Le 12 cattedrali e basiliche gotiche più belle d’Europa

Le 12 cattedrali e basiliche gotiche più belle d’Europa

L’architettura gotica rifletteva gli ideali, i gusti e la spiritualità dell’epoca. Dopo il periodo più buio del romanico, si cercarono luce e verticalità, caratteristiche essenziali dell’architettura delle chiese e delle cattedrali gotiche, con le variopinte vetrate che lluminano gli spazi interni con una miriade di colori.
L’architettura gotica nacque nel XII secolo, forse ispirata dai Goti che occupavano gran parte del continente, e divenne nota come “stile francese”; solo nel XVI secolo fu chiamata “gotica”, termine usato in modo dispregiativo, in quanto i Goti erano considerati barbari.
Le prime cattedrali gotiche risalgono alla seconda metà del XII secolo, per costruirle venivano chiamati i migliori architetti, scalpellini, carpentieri e vetrai e la loro realizzazione poteva richiedere centinaia di anni di lavoro e il contributo di intere città.

Sebbene esempi di architettura gotica siano presenti in molti palazzi, municipi e castelli dell’epoca, questo stile trova la sua massima espressione nelle splendide cattedrali e Basiliche presenti nel vecchio continente. Per questo motivo, il potente motore di ricerca di voli e hotel jetcost.it ha voluto consultare i suoi utenti su quali sono quelle che considerano più monumentali e imponenti; e dai risultati del sondaggio è emerso che due di queste sono in Italia: il Duomo di Milano e la Basilica di San Francesco d’Assisi.

1 – Duomo di Milano (Italia)

Milano è una città vibrante e vivace e la sua storica cattedrale è considerata il cuore della città.
È dedicata a Santa Maria e la figura dorata della Madonna, appollaiata sulla guglia più alta, è un emblema della città. È la chiesa più grande d’Italia dopo San Pietro in Vaticano e può ospitare fino a 40.000 persone.
È riccamente ornata di sculture gotiche, figure e gargoyles. Tra queste, la “Nuova Legge” (1810), che potrebbe aver ispirato Auguste Bartholdi per la sua Statua della Libertà a New York.
La costruzione del Duomo di Milano è durata più di 600 anni ed è ancora incompiuta.
La sua facciata fu inaugurata nel 1418, ma rimase incompleta per secoli fino all’intervento di Napoleone. È ancora in fase di restauro e pulizia per preservare i suoi marmi bianchi e rosa.

2 – Basilica di San Francesco d’Assisi (Italia)

La Basilica di San Francesco d’Assisi è una popolare meta di pellegrinaggio per i cattolici di tutto il mondo.
La sua architettura sorprende i visitatori, è un vero e proprio mix di elementi gotici e romanici.
Simboleggia l’inizio di un nuovo periodo creativo. Infatti, la basilica appare come una vera e propria chiesa doppia, con edifici e funzioni distinte.
La Basilica Superiore, di stile prettamente gotico, destinata agli eventi e alla predicazione, mentre la Basilica Inferiore, con la cripta di San Francesco, destinata alla riflessione e alla devozione privata. Il progetto della chiesa raggiunge un insieme raffinato ed equilibrato; sono presenti elementi legati alla tradizione romanica umbra, come la facciata a capanna e le robuste torri quadrangolari, e parti ispirate allo stile gotico più contemporaneo. Gli archi a sesto acuto della navata, i contrafforti e le volte a crociera sono esempi di questa influenza.

3 – Cattedrale di Burgos (Spagna)

