Esplorando i rifugi più belli d’Italia: Un’avventura tra montagne e natura incontaminata

Esplorando i rifugi più belli d’Italia: Un’avventura tra montagne e natura incontaminata

L’Italia è ben nota per la sua straordinaria bellezza naturale, soprattutto quella delle sue straordinarie cime alpine e appenniniche.
Una delle migliori modalità per esplorare le montagne italiane è farlo attraverso i rifugi alpini.
Questi accoglienti spazi offrono riparo e conforto ai viaggiatori mentre esplorano le meraviglie delle Alpi italiane.
Ecco per vacanze speciali un’idea speciale, ovvero scoprire l’Italia della montagna attraverso una selezione dei rifugi più belli.

Rifugio Lagazuoi
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Rifugio Lagazuoi (Dolomiti)

Situato nelle spettacolari Dolomiti, il Rifugio Lagazuoi offre una vista mozzafiato sulle vette circostanti e sulle valli sottostanti.
Accessibile sia a piedi che tramite funivia, questo rifugio è il punto di partenza ideale per escursioni panoramiche e arrampicate avventurose.

Rifugio Elisabetta Soldini (Monte Bianco)

Immerso nel cuore del massiccio del Monte Bianco, il Rifugio Elisabetta Soldini è circondato da uno scenario di straordinaria bellezza alpina.
Situato lungo il famoso Tour del Monte Bianco, questo rifugio è il luogo perfetto per rilassarsi dopo una giornata di escursioni o alpinismo.

Rifugio Alberto I


Rifugio Re Alberto I (Gran Paradiso)

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Rifugio Re Alberto I è un’oasi di tranquillità circondata da maestose vette e ghiacciai scintillanti.
Accessibile solo a piedi, questo rifugio offre un’esperienza autentica di montagna e la possibilità di avvistare la fauna selvatica locale, come stambecchi e marmotte.

Rifugio Vittorio Emanuele II (Gran Paradiso)

Un altro gioiello del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Rifugio Vittorio Emanuele II uno dei rifugi più antichi e iconici delle Alpi italiane.
Situato a oltre 2.700 metri di altitudine, offre una vista spettacolare sulle vette circostanti e serve come punto di partenza per escursioni alpinistiche e passeggiate panoramiche.

Rifugio Bozano

Rifugio Bozano (Alpi Apuane)

Nelle Alpi Apuane della Toscana, il Rifugio Bozano è immerso in un paesaggio selvaggio e incontaminato, noto per le sue impressionanti formazioni rocciose e le grotte sotterranee.
Questo rifugio è il punto di partenza ideale per esplorare le montagne e le valli circostanti, nonché per assaporare la cucina tradizionale toscana.

Rifugio Torino (Monte Bianco)

Situato a 3.375 metri di altitudine uno dei più alti d’Italia, il Rifugio Torino offre una vista mozzafiato sul Monte Bianco e sulle vette circostanti.
Accessibile tramite funivia dalla città di Courmayeur, questo rifugio è una base ideale per escursioni alpinistiche, sci alpinismo e altre attività outdoor.

Rifugio Pradidali (Dolomiti)

Nel cuore delle Dolomiti, il Rifugio Pradidali è incastonato tra maestose pareti rocciose e prati alpini fioriti. Accessibile solo a piedi, questo rifugio è rinomato per la sua ospitalità e la sua cucina casalinga.
È il punto di partenza per escursioni verso alcune delle vette più iconiche delle Dolomiti.


Rifugio Pian dei Fiacconi (Monte Bianco)

Situato sul versante italiano del Monte Bianco, il Rifugio Pian dei Fiacconi offre una vista spettacolare sul ghiacciaio del Miage e sulle vette circostanti.
Accessibile tramite funivia da Courmayeur, questo rifugio è una base ideale per escursioni panoramiche e avventure alpine.

Rifugio Nuvolau (Dolomiti)

Immerso nel cuore delle Dolomiti Ampezzane, il Rifugio Nuvolau offre una vista mozzafiato sulle vette circostanti, tra cui il maestoso gruppo del Pelmo. Accessibile a piedi o in funivia, questo rifugio è rinomato per i suoi tramonti spettacolari e la sua cucina tradizionale.

