Friuli, a Sutrio la festa dei Cjarsòns, il piatto simbolo della Carnia

Friuli, a Sutrio la festa dei Cjarsòns, il piatto simbolo della Carnia

Domenica 1 giugno 2025 fra i monti del Friuli Venezia Giulia a Sutrio la Festa dei Cjarsòns,
il piatto simbolo della Carnia: 10 ricette, 10 paesi, 10 modi di interpretarli.


Scoprendo Sutrio, il cuore di legno della Carnia

Incorniciato dalle montagne friulane, Sutrio è un piccolo gioiello dove il tempo si misura a colpi di scalpello e profuma di legno lavorato.
Famoso per i suoi maestri artigiani, questo borgo racconta, tra viuzze lastricate e case in pietra, una storia di tradizione e creatività.
Passeggiare a Sutrio è come entrare in un laboratorio a cielo aperto: intagli, sculture e dettagli artistici decorano ogni angolo. Non a caso è sede di eventi come “Magia del Legno”, che trasforma il paese in una galleria d’arte viva.
Non solo arte: Sutrio è anche natura incontaminata, sapori autentici e ospitalità sincera.
Da qui partono sentieri che si inerpicano verso il Monte Zoncolan, regno di escursioni estive e leggendarie tappe del Giro d’Italia.
Se cercate un luogo dove bellezza, artigianato e natura si intrecciano in perfetta armonia, Sutrio vi aspetta, soprattutto il 1 giugno!


I Cjarsons, l’anima della Carnia in un piatto

Non è solo un piatto: i cjarsons sono un viaggio nella tradizione, nei sapori e nelle storie della Carnia. Questi ravioli rustici, fatti a mano con pasta fresca e ripieni sorprendenti, raccontano l’anima creativa e generosa della montagna friulana.
Ogni famiglia custodisce una propria ricetta, ma il segreto dei cjarsons sta nell’armonia di contrasti: dolce e salato si incontrano in un ripieno che può mescolare patate, uvetta, erbe aromatiche, ricotta affumicata e spezie. Il tutto condito semplicemente con burro fuso e una spolverata di ricotta affumicata grattugiata.
Assaggiare i cjarsons significa assaporare un pezzo di storia viva, tramandata da generazioni.
Li troverete nelle sagre di paese, nei ristoranti tipici ma soprattutto durante “la Festa dei Cjarsons”, dove ogni variante racconta un diverso angolo della Carnia.
Un piatto che non si dimentica: come la terra che l’ha creato.
L’origine dei Cjarsòns si perde nella notte dai tempi dei tempi ed è legata ai cramârs, i venditori ambulanti di spezie carnici che, dal ‘700, attraversavano a piedi le Alpi per vendere nei paesi germanici la loro preziosa ed esotica mercanzia acquistata a Venezia e riposta nella crassigne, una sorta di piccola cassettiera di legno che portavano a mo’ di zaino sulle spalle.
Quando tornavano a casa, era festa grande e le donne preparavano i Cjarsòns, ravioli con ripieno a base di ricotta impastata con una ricchissima varietà di ingredienti: spezie, frutta secca, uva sultanina, aromi orientali, erbe aromatiche…tutto quanto insomma rimaneva sul fondo dei cassetti della crassigne, perché nulla doveva andare sprecato.


10 ricette, 10 paesi, 10 modi di interpretarli

Con le erbe di primavera, con la ricotta, le uvette, la confettura di pere, con le patate ingentilite da mela e scorza di limone grattugiate e cannella, prezzemolo, menta e melissa, con i biscotti e la composta di albicocche e perfino con cacao dolce e amaro: sono una cinquantina le versioni dei Cjarsòns, il più tipico piatto della Carnia, ed ogni vallata ne ha la sua versione.
Non solo, come accennato, anche ogni ristorante e ogni famiglia ha il suo piccolo segreto per preparare questa sorta di golosi ravioli dagli innumerevoli gusti, col comune denominatore del ripieno speziato e del condimento con burro fuso, una grattugiata di ricotta affumicata e spesso anche una spolverata di cannella.
A questa golosa prelibatezza (un tempo il piatto della festa) Sutrio, antico borgo ai piedi del monte Zoncolan, dedica domenica 1 giugno la Festa dei Cjarsòns, divenuta ormai fra i più tradizionali e attesi appuntamenti primaverili del Friuli Venezia Giulia.


