Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Le 10 fioriture da non perdere a primavera

Esplode la primavera ed esplode con essa la voglia di gite fuori porta. Davvero tanti gli itinerari italiani, da nord a sud dove vivere al meglio l’esplosione incredibile dei colori e dei profumi della stagione delle fioriture.
Abbiamo selezionato per voi delle gite indimenticabili da mettere per sempre nell’album dei ricordi.

La fioritura della lavanda a Demonte

Non solo la Francia per la lavanda. Demonte, nella Valle Stura è un piccolo comune di 2000 abitanti nella provincia di Cuneo. che fra giugno e luglio offre la possibilità di tuffarsi nel viola intenso e nel profumo inebriante dei campi di lavanda in fiore senza dover recarsi in Provenza.
Per ammirarli i punti di vista migliori si trovano lungo la Statale 21 tra Borgo San Dalmazzo e il Colle della Maddalena, oltre ai campi coltivati dalla distilleria per la produzione delle essenze.
Proprio la lavanda, fino alla prima metà del Novecento, costituiva una importantissima risorsa economica per l’economia del posto grazie alla produzione per l’appunto di olio essenziale.

La fioritura della lavanda a Demonte

Fioritura dei rododendri a Biella

Nella Riserva Naturale Parco della Burcina in provincia di Biella sono i rododendri ad offrire da fine maggio una stupenda fioritura che tinge le pendici dei monti di molteplici sfumature: macchie di colore bianco, rosa, rosso e lilla si susseguono in continuità.
Anche l’Oasi Zegna, la montagna che Ermenegildo Zegna negli anni Trenta ha trasformato in un giardino apre le porte agli appassionati. Con una rilassante passeggiata nella panoramica Zegna si può godere della fioritura della vallata e qui si possono ammirare conifere, azalee, dalie, ortensie e rododendri

I rododendri di Biella

I glicini di Alassio

Ad Alassio, in provincia di Savona, si può ammirare in primavera la splendida fioritura di 32 diverse specie diglicini e oltre 350 esemplari di agapanti.
I glicini di Villa della Pergola erano particolarmente amati dalla famiglia Hanbury, proprietaria della tenuta per quasi tutto il Novecento, tanto che Ruth Hanbury era solita organizzare la “Festa del glicine” alla quale partecipavano scrittori, giornalisti e tutta l’aristocrazia britannica che viveva in Liguria.

32 diversi tipi di glicine ad Alassio

Fioritura del loto a Mantova

Mantova è una delle città più belle d’Italia ed è nota per i suoi monumenti e le vie storiche. È anche considerata la città dei fiori di loto che proliferano in particolar modo sulle acque del lago Superiore: durante i mesi di giugno, luglio e agosto la fioritura su questo grande specchio d’acqua non ha nulla da invidiare a quelle del lontano Oriente.
Questo fiore esotico dalle tinte vivaci e il profumo inebriante, attraverso i secoli e le civiltà ha assunto un’aura di sacralità e mistero, tanto da diventare simbolo di purezza e divinità. I barcaroli del Mincio propongonoaffascinanti itinerari fluviali alla scoperta della sua bellezza, un modo semplice per godere anche di una prospettiva inusuale sulla panoramica città di Virgilio.

I loti nei laghi di Mantova

Fioritura dei ciliegi a Vignola

Se siete fan dell’Hamami, ovvero l’arte di contemplare i ciliegi in fiore, e il vostro sogno è ammirare la fioritura dei ciliegi in Giappone sappiate che potete godere di questo romanticissimo spettacolo anche in Italia.
Le mete sono, in realtà, molteplici.
L’appuntamento più famoso si tiene però a Vignola dove, tra fine marzo e inizio aprile, solitamente si organizza una sagra dedicata. A ricoprirsi di delicati petali sono, in questo caso, i ciliegi della Valle del Panaro.


La fioritura delle ginestre sull’isola d’Elba

L’isola d’Elba conosciuta in tutto il mondo per il mare limpido e le belle spiagge, ma anche per la sua storia e la sua arte e piena di una natura rigogliosa e incontaminata che esplode nella primavera con colori e profumi unici.
La parte occidentale dell’Isola viene definita “la costa in giallo” proprio perché nel mese di maggio tutte le ginestre sbocciano e il giallo diventa predominante.
Ecco allora che una passeggiata diventerà una esperienza rigenerante circondati dal verde e dalla rigogliosa e profumata fioritura primaverile.


