Anche nella Toscana, celebre dei grandi vini dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino passando per il grandi Super Tuscan ci sono vini poco conosciuti tutti da scoprire.
Rarità preziose figlie degli archeologi del vino che hanno recuperato e fatto rinascere vitigni storici e tradizionali spesso abbandonanti solo perché con poca resa. Il Crea di Arezzo ci restituisce dieci gioielli.
Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ente ministeriale spalmato su dodici sedi è un istituzione ultracentenaria (nacque nel 1903 come “Regio Istituto”) attivissima sia nella ricerca d’avanguardia applicata alla viticoltura, sia nella conservazione della biodiversità.
È infatti titolare della più grande collezione italiana di vitigni antichi e rari: A Pratantico, alle porte della città, sono sei gli ettari di vivaio gestiti direttamente, con oltre 550 “accessioni” tra cloni, vitigni e perfino viti silvestri recuperate nei boschi.
Pollera Nera
Vitigno autoctono ligure a bacca nera dalle origini incerte sarebbe nato nell’Alta Lunigiana per poi diffondersi nella Valle Magra dove veniva coltivato con una certa intensità.
Alcuni documenti indicherebbero la sua presenza anche in alcune zone a confine con la Toscana, ma si tratta di informazioni non del tutto attendibili.
Dopo anni di abbandono rivive una nuova giovinezza e mantiene ancora la sua funzione di salvaguardia del territorio e dell’agricoltura.
Durlindana 2021 Igt Toscana
La Pollera della Lunigiana è un’uva rossa non troppo convinta di esserlo, quindi per assecondare questo suo carattere viene vinificata in bianco e in rosato. Breve la macerazione e fermentazione in acciaio per mantenere freschezza e sapidità.
Un vino bianco molto minerale e sapido con sentori di fiori bianchi. Buona acidità e pronta beva in bocca è lungo e persistente.
Nocchianello nero
Il Nocchianello nero rappresenta un’autentica gemma enologica dell’Italia centrale con caratteristiche che lo rendono unico e affascinante.
Questo vitigno ha origini antiche e viene principalmente coltivato nella regione dell’Umbria, in particolare nelle zone collinari e montane.
I vitigni autoctoni e un ambiente per certi versi estremo con il tufo (viene in questo caso coltivato a Sorano) che affiora ovunque producono vini fini ed eleganti, naturalmente concentrati, sapidi e speziati.
Quasi introvabile, assai localizzato e scarsamente documentato, è una varietà molto vigorosa e piuttosto resistente.
Monte Rosso nocchianello nero Igt Toscana 2020
Riportato alla coltivazione nel 2010 a partire dalla collezione Crea che lo aveva a suo tempo recuperato dai vecchi vigneti della zona, innestandolo su qualche filare.
Il vino è di colore rosso rubino, limpido, di media intensità. L’aroma presenta note speziate , di pepe bianco, cassis e noce moscata, con una leggera nota selvatica.
Al gusto evidenzia una buona acidità, tannini non aggressivi, persistenza aromatica, rotondità e tanto pepe.f
Foglia tonda
Foglia Tonda è un antico vitigno di Toscana oggi fra i protagonisti del suo nuovo risorgimento vinicolo. Vitigno secondario per tutto l’800 molto diffuso (fino al 10% della superficie) nel Chianti senese, nel 2000 si era ridotto in tutta la Toscana a soli 3,1 ettari.
Più precoce del sangiovese e piuttosto resistente alle malattie, dà vini robusti e ricchi di colore.
Furfantin 2020 foglia tonda Igt Toscana
Vino elegante, dall’eccezionale piacevolezza di beva, stupisce per il colore rosso rubino luminoso, il profumo ricco di piccoli frutti rossi e lampone, Al palato spicca per freschezza e morbidezza e un leggero sentore ferroso.
Vermentino nero
Dopo anni di abbandono rivive una nuova giovinezza e mantiene ancora la sua funzione di salvaguardia del territorio e dell’agricoltura.
Di origini oscure e diffuso principalmente tra Toscana e Liguria, oggi in meno di 100 ettari, è incostante e difficile da coltivare.
Pepe Nero 2020 Igt Toscana
Il Vermentino Nero, vitigno molto raro in questo podere dona al vino una speziatura insolita. Una guida celebre nel 2015 scriveva: “Questa versione è riuscita ad amalgamare spezie e frutto. Bocca agile e corroborante. Interpetazione magistrale che accende i riflettori su un vitigno autoctono”.
Vibificato e affinato in acciaio per sei mesi colpisce per il suo sentore di tabacco, pepe nero e frutto rosso, In bocca è lungo pieno e intenso.
Mammolo
l Mammolo è uno dei vitigni storicamente più diffusi in Toscana. A fine Seicento il botanico Micheli in “Istoria delle Viti ne descrive vari biotipi che si coltivano nella Toscana.