Cjarsòns e non solo…

Dieci paesi, in rappresentanza di tutte le vallate della Carnia, proporranno ciascuno la propria ricetta tradizionale.
Passeggiando fra una decina di isole di degustazione allestite negli angoli più caratteristici del paese, si potranno gustare e confrontare fra loro i sapori inconsueti di questo piatto e conoscere le diverse anime che caratterizzano un cibo che, pur avendo un’origine povera e popolare, è complesso e ricco d’ingredienti quanto un piatto di alta ristorazione.
Si potranno così degustare cjarsòns salati o dolci, insaporiti da erbe primaverili o da piccole scaglie di cioccolato, con melissa e cipolla oppure con pere secche e carrube, accompagnati dai più pregiati vini di grandi aziende friulane selezionati per l’occasione.
Oltre agli stand gastronomici, ci sarà un Mercatino con i prodotti del territorio, attività per bambini, musica dal vivo. La festa rientra nelle attività di animazione del territorio prevista dal Bando Borghi PNRR “Il Bosco nel Borgo-Il Borgo nel Bosco”.

 

Innsbruck, tra guglie e gulasch: viaggio nella capitale alpina tra cultura imperiale e sapori di montagna

Innsbruck, tra guglie e gulasch: viaggio nella capitale alpina tra cultura imperiale e sapori di montagna

Innsbruck, la capitale del Tirolo, è un autentico scrigno alpino, dove cultura imperiale, design contemporaneo e tradizioni gastronomiche convivono in perfetto equilibrio.
Innsbruck non è solo una cartolina innevata. È una città in cui la cultura si respira sotto ogni portico, in cui la birra scorre generosa e i canederli raccontano storie di valli e rifugi.
Una meta da vivere tutto l’anno, perfetta per chi ama mixare architettura, arte, natura e buona tavola.
Benvenuti nel cuore del Tirolo austriaco, dove l’Austria si fa giovane, sorprendente e deliziosamente autentica.


Cultura tra le Alpi: la città che unisce storia e design

Passeggiando nel centro storico di Innsbruck, ti sembrerà di sfogliare un libro di storia illustrato e non solo per il tettuccio d’Oro (Goldenes Dachl), simbolo della città e vero balcone imperiale rivestito da 2.657 tegole in rame dorato, fatto costruire da Massimiliano I.
Bellissimo l
’Hofburg, il palazzo imperiale, e la Hofkirche, con la tomba monumentale dell’imperatore circondata da statue in bronzo a grandezza naturale e il suggestivo Castello di Ambras, residenza rinascimentale da fiaba con una collezione di armature e curiosità artistiche.
Innsbruck è anche proiettata nel futuro. L’architetta Zaha Hadid ha lasciato il segno con le stazioni della funicolare Hungerburgbahn, futuristiche e scenografiche.
Un mix di antico e contemporaneo che rende la città viva, mai noiosa.


Oltre la città: natura a portata di scarponi (e di forchetta)

Una delle magie di Innsbruck?
Bastano dieci minuti di funicolare per ritrovarsi su un picco panoramico a 2.000 metri. Dalla Nordkette, la catena montuosa che sovrasta la città, potete ammirare l’intera valle dell’Inn e sentire il respiro puro delle Alpi, magari degustando una fetta di buon strudel locale. Da non perdere una gita ai villaggi tirolesi di
 Igls, Mutters e Axams e in inverno le 13 aree sciistiche collegate dal “Ski plus City Pass”.