Le sfumature di Castelluccio di Norcia

Se la primavera è la stagione dei fiori, la tappa ideale per una gita di un giorno in Umbria è il suggestivo villaggio di Castellucio di Norcia quando il suo altopiano si ricopre di un manto di fiori selvatici che regalano un colpo d’occhio incredibile. Un emozione unica quella pennellata che pare fatta ad acquerello.
Sulle alture dei monti Sibillini l’altopiano sotto Castelluccio si riveste di sconfinate distese di papaveri e viole che colorano i campi di coltivazione delle celebri lenticchie locali.
Uno spettacolo floreale tra i più suggestivi che la primavera regala in Italia al punto da divenirne una delle immagini più simboliche e spettacolari.

Castelluccio di Norcia

Fioritura dei crochi a Campo Imperatore

Man mano che la neve si scioglie e lascia scoperto il terreno ancora brullo, sono migliaia di crochi a formare un nuovo manto sulla piana abruzzese di Campo Imperatore.
Questi esili ma combattivi fiorellini, tipici di tante zone di montagna, offrono al visitatore uno straordinario spettacolo nei toni del viola e del bianco fino a quasi il mese di giugno.
Campo Imperatore è un vasto altopiano all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nel comune di L’Aquila, che va dai 2100 metri di quota dell’Osservatorio astronomico per scendere verso la valle e le terre della Baronia a 1800 metri sul mare.

I crochi che tappezzano in primavera Campo Imperatore

Nella Valle dei Giganti in Puglia

Un suggestivo percorso tra I maestosi ulivi millenari pugliesi. Emozionante passeggiare tra gli enormi alberi che sono da sempre uno dei simboli più forti di questa terra. Monumenti viventi che affondano le radici nel tempo e nella terra rossa di Puglia.
Un percorso all’aria aperta adatto anche a chi si muove con bambini e che si può concludere con la tipica degustazione dell’olio extra vergine d’oliva ricavato da queste straordinarie piante plasmate dai secoli.

In fiore i maestosi olivi giganti di Puglia

Fioritura dei mandorli ad Agrigento

Un luogo imperdibile dove ammirare una incantevole fioritura di primavera è la Valle dei Templi, patrimonio dell’Unesco, vicino ad Agrigento.
Questa area archeologica sorge in una zona circondata da numerose piante tra cui numerosi mandorli che, una volta fioriti, offrono uno spettacolo incredibile.
I mandorli in fiore si stagliano accanto alle rovine degli antichi templi che vengono avvolti da una nuvola di petali rosa dal delicato profumo. Esiste anche una sagra dedicata a questo evento nelle prime settimane di manzo.

I fiori di mandorlo nella Valle del Templi

 

 

Catalogna in fiore. 4 idee per una visita primaverile unica

Catalogna in fiore. 4 idee per una visita primaverile unica

Con l’inizio ufficiale della primavera la Catalogna rivela il suo profilo migliore.
Quello del primo tuffo in mare, del ritorno ai piedi degli scarponcini da montagna e dei weekend e delle gite lontano o fuori porta.
Qui, nei mesi di aprile e maggio, il modo migliore per accogliere l’arrivo della prima stagione dell’anno è esplorare i suoi giardini botanici che separano il cielo dal mare Mediterraneo, passeggiare tra i fotogenici frutteti in fiore e partecipare agli eventi che celebrano il risveglio della natura.
Ecco qualche idea per uno spring break originale tra Barcellona, Montblanc, Girona, Aitona e la Costa Brava.

Foto pcsfish from Pixabay

Rose e libri per Sant Jordi a Barcellona e Montblanc

A Barcellona e nel resto della Catalogna, a Sant Jordi i petali dei fiori si confondono con le pagine dei libri. Il 23 aprile, infatti, nel giorno dedicato al patrono della Catalogna, le strade sono affollate di bancarelle che vendono libri e rose rosse.
La leggenda narra che a Montblanc, un paese nei pressi di Tarragona, il valoroso Jordi salvò il regno sconfiggendo un drago dal cui sangue germogliò uno splendido roseto.
Come il valoroso cavaliere prese una rosa per offrila alla sua principessa così oggi gli uomini regalano una rosa rossa all’amata e in cambio ricevono un libro.
Perché il 23 aprile è anche la Giornata mondiale del libro (dichiarata dall’Unesco) e l’occasione si fa ghiotta per scovare, tra gli scaffali, i classici della letteratura e le ultime novità della narrativa contemporanea catalana.
Dove? A Montblanc e poi a Barcellona, lungo le Ramblas, su Passeig de Gràcia e Rambla de Catalunya ma soprattutto a Casa Batlló, il capolavoro di Gaudí che, dal 21 al 23, si veste di rose.