La Cattedrale di Burgos è una chiesa dedicata alla Vergine Maria, come molte altre, famosa per le sue grandi dimensioni e la sua singolare architettura gotica; è stata la prima cattedrale gotica della penisola iberica e il suo nome originale è Santa Iglesia Catedral Basílica Metropolitana de Santa María.
La costruzione della Cattedrale di Burgos iniziò nel 1221 secondo gli schemi del gotico francese, anche se subì importanti modifiche nell’XI e nel XVI secolo e, dopo una lunga pausa di quasi due secoli, fu completata nel 1567.
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1984, è l’unica cattedrale spagnola a detenere questo riconoscimento.
È senza dubbio uno dei gioielli dell’arte gotica universale, anche se il suo interno presenta anche elementi decorativi rinascimentali e barocchi.
Nel 1919 la cattedrale divenne il luogo di sepoltura di Rodrigo Díaz de Vivar, “El Cid”, e di sua moglie Doña Jimena.
Un elemento curioso all’interno della cattedrale è il cosiddetto El Papamoscas, un automa che suona una campana ogni ora, aprendo e chiudendo la bocca mentre muove il braccio destro per azionare il batacchio di una campana.
A causa del distacco di una figura dalla facciata, nel 1994 si decise di restaurare la cattedrale.
In totale sono stati investiti più di 30 milioni di euro, il che la rende il monumento europeo che ha ricevuto più fondi per il suo restauro, che è durato più a lungo.

4 – Notre Dame de Paris (Francia)

È probabilmente la più riconoscibile e conosciuta di tutte le chiese gotiche medievali.
È anche la più tristemente attuale a causa del devastante incendio del 15 aprile 2019 da cui non si è ancora “ripresa”; la cattedrale non aprirà fino al 2024, in concomitanza con i Giochi Olimpici di Parigi.
La sua facciata, circondata da due torri gotiche, è uno dei monumenti più emblematici della Francia.
Fino alla costruzione della Torre Eiffel nel XIX secolo, le torri della cattedrale erano le più alte dello skyline parigino.
È una cattedrale a croce latina a cinque navate e a doppio corridoio.
Notre Dame è stata anche una delle prime strutture a incorporare contrafforti volanti, rendendola una spettacolare realizzazione dell’ambizioso stile gotico Rayonnant.
La cattedrale fu progettata per essere una sorta di “libro per i poveri”, con sculture che raccontavano storie religiose attraverso immagini per le masse di fedeli analfabeti.

5 – Cattedrale di Siviglia (Spagna)

La Cattedrale di Siviglia, concepita in grande stile dai Canonici di Siviglia nel 1401, rimane la più grande cattedrale gotica e la terza chiesa più grande del mondo.
Non delude i visitatori, e non solo per le sue enormi dimensioni: la navata principale raggiunge l’impressionante altezza di 42 metri.
Tra le opere d’arte all’interno c’è il magnifico Altare Maggiore e, sebbene l’architettura sia prevalentemente gotica, vi sono alcuni aspetti architettonici islamici, poiché fu costruita sopra la principale moschea almohade e alcune caratteristiche sono sopravvissute; in particolare la torre Giralda o il cortile degli aranci che faceva parte della moschea. 

6 – Cattedrale di Colonia (Germania)

La Germania non è nota solo per i suoi castelli e le sue fortificazioni medievali, anche le chiese gotiche ebbero un ruolo di primo piano durante tutto il Medioevo.
La Cattedrale di Colonia, ad esempio, è la più grande chiesa gotica del Nord Europa.
Le sue due torri con enormi capitelli sono alte più di 150 metri e fino al 1884 erano la struttura più alta del mondo.
Come meta di pellegrinaggio, è anche tra i luoghi più visitati della Germania, poiché ospita le reliquie dei Magi del Medioevo, che furono rimosse da un’altra cattedrale di Milano da Federico Barbarossa, il Sacro Romano Imperatore.
Questa sacra reliquia, incredibilmente importante per la devozione cristiana, è ora custodita in uno scrigno d’oro progettato dal famoso orafo Nicolas de Verdun.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu bombardata 14 volte e una delle sue bellissime vetrate fu distrutta.
Gerhard Richter, un artista visivo moderno, l’ha ricreata nel 2007, realizzando una vetrata moderna e un nuovo tipo di vetrata gotica.


