Mag 20, 2023 | Enogastronomia, Territori
Indispensabili per l’ecosistema e fondamentali per la produzione di cibo, le api sono preziosissime per la vita e per l’equilibrio del pianeta.
Grazie all’impollinazione garantiscono che circa l’80 per cento di ciò che mangiamo arrivi in tavola. Ma messi a dura prova dal cambiamento climatico, le monoculture, l’uso di pesticidi in agricoltura, questi insetti tanto importanti sono sempre più a rischio.
La giornata mondiale delle api
A ricordarlo è la Giornata Mondiale delle Api, che si celebra il 20 maggio 2023. Occasione per riflettere su come tutelare le api e gli altri insetti impollinatori e per conoscere da vicino queste paladine della biodiversità, viaggiando di arnia in arnia alla scoperta del loro universo straordinario.
E se l’Emilia è la terra dell’enogastronomia, la Food Valley italiana, molto lo deve anche alle api e ai tanti apicoltori emiliani, che oltre ad assicurare una produzione agricola di qualità, danno origine a varie tipologie di miele.

Api libere a Codemondo (Re) – visitemilia
L’Emilia festeggia questo insetto “di arnia in arnia”
Per assaporarlo, con Visit Emilia – www.visitemilia.com – si può viaggiare tra le più affascinanti aziende apistiche emiliane. Come Api Libere, la fattoria che sorge sulla Strada della Biodiversità, il percorso ad anello che attraversa il Parco della Modolena, a 10 minuti dal centro di Reggio Emilia. Qui, le giovani apicoltrici, che producono miele biologico e danno vita a progetti ecologici didattici, coinvolgono gli ospiti grandi e piccoli in attività esperienziali, tra visite guidate e laboratori sulle api e sul miele, sugli hotel per api, le erbe aromatiche e spontanee e tante curiosità. Si può anche “adottare un’ape” e contribuire alla sua salvaguardia. Sulle prime colline a sud di Reggio Emilia, la Tenuta la Razza è un agriturismo con azienda agricola biologica dove non possono mancare le ronzanti api. Diversi i prodotti tipici della bottega, dalle farine alla pasta e ai prodotti da forno, dai vini ai condimenti balsamici, dal Parmigiano Reggiano ai salumi e il miele. Nell’agriturismo si può soggiornare, godendo di colazioni a base di prodotti freschi di giornata, assaporare i piatti del ristorante, fare un tuffo nella piscina con acqua al sale, noleggiare ebike per esplorare il territorio.
Ecco dove si suggeriamo di andare
Vicino Borgonovo Val Tidone (PC), le arnie popolate da api, fuchi e dalla regina, attendono di essere esplorate tra le campagne dell’azienda agricola Il Fucoré. Un’esperienza lontani dai rumori della città, per ritrovare il contatto più puro con la natura, tra le meraviglie della Val Tidone. Si può, infatti, anche soggiornare nel b&b dell’azienda agricola e vedere il laboratorio di apicoltura, con assaggi di miele.
Nella Riserva naturale geologica del Piacenziano, in Val Vezzeno, Mauro e Grazia si prendono cura dell’azienda agricola biologica Biofilia, le cui api danno origine ad ottimo miele piacentino di acacia, tarassaco, tiglio, castagno, melata e girasole. Sono fondamentali anche per le diverse produzioni dell’orto, le cui verdure di stagione vengono talvolta raccolte insieme agli ospiti, e per i frutti antichi del rigoglioso frutteto, in cui si coltivano più di 20 tipologie di mele con cui gli apicoltori fanno un succo limpido, non filtrato, torchiato a mano. Qui ci sono tante galline che scorrazzano all’aria aperta, ma a destare la curiosità dei più piccoli sono i bellissimi polli ornamentali. L’azienda è un punto di partenza strategico per esplorare a piedi la natura emiliana, in quanto situata su un sentiero del CAI Piacenza.
L’azienda agricola biologica Casa Pietra è la casa delle api. Una dimora di campagna immersa tra le colline di Salsomaggiore Terme (PR), vicino al Castello di Tabiano. È il luogo in cui scoprire diverse tipologie di miele, tra acacia, castagno, tiglio, ma anche il polline, la propoli, la pappa reale, partecipando a degustazioni guidate, in un paesaggio sorprendente. Casa Pietra produce miele biologico ed alleva le api seguendo i loro ritmi naturali. È, inoltre, un’azienda agricola sostenibile, che impiega energia solare e distribuisce cibo a km zero.
Mag 19, 2023 | Enogastronomia
Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e la società Famiglie Storiche comunicano di avere definito ogni contenzioso tra loro pendente, avente ad oggetto l’utilizzo della Docg “Amarone della Valpolicella”.
Consorzio e Famiglie Storiche condividono l’obiettivo di agire, ciascuno per quanto di propria competenza, per lo sviluppo della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni della Valpolicella, favorendo un clima di equa competizione tra produttori, rispetto reciproco, collaborazione e dialogo; ribadiscono l’importanza della difesa della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni del territorio e della loro promozione in Italia e all’estero, con l’obiettivo di favorire la loro conoscenza e di consolidarne il successo, nell’interesse di tutta la collettività.
Mag 17, 2023 | Enogastronomia
Viaggio insolito nella Toscana Sacra. In un itinerario di misticismo fra abbazie, pievi, monasteri ed eremi che offrono in molti casi un’ospitalità spartana e straordinari liquori.
Luoghi spesso situati in posti solitari perfetti per vivere momenti speciali e per conoscere la Toscana da un angolazione diversa. Abbiamo deciso di proporveli sotto forma di “gran tour sulle orme del sacro”.