Rifugio Brentei (Dolomiti)

Situato nel cuore del Gruppo di Brenta, il Rifugio Brentei è circondato da alcune delle più belle cime dolomitiche.
Accessibile solo a piedi, questo rifugio offre un’esperienza autentica di montagna e la possibilità di esplorare il suggestivo paesaggio alpino circostante
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Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Esplode la primavera ed esplode con essa la voglia di gite fuori porta. Davvero tanti gli itinerari italiani, da nord a sud dove vivere al meglio l’esplosione incredibile dei colori e dei profumi della stagione delle fioriture.
Abbiamo selezionato per voi delle gite indimenticabili da mettere per sempre nell’album dei ricordi.

La fioritura della lavanda a Demonte

Non solo la Francia per la lavanda. Demonte, nella Valle Stura è un piccolo comune di 2000 abitanti nella provincia di Cuneo. che fra giugno e luglio offre la possibilità di tuffarsi nel viola intenso e nel profumo inebriante dei campi di lavanda in fiore senza dover recarsi in Provenza.
Per ammirarli i punti di vista migliori si trovano lungo la Statale 21 tra Borgo San Dalmazzo e il Colle della Maddalena, oltre ai campi coltivati dalla distilleria per la produzione delle essenze.
Proprio la lavanda, fino alla prima metà del Novecento, costituiva una importantissima risorsa economica per l’economia del posto grazie alla produzione per l’appunto di olio essenziale.

La fioritura della lavanda a Demonte

Fioritura dei rododendri a Biella

Nella Riserva Naturale Parco della Burcina in provincia di Biella sono i rododendri ad offrire da fine maggio una stupenda fioritura che tinge le pendici dei monti di molteplici sfumature: macchie di colore bianco, rosa, rosso e lilla si susseguono in continuità.
Anche l’Oasi Zegna, la montagna che Ermenegildo Zegna negli anni Trenta ha trasformato in un giardino apre le porte agli appassionati. Con una rilassante passeggiata nella panoramica Zegna si può godere della fioritura della vallata e qui si possono ammirare conifere, azalee, dalie, ortensie e rododendri

I rododendri di Biella

I glicini di Alassio

Ad Alassio, in provincia di Savona, si può ammirare in primavera la splendida fioritura di 32 diverse specie diglicini e oltre 350 esemplari di agapanti.
I glicini di Villa della Pergola erano particolarmente amati dalla famiglia Hanbury, proprietaria della tenuta per quasi tutto il Novecento, tanto che Ruth Hanbury era solita organizzare la “Festa del glicine” alla quale partecipavano scrittori, giornalisti e tutta l’aristocrazia britannica che viveva in Liguria.

32 diversi tipi di glicine ad Alassio

Fioritura del loto a Mantova

Mantova è una delle città più belle d’Italia ed è nota per i suoi monumenti e le vie storiche. È anche considerata la città dei fiori di loto che proliferano in particolar modo sulle acque del lago Superiore: durante i mesi di giugno, luglio e agosto la fioritura su questo grande specchio d’acqua non ha nulla da invidiare a quelle del lontano Oriente.
Questo fiore esotico dalle tinte vivaci e il profumo inebriante, attraverso i secoli e le civiltà ha assunto un’aura di sacralità e mistero, tanto da diventare simbolo di purezza e divinità. I barcaroli del Mincio propongonoaffascinanti itinerari fluviali alla scoperta della sua bellezza, un modo semplice per godere anche di una prospettiva inusuale sulla panoramica città di Virgilio.

I loti nei laghi di Mantova

Fioritura dei ciliegi a Vignola

Se siete fan dell’Hamami, ovvero l’arte di contemplare i ciliegi in fiore, e il vostro sogno è ammirare la fioritura dei ciliegi in Giappone sappiate che potete godere di questo romanticissimo spettacolo anche in Italia.
Le mete sono, in realtà, molteplici.
L’appuntamento più famoso si tiene però a Vignola dove, tra fine marzo e inizio aprile, solitamente si organizza una sagra dedicata. A ricoprirsi di delicati petali sono, in questo caso, i ciliegi della Valle del Panaro.


La fioritura delle ginestre sull’isola d’Elba

L’isola d’Elba conosciuta in tutto il mondo per il mare limpido e le belle spiagge, ma anche per la sua storia e la sua arte e piena di una natura rigogliosa e incontaminata che esplode nella primavera con colori e profumi unici.
La parte occidentale dell’Isola viene definita “la costa in giallo” proprio perché nel mese di maggio tutte le ginestre sbocciano e il giallo diventa predominante.
Ecco allora che una passeggiata diventerà una esperienza rigenerante circondati dal verde e dalla rigogliosa e profumata fioritura primaverile.


