Dic 24, 2024 | Territori
Festeggiamo il Natale portandovi in giro per il mondo a scoprire gli alberi più spettacolari e affascinanti del mondo. Lasciamoci ammaliare dalle luminarie e partiamo per un viaggio incredibile che parte dall’italiana Gubbio, sale a nord verso Vilnius e varca l’oceano per visitare New York e dopo aver trasvollato anche il Pacifico si arriva fino a Sidney.
1 – Gubbio (Italia): l’albero da record
L’antica città medievale di Gubbio, tra i borghi più belli dell’Umbria e dell’Italia intera, possiede un primato unico al mondo. Alle pendici del monte Ingino infatti c’è un albero di Natale che nel 1991 è entrato nel Guinness dei Primati come il più grande del mondo.
Tecnicamente non è un albero vero e proprio, ma una forma creata con quasi mille punti luci e che si appoggia sul declivio e le pendici del monte creando un’immagine mozzafiato visibile a da chilometri anche a distanza.
La superficie occupata equivale a circa 30 campi da calcio per un totale di 950 luci che ne compongono la sagoma, le decorazioni interne e la stella.
La grande istallazione, che come è ben comprensibile consuma molta energia si alimenta oggi grazie a un impianto fotovoltaico che durante l’anno accumula l’energia necessaria per accendere l’albero a dicembre. Inoltre in un ottica di sostenibilità tutti i punti luminosi che compongono la figura sono stati sostituiti con luci Led per una maggiore efficienza energetica.
2 – Parigi (Francia): la tradizione della Gallerie Lafayette
Ormai è una tradizione che va avanti fin dal 1976 quello di visitare Parigi per scoprire l’allestimento natalizio dei magazzini Gallerie Lafayette che accendono di magia le notti parigine.
Ogni anno un tema e un nuovo artista a progettare l’allestimento popolare in tutto il mondo e quest’anno l’opera è figlia della mente creativa dell’enfant prodige Charles de Vilmorin che ha scelto per il Natale 2023 atmosfere poetiche e oniriche. “My Dream Christmas” è il filo conduttore delle decorazioni.
L’albero di Natale che troneggia nell’ iconica cupola dei grandi magazzini è stato ispirato dai ricordi d’infanzia di un Natale trascorso con i nonni.
3 – Sydney (Australia): il Natale galleggiante della baia
Situato nella famosa Corio Bay di Sydney, è indubbiamente l’albero di Natale galleggiante più famoso del mondo.
Un albero molto particolare e creativo dato che, anche se nella forma assomiglia molto a quello dei paesi del nord Europa c’è da considerare che a queste latitudini il Natale cade in piena estate e sarebbe davvero difficile far sopravvivere un’abete nella baia di Sydney.
Questo albero è un mix di luci colorate e spettacolari fuochi d’artificio che non può che ammaliare chi ha la fortuna di vederlo dal vivo.
L’installazione è stata sviluppata da un’agenzia creativa con sede a Melbourne, e dal lighting designer Philip Lethlean.
I creatori hanno voluto andare oltre il classico concetto di albero di Natale e il risultato è una grande struttura, rivestita da 11.000 dischi riflettenti e con 28 diverse sequenze di illuminazione.
In questo modo l’installazione è illuminata non solo di notte, ma crea anche un effetto scintillante alla luce del sole estivo.
4 – Londra (Gran Bretagna): il must di Trafalgar Square
L’Albero di Natale di Trafalgar Square a Londra è un simbolo stesso della capitale inglese nel periodo natalizio ma forse non tutti sanno che è un simbolo speciale di amicizia internazionale e mai come quest’anno c’è bisogno di buone cose.
L’albero di Trafalgar Square simboleggia l’amicizia fra il popolo inglese e quello norvegese.
Ogni anno, la Norvegia dona infatti un magnifico abete rosso norvegese al popolo britannico come segno di gratitudine per il supporto ricevuto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Una tradizione che ha origini che risalgono al 1947, quando la Norvegia donò il primo albero come ringraziamento per il sostegno ricevuto durante il conflitto mondiale. Da allora, questa donazione è diventata una tradizione amata, con un grande abete selezionato con cura e trasportato a Londra per essere eretto in Trafalgar Square.
L’albero, decorato in modo semplice con luci e una stella sulla cima, diventa il fulcro delle celebrazioni natalizie nella capitale britannica.
Questo gesto simbolico non solo incanta i visitatori con la sua bellezza, ma anche rafforza il legame tra le due nazioni, trasmettendo un messaggio di pace, amicizia e gratitudine durante la stagione delle festività.
5 – Vilnius (Lituania): lo sfarzo nella città vecchia
Una delle capitali più verdi d’Europa, Vilnius (o Vilna) in Lituania è oggi considerata una delle migliori destinazioni al mondo dove festeggiare il Natale: in effetti la città è bellissima e il programma per il periodo delle feste è intenso, con la città che cambia completamente volto.
L’albero di Natale che campeggia nella centralissima Piazza della Cattedrale è uno dei simboli della città, riconosciuto come uno dei più belli del mondo, tanto da dettare tendenza.
