La pesca tradizionale del Trasimeno diventa Presidio Slow Food

La pesca tradizionale del Trasimeno diventa Presidio Slow Food

Un importante riconoscimento per l’economia del territorio. Il lago umbro è ricco di pesci: dalla carpa alla tinca, dall’anguilla al persico.
Negli ultimi anni, complice la crisi economica, diversi giovani si sono avvicinati a un mestiere millenario: oggi i pescatori sono una cinquantina


La pesca “passiva”

La pesca tradizionale del Lago Trasimeno entra a far parte della famiglia dei Presìdi Slow Food dell’Umbria.
«La nostra è una pesca passiva: stendiamo le reti e aspettiamo che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie. Funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del nostro lago e a uscire in barca» sottolinea Aurelio Cocchini, un’esperienza da pescatore lunga
Il nostro viaggio tra varietà vegetali, razze animali, saperi e tradizioni da difendere e promuovere oggi ci porta in Umbria, e più precisamente nel quarto lago più esteso d’Italia. Il Trasimeno è un bacino d’acqua dolce particolare, caratterizzato da una profondità media che non raggiunge i cinque metri: un lago che soffre la scarsità d’acqua (in questi giorni il livello è oltre un metro più basso dello zero idrometrico), ma dove il pesce non manca.

«L’opportunità di diventare Presidio Slow Food – dice Guido Materazzi, un altro dei pescatori coinvolti nel progetto – arriva in un momento storico importante, in cui il mestiere del pescatore ha necessità di coniugare tradizione e innovazione, buone pratiche e sostenibilità economica».
Fare economia tenendo a mente le generazioni future, come ricorda Ivo Banconi, presidente della Cooperativa Stella del Lago, che aderisce al Presidio, sottolineando che «il Presidio è un ulteriore tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, nell’intento di preservare quell’immagine lasciataci in eredità da chi ha dato al lago la sua vita».


Cosa prevede il disciplinare

Persico reale, carpa, pesce gatto, latterino, tinca, persico-trota, anguilla e capitone sono le specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food e sono, soprattutto, le protagoniste del lago. «A seconda di quale pesce si vuole pescare si utilizzano reti con maglie più o meno larghe – aggiungono i pescatori -. La carpa viene pescata con una maglia di 90-100 millimetri, mentre per specie più piccole si adoperano maglie che vanno dai 25 ai 40 millimetri».
Il resto lo fa l’intuito, la conoscenza del lago e delle abitudini dei pesci. Ma non è detto che la battuta di pesca sia sempre un successo: può capitare che si esca per giorni e si torni a mani vuote. Il pescatore dev’essere capace di mantenere lo stesso spirito anche quando le giornate vanno male.
Naturalmente, serve anche una certa dimestichezza nel guidare l’imbarcazione tradizionale. È stretta e lunga, poco più di un metro per cinque e mezzo, e ha il fondo piatto perché, un tempo, le attività di pesca si svolgevano perlopiù nelle vicinanze delle coste e nei canneti. Ma oggi si pesca anche al largo, dove le onde possono rendere difficile manovrare la barca.


Un pescato imprevedibile

«Siccome la nostra è una pesca di attesa, non aggressiva, risulta anche altamente sostenibile – spiega il referente Aurelio Cocchini -, ed è pressoché impossibile che l’attività si intensifichi al punto da intaccare le riserve di pesce nel lago».
Per lo stesso motivo, però, è anche fortemente imprevedibile: «Non posso prevedere di che cosa rifornirò i ristoranti, i negozi o la nostra locanda, perché non ho certezza di che cosa pescherò. Se, da un lato, questo rappresenta un handicap economico, dall’altro nasconde un vantaggio: quello di non rischiare di mettere in crisi gli stock ittici, la nostra fonte di lavoro e di sostentamento».
I pescatori professionisti attivi sul lago Trasimeno oggi sono una cinquantina, la maggior parte dei quali aderiscono a due cooperative: «Negli ultimi tempi l’età media si è abbassata parecchio – conclude Cocchini -. Merito di tanti giovani che, faticando a trovare un lavoro in altri settori a causa della crisi economica, si sono avvicinati al mondo della pesca».
Per questo le cooperative continuano a lavorare, addirittura con nuovi investimenti nella filiera di trasformazione del pescato, nella commercializzazione del prodotto e anche nella ristorazione.

