Mag 13, 2025 | Arte e cultura, Enogastronomia, Territori
Blu Livorno – la Biennale del Mare e dell’Acqua promossa dal Comune di Livorno, mira a trasformare la città in un polo di interesse internazionale nel settore delle scienze del mare e della Blue Economy. Ma la sfida è anche quella di valorizzare il patrimonio della città, a partire dal suo splendido lungomare come palco naturale di incontri e scoperte.
I tour del mare e dell’acqua
Durante la Biennale sarà possibile partecipare a tour guidati dedicati alle bellezze naturali e storiche di Livorno.
Nei prossimi giorni si potranno prenotare dal sito della Biennale escursioni in barca in partenza dal Moletto Nazario Sauro e dal Circolo della Pesca di viale Italia e dirette alle Secche della Meloria: splendida cornice naturalistica e teatro della battaglia navale tra Pisa e Genova nel 1284.
Particolare attenzione è dedicata all’accessibilità: grazie alla collaborazione con Inail sono infatti previsti viaggi in barca anche per persone con disabilità, garantendo a tutti l’opportunità di vivere il mare.
Grazie ad Asa Spa, Gestore del Servizio Idrico, sarà possibile raggiungere due “monumenti dell’Acqua”: le Sorgenti Leopoldine a Colognole e la Gran Conserva del Cisternone di Città, riaperto appositamente per l’evento. I tour saranno gratuiti su prenotazione obbligatoria dal sito. Inoltre, sarà possibile accedere liberamente alle ex Terme del Corallo, con il Salone della Mescita recentemente riportato al suo antico splendore Liberty e aperto durante la manifestazione.
Tra le iniziative in programma non potevano mancare i tradizionali tour in battello dei Fossi Medicei e del Pentagono del Buontalenti con imbarco dagli scali Novi Lena.

Le passeggiate culturali e l’apertura dell’Accademia navale
Previste anche passeggiate a piedi, partendo dalla Baracchina Bianca e dal monumento dei Quattro Mori, fino ad arrivare alla sede della Biennale. Durante le escursioni, focus sul legame tra Livorno e il mare e sui parchi pubblici livornesi, con particolare attenzione a quello di Villa Mimbelli, inserito nel perimetro della Biennale. Gli itinerari a piedi saranno accompagnati da approfondimenti sui grandi artisti livornesi come Amedeo Modigliani e Giovanni Fattori. Porta sud della Biennale, l’area di San Iacopo in Acquaviva accoglie l’omonima chiesa la cui cripta sarà visitabile durante l’evento.
Fondata nel 1881, l’Accademia Navale di Livorno è una delle istituzioni più prestigiose d’Italia e il centro di formazione degli ufficiali della Marina Militare Italiana. In occasione della Biennale è stata prevista l’apertura al pubblico il 14 mattina e pomeriggio e il 17 mattina. Si tratta di un’occasione unica per varcare la soglia di questo luogo normalmente riservato.
La mostra di Hugo Pratt e la Livorno delle nazioni
In attesa della riapertura, a settembre, del Museo Giovanni Fattori, in occasione del bicentenario della nascita dell’artista, sarà possibile visitare i Granai di Villa Mimbelli con il Museo Mediceo recentemente inaugurato. Sempre in questa location, sarà ospitata una selezione di opere dedicata a Corto Maltese: uno spin-off artistico della mostra monografica di Hugo Pratt aperta a Siena
La Biennale guarda anche al recupero della memoria storica e dell’identità della “Livorno delle Nazioni” proponendosi di valorizzare la città come simbolo di integrazione tra i popoli. Questo tema sarà celebrato attraverso convegni e incontri al Teatro della Terrazza. La mattina del 17 maggio, le guide turistiche di Livorno racconteranno la storia della città come esempio di multietnicità: un momento importante per approfondire il ruolo storico e sociale di Livorno nel contesto mediterraneo e internazionale.

L’intrattenimento teatrale
Tra gli appuntamenti più attesi figura il ritorno del Festival Antani. Comicità e satira come se fosse prodotto da Fondazione Livorno. Dal 16 al 18 maggio, il festival animerà il Teatro allestito alla Terrazza Mascagni e gli spazi dell’Acquario. Il programma dettagliato del Festival sarà svelato nei prossimi giorni.
Tra gli altri eventi, quello che vedrà protagonista il noto paroliere e produttore Mogol, ospite all’Accademia Navale il 14 maggio. Sempre il 14 maggio, alle ore 21.00, alla Terrazza Mascagni l’happening con Giuseppe Cederna, attore e scrittore, protagonista del monologo “Le Lacrime degli Eroi”, tratto dall’Odissea di Omero.
Tra i monologhi in programma agli Hangar Creativi, in via Carlo Mayer, quello di Fabio Vannozzi, che presenterà “Io… il Vecchio e il Mare” il 15 maggio alle ore 21.00, e quello di Fabrizio Brandi, con lo spettacolo “Chi Siamo Noi”, scritto a quattro mani con Gabriele Benucci e previsto per il 16 maggio alle 21.00.