7 – Cattedrale di Lincoln (Inghilterra)

La Cattedrale di Lincoln è considerata da molti uno dei grandi tesori dell’Inghilterra.
La sua costruzione iniziò per fasi nel 1072 e, come le altre cattedrali europee di quel periodo, il suo stile copia il primo gotico, un progetto rivoluzionario alla fine del periodo romanico.
Un incendio e uno dei più forti terremoti nel Regno Unito costrinsero a cambiare il progetto della cattedrale e gli architetti utilizzarono lo stile gotico inglese antico per le strutture.
Con il progredire dell’architettura, si utilizzarono anche metodi appropriati all’epoca, come l’arco a sesto acuto, i contrafforti volanti e le volte a crociera per sostenere le pareti esterne della cattedrale gotica.
Questi cambiamenti permisero di incorporare grandi finestre per far entrare ancora più luce.
Nel XIV secolo, la torre della cattedrale gotica fu innalzata a 83 metri di altezza e furono aggiunti due grandi rosoni in vetro colorato.
Una curiosità: è il luogo di sepoltura di Eleonora di Castiglia.  

8 – Cattedrale di Chartres (Francia)

La Cattedrale di Chartres, dedicata alla devozione della Vergine Maria, è una pietra miliare dell’architettura gotica.
I suoi portali, le vetrate, gli ornamenti e le statue scolpite sono in ottime condizioni.
Essi rendono la chiesa uno degli esempi meglio conservati per lo studio del periodo. La facciata occidentale è racchiusa tra due torri, come tipico del gotico francese.
È una grande rappresentazione del gotico stravagante. La Portail Royal ha tre ingressi con una moltitudine di rilievi, sculture e colonne statuarie.
La sua iconografia, che rappresenta i cicli delle stagioni, le costellazioni e persino un bizzarro bestiario, in alcuni casi è ancora legata a influenze romaniche.
Tuttavia, è il famoso labirinto di Chartres ad aver attratto i simbolisti. Si trova sul pavimento della navata principale e rappresenta un percorso di santificazione che i viaggiatori devono seguire per poter discernere tra bene e male.

9 – Cattedrale di San Vito a Praga (Repubblica Ceca)

La Cattedrale di San Vito è una chiesa gotica situata nel parco del famoso Castello di Praga, che domina la Città Piccola di Praga.
È senza dubbio uno dei monumenti più notevoli e riconoscibili della capitale ceca e dell’intero Paese.
La cattedrale gotica è molto più di una meravigliosa destinazione per la devozione cristiana e il ritiro religioso, è un’opera d’arte eccezionale e offre una vista mozzafiato sulla città.
È considerata uno dei monumenti più importanti del Paese e un’icona spirituale della Repubblica Ceca. Ospita il vescovo della diocesi di Praga dal X secolo.
Oltre a tenersi qui un numero inconcepibile di funzioni e altri eventi cattolici, vi sono stati incoronati diversi monarchi e regine cechi. È l’ultima dimora di molti monarchi, santi, signori e arcivescovi.

10 – Cattedrale di Santa Maria di Toledo (Spagna)

La Cattedrale di Toledo è considerata da molti la massima espressione dell’architettura gotica in Spagna.
La sua costruzione iniziò nel 1226, durante il regno di Ferdinando III il Santo, e le sue cupole furono chiuse nel 1493, durante il regno dei Re Cattolici.
Questa cattedrale ha cinque navate, un transetto e un doppio deambulatorio con l’anomalia che le navate esterne sono leggermente più larghe delle altre.
La parte più antica conserva i trifori originali. Tuttavia, durante il periodo gotico, questi furono sostituiti da grandi finestre. Quelle che rimangono oggi hanno una chiara influenza mudéjar.
La collezione conservata nella Sacrestia è meravigliosa, con El Expolio e Apostolado di El Greco, dipinti di Caravaggio, Tiziano, Van Dyck, Goya, Morales, Rubens, Bassano e molti altri.
Una menzione speciale va fatta per Giovanni di Borgogna e Luca Giordano, i cui dipinti più importanti sono gli affreschi che ricoprono rispettivamente le pareti della Sala Capitolare e il soffitto della Sacrestia.