Le sfumature di Castelluccio di Norcia

Se la primavera è la stagione dei fiori, la tappa ideale per una gita di un giorno in Umbria è il suggestivo villaggio di Castellucio di Norcia quando il suo altopiano si ricopre di un manto di fiori selvatici che regalano un colpo d’occhio incredibile. Un emozione unica quella pennellata che pare fatta ad acquerello.
Sulle alture dei monti Sibillini l’altopiano sotto Castelluccio si riveste di sconfinate distese di papaveri e viole che colorano i campi di coltivazione delle celebri lenticchie locali.
Uno spettacolo floreale tra i più suggestivi che la primavera regala in Italia al punto da divenirne una delle immagini più simboliche e spettacolari.

Castelluccio di Norcia

Fioritura dei crochi a Campo Imperatore

Man mano che la neve si scioglie e lascia scoperto il terreno ancora brullo, sono migliaia di crochi a formare un nuovo manto sulla piana abruzzese di Campo Imperatore.
Questi esili ma combattivi fiorellini, tipici di tante zone di montagna, offrono al visitatore uno straordinario spettacolo nei toni del viola e del bianco fino a quasi il mese di giugno.
Campo Imperatore è un vasto altopiano all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nel comune di L’Aquila, che va dai 2100 metri di quota dell’Osservatorio astronomico per scendere verso la valle e le terre della Baronia a 1800 metri sul mare.

I crochi che tappezzano in primavera Campo Imperatore

Nella Valle dei Giganti in Puglia

Un suggestivo percorso tra I maestosi ulivi millenari pugliesi. Emozionante passeggiare tra gli enormi alberi che sono da sempre uno dei simboli più forti di questa terra. Monumenti viventi che affondano le radici nel tempo e nella terra rossa di Puglia.
Un percorso all’aria aperta adatto anche a chi si muove con bambini e che si può concludere con la tipica degustazione dell’olio extra vergine d’oliva ricavato da queste straordinarie piante plasmate dai secoli.

In fiore i maestosi olivi giganti di Puglia

Fioritura dei mandorli ad Agrigento

Un luogo imperdibile dove ammirare una incantevole fioritura di primavera è la Valle dei Templi, patrimonio dell’Unesco, vicino ad Agrigento.
Questa area archeologica sorge in una zona circondata da numerose piante tra cui numerosi mandorli che, una volta fioriti, offrono uno spettacolo incredibile.
I mandorli in fiore si stagliano accanto alle rovine degli antichi templi che vengono avvolti da una nuvola di petali rosa dal delicato profumo. Esiste anche una sagra dedicata a questo evento nelle prime settimane di manzo.

I fiori di mandorlo nella Valle del Templi

 

 

Polonia misteriosa. 10 luoghi incredibili da vedere

Polonia misteriosa. 10 luoghi incredibili da vedere

Castelli infestati, costruzioni singolari, luoghi del potere e angoli misteriosi…
In Polonia si trovano numerosi posti che, per le loro particolarità di mistero o misticismo, creano una straordinaria mappa di attrazioni turistiche più uniche che rare. Alcune di loro sono meno conosciute o meno accessibili, altre hanno già guadagnato una grande popolarità. Grazie alla varietà di questi luoghi ognuno troverà qualcosa per sé stesso: cacciatori di tesori, cacciatori di fantasmi, amanti dell’orrore, appassionati di peculiarità naturali o semplicemente turisti che amano allontanarsi dai sentieri battuti.


1 – Luogo del potere nella foresta di Bialowieża

Foreste, boschi e fiumi della regione Podlaskie le donano un’aura misteriosa e fiabesca.
Non c’è da stupirsi quindi che in un paesaggio così naturale e multiculturale si trovino molti luoghi mistici. Uno di loro è il luogo del potere nella foresta di Białowieża.
Probabilmente era il centro di culto degli antichi slavi o dei popoli pagani. Cerchi di pietre tra gli alberi maestosi di Białowieża formano le cosiddette radiazioni positive, presumibilmente con un effetto benefico sugli organismi viventi attraverso un accumulo molto grande di cariche positive. Funzionerà davvero? Verificate voi stessi!
Ad ogni modo, vale comunque la pena andarci e conoscere il grande potere delle attrazioni turistiche del Parco Nazionale di Białowieża e dei suoi dintorni.


