Nov 29, 2023 | Territori
Si terrà nel Comune di Orbetello (Grosseto), nei giorni 8, 9 e 10 dicembre 2023, la prima edizione di “Flamingomania – Il festival del fenicottero rosa”, il primo evento italiano che ha l’iconico uccello dalle ali rosa come assoluto protagonista e simbolo.
Co-protagonista dell’evento la laguna toscana di Orbetello, con le oasi WWF e la Riserva naturale regionale e statale. Un evento ideato dalla società di comunicazione ambientale Ecozoica e promosso e realizzato insieme all’associazione Occhio in Oasi.

La flamingomania debutta a Orbetello
“Flamingomania” sarà il primo festival del fenicottero rosa e si svolgerà nel comune toscano di Orbetello famoso per la sua caratteristica e celebre laguna, sede anche di un’oasi WWF. L’ambizioso evento ideato da una giovane società di comunicazione ambientale e promosso e realizzato insieme all’associazione locale Occhio in Oasi, gode del patrocinio gratuito della Regione Toscana, del Comune di Orbetello, dello stesso WWF e di una vasta platea di realtà nazionali attive nella tutela ambientale, faunistica e culturale di questo territorio.

Una festa a tutta natura in uno scrigno di biodiversità
Flamingomania vuole essere un festival naturalistico, un percorso destinato a famiglie, birdwatcher, appassionati di natura, escursionisti, amanti del trekking e del turismo lento che si snoderà tra la laguna, l’abitato di Orbetello, l’oasi WWF e la Riserva Naturale regionale e statale, con l’intento di risvegliare il senso di appartenenza a questa terra preziosa, accompagnando i turisti e i visitatori verso l’inverno e le festività natalizie.
“La scelta di dedicare un intero festival al fenicottero rosa non è casuale”, afferma il team della società ideatrice. “Questo uccello è considerato una specie carismatica, capace, cioè, di attirare la nostra attenzione per alcune sue caratteristiche che lo rendono inconfondibile: dalla forma del becco alle lunghe zampe, dalle grandi dimensioni fino al tipico colore rosa dovuto alla sua alimentazione”.

