Mar 6, 2023 | Arte e cultura, Territori
Il PAFF! diventa International Museum of Comic Art: il 10 marzo 2023 è in programma il taglio del nastro dell’esposizione permanente ospitata nell’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone.
Sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone, il PAFF! organizza, promuove e ospita inoltre mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale. La struttura sarà arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno di un archivio con deposito climatizzato. Il Centro va così a completare la sua già corposa offerta che dal 2018 coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee (Parigi, Bruxelles).

Un mondo fantastico
L’esposizione permanente, la cui curatela è stata affidata a Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
All’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione permanente si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Andrea Pazienza, Art Spiegelman, Benito Jacovitti, Carl Barks, Charles M. Schulz, Chester Gould, Floyd Gottfredson, George McManus, Giorgio Cavazzano, Hugo Pratt, Magnus, Milo Manara, Milton Caniff, Alex Raymond, Will Eisner.
luca Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo. Il PAFF! si connota dunque come l’unico Museo al mondo dedicato al fumetto che ponga al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.

Il direttore del museo
Opere uniche tutte da scoprire
Numerose e davvero uniche le opere presenti, di cui si segnalano una tavola originale di Vittorio Giardino (una rarità poterla ammirare in una mostra) e un’opera di Maus (il premiatissimo fumetto di Art Spiegelman) che poi non è stata inserita nella pubblicazione finale, nonchè tavole e strisce storiche e preziosissime: per la prima volta tutti questi originali vengono accompagnati nell’esposizione e “scoperti” dal visitatore nelle varie riproduzioni proposte nel corso del tempo. Alcuni esempi: di una tavola di Felix the Cat di Otto Messmer (datata 1933) è presente la pagina del quotidiano statunitense a colori e la pagina che nel 1937 ha riproposto il Corriere dei Piccoli (emendata dai balloon, come si faceva un tempo), dell’Eternauta (il fumetto di fantascienza del desaparecido argentino Hèctor G. Oesterheld degli anni Cinquanta) è presente il formato orizzontale, anticipato dall’adattamento che ne ha fatto in verticale Ruggero Giovannini per Lanciostory negli anni Settanta, una tavola di Carl Barks, l’inventore di Zio Paperone è pubblicata in formati diversi a seconda delle necessità.
Il PAFF! International Museum of Comic Art espone in tre teche principali le opere realizzate da altrettanti grandi artiste: una tavola molto intensa da “La gabbia“, prestata da Silvia Ziche, un originale dell’artista underground Bambi Kramer e un’opera originale di Persepolis, celeberrimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi.

Foto @ginonardo
Una realtà unica fra meraviglie e multimediale
Sul piano della tutela e delle particolarità dell’allestimento, il museo rappresenta una novità assoluta nel mondo del fumetto: le tavole sono custodite in mobili che preservano i materiali proteggendoli dai danni della luce. L’effetto è quello di una wunderkammer (stanza delle meraviglie, scrigno degli oggetti preziosi, raccolta di curiosità), ma anche di un archivio accessibile al pubblico, che invita all’interazione e alla scoperta.
Per quanto riguarda la parte multimediale, in stretta connessione con le opere presenti nel percorso museale, è interessante sottolineare la presenza di contributi “storici” provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’Istituto Luce, dalle Teche Rai, dalla RSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e dalla RTS (Radio Televisione Svizzera), materiali d’archivio e frammenti filmici di ultima uscita come quello tratto da “Hugo in Argentina” del regista Stefano Knuchel (presentato al Festival di Locarno nel 2022), opere underground come “Tuono” di Dario Marani (un ritratto divertente e sincero del fumettista Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato, scomparso prematuramente nel 2021), le “pillole di approfondimento” sulle diverse sezioni presentate dal curatore della mostra permanente Luca Raffaelli, le interviste sul “Futuro del fumetto” (60 secondi per riflettere sulle sorti della nona arte) con gli interventi di Alberto Abruzzese, Licia Troisi, Andrea Bernardelli, Alpraz, Andrea Fontana, Davide Di Giorgio, Fabiano Ambu e Vorticerosa/Rosa Puglisi e quelli della “Filiera del fumetto” che raccontano le fasi della sua realizzazione (sono intervenuti Giovanni Barbieri, Vittorio Giardino, Laura Scarpa, Francesco Artibani, Valerio. Bindi, Maurizio Clausi, Enrico Pierpaoli e Giuseppe Palumbo).
