Chi avrebbe mai pensato che un semplice panino potesse diventare un’icona globale?
Il 28 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’hamburger, un’occasione perfetta per rendere omaggio a uno dei cibi più amati e riconoscibili al mondo.
Ma dietro a questo piatto da fast food si nasconde una storia affascinante, ricca di viaggi, contaminazioni culturali e continui rifacimenti gourmet.

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Le origini: da Amburgo all’America
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’hamburger non nasce tra i grattacieli americani.
Le sue radici affondano nel porto di Amburgo, in Germania, dove nel XIX secolo veniva servita una pietanza a base di carne macinata chiamata Hamburg steak.
Quando i migranti tedeschi sbarcarono negli Stati Uniti, portarono con sé questa specialità, che nel tempo si sarebbe evoluta nella versione attuale.
La prima testimonianza documentata dell’hamburger moderno servito in un panino risale alla fine dell’Ottocento.
Tra i vari pretendenti al titolo di inventore c’è Louis Lassen, ristoratore di New Haven, Connecticut, che nel 1900 servì la carne tra due fette di pane a un cliente frettoloso. Era nato il mito.

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Da fast food a gourmet: l’hamburger si reinventa
Negli anni, l’hamburger ha attraversato tutte le fasi della gastronomia: da simbolo del fast food americano a protagonista delle cucine stellate.
Oggi lo troviamo nelle versioni più disparate:
veggie e vegan burger a base di legumi, soia o barbabietola
fusion burger con ingredienti asiatici, messicani o mediterranei
burger gourmet con carni pregiate, pane artigianale, salse home made e verdure a km zero
Anche l’Italia ha messo del suo: basta pensare all’hamburger con caciocavallo e friarielli, alla versione con tartufo dell’Umbria o al burger con pane al nero di seppia sulle coste siciliane.

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Curiosità succulente
Il più costoso è un hamburger realizzato in Olanda in laboratorio (coltivato da cellule staminali) che è costato ben 250.000 euro nel 2013.
Il più grande mai cucinato è stato invece realizzato negli Usa. 1.164 kg di carne, con tanto di pane, pomodori e formaggio (e griglia gigante).
Il burger perfetto secondo la scienza deve avere un rapporto 80/20 tra carne e grasso, un diametro di circa 12 cm e un tempo di cottura inferiore a 10 minuti per mantenere succosità.

Italian style
Solo in Italia si stima che se ne consumino oltre 250 milioni all’anno. Per la gustosa ricorrenza in Italia è stata creata una guida d’autore insieme a Nicola Longanesi, chef rivelazione della 12ª edizione di MasterChef Italia.
“La differenza nell’hamburger la fa la materia prima, è lei la vera protagonista” dice Longanesi. Per un hamburger succoso e saporito serve una carne eccellente che abbia una buona presenza di grasso: “La proporzione ideale tra parte magra e parte grassa è 80/20 – spiega lo chef – questo assicurerà sapore e succulenza al vostro panino”.
Chi pensa che gli intingoli non concorrano alla creazione dell’hamburger perfetto sbaglia, parola di Longanesi. “Le salse sono un elemento fondamentale del nostro panino: si assaporano ad ogni morso, con l’obiettivo di esaltare la carne senza sovrastarne il gusto.”
Il suggerimento dello chef è quello di aromatizzare la maionese con lime o basilico, ottimi in abbinamento con il pomodoro del panino, per un “morso sorprendente” ricco di freschezza.
“Nessuna paura di osare – raccomanda Longanesi per quello che riguarda il pane – si può scegliere tra le mille varietà di pane italiano (buonissima la rosetta bruschettata), oppure preferire qualcosa di più classico, più vicino al tradizionale bun americano, magari in versione gourmet”.
Il consiglio dell’esperto?
Il potato bun, nell’impasto del panino si aggiungono patate e una buona percentuale di burro per un boccone ancora più gustoso. Del resto, come dice lo chef, “L’hamburger deve essere puro gusto”.
In un hamburger che si rispetti non può mancare la croccantezza. Ma come ricrearla a ogni morso?
“C’è solo l’imbarazzo della scelta – dice lo chef – si può provare con verdure come il cavolo cappuccio e l’insalata di stagione, oppure con qualche fetta di buon bacon o un’italianissima pancetta arrotolata resa più crunchy sulla piastra o in padella”. Ma non solo, “Si può anche provare una variante meno tradizionale, sostituendo la classica “svizzera” con una sovracoscia di pollo lasciata marinare nel latticello, paprika e spezie e poi fritta in olio caldo con una pastella di farina, lievito e birra”.
“Non ci sono mezze misure: l’hamburger non si mangia al sangue. La sua carne deve essere ben rosa, segno che il calore è penetrato all’interno” dice Longanesi per quel che riguarda la cottura.
Un consiglio prezioso per preparare un panino buono e sicuro: la carne con un equilibrato contenuto di grassi, ideale per questa preparazione, regge bene la cottura. La carne tritata o macinata, infatti, va trattata in modo diverso rispetto alle classiche bistecche e richiede una cottura completa.
E come contorno lo chef consiglia un’insalatina golosa di cavolo cappuccio e carote condite con una maionese leggera, il coleslaw. Oppure patatine, ovviamente fritte: “A me piace abbinare il mio hamburger alle patate dolci cotte con una doppia frittura: un procedimento che serve per mantenere il sapore e renderle croccanti fuori e morbide all’interno”
La ricetta di Nicola Longanesi
Ingredienti:
1 burger di scottona
1 pane michetta
1 pomodoro ramato
olio di semi di girasole 120 ml
tuorlo pastorizzato 10 ml
2 fette di bacon
aceto q.b.
sale q.b.
scamorza dolce 10 gr
cavolo cappuccio 10 gr
rucola qualche foglia
1 uovo
pepe q.b.
Procedimento:
Per prima cosa dedicatevi al taglio di tutti gli ingredienti: pomodoro, scamorza, cavolo cappuccio, pane.
Condite quindi il cavolo con olio, aceto, sale e pepe.
Fate la maionese, montando i tuorli con olio a filo. Una volta pronta aggiustate di sale, pepe, aceto. Cuocete l’hamburger su una griglia ben calda, fino a che entrambi i lati avranno raggiunto un’ottima caramellizzazione.
A due minuti dal termine della cottura, posizionate, sopra la carne, qualche fetta di scamorza affumicata, che con il calore si scioglierà.
Mentre la carne cuoce, prendete un padellino e piastrate il bacon. Di fianco, sempre nella stessa padella, con l’aiuto di un coppapasta rotondo, create un uovo all’occhio di bue.
Piastrate il pane e componete il panino. Alla base la carne, sopra i pomodori, il cavolo cappuccio, il bacon, la mayo e qualche foglia di rucola a concludere.
Servire ben caldo, accompagnato dal contorno preferito.
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