Il programma
Scegliere, quindi, una specie simile come simbolo significa anche divulgare e far parlare di tutte quelle altre specie che, accanto al fenicottero rosa, abitano la laguna di Orbetello, un autentico scrigno di biodiversità dal valore conservazionistico incommensurabile.
Tutto ciò per sottolineare ancora una volta l’importanza delle zone umide, fondamentali aree di sosta per numerose specie migratrici ed habitat particolarmente delicati che meritano una specifica attenzione e tutela.
Ampio e variegato il programma del festival che spazia tra diverse attività. Si parte da una mostra fotografico/divulgativa dedicata al fenicottero rosa, con immagini straordinarie di numerosi fotografi e ornitologi italiani, ospitata nello spazio espositivo della Polveriera Guzman, edificio storico di Orbetello che è anche la sede del Museo Archeologico, dove sarà anche disponibile un laboratorio per i bambini.
Nella Sala del Frontone, nel centro storico della città, sarà allestita un’esposizione di pittura naturalistica e di oggettistica a tema, queste ultime realizzate grazie alla collaborazione di due associazioni nazionali di artisti e pittori naturalisti, Aipan (Associazione Italiana per l’Arte Naturalistica) e Ars et Natura, che offriranno anche altre attività dedicate ai piccoli visitatori del festival. Un posto di rilievo viene riservato alle visite guidate in riserva e nell’oasi WWF. É prevista una giornata scientifica, aperta a tutti, con ospiti nazionali e internazionali. Non mancheranno, inoltre, lezioni e workshop fotografici promossi e gestiti da Canon e presentati da Bruno D’Amicis, fotografo naturalista professionista di fama internazionale, pluripremiato, con uno spiccato interesse per i temi della conservazione della natura e della biodiversità. In programma anche la proiezione di un documentario Disney Nature dal titolo “Il mistero dei fenicotteri rosa”.
L’evento ospita anche il Feniday, un evento organizzato e gestito dall’associazione promotrice Occhio in Oasi, aperto a volontari ed appassionati.
“Si tratta di una giornata che interessa tutte le aree del nostro paese dove si registra la presenza dei fenicotteri rosa e si svolge tutti gli anni il giorno 8 dicembre,” spiega Fabio Cianchi, presidente di Occhio in Oasi, associazione promotrice di Flamingomania.
“È un’attività dedicata all’osservazione dei fenicotteri rosa e alla lettura degli anelli colorati che portano sulle zampe per stabilirne la provenienza e ottenere dati a livello nazionale, fondamentale per garantire la loro tutela e conservazione. Nel caso di Orbetello, è anche l’occasione per ricordare Fausto Corsi, naturalista grossetano e insegnante presso l’Istituto Tecnico Agrario di Grosseto, profondo conoscitore degli uccelli e dei fenicotteri in particolare, scomparso nel 2016. Il Feniday di Orbetello è dedicato a lui.”
Non resta quindi che organizzarsi per essere presenti numerosi a Orbetello, per la prima edizione di “Flamingomania, il festival del fenicottero rosa.”
Nov 29, 2023 | Enogastronomia, Territori
La cucina slovena torna a far parlare di sé, in occasione della cena di beneficenza tenutasi lo scorso venerdì 17 novembre presso la Sala Mengoni del Ristorante Cracco di Milano.
Accanto al vicentino padrone di casa (1 stella Michelin), hanno infatti contribuito al ricco menù della serata, promossa dalla Fondazione Cotarella a sostegno delle attività della Dimora Verdeluce contro i disturbi del comportamento alimentare, il pluristellato chef altoatesino Norbert Niederkofler (3 stelle Michelin) e Ana Roš, chef portabandiera della cucina slovena e ottava chef donna al mondo ad aver ricevuto le tre stelle Michelin.

Ana nella sua cucina. Foto Feel Slovenia
Ana Roš terza (e unica donna) miglior chef al mondo
Ana Roš ha dimostrato ancora una volta di essere una delle migliori chef del mondo, lo ha fatto sempre a novembre classificandosi al terzo posto nella classifica Best Chef Awards.
Con questo risultato, è diventata ancora una volta orgogliosa dell’unica chef donna ad essere classificata nella top ten mondiale e ha confermato il suo posto indiscusso nell’élite culinaria mondiale.
Ana Roš, che gestisce il rinomato Hiša Franko, quest’anno ha avuto un anno di eccezionale successo.
Hiša Franko si è classificata al 32° posto nella prestigiosa classifica The 50 Best Awards 2023, confermando la sua eccezionale influenza nel mondo della gastronomia.
Hiša Franko è stato anche premiato con la sua terza stella Michelin, diventando l’unico ristorante in Slovenia ad aver ottenuto tre stelle Michelin.
L’eccezionale posizione di Ana Roš ai Best Chef Awards è una testimonianza del suo talento, del suo approccio innovativo e del suo incrollabile impegno per la creatività culinaria.

Ana Ros col suo staff. Foto Hisa Franko
Ana Roš e Hiša Franko: da Caporetto all’Olimpo
Di Ana e del suo ristorante a Caporetto vi abbiamo già parlato per spiegare che la cucina slovena non è solo luoghi comuni (leggi qui) e soprattutto di come una località quasi isperduta e isolata fra le Alpi viva di splendore grazie a una sola ambasciatrice nel mondo. (leggi qui)
Eppure a leggere rapidamente la storia personale di Ana e la sua formazione, si resta ancora più sbalorditi dai traguardi raggiunti nella sua carriera da chef: sciatrice prodigio fin da giovanissima, gli studi di Scienze Politiche all’Università di Trieste e il talento per le lingue straniere che l’hanno portata, ad oggi, a parlare 7 lingue; l’incontro con Valter Kramar, sommelier al ristorante di famiglia Hiša Franko di Caporetto, dove Ana inizia a lavorare prima da cameriera e poi da chef.
Ore e ore di studio da autodidatta sui libri di cucina, l’estro espresso nella rielaborazione di ricette del territorio della Valle d’Isonzo in chiave contemporanea.
Così arrivano i primi riconoscimenti a partire dal 2010.
Di questi, ricordiamo il premio di miglior chef donna al mondo 2017, assegnatole dal The World’s 50best, le 2 stelle nella prima edizione della Guida Michelin Slovenia nel 2020, diventate 3 quest’anno.
In poco più di un decennio Hiša Franko è diventato uno dei 32 ristoranti nel mondo a poter vantare questo riconoscimento (di questi, Ana è l’ottava chef donna).