Toscana Sacra: le grotte di Francesco e la chiesa di Michelangelo
Parte il viaggio nella Toscana sacra da Cortona dove a Le Celle, esistono delle grotte sul costone del Monte Sant’Egidio dove si rifugiavano i poveri quando San Francesco qui si ritirò in preghiera. Qui nel 1231 venne eretto un eremo che dal 1922 accoglie tutti coloro che vogliono fermarsi in questo luogo a cavallo fra Umbria e Toscana.
Nel cuore di Firenze è l’Abbazia di Santa Trinita dei Vallombrosiani. Una miscela di gotico e romanico frequentata anche da Michelangelo Buonarroti che comprendeva altri locali ora adibiti ad uso pubblico e la parrocchia nominata in una Bolla di Papa Lucio III nel 1183. Si può dormire su prenotazione e degustare i prodotti che i frati fin dal 1780 producono. Fra tutti l’ Elisir stomatico per digestione e i liquori giallo e verde a base di timo ed erbe aromatiche.

Sant’Antimo
Toscana Sacra, dall’Argentario a Montenero
Per chi si trova in Maremma impossibile non salire sulle pendici del Monte Argentario (LEGGI). Qui nel 1728 San Paolo della Croce fondò il Romitorio di Sant’Antonio creando il primo nucleo dell’Ordine completato più tardi con la chiesa, il convento e l’edificio del noviziato. La posizione splendida che domina la costa, la frescura e il silenzio dei boschi circostanti fanno di questa casa dei Padri Passionisti un luogo ideale per fermarsi qualche giorno. Per chi è solo di passaggio da provare è il liquore “argentarium”.
Salendo la costa, poco fuori Livorno è inevitabile fermarsi al Santuario di Montenero. E’ il più antico e famoso della regione che la leggenda narra sia stato dedicato alla Madonna delle Grazie a seguito de ritrovamento sulla spiaggia dell’Ardenza di una tavola con la sua immagine.
In stile barocco oggi è dei Benedettini Vallombrosani che ne hanno fatto la sede della “Santa Lega Mariana, per promuovere il culto della Madonna e ospitano in moderne camere.