11 – Cattedrale di Santo Stefano (Vienna)

La Cattedrale di Santo Stefano (Stephansdom), situata nel cuore di Vienna, è sopravvissuta a molte guerre e oggi è un simbolo della libertà della città.
La cattedrale gotica sorge sulle rovine di due chiese precedenti e fu in gran parte iniziata da Rodolfo IV, duca d’Austria, nel XIV secolo.
La sua caratteristica più riconoscibile è il tetto di tegole, oltre 250.000 a rombi, che ha avuto bisogno di restauro dopo essere stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sul lato destro della cattedrale si trova un ingresso chiamato Porta dei Cantanti, che non poteva essere utilizzato dalle donne. L’interno della Cattedrale di Vienna ospita le spoglie di molti membri della famiglia d’Asburgo ed è stato il luogo del matrimonio e del successivo funerale del magnifico Mozart.

12 – Monastero dos Jerónimos a Lisbona (Portogallo)

È forse il monumento più imponente di Lisbona, anche se si trova alla periferia della città.
Questo imponente monastero del XVI secolo è il luogo di riposo di luminari come il poeta Luís de Camões, autore del poema epico “I Lusiadi”, e Vasco da Gama, il comandante in capo dell’armata che salpò per l’India nel 1497.
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, anche se non è di per sé una cattedrale, il Monastero dos Jerônimos è uno dei più importanti esempi di architettura tardo-gotica manuelina in Portogallo ed è intrinsecamente legato all’epopea delle Scoperte.
Le facciate, la chiesa e i chiostri sono particolarmente degni di nota. All’interno si può apprezzare la sala della chiesa, un capolavoro dello stile manuelino, realizzato da João de Castillo. Vale la pena notare come, in un’audace impresa architettonica, la bella volta del transetto non sia sostenuta da alcuna colonna.
Nelle cappelle laterali sono sepolti i re, i principi e le principesse dei discendenti di Manuele I. Nella cappella principale, ricostruita successivamente da Jerónimo de Ruão, si trovano le tombe del re Manuele I, di suo figlio Juan III e delle loro mogli. Merita una menzione speciale il tabernacolo in argento massiccio, opera dell’oreficeria portoghese della metà del XVII secolo.

Firenze e il suo giardino delle meraviglie

Firenze e il suo giardino delle meraviglie

Ecco una visita da non perdere. Poco meno di un mese per ammirare da vicino le mille sfumature, di forma e colore, delle tante tipologie di iris presenti nel giardino dedicato.
Un’occasione speciale solo per chi visita Firenze fra aprile e maggio.

Nel cuore turistico di Firenze, con ingresso dal monumentale terrazzo naturale di Piazzale Michelangelo, c’è un giardino panoramico da non perdere. Costruito sul versante della collina che affaccia sulla città e sull’Arno e interamente dedicato al fiore cittadino e alle sue varie ibridazioni.


La stagionale apertura del giardino dell’iris.

Il giardino è aperto solo nel periodo di massimo splendore del fiore che i fiorentini chiamano giaggiolo.
Quest’anno i cancelli si apriranno il 28 aprile 2019 per richiudersi il 25 maggio a fioritura conclusa, ma è questo il momento di organizzarsi per la visita e segnarla in agenda.
L’ingresso è gratuito con offerta libera e il consiglio per gli appassionati è di armarsi di macchina fotografica. Migliaia le sfumature, i colori e la forma delle tante ibridazioni, alcune rarissime, da ammirare nel pieno della fioritura.


Fior di giaggiolo: il simbolo di Firenze

Come mai però questo fiore e Firenze sono così legati?
L’iris è da sempre simbolo della città. Una sua rappresentazione stilizzata appare nei soldi d’argento della repubblica fiorentina del XII secolo e, successivamente, nel fiorino d’oro.
Il “giglio” che appare nel gonfalone della città fin dal 1250, è in realtà un’iris bianca della varietà alba florentina – che cresceva spontaneamente nella valle dell’Arno.
Nel 1266, dopo la cacciata dei Ghibellini, i Guelfi invertirono i colori dello stemma cittadino, creando l’insegna che è rimasta fino ad oggi: un’iris rossa – mai esistita in natura – su sfondo bianco.


Premio all’iris più bello

Ogni anno si premia l’iris più bello in un apposito concorso
Il fiore in Toscana è chiamato giaggiolo (dal latino gladius = spada) per la struttura spadiforme delle foglie. Firenze è “la sua capitale” ed è in questa città che, dal 1954, esiste un Concorso Internazionale . Si premiano le migliori varietà di iris conservandone una traccia storica nel giardino del Podere dei Bastioni, sul lato est del Piazzale Michelangelo.