2 – Castello di Niedzica

Il pittoresco castello di Niedzica (a 100 km da Cracovia) custodisce un grande mistero.
Si racconta che al suo interno sia nascosto un antico e prezioso tesoro Inca. Ma cosa fa un tesoro Inca in Polonia?
Lo spiega la leggenda legata a un nobile ungherese di nome Sebastian che viveva lì nel XVIII secolo. La sua sorte tortuosa lo portò nell’America del Sud dove sposò una ragazza indiana della famiglia reale Inca, con cui ebbe una figlia chiamata Umina.
Umina a sua volta sposò uno dei capi della rivolta contro i conquistatori spagnoli. Caduta la ribellione, la famiglia dovette fuggire in Europa portando con sé gran parte del tesoro reale. Prima si fermarono in Italia per poi stabilirsi proprio nel castello di Niedzica.
Ma la famiglia non trovò pace neanche nel Vecchio Continente. Un giorno degli aggressori mascherati (probabilmente inquisitori spagnoli) invasero il castello e uccisero Umina. Sebastian, disperato, seppellì la figlia in una bara d’argento da qualche parte nel castello. Il tesoro sarebbe stato nascosto accanto al sarcofago, ma né la tomba né il tesoro non furono mai trovati. Si dice che siano protetti da un potente incantesimo!


3 – Cappella dei teschi

Nella regione della Bassa Slesia, a Czeremna, si trova la Cappella dei Teschi, un fenomeno su scala europea. È l’unico edificio di questo tipo in Polonia e probabilmente uno dei soli tre in Europa.
La cappella barocca a base quadrata era situata tra la chiesa di S. Bartolomeo e un campanile autoportante. L’edificio è piccolo, ma attira l’attenzione con qualcosa di completamente insolito: le pareti e la volta dell’interno della cappella sono ricoperte da circa 3.000 di ossa e teschi umani, vittime di guerre ed epidemie.
Altri 20-30mila dei resti si trovano nella cripta sotto la cappella. Avreste il coraggio di visitare questo posto?


4 – Castello Krzyżtopór

Il Castello di Krzyżtopór è uno dei castelli più particolari in Europa, essendo una magnifica testimonianza dell’immaginazione di Krzysztof Ossoliński, eccentrico aristocratico al servizio della corona e governante della regione.
Costruito nel XVII secolo, il castello univa l’amore di Ossoliński per la magia e per l’astrologia. Esso è stato progettato seguendo il modello di un calendario.
Ha infatti: quattro torri che rappresentano le quattro stagioni, 12 sale che rappresentano i 12 mesi dell’anno, 52 stanze e 365 finestre come le settimane e i giorni di un anno, più una finestra aggiuntiva da utilizzare solamente negli anni bisestili. Leggende narrano che sotto il cortile si estendeva un tunnel lungo 15 km che portava fino al castello del fratello di Ossoliński. Si dice che il pavimento del tunnel fosse ricoperto di zucchero, in modo da permettere ai due fratelli di utilizzare delle slitte trainate da cavalli per incontrarsi, facendo finta di stare sulla neve.

5 – Cerchi di pietre in Casciubia

La regione etno-storica della Casciubia vuol dire boschi, fiumi, laghi, folclore, ma anche misteri!
Nel piccolo villaggio di Węsiory si trova infatti un sito davvero misterioso, cerchi di pietre! Si tratta di un antico insediamento della Pomerania nelle vicinanze del quale cinquant’anni fa sono stati scoperti quattro cerchi di pietre e 20 tumuli.
I cerchi hanno diametri diversi, da 10 a 30 metri. Uno di loro si trova in un’area non boschiva, quindi è chiaramente visibile, altri sono nascosti nella foresta. Prima della seconda guerra mondiale si potevano ammirare ben 11 cerchi e oltre 30 tumuli in questa zona, ma di essi non c’è più traccia.