Tra i maggiori prestatori, si segnala Giancarlo Soldi (regista e sceneggiatore) che ha messo a disposizione una selezione dei suoi documentari dedicati al mondo del fumetto (Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Letteratura disegnata, Come Tex Nessuno mai, Nessuno Siamo Perfetti) e le irresistibili pillole di “Little Nemo, realizzato per la rivista Fumettologica.
Presenti 3 Exhibit, finestre interdisciplinari realizzate in collaborazione con Michela Zalunardo, che approfondiscono, presentando in maniera originale, il rapporto con le altre arti.
Non solo fumetti
Non solo fumetti: la mostra permanente espone una statua di Joker di Adrian Tranquilli, alcuni oggetti che testimoniano il successo del fumetto e dei suoi personaggi, un Diabolik rimontato perché il piccolo albo potesse diventare una grande strenna natalizia, una rappresentazione del protofumetto realizzata da Davide Toffolo (storie illustrate, che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento, e che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto).
Per agevolare e accompagnare il visitatore verso una migliore fruizione dell’innovativo museo, il PAFF! ha introdotto nel proprio staff la figura del mediatore museale: una decina di operatori affiancano il pubblico per assistere e suggerire il miglior modo per assaporare ogni aspetto del sorprendente allestimento.
Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. Il deposito sarà caratterizzato da un impianto di precisione ad alta efficienza energetica per mantenere gli ambienti a una temperatura costante di 18 gradi e a un’umidità relativa non superiore al 45 per cento
Dic 6, 2022 | Arte e cultura
Si aprono scenari interessanti per città come Firenze, Venezia e Roma e per tutto il nostro Paese, culla di arte e cultura per il turismo del futuro.
All’interno di uno scenario economico globale in grande crescita, emergono campagne di sensibilizzazione, progetti universitari e persino associazioni amiche dell’ambiente che mettono sempre più in risalto il turismo culturale.
Il trend coinvolge anche l’Italia grazie a CulturaIdentità, un movimento che ha come obiettivo la valorizzazione delle bellezze culturali ed ambientali appartenenti al territorio del Bel Paese. “Promuovere la cultura è un dovere, farlo per il proprio Paese è un piacere”, afferma Edoardo Sylos Labini, fondatore di CulturaIdentità
“Abito di un popolo è la sua cultura, sostentamento le sue tradizioni, vanto ed orgoglio la sua identità”: con queste parole il giornalista Antonio Abbate definisce un concetto mai come oggi quotidiano e profondamente legato all’esistenza.
Stando a una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication il termine cultura cammina, anzi corre di pari passo con la parola turismo, la quale, in realtà, è un vero e proprio cuore pulsante dell’intrattenimento e dell’economia globale.
Le prime conferme in merito giungono da un recente report stilato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo cui, a livello globale, almeno 4 turisti su 10 possono essere considerati dei cultural tourist.
Travel Agent Central entra ancora più nel dettaglio, specificando che più di 1 americano su 2 viaggia esclusivamente per conoscere nuove culture. E il trend sembra destinato a crescere nel corso dei prossimi anni: infatti, stando alle previsioni indicate da GlobeNewswire, il mercato worldwide del turismo culturale crescerà fino a raggiungere quasi i 12 miliardi di dollari di fatturato entro il 2028 (+160% sul 2021) con una crescita media annuale composta del 14,4% nel corso dei prossimi sei anni.
Ulteriori conferme giungono anche dai social con l’hashtag #culturaltourism che conta quasi 80 mila contenuti pubblicati su Instagram. Su TikTok, invece, lo stesso hashtag conta circa 774mila views. Dai singoli dati si passa alle iniziative messe in campo per valorizzare e promuovere sempre di più il cosiddetto cultural tourism.
Dic 1, 2022 | Arte e cultura
Grande successo a Firenze per l’inaspettata esperienza digitale che da sabato 26 novembre (e fino a domenica 26 febbraio) trasforma in Cattedrale dell’Immagine, parte del complesso monumentale di Santo Stefano al Ponte, ospitando la prima mondiale della mostra digitale immersiva Inside Banksy – Unauthorized Exhibition.
Inside Banksy è uno spettacolare evento immersivo in cui viene raccontato il percorso creativo di Banksy, l’artista più sovversivo e satirico nel panorama della street art mondiale.