@Cacio Murilo 2008

Sapori tirolesi: tra birra artigianale e comfort food di montagna

Il Tirolo vi vizierà con una cucina calorica, saporita e fatta per affrontare le montagne… o per premiarvi dopo una camminata.
La cultura gastronomica qui è un’esplosione di gusto tra influenze alpine e mitteleuropee. Fra i must da provare almeno una volta le
tiroler gröstl ottimapadellata di patate, cipolla e speck, coronata da un uovo fritto; i kaspressknödel canederli al formaggio, spesso serviti in brodo; gli schlutzkrapfen ravioli tirolesi ripieni di spinaci e ricotta, simili ai casunziei, la kaiserschmarrn frittata dolce spezzettata, servita con composta di mirtilli
Ottime le birre locali, come la Stiegl o la Zillertal Bier, perfette da accompagnare con Bretzel appena sfornati
Se volete un’esperienza tipica entrate in una Gasthaus o in una Stube: le locande tirolesi in legno dove tutto profuma di legna, burro e convivialità.

Vita culturale e appuntamenti da non perdere

Innsbruck sorprende anche sul fronte culturale, con eventi, festival e musei che valorizzano sia le radici storiche che la scena contemporanea e per questo vi rimandiamo all’articolo che indica i principali appuntamenti dell’estate 2025.


Perché Innsbruck è più di una capitale alpina

Perché è una città dove si può sorseggiare un aperitivo in piazza e un’ora dopo camminare su un crinale innevato.
Dove il Rinascimento e il Barocco si mescolano con l’arte contemporanea, e il profumo di gulasch esce dalle finestre come invito gentile.
Innsbruck è un abbraccio tra cultura e natura, tra gusto e avventura, che lascia con la voglia di tornare. E magari restare un po’ di più.

Friuli Venezia Giulia, “Via dei Sapori” 25 anni di impegno e successi

Friuli Venezia Giulia, “Via dei Sapori” 25 anni di impegno e successi

Oltre un milione di assaggi serviti all’insegna dell’eccellenza e della valorizzazione del territorio, 185 eventi in 83 località di tutto il mondo in cui sono state promosse la cultura e l’enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, oltre 2.000 ricette create per deliziare il pubblico con piatti unici che hanno raccontato in modo inedito la storia culinaria regionale, più di 35.000 bottiglie stappate1.383 le volte in cui vignaioli, artigiani del gusto e partner sono apparsi nei menù rendendo ogni esperienza irripetibile: questa, sintetizzata in numeri, la fotografia del consorzio Friuli  Venezia Giulia Via dei Sapori che quest’anno compie 25 anni.

Cena spettacolo a Grado. ph D.Marchesi -Soplaya

Cucina+Vino+Prodotti+Cultura = Turismo

“Da 25 anni raccontiamo la storia della nostra terra attraverso la cucina e i suoi vini” dice il presidente del consorzio Walter Filiputti e proprio questo è lo slogan scelto per accompagnare un anno di eventi che avrà il suo clou il 15 settembre con la Celebrazione ufficiale nelle sale della Fondazione Friuli. 
L’equazione Cucina+Vino+Prodotti+Cultura = Turismo è alla base del progetto di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, da 25 anni portabandiera delle eccellenze enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia, straordinario melting pot di genti, culture, cibi.
Il Consorzio è un affiatatissimo gruppo composto da 72 aziende top-quality: 25 ristoratori che – dal mare Adriatico alle Alpi – sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 24 tra vignaioli e distillatori e 16 artigiani del gusto a cui si affiancano 7 partner tecnici.


La storia

Tutto è nato il 12 settembre 2000, una data che avrebbe segnato una svolta per la ristorazione del Friuli Venezia Giulia. Aldo Morassutti, trattoria Da Toni a Gradiscutta, riunì al ristorante Là di Moret una decina di colleghi, mossi da una visione comune: promuovere e valorizzare la gastronomia locale.
Invitò Walter Filiputti, esperto di enogastronomia e marketing, a presentare un programma.
Quel giorno non solo nacque l’idea del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ma venne posta la prima pietra di un progetto che avrebbe contribuito a collocare la ristorazione di qualità nel sistema di promozione del turismo.
Le esigenze che spinsero alla creazione del Consorzio erano semplici, ma fondamentali: la necessità di dare una voce forte e unitaria alla ristorazione regionale creando una piattaforma per lanciare le eccellenze locali e di fare squadra.
L’intuizione guardava oltre, al bene del territorio, con la consapevolezza fosse il vero tesoro comune da difendere e valorizzare.
La Carta di fondazione del Consorzio, sottoscritta da 20 ristoranti, sanciva l’impegno a superare le individualità e lavorare, allo stesso tempo, per il bene collettivo. La componente territoriale fu il motore del successo del progetto, trasformando il panorama enogastronomico in un pilastro strategico per il turismo regionale, e aprendo le porte alla collaborazione con le Istituzioni locali, come la Camera di Commercio di Udine e di Pordenone-Udine, Promoturismo e i Comuni.
L’aspetto culturale faceva parte dei programmi. Nel 2003, il Consorzio edita il suo primo libro, “Friuli Via dei Sapori” tradotto in 6 lingue. Nel 2011 ecco “I Solisti del Gusto” attraverso una narrazione che intreccia sapori e cultura dell’intera regione (in 3 lingue).
A queste pubblicazioni si sono aggiunte 9 “Monografie golose” (tiratura di 20.000 copie) che sono state omaggiate ai clienti dei ristoranti, contribuendo a una diffusione capillare della conoscenza del territorio.