6 – Castello Moszna

Il fiabesco castello di Moszna si trova nella regione Opolskie (Polonia sud-occidentale). Ed è tanto bello quanto misterioso!
Secondo la leggenda una volta vi si trovava la sede dei templari! Il castello possiede ben 99 torri e torrette di cui una molto particolare perchė abitata da… uno scheletro!
Forse deve ricordare ai visitatori del fantasma della governante inglese di cui l’ultimo desiderio fu quello di essere sepolta nella sua patria, in Gran Bretagna. I padroni soddisfarono la sua richiesta, ma solo in parte. La seppellirono su un’isola. Ma su un’isola del parco residenziale! Da allora la sua anima in pena si aggira nella zona!

Un bosco così unico non c’è da nessun’altra parte in Polonia e forse nemmeno nel mondo.
In vicinanza della centrale di Dolna Odra, nella pineta, tra alberi dritti, cresce il “bosco storto”. Su 22 file, in un territorio di circa 16 ettari, cresce un centinaio di pini dall’aspetto particolare.
Ad un’altezza di 20-50 centimetri da terra essi formano delle curve rivolte verso nord. Le pieghe a forma di arco hanno da un metro ai tre metri di lunghezza.
L’età degli alberi è stimata intorno ai 75 anni, sono stati piantati, quindi, all’inizio degli anni 30 del XX secolo. La deformazione è avvenuta a causa del danneggiamento della punta e dei rami laterali. L’unico ramo laterale rimasto ha preso la funzione di tronco e ha continuato a crescere verso l’alto. Il danneggiamento è avvenuto ancora prima della guerra, quando gli alberi avevano all’incirca 7 anni.
Per questo motivo si pensa che questi pini ricurvi siano un’opera consapevole dell’uomo, nati a causa di danneggiamenti meccanici. Forse venivano preparati per poterli utilizzare nella produzione di qualche prodotto. I motivi di tutto questo non si conoscono ancora oggi, ma la visione di questi alberi piegati in modo strano è molto particolare.

Il Castello di Kruszwica fu uno dei numerosi edifici fondati nel XIV secolo dal re Casimiro il Grande.
Oggi ne è rimasta solo la torre. Ma secondo la leggenda il castello risalirebbe ad alcuni secoli prima e sarebbe stato abitato dal leggendario principe Popiel.
Popiel non era una brava persona, mentre sua moglie – Gerda – era bella ma avida. Riusciva a convincere il marito a fare tutto quello che voleva lei. Quando nacquero i loro due figli il principe perse completamente la testa. A causa delle manipolazioni di Gerda c’era un grande odio tra lei e i parenti di Popiel. Gerda aveva quindi paura che al posto di uno dei suoi figli, gli zii di Popiel avrebbero eletto un altro successore. Architettò dunque un piano davvero malvagio: avvertì gli zii di una presunta malattia mortale del marito e li invitò a venirlo a salutare per l’ultima volta.
Quando arrivarono Popiel gli chiese di bere insieme a lui un calice di idromele. La bevanda destinata agli ospiti era avvelenata e gli zii morirono all’istante. Il principe raccontò a tutti che i parenti volevano detronizzarlo e così li colpì una crudele punizione. Vietò quindi di seppellirli. Mentre Popiel festeggiava, intorno ai corpi abbandonati iniziarono a crearsi dei veri sciami di topi. Cercando cibo si diressero verso il castello. Il principe Popiel insieme alla sua famiglia si rifugiò nella torre. Ma ciò non servì a niente… I topi riuscirono ad arrivarci lo stesso e mangiarono tutta la famiglia per poi sparire nel nulla… Si dice che siano nascosti in zona aspettando un altro assassino… Da quel giorno la torre di Kruszwica viene chiamata la Torre dei Topi.
Invece a poche centinaia di metri dalla torre si trova la chiesa di San Pietro e Paolo, uno degli esempi di architettura romanica meglio conservata in Polonia.

C’era una volta una nobile ragazza chiamata Dorotka che si innamorò di uno scudiero. Il suo amore era corrisposto ma non approvato dal padre della giovane il quale le fece sposare il vecchio proprietario della residenza oggi chiamata Pieskowa Skała.
La ragazza, non riuscendo a vivere senza amore, scappò insieme al suo amante. Ma furono presi e puniti severamente: lui squarciato dai cavalli, lei rinchiusa in una torre sopra la roccia, condannata a morire di fame. Per un po’ di tempo venne aiutata dal suo cagnolino che con fatica si arrampicava sulla roccia, portando alla padrona il cibo che riusciva a trovare. Ma la ragazza alla fine morì e ancora oggi nel castello si possono udire i suoi lamenti…
O almeno così dice la leggenda!
Che ricondurrebbe il nome della residenza – letteralmente traducibile come “la roccia del cagnolino”- proprio al fedele cane della povera Dorotka. Sarà vero? Chi lo sa!
Ciò che possiamo dire con certezza è che il castello venne costruito nel XIV per il volere del re Casimiro il Grande come parte della rete difensiva destinata a proteggere i confini dello stato e la capitale di allora: Cracovia. Eretto in stile gotico, nel corso dei secoli fu ristrutturato e oggi costituisce uno dei più celebri esempi di architettura difensiva del Rinascimento Polacco. Un’altra cosa certa è che si trova sul territorio del pittoresco 
Parco Nazionale Ojcowski e che decisamente vale la pena di visitarlo!