A Girona è tempo di fiori

Dall’11 al 19 maggio Girona si riempie di colori, petali e profumi con Temps de Flors, la 69 esima edizione del festival che dal 1954 invade la cittadina catalana di installazioni floreali.
Da un piccolo concorso organizzato nel Saló de Descanso del teatro municipale di Girona, negli anni l’evento è diventato di richiamo internazionale arrivando a coinvolgere oltre cento location emblematiche tra giardini, chiostri, piazze, vie, chiese, biblioteche, case e spazi espositivi in un flusso continuo di visitatori dentro e fuori dal Barri Vell, l’antico centro storico che ruota attorno alla Catedral.
A riempirsi di meraviglia, qui non sono soltanto gli occhi e le memorie di smartphone e macchine fotografiche ma anche i piatti apparecchiati con le ricette speciali a base di fiori eduli (commestibili) grazie all’iniziativa #Gastroflors che coinvolge i ristoranti con proposte creative da gustare.
E per contorno ci sono la musica e i castells, le “torri umane” patrimonio immateriale dell’Unesco.


Nel mare rosa dei pescheti di Aitona

Se la Provenza offre l’arcinota fioritura della lavanda, Aitona è famosa per i suoi fiori di pesco.
Lo sanno bene i turisti e gli abitanti di questa località immersa tra i frutteti non lontano da Lleida, sulle rive del fiume Segre, che ogni primavera si tinge di rosa acceso con lo sbocciare dei fiori di pesco, trasformandosi in uno dei luoghi più instagrammabili di tutta la Catalogna.
Con il progetto e le guide di Fruiturisme, nelle campagne intorno ad Aitona si possono provare esperienze uniche sorvolando i campi in mongolfiera per un colpo d’occhio spettacolare oppure “attraversarli” più da vicino, in sella a una bicicletta o a bordo di un piccolo autobus, con l’accompagnamento dei frutticoltori locali.
Per non perdersi neanche una sfumatura di rosa. Chi viaggia in estate, invece, può sperimentare la raccolta delle deliziose pesche gialle e rosse, le nettarine, le pesche piatte e la platerina, degustarne la bontà e lasciarsi tentare dalle antiche ricette local a base di frutta dolce.


Andar per giardini in Costa Brava

Non solo spiagge, paesini e movida, la Costa Brava ha molto da offrire anche agli amanti del verde. E non per caso, i più importanti giardini botanici della Catalogna si trovano proprio lungo il tratto di litorale che corre da Blanes fino al confine francese.
Più di 100.000 visitatori all’anno ammirano le oltre 4.000 specie botaniche provenienti dai cinque continenti del Jardí Botànic Marimurtra di Blanes.
A picco sul litorale della Costa Brava, questo eden di quattro ettari divisi in tre giardini è il sogno di una vita di Carl Faust, l’uomo d’affari tedesco che un secolo fa progettò un universo verde tra il cielo e il mare.
Ci si può districare da soli lungo il percorso consigliato o esplorare il giardino con i tour guidati e le attività di divulgazione scientifica della Fundació Carl Faust. E in primavera, si pratica yoga outdoor tra i fiori e le piante esotiche!
A una manciata di chilometri da Blanes, tra Cala Boadella e Platja de Fenals, Lloret de Mar culla gli eleganti Jardins de Santa Clotilde, progettati nel 1919 secondo il modello rinascimentale italiano dall’architetto e urbanista catalano Nicolau Maria Rubió i Tudurí. Anche qui, il panorama sul mare dalle tante terrazze, rampe, scale e sentieri labirintici è unico, così come le sculture e le specie botaniche, prevalentemente autoctone, che s’incontrano passeggiando con il naso un po’ all’insù e un po’ all’ingiù.
Tra Palafrugell e Mont-ras, infine, i Jardins de Cap Roig sono tra i protagonisti del podio dei tre più importanti giardini botanici che s’incontrano viaggiando in Costa Brava. Con oltre ottocento specie botaniche e ventuno sculture opera di artisti internazionali tra i quali i catalani Jaume Plensa e Santi Moix, la “magia” naturale su diciassette ettari creata nel 1927 dai coniugi Nicolau Woevodsky e Dorothy Webster ancora oggi cattura chi la respira a pieni polmoni. Nel periodo delle fioriture primaverili, Cap Roig si anima con pic-nic, reading letterari e laboratori di scoperta per le famiglie.

Dieci destinazioni “calde” dove potersi godere un anticipo d’estate

Dieci destinazioni “calde” dove potersi godere un anticipo d’estate

Anche se quando si viaggia non si può mai sapere che tempo si troverà, e  adesso ancora meno con i cambiamenti climatici, in gran parte dell’Italia è ancora inverno e in molti luoghi fa freddo, piove o addirittura nevica. Ecco perché molti viaggiatori che possono partire in questo periodo dell’anno sono soprattutto alla ricerca di mete calde dove poter godere di sole, temperature elevate e praticare attività all’aria aperta senza cappotti. Il potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost.it ha verificato quali sono le destinazioni che i suoi utenti cercano maggiormente in questo periodo e queste di seguito sono alcune delle più gettonate.

