Escursioni: marzo alla scoperta del borgo delle Camelie e non solo…Excursions: in march discovering the small village of the Camellias and more …

di Michele Colombini – Un itinerario che permetterà di raggiungere Sant’Andrea di Compito per visitare la mostra delle antiche camelie della lucchesia parte dall’ottocentesco Acquedotto del Nottolini alle pendici dei Monti di Vorno.

L’acquedotto rappresenta una grandiosa opera monumentale progettata per portare entro le mura di Lucca, mediante due percorsi separati, acqua di maggiore e minore qualità. L’acqua di maggiore qualità proveniva dalle polle mentre l’altra dalla Serra Vespaiata (costruzione che riuniva le acque del Rio San Quirico e del Rio di Valle).
Il luogo dove si trova la Serra Vespaiata viene chiamato “Alle parole d’oro” perché la gente del posto aveva scambiato per oro le lettere d’ottone lucente che ricoprivano un’iscrizione scolpita sulla pietra di un piccolo ponte.
Attraversando quest’area ci porteremo inoltrandoci nel bosco, fino a San Giusto di Compito per poi raggiungere, su di un breve tratto di strada asfaltata il Borgo delle Camelie.

I piccoli cortili, gli antichi portali, il verde tra le case, le ville, gli alberi di camelie: questi, e molti altri, i motivi per scoprire Sant’Andrea di Compito, durante i fine settimana della mostra Antiche Camelie della Lucchesia.
Alcuni tornanti conducono fra le terrazze di olivi e una antica torre si staglia alta fra monti e cielo. Una torre misteriosa. Dalla sua sommità sporge un cestello di ferro battuto. Ne pendevano, si dice, le teste dei condannati. Il mistero della torre persiste tutt’oggi. I più sostengono che si tratta di una torre di segnalazione fatta costruire dal terribile Castruccio Castracani, signore di Lucca agli inizi del secolo XIV.
La chiesa del paese sorge su un alto sperone, semplice ed imponente. Sotto di essa, al lato del campanile, una fitta siepe di centenarie camelie fa da cornice alla coltivazione di Camellia sinensis L., la pianta del tè, creata da Guido Cattolica.
Un esperimento questo che ha dato risultati molto incoraggianti portando il tè prodotto a Sant’Andrea di Compito a concorrere in degustazioni a carattere internazionale. Non tutto è rustico nel borgo. Alti muri un po’ sbrecciati racchiudono antiche ville nobiliari: Villa Borrini e più decentrate, a Pieve, Villa Giovannetti, Villa Orsi, Villa Di Vecchio. Tutte con una caratteristica comune: i secolari alberi di camelia.

Infine sulla strada per il Monte Serra, in un luogo molto suggestivo, visiteremo il Camellietum, parco naturale che raccoglie più di 700 esemplari diversi di camelie, nato dalla volontà di offrire ai visitatori un’occasione di conoscere questa pianta dal punto di vista botanico, della sua propagazione, della sua storia assicurando nel contempo la tutela e la conservazione nel tempo delle antiche cultivar impiantate.
Escursione di un giorno che si effettuerà nel mese di marzo. Itinerario escursionistico senza difficoltà tecniche per un totale di tre ore di cammino (escluse le soste).

Per informazioni e prenotazioni visita il sito www.vadoevedo.it cercando dal calendario l’escursioni, compila il modulo specificano nome, email, numero di telefono e numero di posti riservati ed invialo per mail.
Per prenotazioni entro le 24 ore dalla partenza telefonare al 347 5870026

by Michael Colombini – A route that will reach St. Andrew’s task to visit the exhibition of ancient camellias part of Lucca dall’ottocentesco Aqueduct Nottolini on a mountain slope of Vorno.

The aqueduct is a great monumental work designed to bring within the walls of Lucca, through two separate paths, major and minor water quality. The water came from higher quality springs and the other by the Serra Vespaiata (construction bringing together the waters of the Rio San Quirico and Rio di Valle).
The place where the Serra Vespaiata is called “The words of gold” because the locals had mistaken for the letters of gold gleaming brass inscription carved on the stone that covered a small bridge.

Crossing this we will take inoltrandoci in the woods, to San Giusto task and then reach over a short stretch of paved road the village of the Camellias.
The small courtyards, ancient portals, between the green houses, villas, camellia trees: these, and many others, to discover the reasons of Sant’Andrea task, during the weekend of the exhibition Ancient Camellias of Lucca.

