Gen 19, 2025 | Arte e cultura
Carnevale è il momento migliore per prendersi un periodo di vacanze e andare a divertirsi fra sfilate e coriandoli.
L’Europa è piena di straordinari Carnevali, da nord a sud ed ecco per voi una selezione dei migliori carnevali che meritano una visita nel vecchio continente.
Carnevale delle Canarie
Da Lanzarote a Santa Cruz de la Palma, tutte le isole delle Canarie dai primi giorni di febbraio si illuminano di grandi feste di piazza che chiamano gli isolani a festeggiare il Carnevale in stile sudamericano a Tenerife, a Gran Canaria, a Lanzarote, a Fuerteventura e a Isola de la Palma.
Sfilate sgargianti con le immancabili scuole di samba in primo piano; esibizioni dei gruppi musicali ambulanti chiamate “murgas”, cortei di maschere dai mille colori e come epilogo, come da tradizione dei paesi spagnoli, l’“Entierro della sardina”, la sepoltura di un grande pesce di cartapesta come gran finale di una grande festa che vi aspetta tra sole e mare di fronte alle coste africane in clima favorevole anche a febbraio.
Carnevale di Nizza
In Costa Azzurra anche quest’anno sono in programma grandi festeggiamenti per quello che è uno dei Carnevali più noti d’Europa, il Carnaval de Nice.
Si parte tra luci, feste e sfilate con più di mille musicisti e ballerini internazionali che si esibiscono lungo le strade della città francese decorata e colorata di tutto punto, specialmente in Piazza Massèna e nella celebre Promenade des Anglais dove si potrà assistere alla “battaglia dei fiori“, quando personaggi in costume lanceranno dai carri gigli, gerbere e mimose ai presenti.
Per due settimane le feste sulla perla del Mediterraneo paiono non interrompersi mai. Una grande festa senza notte e giorno di maschere, fiori e tanta allegria.
Carnevale di Basilea
Sulle sponde del Reno, al confine tra Francia e Germania si festeggerà il popolare Carnevale di Basilea. Lanterne colorate sfilano per le strade del centro storico della città elvetica, rinnovando la secolare tradizione della Morgenstraich.
Alle quattro del mattino del primo lunedì successivo al mercoledì delle ceneri, le luci del centro storico della città vengono spente e prende il via il corteo luminoso con lanterne indossate come copricapo o portate in cima ad alte aste di legno, accompagnate da pifferi e tamburi.
Nella serata del martedì musicanti mascherati, detti Guggenmusiken, aspettano i turisti in Münsterplatz accompagnati da una moltitudine di lanterne per arrivare fino ai rintocchi delle quattro del mattino del giovedì, quando la manifestazione vi saluterà fino al nuovo anno.
Carnevale di Cadice
Undici giorni di festeggiamenti con artisti da tutta la penisola iberica per il Carnevale più vivace di tutta la Spagna continentale.
Un pubblico di migliaia di turisti provenienti da ogni angolo del mondo arrivano a Cadice per assistere alle numerose feste di piazza e all’esibizione di più di cento gruppi tra cori e musicisti che canteranno le “chirigotas” al Teatro Falla per l’annuale concorso canoro.
Un’esibizione senza sosta è in programma dalla sera del primo venerdì di Carnevale fino al mattino seguente con centinaia di gruppi che sfilano per le strade della città.
Per le sfilate in corteo la prima domenica ci sarà la “Sfilata Grande”, mentre per il week end successivo potrete partecipare alla “Sfilata dello Humour”, occasioni queste anche per lasciarsi tentare dai sapori andalusi che potrete assaggiare ai numerosi eventi gastronomici in programma.
Carnevale di Praga
Se volete vivere le atmosfere eleganti del Carnevale veneziano anche lontani dalla Laguna, dovete solo scegliere di volate a Praga per festeggiare il celebre Carnevale Boemo.
Il via alle danze inizieranno la sera del 5 febbraio presso il palazzo barocco del Clam-Gallas Palac, dove potrete partecipare a un elegante ballo in maschera con costumi e musiche che vi riporteranno indietro nel tempo.
Dal giorno successivo si proseguirà con sfilate nel centro storico della capitale ceca, fino all’evento della sera del martedì grasso con la suggestiva sfilata galleggiante sulla Moldava.