Da sempre presente al fianco del Sangiovese e del Canaiolo, il Mammolo è ancora sporadicamente diffuso nelle vecchie vigne toscane: è parte integrante del tipico uvaggio dei migliori Nobile di Montepulciano.
Il Legato 2020 Igt Mammolo Toscana
Le vigne di mammolo atte alla produzione di Legato si estendono per un ettaro, l’età media dell’impianto è di 15 anni. La raccolta in vigneto avviene esclusivamente a mano con cassette forate da 15 chilogrammi. Le cassette trasportate in cantina e l’uva caricata poi manualmente nella pressa per la spremitura. La vinificazione avviene in piccoli fermentini con affinamento in botte grande.
Il colore è decisamente scarico, il naso rilascia aromi di tabacco, frutti rossi e miele d’acacia. La bocca e intensa e corta sul finale.
Pugnitello
Il Pugnitello è un antico vitigno autoctono toscano a bacca nera, considerato tra i più antichi. Si coltiva principalmente nella provincia di Grosseto e Siena, e dai suoi grappoli si producono vini rari e intensi.
L’origine del termine “Pugnitello” pare sia da riscontarsi nella forma del grappolo che, essendo di piccole dimensioni e con acini sferici molto compatti tra loro, ricorda la forma di un pugno chiuso. Le sue dimensioni ridotte e la scarsa produttività sono le caratteristiche che lo rendono uno dei vitigni a rischio estinzione.
Dalle origini molto antiche è stato comunemente trascurato, a causa dei grappoli di piccole dimensioni e della bassa produzione. Non si conosce esattamente il luogo di origine, ma la maggior parte dei vigneti di Pugnitello sono stati ritrovati nella provincia di Grosseto e di Siena, in Toscana.
Pugnirosso 2021 Igt Toscana
Dopo qualche prova di vinificazione alla ricerca dell’essenza del vitigno, il Pugnirosso è ora vinificato in modo da privilegiare le note giovanili tipiche dell’uva. Il vino risulta così vigoroso, fruttato e fresco con note speziate e balsamiche.
Fermentazione spontanea con macerazione di soli tre giorni in barriques aperte. La fermentazione prosegue in acciaio.
Naso di frutti di bosco, ciliegia, tabacco e liquirizia, Intenso l’ingresso in bocca con un fruttato che si trasforma in confettura d’amarena e pepe nero. Buona l’acidità cche li pronostica anni di bella evoluzione.
Gralima
La Lacrima del Valdarno, varietà miglioratrice un tempo diffusa e poi quasi sparita e salvata solo grazie alla passione di un vecchio vivaista di Montevarchi, è un vitigno molto tardivo, di media vigoria e di media capacità produttiva che ha un’ottima tolleranza ai marciumi
Amircal 2014 Igt Toscana
Colore rosso rubino intenso con profumi di frutta matura e note speziate anche molto intense. Al palato mantiene sempre una trama tannica importante e una discreta acidità.
Un vino dotato di buona longevità in bottiglia che non viene prodotto tutti gli anni perchè se l’uva non matura molto bene i risultati sono modesti.
Fermentato in serbatoio d’acciaio e affinato in legno per 12/16 mesi in barrique e tonneaux di rovere francese di secondo paesaggio.
Colpisce per il suo sentore intenso di frutta anche troppo matura e confettura.
Colorino
L’azienda che lo produce si trova nel comune di San Miniato in provincia di Pisa con la sfida di produrre vini di alta qualità utilizzando esclusivamente vitigni autoctoni travati all’interno del podere già presente nel Catasto Leopoldino del 1830.
Colorino 2017 Igt Toscana
Più unico che raro un altro vitigno autoctono che si è rivelato di grande interesse anche in purezza per le sue caratteristiche legate al territorio.
Il vino si presenta rosso porpora con sentori di frutta matura, mirto, ribes, lampone, erbaceo, peperone, alloro, floreale, liquirizia, ,cacao e note tostate.
Al gusto è caldo e sostenuto da una buona acidità con tannini decisi e raffinati il finale è armonico e persistente.
Morellone
Vitigno rinvenuto nell’Alto Casentino in vigneti spesso più che centenari. Ammesso al registro nazionale delle varietà nel dicembre del 2016, non è ancora inserito tra e varietà coltivabili in Toscana.
Vitigno “da colore” già diffuso dal Casentino alla Maremma e riscoperto in vecchi vigneti nell’area di Bibbiena (Arezzo), è stretto parente del sangiovese e dà un vino di colore scurissimo, quasi impenetrabile
I vini che si ottengono sono di colore rosso rubino molto intenso con ottima tonalità. L’odore è di frutti rossi di marasca e floreali di viola con elevate note di frutta matura.
Il sapore è molto strutturato e persistente con ottimo corpo, ricco di acidità e tendenzialmente tannico.
Morellone 2021 Vinificazione sperimentale
Il vino prodotto con e uve di questa varietà tardiva proviene dai campi sperimentali impiantati dal Crea nelle colline di Montalcino nel 2017.
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