Some hairpin bends lead between the terraces of olive trees and an ancient tower stands high among the mountains and sky. A mysterious tower. From its top protrudes a basket of wrought iron. It hung, it is said, the heads of the condemned. The mystery of the tower still prevails today. Most argue that it is a watchtower built by Castruccio Castracani terrible, lord of Lucca in the early fourteenth century. The in the village church stands on a high ridge, simple and impressive. Below it, to the side of the tower, a thick hedge of centuries-old camellias framed by the cultivation of Camellia sinensis L., the tea plant, created by Guido Cattolica.
An experiment that has yielded very encouraging results bringing the tea produced in St. Andrew’s task to compete in an international tastings. Not everything is in the rustic village. High walls a little ‘crumbling contain old noble villas: Villa Borrini and more decentralized in Pieve, Giovannetti Villa, Villa Orsi, Villa Di Vecchio. All have a common characteristic: the age-old camellia trees.

Finally on the road to Monte Serra, in a fascinating area, visit the Camellietum, natural park that brings together more than 700 specimens of camellias, born from the desire to offer visitors an opportunity to learn about this plant from the botanical point of view, its propagation, its history while ensuring the protection and conservation in the time of old cultivars planted.

Full day excursion that will take place in March. Hiking itinerary without technical difficulties for a total of three hours of walking (not including stops).
For information and reservations visit www.vadoevedo.it looking for from the desk calendar, fill out the form specifying name, email, phone number and number of seats reserved and send it by mail.
For reservations within 24 hours of departure please call 347 5870026

Fabbriche di Careggine. Il paese fantasmaFabbriche di Careggine. A ghost town

In provincia di Lucca è uno dei posti più affascinanti d’Italia. Un fantasma della natura che di tanto in tanto appare…

Siamo in Garfagnana ai piedi delle Apuane vicino alle celebri cime Tambura, Sumbra e Roccadeglia nel territorio di Vagli dove molte sono le possibilità di escursioni con corredo di paesaggi spettacolari, specie all’alba e al tramonto.

Soffermiamoci con la dovuta calma davanti al lago di Vagli nato grazie allo sbarramento del fiume Edron nel 1946 per produrre energia idroelettrica e fornire la zona di una riserva d’acqua.

E’ il più grande bacino artificiale della Toscana ed è famoso per racchiudere nelle sue profondità un grande segreto. Soffermiamoci sulle sue rive, ascoltiamone i silenzi poi…quasi un brivido e tanta curiosità… Cosa sarà stato a provocarlo? Sicuramente lo scoprire che qui sotto esiste un paese fantasma.

Ebbene sì, è questo il segreto che celano le acque di Vagli; Fabbriche di Careggine un paese del XII secolo che la corsa tecnologica del novecento ha cancellato per sempre dalle cartine geografiche in pochi minuti.
Un paese dove, da secoli, la vita scorreva e i cui abitanti sono stati sradicati dalle loro case e trasferiti altrove per fare posto al lago.

Le leggende parlano di un paese ancora abitato sotto l’acqua, specie di notte…
La sensazione mista di curiosità, sorpresa e desolazione che coglie tutti i fortunati che l’hanno potuto visitare in occasione dei lavori di manutenzione alla diga è però davvero forte.
Un emozione vederlo riemergere durante gli svuotamenti lentamente: prima la chiesa di San Teodoro con il suo campanile, poi le case in pietra ancora integre, il ponte, il cimitero…Tutto appare incredibilmente fermatosi a quell’istante di sessanta anni fa quando l’acqua sommerse tutto.

Un paesaggio spettrale, quasi una Pompei subacquea che si svela solo in occasioni rare; più o meno ogni dieci anni cadenza di tempo che intercorre fra i grandi lavori di manutenzione. Fabbriche di Careggine è riaffiorata nel 1958, nel 1974, nel 1983, nel 1994 e nel 2004…

Ancora non si sa quando sarà il prossimo appuntamento, l’unica certezza è che celato o riemerso che sia, Fabbriche di Careggine è uno di quei luoghi straordinari che vale la pena visitare. Fosse solo per sentirlo vivere, là sotto alle acque.

 

 

 One of the most fascinating places in Italy is found in the province of Lucca. It’s a spectre of nature that appears from generic viagra online time to time.

Here we are in Garfagnana at the feet of the Apuan Alps, near to the famous peaks of Tambura, Sumbra and Roccadeglia in the Vagli area, where you can go hiking surrounded by spectacular scenery, especially at sunrise or sunset.