 

 

 

Il Trentino sboccia in primavera

Il Trentino sboccia in primavera

Giornate che si allungano, ore in più di luce e un tiepido sole che invitano a muoversi, a uscire, a tornare a viaggiare seguendo le proprie passioni e per andare alla scoperta di nuove mete o rivederle con occhi nuovi durante i ponti primaverili di aprile e maggio.
Per scoprire perché il più prestigioso “passito” del Trentino si chiama “Vino Santo” (articolo qui) e assistere al rito della sua spremitura; camminare lungo i sentieri che collegano i borghi e i castelli della val di Non, la valle delle mele, circondati dallo spettacolo della fioritura di distese di meleti, pernottare in un agriturismo e “adottare” un melo da cui a fine estate raccogliere i prelibati frutti.
Le città di Trento e Rovereto, con le nuove mostre proposte dai loro Musei, vie, luoghi e palazzi da scoprire percorrendo trekking urbani a tema tra il centro storico e la periferia.
E ancora, le ultime discese sulla neve di primavera, caduta abbondante a inizio di marzo, sostando sulle terrazze dei rifugi per godersi il sole e il panorama sulle vette, approfittando delle proposte di fine stagione sempre molto convenienti anche per le famiglie.

Ecco alcuni suggerimenti per vivere queste giornate mentre la natura si risveglia tutt’intorno.

Val di Non. Foto Paolo Crocetta

Aprile dolce fiorire

Il periodo delle fioriture è davvero speciale in alcune zone del Trentino.
Tra queste c’è la Val di Non dove diverse manifestazioni accompagnano questo particolare momento che vive la valle.
Aprile dolce fiorire si svolge dal 12 aprile al 2 maggio per rendere omaggio allo spettacolo della primavera e dei meli in fiore in valle.
Nel programma pic nic tra i meli con ricette a base di fiori ed erbe di stagione, escursioni guidate nei frutteti storici e wine trekking.
Appuntamento anche con Fiorinda, la festa della fioritura, in programma a Mollaro il 13-14 aprile, con la Passeggiata gastronomica di Revò dove assaggiare tutti i piatti più conosciuti della Val di Non e con il Zicoria Festival, nella vicina Val di Rabbi, dal 25 aprile al 1 maggio.
“Zicoria” è il nome locale del tarassaco, pianta millenaria e leggendaria, sia per le proprietà medicamentose che per le leggende che volano via coi suoi acheni al vento.

Scialpinismo in Trentino. Foto by Simon from Pixabay


La neve di primavera

Tra febbraio e marzo le nevicate sono state generose e abbondanti nelle skiarea trentine e ora sono in condizioni ideali per concludere la stagione bianca su piste perfette e con giornate lunghe che invitano alla sosta in uno dei rifugi lungo le piste, o raggiungibili a piedi e con le ciaspole, per assicurarsi la tintarella sulle terrazze in pieno sole con vista sulle cime innevate.
Tanta la neve in quota che prolunga la stagione anche per gli appassionati dello scialpinismo che regala il piacere della salita con il proprio passo e l’emozione della discesa in neve fresca o sul  tipico “firn” di primavera.
Se non si ha già esperienza è sempre buona cosa farsi accompagnare da esperte guide alpine (che possono fornire indicazioni puntuali sui tracciati più adatti al periodo) e portare con sé sempre le dotazioni di autosoccorso: l’Artva, per la ricerca di dispersi sotto la neve, la sonda e la pala.

Trento, Castello del Buon Consiglio. Foto TheUjulala from Pixabay

Itinerari urbani alla scoperta di Trento e Rovereto

A Rovereto c’è un negozio “sorvegliato” da due Cariatidi disegnate da Fortunato Depero, maestro del Futurismo italiano, mentre a Trento i luoghi in cui nel XVI secolo si svolse il famoso Concilio sono più di quanti si possa immaginare.
Curiosità che si scoprono durante un trekking urbano un’esperienza che permette di unire un po’ di sana attività fisica al piacere della scoperta e all’amore per l’arte e la storia. Passeggiate alla portata di tutti, da percorrere in compagnia di una guida o in autonomia, grazie all’aiuto di mappe e app.

Zurigo in primavera, un palcoscenico vivace di cultura, bellezza e divertimento che emoziona

Zurigo in primavera, un palcoscenico vivace di cultura, bellezza e divertimento che emoziona

Zurigo si prepara a trasformare la primavera in un affascinante scenario di esperienze indimenticabili. Con la sua aura cosmopolita, un’architettura che sorprende sempre e un’incredibile varietà di attività culturali, la città si propone come la meta ideale per coloro che cercano una primavera ricca di emozioni grazie a un mix di attività che accontentano i gusti di tutti.