Carnevale di Lisbona
La capitale portoghese tornerà anche quest’anno ad ospitare il cosiddetto Carnevale dei Villani. Per cinque giornate luci e colori renderanno la città un grande palcoscenico dove sfilate di maschere e carri, concerti e manifestazioni di piazza, faranno vivere una grande festa con la partecipazione di centinaia di persone.
Il clou delle festeggiamenti ovviamente martedì grasso con l’evento finale chiamato Entrudo che prenderà il via dalle 3 del pomeriggio al Parque Nações, con manifestazioni e performance che andranno avanti per tutto il giorno fino al mercoledì delle ceneri quando con la tradizione dell'”Enterro do Carnaval” si saluta la baldoria fino all’anno prossimo.
Carnevale di Colonia
Colonia è una delle capitali mondiali del Carnevale che qui apre il sipario sulla “Quinta stagione dell’anno”, la Weiberfastnacht, il Carnevale declinato dal popolo tedesco.
Il Carnevale ha inizio con la giornata in cui le donne prendono il potere della città andando in giro a fare allegra baldoria e a tagliare cravatte ai malcapitati signori in cambio del bützen, un bacio sulla guancia.
Da non perdere il Karnevalssamstag, il carnevale del sabato con la sfilata della giubbe rosse a Neumarkt, il Lunedì delle Rose con migliaia di spettatori che assisteranno al corteo di carri che lanceranno fiori e dolci ed il martedì grasso con il rogo del Nubbel, simbolico fantoccio di paglia che porterà via tutti gli eccessi del carnevale. Qui trovate le altre feste di Carnevale sulle città del Reno: Carnevale in Germania.
Carnevale di Binche
Il Carnevale di Binche è il carnevale più famoso del Belgio. Binche è una città della Vallonia, a circa 60 km da Bruxelles che opsita questo Carnevale Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2003 che è diverso da qualunque altro.
La sua storia è antica e risale al periodo della conquista delle Americhe.
A quei tempi in occasione dei giorni di Carnevale fu organizzata una grande festa per impressionare il re di Spagna e gli esploratori spagnoli di ritorno in Europa.
Il Gille, la figura tradizionale del Carnevale di Binche, rappresenta infatti gli indigeni con i loro vestiti ornati di piume.
Giu 29, 2024 | Arte e cultura, Territori
Un arcipelago di 700 isole dominate dalla natura, di cui 16 meta turistica, implicano un immenso impegno da parte del Governo nella protezione e nella tutela della bellezza incontaminata di questo prezioso ecosistema; un impegno che si allarga all’attivazione di misure atte a sostenere l’economia delle comunità a garanzia di un adeguato stile di vita.
In tutto questo, c’è spazio anche per il nostro intervento in qualità di turista consapevole; farne parte è possibile
Dai coralli alle mangrovie, le Bahamas a tutela della propria biodiversità
Le Bahamas sono da tempo impegnate nella conservazione del delicato ecosistema che le caratterizza: se ne occupa il Bahamas National Trust, impegnato nella protezione di 33 aree designate parco nazionale.
Per terra, per mare, diverse sono le specie animali e vegetali in via d’estinzione o che stanno subendo danni per cause diverse: l’iguana delle rocce delle Bahamas per esempio, il corallo, il fenicottero delle Indie occidentali diventato uccello nazionale, ma anche le mangrovie e le zone umide, le grotte e il sistema reticolare sottomarino che creano.
Azioni concreti a contrasto dell’over tourism
Con quasi 10 milioni di arrivi turistici nel 2023, le Bahamas non possono che sentirsi in dovere di tutelare un patrimonio così importante, che attrae visitatori da tutto il mondo, e per questo si sono date 4 importanti obiettivi generali in altrettante macroaree d’intervento:
La vita sottomarina – Proteggere la biodiversità e la vita marina attraverso l’uso sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine.
Consumo e produzione responsabili – Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili nelle 16 isole e nelle migliaia di isolotti della nazione.
Azione per il clima – Intraprendere azioni urgenti per contrastare il cambiamento climatico e i suoi impatti.
Vita sulla Terra – Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri: gestione sostenibile delle foreste, arginamento di desertificazione, degrado del territorio e perdita di biodiversità.
Vacanza di volontariato ambientale: il vivaio di coralli
Diventare parte di tutto di questo è possibile: che stiate cercando un’eco-esperienza di un giorno o pianificando una vacanza di volontariato incentrata sull’ambiente, le Bahamas offrono decine di opportunità ai viaggiatori per fare la differenza in 16 isole uniche.