Stop for as long as you want in front of Lake Vagli, which was created by the dam built on river Edron in 1946 to produce hydroelectric energy and supply the area with water reserves.

This is the largest man-made basin in Tuscany and it is famous for containing a big secret in its depths. As you stop along its shores and listen to the silence, you feel a shiver down your spine and wonder what could have caused it. Well, finding out that there’s a ghost town at its bottom might have something to do with it.

Yes, this is the secret concealed by the waters of Vagli. Fabbriche di Careggine was a twelfth-century town that the technological race of the twentieth century erased from the map for ever in just a few minutes.
It was a town where life past by for centuries and whose residents were uprooted from their homes and moved elsewhere to make way for the lake.

Stories speak of a town that is still inhabited beneath the water, especially at night.
There was a strong mixture of curiosity, surprise and desolation felt by the lucky ones able to visit during the maintenance works carried out on the dam.

What an experience to see the town slowly re-emerge as the water was emptied! First, the church of San Teodoro with its bell tower, then the stone-clad houses, still intact, the bridge, the cemetery, etc. Amazingly, everything seems as though time stood still sixty years ago when it was all submerged in water.

It is a spectral landscape, like an underwater Pompeii that is only revealed on rare occasions, every ten years or so for maintenance purposes.
Fabbriche di Careggine came to the surface again in 1958, 1974, 1983, 1994 and 2004.

As yet, we don’t know when the next time will be. The only thing that is certain is that, hidden or re-emerged, Fabbriche di Careggine is one of those extraordinary places that are well worth visiting. If only to feel it alive, down there beneath the waters.

 

L’orrido di Botri. Un Canyon In GarfagnanaOrrido di Botri. Canyon in Garfagnana

Anche in Toscana abbiamo un “gran canyon”: si trova in Garfagnana, nel Comune di Bagni di Lucca, nascosto tra i boschi di faggio. Come tutti i luoghi inaccessibili e un po’ misteriosi, leggende e storie di paura, tramandate oralmente, avvolgono questo luogo.

L’Orrido di Botri è il canyon più grande e profondo della Toscana, un’aspra e imponente gola calcarea scavata nel corso del tempo dalle fredde acque cristalline dei torrenti Mariana e Ribellino che si uniscono nel Rio Pelago: in alcuni punti le ripide pareti raggiungono i 200 metri di altezza.

Per salvare questo luogo unico e di assoluta bellezza, fin dal 1971, è stata istituita una Riserva naturale statale, gestita dal Corpo Forestale di Stato, che comprende una superficie di 286 ettari.
Dal 1993, in più, l’area si trova al centro di un’oasi di protezione della fauna di circa 2.000 ettari, voluta dalla Provincia di Lucca, dove la caccia è completamente vietata.

La vegetazione si presenta ricca e lussureggiante, con varietà anche rare: nei tratti umidi e ombrosi, in basso, vicino alle acque, prevalgono i muschi, le epatiche e i vari tipi di felci. Qui si trova anche una pianta carnivora, la pinguicola.
N
elle zone rocciose, soleggiate, nei livelli più alti delle pareti, nascono specie erbacee come la rara pianta di aquilegia, di silene o la bella primula auricola.
Per le piante vi crescono il faggio, il carpino nero, l’orniello detto anche “albero della manna”, l’acero, il salice, il tiglio selvatico, il maggiociondolo, il leccio in alcuni punti bel soleggiato, e il raro tasso.

Da giugno a settembre è possibile visitare L’Orrido di Botri, partendo da località Ponte Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il Centro di accoglienza del Corpo forestale dello Stato con la biglietteria.

Percorrerlo non è facile, il fondo è scivoloso, occorre quindi un abbigliamento adeguato. Obbligatorio dotarsi di un casco, affittabile presso il centro.
L’Ufficio Guide Alpine organizza escursioni all’Orrido di Botri a partire da giugno, tutti i weekend: il percorso segue il letto del fiume, circa quattro ore andata e ritorno, con partenza da Ponte Gaio per arrivare alla cosiddetta “Piscina”. L’ultimo tratto presenta difficoltà maggiori.
Meglio non avventurarsi da soli, soprattutto senza esperienza, e godersi una bella giornata a contatto con la natura. Le guide conoscono le leggende dell’Orrido di Botri e prima di entrarvi si rivolgano agli spiriti del luogo.