Zurigo, foto by Jörg Vieli from Pixabay

Primavera nella più vivace città elvetica

Con il suo mix di paesaggi mozzafiato, ricchezza culturale e servizi impeccabili, la più vivace tra le città elvetiche si candida come destinazione imperdibile per chi cerca un’esperienza unica, specialmente nella stagione primaverile, dove la città si trasforma in un palcoscenico vivace di cultura, bellezza e divertimento.
Le maestose Alpi svizzere fungono da sfondo scenografico mentre i limpidi laghi riflettono la bellezza di un luogo armoniosamente integrato nella natura, scenario ideale per una varietà di eventi all’aperto.
Grazie a una reputazione di eccellenza in termini di servizi e ospitalità, offre un’esperienza senza compromessi, assicurando ai suoi visitatori un soggiorno indimenticabile.

lago di Zurigo, foto by Jörg Vieli from Pixabay

Una città da vivere a piedi e non solo per la maratona

Sicuramente il modo migliore per esplorare le bellezze di Zurigo è a piedi: passeggiate e sentieri costeggiano i fiumi e il lago, regalando scorci meravigliosi che invitano a fermarsi per ritagliarsi un momento di pausa rigenerativa, lontano dai ritmi frenetici della città.
L’Uetliberg è certamente una tappa da non perdere: raggiungibile con il treno o con una camminata di un’oretta, dal monte di Zurigo si possono ammirare città e lago volgendo lo sguardo fino alle Alpi.
Per chi volesse concedersi una bellissima escursione nei dintorni, la Waid è un altro punto panoramico sul Käferberg zurighese assolutamente da non perdere: ci si arriva facilmente con i mezzi pubblici e regala un panorama incantevole con il lago di Zurigo che fa da sfondo, soprattutto per chi raggiunge il belvedere all’alba o al tramonto.
Le occasioni di svago non mancano nemmeno per i runner: chi ama correre e mantenersi in forma anche in vacanza può sfruttare gli stupendi itinerari offerti dalla città: un modo per godere delle tante aree verdi sia per gli abitanti che per i turisti è la Green Marathon, un tracciato pubblico lungo 43.5 km (il richiamo ai 42km della maratona è immediato), che si snoda attraverso il centro cittadino, i sentieri e i punti di interesse zurighesi. Il percorso, adatto a tutti, è segnalato in modo permanente ed è accessibile tutto l’anno; è possibile scegliere se affrontare solo alcune tappe o suddividere il tragitto in più giorni per scoprire le bellezze di Zurigo in maniera alternativa.
Immancabile poi la famosa Maratona di Zurigo (il 21 Aprile), l’appuntamento annuale che riunisce podiste e podisti provenienti da oltre 60 paesi; grazie al biglietto «Ochsner Sport Zürich Marathon Ticket» di FFS-CFF-SBB, gli iscritti alla gara dei 42 chilometri potranno raggiungere Zurigo viaggiando dalla Svizzera gratuitamente in 2a classe, all’andata e al ritorno.

Primavera a Zurigo. Foto di Evan Bollag per Unsplash

Colori e profumi di stagione

La primavera a Zurigo è resa ancora più magica dalla fioritura dei ciliegi, e uno dei modi più belli per ammirare questo spettacolo è facendo un giro in bicicletta.
Gli appassionati possono percorrere le tranquille strade residenziali di Zurigo, come quelle attorno a Bertastrasse o nella direzione dei suggestivi parchi Villa Patumbah, Rietberg e Belvoir.
Per rendere l’esperienza ancora più accessibile insieme alla Zürich Card (che permette di viaggiare su tutti i mezzi pubblici e avere ingressi in molti musei oltre a sconti commerciali) è stata resa disponibile la Zürich Card Bike, acquistabile tramite l’app Zürich City Guide, al costo di soli 5 o 9 CHF in più rispetto alla Zürich Card; in aggiunta ai numerosi servizi già presenti, consentirà di utilizzare il servizio Publibike scaricando l’app.
Grazie ai suoi tratti paesaggistici e ai tanti servizi disponibili per i ciclisti come i numerosi punti di noleggio, gli itinerari dedicati e i tour guidati in E-bike, Zurigo è considerata a pieno titolo una meta bike friendly, dove gli amanti delle due ruote possono concedersi rilassanti pedalate attraverso gli splendidi paesaggi che circondano il Lago di Zurigo o avvincenti tracciati sulle colline zurighesi, approfittando delle temperature miti perfette per stare all’aperto.
I fiori di ciliegio e gli alberi di magnolie che invadono il paesaggio zurighese non sono gli unici spettacoli da ammirare in questo periodo: in concomitanza con l’arrivo della Pasqua, Zurigo porta in scena una delle sue tradizioni più belle, quella della fioritura delle fontane.
Il centro diventa palcoscenico di un tripudio di colori e profumi che risvegliano i sensi e invitano locals e viaggiatori a perdersi tra le vie cittadine. Molte delle fontane presenti (Zurigo ne ha ben 1200) vengono decorate con boccioli di rosa che creano un variopinto quadro a cielo aperto. L’iniziativa fa parte del progetto “Niente rose senza spine “, voluto dalle Chiese della Città Vecchia con lo scopo di diffondere messaggi di pace e di speranza durante la Settimana Santa.