Sidney. Foto di Patty Jansen da Pixabay

Sidney – Australia

In Australia è ormai estate e si sta per entrare in un autunno mite. Sebbene Sidney non sia la capitale, è senza dubbio la città più dinamica dell’Australia.
Circondata dall’acqua e con i suoi abitanti che sono fanatici della vela, vanta un porto che è uno spettacolo: all’ora di pranzo, nelle pause di lavoro, è affollato di piccole barche a vela con i loro equipaggi che prendono il sole e si godono un po’ di relax, con lo spettacolare scenario dell’Opera House e dell’Harbour Bridge sullo sfondo. Il Royal Botanic Gardens (Domain Park) è poi un luogo ideale per godersi la vita all’aria aperta, mentre Bondi Beach è il paradiso dei nuotatori e dei surfisti.

Bali. Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

Bali – Indonesia

È anche conosciuta come “l’isola degli dei”, una definizione che non sembra esagerata in quanto la sua bellezza e varietà la rendono una meta “magica”, in cui si respira un’atmosfera particolare e unica.
Anche se di piccole dimensioni, offre una ricca varietà di paesaggi tra templi, vulcani, spiagge, ripide risaie e gente affascinante.
Sebbene l’Indonesia sia uno dei paesi musulmani più popolosi, l’isola di Bali è un’oasi indù e questo si può notare in ogni angolo.
Anchi gli amanti dello yoga troveranno qui la loro dimensione, spirituale e non solo. Inoltre, l’artigianato e la cucina locale sono davvero unici. Essendo una destinazione molto gettonata, gli hotel di lusso sono proliferati negli anni, con un’ampia gamma di opzioni e prezzi anche ragionevoli, soprattutto in questo periodo dell’anno; può capitare però di trovare un po’ di pioggia.

Isole Canarie. Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

Isole Canarie – Spagna

Quelle che Plinio il Vecchio, il grande viaggiatore, definiva “Isole Fortunate” regalano ai turisti buone temperature tutto l’anno; infatti, in questi mesi invernali, mentre tutta l’Europa trema per il freddo, alle Canarie è la stagione più alta.
Le otto isole che compongono l’arcipelago offrono fantastiche spiagge, molte delle quali selvagge, e un interno con una natura ben conservata: cinque di esse sono state dichiarate Riserve della Biosfera e l’arcipelago possiede quattro Parchi Nazionali.
Sia che ci si voglia rilassare al sole, sia che si preferisca praticare sport acquatici come il windsurf e le immersioni subacquee, o solo godersi l’interno con i suoi incredibili paesaggi che invogliano all’escursionismo, al ciclismo, all’arrampicata e persino alla speleologia, alle Isole Canarie non c’è tempo per annoiarsi.

Buenos Aires. Foto di manu talaixa da Pixabay

Buenos Aires – Argentina

Non è facile consigliare cosa vedere nella capitale argentina, dove ora è estate, perché le possibilità sono davvero molte.
Non capita spesso che uno dei luoghi più visitati della città sia il cimitero. Ma non si tratta di un cimitero qualsiasi: La Recoleta conta più di 90 “bóvedas”, come vengono chiamati qui i mausolei, che sono stati dichiarati Monumento Storico Nazionale.
Senza dubbio, la visita da non perdere è quella alla tomba di Eva Perón. Ma c’è molto altro da vedere, come Plaza de Mayo, dove si trova la Casa Rosada, la sede del governo, e ancora San Telmo, il quartiere residenziale più antico di Buenos Aires, con i suoi negozi di antiquariato e gli edifici pittoreschi che, insieme al quartiere di Palermo, è tra i più eleganti. Ma forse il più autentico è il quartiere di La Boca, e la via Caminito, piena di ballerini di tango, che regalano un’atmosfera unica. La visita non può concludersi senza una passeggiata o una pausa gastronomica al porto Madero.

Dubai. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Dubai – Emirati Arabi Uniti 

A Dubai, o negli Emirati Arabi Uniti, non fa certo freddo in nessun periodo dell’anno.
Le temperature che possono toccare i 50 gradi Celsius non risparmiano nessuno, anche se l’aria condizionata è presente ovunque, persino alle fermate degli autobus.
Ma Dubai vale la pena di essere visitata,  anche se fa caldo. Sebbene l’immagine più nota dell’emirato sia quella dei suoi alti grattacieli e del suo boom commerciale, quello che fino a poco tempo fa era un piccolo villaggio di pescatori sul Golfo Persico è diventata una delle città più cosmopolite del mondo, dove convivono persone di quasi 200 nazionalità diverse. Ma è ancora possibile cavalcare un cammello nel deserto, gustare una cena tradizionale in una tenda e persino scalare il Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo. Un viaggio di sicuro per lasciarsi impressionare. 