Gli eventi 2025

Il calendario si aprirà il 17 giugno al Castello di Spessa di Capriva con una ormai tradizionale cena spettacolo, format oggi in gran voga di cui il Consorzio è stato pioniere, che vedrà i 25 chef cucinare in contemporanea davanti al pubblico un menù primaverile, affiancati dai vignaioli e dai produttori, per raccontare la propria terra attraverso cibi e vini.
L’8 luglioil Consorzio festeggerà il 25° anniversario con grande evento al Castello di Udine, la città dove nel 2000 è stato fondato in collaborazione con la CCIAA di Udine presieduta allora da Enrico Bertossi. Ciascun ristorante presenterà il proprio piatto iconico – passato intatto fra tempi e mode – che lo rappresenta al meglio.
Il 29 luglio sarà di scena sulla spiaggia di Grado la Cena spettacolo dedicata alla cucina estiva con lo sfondo del mare al tramonto. 
Il 15 settembre sarà dedicato alla Celebrazione dei 25 anni, che sarà ospitata nelle sale della Fondazione Friuli di Udine a partire dalle 17.00. Per l’occasione saranno presentati un video e un magazine che racconteranno in maniera agile e attraente la storia del Consorzio. 

Cena spettacolo al Castello di Udine. ph Fabrice Gallina

Le 72 imprese

I ristoranti:
AB Osteria Contemporanea di Lavariano di Mortegliano, Ai Fiori di Trieste, Ai Tre Merli di Trieste, Al Gallo di Pordenone, Al Grop di Tavagnacco, Al Paradiso di Pocenia, Al Ponte di Gradisca D’Isonzo, Alla Luna di Gorizia, All’Androna di Grado, Caffetteria Torinese di Palmanova, Campiello di San Giovanni al Natisone, Carnia di Venzone, Casa Valcellina di Montereale Valcellina, Costantini di Collalto di Tarcento, Da Alvise di Sutrio, Da Nando di Mortegliano, Da Toni di Gradiscutta di Varmo, Enoteca di Buttrio,  La Torre di Spilimbergo, Le Fucine di Buttrio, Lokanda Devetak di Savogna d’Isonzo, Mandi Parentesi Friulana di Lignano Sabbiadoro, Mondschein di Sappada, San Michele di Fagagna, Vitello d’Oro di Udine.
Al percorso gastronomico di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si affiancano anche vignaioli e distillerie, eccellenze nel settore agroalimentare e artigiani del gusto, oltre che ai partner tecnici: insieme, il gruppo è il portabandiera di quanto di meglio offre a tavola il Friuli Venezia Giulia.