Informazioni:
Ufficio Guide Scuola di Alpinismo: tel. 335- 6322005 www.ufficioguide.it

Centro accoglienza del CFS di Ponte a Gaio Tel 0583/800020

A Ponte Gaio si trova un’ottima trattoria, il Nido dell’Aquila, cucina semplice ed economica


In Tuscany we have a “grand canyon” too. It’s located in the Garfagnana area, in the municipality of Bagni di Lucca, hidden in the oak forests.
Like all inaccessible places, it’s a bit mysterious and it is cloaked in myth and scary stories that have been passed down by word of mouth.

Orrido di Botri is the biggest and deepest canyon in Tuscany, a harsh and impressive limestone gorge that has been carved over time by the cold, clear waters of the Mariana and Ribellino torrents, which merge in Rio Pelago. At certain points, the steep walls climb up to 650 feet high.

To protect this uniquely beautiful place, a state nature reserve was founded in 1971, managed by the State Forestry Department, which covers a surface area of 286 hectares.
From 1993 onwards, the area has been situated in the middle of an oasis protecting the fauna covering approximately 2,000 hectares, set up by the Lucca provincial government, where hunting is strictly forbidden.

The vegetation is rich and luxuriant, with rare varieties. In shaded and wet areas, moss, Hepaticae and various kinds of fern prevail low down and close to water. Butterwort, a carnivorous plant, is also found here.In rocky and sunny areas, higher up than the plants, grassy varieties are found such as the rare Aquilegia, Silene and the beautiful Primula auricola. In terms of trees, you’ll find oak, black hornbeam, ash (also known as Manna Ash), maple, willow, wild linden, laburnum and oak in some sunny places, as well as the rare yew tree.

You can visit Orrido di Botri from June to September, setting off from Ponte Gaio, the only access point to the gorge, where you’ll find the hospitality centre of the State Forestry Department with the ticket office. It’s not an easy walk; the ground is slippery, so you need to be properly kitted out. Wearing a helmet is a must, which can be hired at the centre.

The Alpine Guide Office organises hikes to theOrrido di Botri every weekend from June onwards. The route follows the river bed and takes about four hours there and back, starting from Ponte Gaio and arriving at the so-called “Piscina” (pool).
The final stretch is the most difficult. Don’t try to do it alone, especially if you’re inexperienced. It’s a great day out in touch with nature. The tour guides know all about the myths of Orrido di Botri and summon the local spirits before entering there.

Info:
Ufficio Guide Scuola di Alpinismo: Tel. 335- 6322005 www.ufficioguide.it

Centro accoglienza del CFS di Ponte a Gaio Tel 0583/800020

There’s a fantastic eatery in Ponte Gaio, Nido dell’Aquila, offering cheap, simple food.

Forte dei Marmi. La vacanza pi

Un nome mille storie e tante leggende questa è Forte dei Marmi simbolo della “villeggiatura” italiana usando un termine un po’ vintage, sicuramente luogo dove nella leggerezza dell’estate si è vissuta tanta storia internazionale.

Siamo nel cuore della Versilia in una località che prende il nome e si caratterizza dall’omonimo “fortino dei marmi” voluto dal Granduca Pietro Leopoldo a difesa di quello che un tempo era l’approdo dei marmi che, scendendo dalle Apuane da queste rive prendevano la via del mare. Il fortino oggi è inglobato in un contesto urbano moderno che rappresenta il cuore pulsante dell’economia in una griglia di strade alberate. Forte dei Marmi è, soprattutto, il quartiere di Roma Imperiale: quasi un icona con le sue ville disegnate da architetti quali Giovanni Michelacci, Giò Ponti e Giuseppe Pagano; fra cui spicca Villa Agnelli (oggi albergo) e Villa Bertelli recentemente acquista e restaurata dal comune. Il mercato immobiliare da queste parti gira velocemente e queste eleganti ville arrivano spesso a prezzi simili a quelli delle grandi capitali mondiali!

Del resto oggi la città è frequentata da un turismo abbiente come dimostrano anche gli atelier che prestigiose firme della moda hanno deciso di aprire sulla passeggiata di via Mazzini e via Carducci.

Bisogna tornare indietro nel tempo per trovare l’origine della fama del posto, fra i nomi di locali quali il caffè Morin, il caffè Principe, il caffè Roma, il caffè Milano, il bagno Piero, ma soprattutto la Capannina di Franceschi (primo locale del genere ad aprire in Italia nel 1929) e la Bussola: icone del divertimento notturno sulle cui piste si sono esibiti i nomi più grandi del panorama musicale internazionale.