Avventure acquatiche

Per chi vuole visitare Zurigo da un’altra prospettiva, specialmente durante la bella stagione, la scelta delle attività è ampia: i più avventurosi possono destreggiarsi tra wakeboard, wakesurf o sci d’acqua, mentre coloro che non amano particolarmente l‘adrenalina possono optare per una gita in barca a vela, in canoa o kajak e godere di un paesaggio da sogno in totale relax.

In particolare, principianti ed esperti canoisti hanno la possibilità di navigare le acque cristalline del Lago noleggiando kayak e attrezzatura per una giornata fuori dall‘ordinario o partecipando ad esclusive visite guidate.

Immergersi nell’arte

Zurigo coniuga la bellezza naturalistica con un ricco patrimonio culturale, per cui le possibilità di esplorare la storia e l’arte sono infinite. Dopo aver goduto di una giornata all’aria aperta, è possibile arricchire l’esperienza pianificando una sosta culturale. Il mercoledì è il giorno perfetto per immergersi nelle opere d’arte: sfruttando l’ingresso gratuito al Kunsthaus si può ammirare una delle più importanti collezioni d’arte della Svizzera, che ospita maestri rinomati come Picasso, Monet, van Gogh e Munch. Anche il giovedì è ideale per concedersi una visita ai musei grazie agli orari di apertura prolungati che consentono l’accesso alle straordinarie collezioni della città fino a tarda sera.

Per coloro che desiderano vivere un’esperienza musicale unica, l’Opera House e la Tonhalle offrono concerti di classe mondiale: il Teatro dell’opera è uno dei simboli di Zurigo, conosciuto anche in tutta Europa per la ricca stagione teatrale che propone pezzi operistici, balletti, concerti e molto altro. Anche la Tonhalle, sede della Tonhalle-Orchestre Zürich, una delle principali orchestre svizzere, è una tappa obbligatoria: sorprende con eventi speciali come Tonhalle Late, che fonde la musica classica con la elettronica, e Tonhalle Crush, che spazia attraverso diversi generi musicali.

Esplora la città in modo unico durante la primavera, godendo di un mix irresistibile di cultura, sport e bellezze naturali che si fonde per restituirti una vacanza da sogno. Una destinazione che non ti aspetti ma che ti lascerà senza parole grazie alla grande varietà di attività disponibili che accontentano ogni tipologia di viaggiatore.

Il mischiglio, in Basilicata, è un nuovo Presidio Slow Food

Il mischiglio, in Basilicata, è un nuovo Presidio Slow Food

È un mix di cereali e di legumi, le cui farine, unite in proporzioni variabili, vengono da secoli usate per preparare i tradizionali rascatielli, una pasta ottenuta lavorando a mano acqua e farina: l’ultimo Presidio Slow Food in ordine di tempo a venire presentato arriva dalla Basilicata ed è il mischiglio.
Siamo nella valle del Serrapotamo, in provincia di Potenza, ai piedi del Parco Nazionale del Pollino.
Qui, per secoli, i contadini hanno fatto di necessità virtù: siccome la farina di grano scarseggiava, essendo la moneta con cui i contadini pagavano le gabelle al regno dei Borboni, perché non unire al rimanente quella di fave e ceci?