Il grande evento di chiusura. La via francigena del mare
La Biennale si concluderà con un evento di grande rilevanza storico-culturale: l’apertura della prima Via Francigena del Mare in Italia.
L’iniziativa scaturisce da un’indagine archeologica condotta in città che ha attestato l’arrivo a Livorno di pellegrini attraverso il Cammino delle Acque: un itinerario che collegava le risorse d’acqua dolce alle rotte marittime.
Lo stesso Granduca Cosimo III de’ Medici partì per Santiago de Compostela seguendo un percorso della Via Francigena navigando lungo la costa.
I documenti relativi a questo viaggio saranno presentati nella mattina del 17 maggio all’Accademia Navale per cui è attesa la presenza del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. L’iniziativa mira a valorizzare le radici storiche dei cammini spirituali e culturali, rafforzando il legame tra Livorno, la Toscana e l’intera Europa.
Nel pomeriggio del 17 maggio, all’arrivo al moletto di San Jacopo in Acquaviva, grazie al supporto degli allievi dell’Accademia Navale i primi pellegrini arrivati a cavallo, in bicicletta o a piedi, si imbarcheranno verso Barcellona su un veliero ancorato a largo della città. A loro si unirà un gruppo appartenente all’Associazione LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) costituito da persone sottoposte ad un periodo di cure mediche per patologie tumorali. La partenza del Veliero vedrà l’appoggio di altre imbarcazioni e il supporto della Lega Navale. Il veliero che partirà verso la Spagna sarà aperto a tutti durante i quattro i giorni dell’evento, sia di mattina che di sera. Le visite saranno organizzate e gestite dai Cantieri Benetti e Lusben, partner ufficiali dell’iniziativa. Per visitarlo, prenotazioni dal sito della Biennale. Sarà anche possibile salire a bordo della nave Nato “Leonardo”, messa a disposizione dall’Accademia Navale di Livorno: un’imbarcazione dedicata alla ricerca oceanografica, simbolo dell’impegno internazionale nella tutela e nello studio degli oceani.

Cacciucco, piatto simbolo. Image by akiragiulia from Pixabay
La sostenibilità a tavola
La sezione food avrà come riferimento il Villaggio della Biennale alla Terrazza Mascagni. Ma il tema del cibo rappresenta un elemento centrale della manifestazione, con un focus sulla promozione di un’alimentazione sostenibile e consapevole, in linea con i principi di Slow Food.
Numerosi ristoranti e locali della zona del lungomare, da Porta a Mare – che organizzerà eventi sul cibo moderno sostenibile – alla Baracchina Bianca, parteciperanno all’iniziativa.
Questi locali sono stati invitati ad aderire a un Decalogo dell’acqua e del cibo che promuove pratiche rispettose dell’ambiente e della salute. In particolare, si consiglia di evitare l’uso di acqua in bottiglia di plastica, in coerenza con l’impegno della Biennale di essere un evento libero da plastiche e imballaggi monouso.
Inoltre, verranno promossi prodotti tipici livornesi preparati secondo i principi della sostenibilità: alimenti di stagione, a chilometro zero e provenienti da filiere locali. L’obiettivo è valorizzare la tradizione culinaria della città attraverso pratiche rispettose dell’ambiente e della biodiversità locale.
Le eccellenze enogastronomiche all’epoca della Livorno Liberty saranno il tema dell’iniziativa “La Belle Époque del gusto” all’Hotel Palazzo.
Mag 10, 2025 | Arte e cultura
Cresce l’attesa ad Amalfi per la 70ª edizione della Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, in programma domenica 18 maggio.
Un appuntamento annuale organizzato a turno da Amalfi, Genova, Pisa e Venezia per rievocare i fasti e le vicende storiche più significative vissute nel Medioevo.
La Regata, oltre ad offrire un tuffo nel glorioso passato delle quattro regine dei mari, è anche uno straordinario evento sportivo.
La manifestazione, articolata su più giorni, culminerà infatti con la competizione tra i quattro galeoni su cui da oltre un decennio siedono campioni e giovani promesse del canottaggio italiano che in questi giorni stanno intensificando i propri allenamenti per perfezionare i sincronismi e dosare forza e resistenza.