Un vero e proprio racconto che si dipana attraverso un sapiente mix di immagini, suoni e musiche, capaci di evocare immediatamente la cultura underground di Bristol.
L’esperienza immersiva accoglie ogni giorno i suoi visitatori nel cuore di un suggestivo spazio multimediale a 360° con 35 minuti di esperienza multisensoriale: immagini, luci, colori e musica che avvolgono letteralmente il pubblico, trasportandolo al centro del mondo della street art.
Una fusione fra tecnologia e storia, un momento estremamente emozionale che lascerà gli spettatori esterrefatti come mai prima d’ora. Un’illusione che diventa realtà.
La Sala Immersiva
La parte più suggestiva dell’evento è indubbiamente la Sala Immersiva: il pavimento e le pareti della chiesa romanica vengono inondate da un inedito racconto di circa 35 minuti, in cui si susseguono le opere del misterioso artista britannico. Un evento dal format innovativo in cui lo spettatore verrà guidato in un itinerario sensoriale, emotivo e immersivo attraverso le immagini, le musiche e i progetti di Banksy.
Il racconto ne ripercorre la produzione artistica fin dalle prime apparizioni dei suoi graffiti a Bristol e proseguendo fino alla contemporaneità, trattando le tematiche principali delle sue opere: l’incoerenza della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione, le atrocità della guerra, l’inquinamento globale, lo sfruttamento minorile, la repressione poliziesca e il maltrattamento degli animali.
I proiettori laser trasmettono milioni di pixel sulle imponenti e scenografiche superfici, riproducendo immagini e video e generando effetti tridimensionali che ne enfatizzano la visione. Le proiezioni sul pavimento e i video immersivi completano la suggestione in perfetto accordo con il ritmo narrativo e gli accenti emotivi dello spettacolo. Un impianto audio di ultima generazione diffonde i suoni e la colonna sonora in perfetta armonia con le immagini.
Punto forte della sala immersiva resta l’immancabile Mirror Room, uno spazio che gli affezionati della Cattedrale dell’Immagine conoscono molto bene e dove i visitatori potranno scattare straordinarie foto circondati dalle immagini di Banksy.
La Cripta
Il percorso si apre con una sezione introduttiva, dove, grazie all’utilizzo di un sofisticato e accurato allestimento, è stato ricreato lo scenario suburbano in cui Banksy ha realizzato i suoi murales. Immerso negli spazi che hanno ispirato il writer, lo spettatore riuscirà a comprendere la protesta che negli anni ha mosso Banksy contro il capitalismo, l’imperialismo, i fascismi e i soprusi verso i più deboli e gli emarginati.
A completare l’area introduttiva, i visitatori troveranno frammenti di interviste, parti di documentari e spezzoni di video in cui il writer esegue i murales, oltre a una sezione dedicata alla musica, alla quale la street art è strettamente connessa e di cui Banksy è uno degli esempi di maggior successo. L’artista britannico ha infatti realizzato numerose copertine di album musicali di artisti inglesi, tra i quali Blur, Massive Attack e Portishead.
Inside Banksy VR Experience e Be Banksy
Inside Banksy, come nella migliore tradizione delle mostre immersive della Cattedrale dell’Immagine, propone anche quest’anno delle esperienze interattive che vanno ad arricchirne il percorso. Inside Banksy VR Experience offre al visitatore la possibilità di penetrare nella visione artistica del writer inglese grazie ad un’app sviluppata appositamente per gli Oculus Quest. Con questi visori sarà possibile prendere parte a un’avventura della durata di cinque minuti alla scoperta delle opere più iconiche dell’artista: dalle gallerie della metropolitana inglese ai vicoli francesi, dagli imponenti palazzi newyorkesi fino ad arrivare alla turbolenta Palestina. Un vero e proprio viaggio attraverso le opere più famose dell’artista inglese, molte delle quali ormai cancellate o distrutte e non più visibili.
La vera novità della mostra è però Be Banksy, un’esperienza con bomboletta spray interattiva. Questa installazione simulerà per i visitatori la creazione di un vero e proprio graffito, trasformandoli per qualche minuto in veri street artist… virtuali! Spruzzando sulla parete, si avrà l’impressione di dipingere con una vera bomboletta grazie a un complesso software che permetterà agli utenti di dipingere in modo intuitivo, simulando la creazione di un graffito che a conclusione dell’esperienza sarà possibile condividere sui propri canali social.