Lima,Perù. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Lima – Perú

Oltre alle buone temperature di questo periodo dell’anno, la capitale del Perù ha la meritata reputazione di epicentro della gastronomia latina, una delle migliori al mondo, riconosciuta dall’Unesco, che di per sé, volendo, può essere già un buon motivo per visitarla.
Ma c’è molto altro: basta passeggiare nel suo centro storico, anch’esso Patrimonio dell’Umanità, uno dei più belli e storici del Sudamerica, per apprezzare i suoi ricchi e variopinti balconi, oltre 1.600, decisivi per conquistare il titolo Unesco: vale la pena arrivare a Plaza San Martin per ammirare il duello di questi caratteristici balconi in cui si nota come diversi stili architettonici europei, dal barocco al rococò, siano stati riadattati alla realtà peruviana: ce ne sono di tutti i tipi, aperti, chiusi con vetri o a graticcio, a filo, e il Comune di Lima ha persino invitato privati e aziende ad adottarne uno per mantenerli come se fossero nuovi.

Algarve, Portogallo. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Algarve – Portogallo

Il clima dell’Algarve è molto mite tutto l’anno, a riprova del fatto che ospita una delle più vaste offerte al mondo per gli amanti del golf, con circa 40 campi, la maggior parte dei quali si trova in aree incontaminate con viste mozzafiato.
In effetti, è stata spesso definita la migliore destinazione golfistica del mondo. Ma non è l’unica cosa da fare, vedere e godere su questa costa meridionale portoghese che combina insenature appartate con scogliere frastagliate e splendidi hotel.
Da non perdere Cape St. Vincent, considerato da alcuni il punto più occidentale d’Europa, con un bellissimo faro e una vista meravigliosa.
Caratteristici anche i pescatori in attesa sul bordo delle scogliere che lanciano le loro esche a quasi 100 metri di profondità nel mare agitato, mentre vicino alla spiaggia i surfisti si godono le grandi onde.

Taormina, Sicilia. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Sicilia – Italia

È la punta più meridionale dell’Italia, che guarda verso la Tunisia e il continente africano.
Un’isola prevalentemente montuosa che conquista il cuore dei visitatori con il suo meraviglioso mare e le sue città ricche di fascino.
La Sicilia è un’isola da cartolina, caratterizzata dalle tracce indelebili dei popoli che l’hanno abitata, tra testimonianze artistiche, enogastronomiche e culturali di inestimabile valore. Siracusa, Messina e Palermo sono le sue città più importanti, ma vale la pena esplorarla secondo i propri ritmi.
È l’isola più grande del Mediterraneo, dove arte, storia e cultura si intrecciano in un mix sorprendente, dal mare alla montagna, dalla campagna ai villaggi costieri, ai vulcani.
Costellata di siti inestimabili e di vestigia greche e arabo-normanne, sontuosamente abbellita dal barocco e benedetta da un clima mite in tutte le stagioni, è un paradiso indimenticabile.

Marrakesh, Maarocco. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Marrakech – Marocco

Tra tradizione e modernità, Marrakech è una promessa di sensazioni incomparabili.
Passeggiando per la piazza Jemaa El-Fna, che muta e si trasforma a seconda delle ore del giorno: da mercato a centro gastronomico, da teatro a scuola, con i souk dai colori sgargianti e gli odori orientali, la città rossa è piena di carrozze trainate da cavalli, terrazze assolate, artisti di strada e altre attività diurne e notturne che arricchiscono il soggiorno in Marocco.
Non è una città di grandi monumenti, ma si rimane abbagliati dalla ricchezza architettonica della Medina e dei suoi numerosi riad, piccoli palazzi orientali disposti intorno a un cortile centrale e trasformati in alloggi di lusso dal fascino sublime.
Nella Marrakech moderna, i quartieri Guéliz e Hivernage offrono infrastrutture moderne, boutique di lusso e negozi di prêt-à-porter internazionali, oltre a viali ampi e ariosi.