Estro, creatività e legame con il territorio
“Cucinare è un po’ come dipingere – racconta Ana – se mi porti via i colori, non mi resta nulla con cui dipingere”.
I colori, nell’arte di Ana, sono gli ingredienti locali e un legame indissolubile con il territorio.
Alla base del menu di Hiša Franko, variabile in base alla disponibilità di prodotti secondo la stagionalità, c’è un consolidato network di coltivatori, allevatori, apicoltori; c’è una persona che raccoglie i funghi nei boschi circostanti e una famiglia di pescatori che procura al ristorante le trote, uno degli specialà della proposta del ristorante.
Posto sulle sponde del proverbialmente smeraldino fiume Isonzo, Caporetto (che da queste parti chiamano Kobarid) è quindi parte integrante di quello che rende Hiša Franko a pieno titolo uno dei ristoranti migliori al mondo.
“In un simile contesto, le persone mangiano da sempre carne, pesce e latticini. Se mi togliessero tutto ciò, sarebbe come togliermi la voce“, spiega Ana.

Foto Hisa Franko
L’anima green della Slovenia, anche a tavola
La filosofia alla base del successo di una realtà come Hiša Franko è quella di un intero paese: sono molti, in giro per la Slovenia, i ristoratori che coltivano il proprio orto, da cui vengono portate direttamente in tavola le specialità del territorio.
E per quanto non si riesca a produrre in autonomia, ci si rifornisce direttamente da produttori locali, privilegiando il più possibile la filiera corta.
Oltre a portare sulle tavole di turisti e viaggiatori piatti genuini e a basso impatto ambientale, questa ha ricadute importanti sulle comunità locali, valorizzandone il lavoro e la dedizione.
Per questo che, oltre alle 3 stelle, Hiša Franko può vantare, insieme ad altri sei ristoranti sloveni, anche la Stella Verde Michelin, conferita a quelle realtà impegnate nel proporre una cucina dall’approccio più sostenibile.
Con queste sette Stelle Verdi, la Slovenia è diventata quindi il paese del mondo in cui sono state assegnate più stelle Verdi Michelin per numero di abitanti.
Nov 28, 2023 | Territori
Il Natale è sempre più vicino e si prevede che quest’anno sarà da record per quanto riguarda i viaggi. Secondo un recente studio di un potente motore di ricerca di voli e hotel il 73% degli italiani ha intenzione di partire durante il mese di dicembre, chi prima, chi dopo.