Il concorso, richiama ogni anno in città gli ibridatori di tutto il mondo, che propongono varietà nuove nei colori e nelle forme.
Sono almeno 150 i concorrenti a stagione e i “nuovi” fiori proposti sono più o meno 300.
Una giuria internazionale conferisce, alla varietà più bella, il “Fiorino d’oro”. L’amministrazione comunale, invece, assegna il premio “Città di Firenze” all’iris il cui colore si avvicina maggiormente al rosso del gonfalone.
Negli annali è rimasta storica la vittoria, nel 1973, dell’americano George Specht con “Rosso Fiorentino” la prima Iris ibridata in Italia ad aggiudicarsi entrambi i premi.

Piero Bargellini e l’Iris

Il giardino è nato dopo il Concorso. Tutto è nato dall’idea di dare ospitalità alle migliori varietà del fiore. Una figura importante come Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione capì ne l’importanza internazionale.
Alle signore Flaminia Specht e Nina Stross Radicati, membre della Società Italiana Amici dei Fiori nonché appassionate ibridatrici, fu assegnato il Podere dei bastioni.

Il giardino, progettato dall’architetto Giuliano Zetti, fu inaugurato nel maggio 1957. Arricchito di donazioni fatte da molti coltivatori, botanici e appassionati italiani e stranieri, fra cui si segnala la collezione di iris storiche del Memorial Garden di Montclair, Usa. Attualmente, dopo la costruzione nel 1967 del laghetto creato per ospitare le specie acquitrinose, come quelle le giapponesi e la Louisiana, il giardino si spande per due ettari in mezzo ad uno straordinario uliveto.


Armati di macchina fotografica o cavalletto

Perdersi fra i vialetti, le piazzole, le scalette e le scalinate che sinuosamente si snodano in sali scendi, è emozione unica.
I profumi avvolgenti delle ibridazioni quasi stordiscono insieme alla bellezza della natura che si esprime in forme e sfumature cromatiche in alcuni casi davvero incredibili.
Ogni aiuola è un esplosione di colori e il soggetto è perfetto per scatti fotografici indimenticabili.
Il consiglio, dato il tempo ristretto di apertura del giardino e la conseguente grande affluenza è di armarsi di pazienza. Suggeriamo di visitarlo in giornate feriali o in orario di pranzo nei festivi per evitare i maggiori afflussi.
Lo spettacolo della natura sarà assicurato!

Orari e consigli

Ingresso gratuito.
Orario d’apertura tutti i giorni festivi compresi (dal 28 aprile al 25 maggio): dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30. Ultimo ingresso mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
Il giardino può essere visitato anche durante il resto dell’anno previo appuntamento con la possibilità di prenotare anche visite guidate.
Vietato l’ingresso ai cani (con eccezione dei cani guida) e parzialmente accessibile ai diversamente abili.
Con i mezzi pubblici è possibile arrivarci con le linee 12 e 13 dalla stazione di Campo di Marte e Santa Maria Novella.

PAFF! Nasce a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

PAFF! Nasce a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

Il PAFF! diventa International Museum of Comic Art: il 10 marzo 2023  è in programma il taglio del nastro  dell’esposizione permanente ospitata nell’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone. 
Sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone, il PAFF! organizza, promuove e ospita inoltre mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale. La struttura sarà arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno di un archivio con deposito climatizzato. Il Centro va così a completare la sua già corposa offerta che dal 2018 coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee (Parigi, Bruxelles).


Un mondo fantastico

L’esposizione permanente, la cui curatela è stata affidata a Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
All’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione permanente si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Andrea Pazienza, Art Spiegelman, Benito Jacovitti, Carl Barks, Charles M. Schulz, Chester Gould, Floyd Gottfredson, George McManus, Giorgio Cavazzano, Hugo Pratt, Magnus, Milo Manara, Milton Caniff, Alex Raymond, Will Eisner.

luca Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo. Il PAFF! si connota dunque come l’unico Museo al mondo dedicato al fumetto che ponga al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.