I tesori e le ricchezze del Castello Książ a Wałbrzych per anni fecero gola ai briganti della zona. E alla fine decisero di attaccare. Furtivamente, in piena notte, si avvicinarono alle mura del castello. Erano talmente silenziosi che non svegliarono né le guardie né gli abitanti e portarono via sacchi pieni di oggetti preziosi. Quando ormai pensavano di averla fatta franca, passando accanto al mulino per tornare al loro nascondiglio sentirono all’improvviso uno strano rumore. Stava succedendo qualcosa di brutto ma ormai era troppo tardi! La diga sul torrente cedette e la rapida corrente trascinò via i ladri insieme ai sacchi pieni di ricchezze.
Non sopravvisse nessuno dei briganti ma si racconta che i tesori del Castello Książ giacciono ancora nascosti sul fondale del torrente aspettando che qualcuno li scopra…
Non è l’unica leggenda legata a questo maestoso edificio in Bassa Slesia, il terzo castello più grande in Polonia. Come in ogni castello che si rispetti, non mancano per esempio fantasmi che si aggirano tra le sue mura… Per scoprire tutti i misteri del Castello Książ e provare un’esperienza da brivido è possibile partecipare alle speciali visite notturne… Ma attenzione, ci vuole fegato e sangue freddo! E chi alle atmosfere orrorifiche preferisce quelle più fiabesche può optare per una visita presso i giardini del castello dove nella stagione invernale viene allestita mostra chiamata il Giardino delle Luci dove si possono ammirare spettacolari decorazioni luminose.

Ponte del 25 Aprile 2025: le 10 mete migliori in Italia ed Europa per una fuga di primavera

Ponte del 25 Aprile 2025: le 10 mete migliori in Italia ed Europa per una fuga di primavera

Il ponte del 25 aprile, anche se quest’anno arriva subito dopo la Pasqua è il momento ideale per staccare la spina e concedersi qualche giorno di relax tra arte, natura e buon cibo.
Le giornate finalmente si allungano, i paesaggi si colorano e l’aria di primavera invita a partire.
Cheabbiate voglia di rimanere in Italia o fare un salto in Europa, ecco le destinazioni perfette per un weekend memorabile che vi suggeriamo.

In Italia: borghi, panorami e sapori da scoprire

Costiera amalfitana. EvrenKalinbacak per depositphotos

1 – Costiera Amalfitana, romantica e scenografica

Fascino senza tempo di un simbolo italiano nel mondo. Perfetta per una fuga romantica a due, con i suoi scorci indimenticabili, sempre diversi curva dopo curva della celebre strada la costiera amalfitana si svela Positano, Ravello e Amalfi.
Regalatevi passeggiate panoramiche assaporando i profumi dei limoncelli vista mare.

Da provare le delizie al limone e la sfogliatella riccia in una pasticceria di Minori.

Assisi. Ph. pandionhiatus3 per depositphotos

2 – Umbria, verde cuore d’Italia

L’unica regione italiana senza sbocco sul mare è un gioiello di natura, storia e arte da vivere a passo lento viaggiando nel verde tra Assisi, Spello e la Cascata delle Marmore.
Una fuga perfetta fra spiritualità, natura e silenzio.

Da assaggiare assolutamente per i più golosi i salumi di Norcia e l’olio extravergine locale, uno dei migliori d’Italia.

Ph. Ladiras depositphotos

3 – Lago di Como, charme e natura

Ville nobiliari, giardini in fiore e acque azzurre.
Il Lario, altro nome con cui è conosciuto il lago di Como con le deliziose cittadine come Varenna che ornano il suo periplo non a caso da anni ammalia anche i vips di ogni parte del mondo ed è una meta raffinata ma accogliente anche per una fuga di qualche giorno.