Cena spettacolo a Grado. ph D.Marchesi -Soplaya

I vignaioli e i distillatori eccellenti:
Albino Armani, Castello di Spessa, Conte D’Attimis Maniago, Dario Coos, Di Lenardo, Edi Keber, Ermacora, Eugenio Collavini, Forchir, Gradis’ciutta, Jermann, La Viarte, Livio Felluga, Livon, Marco Felluga Russiz Superiore, Nero Magis, Pascolo, Petrussa, Picech, Sirch, Venica&Venica, Vistorta, Zidarich, Nonino Distillatori.
Gli artigiani del gusto:
Consorzio per la Tutela del Formaggio MontasioConsorzio produttori Olio Extravergine di Oliva del FVG; le confetture e i salumi dell’azienda agricola Devetak Sara; le golosità a base di trota di FriulTrota di San Daniele; i salumi d’oca e i prodotti di Jolanda de Colò di Palmanova; La Blave di MorteanLa Compagnia del Prosciutto srlPasta Natalino; le creazioni di Raviolo Factory di Villa Santina; Fonte Corte Paradiso (San Benedetto); il pregiato pesce della vallicoltura Valle del Lovo di Carlino; i pani e i dolci di Rizzo Caffè Bistrot di Tarcento; la gubana de L’Antica ricetta di Cormòns; i gelati della Gelateria Nonno Carletto di Udine;  il caffè di Oro Caffè di Udine; l’alga Spirulina dell’azienda agricola Spiruline di Cormòns.

 

Otto italiani su dieci andranno in vacanza quest’estate

Otto italiani su dieci andranno in vacanza quest’estate

L’estate del 2025 sarà ancora una volta un record in termini di viaggi di turisti nel nostro Paese, infatti, secondo un recente studio del potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost.it, il 77% degli italiani ha intenzione di viaggiare durante le vacanze di quest’estate. 

In vacanza anche solo per qualche giorno

Il motore di ricerca specializzato ha realizzato uno sondaggio con l’obiettivo di conoscere le prospettive di vacanza degli italiani per l’estate 2025.
La prima conclusione che è emersa è che, la maggior parte (il 77%) è convinta di viaggiare almeno per qualche giorno, mentre il 7% aspetterà l’ultimo minuto per decidere, in funzione soprattutto del proprio budget. Il 16%, invece, non andrà da nessuna parte.


Luglio, col bene che ti voglio…

Per quanto riguarda i mesi preferiti per viaggiare, agosto è il più gettonato per andare in vacanza, con il 46% degli italiani che sceglierà questo mese e il 33% luglio.
Giugno è un mese che sta diventando sempre più popolare: il 12% lo sceglierà, mentre solo il 9% viaggerà a settembre.

Tocca e fuggi di massimo 5 giorni

Per quanto riguarda la durata del viaggio, il 26% prevede di viaggiare per un massimo di 5 giorni, il 37% per una settimana, il 32% per un tempo compreso tra gli 8 e i 15 giorni; solo il 5% per un periodo compreso tra 15 giorni e un mese. In termini di spesa, la media per persona è stimata in circa 1.145 euro.

L’auto il mezzo preferito

In relazione al metodo di trasporto, secondo lo studio di Jetcost.it l’auto privata resta la scelta preferita (51%). Seguono l’aereo (30%), treno (10%), bus (5%), e nave (4%). Inoltre l’hotel sembra essere la sistemazione che piace di più (al 57%), meglio di affittare un appartamento (22%). Le altre opzioni sono gli aparthotel (13%) e le case rurali (5%). Solo il 3% prevede di andare in campeggio.
Poco più della metà degli intervistati ha dichiarato che viaggerà in famiglia (52%); al secondo posto cè il viaggio in coppia (23%), poi con gli amici (15%) e da soli (10%).

Italia e spiagge le mete preferite

In termini di destinazioni, le mete nazionali sembrano essere le preferite da quasi sette italiani su dieci (63%), che le scelgono prima di quelle internazionali (20%), mentre il 17% combina entrambe. Naturalmente, le mete più desiderate sono quelle con sole e spiagge (64%), seguite dalle grandi città (24%) e dalle destinazioni interne e montane (12%). Le top 5 mete italiane più ambite per questa estate sono
Le destinazioni nazionali preferite dagli italiani per le vacanze 2025:
1. Lampedusa
2. Roma
3. Jesolo
4. Napoli
5. Olbia
6. Gallipoli
7. San Vito lo Capo
8. Capri
9. Riccione
10. San Teodoro