Amalfi, la più piccola delle Repubbliche Marinare
Per Amalfi, quello della Regata, è da sempre un evento speciale.
Per questo la più piccola e intrepida delle Repubbliche Marinare sta preparando al meglio il programma celebrativo che anche in questa occasione prevede manifestazioni culturali ed eventi musicali.
Si parte giovedì 15 maggio con una mostra dedicata ai manifesti celebrativi delle 70 edizioni dell’evento: una vera e propria collezione che per la prima volta in assoluto ricostruirà, attraverso le arti visive, la storia del Palio remiero.
E poi, convegni culturali, con la presenza di studiosi delle quattro città, intorno al ruolo delle Repubbliche Marinare.
Il programma si completa sabato 17 maggio con il palio femminile dei galeoni e con la presentazione degli equipaggi nella vicina piazzetta di Atrani, da cui a seguire si snoderà il corteo storico delle repubbliche che muoverà verso Amalfi.
Domenica 18 maggio il gran finale con la gara in mare aperto dei quattro galeoni che si daranno battaglia a colpi di vogata.

Il rendez-vous con la storia
Il vessillo frustato dal vento, la spuma del mare che sale impetuosa e i colori dei quattro galeoni che quasi scompaiono tra le onde.
E’ l’immagine della forza. E’ l’immagine dei 32 vogatori che spingono a colpi di remo le quattro imbarcazioni nel mare increspato di Amalfi.
Un’immagine che rimanda ai fasti del Medioevo quando le galee delle Antiche Repubbliche Marinare solcavano il Mediterraneo sulla rotta verso nord Africa e Medio Oriente, dove istituirono fondachi e colonie intrattenendo proficui rapporti commerciali e diplomatici.
Fotogrammi di un evento entusiasmante che si ripeterà domenica 18 maggio quando prenderà il via il Palio Remiero sul tratto di mare compreso tra Capo di Vettica e Marina Grande.

Duemila metri di emozioni
Un percorso di duemila metri lungo i quali i quattro equipaggi si daranno battaglia per conquistare la vittoria finale. Ma l’evento non è solo la gara tra le quattro imbarcazioni, tanto attesa da appassionati e da sportivi.
La Regata delle Repubbliche Marinare è soprattutto un tuffo nella storia attraverso la quale rivivono i fasti di un tempo.
Teatro della rievocazione storica sarà il vivace centro storico della città che sarà presto imbandierata con i vessilli delle quattro Repubbliche che legano ancora oggi il passato con il presente.
La Regata è un evento che, anno dopo anno, si trasforma in spettacolo, coreografia e colore, per celebrare nei luoghi che furono teatro delle glorie delle Repubbliche Marinare non solo l’intrepida sfida remiera, ma anche il fasto e la solennità del loro passato.
La rievocazione storica col suo corteo di figuranti è uno spettacolo che rimanda a quell’accanita lotta per l’egemonia dei traffici e della marineria, a quelle istituzioni di fondachi in Oriente, a quei trionfi che accoglievano un console o un navarca particolarmente intrepido nella sua missione.

Un evento coinvolgente per tutta la Costiera
Ma, la Regata non è soltanto un evento della città di Amalfi.
Tutta la Costiera si sente coinvolta in questo appuntamento a cominciare dalla vicina Atrani, da cui, dopo l’abbraccio della folla ai quattro equipaggi – la presentazione è in programma alla vigilia del Palio Remiero – si snoderà il corteo storico con quasi 300 figuranti in abiti d’epoca.
Sarà rievocata la storia con i suoi personaggi che contraddistinsero la gloriosa epoca delle Repubbliche Marinare: Amalfi con il matrimonio del potere celebrato nel 976 Sergio, il giovane primogenito del duca Giovanni I e della duchessa Regale, prende in moglie la longobarda Maria, figlia del principe di Capua e di Benevento; Pisa con l’eroina Kinzica dei Sismondi che salvò la città dagli arabi; Genova con Guglielmo Embriaco detto “Testa di Maglio” e le sue gesta; Venezia con Caterina Cornaro Regina di Cipro portata in trionfo dai mori.
Mag 1, 2025 | Arte e cultura, Territori
La Festa Las Cruces y Fuegos de Mayo (Croci e Fuochi di Maggio) punta a diventare d’interesse turistico internazionale. Tenerife è l’isola spagnola più visitata dagli italiani.
Due strade nemiche e una tradizione centenaria
In Spagna si può assistere a uno dei più grandi e maestosi spettacoli pirotecnici d’Europa, la cui storia è altrettanto affascinante.
Tutto iniziò per una rivalità tra due strade dello stesso comune, Los Realejos, a Tenerife, una delle isole Canarie: Calle El Sol e Calle El Medio.
Una rivalità, si narra, che coinvolgeva anche due diverse classi sociali: i benestanti proprietari dei terreni di Calle El Medio, nota anche come Calle de los Marqueses, e i mediatori e i piccoli agricoltori di Calle El Sol. Sarebbe nato così il “pique”, “il rancore”, che risale al 1770, e che in un certo senso rivive ancora oggi, anche se questi forti contrasti economici sono da tempo scomparsi.
In pratica consisteva in una messa in scena della rivalità: in ogni strada, al passaggio della Croce in processione, si accendeva un falò, si produceva fumo colorato e si faceva molto rumore.
Vinceva la gara la via con i falò più grandi, le colonne di fumo più imponenti e che produceva il maggior baccano.