Consiglio foodie: prenota un pranzo vista lago a Varenna e ordina il risotto con pesce persico.

CinqueTerre tourist

4 – Cinque Terre, trekking e meraviglie

Sentieri mozzafiato e borghi incastonati nella roccia. Il fascino delle Cinque Terre è senza tempo e anche se spesso la zona è fin troppo affollata vale un viaggetto. Da Vernazza a Monterosso dove la natura incontra la tradizione, il sole lo scoglio e la bellezza sfiora le onde.
Per i buongustai da non perderti le acciughe di Monterosso e una farinata calda.

In Europa: city break tra fascino e novità

Lisbona, ph- epavone depositphotos

1 – Lisbona, tra salite, fado e pastel de nata

La vivace capitale portoghese è perfetta anche per pochi giorni e per passeggiare tra quartieri storici e miradouros panoramici.
Il fascino dei caratteristici tram che viaggiano fra le vie in sali e scendi, del fado malinconico suonato per la strada ammalia sempre più viaggiatori.

Consiglio foodie: ordina un bacalhau à brás e finisci con un pastel de nata caldo alla Manteigaria.

Lubiana, ph. rudi1976 depostphotos

2 – Lubiana, piccola perla verde

La piccola Slovenia sorprende sempre per le sue grotte, la sua cultura, le sue montagne ma anche per la sua capitale vivace, raccolta, eco-friendly, elegante e piena di fascino.
Per i buongustai provare la jota, una zuppa tradizionale, o la potica, dolce tipico locale.

Barcellona, ph. IgorVetushko depositphotos

3 –  Barcellona, sole, arte e tapas

Una fuga catalana è per ogni stagione e anche a primavera fatevi ammaliare da Barcellona, dalle forme di Gaudí, le spiagge già vive come quella di Barcelloneta e i mercati colorati e profumati.
Imperdibili le tapas e vermut al Mercato di Sant Antoni, oppure una paella al tramonto di Barceloneta.

Praga. ph. William Zhang su Unsplash

4 –  Praga, fascino gotico senza tempo

Romantica e misteriosa, ideale per chi ama l’atmosfera fiabesca la capitale ceca è una meta sempre perfetta in ogni stagione.
La nazione della birra per eccellenza… vi consigliamo di accompagnarla a un gulash con una birra artigianale ceca in una birreria tradizionale.

Atene. ph Neirfys, deposotphotos

5 –  Atene, sole, storia e street food

Ancora non troppo calda come d’estate la capitale greca ha un fascino senza tempo grazie ai suoi templi antichi, la storia millenaria e le piazze vivaci. Perfetta per una full immersion tra passato e presente.
Per il cibo da provare il souvlaki nei chioschi di Monastiraki e lo yogurt greco con miele.

Cagli (Pesaro-Urbino): 5 esperienze imperdibili per scoprire la cultura e i sapori della norcineria

Cagli (Pesaro-Urbino): 5 esperienze imperdibili per scoprire la cultura e i sapori della norcineria

A Cagli la norcineria che è un’arte antica torna protagonista il 26 e 27 aprile con “Distinti salumi”.. In questo borgo che sorge tra le dolci colline marchigiane e le cime del Monte Catria attraversato dalla via Flaminia è una piccola perla nascosta in provincia di Pesaro-Urbino la norcinera è una tradizione col suo prosciutto di Cagli, il ciauscolo, le lonze speziate e i formaggi locali.

Foto Visualhunt

Il cuore autentico delle Marche

Un borgo dove il tempo sembra rallentare, la natura abbraccia il centro storico e la tradizione incontra il gusto più autentico. Se cercate un’esperienza lontana dal turismo di massa, siente nel posto giusto, specie per “distinti salumi”. Bello perdersi per  
i vicoli silenziosi, gli archi antichi e i palazzi in pietra. Salendo al torrione Martiniano, una fortificazione del  Quattroocento, potrete passeggiare lungo l’antico camminamento coperto e godere di una vista incredibile sulla valle del fiume Bosso.
Nel centro storico da visitare il t
eatro Comunale di Cagli, n piccolo gioiello architettonico, considerato tra i teatri storici più eleganti delle Marche, la Chiesa di San Francesco, mix di arte gotica e rinascimentale con opere d’arte che raccontano secoli di storia religiosa e artistica e il romano Ponte Mallio perfettamente conservato, ancora oggi attraversabile: uno di quei luoghi che ti fanno sentire piccolo davanti alla storia.