Il direttore del museo

Opere uniche tutte da scoprire

Numerose e davvero uniche le opere presenti, di cui si segnalano una tavola originale di Vittorio Giardino (una rarità poterla ammirare in una mostra) e un’opera di Maus (il premiatissimo fumetto di Art Spiegelman) che poi non è stata inserita nella pubblicazione finale, nonchè tavole e strisce storiche e preziosissime: per la prima volta tutti questi originali vengono accompagnati nell’esposizione e “scoperti” dal visitatore nelle varie riproduzioni proposte nel corso del tempo. Alcuni esempi: di una tavola di Felix the Cat di Otto Messmer (datata 1933) è presente la pagina del quotidiano statunitense a colori e la pagina che nel 1937 ha riproposto il Corriere dei Piccoli (emendata dai balloon, come si faceva un tempo), dell’Eternauta (il fumetto di fantascienza del desaparecido argentino Hèctor G. Oesterheld degli anni Cinquanta) è presente il formato orizzontale, anticipato dall’adattamento che ne ha fatto in verticale Ruggero Giovannini per Lanciostory negli anni Settanta, una tavola di Carl Barksl’inventore di Zio Paperone è pubblicata in formati diversi a seconda delle necessità.

Il PAFF! International Museum of Comic Art espone in tre teche principali le opere realizzate da altrettanti grandi artiste: una tavola molto intensa da “La gabbia“, prestata da Silvia Ziche, un originale dell’artista underground Bambi Kramer e un’opera originale di Persepolis, celeberrimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi.

Foto @ginonardo

Una realtà unica fra meraviglie e multimediale

Sul piano della tutela e delle particolarità dell’allestimento, il museo rappresenta una novità assoluta nel mondo del fumetto: le tavole sono custodite in mobili che preservano i materiali proteggendoli dai danni della luce. L’effetto è quello di una wunderkammer (stanza delle meraviglie, scrigno degli oggetti preziosi, raccolta di curiosità), ma anche di un archivio accessibile al pubblico, che invita all’interazione e alla scoperta.

Per quanto riguarda la parte multimediale, in stretta connessione con le opere presenti nel percorso museale, è interessante sottolineare la presenza di contributi “storici” provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’Istituto Luce, dalle Teche Rai, dalla RSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e dalla RTS (Radio Televisione Svizzera), materiali d’archivio e frammenti filmici di ultima uscita come quello tratto da “Hugo in Argentina” del regista Stefano Knuchel (presentato al Festival di Locarno nel 2022), opere underground come “Tuono” di Dario Marani (un ritratto divertente e sincero del fumettista Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato, scomparso prematuramente nel 2021), le “pillole di approfondimento” sulle diverse sezioni presentate dal curatore della mostra permanente Luca Raffaelli, le interviste sul “Futuro del fumetto” (60 secondi per riflettere sulle sorti della nona arte) con gli interventi di Alberto AbruzzeseLicia TroisiAndrea BernardelliAlprazAndrea FontanaDavide Di GiorgioFabiano Ambu e Vorticerosa/Rosa Puglisi e quelli della “Filiera del fumetto” che raccontano le fasi della sua realizzazione (sono intervenuti Giovanni Barbieri, Vittorio Giardino, Laura Scarpa, Francesco Artibani, Valerio. Bindi, Maurizio Clausi, Enrico Pierpaoli e Giuseppe Palumbo).

Tra i maggiori prestatori, si segnala Giancarlo Soldi (regista e sceneggiatore) che ha messo a disposizione una selezione dei suoi documentari dedicati al mondo del fumetto (Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Letteratura disegnata, Come Tex Nessuno mai, Nessuno Siamo Perfetti) e le irresistibili pillole di “Little Nemo, realizzato per la rivista Fumettologica.

Presenti 3 Exhibit, finestre interdisciplinari realizzate in collaborazione con Michela Zalunardo, che approfondiscono, presentando in maniera originale, il rapporto con le altre arti.