Non è un albero tradizionale posizionato verticalmente, ma una struttura illuminata che si erge in verticale, con luci cangianti e un design che crea un’atmosfera incantata. Le luci che lo adornano cambiano colore, spesso passando attraverso una varietà di tonalità vivaci, regalando uno spettacolo luminoso e affascinante.
Addobbato ogni anno in modo diverso, è arricchito con migliaia di decorazioni fatte a mano da artigiani locali che hanno utilizzato fibre naturali, vetro e legno. Migliaia di piccole luci Led ad alta efficienza energetica illuminano poi l’albero e creano un’atmosfera magica.
Una piccola curiosità: l’albero scelto ogni anno non proviene da un terreno pubblico, ma da un privato che in cambio riceve un premio simbolico.
6 – Strasburgo (Francia): il Grand Sapin di 30 metri
Strasburgo è conosciuta come la “Capitale del Natale” e il suo albero principale, situato davanti alla Cattedrale di Notre-Dame, è un’opera maestosa che incanta visitatori di tutte le età.
Situato nel cuore del più antico mercatino natalizio francese, allestito da ben 450 anni, l’albero ha un’altezza minima di 30 metri e richiede 120 ore per l’allestimento completo.
Ancora numeri importanti per questo gioiello: 180 rami impiantati per infoltirne la chioma, 7 chilometri di luci e più di 300 lucine lampeggianti, per non contare i circa 700 addobbi.
L’albero di Natale di Strasburgo è davvero maestoso e non stupisce che tante persone decidano di trascorrere qui le proprie vacanze dicembrine solo per vederlo dal vivo.
7 – New York (Stati Uniti): l’albero mito del Rockefeller Center
È probabilmente l’albero di Natale più celebre del mondo, protagonista in centinaia di film e meta turistica fissa nel periodo delle feste.
Il rito annuale della sua accensione è uno degli spettacoli più amati della città e segna ufficialmente l’inizio delle festività natalizie.
Il suo allestimento è una tradizione che risale al 1933, quando il grattacielo era ancora in costruzione e nel 1936 ai suoi piedi si è aggiunta la celebre pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Oltre 8 chilometri di luci Led e la stella in cristalli Swarovski alta 3 metri lo rendono l’albero di Natale per eccellenza.
8 – Città del Messico: l’albero latino dello Zòcalo
Un salto più a sud per scoprire il Natale latino di Città del Messico.
Nel cuore della capitale messicana è il celebre albero di Natale che viene ogni anno allestito in Piazza della Costituzione, detta El Zòcalo, che durante il periodo natalizio si illumina a partire dal 12 dicembre, cioè il Dia de la Virgen de Guadalupe.
Addobbato secondo il gusto della tradizione messicana, con influenze sia americane che europee, il gigantesco albero si staglia nel cuore pulsante della megalopoli.
Insieme allo spettacolo di luci e suoni che accompagnano le decorazioni, lo spirito del Natale qui si sente moltissimo.
9 – Rio de Janeiro: l’albero galleggiante più grande del mondo
Un altro albero di Natale entrato nel Guinness dei Primati si trova in Brasile ed è quello di Rio de Janeiro riconosciuto come il più grande albero di Natale galleggiante al mondo.
Con i suoi 70 metri di altezza, emerge fluttuando su una piattaforma nel bel mezzo della laguna Rodrigo de Freitas, a sud della città.
E’ un’icona luminosa che riflette la magia del Natale sotto il cielo brasiliano, Realizzato con montature in metallo e milioni di luci, è uno spettacolo davvero impressionante.
In Brasile i festeggiamenti per il Natale sono secondi solo a quelli per il Carnevale e quindi l’accensione dell’albero di Natale è uno degli eventi più popolari di Rio ed è contornato da un enorme spettacolo pirotecnico che segna l’inizio delle festività natalizie.
10 – Madrid: l’albero della Puerta del Sol
La capitale spagnola durante il periodo delle feste natalizie si veste di colori e allegria. Più di 200 strade sono illuminate dalle sfarzose decorazioni, la regina delle quali è l’enorme palla di 12 metri di diametro con le sue 43 mila luci situata tra Gran Vía e Calle de Alcalá, mentre il re delle decorazioni è senza ombra di dubbio il maestoso albero di Puerta del Sol, fotografato ogni anno da migliaia di turisti che lo ammirano stupiti e ammaliati.
Alto oltre venti metri è una maestosa istallazione decorata ogni anno in modo spettacolare. Le luci, gli ornamenti e le decorazioni sono scelti con cura per creare un effetto visivo straordinario che attira sia i residenti che i turisti.
Dic 14, 2024 | Enogastronomia
Manca davvero poco a Natale e in questo periodo grazie a Glemp Beverages vi offriamo due proposte per rendere le festività ancora più speciali con due cocktail creati ad hoc per l’occasione: Winter Glep e Grinta Tonic.
Il primo potremmo dire essere una versione alternativa e glamour del punch, da offrire ad amici e parenti durante le festività natalizie o sorseggiare come digestivo al termine di una cena; il secondo, è un cocktail seducente e rinfrescante, perfetto per stupire.