Questo viaggio all’insegna della conservazione degli ecosistemi della Bahamas parte dall’Oceano e in particolare, dai coralli: a Freeport sull’isola di Grand Bahama esiste un vivaio che, grazie a metodi innovativi, riesce a far crescere il corallo fino a 50 volte più velocemente di quanto cresca in natura, aumentandone al contempo la resistenza all’acidificazione e al riscaldamento degli oceani.
Il progetto si chiama Coral Vita, premiato nel 2021 Earthshot Prize nella categoria “Revive Our Oceans”.
Il vivaio attualmente propone un tour guidato da esperti membri di Coral Vita, durante il quale i visitatori imparano a conoscere i coralli e le barriere coralline, il perché della loro importanza, cosa sta succedendo loro e l’attività del centro.
Vacanza di volontariato ambientale: lo snorkeling per migliorare le barriere coralline
Restiamo sempre a Grand Bahama per partecipare a una delle diverse esperienze organizzate da West End Ecology Tours: si tratta di un’attività di snorkeling in collaborazione con Reef Rescue Network , un network di organizzazioni non profit e imprese a scopo di lucro impegnate a migliorare le condizioni delle barriere coralline e nel ripristino delle popolazioni di coralli e altre specie che ne rafforzino la resilienza.
La Reef Rescue Snorkel Experience comprende cinque incredibili barriere coralline per lo snorkeling, ottimi punti di vista per osservare la varietà di pesci che popolano queste acque tra barriere coralline e relitti di barche: squali nutrice, razze, murene, tartarughe e migliaia di altri pesci.
Vacanza di volontariato ambientale: la mangrovia salva oceano
Vacanza di volontariato ambientale: salvare le mangrovie
Dal mare alla terra, c’è una pianta che letteralmente tiene ‘il piede in due scarpe’: è la mangrovia che, ancorata al litorale, affonda le radici nel mare; una componente essenziale degli ecosistemi tropicali perché una foresta di mangrovie assorbe il carbonio 4 volte di più di una foresta pluviale delle stesse dimensioni, previene l’erosione della terra e funziona come barriera contro onde e tempeste, proteggendo le coste e le persone che le abitano.
Inoltre, gli intricati sistemi di radici fungono da santuari per una miriade di organismi marini, rendendoli vitali per l’equilibrio ecologico dei nostri oceani
Ma la sua caratteristica più sorprendente, è quella di essere l’unica specie di alberi capace di prosperare nell’acqua salata, perché in grado di desalinizzarla.
In occasione della Giornata della Terra il governo delle Bahamas ha varato il lancio di due iniziative, nell’ambito della campagna “For The Love of Mangrove”, volte a rafforzare la salute e il ripristino degli alberi di mangrovie devastati dall’uragano Dorian nel 2019.
La prima, ‘Magia delle mangrovie’ consiste in una competizione tra Team Tourism e partner come il Bahamas National Trust, Waterkeepers e Friends of the Environment; vince chi pianta il maggior numero di propaguli di mangrovie per far crescere nuovi alberi. La seconda iniziativa, ‘Adopt-a-Mangrove’ incoraggia a contribuire finanziariamente al sostentamento del progetto di ripristino delle mangrovie in collaborazione con le organizzazioni partner. È possibile visitare la nursery delle mangrovie e partecipare attivamente alla loro piantagione
Vacanza di volontariato ambientale: i parchi nazionali
Fatto salvo per queste e altre iniziative più particolari, la tutela della bellezza incontaminata delle isole e degli ecosistemi unici e delicati che le caratterizzano, fa capo al Bahamas National Trust, già citato precedentemente.
Numerosi i parchi nazionali e le aree protette (33 in tutto) con ruolo cruciale nella conservazione degli ecosistemi naturali delle Bahamas e che garantiscono il privilegio di poter conoscere tesori di biodiversità e la possibilità di fare turismo in luoghi preservati e autentici: dalla scoperta di sistemi di grotte sottomarine e di tracce dei nativi Lucayan (Lucayan National Park – Grand Bahama), ai blue holes di Andros protetti all’interno del Blue Holes National Park, dalle passeggiate tra piante e fiori autoctoni ed endemici presso il Leon Levy Native Plant Preserve di Eleuthera, alla vergine e intoccata bellezza di Conception Island – Rum Cay, raramente visitata, rigogliosa di ecosistemi intatti tra spiagge di sabbia rosa, splendide scogliere di arenaria, mangrovie e una straordinaria abbondanza di fauna selvatica sulla terraferma e nel mare.