Maldive. Foto di Olga Ozik da Pixabay

Maldive

I visitatori delle Maldive concordano con un’antica leggenda secondo cui una mano invisibile ha preso un pezzetto di Eden e l’ha poi sparso sul Pianeta, e così è caduto magistralmente sotto forma di circa 1.200 isole paradisiache nell’Oceano Indiano.
Le sue spiagge di sabbia bianca fine, punteggiate da lussureggianti palme da cocco, le acque limpide che pullulano di vita marina colorata, sono diventate una destinazione esclusiva per rilassarsi dalla vita quotidiana. La maggior parte delle isole turistiche – circa 150 – segue il concetto “One island, One resort”.
Così, ogni catena alberghiera imprime il proprio stile e know-how, generando un concetto unico e offrendo un’ampia varietà di proposte su ogni isolotto o atollo.
Palafitte, bungalow sul mare o sulla spiaggia, con piscine private, spa e molto altro, con il concetto di lusso all-inclusive in quasi tutte, fanno di queste isole un vero paradiso terrestre.
5 camminate tra le più belle fioriture di montagna del Trentino

5 camminate tra le più belle fioriture di montagna del Trentino

Chi ama i fiori lo sa: un anno di attesa per qualche settimana di fioritura, e poi più nulla per dodici mesi. Una bellezza delicata e per questo ancora più preziosa. Come questi nostri consigli per 5 camminate in Trentino, abbinati alle fioriture più belle di primavera..
Si tratta di semplici escursioni da praticare in montagna, a quote non troppo alte, per coniugare il piacere degli occhi al benessere naturale del camminare, lasciandoti trasportare dal richiamo della bella stagione che arriva. Perché il potere rigenerante delle fioriture, si sa, aiuta a stare bene. Con sé stessi e con il mondo che ti circonda.


1 – Passeggiata fra i meleti della Val di Non

Chi ama i fiori lo sa: un anno di attesa per qualche settimana di fioritura, e poi più nulla per dodici mesi. Una bellezza delicata e per questo ancora più preziosa. Come questi nostri consigli per 5 camminate in Trentino, abbinati alle fioriture più belle di primavera.
Si tratta di semplici escursioni da praticare in montagna, a quote non troppo alte, per coniugare il piacere degli occhi al benessere naturale del camminare, lasciandoti trasportare dal richiamo della bella stagione che arriva. Perché il potere rigenerante delle fioriture, si sa, aiuta a stare bene. Con sé stessi e con il mondo che ti circonda.
Uno degli eventi naturali più belli del Trentino? Per me non c’è dubbio: la fioritura dei meli in Val di Non. Il paesaggio cambia e si tinge di bianco con miliardi di boccioli che fanno capolino sui rami degli alberi.
Il periodo della fioritura qui in Val di Non è unico. Pensa a tutti i meli che coprono la valle e immagina di vederli fiorire nello stesso momento: che spettacolo!
Per farti ammirare la fioritura dei meli in Val di Non c’è Aprile Dolce Fiorire un calendario di appuntamenti che ogni giorno ti propone un’attività in cui i protagonisti sono proprio i meli in fiore.
Io ti porto alla scoperta dei pomi della 
Val di Non con una passeggiata tra i frutteti in fiore, ma gli appuntamenti sono moltissimi come il Wine Trekking per scoprire il gropel di Revò il vino tipico della Val di Non, la visita al frutteto storico, i corsi di cucina per scoprire le ricette tipiche e molto altro…
Nel calendario di Aprile Dolce Fiorire ci sono anche tante manifestazioni, te ne nomino qualcuna? Fiorinda la festa dedicata all’arrivo della primavera, la Quattro Ville in Fiore una marcia tra i meli in fiore, la Passeggiata Gastronomica di Revò dove puoi assaggiare tutti i piatti più conosciuti della Val di Non.

Foto Nicoletti Apt Val di Fiemme

2 – Maggio fra i pascoli fioriti

Ai margini della Val di Fiemme, una breve e facile escursione porta a scoprire i pascoli ricchi di fiori e un fantastico “balcone” con vista sulla Val di Fiemme.
Malga Sass accoglie con i suoi tavoloni di legno all’aperto, placidamente adagiata tra i prati in fiore, dopo aver percorso in auto la strada che da Valfloriana sale via via più ripida e stretta.
A piedi in circa mezzora si raggiunge loc. “Pradi da le Fior”, un alpeggio che custodisce un’eccezionale vista sulla Val di Fiemme, dal paese de Le Ville (Carano, Daiano, Varena) fino al Corno Nero e la Pala di Santa.
Posto a 2000 metri, è un autentico balcone fiorito, ricco di fiori, dove tutto invoglia a una sosta picnic. Si è nel punto più alto dell’itinerario; la camminata procede quindi in leggero saliscendi fino a Malga Coston, storico alpeggio di Valfloriana oggi ristrutturato, risalente agli inizi dell’800. Il sentiero riconduce infine a Malga Sass.