Winter glep
È un cocktail aromatico e avvolgente, dove il gusto del Vermuth Vandalo si unisce al vino Nebbiolo e alle note speziate della cannella, dell’anice stellato e dei chiodi di garofano, per un’esperienza unica di sapori invernali. Red Christmas.
Ingredienti:
4cl Vermouth Vandalo
10cl vino rosso Piemontese “Nebbiolo”
1 cucchiaino di zucchero di canna
1 stella di anice stellato
½ stecca di cannella
1 scorza d’arancio
1 fetta di limone
1 chiodo di garofano
Procedimento: mettere in una pentola 4cl di Vermuth Vandalo, il vino “Nebbiolo”, lo zucchero di canna, l’anice stellato, la cannella e portare a ebollizione. Spegnere e aggiungere la scorza di arancio, la fetta di limone e un chiodo di garofano, lasciare 3 minuti nella teiera e servire in un bicchiere o in una tazza.

Grinta tonic
Il colore ricorda l’albero natalizio, il muschio, il vischio… Fresco e digestivo, è l’ideale per il dopocena.
Ingredienti:
5 cl amaro Grinta
15 cl tonica al gin
per guarnire menta e lime fresco
Procedimento: versare 5 cl di amaro Grinta in un tumbler con ghiaccio, aggiungere 15 cl di tonica al gin versandola lentamente per preservare l’effervescenza, guarnire con una fetta di lime e un rametto di menta.
Dic 9, 2024 | Enogastronomia
Se sulle tavole di Natale il panettone e il pandoro sono i re indiscussi del dolce natalizio tanto da dividere in due fra la preferenza (leggi qui) , l’Italia e il mondo offrono una vasta gamma di dolci tradizionali che possono rappresentare un’alternativa interessante per chi desidera variare o esplorare sapori diversi.
Vi avevamo già detto di sei varianti da provare assolutamente ma andiamo oltre.
Ecco una panoramica di dolci natalizi, sia regionali italiani che internazionali, con curiosità e tradizioni.