Una storia di privazione che diventa memoria di una comunità

«Il mischiglio, nato da una storia di privazioni e di subalternità, è diventata una storia di comunità, di valore, di riappropriazione, una memoria che prende forma e si fa attiva per continuare a narrarsi» spiega Anita Ferrari, referente Slow Food del Presidio del mischiglio.
Seppur frutto di necessità, il mischiglio è tutt’altro che una farina povera: «A  livello energetico è piuttosto sostanziosa, capace di assicurare energia a chi lavorava tutto il giorno nei campi» aggiunge Giuseppe Arleo, che del Presidio è il referente dei produttori.
La zona di produzione del Presidio comprende le località di Chiaromonte, Teana, Fardella e Calvera e i comuni confinanti e in ogni paese il mischiglio si fa a modo proprio: se a Teana e a Fardella è composto per metà da grano Carosella (da tempo sull’Arca del Gusto) e per metà da farina di fave, a Chiaromonte e Calvera si usa un terzo di grano duro Senatore Cappelli, un terzo di grano tenero Carosella e un terzo di legumi, orzo e, quando necessario, avena.
Ciò che accomuna tutti è la ricetta della tradizione: i rascatielli, che vengono conditi con una salsa di pomodoro, aglio e basilico, detta scind scind.
Quasi una zuppa, a cui talvolta si aggiunge del peperone crusco a scaglie, che può anche essere mangiata con il cucchiaio o con il pane. 


Dal campo alla tavola, una filiera completa

«Nella nostra zona, come in molti altri angoli d’Italia, la popolazione invecchia perché i giovani se ne vanno, a volte per lavorare e altre per studiare, ma senza poi far ritorno a casa» prosegue Arleo.
Ma chi rimane sa come fare rete: «Al Presidio Slow Food del mischiglio aderiscono cinque coltivatori, due mulini che trasformano la farina e tre pastifici: per fortuna abbiamo una filiera chiusa, intera».
Una piccola ma significativa storia di economia locale che, valorizzando «un prodotto identitario profondamente espressivo della dimensione socio-culturale ed etno-antropologica della Basilicata, con specifico riferimento all’area del Pollino», come lo definisce Ferrari, guarda al futuro: perché il mischiglio «è un unicum, un capolavoro di biodiversità, anche culturale».
«Abbiamo fortemente sostenuto il Presidio Slow Food del Mischiglio, prevedendo anche un contributo economico per la candidatura, poiché queste azioni ben si coniugano con l’azione di tutela e di valorizzazione delle biodiversità proprie di ogni area protetta – conclude la presidente del Parco Nazionale del Pollino, Valentina Viola –. Siamo anche certi che questo percorso sarà un’occasione di aiuto e di reale valorizzazione che coinvolgerà direttamente i territori con gli operatori del settore insieme ai Comuni dell’areale già impegnati con la Via del Miskiglio con azioni di animazione e recupero di questo antico prodotto».

 

Il Cammino di San Jacopo e la Via di Francesco coinvolti in “cammini aperti”

Il Cammino di San Jacopo e la Via di Francesco coinvolti in “cammini aperti”

“Scopri l’Italia che non Sapevi – Viaggio Italiano” è un progetto congiunto di promozione turistica delle
regioni italiane facente parte del Piano di Promozione Nazionale del Ministero del Turismo.
Tra le attività portate avanti, ora, ce n’è una volta alla valorizzazione del turismo lento, una modalità di
viaggio sempre più in voga che permette di assaporare appieno anche angoli meno noti della nostra
Penisola, magari con la primavera.

San Jacopo in Acquaviva, foto David Dolci

Con la primavera sboccia “cammini aperti”

È “Cammini Aperti” che ideato dalla Regione Umbria – in qualità di capofila per il turismo slow –
si pone l’obiettivo di essere il più importante evento nazionale dedicato ai sentieri/itinerari,
promuovendo i valori dell’accessibilità.
Si terrà il 13 e 14 aprile, 42 i cammini coinvolti, 2 per ogni
regione e provincia autonoma, con oltre 2000 partecipanti, previa iscrizione sul portale dedicato.
Le
escursioni/passeggiate saranno condotte da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna.
Tra le caratteristiche di ogni percorso: essere un anello e avere una lunghezza tra i 6 e i 10 km.
A essere coinvolti in “Cammini Aperti” anche due importanti partner il CAI – Club Alpino Italiano e FISH –
Federazione Italiana Superamento Handicap.
Il CAI, Ente pubblico vigilato dal Ministero del Turismo, ha
lavorato selezionando 21 cammini, uno per ogni regione, e identificato un tratto di questi – di lunghezza variabile – sui quali portare persone con difficoltà motoria mediante l’impiego di Joelette e/o carrozzine.
Inoltre, su tutti e 42 cammini lo stesso darà informazioni, distribuendo un vademecum, per incentivare la
pratica responsabile dell’outdoor. FISH, invece, si impegnerà attivamente per garantire l’accessibilità di
questi percorsi, lavorando affinché le persone con disabilità possano partecipare pienamente alle escursioni.
Attraverso iniziative di sensibilizzazione e collaborazioni con le autorità locali e le federazioni regionali sarà
promosso un sistema di turismo lento accessibile e inclusivo per tutti, anche per coloro con mobilità ridotta. A tal proposito verrà redatto un documento con linee guida per tutte le realtà del terzo settore e le regioni per una fruizione il più possibile reale.