Giu 28, 2024 | Arte e cultura, Territori
I siti patrimonio Unesco giocano un ruolo fondamentale nel preservare e promuovere la cultura di un luogo.
Questi siti rappresentano le radici storiche, artistiche e naturali di una nazione, custodendo le tradizioni e le storie che hanno plasmato le comunità nel corso dei secoli.
Attraverso la sua ricerca, Preply ha focalizzato l’attenzione su scala mondiale e nazionale, individuando i paesi e le regioni italiane con il maggior numero di siti Unesco.
La Grande Muraglia, Cina
Tutte le curiosità
Cina unica nazione extraeuropea tra le prime 5, sorpresa per la Germania.
L’Italia, con il suo vasto patrimonio, si conferma al primo posto per numero di siti Unesco, totalizzando ben 59 riconoscimenti.
Il Paese detiene due primati: è sia la nazione con il maggior numero di siti Unesco in assoluto sia quella con il maggior numero di patrimoni culturali.
È interessante notare che nonostante la Cina sia solo di due siti dietro l’Italia, la sua estensione territoriale è oltre trenta volte più grande.
Questo contrasto sottolinea in modo ancora più netto l’incredibile ricchezza e diversità del patrimonio italiano.
Non se la cava per niente male la Germania, che supera, anche se di poco, con la maestosa Cattedrale di Colonia e tanti altri luoghi di interesse, Francia e Spagna, dimostrando la sua notevole presenza nella classifica Unesco.
La classifica italiana
E a livello regionale?
Lombardia e Valle d’Aosta-Molise: testa e coda della classifica italiana
La Lombardia, con 10 patrimoni Unesco, dei quali 6 condivisi con altre regioni e Stati, si colloca al primo posto nella classifica delle regioni con più siti Unesco.
Proprio questa regione annovera il primo sito italiano ad aver ottenuto tale riconoscimento nel 1979: le Incisioni Rupestri della Val Camonica, con oltre 140.000 segni preistorici conosciuti come tra i quali la celebre Rosa Camuna, simbolo della regione inciso su centinaia di rocce.
Al secondo posto un’altra regione del nord Italia, il Veneto, che cattura l’immaginazione con le sue città iconiche Venezia e Verona, ma anche con paesaggi maestosi come le Dolomiti, condivise ovviamente con Trentino e Friuli, che offrono scenari naturali di incomparabile bellezza, arricchendo il patrimonio della regione.
La Toscana segue subito dopo nella classifica con 8 siti Unesco. Una regione che incanta con la sua fusione di cultura e paesaggio, con città come Firenze, Siena, Pisa, insieme alla suggestiva Val d’Orcia, riconosciuta per la sua bellezza naturale e il suo influsso sulla cultura agricola e vitivinicola.
A chiudere la classifica, al quarto posto, un’altra regione del sud, rinomata per le sue ricchezze culturali e naturali e in ultima posizione al quinto, a pari merito, si collocano un’altra regione del nord e una del sud, entrambe con 6 siti. Al di fuori della classifica rimangono la Valle d’Aosta e il Molise, che non hanno ricevuto alcun riconoscimento Unesco.
Mag 11, 2024 | Arte e cultura, Territori
Apenera, il gin siciliano prodotto solo con ingredienti e botaniche dell’isola, ha conquistato la giuria di “The Gin Guide Awards” la più autorevole competizione mondiale dedicata al gin e porta a casa il miglior risultato per la categoria “Contemporary Gin”.
Dalla Sicilia con furore
Tra i migliori gin del mondo ce n’è uno siciliano, è Apenera, il gin distillato in Sicilia che utilizza esclusivamente ingredienti e botaniche dell’isola. Un gin che ha conquistato la giuria della rigorosa competizione internazionale indipendente “The Gin Guide Awards”.
Apenera Gin ha superato tre batterie di test alla cieca ed è stato decretato vincitore per la categoria “Contemporary Gin”, conquistando i giudici provenienti da tutto il mondo per la qualità delle sue straordinarie botaniche, i profumi e gli aromi che raccontano di Sicilia, la grande morbidezza e la sua spiccata eleganza.