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay
Quanti italiani andranno in vacanza a dicembre
Il sondaggio è stato condotto con l’obiettivo di conoscere le prospettive di viaggio degli italiani a dicembre 2023, visto che sempre più spesso ormai le vacanze vengono divise tra l’estate e il Natale.
Dallo studio, la prima cosa emersa è stata che, nonostante l’aumento dei prezzi e la situazione economica difficile nel Paese, la maggior parte degli italiani (73%) ha già prenotato un viaggio di qualche giorno per dicembre, mentre il 9% sta aspettando l’ultimo minuto per decidere, a seconda, fondamentalmente, del budget a disposizione per lo shopping natalizio.
Tuttavia, quasi due su dieci (18%) non andranno da nessuna parte.
Per quanto riguarda la durata del viaggio, il 44% prevede di viaggiare per un massimo di 3 giorni; il 21% per un massimo di 5 giorni, il 18% per una settimana, il 13% tra gli 8 e i 15 giorni e solo il 4% tra i 15 giorni e un mese. In termini di spesa, quella media a persona stimata è di 688 euro.
In auto, in hotel e con la famiglia
In relazione al mezzo di trasporto, l’auto privata (58%) è l’opzione preferita, seguono l’aereo (24%), l’autobus (9%), il treno (8%) e la nave (3%).
L’hotel sembra essere la sistemazione prediletta dalla maggioranza (72%), davanti agli aparthotel (13%). Le altre opzioni sono l’appartamento in affitto (7%) e le case rurali (6%). Solo il 2% prevede di andare in campeggio.
La vacanza in famiglia è l’opzione scelta da quasi la metà degli italiani (49%), davanti al viaggio in coppia (28%), a quello con gli amici (16%) o da soli (7%).

Milano. Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay
Vacanze italiane
In termini di destinazioni, le mete nazionali sembrano essere le preferite da sei italiani su dieci (63%), più di quelle internazionali (32%), mentre il 5% combina entrambe.
Milano è la destinazione nazionale più ambita, seguita nella top 5 da Napoli, Roma, Palermo e Catania.
Le mete nazionali preferite dagli italiani per dicembre 2023:
1. Milano
2. Napoli
3. Roma
4. Palermo
5. Catania
6. Torino
7. Venezia
8. Verona
9. Bari
10. Bolzano
11. Bologna
12. Lamezia Terme
13. Genova
14. Pisa
15. Firenze
16. Cagliari
17. Trieste
18. Brindisi
19. Foggia
20. Trapani

Parigi. Foto di Steve Bidmead da Pixabay
Le mete europee preferite
Per quanto riguarda l’estero, l’Europa sembra la meta preferita con Parigi al primo posto, davanti a Londra, Praga, Vienna e Amsterdam nella top5.
Le destinazioni europee preferite dagli italiani per dicembre 2023:
1. Parigi
2. Londra
3. Praga
4. Vienna
5. Amsterdam
6. Barcellona
7. Budapest
8. Madrid
9. Tenerife
10. Lisbona
11. Valencia
12. Siviglia
13. Bucarest
14. Berlino
15. Bruxelles

New York. Foto di Steve Bidmead da Pixabay
Dove vanno gli italiani per i lunghi viaggi
Parlando poi di lungo raggio, le mete più di moda per questo dicembre per gli italiani sembrano essere New York, Sharm El Sheikh, Dubai, Maldive e Istanbul.
Le mete lungo raggio preferite dagli italiani per dicembre 2023:
1. New York
2. Sharm El Sheikh
3. Dubai
4. Maldive
5. Istanbul
6. Zanzibar
7. Bangkok
8. Miami
9. Marrakech
10. Santo Domingo
Ignazio Ciarmoli, Direttore Marketing di Jetcost, ha commentato: “Sembra che molti italiani abbiano già organizzato qualche giorno di vacanza per dicembre e ottobre è decisamente uno dei mesi migliori dell’anno per prenotare, con prezzi inferiori anche del 20% rispetto alle prenotazioni effettuate qualche settimana prima di partire. Le destinazioni nazionali, il soggiorno in hotel e la condivisione del viaggio con i membri della famiglia sembrano essere le opzioni preferite. Noi di Jetcost invitiamo tutti a confrontare sempre i prezzi e a cercare le migliori alternative per i giorni di riposo e svago di dicembre”.
Nov 27, 2023 | Enogastronomia, Territori
Una oliva da tavola, con una polpa così morbida da riuscire a separarla dal nòcciolo con due dita, dal colore che, al momento della raccolta a piena maturazione, oscilla tra il rosa e il nero brillante: così si presenta l’oliva aitana dei Colli Tifatini, nel Casertano, appena entrata a far parte dei Presìdi Slow Food.
«È uno dei tanti esempi di biodiversità della nostra zona, ha un grande valore storico-ambientale» sottolinea Alessandro Manna, che del neonato Presidio è il referente Slow Food. Ma soprattutto «è buona, un piacere da mangiare e facile da usare in cucina».