Foto staff Garda Trentino

3 – Sui pascoli di Dromaè

Dromaè è tra le località più belle della Valle di Ledro, particolarmente in tarda primavera. Prati verdi, viste impareggiabili sul lago, fiori selvatici a tracce storiche rendono il percorso davvero spettacolare.
Peonie rosa e narcisi bianchi riempiono i pendii di Dromaè da maggio all’inizio di giugno. Le peonie crescono lungo il sentiero botanico, mentre i narcisi sono concentrati nei prati sopra i casinei, le baite usate dagli abitanti di Mezzolago durante l’estate. Oltre a questi fiori sono presenti anche delle orchidee montane, più difficili da individuare.
Il belvedere di Dromaè è un punto panoramico eccezionale sulla Valle di Ledro. In una giornata limpida l’occhio può spaziare dall’Adamello al Lago di Garda, da Tremalzo al Monte Corno. Le trincee e i tunnel lungo il percorso risalgono alla Prima Guerra Mondiale, quando la Valle di Ledro costituiva il fronte tra l’Impero Austro-Ungarico e il Regno d’Italia.


4 – Le fioriture del Monte Baldo

Fra l’Adige e il lago di Garda, il Parco del Monte Baldo è rinomato in tutta Europa per il caleidoscopio di piante e fiori rari che vi crescono spontanei: arnica, gigli, genziane, orchidee, botton d’oro, peonie e gerani argentati. Se sai dove guardare, due chicche per te: l’aglio orsino e il ranuncolo di kerner.
Scegli il tuo itinerario panoramico e abbraccia i colori della primavera sulle montagne del Trentino!

5 – Monte Casale da Comano

La salita al Monte Casale è uno dei percorsi classici della zona, da fare almeno una volta l’anno, possibilmente nelle terse giornate primaverili o autunnali quando i colori forti e vivaci esaltano la natura circostante.
Il panorama è di grande impatto: si passa dal lago di Garda alle nevi eterne del Carè Alto passando dal calcare dell’ imponente Gruppo di Brenta. La valle del Sarca che si distende 1400m più in basso; dalla cima la scorge per intero. Bello il colpo d’occhio sul lago di Toblino. Si tratta di un percorso facile e senza particolari difficoltà, adatto alle famiglie visto l’esiguo dislivello di salita.
Per poter salire al parcheggio in loc. Le Quadre si deve acquistare il permesso giornaliero presso l’Albergo Panorama, il costo è a veicolo e vale per l’intera giornata. I soldi raccolti vengono utilizzati per la manutenzione della strada stessa.
Dal parcheggio proseguire in salita lungo la strada sterrata, passare dal cartello che indica la località Le Quadre (1479m) e proseguire diritto fino ad uscire nei prati sommitali del Monte Casale. Al bivio sulla strada sterrata girare a destra, cartello per Rifugio Don Zio.
La strada si impenna e con panoramico percorso sale tra i prati ad Ovest del Monte Casale.
Il percorso diviene panoramico e si arriva così al Rifugio Don Zio visibile per buona parte della parte alta della strada.
Raggiunto il rifugio, si passa oltre, sul lato destro e ci si porta oltre la piccola macchia d’alberi presso il rifugio. Superati gli alberi si vede, a destra, l’antenna di un ripetitore presso la vetta.
Si attraversa il prato e ci si porta verso la cima, una volta raggiunta la vetta (1631m) si può ammirare il panorama verso la valle del Sarca. Sulla destra dell’antenna è presente un punto panoramico ove poter traguardare le vette più famose della zona. É possibile poi scendere alla croce posta più a sud e poi ritornare al rifugio. Dal rifugio tornare al punto di partenza seguendo l’itinerario di salita.

 

 

 

Dal Friuli-Venezia Giulia ecco due nuovi Presìdi Slow Food: il malon e la bianchera

Dal Friuli-Venezia Giulia ecco due nuovi Presìdi Slow Food: il malon e la bianchera

Si allarga la famiglia dei Presìdi Slow Food in Friuli-Venezia Giulia: gli ultimi due, in ordine di tempo, a venire presentati sono l’oliva Bianchera, nella zona di Trieste e del Carso, e il malon, una zucca a pasta bianca da lungo tempo coltivata nelle valli del Natisone. 

Fulvio E. Bullo

L’olio pirotecnico del Carso

«L’olio di Bianchera io lo definisco pirotecnico, nel senso che in bocca restituisce una sensazione piccante e amara molto importante. Un olio acceso, che scalda il cuore».
Con queste parole Stelio Smotlak, referente Slow Food del neonato Presidio dell’oliva Bianchera, ci introduce alla scoperta di quest’angolo d’Italia a due passi dalla Slovenia e alla cultivar originaria della zona di San Dorligo della Valle e di Muggia.
«Si tratta di una pianta rustica e vigorosa – spiega Smotlak – perfettamente adattata al clima rigido e ai terreni calcarei e maroso-arenaici. Una zona sferzata dal vento di bora, caratterizzata da una forte escursione termica e da inverni freddi.