Torrone. Foto di Moondance da Pixabay
Dolci tradizionali regionali italiani
1 – Torrone, Lombardia
Un dolce a base di miele, zucchero, albume d’uovo e frutta secca come mandorle, noci o pistacchi originario del nord Italia e in particolare della città di Cremona considerata la sua capitale.
Le varianti sono infinite: morbido, duro, ricoperto di cioccolato, aromatizzato agli agrumi, etc..
2 – Struffoli, Campania
Trattasi di piccole palline di pasta dolce fritta, immerse nel miele e decorate con confettini colorati che vengono tradizionalmente serviti come centrotavola natalizio. Sono un simbolo di abbondanza e allegria, perfetti da condividere con la famiglia.
3 – Zelten, Trentino-Alto Adige
Trattasi di un pane dolce arricchito con frutta secca e candita che vengono preparati in anticipo per essere consumati durante le feste.
Ogni famiglia altesina custodisce una propria ricetta tramandata di generazione in generazione.

4 – Buccellato, Sicilia
Un dolce realizzato a forma di ciambella ripieno di fichi secchi, mandorle, cioccolato e spezie il cui noe deriva dal latino “buccellatum”, che significa “pane da mordere”.
5 – Cavallucci, Toscana
Sono biscotti speziati a base di noci, miele e anice di tradizione senese che erano offerti ai viandanti come segno di ospitalità.
6 – Pangiallo, Lazio
Dolce ricco di frutta secca, spezie e cioccolato, tipico di Roma e dei suoi paraggi. Deve il suo nome al colore dorato ed è simbolo di buon augurio.
7 – Parrozzo, Abruzzo
Dolce a base di mandorle, ricoperto di cioccolato fondente reso celebre da Gabriele D’Annunzio, che ne elogiò il gusto in una sua poesia.

Dolci natalizi internazionali
1 – Bûche de Noël, Francia
E’ questa una torta a forma di tronco, composta da un rotolo di pasta biscotto farcito con crema al burro o ganache al cioccolato. Rappresenta il ceppo di legno tradizionalmente bruciato nel camino per il Natale.
2 – Stollen, Germania
Dalla Germania arriva questo dolce molto popolare che è un pane dolce lievitato, ricco di frutta secca, canditi e spesso farcito con marzapane. Originario di Dresda è uno dei simboli del Natale tedesco.
3 – Christmas Pudding, Regno Unito
Un budino denso a base di frutta secca, spezie e brandy per il natale british. La tradizione vuole che ogni membro della famiglia mescoli l’impasto esprimendo un desiderio.
4 – Rosca de Reyes, Spagna e America Latina
Nel mondo latino sulla tavola di Natale si porta una ciambella dolce decorata con frutta candita al cui interno si nasconde una statuina che porta fortuna a chi la trova. Una tradizione legata all’Epifania, ma spesso è servita anche durante il Natale.

Pavolova, foto generata da Ai
5 – Panettone Brasileiro, Brasile
Una variante carioca del panettone nostrano, spesso arricchito con creme tropicali come cocco o maracuja. È amatissimo dai brasiliani al punto da far parte della tradizione natalizia brasiliana dove forte è l’influenza italiana.
6 – Pan de Pascua, Cile
E’ questo un dolce simile a un plumcake con frutta secca, spezie e rum il cui nome “Pascua” in spagnolo indica sia Natale che Pasqua, motivo per cui viene consumato in entrambe le occasioni.
7 – Pavlova, Australia e Nuova Zelanda
Alle nostre antipodi, dove il Natale si festeggia a maniche corte si porta sulle tavole natalizie un dolce a base di meringa, con panna montata e frutta fresca. Nonostante sia estivo, è il dolce più amato per le feste natalizie nell’emisfero sud.
Nov 29, 2024 | Enogastronomia
Stappare una birra, nei giorni di Natale e persino a San Silvestro, è una nuova tendenza dei giovani tra Millennial e Generazione Z. Però: sceglietela bene, con l’abbinamento giusto. Ecco un piccolo vadamecum del pairing ideale coi piatti delle feste, pescando tra le birre di 32 Via dei Birrai
Birra sotto l’albero di Natale
“La birra e gli italiani: è amore anche a Natale”, titolava un paio di anni fa un importante quotidiano nazionale, delineando prospettive fin troppo ottimistiche, perché il nostro è in realtà – inutile nasconderlo – un Paese di storica tradizione enoica, oltretutto le festività sono momenti in cui ci si rifà volentieri a una ritualità ripetitiva persino più che in ogni altro giorno dell’anno, insomma c’è sempre poca sperimentazione sotto l’albero.
Eppure le cose stanno cambiando, il consumo di birra anche durante le festività natalizie risulta sempre più importante, a trainare questo nuovo fenomeno sono soprattutto i giovani, ossia Millennial e Generazione Z.
Birra quindi sotto l’albero. Ma quale birra? La domanda non appaia peregrina: la birra di qualità è sempre buona; ma – come il vino – può essere esaltata ulteriormente dal giusto abbinamento, che a sua volta esalta il piatto delle feste. Perché, ovvio, è sempre bene gustare al meglio le cose; ma è anche meglio farlo in quel momento canonico dell’anno che rimarrà nella memoria.
Ecco quindi una rapida guida all’abbinamento perfetto cibo-birra declinato sui piatti delle festività natalizie. Abbiamo pescato dalla vasta e sfaccettata cantinetta di 32 Via dei Birrai, il birrificio artigianale nato nel 2006 in Veneto per volere di tre amici, Loreno Michielin, Fabiano Toffoli e Alessandro Zilli, che decisero di unire forze, ingegni imprenditoriali e passione per la natura scegliendo di andare controcorrente, ossia di proporre birre italiane di altissimo profilo e con filiera basata su logiche ecocompatibili.