Los Realejos, il villaggio delle croci
Tuttavia, con l’arrivo dei veri e propri fuochi d’artificio in questi festeggiamenti, si sperimentarono animate battaglie campali con petardi e mortaretti che volavano orizzontalmente nel cielo cercando di colpire la strada nemica.
Oggi quell’antica rivalità si è trasformata in un motivo di festa che rende Los Realejos, ogni 2 e 3 maggio, uno dei villaggi più decorati e belli della Spagna.
Non è cambiata pero l’essenza che ha sempre caratterizzato queste celebrazioni e cioè la venerazione della Croce.
Più di trecento croci sono sparse per tutta la città, ma ci sono due luoghi in cui questa festa viene vissuta con maggiore enfasi: La Cruz Santa e le vie Sol e Medio. In entrambe queste aree ci sono centinaia di croci sulle strade, sulle facciate, alle finestre e all’interno delle case, nei cortili e nelle cappelle, decorate con i fiori più ricercati, le candele e le luci più sfavillanti che abbelliscono gli altari. Una tradizione che si rafforza ogni anno, con le nuove generazioni che ereditano l’usanza; una celebrazione riconosciuta come un Festival di interesse turistico nazionale dal 2015 e che aspira ora a diventare anche di interesse internazionale.

Fra fiori e fuochi
In particolare, le cappelle sono dei piccoli edifici al cui interno c’è un altare in muratura a gradini, talvolta in legno, alla cui sommità è posta la croce, che può essere anche policroma.
Quando arriva la festa gli abitanti danno il meglio di sé selezionando i fiori e le decorazioni più ricercate da utilizzare, così come l’illuminazione e i tessuti ornamentali, sfoggiando capacità artistiche e artigianali basate in parte sulla tradizione e l’eredità lasciata dai loro antenati, in parte naturalmente sul gusto personale e sulle proprie abilità che rendono così speciali gli abitanti di Los Realejos.
È un mix spettacolare di tradizione e festeggiamenti: accanto all’esposizione delle croci decorate con fiori c’è infatti la parte spettacolare dei fuochi d’artificio in onore della Santa Croce, tanto che la festa si chiama al giorno d’oggi appunto “Las Cruces y Fuegos de Mayo”.
Questo grande spettacolo, unico in Europa, mantiene abitanti e turisti che vengono per l’occasione con il fiato sospeso per quasi tre ore con un continuo sparo di fuochi che esplodono in cielo creando colorati giochi di luci e suoni e illuminano buona parte del Nord dell’isola.
La notte di festa si conclude con il ritorno della Santa Croce alla chiesa parrocchiale dell’Apostolo Santiago, situata al confine tra i due centri di Los Realejos.
Feb 28, 2025 | Arte e cultura
Carnevale è il momento migliore per prendersi un periodo di vacanze e andare a divertirsi fra sfilate e coriandoli.
L’Europa è piena di straordinari Carnevali, da nord a sud ed ecco per voi una selezione dei migliori carnevali che meritano una visita nel vecchio continente.

Carnevale delle Canarie
Da Lanzarote a Santa Cruz de la Palma, tutte le isole delle Canarie dai primi giorni di febbraio si illuminano di grandi feste di piazza che chiamano gli isolani a festeggiare il Carnevale in stile sudamericano a Tenerife, a Gran Canaria, a Lanzarote, a Fuerteventura e a Isola de la Palma.
Sfilate sgargianti con le immancabili scuole di samba in primo piano; esibizioni dei gruppi musicali ambulanti chiamate “murgas”, cortei di maschere dai mille colori e come epilogo, come da tradizione dei paesi spagnoli, l’“Entierro della sardina”, la sepoltura di un grande pesce di cartapesta come gran finale di una grande festa che vi aspetta tra sole e mare di fronte alle coste africane in clima favorevole anche a febbraio.