foto Marco del Comune per Slow Food
Un nome che non deve trarre in inganno
L’aggettivo aitana significa di Gaeta, ma quella dei monti Tifatini, i colli subappenninici che abbracciano a nord Caserta spingendosi fino a Capua, non è un clone dell’oliva itrana.
«La ragione del nome è semplice – spiega Manna –. Un tempo, molte olive da mensa particolarmente buone venivano chiamate così».
Non vi è però dubbio sull’unicità genetica della cultivar dei monti Tifatini, accertata negli ultimi anni anche dalle analisi di laboratorio condotte dall’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Perugia e dal Dipartimento di scienze e tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Caserta.
«Quando le olive erano un alimento e non uno sfizio, tutta la fascia collinare era impiantata a oliveti – prosegue Manna – e lo dimostra il fatto che vi sono piante di questa cultivar, peraltro facilmente riconoscibili per via della forma “a merletto” che assumono quando invecchiano, a una decina di chilometri dal comune di San Prisco, che è il centro della produzione di queste olive».
Poi, con il tempo, l’aitana si è in parte persa: «Un po’ per la fuga dalle campagne, un po’ per la speculazione edilizia, un po’ per gli incendi, un po’ perché si è privilegiato l’innesto di olivi adatti alla molitura – continua il referente –, fatto sta che questa varietà ha sì resistito, ma su una scala più piccola».

foto Marco del Comune per Slow Food
Acqua, sale e aceto rosso
Dopo essere salita sull’Arca del Gusto, al termine di un percorso durato un paio di anni l’oliva aitana è finalmente diventata Presidio Slow Food.
I produttori che aderiscono al disciplinare sono una decina e Giuseppe Santoro è il loro referente: «Potrei dire di essere cresciuto sotto un albero di olivo – racconta –. Qui da noi ci sono tante varietà, alcune solo da olio, altre da mensa, altre ancora con duplice attitudine. L’aitana era l’oliva da tavola per antonomasia, quella dei giorni di festa. Non esagero se parlo di una sorta di sacralità, intesa come forma di rispetto di un alimento fortemente caratterizzante».
L’aitana dei Colli Tifatini si raccoglie tra novembre e gennaio, quando la superficie del frutto si ricopre di una velatura pruinosa. Poi viene deamarizzata in una soluzione di acqua, sale e aceto rosso, un metodo tradizionale adottato ancora oggi.
Se in tavola «è spettacolare, magari in un sugo alla puttanesca oppure sulla pizza, come già viene utilizzata in diversi locali della zona – prosegue Santoro –, come olio, invece, è neutro, per via della scarsa quantità di polifenoli, è ha una resa bassissima.
«A San Prisco, circa 200 ettari dei quasi 8 chilometri quadrati di superficie sono oliveti – continua il referente dei produttori –, ma non tutte le piante sono aitane. Complessivamente parliamo di una piccola produzione. Quest’anno, anche a causa della crisi climatica, purtroppo non è una buona stagione: complessivamente, tra tutti noi produttori, il raccolto sarà tra gli 80 e i 100 quintali».