Piatti a base di pesce
Siamo alla vigilia di Natale, la tradizione vuole che a predominare nel menu siano i piatti a base di pesce, che in realtà poi esondano anche negli antipasti natalizi veri e propri, e anche a San Silvestro, certo. Ma quali birre abbinare a tali manicaretti?
La risposta più ovvia – le birre chiare! – è anche la più corretta. Fabiano Toffoli è il mastro birraio di 32 e ci spiega: «Per il pairing perfetto, non ci interessa tanto quale sia il pesce, quanto quali siano le salse», ovvero conta la “densità gustativa” della ricetta che andremo ad addentare. E quindi: con una salsa leggera e un pesce delicato, l’ideale è una birra chiara, come la Curmi di 32 Via dei Birrai, una birra bianca (5,8°) profumata, rinfrescante, con un po’ di corpo, stilisticamente vicina alle “bianche” belghe. «È tradizione nel Nord Europa sorseggiare una birra bianca coi piatti di pesce delle feste.
Pensiamo a una sogliola alla mugnaia o alle cozze alla marinara: la Curmi è perfetta, con note di orzo e farro, coriandolo e scorza d’arancia».
Se invece prevedete piatti di pesce crudo, carpacci di mare, molluschi nature o crostacei ugualmente al naturale (in primis: scampi), si può accompagnare con la stessa Curmi oppure dare una sferzata con la Nebra (ambrata con un aroma floreale intenso accompagnato da note di caramello, dolce e molto piacevole), adatta anche a piatti di pesce o pietanze che prevedano il curry. È un’eccezione alla regola che suggerisce invece – per le preparazioni di mare speziate, colorate, “etniche” – che la scelta piuttosto cada sulla Tre+due, birra leggera (3.2°) e profumatissima, fruttata, appunto speziata e secca, beverina ma con personalità.

Piatti a base di carne
Siamo al pranzo del 25 dicembre, il menu prevede ad esempio i tortellini in brodo di carne, poi la faraona oppure il cappone ripieni, comunque piatti terragni e “caldi” come dev’essere l’atmosfera natalizia. Quale birra si presta di più all’abbinamento?
Toffoli: «Andiamo certamente sull’Audace, perché non è troppo dolce e quindi stucchevole, gli italiani in genere non amano molto l’amaro nella birra». È una birra forte (8,4°), chiara, stilisticamente vicina alle tripel belghe, dona aromi intensi di frutta, spezie e fiori; risulta perfetta con le carni bianche, specie quando non accompagnate da salse troppo corpose. E invece, per un piatto più intenso?
Meglio andare in concordanza (note aromatiche simili che si integrano, in un unico contesto gustativo) o in contrapposizione (note diverse per smussare certe intensità del piatto e regalare un nuovo equilibrio alle papille gustative)? Quelli di 32 Via dei Birrai hanno le idee chiare: «Serve qualcosa che abbia struttura, che introduca anche l’amaro per pulire il palato»: insomma l’Admiral, una rossa “all’inglese” con nuances di caramello e di tostato che fanno da assonanza e contrasto insieme, «al naso emergono il fieno e l’erbaceo, oltre ai frutti di bosco e alla marmellata», siamo quasi nel mondo dei vini rossi con, in più, una nota amarostica lieve. Birra di personalità, che regge l’abbinamento.