Non solo fumetti

Non solo fumetti: la mostra permanente espone una statua di Joker di Adrian Tranquilli, alcuni oggetti che testimoniano il successo del fumetto e dei suoi personaggi, un Diabolik rimontato perché il piccolo albo potesse diventare una grande strenna natalizia, una rappresentazione del protofumetto realizzata da Davide Toffolo (storie illustrate, che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento, e che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto).

Per agevolare e accompagnare il visitatore verso una migliore fruizione dell’innovativo museo, il PAFF! ha introdotto nel proprio staff la figura del mediatore museale: una decina di operatori affiancano il pubblico per assistere e suggerire il miglior modo per assaporare ogni aspetto del sorprendente allestimento.

Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. Il deposito sarà caratterizzato da un impianto di precisione ad alta efficienza energetica per mantenere gli ambienti a una temperatura costante di 18 gradi e a un’umidità relativa non superiore al 45 per cento

Viaggi, 4 turisti su 10 nel mondo scelgono il “turismo culturale”

Viaggi, 4 turisti su 10 nel mondo scelgono il “turismo culturale”

Si aprono scenari interessanti per città come Firenze, Venezia e Roma e per tutto il nostro Paese, culla di arte e cultura per il turismo del futuro.
All’interno di uno scenario economico globale in grande crescita, emergono campagne di sensibilizzazione, progetti universitari e persino associazioni amiche dell’ambiente che mettono sempre più in risalto il turismo culturale.
Il trend coinvolge anche l’Italia grazie a CulturaIdentità, un movimento che ha come obiettivo la valorizzazione delle bellezze culturali ed ambientali appartenenti al territorio del Bel Paese. “Promuovere la cultura è un dovere, farlo per il proprio Paese è un piacere”, afferma Edoardo Sylos Labini, fondatore di CulturaIdentità

Abito di un popolo è la sua cultura, sostentamento le sue tradizioni, vanto ed orgoglio la sua identità”: con queste parole il giornalista Antonio Abbate definisce un concetto mai come oggi quotidiano e profondamente legato all’esistenza.
Stando a una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication il termine cultura cammina, anzi corre di pari passo con la parola turismo, la quale, in realtà, è un vero e proprio cuore pulsante dell’intrattenimento e dell’economia globale.

Le prime conferme in merito giungono da un recente report stilato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo cui, a livello globale, almeno 4 turisti su 10 possono essere considerati dei cultural tourist.
Travel Agent Central entra ancora più nel dettaglio, specificando che più di 1 americano su 2 viaggia esclusivamente per conoscere nuove culture. E il trend sembra destinato a crescere nel corso dei prossimi anni: infatti, stando alle previsioni indicate da GlobeNewswire, il mercato worldwide del turismo culturale crescerà fino a raggiungere quasi i 12 miliardi di dollari di fatturato entro il 2028 (+160% sul 2021) con una crescita media annuale composta del 14,4% nel corso dei prossimi sei anni.

Ulteriori conferme giungono anche dai social con l’hashtag #culturaltourism che conta quasi 80 mila contenuti pubblicati su Instagram. Su TikTok, invece, lo stesso hashtag conta circa 774mila views. Dai singoli dati si passa alle iniziative messe in campo per valorizzare e promuovere sempre di più il cosiddetto cultural tourism.

La street art di Banksy invade Firenze

La street art di Banksy invade Firenze

Grande successo a  Firenze per l’inaspettata esperienza digitale che da sabato 26 novembre (e fino a domenica 26 febbraio) trasforma in Cattedrale dell’Immagine, parte del complesso monumentale di Santo Stefano al Ponte, ospitando la prima mondiale della mostra digitale immersiva Inside Banksy – Unauthorized Exhibition.

Inside Banksy è uno spettacolare evento immersivo in cui viene raccontato il percorso creativo di Banksy, l’artista più sovversivo e satirico nel panorama della street art mondiale.
Un vero e proprio racconto che si dipana attraverso un sapiente mix di immagini, suoni e musiche, capaci di evocare immediatamente la cultura underground di Bristol.