Protagoniste di Apenera, gin prodotto esclusivamente con botaniche del territorio siciliano seguendo processi volti alla sostenibilità, sono le bacche di ginepro dell’Etna a cui si accompagnano: la scorza dell’arancia di Ribera IGP, il limone e il pompelmo rosa di Siracusa e il miele di api nere, che dona delle note agrumate e speziate alla struttura del liquore.
E poi ancora entrano nel ricchissimo bouquet: il basilico, i semi di finocchietto selvatico, il timo capocchiuto, la menta di agrigento e la salvia di Ragusa, note vegetali che bilanciano i picchi agrumati e lasciano al palato la freschezza di un gin unico nella complessità dei suoi profumi.
Le mandorle e le noci della Val di Noto completano la struttura e conferiscono morbidezza, mentre le mele Lappedde del messinese e i mirtilli neri dell’Etna donano densità, unendo tutti gli aromi in una sinfonia elegante e ricercata.
Due giovani imprenditori, cervelli di ritorno
“Una gioia immensa e tanta soddisfazione che ci ripaga da tutti gli sforzi condotti negli ultimi due anni per portare avanti il nostro progetto – affermano Jerry Prestigiacomo e Giusy Cipolla, i due giovani fondatori e creatori di Apenera Gin, tornati ad investire in Sicilia dopo un lungo periodo all’estero. “La nostra idea – continuano – è quella di associare l’immagine dell’Ape Nera Mellifera Siciliana alla storia dei Siciliani. Un popolo che, come le Api Nere, ha resistito e resiste tutt’ora alle migrazioni e alle tante contraddizioni che caratterizzano la nostra isola, e che adesso con tanto sforzo e coraggio vuole tornare a vivere le città e raccontare della bellezza delle proprie origini da protagonista. Questo premio ci da la forza necessaria per continuare a credere nei nostri sogni.”
Apenera, nasce nel 2021 ad Aragona, paesino a 10 km dalla Valle dei Templi di Agrigento e dalla Scala dei turchi, entrambi Patrimonio UNESCO. Qui un vecchio deposito di frutta secca è stato sapientemente ristrutturato e adesso ospita un distillatore in rame realizzato in maniera artigianale dalla famiglia tedesca Müller, leader nel mondo della produzione di alambicchi dal 1929. Il distillatore chiamato affettuosamente “Mimì” è stato progettato con un cestello a sospensione per le botaniche più delicate e un pre-condensatore, che estraendo gli oli essenziali con delicatezza e nel massimo rispetto della materia prima, permette la produzione di un gin dal gusto complesso ed elegante, che ha conquistato i giudici dell’autorevole competizione internazionale.
Con la vittoria del “The Gin Guide Awards” un gin 100% siciliano entra ufficialmente nell’olimpo degli spirits internazionali.
Feb 6, 2024 | Arte e cultura, Territori
Uno, due e tre… Su il sipario. Inutile negarlo anche quelli che snobbisticamente lo negano anche a se stessi tutti in questi giorni saranno sintonizzati sul teatro Ariston di Sanremo dove va in scena da 74 anni il festival della canzone italiana.
Cinque giorni intensi in cui tutto il mondo ruota intorno al capoluogo della Riviera dei Fiori.
Uno spaccato d’Italia che si rappresenta e si specchia nei suoi vizi e virtù anche la storia delle “canzonette” che attraversano i decenni con linguaggi che si modificano ma che mantengono immutati o quasi i capisaldi del bel canto all’italiana.
L’amore con i suoi sospiri, le sue gioie e le sue sofferenze domina nei testi ma anche un simbolo italico è molto presente: il vino.
Sanremo 2024 senza eno canzoni in gara
Una presenza quella del mondo enoico anche fra le sette note delle canzonette festivaliere e che ci rappresenta simbologie diverse, ma che ha come comune denominatore essere portatore sano di gioia.
Quando ieri sera Amadeus ha dato il via al grande evento siamo rimasti sorpresi che in questa edizione mancano citazioni a Bacco.