Panettone o Pandoro
Siamo a fine pasto, arrivano panettone o pandoro. L’abbinamento con la birra sembrerebbe forzato, ma Toffoli non è di questo parere: «Coi dolci delle feste, un sommelier classico suggerirebbe vini dolci e alcolici, che tradotto nel mondo brassicolo di 32 Via dei Birrai porterebbe a stappare Nebra, Atra o Nectar, che sono invero un’ottima opzione». Ma lui ne suggerisce un’altra, più sfiziosa: «Non amo l’idea di “zucchero su zucchero”, quindi preferisco una birra secca», ecco allora l’Audace, che apporta aromi speziati, complessi, floreali, fruttati, ma è priva di un importante residuo zuccherino, così da evitare appunto questo “zucchero su zucchero” che, tra l’altro, fa esplodere la glicemia».

Il brindisi
Dunque birre – nello specifico le birre di 32 Via dei Birrai – per ogni occasione durante le feste. In realtà manca ancora un momento, che è peraltro decisivo, diciamo così: esiste una birra perfetta anche per il brindisi di mezzanotte, a San Silvestro?
Toffoli indica due strade: «Se siete affezionati a uno spumante per Capodanno, stappate pure quello. Ma magari preparate il brindisi, nell’euforia dell’attesa, con Ambita, la nostra birra più versatile, prodotta con 100% di materia prima italiana, dal profilo aromatico non impegnativo.
È un poco maltata, appena amara, perfetta per l’aperitivo del 31 dicembre» e di ogni altro giorno dell’anno. Invece, se cercate proprio una birra adatta ai festeggiamenti per il 2025, la scelta non può che ricadere su Audace, birra di buon tenore alcolico (8,4 gradi), secca, non maltata, non particolarmente dolce. È l’alternativa vincente anche per augurarsi un nuovo anno diverso e migliore: perché è nelle sfide che si esprime il cambiamento»,
Nov 23, 2024 | Enogastronomia, Territori
Il borgo medievale di Chiusa, in Alto Adige si rivela un’oasi di pace anche durante la stagione invernale.
Immerso in un paesaggio magico, questo gioiello nascosto offre un’esperienza unica per chi cerca un’autentica fuga invernale.
Lontano dal turismo di massa e dal chiasso, da qui si può partire per escursioni da favola o ciaspolate in mezzo alla neve in uno degli alpeggi più grandi e suggestivi dell’arco alpino.
Il territorio di Chiusa, con i paesi di Barbiano, Velturno, Villandro distanti pochi chilometri l’uno dall’altro, si trova in una posizione strategica nel cuore del Sudtirolo: il punto di partenza ideale per andare alla volta anche delle piste più famose delle Dolomiti, senza dimenticare il fondo e lo slittino.
E, per vivere l’attesa del Natale, il borgo di Chiusa, tra i Borghi più belli d’Italia, si trasforma in un luogo davvero magico.
Chiusa è un piccolo comune di 5.200 abitanti in Valle Isarco, situato a mezz’ora da Bolzano, in Alto Adige, vanta uno dei centri storici più pittoreschi d’Italia, con vicoli stretti e casette alternate a sontuosi palazzi. Per il periodo di Avvento, Chiusa si trasforma in un autentico “Borgo natalizio”. Nei fine settimana le vie del centro storico vengono infatti illuminate da centinaia di candele e di lanterne che creano raffinati giochi di ombre sulle pareti, regalando un’atmosfera unica.