L’Europa meta preferita per chi va all’estero

Riguardo ai viaggi internazionali, l’Europa sembra essere la preferita, con Tenerife che si dimostra la città più popolare, mentre Parigi, Zante, Barcellona e Ibiza completano la top 5. Le destinazioni esotiche a lungo raggio più in voga quest’anno tra gli italiani sono invece New York, Sharm el-Sheikh, Bangkok, Casablanca e Bali.
Le destinazioni europee preferite dagli italiani per le vacanze 2025:
1. Tenerife
2. Parigi 
3. Zante 
4. Barcellona 
5. Ibiza
6. Creta
7. Palma di Maiorca 
8. Lisbona
9. Londra
10. Malta

Le mete di chi viaggia a lungo raggio

Le destinazioni a lungo raggio preferite dagli italiani per le vacanze 2025:
1. Sharm el-Sheikh 
2. New York
3. Bangkok
4. Istanbul
5. Casablanca
6. Marrakesh 
7. Tokio
8. Zanzibar 
9. Bali 
10. L’Avana
Sul Trenino Rosso del Bernina: il viaggio in treno più spettacolare d’Europa

Sul Trenino Rosso del Bernina: il viaggio in treno più spettacolare d’Europa

Avete mai attraversato le Alpi a bordo di un treno panoramico, senza tunnel, senza fretta, ma con il naso incollato al finestrino e gli occhi pieni di meraviglia?
Benvenuti a bordo del Bernina Express, un treno d’altri tempi che regala emozioni modernissime.
Non serve essere appassionati di treni per innamorarsene. Basta essere curiosi.
Una spettacolare esperienza da vivere almeno una volta nella vita su quello che è considerato uno dei tratti ferroviari più belli del mondo.
Il Trenino Rosso del Bernina dal 2008 è anche Patrimonio Mondiale dell’Unesco, unica ferrovia al mondo ad esserlo  come opera d’arte perfettamente integrata nella natura. Quindi non perdetevi questo viaggio panoramico che garantisce un colpo d’occhio a 360° sul paesaggio circostante e che in estate si fa più che mai immersivo grazie alle carrozze cabrio che si aprono scenografiche sulle Alpi. 

Depositphotos

La leggenda delle Alpi

Vi avevamo già parlato di questa leggenda quando abbiamo scritto delle ferrovie panoramiche da non perdere in Italia costruita a inizio Novecento, è la classica ferrovia di montagna per i treni a vapore e el paesaggio montano.
I lavori per la costruzione della linea ferroviaria del Bernina iniziarono nei primi anni del XX secolo.
La linea Tirano-Coira venne completata nel 1910 ed entrò in servizio nel 1913, anche se il tratto Tirano-Sankt Moritz era già stato inaugurato il 1º luglio 1908.
Il treno percorre 2,5 km in territorio lombardo fino alla stazione di Campocologno, mentre il resto del percorso è in territorio svizzero.
Prima degli accordi di Schengen infatti chi partiva da Tirano doveva già espletare le formalità necessarie per il passaggio della dogana.