Al vino da sempre si dedicano tante canzoni, ma quest’anno fra i big in gara un po’ di odor di vino lo si può intuire solo nel brano “Ma non tutta la vita” dei Ricchi e Poveri nella strofa “prendo già da bare, i tuoi gusti li conosco”…
Lo scorso anno furono invece due gli artisti a parlare di vino. Elodie cantava “sei il vino che mi ubriaca” in “Due”, e gli Articolo 31 hanno cantato “un uomo è come il vino, il tempo lo impreziosisce”.
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Festival nella storia: tutti i brani che raccontano il vino
Se si riavvolge invece il nastro della memoria a ritroso e si torna indietro nei festival del passato davvero tanti e significativi i brani in cui il vino è presente.
Di vino parlavano anche i trionfatori del 2022 Mahmood e Blanco che in una strofa di “Brividi” recitano così “Tu, che mi svegli il mattino/Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mi mordi la pelle”.
Nel 2019 è invece il cantautore livornese Enrico Nigiotti che nella sua struggente “Nonno Hollywood” ricorda “Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino/Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino” ma anche (di nuovo) il vincitore Mahmood nella sua trionfante “Soldi” cantava del nobile frizzante francese nel passo “beve champagne sotto Ramadan”.
Nel 2012 una giovane Emma fresca vincitrice del talent Amici sul palco dell’Ariston si presentò con “Non è l’inferno” e quel testo che raccontava “Ho pensato a questo invito non per compassione/Ma per guardarla in faccia e farle assaporare/Un po’ di vino e un poco di mangiare”.
Con un salto indietro indietro di trent’anni di astemia eccoci al 1982 dove uno dei grandi evergreen non solo di Sanremo ma della storia della musica italiana celebra il vino come simbolo di “Felicità” titolo questo dell’immortale brano cantato da Albano e Romina Power che recita “Felicità/è un bicchiere di vino con un panino/la felicità è lasciarti un biglietto dentro al cassetto/la felicità”.
L’anno precedente una spumeggiante Loretta Goggi consegna ai posteri un altro sublime brano della musica italiana che si classifica al secondo posto ma conquista il cuore di tutti con “Voglia di stringersi e poi/Vino bianco, fiori e vecchie canzoni” strofa contenuta nella sua “Maledetta Primavera”.
Facciamo infine un altro salto indietro di dieci anni ed arriviamo al 1971 quando un giovane ma non imberbe Lucio Dalla – che nel festival di Sanremo dello scorso anno è stato commemorato in occasione degli 80 anni dalla sua nascita – sorprese il pubblico con l’immortale capolavoro “4/3/1943” che fra censure e cambi di testo non ha modificato mai il ritornello: “E ancora adesso che gioco a carte/E bevo vino/Per la gente (le puttane) del porto mi chiamo Gesù Bambino”.
Albano e Romina Power
Brani indimenticabili
Ma ce ne sono tantissime di canzoni di grande successo e che non sono passate per il Festival di Sanremo, eppure hanno lasciato il segno nella musica e hanno comunque celebrato il vino.
Potremmo fare un passo tra i brani di Guccini e De Andrè, Battisti e Capossela ad esempio, oppure citare “Il primo bicchiere di vino” di Sergio Endrigo e il ben noto “Lambrusco e pop corn” di Ligabue.
Come non citare “L’eternità” di Fabrizio Moro, artista che in verità in più di qualche canzone osanna il vino: “È eterno il sorriso ingenuo di un bambino/Sono eterne le mie parole in un bicchiere di vino/È eterna la radice di un albero che ha visto la storia”. Oppure Nek con il suo “E da qui”: “E il rumore del mare/un bicchiere di vino insieme a tuo padre/aiutare qualcuno a sentirsi migliore”.
Ma ci sono anche le cantautrici donne a raccontare il vino da Malika Ayane con la sua “Senza fare sul serio” “Chi invecchiando è più acido/Chi come il vino migliora” alla voce graffiante e piena di romanità di Gabriella Ferri.
Si può fare un salto nel tempo tra la “Samarcanda” di Roberto Vecchioni “Brucian le divise dentro il fuoco la sera/Brucia nella gola vino a sazietà/Musica di tamburelli fino all’aurora”; con i “Quattro amici” di Gino Paoli “Si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà/tra un bicchier di vino ed un caffè/tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però”; o parlando alla “Luna” di Gianni Togni “Poi sopra i muri scrivo in latino/evviva le donne, evviva il buon vino.”