Carnevale di Nizza
In Costa Azzurra anche quest’anno sono in programma grandi festeggiamenti per quello che è uno dei Carnevali più noti d’Europa, il Carnaval de Nice.
Si parte tra luci, feste e sfilate con più di mille musicisti e ballerini internazionali che si esibiscono lungo le strade della città francese decorata e colorata di tutto punto, specialmente in Piazza Massèna e nella celebre Promenade des Anglais dove si potrà assistere alla “battaglia dei fiori“, quando personaggi in costume lanceranno dai carri gigli, gerbere e mimose ai presenti.
Per due settimane le feste sulla perla del Mediterraneo paiono non interrompersi mai. Una grande festa senza notte e giorno di maschere, fiori e tanta allegria.

Carnevale di Basilea
Sulle sponde del Reno, al confine tra Francia e Germania si festeggerà il popolare Carnevale di Basilea. Lanterne colorate sfilano per le strade del centro storico della città elvetica, rinnovando la secolare tradizione della Morgenstraich.
Alle quattro del mattino del primo lunedì successivo al mercoledì delle ceneri, le luci del centro storico della città vengono spente e prende il via il corteo luminoso con lanterne indossate come copricapo o portate in cima ad alte aste di legno, accompagnate da pifferi e tamburi.
Nella serata del martedì musicanti mascherati, detti Guggenmusiken, aspettano i turisti in Münsterplatz accompagnati da una moltitudine di lanterne per arrivare fino ai rintocchi delle quattro del mattino del giovedì, quando la manifestazione vi saluterà fino al nuovo anno.

Carnevale di Cadice
Undici giorni di festeggiamenti con artisti da tutta la penisola iberica per il Carnevale più vivace di tutta la Spagna continentale.
Un pubblico di migliaia di turisti provenienti da ogni angolo del mondo arrivano a Cadice per assistere alle numerose feste di piazza e all’esibizione di più di cento gruppi tra cori e musicisti che canteranno le “chirigotas” al Teatro Falla per l’annuale concorso canoro.
Un’esibizione senza sosta è in programma dalla sera del primo venerdì di Carnevale fino al mattino seguente con centinaia di gruppi che sfilano per le strade della città.
Per le sfilate in corteo la prima domenica ci sarà la “Sfilata Grande”, mentre per il week end successivo potrete partecipare alla “Sfilata dello Humour”, occasioni queste anche per lasciarsi tentare dai sapori andalusi che potrete assaggiare ai numerosi eventi gastronomici in programma.

Carnevale di Praga
Se volete vivere le atmosfere eleganti del Carnevale veneziano anche lontani dalla Laguna, dovete solo scegliere di volate a Praga per festeggiare il celebre Carnevale Boemo.
Il via alle danze inizieranno la sera del 5 febbraio presso il palazzo barocco del Clam-Gallas Palac, dove potrete partecipare a un elegante ballo in maschera con costumi e musiche che vi riporteranno indietro nel tempo.
Dal giorno successivo si proseguirà con sfilate nel centro storico della capitale ceca, fino all’evento della sera del martedì grasso con la suggestiva sfilata galleggiante sulla Moldava.

Carnevale di Lisbona
La capitale portoghese tornerà anche quest’anno ad ospitare il cosiddetto Carnevale dei Villani. Per cinque giornate luci e colori renderanno la città un grande palcoscenico dove sfilate di maschere e carri, concerti e manifestazioni di piazza, faranno vivere una grande festa con la partecipazione di centinaia di persone.
Il clou delle festeggiamenti ovviamente martedì grasso con l’evento finale chiamato Entrudo che prenderà il via dalle 3 del pomeriggio al Parque Nações, con manifestazioni e performance che andranno avanti per tutto il giorno fino al mercoledì delle ceneri quando con la tradizione dell'”Enterro do Carnaval” si saluta la baldoria fino all’anno prossimo.

Carnevale di Colonia
Colonia è una delle capitali mondiali del Carnevale che qui apre il sipario sulla “Quinta stagione dell’anno”, la Weiberfastnacht, il Carnevale declinato dal popolo tedesco.
Il Carnevale ha inizio con la giornata in cui le donne prendono il potere della città andando in giro a fare allegra baldoria e a tagliare cravatte ai malcapitati signori in cambio del bützen, un bacio sulla guancia.
Da non perdere il Karnevalssamstag, il carnevale del sabato con la sfilata della giubbe rosse a Neumarkt, il Lunedì delle Rose con migliaia di spettatori che assisteranno al corteo di carri che lanceranno fiori e dolci ed il martedì grasso con il rogo del Nubbel, simbolico fantoccio di paglia che porterà via tutti gli eccessi del carnevale. Qui trovate le altre feste di Carnevale sulle città del Reno: Carnevale in Germania.