Ma Forte dei Marmi è anche la città che ha dato i natali alla Principessa Paola Ruffo di Calabria oggi Regina del Belgio; dove risiede Andrea Bocelli; dove ha casa dalla fine degli anni ’50 Mina la più grande cantante italiana che sul palco della Bussola iniziò a cantare; dove trascorreva le sue estate Colette Rosselli scrittrice ed illustratrice famosa con lo pseudonimo di Donna Letizia e moglie del giornalista Indro Montanelli e il grande attore di Carmelo Bene che soggiornava in Viale Morin; dov’era di casa l’inglese Henry Moore a cui il paese ha dedicato una via e dove sono stati memorabili i concerti alla Bussola di Renato Zero…

Fermiamoci qui con l’amarcord di una Forte dei Marmi che non c’è più, quella ruggente di qualche decennio fa, sostituita oggi da una cittadina più elegante e pacata in cui lusso ed eccellenza vanno a braccetto con eleganza e bellezza.Forte dei Marmi, symbolic of Italian holidays Electronic Cigarette, is a name that conjures up numerous myths and legends, a place where a lot of international history has been created in the summer fun.

We’re in the heart of Versilia, in a place named after and distinguished by the homonymous “fortino dei marmi” (marble fortress), built for Grand Duke Pietro Leopoldo to defend what was once the landing of the marbles by sea, having come down to these shores from the Apuan Alps. Today, the fortress has been incorporated into a modern, urban context that is the economic nerve centre in a setting of tree-lined streets. Forte dei Marmi is, first and foremost, a neighbourhood of Imperial Rome, bordering on the iconic with its villas designed by architects such as Giovanni Michelacci, Giò Ponti and Giuseppe Pagano. Villa Agnelli (now a hotel) and Villa Bertelli, recently acquired and restored by the council, stand out in particular. The real estate market is fast moving in this area and these elegant villas often fetch prices similar to those in the world’s greatest cities.

After all, the town is now frequented by wealthy tourism, as demonstrated by the ateliers and leading fashion labels that have opened up along Via Mazzini and Via Carducci.

Let’s go back in time to discover why this place is so famous, with the names of bars like Caffè Morin, Caffè Principe, Caffè Roma, Caffè Milano, Bagno Piero, but especially Capannina di Franceschi (the first place of its kind to open in Italy in 1929) and La Bussola, an icon of night-time entertainment where some of the most famous names on the international music scene have played.

Forte dei Marmi is also the birthplace of Princess Paola Ruffo of Calabria now Queen of Belgium . It is also home to Andrea Bocelli, as well as Mina, the great Italian singer who began her career on the stage of La Bussola; she’s had a house here since the late Fifties. Colette Rosselli also spent her summers here, the famous writer and illustrator under the pseudonym of Donna Letizia and wife of the journalist Indro Montanelli. The great actor Carmelo Bene used to stay in Viale Morin, where Henry Moore also lived – the town named a road after him – and where the memorable concerts of Renato Zero at La Bussola.

Let’s finish here with the memories of a Forte dei Marmi that no longer exists, that noisy place of a few decades ago, now replaced by a more elegant and calmer town, where luxury and prestige go hand in hand with elegance and beauty.

L’acquedotto NottoliniThe acquedotto Nottolini

E’ uno dei simboli di Lucca e senz’altro uno di quelli più scenograficamente visibili, anche da lontano; basta transitare infatti sull’autostrada A11 fra Lucca e Capannoni per scorgere la spettacolare e scenografia fuga degli archi e dei pilastri che contraddistinguono questo grande acquedotto.