Gen 28, 2024 | Arte e cultura, Territori
Il 26 gennaio Tartu e l’Estonia meridionale hanno iniziato il loro anno come Capitale europea della cultura. Dopo Bad Ischl-Saltzkammergut in Austria e prima di Bodø in Norvegia, la seconda città più grande dell’Estonia ha inaugurato un anno dai mille eventi con il grande spettacolo di apertura “All Is One!”.
Mille eventi in un anno
Un pubblico di migliaia di persone si è riunito nel cuore della città universitaria sulle rive del fiume Emajõgi. Lo spettacolo, con un cast di oltre 100 attori, ballerini e musicisti, è stato aperto dal Presidente dell’Estonia Alar Karis, dalla Rappresentante della Commissione europea Kadri Simson e dal Sindaco di Tartu, Urmas Klaas.
Il presidente Alar Karis ha sottolineato nel suo discorso di apertura che Tartu è stata il centro della cultura e dello spirito estone nel corso dei secoli.
“Spero che lo spirito di coloro sulle cui spalle poggiamo porti con forza l’intero anno del riconoscimento di Capitale europea della cultura sia qui nella mia città natale che nel resto dell’Estonia”.
Il sindaco di Tartu ha fatto riferimento al presidente Lennart Meri e alla sua idea di un’Europa affermativa.
“Il Presidente Meri ha detto che un prerequisito per un’Unione europea funzionale è dire sì. Sì alle differenze, che a loro volta sono un sì alla forza. Credo e spero che l’anno di Tartu e dell’Estonia meridionale come Capitale europea della cultura sarà un anno in cui si dirà sì in tutta Europa”. Il sindaco ha sottolineato il tema di Tartu 2024, “Arts of Survival“, che sottolinea la libertà e la forza nella diversità.
Lo spettacolo di apertura “All Is One!” era incentrato sull’importanza di stare con i propri cari e di creare legami. Inoltre, ha mostrato il passato, il presente e il futuro di Tartu attraverso la danza, il canto e l’arte visiva. Gli amati gruppi estoni Trad.Attack!, Sander Mölder, Lonitseera e molti altri artisti, attori e ballerini sono saliti sul palco insieme ai bambini e agli anziani del luogo. In totale, più di cento persone sono salite sul palco.
A proposito di Estonia
La Capitale europea della cultura Tartu 2024 è l’evento principale di quest’anno in Estonia.
Il programma annuale di Tartu e dell’Estonia meridionale presenta oltre 1.000 eventi ispirati al concetto artistico Arts of Survival o alle conoscenze, alle abilità e ai valori che aiuteranno a condurre una buona vita in futuro.
Natura, cultura, arte, storia, ma anche innovazione e modernità sono le innumerevoli esperienze racchiuse in un viaggio in Estonia, paese dalle mille sfaccettature, con una popolazione di 1.300.000 abitanti su una superfice di 45.300 kmq, che aspetta solo di essere scoperto.
Un arcobaleno di colori. Dal verde dei boschi, che occupano il 51% del paese, al blu del mare e degli innumerevoli corsi d’acqua e laghi, al rosso e viola dei tramonti infuocati, dal bianco candore delle immense distese di neve nei mesi invernali agli innumerevoli toni di giallo e marrone delle torbiere: un vero piacere per gli occhi e per la mente.
Dalle lunghe notti d’estate a una sorprendente “quinta stagione”, fino a una combinazione di profumi baltici, nordici e scandinavi, l’Estonia è un mistero che si svela ai viaggiatori curiosi, liberi di esplorare a modo proprio un luogo unico e senza tempo. Qui la natura fa da padrona, ma al contempo un rapido sviluppo tecnologico ha contribuito a rendere l’Estonia un paese digitale e uno dei più informatizzati al mondo, combinando con molta semplicità tradizione e innovazione, l’architettura del legno con gli ambienti tecnologici più innovativi. Qui tutto si può fare online, tranne sposarsi e divorziare!
Un viaggio in Estonia combina la voglia di perdersi nella natura con il desiderio di rivivere tradizioni storiche come una visita alla città di Tallinn, patrimonio mondiale dell’UNESCO, il cui centro medioevale è uno dei meglio conservati al mondo. E non si può certo dimenticare Tartu nel sud del paese, la più antica città baltica, sede della prima università del nord Europa. L’Estonia vi sorprenderà col calore dei suoi abitanti, i mille sapori della sua variegata cucina, i colori della natura, la sua storia e le sue tradizioni.