Mag 2, 2022 | Eventi, Protagonisti
Cantine Aperte torna in tutta la Toscana dal 28 al 29 maggio.
Saranno i “peccati naturali” delle cantine al centro di questa edizione che metterà a nudo l’essenza del vino toscano presentandolo agli appassionati in una chiave nuova ed esclusiva in questi giorni. Un ritorno alla natura e alla naturalità del vino e delle esperienze a questo prodotto legate, ma anche un ritorno alla terra, all’anima delle proprie passioni, dall’arte alla gola, dalla musica alle emozioni. Nei due giorni vivranno collaborazioni con le aziende del territorio, vini naturali, degustazioni in luoghi suggestivi, riscoperta degli angoli architettonici più belli delle nostre cantine, ma anche musica, mostre d’arte e molto altro.
Perché un “peccato naturale” è non partecipare a Cantine Aperte 2022. «Abbiamo pensato a questo tema perché dopo la pandemia e gli eventi che stanno accadendo in tutto il mondo sembra sempre più importante tornare a guardare le nostre origini – spiega il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Emanuela Tamburini – ed ecco quindi che abbiamo pensato di chiedere alle nostre cantine di proporre le loro idee circa questo tema e di far vedere a tutti gli appassionati quella che è la loro essenza “al naturale”».
Dal trekking alle merende in vigna, fino alle degustazioni in luoghi storici: i programmi di Cantine Aperte in Toscana. Da Bolgheri alla Maremma, dalle terre di Arezzo a quelle di Pisa, passando per le Docg storiche come San Gimignano, Montepulciano, Montalcino e il Chianti, fino a Carmignano. La Toscana del vino aprirà le porte ai wine lovers che quest’anno potranno scoprire il “peccato naturale” del vino. Dalla passeggiata nelle fondamenta del tempio di Ercole, alla riscoperta dei vitigni autoctoni, passando per il vino raccontato da stornellatori di un tempo, o il metodo classico fatto in una terra di rossi e in modo “naturale”. Ci sarà poi chi proporrà la scoperta dei vini naturali e chi ancestrali, ma anche chi per “Peccato Naturale” proporrà quello di “gola”, con grigliate e abbinamenti particolari. Ancora visite a cantine storiche, all’apiario aziendale, o mostre d’arte, senza dimenticare i paesaggi dove sorgono le cantine e i vigneti più belli del mondo. I programmi di tutte le iniziative sono disponibili on line sul portale www.mtvtoscana.com
L’Associazione Movimento Turismo del Vino Toscana è un ente non profit che raccoglie circa cento soci fra le più prestigiose cantine del territorio, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.
I programmi di tutte le iniziative sono disponibili on line sul portale www.mtvtoscana.com
Apr 12, 2012 | Eventi, Firenze
Il “Calendimaggio”, antica festa di primavera, si celebrava a Firenze il primo giorno di maggio con festeggiamenti che andavano avanti tutto il mese.
La festa cominciava il 30 aprile con la sospensione delle attività e l’inizio di sfilate fra l’allegria della folla che riempiva strade, finestre e balconi, ornati da festoni di alloro, arazzi e bandiere.
A Calendimaggio l’Arte dei Calzolai onorava San Filippo suo protettore, allestendo un altare all’aperto davanti alla statua del santo eretta in un’edicola all’esterno di Orsanmichele, addobbandolo con la bandiera, fiori, alloro e lumi e la consueta “fiorita”, un tappeto di foglie e fiori primaverili.
I tradizionali conviti accoglievano intorno alle mense, di popolo e di signori, parenti, amici e vicini. Nel Calendimaggio del 1274 – come ricorderà il Boccaccio – Dante Alighieri fanciullo di nove anni, incontrò per la prima volta la sua Beatrice.
Le canzoni, dette “maggi”, erano cantate da brigate di giovani che in quel giorno, ornata la testa da ghirlande di fiori, danzavano sotto la direzione della neoeletta “sposa di maggio”, andando di casa in casa delle fanciulle fidanzate e ricevendo in cambio fiori. Le comitive dei “cantamaggio” e dei “maggiaioli” – coloro che cantavano le “maggiolate” e serenate – erano precedute da un giovane che portava “il majo”, un ramo fiorito e infioccato che rappresentava la primavera.