Fulvio E. Bullo

L’adattamento naturale ha fatto sì che la pianta sviluppasse polifenoli per proteggersi e sostenersi: sostanze che, per noi che godiamo dei suoi frutti, rendono l’olio estremamente interessante».
Gli olivi di varietà Bianchera sono caratterizzati da lunghi rami fruttiferi, con foglie di media grandezza, strette, lunghe e lanceolate.
«E il peduncolo è veramente robusto – prosegue Smotlak – tanto che la raccolta, fatta a mano, richiede una certa forza». In tutta la regione Friuli-Venezia Giulia, la superficie destinata all’olivicoltura si aggira intorno ai 300 ettari, di cui circa 45 nella provincia di Trieste.
Numeri ridotti, oltre che per le dimensioni contenute del territorio, anche a causa di due annate particolarmente rigide, il 1929 e il 1985, nelle quali le gelate danneggiarono molte piante. «Abbiamo piccoli appezzamenti, che amo definire veri e propri orti di famiglia – conclude il referente Slow Food del Presidio –, perché vengono curati e coccolati proprio come fossero degli orti. Ho amici che vanno nel proprio oliveto ogni giorno e conoscono ogni pianta: qualcosa che, in aziende da cento ettari, naturalmente non si potrebbe fare».
In cucina, la Bianchera si abbina bene ai piatti tipici della tradizione gastronomica locale: dalla carne al pesce, fino ai piatti a base di funghi e le zuppe. L’unica accortezza è usarlo con parsimonia sulle pietanze dal sapore particolarmente delicato, per evitare che la forza dell’olio ne sovrasti il gusto. 

Fulvio E. Bullo

La zucca della valle del Natisone

Cinquanta chilometri più a nord di Trieste è tutto un altro mondo: le valli del Natisone, che da Cividale del Friuli si sviluppano a ventaglio in direzione nord-est, sono un assaggio delle Alpi.
È da qui che arriva il malon, una zucca a pasta bianca dalla forma cilindrica-tondeggiante e la buccia liscia, può raggiungere una lunghezza di circa 40-50 centimetri e un diametro di 30-40.
Un alimento che, da queste parti, è da sempre una risorsa per tutti, non solo gli esseri umani: «Storicamente il malon veniva coltivato prevalentemente per l’alimentazione degli animali» racconta Caterina Dugaro, referente dei produttori del Presidio Slow Food.
«Veniva data da mangiare ai maiali e ai bovini, oppure tagliata in pezzi e lasciata a disposizione delle galline e delle anatre affinché la beccassero». Ma il malon sa rivelarsi prezioso anche in cucina: «Per l’alimentazione umana, il frutto si utilizza quando la buccia è ancora verde e la polpa tenera» aggiunge.
Le ricette della tradizione vedono il malon utilizzato in una minestra chiamata briza o zupa malonova, nella quale la polpa viene grattugiata e messa a macerare nella batuda (cioè il latticello, il latte vaccino appena munto lasciato inacidire) con l’aggiunta di fagioli e, a seconda delle varianti, patate e farina di mais abbrustolita nello strutto o nel burro.
Lo si può trovare anche grattuggiato e stufato in un tegame con aglio, alloro e una base grassa, per accompagnare la carne, oppure come ingrediente dello stakanje, un pestato a base di verdure e patate.

Fulvio E. Bullo

Un ingrediente povero ma versatile, il malon, ma con una lunga storia contadina alle spalle.
«Un tempo era di uso comune: ricordo bene che, a casa mia, la nonna e la mamma lo usavano abitualmente» aggiunge Gianfranco Topatigh, referente Slow Food del Presidio del malon.
«Ai tempi non c’era niente di eroico nell’usare il malon in cucina. Poi, lo spopolamento e il depauperamento del tessuto sociale di questa zona, come è successo in molte altre aree interne del nostro Paese, hanno fatto sì che la coltivazione andasse perdendosi. La logica di avviare un Presidio Slow Food è quella di ridare dignità a qualcosa che stava scomparendo, ma non come puro e semplice ricordo dei bei tempi andati: significa riconoscerne le potenzialità economiche, benché piccole, ad esempio nella filiera della ristorazione».
Una potenzialità concreta, conferma Dugaro: «Nella cucina del nostro agriturismo, in una stagione utilizziamo quasi una ventina di maloni. Siamo molto contenti della nascita del Presidio Slow Food e di contribuire a stimolare la ristorazione a non dimenticarsi di prodotti che rappresentano un valore aggiunto: quello di portare in tavola pietanze che altrove non si possono gustare. E, da quando abbiamo cominciato a parlare di Presidio, abbiamo già notato più interesse».