Carnevale di Binche
Il Carnevale di Binche è il carnevale più famoso del Belgio. Binche è una città della Vallonia, a circa 60 km da Bruxelles che opsita questo Carnevale Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2003 che è diverso da qualunque altro.
La sua storia è antica e risale al periodo della conquista delle Americhe.
A quei tempi in occasione dei giorni di Carnevale fu organizzata una grande festa per impressionare il re di Spagna e gli esploratori spagnoli di ritorno in Europa.
Il Gille, la figura tradizionale del Carnevale di Binche, rappresenta infatti gli indigeni con i loro vestiti ornati di piume.
Feb 10, 2025 | Arte e cultura, Territori
Uno, due e tre… Su il sipario. Inutile negarlo anche quelli che snobbisticamente lo negano anche a se stessi tutti in questi giorni saranno sintonizzati sul teatro Ariston di Sanremo dove va in scena da 74 anni il festival della canzone italiana.
Cinque giorni intensi in cui tutto il mondo ruota intorno al capoluogo della Riviera dei Fiori.
Uno spaccato d’Italia che si rappresenta e si specchia nei suoi vizi e virtù anche la storia delle “canzonette” che attraversano i decenni con linguaggi che si modificano ma che mantengono immutati o quasi i capisaldi del bel canto all’italiana.
L’amore con i suoi sospiri, le sue gioie e le sue sofferenze domina nei testi ma anche un simbolo italico è molto presente: il vino.

Sanremo 2025 nei testi tanto cibo e un po’ di vino
Una presenza quella del mondo enogastronomico anche fra le sette note delle canzonette festivaliere che rappresenta simbologie diverse, ma che ha come comune denominatore essere portatore sano di gioia.
Cibo, vino e altre prelibatezze quest’anno dominano nei testi rovesciando il trend dello scorso anno dove ne cibo ne vino erano nei testi sanremesi. La cucina e i suoi manicaretti sono entrati nell’immaginario del festival 2025, andiamo a vedere i dettagli.
È Brunori Sas, con la sua poetica lieve e al tempo stesso profonda, spesso legata al tema della natura, il cantante che evoca in maniera più diretta il binomio food & wine: “Ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino, e che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane”, si ascolta nel suo brano L’albero delle noci.
Ma si riferiscono al cibo anche i Coma_Cose, che, in Cuoricini, scrivono: “Se mi trascuri impazzisco, come maionese. Porta un chilo di gelato, e poi nel dubbio porta un fiore”.
Più amaro Fedez, che, in Battito, canta “facciamo un po’ ciascuno, basta un po’ di zucchero e va giù pure il cianuro”.
Poi c’è Rocco Hunt che, da napoletano doc, non poteva non citare la bevanda-simbolo della sua città “e ora non mi ricordo più, com’è l’odore del caffè”, come fa anche il cantautore Simone Cristicchi “preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena”.
Ma ci sono anche le citazioni di Gaia “amo il cibo di strada“, Irama “appuntamenti nascosti in ristoranti costosi“, Olly “e metto ancora un piatto in più quando apparecchio a cena“, The Kolors “mi sento come l’ultima bottiglia che ho nel frigo“ e Tony Effe “io so che morderai la mela“.

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Festival: tutti i brani enoici nella storia
Se si riavvolge invece il nastro della memoria a ritroso e si torna indietro nei festival del passato davvero tanti e significativi i brani in cui il vino è presente.
Di vino parlavano i trionfatori del 2022 Mahmood e Blanco che in una strofa di “Brividi” recitano così “Tu, che mi svegli il mattino/Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mi mordi la pelle”.
Nel 2019 è invece il cantautore livornese Enrico Nigiotti che nella sua struggente “Nonno Hollywood” ricorda “Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino/Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino” ma anche (di nuovo) il vincitore Mahmood nella sua trionfante “Soldi” cantava del nobile frizzante francese nel passo “beve champagne sotto Ramadan”.
Nel 2012 una giovane Emma fresca vincitrice del talent Amici sul palco dell’Ariston si presentò con “Non è l’inferno” e quel testo che raccontava “Ho pensato a questo invito non per compassione/Ma per guardarla in faccia e farle assaporare/Un po’ di vino e un poco di mangiare”.
Con un salto indietro indietro di trent’anni di astemia eccoci al 1982 dove uno dei grandi evergreen non solo di Sanremo ma della storia della musica italiana celebra il vino come simbolo di “Felicità” titolo questo dell’immortale brano cantato da Albano e Romina Power che recita “Felicità/è un bicchiere di vino con un panino/la felicità è lasciarti un biglietto dentro al cassetto/la felicità”.
L’anno precedente una spumeggiante Loretta Goggi consegna ai posteri un altro sublime brano della musica italiana che si classifica al secondo posto ma conquista il cuore di tutti con “Voglia di stringersi e poi/Vino bianco, fiori e vecchie canzoni” strofa contenuta nella sua “Maledetta Primavera”.
Facciamo infine un altro salto indietro di dieci anni ed arriviamo al 1971 quando un giovane ma non imberbe Lucio Dalla – che nel festival di Sanremo dello scorso anno è stato commemorato in occasione degli 80 anni dalla sua nascita – sorprese il pubblico con l’immortale capolavoro “4/3/1943” che fra censure e cambi di testo non ha modificato mai il ritornello: “E ancora adesso che gioco a carte/E bevo vino/Per la gente (le puttane) del porto mi chiamo Gesù Bambino”.