Panorama di Serravalle

La Toscana sceglie il “Cammino di San Jacopo” e la “Via di Francesco”

In Toscana “Cammini Aperti” si terrà sul Cammino di San Jacopo e sulla Via di Francesco
Via di Francesco , 13 aprile
Sarà un itinerario di 8 km in uno dei tratti più caratteristici della Via di Francesco che nella regione si
snoda per 300 km toccando eremi, monasteri, bellezze naturali. In questa giornata si è nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi dove la natura è in grado di regalare emozioni e spettacolari visioni, laddove si erge uno dei Santuari più importanti legati alla vita del Patrono d’Italia: La Verna.
L’escursione partirà in località La Beccia (1.024 mt.) e salirà con un percorso a doppio anello: quello basso
passerà sotto con vista della meravigliosa parete rocciosa su cui si trova il Santuario; quello alto porterà fino a Monte Penna (1.284 mt.), cima del “crudo” Sasso da si potrà godere un bellissimo panorama.
A fine
escursione si visiterà il Santuario della Verna e il suo museo.

Pisa

Cammino di San Jacopo, 14 aprile
Nella seconda giornata i partecipanti cammineranno a passo lento su alcuni tratti della terza tappa del
Cammino di San Jacopo, che da Firenze va a Livorno passando per quella che è definita la PIccola Santiago cioè Pistoia. Idealmente da Livorno si può prendere la nave per Barcellona e, da lì, raggiungere il Cammino di Santiago de Compostela.
Quella proposta, qui, invece sarà un’escursione ad anello lunga 9 km. Il ritrovo
sarà a Pistoia per raggiungere poi con un bus il borgo di turrito di Serravalle Pistoiese dove partirà effettivamente l’itinerario con la scoperta del centro storico, la visita alla Rocca Vecchia e la possibilità di salire sulla Torre Barbarossa per una vista che spazia fino al mare.
Ci sarà anche tempo per uno sguardo
alla Rocca di Castruccio, all’ Oratorio della Vergine Assunta riccamente decorato con affreschi del ‘300, alla Pieve di Santo Stefano e a quella di San Michele dove si gusteranno prodotti tipici del territorio grazie alla Pro Loco. Usciti dal borgo si attraverseranno le iconiche colline toscane, si farà visita alla Tenuta di Groppoli e al Convento di Giaccherino, che domina tutta la piana da Serravalle a Firenze, dal quale i pellegrini di ritorno dalla Francia potevano sentire il profumo della città ormai a poca distanza. Scendendo dall’Antica Via Crucis Selciata si raggiungerà la confluenza dei fiumi Vincio e Ombrone per poi raggiungere Pistoia, la Santiago d’Italia.


Che cos’è “l’Italia che non sapevi”

Si ricorda che “Scopri l’italia che non Sapevi” è una strategia di promozione comune delle Regioni
Italiane frutto di un accordo di programma tra il Ministero del Turismo e la Commissione Politiche per il
Turismo – coordinata dalla Regione Abruzzo – della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, in collaborazione con ENIT.
Un progetto che vede il coinvolgimento in qualità di capofila delle
Regioni Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo, ognuna per la valorizzazione di una tematica specifica (borghi, turismo lento, turismo attivo, natura e parchi) con quest’ultimo anche responsabile degli aspetti legati all’interoperabilità con il Tourism Digital Hub.
A queste si sono unite le Regioni partner ai quali sono stati affidati alcuni tematismi verticali. Regione
Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania si occupano così rispettivamente di enogastronomia, golf e
percorsi e itinerari di turismo archeologico subacqueo, il tutto per enfatizzare ulteriormente il progetto e
così anche il prodotto Italia.