Calomini
Nel cuore delle Apuane
Sulle Alpi Apuane la Toscana Sacra si materializza a Vergemoli è l’Eremo di Calomini a strapiombo su un costone roccioso con una chiesina dell’XI secolo e un romitorio dove gli eremiti sono rimasti fino al 1868.
Dal 1966 con decreto vescovile il luogo è divenuto Santuario Diocesano. Splendide le celle e parte della chiesa scavate nella roccia con la veneratissima statua lignea della Madonna della Penna. Non si può dormire, ma degna di una visita è l’erboristeria.
Spostandoci nel territorio di Massa Carrara l’invito è di fermarsi a Mulazzo dov’è un santuario dedicato alla Madonna del Monte eretto in seguito ad un fatto miracoloso. Un culto che risale al XII secolo quando i benedettini dell’Abbazia di Borzone fondarono questo priorato isolato sulla vetta di un monte ad oltre 900 metri di quota. Si può anche soggiornare in apposite case per villeggiatura.

Sant’Antimo
L’abbazia di Carlo Magno
Tornando a sud chiudiamo idealmente il nostro tour in un luogo celebre e di grande fascino appena fuori Montalcino. E’ Sant’Antimo fondato fra leggenda e realtà da Carlo Magno. Era il 781 quando tornando da Roma vide in questa vallata morire molti suoi soldati colpiti dalla peste. Per porre fine all’epidemia giurò di far costruire un’Abbazia. Di essa rimangono solo la cripta e la cappella carolingia. Qui tutte le funzioni sono cantate in gregoriano e l’ospitalità è composta da dieci camere e quattro dormitori per gruppi autogestiti.

nocino artigianale
I liquori sacri
La tradizione erboristica degli antichi monasteri nasce per porre rimedio ai problemi di salute attraverso estratti e decotti. Con la variante alcolica nascono poi gli amari, i liquori e i rosoli a scopo principalmente digestivo.
Nei monasteri di fatto è nata la farmacopea medievale. Poi con l’arrivo dell’alambicco dall’Oriente i religiosi hanno cominciato a produrre prodotti a base alcool macerando erbe, piante, frutta e cereali.
L’alcol per conservare i rimedi
L’utilizzo dell’alcool si è reso necessario per conservare nel tempo i principi curativi delle piante e per potenziarne l’efficacia poiché i decotti e le tisane non posso essere conservati a lungo.
Per secoli l’utilizzo officinale è stato l’unico scopo della preparazione di questi prodotti alcolici. Dall’Ottocento invece hanno conquistato i laici grazie alle proprietà digestive, toniche e balsamiche.
Fra i prodotti più celebri da “Monastero” degno di nota è la Lacrima d’Abete di Camaldoli, ma ottimi sono anche l’elisir stomatico e l’amaro giallo e quello verde di Santa Trinita e il liquore Argentarium del Romitorio di Sant’Antonio in Maremma.
Se poi volete cimentarvi con la distillazione casalinga non costa molto e vi divertirà tanto! Guardate!
Mag 16, 2023 | Enogastronomia
Il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte. Domenica 21 maggio torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, giunta quest’anno alla XIII edizione.
Su oltre 500 monumenti nazionali che apriranno, 120 sono in Toscana: castelli, rocche, ville, parchi e giardini visitabili gratuitamente nelle città e nelle province di Firenze, Pistoia, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Livorno, Siena, Arezzo, Prato, Grosseto, Empoli e dintorni. Colline Fiorentine, Colline Pratesi, Mugello, Valdinievole, Lucchesia, Lunigiana, Costa degli Etruschi, Versilia, Senese e Casentino, Terre di Pisa.