Albano e Romina Power
Brani indimenticabili nella storia della musica
Ma ce ne sono tantissime di canzoni di grande successo e che non sono passate per il Festival di Sanremo, eppure hanno lasciato il segno nella musica e hanno comunque celebrato il vino.
Potremmo fare un passo tra i brani di Guccini e De Andrè, Battisti e Capossela ad esempio, oppure citare “Il primo bicchiere di vino” di Sergio Endrigo e il ben noto “Lambrusco e pop corn” di Ligabue.
Come non citare “L’eternità” di Fabrizio Moro, artista che in verità in più di qualche canzone osanna il vino: “È eterno il sorriso ingenuo di un bambino/Sono eterne le mie parole in un bicchiere di vino/È eterna la radice di un albero che ha visto la storia”. Oppure Nek con il suo “E da qui”: “E il rumore del mare/un bicchiere di vino insieme a tuo padre/aiutare qualcuno a sentirsi migliore”.
Ma ci sono anche le cantautrici donne a raccontare il vino da Malika Ayane con la sua “Senza fare sul serio” “Chi invecchiando è più acido/Chi come il vino migliora” alla voce graffiante e piena di romanità di Gabriella Ferri.
Si può fare un salto nel tempo tra la “Samarcanda” di Roberto Vecchioni “Brucian le divise dentro il fuoco la sera/Brucia nella gola vino a sazietà/Musica di tamburelli fino all’aurora”; con i “Quattro amici” di Gino Paoli “Si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà/tra un bicchier di vino ed un caffè/tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però”; o parlando alla “Luna” di Gianni Togni “Poi sopra i muri scrivo in latino/evviva le donne, evviva il buon vino.”
Giu 29, 2024 | Arte e cultura, Territori
Un arcipelago di 700 isole dominate dalla natura, di cui 16 meta turistica, implicano un immenso impegno da parte del Governo nella protezione e nella tutela della bellezza incontaminata di questo prezioso ecosistema; un impegno che si allarga all’attivazione di misure atte a sostenere l’economia delle comunità a garanzia di un adeguato stile di vita.
In tutto questo, c’è spazio anche per il nostro intervento in qualità di turista consapevole; farne parte è possibile

Dai coralli alle mangrovie, le Bahamas a tutela della propria biodiversità
Le Bahamas sono da tempo impegnate nella conservazione del delicato ecosistema che le caratterizza: se ne occupa il Bahamas National Trust, impegnato nella protezione di 33 aree designate parco nazionale.
Per terra, per mare, diverse sono le specie animali e vegetali in via d’estinzione o che stanno subendo danni per cause diverse: l’iguana delle rocce delle Bahamas per esempio, il corallo, il fenicottero delle Indie occidentali diventato uccello nazionale, ma anche le mangrovie e le zone umide, le grotte e il sistema reticolare sottomarino che creano.

Azioni concreti a contrasto dell’over tourism
Con quasi 10 milioni di arrivi turistici nel 2023, le Bahamas non possono che sentirsi in dovere di tutelare un patrimonio così importante, che attrae visitatori da tutto il mondo, e per questo si sono date 4 importanti obiettivi generali in altrettante macroaree d’intervento:
La vita sottomarina – Proteggere la biodiversità e la vita marina attraverso l’uso sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine.
Consumo e produzione responsabili – Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili nelle 16 isole e nelle migliaia di isolotti della nazione.
Azione per il clima – Intraprendere azioni urgenti per contrastare il cambiamento climatico e i suoi impatti.
Vita sulla Terra – Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri: gestione sostenibile delle foreste, arginamento di desertificazione, degrado del territorio e perdita di biodiversità.

