In occasione di Shavuot, la festa che tradizionalmente celebra i latticini, torna protagonista una pietanza semplice e simbolica che affonda le sue radici nella storia biblica d’Israele: il kali, il grano tostato che accompagnò Re Davide nei momenti chiave della sua vita.

Photo credit Tova Dikshtain
La festa del latte e del grano
Celebrata a 50 giorni dalla Pasqua ebraica, Shavuot coincide con la maturazione del grano e rappresentava originariamente la festa del raccolto del frumento. In epoca biblica, i pellegrini si recavano a Gerusalemme per offrire al Tempio i primi frutti della mietitura.
È in questo contesto che si colloca il Libro di Rut, tradizionalmente letto proprio durante Shavuot: una narrazione toccante ambientata nei campi di Betlemme, tra la fine della raccolta d’orzo e l’inizio di quella del grano. La protagonista Rut, vedova moabita, si guadagna da vivere spigolando nei campi di Booz, un parente della suocera Noemi. Sarà proprio Booz, dopo averla notata, a offrirle un pasto frugale ma carico di significato: grano tostato, ovvero kali.
Da quell’incontro nascerà una discendenza che segnerà la storia d’Israele: Rut e Booz daranno alla luce Obed, padre di Iesse e nonno del futuro Re Davide. “È nato un figlio a Noemi: lo chiamarono Obed; egli fu padre di Iesse, padre di Davide” (Rut 4:17). Una genealogia che unisce simbolicamente rinascita, speranza e redenzione.
Secondo la tradizione, Davide nacque e morì proprio nel giorno di Shavuot. Ancora oggi, in molti si recano in pellegrinaggio presso il suo luogo di sepoltura sul Monte Sion a Gerusalemme, aperto tutto l’anno.
Il kali compare in diversi momenti della vita di Davide:
Abigail, moglie di Nabal (e futura moglie di Davide), gli portò kali mentre fuggiva da Saul: “Prese… cinque misure di grano tostato…” (1 Samuele 25:18)
Davide stesso lo portò ai fratelli al fronte, prima di affrontare Golia: “Iesse disse a Davide: “Porta ai tuoi fratelli un’efa di grano tostato…”” (1 Samuele 17:17)
Gli amici oltre il Giordano glielo offrirono durante la fuga dal figlio Assalonne: “…grano, orzo, farina, grano tostato… per dire: Il popolo ha fame, è stanco e assetato nel deserto” (2 Samuele 17:28)
Ancora oggi, tremila anni dopo, il kali viene preparato e gustato in molte comunità ebraiche del mondo. In Yemen viene servito all’inizio dello Shabbat, accompagnato da legumi e frutta secca. Tra gli ebrei etiopi, era il cibo essenziale durante i lunghi viaggi verso Israele: bastava una manciata per un’intera giornata. Anche in altre tradizioni si è mantenuta l’usanza di tostare i cereali durante la stagione del raccolto, come augurio di abbondanza e prosperità.
Così, un piatto umile della Bibbia continua a raccontare la connessione tra terra, popolo e fede — e invita a riscoprire i sapori antichi con uno sguardo nuovo.
Ecco come preparare il tradizionale kali la ricetta della tavola di Re Davide:

Photo credit Tova Dikshtain
La ricetta del Kali tradizionale
2 tazze di chicchi di grano pulito
1 cucchiaino di sale
4 tazze di acqua bollente
1 cucchiaio di olio d’oliva
Preparazione:
Sciacquare il grano e cuocerlo con l’acqua bollente e il sale per circa 3 minuti.
Scolare e lasciar asciugare per un’ora.
Tostare in padella con olio d’oliva a fiamma alta, mescolando continuamente finché i chicchi non diventano dorati.
Servire caldo o freddo, con un pizzico di sale a piacere.
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