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Da Tirano a Saint Moritz 

Il Bernina Express (si sale a bordo senza prenotazione) parte dall’elegante cittadina di Tirano, in Valtellina, alla modaiola Saint Moritz, in Svizzera, attraversando 61 chilometri in Italia (in totale sono 122 tra Italia e Svizzera), 196 ponti, 55 gallerie, altezze vertiginose e paesaggi che sembrano dipinti.
In meno di 4 ore, si passa dai vigneti lombardi ai ghiacciai svizzeri, dai boschi verdi ai laghi alpini turchesi e da 600 a oltre 2.253 metri d’altitudine sfiorando il passo del Bernina, senza cremagliera, grazie a un tracciato capolavoro dell’ingegneria.
“Ferrovia Retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina”: questo il nome completo ed esatto della linea nella tratta italiana si inerpica per oltre 60 chilometri con i suoi vagoni lungo le pendici dei monti fino a giungere la stazione Ospizio Bernina, il punto più alto del percorso. Da lì inizia la discesa verso St. Moritz.
Qualche vagone è dotato di tetto vetrato panoramico e d’estate sono previste anche alcune carrozze cabrio perfette per scattare foto indimenticabili.
Se volete vivere il viaggio con calma, invece, potrete scendere alle stazioni più interessanti e percorrere uno dei numerosi sentieri dedicati al trekking, o fare anche solo una passeggiata per le vie dei paesini che accolgono le stazioni.
Sicuramente meritano un’attenzione particolare i laghi che incontrerai lungo il percorso: arrivati in alta quota potrai camminare lungo le rive e ammirare i diversi colori delle acque del lago Bianco e del lago Nero, separati da una diga.
La penultima fermata in territorio svizzero, chiamata Pontresina, offre il collegamento con un’altra strada ferrata, anch’essa tra i Siti Unesco. E’ la linea dell’Albula che vi può trasportare per altri 60 chilometri in mezzo a panorami mozzafiato e opere ingegneristiche che sfidano l’ambiente circostante. Fra i tratti più iconici indubbiamente si segnalano il famosissimo
viadotto elicoidale di Brusio dove il treno compie un giro completo su se stesso in un capolavoro di architettura, l’Ospizio Bernina Il punto più alto del percorso: 2.253 m, davanti al lago Bianco e al ghiacciaio del Cambrenae,  Alp Grüm una fermata che sembra un balcone sospeso sulle montagne, Morteratsch – Fermata facoltativa per chi vuole fare una passeggiata fino all’omonimo ghiacciaio Ogni curva è un “wow”, ogni finestra è una cartolina.


Curiosità da raccontare a cena (o su Instagram)

Il Bernina Express non ha cremagliera ed è per questo che è unico. Scala le montagne solo grazie a pendenze studiate e curve ingegnose.
Il treno viaggia
tutto l’anno: d’inverno è un viaggio tra neve da fiaba e foreste silenziose, in primavera è meraviglioso per i suoi contrati di colori, d’estate si viaggia tra prati verdi e cieli blu e in autunno ammirerete un foliage indimenticabile.
La caratteristica è il colore rosso dei treni che
sono chiamati affettuosamente “le Ferrari delle Alpi”: non per la velocità (vanno lenti!), ma per il design e il prestigio


Come salire a bordo 

Come abbiamo accennato all’inizio per salire a bordo non è obbligatorio prenotarsi. Il biglietto lo si può acquistare sia con prenotazione obbligatoria, oppure si può optare per i treni regionali (stesso percorso con più flessibilità e finestre apribili.
Qualche dritta? I po
sti migliori anche per scattare foto sono quelli al  lato destro in direzione St. Moritz, e lato sinistro da San Mortz a Pirano.


Tirano: il capolinea italiano del trenino

Tirano si trova a oltre 400 metri di altitudine a pochi chilometri dalla Svizzera.
Punto d’incontro tra l’itinerario alpino, attraverso i passi di Aprica e del Bernina, e la direttrice verso Sondrio e Milano da una parte e l’Alta Valtellina dall’altra,  a Tirano sorge l’unica Basilica della provincia.
Era il 29 settembre del 1504 quando le cronache registrano l’apparizione della Madonna al Beato Mario Omodei. Fu così edificato il Santuario rinascimentale della Beata Vergine. Sulla piazza della Basilica si affaccia il Museo Etnografico Tiranese.
Da uno sperone di roccia sovrastante la città si può ammirare la chiesetta di S. Perpetua (XI sec.), antico xenodochio, con affreschi medievali, poco più avanti la chiesa di S. Rocco. Interessante il centro storico con i resti delle mura sforzesche e le porte Bormina, Milanese e Poschiavina, il castello di S. Maria, un susseguirsi di palazzi nobiliari, tra i quali  Palazzo Salis, Palazzo d’Oro Lambertenghi oggi casa-museo, e il campanile della parrocchiale di S. Martino.

foto Renato Cerisola

Perché fare il Bernina almeno una volta nella vita

Perché è uno di quei viaggi che riconciliano con la lentezza, la bellezza e la meraviglia. Un treno dove il tempo si dilata, lo sguardo si allarga e i pensieri si calmano.
Che tu sia un viaggiatore solitario, una coppia romantica o una famiglia con bambini, il Bernina Express ti farà sentire dentro un film.
Non è solo un treno. È una carezza sul cuore, sospesa tra terra e cielo.