Vacanza di volontariato ambientale: il vivaio di coralli
Diventare parte di tutto di questo è possibile: che stiate cercando un’eco-esperienza di un giorno o pianificando una vacanza di volontariato incentrata sull’ambiente, le Bahamas offrono decine di opportunità ai viaggiatori per fare la differenza in 16 isole uniche.
Questo viaggio all’insegna della conservazione degli ecosistemi della Bahamas parte dall’Oceano e in particolare, dai coralli: a Freeport sull’isola di Grand Bahama esiste un vivaio che, grazie a metodi innovativi, riesce a far crescere il corallo fino a 50 volte più velocemente di quanto cresca in natura, aumentandone al contempo la resistenza all’acidificazione e al riscaldamento degli oceani.
Il progetto si chiama Coral Vita, premiato nel 2021 Earthshot Prize nella categoria “Revive Our Oceans”.
Il vivaio attualmente propone un tour guidato da esperti membri di Coral Vita, durante il quale i visitatori imparano a conoscere i coralli e le barriere coralline, il perché della loro importanza, cosa sta succedendo loro e l’attività del centro.

Vacanza di volontariato ambientale: lo snorkeling per migliorare le barriere coralline
Restiamo sempre a Grand Bahama per partecipare a una delle diverse esperienze organizzate da West End Ecology Tours: si tratta di un’attività di snorkeling in collaborazione con Reef Rescue Network , un network di organizzazioni non profit e imprese a scopo di lucro impegnate a migliorare le condizioni delle barriere coralline e nel ripristino delle popolazioni di coralli e altre specie che ne rafforzino la resilienza.
La Reef Rescue Snorkel Experience comprende cinque incredibili barriere coralline per lo snorkeling, ottimi punti di vista per osservare la varietà di pesci che popolano queste acque tra barriere coralline e relitti di barche: squali nutrice, razze, murene, tartarughe e migliaia di altri pesci.
Vacanza di volontariato ambientale: la mangrovia salva oceano

Vacanza di volontariato ambientale: salvare le mangrovie
Dal mare alla terra, c’è una pianta che letteralmente tiene ‘il piede in due scarpe’: è la mangrovia che, ancorata al litorale, affonda le radici nel mare; una componente essenziale degli ecosistemi tropicali perché una foresta di mangrovie assorbe il carbonio 4 volte di più di una foresta pluviale delle stesse dimensioni, previene l’erosione della terra e funziona come barriera contro onde e tempeste, proteggendo le coste e le persone che le abitano.
Inoltre, gli intricati sistemi di radici fungono da santuari per una miriade di organismi marini, rendendoli vitali per l’equilibrio ecologico dei nostri oceani
Ma la sua caratteristica più sorprendente, è quella di essere l’unica specie di alberi capace di prosperare nell’acqua salata, perché in grado di desalinizzarla.
In occasione della Giornata della Terra il governo delle Bahamas ha varato il lancio di due iniziative, nell’ambito della campagna “For The Love of Mangrove”, volte a rafforzare la salute e il ripristino degli alberi di mangrovie devastati dall’uragano Dorian nel 2019.
La prima, ‘Magia delle mangrovie’ consiste in una competizione tra Team Tourism e partner come il Bahamas National Trust, Waterkeepers e Friends of the Environment; vince chi pianta il maggior numero di propaguli di mangrovie per far crescere nuovi alberi. La seconda iniziativa, ‘Adopt-a-Mangrove’ incoraggia a contribuire finanziariamente al sostentamento del progetto di ripristino delle mangrovie in collaborazione con le organizzazioni partner. È possibile visitare la nursery delle mangrovie e partecipare attivamente alla loro piantagione

Vacanza di volontariato ambientale: i parchi nazionali
Fatto salvo per queste e altre iniziative più particolari, la tutela della bellezza incontaminata delle isole e degli ecosistemi unici e delicati che le caratterizzano, fa capo al Bahamas National Trust, già citato precedentemente.
Numerosi i parchi nazionali e le aree protette (33 in tutto) con ruolo cruciale nella conservazione degli ecosistemi naturali delle Bahamas e che garantiscono il privilegio di poter conoscere tesori di biodiversità e la possibilità di fare turismo in luoghi preservati e autentici: dalla scoperta di sistemi di grotte sottomarine e di tracce dei nativi Lucayan (Lucayan National Park – Grand Bahama), ai blue holes di Andros protetti all’interno del Blue Holes National Park, dalle passeggiate tra piante e fiori autoctoni ed endemici presso il Leon Levy Native Plant Preserve di Eleuthera, alla vergine e intoccata bellezza di Conception Island – Rum Cay, raramente visitata, rigogliosa di ecosistemi intatti tra spiagge di sabbia rosa, splendide scogliere di arenaria, mangrovie e una straordinaria abbondanza di fauna selvatica sulla terraferma e nel mare.