foto Marco del Comune per Slow Food
Questione di (zero) chimica
«Per mettere a punto il disciplinare – ammette Santoro – sono andato a chiedere qualche consiglio a mia mamma, che in famiglia si è sempre occupata della cernita delle olive. Mi ha aiutato a ricordare alcuni passaggi della preparazione della salamoia… ed è stata anche l’occasione per trascorrere un po’ più di tempo insieme!». In campo, invece, le idee sono chiare da tempo: «Rispetto della natura, del consumatore e dell’operatore, perché se si usa la chimica si danneggia anche chi lavora e inala certe sostanze. Si parla tanto di sostenibilità sociale in agricoltura, ma è una cosa seria e non la si può promuovere soltanto a parole».
Oggi, accanto a un paio di produttori esperti, c’è un gruppo di giovani impegnati a recuperare gli oliveti dei nonni. «Confido che il riconoscimento come Presidio Slow Food – conclude Manna – possa essere un volano anche per la tutela dei Colli Tifatini: se l’olivicoltura diventa un valore economico competitivo, allora potrà essere anche un sostegno al progetto del parco delle colline Tifatine, che promuoviamo da tempo».
Nov 26, 2023 | Territori, Territori
Un luogo straordinario, lontano dalle rotte più comuni, e vicino all’Italia, dove ogni desiderio di vacanza trova la sua realizzazione. In questa valle incantata, l’immaginazione non ha limiti tra piste da sci, kinderheim sulla neve, snowpark, sentieri panoramici e terme.
Un pizzico di magia, e poi il fascino intramontabile della tradizione, aggiungi paesaggi straordinari e servizi di altissima qualità: sono solo alcuni degli ingredienti che fanno di questa valle a pochi chilometri da Innsbruck la meta perfetta per una vacanza indimenticabile.
A soli 40 km da Innsbruck, nella parte meridionale del Tirolo, dove l’inverno dipinge la terra con un candido manto di neve, si apre un luogo incantato.
Un luogo dove mille opportunità attendono di essere scoperte, dove ogni passo è una promessa di avventura e divertimento.
La valle della Zillertal, circondata dal meraviglioso paesaggio delle Alpi di Tux, le Alpi di Kitzbühel e le Alpi del Parco Naturale della Zillertal con panorami unici su 55 vette che superano i 3000 metri, offre un’incredibile varietà di attività, che accontentano grandi e piccoli, regalando una nevicata di emozioni.

Foto: Eberharter
La valle dei 55 monti oltre i 3000 metri
Per lo sci non c’è che l’imbarazzo della scelta. Nella prima parte della valle Zillertal si trovanoi tre dei comprensori più belli d’Europa – Hochzillertal/Hochfügen/Spieljoch, con 3 impianti, 112 km di piste e la comodità di un unico skipass.
Accanto alle piste da sogno per un’esperienza unica di discesa, nella valle non mancano numerosi asili sulla neve, dove i più piccoli possono divertirsi e imparare, circondati da un paesaggio da fiaba.
La regione, vicinissima all’Italia, è, infatti, perfetta per una vacanza con tutta la famiglia, all’insegna dello sci e del divertimento, con strutture adatte a tutte le esigenze e a prezzi interessanti.
Nella parte iniziale della Zillertal, a Fügen, si trova il comprensorio di Spieljoch-Fügen.
La recente cabinovia a 10 posti “Spieljoch Bahn” parte dal centro di Fügen e porta al comprensorio sciistico particolarmente adatto per le famiglie con un alto numero di piste rosse, di media difficoltà, e poi scuole di sci e due tappeti per principianti e il baby-lift per i primi passi sulla neve.
Per i piccoli, da 3 mesi a 7 anni, c’è inoltre il nido “Zwergerl Club” a Fügen, Hochfügen e Kaltenbach dove i bambini possono fermarsi per la mezza giornata o per una giornata intera.

