una modalità per valorizzare una professione dove c’è molta domanda, viste le tante aziende presenti nell’area. Imprese che hanno bisogno di professionalità per poter crescere.
Le lezioni saranno tenute da docenti del dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa, dell’Università di Perugia e del Consorzio Igp Toscana.
Il 28 febbraio è il termine ultimo per le iscrizioni mentre le lezioni partiranno a marzo 2023, per poi concludersi ad ottobre dello stesso anno.
Le iscrizioni possono essere presentate all’Ufficio protocollo del Comune di Vinci o all’indirizzo pec comune.vinci@postacert.toscana.it: il costo è di 250 euro.