foto di Tiberio Sorvillo
La magia del “Borgo Natalizio di Chiusa”
Durante l’Avvento, dal 29 novembre al 22 dicembre2024, dalle ore 10 alle 19, tutti i venerdì, sabato e domenica, il centro si trasforma nel Borgo Natalizio di Chiusa. Le bancarelle del mercatino si snodano lungo i vicoli tortuosi e si estendono fino alle antiche cantine degli edifici storici dove si nascondono veri tesori: ciotole in legno tornite, figure del presepe finemente intagliate, pantofole in feltro e innumerevoli prodotti realizzati con le erbe aromatiche dei masi contadini.
Delicate melodie di cori natalizi e suoni profondi di ottoni, sassofoni e fisarmoniche riecheggiano nell’aria, creando un’atmosfera natalizia percepibile in ogni angolo del centro storico.
Il Borgo Natalizio è più di un tradizionale mercatino di Natale, è un’esperienza che incanta i visitatori ogni fine settimana d’Avvento con nuovi temi: nobili cavalieri, coraggiosi minatori, tenaci contadini e misteriose creature sfilano nel corteo inaugurale attraverso i vicoli, mentre nell’accampamento medievale ardono le fiamme. Come nel Medioevo, si cucina sul fuoco all’aperto, mentre vengono presentati antichi mestieri di tempi passati.
Ogni fine settimana d’Avvento sarà dedicato a un tema diverso. La caratteristica cittadina tornerà alla sua origine medievale e sarà illuminata solo da candele e lanterne: la misteriosa guardia notturna si aggira per le strade per accendere centinaia di candele che regalano al borgo un’illuminazione tenue, magica e decisamente romantica e dando vita a un sentiero luminoso che si snoda tra le piazze, gli androni e i tortuosi vicoli della cittadina. Pastori e asini attraversano gli angoli pittoreschi di Chiusa con Maria e Giuseppe, raccontando la storia della nascita di Gesù. Per i bambini nello spazio creativo la fantasia non ha limiti: qui si stampano biglietti natalizi personalizzati, si creano decorazioni natalizie e si cuociono biscotti squisiti. Fabbri, feltrai, calzolai, tessitori e tornitori trasformano il centro storico in un’officina vivente, dove i visitatori potranno scoprire le antiche arti dell’artigianato tradizionale. Il 22 dicembre alle ore 16.30 un angelo scende in volo dalla Torre del Capitano portando affettuosi auguri ai presenti. Per informazioni: www.klausen.it/borgo-natalizio

foto di Thomas Rötting
Un inverno a tutto sport
Sci di fondo e slittino: le piste per tutte le età
Quassù, inoltre, dove si vedono lo Sciliar, le Odle, il Gruppo del Sella, l’Alpe di Siusi e persino le Alpi della Zillertal, si può praticare lo sci di fondo. Ci sono due tracciati, composti da tratti pianeggianti e leggere salite, adatti sia ai principianti che agli esperti. Gli sci si possono noleggiare alla Malga Gasserhütte e alla Malga Rinderplatzhütte. Le baite lungo il percorso invitano poi a fare una pausa per gustare le ottime specialità locali. Per sfrecciare con lo slittino ci sono varie possibilità adatte a tutte le fasce di età.
Winter Safari, la navetta per sciare sulle Dolomiti e per le escursioni sull’Alpe
Per una vacanza sostenibile, senza stress e senza l’uso dell’auto, è disponibile anche questa stagione (dal 25 dicembre 2024 al 23 marzo 2025) il comodo servizio di navetta gratuito “Winter Safari Dolomiti”, che porta gli ospiti direttamente ai comprensori escursionistici dell’Alpe di Villandro, Velturno e Barbiano. Ma anche sulle piste da sci in Val Gardena, a Rio Pusteria, sull’Alpe di Siusi, sulla Plose e sul Corno del Renon.

foto di Matthias Hofer
Biwak Camp Alto Adige: bivaccare a 2000 metri
Dormire in tenda al termine di una giornata di camminate, ciaspole o sci di fondo, dopo aver fatto un paio di tappe nelle malghe lungo il sentiero: una stupenda esperienza per chi ama fare sport, mangiare, divertirsi, guardare dalla terrazza le stelle alla sera, godere della notte ad alta quota e fare colazione all’alba con le Dolomiti tutto intorno. Un’emozione unica. Prenotando nel “Biwak Camp Alto Adige” sull’Alpe di Villandro e Lazfons (dal 4 all’11 gennaio 2025) si può godere di camminate e ciaspolate, ascoltando i propri passi nel candore della neve intatta. Ci si arriva dopo belle escursioni guidate. Il camp è assistito da esperte guide sciistiche ed escursionistiche, mentre i pasti vengono consumati nel vicino rifugio “Stöfflhütte”, che funge anche da ristoro.