L’esperienza immersiva accoglie ogni giorno i suoi visitatori nel cuore di un suggestivo spazio multimediale a 360° con 35 minuti di esperienza multisensoriale: immagini, luci, colori e musica che avvolgono letteralmente il pubblico, trasportandolo al centro del mondo della street art.
Una fusione fra tecnologia e storia, un momento estremamente emozionale che lascerà gli spettatori esterrefatti come mai prima d’ora. Un’illusione che diventa realtà.

La Sala Immersiva

La parte più suggestiva dell’evento è indubbiamente la Sala Immersiva: il pavimento e le pareti della chiesa romanica vengono inondate da un inedito racconto di circa 35 minuti, in cui si susseguono le opere del misterioso artista britannico. Un evento dal format innovativo in cui lo spettatore verrà guidato in un itinerario sensoriale, emotivo e immersivo attraverso le immagini, le musiche e i progetti di Banksy.

Il racconto ne ripercorre la produzione artistica fin dalle prime apparizioni dei suoi graffiti a Bristol e proseguendo fino alla contemporaneità, trattando le tematiche principali delle sue opere: l’incoerenza della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione, le atrocità della guerra, l’inquinamento globale, lo sfruttamento minorile, la repressione poliziesca e il maltrattamento degli animali.

I proiettori laser trasmettono milioni di pixel sulle imponenti e scenografiche superfici, riproducendo immagini e video e generando effetti tridimensionali che ne enfatizzano la visione. Le proiezioni sul pavimento e i video immersivi completano la suggestione in perfetto accordo con il ritmo narrativo e gli accenti emotivi dello spettacolo. Un impianto audio di ultima generazione diffonde i suoni e la colonna sonora in perfetta armonia con le immagini.

Punto forte della sala immersiva resta l’immancabile Mirror Room, uno spazio che gli affezionati della Cattedrale dell’Immagine conoscono molto bene e dove i visitatori potranno scattare straordinarie foto circondati dalle immagini di Banksy.


La Cripta

Il percorso si apre con una sezione introduttiva, dove, grazie all’utilizzo di un sofisticato e accurato allestimento, è stato ricreato lo scenario suburbano in cui Banksy ha realizzato i suoi murales. Immerso negli spazi che hanno ispirato il writer, lo spettatore riuscirà a comprendere la protesta che negli anni ha mosso Banksy contro il capitalismo, l’imperialismo, i fascismi e i soprusi verso i più deboli e gli emarginati.

A completare l’area introduttiva, i visitatori troveranno frammenti di interviste, parti di documentari e spezzoni di video in cui il writer esegue i murales, oltre a una sezione dedicata alla musica, alla quale la street art è strettamente connessa e di cui Banksy è uno degli esempi di maggior successo. L’artista britannico ha infatti realizzato numerose copertine di album musicali di artisti inglesi, tra i quali Blur, Massive Attack e Portishead.


Inside Banksy VR Experience e Be Banksy

Inside Banksy, come nella migliore tradizione delle mostre immersive della Cattedrale dell’Immagine, propone anche quest’anno delle esperienze interattive che vanno ad arricchirne il percorso. Inside Banksy VR Experience offre al visitatore la possibilità di penetrare nella visione artistica del writer inglese grazie ad un’app sviluppata appositamente per gli Oculus Quest. Con questi visori sarà possibile prendere parte a un’avventura della durata di cinque minuti alla scoperta delle opere più iconiche dell’artista: dalle gallerie della metropolitana inglese ai vicoli francesi, dagli imponenti palazzi newyorkesi fino ad arrivare alla turbolenta Palestina. Un vero e proprio viaggio  attraverso le opere più famose dell’artista inglese, molte delle quali ormai cancellate o distrutte e non più visibili.

La vera novità della mostra è però Be Banksy, un’esperienza con bomboletta spray interattiva. Questa installazione simulerà per i visitatori la creazione di un vero e proprio graffito, trasformandoli per qualche minuto in veri street artist… virtuali! Spruzzando sulla parete, si avrà l’impressione di dipingere con una vera bomboletta grazie a un complesso software che permetterà agli utenti di dipingere in modo intuitivo, simulando la creazione di un graffito che a conclusione dell’esperienza sarà possibile condividere sui propri canali social.