La necessità di dotare la città di un grande acquedotto per rifornirla d’acqua di buona qualità risolvendo così i problemi di carattere igienico, fu avvertita e affrontata dai ricchi e nobili lucchesi già agli inizi del Settecento epoca in cui, matematici e idraulici si confrontarono lungamente fra discussioni e progetti tant’è che, l’acquedotto fu realizzato soltanto nel secolo successivo dal regio architetto Lorenzo Nottolini, da cui prende il nome.
I lavori iniziati nel 1823 e più volte interrotti terminarono nel 1851.  L’acqua era ricavata da alcune sorgenti del versante settentrionale del Monte Pisano mediante due percorsi separati: acqua di maggiore e minore qualità e – scriveva Antonio Mazzarosa nella sua Guida di Lucca per gli ospiti convenuti in città per il V Congresso degli Scienziati Italiani – «passando per diversi strati di sassi e ghiaje, si depura prima e poi limpida si versa per sedici bocche in una galleria sotto un torrente».  Queste opere di presa, realizzate tra il 1825 e il 1840, sono ancora oggi in gran parte visibili nel verde dell’area di rispetto dell’Acquedotto Monumentale di Guamo dov’è il tempietto-cisterna di Guamo, costruito dal 1823 al 1825 in stile neoclassico che raccoglieva l’acqua dalle fonti e all’interno, attraverso una vasca divisa in due parti, incanalava l’acqua nel condotto passando sopra una fila di oltre 400 archi in mattoni e muratura per una lunghezza di circa 3.250 metri, la cui serie è oggi interrotta dall’autostrada A11, dalla quale tuttavia se ne coglie la spettacolare fuga prospettica che caratterizza tutta la scenografica opera.

L’acqua arrivava così nel tempietto-cisterna di San Concordio, un grazioso edificio a pianta circolare neoclassica da dove l’acqua entrava in città passando sotto il baluardo San Colombano; ai lati del tempietto erano due fontane che facevano sgorgare acqua da una bocca di leone e, nel progetto del Nottolini, era prevista anche una fontana in piazza San Michele, però poi non costruita.

Dal tempietto di San Concordio oggi, un suggestivo percorso pedonale consente di seguire il tragitto dell’acquedotto fin dentro il cuore della campagna lucchese.
Lucca, Da Guamo (Capannori) a Lucca (Via del Tempietto)
Visibile sempre dall’esternoE’ uno dei simboli di Lucca e senz’altro uno di quelli più scenograficamente visibili, anche da lontano; basta transitare infatti sull’autostrada A11 fra Lucca e Capannoni per scorgere la spettacolare e scenografia fuga degli archi e dei pilastri che contraddistinguono questo grande acquedotto.

La necessità di dotare la città di un grande acquedotto per rifornirla d’acqua di buona qualità risolvendo così i problemi di carattere igienico, fu avvertita e affrontata dai ricchi e nobili lucchesi già agli inizi del Settecento epoca in cui, matematici e idraulici si confrontarono lungamente fra discussioni e progetti tant’è che, l’acquedotto fu realizzato soltanto nel secolo successivo dal regio architetto Lorenzo Nottolini, da cui prende il nome.
I lavori iniziati nel 1823 e più volte interrotti terminarono nel 1851.  L’acqua era ricavata da alcune sorgenti del versante settentrionale del Monte Pisano mediante due percorsi separati: acqua di maggiore e minore qualità e – scriveva Antonio Mazzarosa nella sua Guida di Lucca per gli ospiti convenuti in città per il V Congresso degli Scienziati Italiani – «passando per diversi strati di sassi e ghiaje, si depura prima e poi limpida si versa per sedici bocche in una galleria sotto un torrente».  Queste opere di presa, realizzate tra il 1825 e il 1840, sono ancora oggi in gran parte visibili nel verde dell’area di rispetto dell’Acquedotto Monumentale di Guamo dov’è il tempietto-cisterna di Guamo, costruito dal 1823 al 1825 in stile neoclassico che raccoglieva l’acqua dalle fonti e all’interno, attraverso una vasca divisa in due parti, incanalava l’acqua nel condotto passando sopra una fila di oltre 400 archi in mattoni e muratura per una lunghezza di circa 3.250 metri, la cui serie è oggi interrotta dall’autostrada A11, dalla quale tuttavia se ne coglie la spettacolare fuga prospettica che caratterizza tutta la scenografica opera.

L’acqua arrivava così nel tempietto-cisterna di San Concordio, un grazioso edificio a pianta circolare neoclassica da dove l’acqua entrava in città passando sotto il baluardo San Colombano; ai lati del tempietto erano due fontane che facevano sgorgare acqua da una bocca di leone e, nel progetto del Nottolini, era prevista anche una fontana in piazza San Michele, però poi non costruita.

Dal tempietto di San Concordio oggi, un suggestivo percorso pedonale consente di seguire il tragitto dell’acquedotto fin dentro il cuore della campagna lucchese.
Lucca, Da Guamo (Capannori) a Lucca (Via del Tempietto)
Visibile sempre dall’esterno