Non solo sci
Nella parte alta della Zillertal c’è il comprensorio di Kaltenbach – Hochzillertal/Hochfügen, che apre la stagione il 7 dicembre 2023 e prosegue fino al 14 aprile 2024.
Qui si snodano oltre 112 km di piste con 36 impianti di risalita che permettono di sciare fino a una quota di 2500 m.
E con lo “Zillertaler Superskipass”, con un solo ticket, si accede a tutti gli impianti di risalita con prezzi da Euro 143,00 per due giorni, e bambini fino ai 6 anni gratis.
La valle della Zillertal non è solo sci. Chi ama una vacanza fuori dagli schemi può trovare un’infinità di sentieri: oltre 400 km di tracciati ben segnalati e circondati da incantevoli paesaggi, dove si può scegliere tra escursioni ambiziose e facili passeggiate, adatte anche ai più piccoli
E per chi cerca un brivido diverso ci sono 14 piste da slittino. Un highlight è senza dubbio l’Arena Coaster, una pista per slittini su rotaie che si trova presso la stazione a valle di Zell am Ziller.
Ski food festival
Il 16 e il 17 dicembre 2023, nei comprensori sciistici Hochzillertal – Kaltenbach e Spieljoch – Fügen, è in programma la nuova edizione dello Ski Food Festival, all’insegna dello slogan “Ski food”.
Negli impianti, in cima e a valle, si possono degustare stuzzicanti ricette locali e ispirate alle creazioni dei più celebri chef internazionali, per uno spuntino gourmet prima e dopo una discesa.
Un momento di benessere
Tolti gli sci inizia il relax. Le “Erlebnistherme Zillertal” di Fügen sono un luogo speciale amato dai grandi e piccoli non mancano, infatti, percorsi e proposte per tutti i gusti e le età.
La grande piscina termale, riscaldata tutto l’anno a 34°, è accessibile tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 22: qui ci si può anche immergere nella grotta illuminata ascoltando lo scroscio delle cascate, nuotare nel canale di acqua corrente o in quello esterno riscaldato.
Nell’area saune si trovano diverse esperienze di benessere e relax, dalla sauna a infrarossi a quella finlandese, con temperature dai 45 ai 95°,
il tepidarium, i bagni di vapore, e le cabine per i massaggi. Erlebnistherme Zillertal è anche sinonimo di divertimento con tante esperienze acquatiche dove vivere anche l’ebbrezza di una discesa dal “Black Hole”, lo scivolo ad acqua più lungo di tutta l’Austria occidentale (133 metri).

La magia del Natale
La tradizione dell’Avvento in questa valle risuona come un canto antico.
Un momento magico che prepara il cuore e l’anima al Natale in un paesaggio incantevole, dove la neve incornicia il paesaggio con la sua purezza tra numerosi eventi e mercatini. Inoltre, in auto si può comodamente raggiungere Innsbruck, la città che si illumina per l’Avvento già dalla fine di novembre con 4 diversi mercatini.
Quest’anno, il mercatino del centro storico di Innsbruck, il più antico della città, collocato sotto il celebre Tettuccio d’Oro, festeggia il suo 50° anniversario con un’edizione ancora più ricca e sorprendente.
Primavera 2024 fra attività e relax
C’è un intero mondo da esplorare che sboccia di nuovi colori ad ogni primavera.
Una natura ricchissima da vivere con piacevoli camminate o in sella ad una bike o ad una e-bike, a seconda dei gusti e delle preferenze.
Per chi ama le due ruote c’è, ad esempio, la bellissima e facile ciclabile che si snoda per 31 km nel fondovalle della Zillertal in cui scorre il fiume Ziller per una pedalata in tranquillità. Non mancano, inoltre, i bike trail per gli amanti della mountain bike.
Per chi preferisce le escursioni trekking ci sono tracciati per tutte le abilità, dalla passeggiata più semplice per famiglie, ai lunghi trekking di più giorni ai piedi dei ghiacciai. In tutta la Zillertal si dispiegano, infatti, oltre 1.400 km di sentieri e ben 25 percorsi attrezzati per gli amanti delle vie ferrate.
A Uderns, si può sperimentare il bellissimo campo da golf a 18 buche con una scuola di golf PGA, una driving range, un ristorante con grandi vetrate che si affacciano sul magnifico green e un resort da sogno dove dormire, il Golf Residenz Zillertal.
Giocare fra le cime
A Fügen, una delle primissime località che s’incontrano nella valle, prendendo la cabinovia Spieljoch e scendendo alla stazione a monte, ci si trova immersi in un grandissimo parco divertimenti open air con tirollien, scivoli, altalene, un laghetto artificiale da attraversare a bordo di una zattera, un sentiero dove camminare scalzi per riconnettersi con la natura, un Flying-Fox da brividi e poi divertenti mountain kart per discese adrenaliniche.