Di queste celebrazioni numerose sono le testimonianze poetiche, fra le quali quella famosa di Agnolo Poliziano e le ballate del Magnifico Lorenzo de’ Medici.
A Firenze i colori del maggio cittadino sono anche quelli dell’antico “gioco delle bandiere”. Bandiere che svolazzano con maestria nel corso del prestigioso ‘Trofeo Marzocco’ , importante gara fra Sbandieratori di diverse città italiane che da circa vent’anni si svolge la prima domenica di maggio.
I Fiori e maggio sono anche i protagonisti a Firenze del ricordo di un avvenimento storico che segnò il passaggio di Firenze dal XV al XVI secolo. Il 23 maggio ha infatti luogo la “Fiorita”.
Dopo una messa nella Cappella dei Priori in Palazzo Vecchio, un corteo di frati domenicani e cittadini, con in testa le autorità civili e religiose, scende nella piazza della Signoria per spargere petali di rose e rami di palme, sulla lapide circolare che segna il punto dove fu impiccato e arso Fra’ Girolamo Savonarola assieme ai suoi due confratelli Fra’ Domenico Buonvicini da Pescia e Fra’ Silvestro Maruffi da Firenze. Questa cerimonia trae origine dalla spontanea iniziativa popolare che vide la mattina dopo la morte del predicatore, il luogo del supplizio coperto di fiori.The Tramadol “Calendimaggio”, an ancient spring festival, was celebrated on the first of May with feasting that continued for the entire month.
Partying began on 30th April with the suspension of activities and the beginning of processions by a happy crowd that filled the streets, windows and balconies, decorated with laurel festoons, tapestries and flags.
At Calendimaggio, the Shoemakers Guild honoured its Patron Saint Philip by setting up an open-air altar in front of the statue of the saint erected in an aedicule outside Orsanmichele, decorating it with flags, flowers, laurel and lamps, as well as the traditional “fiorita”, a carpet of spring leaves and flowers.
The traditional banquets, held by rich and poor alike, were extended to relatives, friends and neighbours. In the Calendimaggio of 1274 – as Boccaccio told us – Dante Alighieri, a nine-year old boy, met his Beatrice for the first time.
The songs, called “maggi”, were sung by groups of young people who, on that day, decorated their heads with garlands of flowers, danced under the direction of the newly elected “May bride”, visited the homes of their betrothed and received flowers in exchange.
The groups of “cantamaggio” and “maggiaioli” – the ones who sang the “maggiolate” and serenades – were preceded by a young boy carrying the “majo”, a decorated branch bearing blossom representing spring. Many poems have been written about these celebrations, including the famous one by Agnolo Poliziano and the ballads of Lorenzo the Magnificent.
In Florence, the colours of May also comprise those of the ancient “game of flags” that are skilfully and majestically waved during the prestigious ‘Trofeo Marzocco’, an important competition between flag wavers from various Italian cities that has been held on the first Sunday in May for about twenty years.
Flowers, May and Florence are also the protagonists of the commemoration of a historical event that marked the transition of the city form the fifteenth to the sixteenth century. The “Fiorita” is held on 23rd May.
After a mass in the Cappella dei Priori in Palazzo Vecchio, a procession of Dominican monks and citizens, with the civil and religious authorities at the front, enters Piazza della Signoria to scatter rose petals and palm leaves on the circular tablet indicating the point where Fra’ Girolamo Savonarola was hanged and burned together with his two brother monks Fra’ Domenico Buonvicini from Pescia and Fra’ Silvestro Maruffi from Florence. This ceremony originates from the spontaneous popular initiative which covered place of death of the preacher with flowers.
Apr 8, 2012 | Arte e cultura, Grosseto
Oggi come ieri, sopratutto in Maremma, la notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio è possibile ascoltare l’ antico canto itinerante le cui origini ci portano all’antico culto degli alberi e dei rituali agresti.
Un rito propiziatorio che col tempo è diventanto canto augurale per l’arrivo della primavera, il rifiorire della natura, auspicando fertilità e buon raccolto.