Mortadella classica, Presidio Slow Food dei salumi rosa tradizionali bolognesi – Emilia Romagna. ph. Valerie Ganio Vecchiolino

1 – Fare un giro al mercato per conoscere allevatori, produttrici e norcini

Allevatori estensivi e di piccola scala, custodi delle razze locali italiane e grandi interpreti dell’artigianato norcino nazionale: sono oltre 40 gli espositori selezionati per il Mercato di Distinti Salumi provenienti da 14 regioni italiane.
Sabato 26 dalle 10 alle 19 e domenica 27 aprile dalle 10 alle 18, animano le vie e le piazze di Cagli, pronti a condividere la storia e i valori delle proprie aziende attraverso l’assaggio dei loro prodotti.

Salsiccia e soppressata della Val di Fiano, Presidio Slow Food – Campania. ph. Giuseppe Cucco

2 – Scoprire salumi naturali e Presìdi Slow Food da tutta Italia  

Dal violino di capra della Valchiavenna in Lombardia al prosciutto del Casentino in Toscana, senza dimenticare la ventricina del Vastese in Abruzzo e il capocollo di Martina Franca in Puglia: sono tantissimi i Presìdi Slow Food da scoprire nel Mercato e nelle degustazioni di Distinti Salumi.
Oltre ai salumi naturali, si possono scoprire le proposte che valorizzano la biodiversità marchigiana: le fave di Fratte Rosa, l’anice verde di Castignano, la cicerchia di Serra de’ Conti e il lonzino di fico. 

Ventricina del Vastese, Presidio Slow Food – Abruzzo. ph. Luigi Di Lello

3 – Partecipare ai Laboratori del Gusto

Un Laboratorio del Gusto è un’esperienza concreta e consapevole: un’opportunità di conoscenza delle tecniche e del contesto culturale in cui nascono un prodotto alimentare, un vino o un piatto. In compagnia di esperti di Slow Food e produttori,  nel Palazzo del Comune di Cagli cinque esperienze guidano i partecipanti nella scoperta dell’incredibile varietà dell’universo norcino: i salumi più rari e antichi della Marca, come ciarimbolo, morsetto e casserotto, ma anche quelli provenienti da allevamenti di montagna, razze locali e particolari tecniche di lavorazione.

Salsiccia di fegato aquilana, Presidio Slow Food – Abruzzo. ph. Federica Bolla

4 – Passeggiare tra i Cortili del Sale, tra un plateau di salumi e un calice di vino

Sabato 26 dalle 11 alle 19 e domenica 27 aprile dalle 10 alle 18 i cortili delle storiche dimore di Cagli ospitano un ricco programma di assaggi.
Tra Palazzo dell’Episcopio, Palazzo Berardi Monchi Zamperoli e Galleria Brunetti si sviluppa un percorso di degustazione che prevede diversi plateau di salumi accompagnati dai calici dei vini di Food Brand Marche e delle chiocciole di Slow Wine, insieme al pane dei PAU (Panificatori Agricoli Urbani).

Capocollo di Martina Franca, Presidio Slow Food – Puglia. ph. Archivio Slow Food

5 – Assaporare i piatti preparati dai cuochi dell’Osteria dell’Alleanza

In occasione di Distinti Salumi, Piazza San Francesco si trasforma nell’Osteria dell’Alleanza, dove i cuochi della rete Slow Food propongono piatti della tradizione marchigiana o elaborazioni più creative che mettono al centro la qualità e la sostenibilità della materia prima.
Sabato 26 e domenica 27 aprile, sia a pranzo che a cena, si alternano ai fornelli insieme ai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Piobbico, per un menù che spazia dall’antipasto al dolce. Qualche esempio?
Il carciofo in umido di Lorenzo Zappi, cuoco freelance, gli gnocchi al cinghiale di Davide Moioli, della Cantina Sociale di Cantiano, l’intramontabile coniglio di Moreno Gabrielli, cuoco de La Graticola, e il funghetto offidano di Daniele Citeroni dell’Osteria Ophis di Offida. Senza dimenticare le specialità trentine dello Slow Truck del cuoco dell’Alleanza Paolo Betti.