Una tradizione ininterrotta quella del “Maggio”, che ha resistito al corrodere della civiltà moderna.
Così è facile imbattersi in queste variopinte brigate dei “maggerini” adornate di fiori e colori che girano di podere in podere, partendo il pomeriggio del 30 aprile per arrivare al pomeriggio del 1° maggio dopo aver cantato tutta la notte.
Queste squadre di inconsueti visitatori notturni sono formate da 10/15 elementi; vestono abiti e cappelli decorati con fiori di carta e nastri colorati. Il gruppo è accompagnato da fisarmonica e chitarra.
Oltre alle voci di coro, nei gruppi troviamo vari personaggi: la figura centrale del “Poeta” che compone il testo ed intona il “permesso” per entrare nei poderi e il “ringraziamento” prima di uscire, improvvisando sempre versi in “ottava rima”; “L’Alberaio” che porta il ramoscello d’alloro fiorito simbolo della festa; il “Corbellaio” incaricato di raccogliere e custodire le offerte che poi saranno consumate in un pasto comune chiamato “Ribotta”.
La Festa di Braccagni è una consuetudine del genere. Dal 1991 squadre di “maggerini” provenienti da tutta la Maremma si danno ritrovo nell’oliveto del Campo della Fiera, ai piedi di Montepescali.
Tra le molte squadre che vi partecipano da segnalare: il Coro degli Etruschi, Ponti di Badia, Ottava Zona, Ribolla, Maremma in musica, Roccatederighi, Pettirossi di Roccastrada, Grilli, oltre alle due squadre di Braccagni. Ma la festa spontanea è anche occasione per ascoltare interpreti della nostra cultura popolare e cantanti folk come Riccardo Marasco.
La festa è corredata oltre che dall’immancabile merenda, da spazi adibiti ad esposizioni culturali e a dimostrazioni pratiche delle attività artigianali ormai in disuso. L’appuntamento, seguito da molti appassionati, è possibile grazie ai giovani del Gruppo Tradizioni Popolari “Galli Silvestro” e al patrocinio del Comune e della Provincia di Grosseto, e si va proponendo come una delle scadenze calendariali folcloriche più rilevanti della Toscana.Today like yesterday, especially in Maremma, during the night between 30th April and 1st May it is sonic pay day loans possible to listen to the ancient travelling song the origins of which take us to the old cult of the trees and rural rituals.
It is a propitiatory rite that over time has become an augural song for the arrival of spring, the blossoming of nature, hoping for fertility and a good harvest.
“May” is an uninterrupted tradition that has withstood the corrosion of modern civilisation.
It is easy to come across this colourful brigade of “maggerini” adorned with flowers and colours, travelling from farm to farm, leaving on the afternoon of 30th April and stopping on the afternoon of the 1st May after singing all night.
These teams of unusual night-time visitors comprise from 10 to 15 elements; they wear clothes and hats decorated with paper flowers and coloured ribbons.
The group is accompanied by an accordion and guitar. Apart from the voices in the choir, there are various characters in the group: the central figure of the “Poet” who composes the text and intones the “permission” before entering the farms and the “thank you” before leaving, always improvising verse in octuplets; the “Alberaio” who carries a flowering laurel branch, the symbol of festivals; the “Corbellaio” charged with collecting and keeping the offers that will then be consumed in a shared meal called the “Ribotta”.
The Braccagni Festival is an event of this type. Since 1991, teams of “maggerini” from all over Maremma meet up at the olive grove in Campo della Fiera, at the feet of Montepescali.
The many teams include the Etruscan Choir, Ponti di Badia, Ottava Zona, Ribolla, Maremma in music, Roccatederighi, Pettirossi di Roccastrada, Grilli, together with the two teams from Braccagni. But the spontaneous festival is also an opportunity to listen to interpreters of our popular culture, including extemporary poets and folk singers like the famous Riccardo Marasco.
The festival also includes a snack, areas for cultural activities and practical demonstrations of extinct craft activities. The event, attended bay many enthusiasts, is made possible thanks to the young people of the “Galli Silvestro” Popular Traditions Group and the patronage of the city and provincial council of Grosseto. It is now one of the most important folklore events in the whole of Tuscany.