Tutte le bellezze da scoprire in Toscana
L’iniziativa, un’immersione nella storia che rende il nostro Paese unico, si svolge in
collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, l’Associazione culturale
Città Nascosta, L’Associazione Ville Borbone, l’Associazione Ville e Palazzi Lucchesi, la
Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati
(Federmep), ha ricevuto il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e di Città
Metropolitana di Firenze, Provincia di Arezzo, Provincia di Livorno, Provincia di Lucca,
Provincia di Massa Carrara, Provincia di Pisa, Provincia di Siena, Comune di Firenze,
Comune di Fivizzano, Comune di Grosseto, Comune di Lucca, Comune di Pisa, Comune
di Pistoia, Comune di Siena, Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve, Unione Montana
dei Comuni del Mugello, Comune di Castagneto Carducci, Unione Comuni della
Lunigiana.
La Giornata Nazionale ADSI è l’occasione per riscoprire le bellezze nascoste del nostro
Paese.
Facendo visita a quei complessi monumentali che insieme costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia, non solo sarà possibile godere di un patrimonio artistico e
culturale troppo spesso ignorato, ma anche cogliere l’immenso valore sociale ed
economico che la rete di dimore storiche rappresenta. Esse costituiscono infatti un perno
fondamentale per le economie dei borghi in cui si trovano.
Il 54% di tali immobili, infatti, è situato in piccoli comuni con una popolazione inferiore a
20.000 abitanti e, nel 26% dei casi, addirittura sotto i 5.000 residenti.
Per questo motivo la Giornata Nazionale ADSI rappresenta un’occasione unica per
sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per
il tessuto socio-economico del Paese. La loro presenza sul territorio è infatti fondamentale
per moltissime filiere: da quella artigiana, in particolare del restauro, a quella del turismo

Che cos’è l’Associazione Nazionale Dimore Storiche
L’Associazione Dimore Storiche italiane, Ente morale riconosciuto senza fini di lucro, è
l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in tutta Italia. Nata nel
1977, l’Associazione conta attualmente circa 4500 soci e rappresenta una componente
significativa del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. L’Associazione
promuove attività di sensibilizzazione per favorire la conservazione, la valorizzazione e
la gestione delle dimore storiche, affinché tali immobili, di valore storico-artistico e di
interesse per la collettività, possano essere tutelati e tramandati alle generazioni
future nelle condizioni migliori. Questo impegno è rivolto in tre direzioni: verso i soci
stessi, proprietari dei beni; verso le Istituzioni centrali e territoriali, competenti sui
diversi aspetti della conservazione; verso la pubblica opinione, interessata alla tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale del Paese.
Mag 15, 2023 | Enogastronomia, Territori
Un nuovo record per l’Italia nell’enogastronomia. ll prestigioso TasteAtlas ha posto agli appassionati di cibo la domanda da un milione di dollari ovvero in quale parte del mondo puoi provare il miglior cibo locale?
La classifica è così nata unendo la media delle valutazioni dei migliori piatti locali e regionali serviti in una determinata città, la media delle valutazioni dei piatti nazionali serviti in quella città e la media delle valutazioni di Google dei migliori ristoranti tradizionali di quella città.
La classifica parla chiaro dalla prima alla cinquantesima posizione. L’Italia domina basta vedere che nella classifica dalla prima alla decima posizione 4 posizioni fra cui il primo e il secondo posto sono occupati da città italiane. Altre 9 sono in graduatoria dall’11 al 50 posto.
Andiamo nell’ordine. Vince Firenze che si piazza al primo posto, appena dietro sul podio con la medaglia d’argento ecco Roma. Napoli è al quarto posto e Milano al decimo.
Appena fuori dalla top ten Venezia (11 posizione) segue Genova (22), Bologna (28) , Torino (31), Taormina (42), Palermo (43), Modena (51), Catania (55), Sorrento (63), Verona (74) e Siena (77).
Una classifica che conferma non solo l’eccellenza ma anche la varietà della proposta italiana.
1. Firenze (Italia)

PUNTEGGIO 4.71 – La culla del Rinascimento, è una città ricca di storia, cultura e architettura mozzafiato. La scena gastronomica locale è una deliziosa fusione di fascino del vecchio mondo e moderna innovazione culinaria, con un’enfasi unica sulla ristorazione da fattoria a tavola e una serie di intime trattorie a conduzione familiare. La cucina tradizionale fiorentina si caratterizza per la sua semplicità e l’attenzione per gli ingredienti locali di alta qualità.
La gente del posto ama la bistecca alla fiorentina, una spessa e succosa bistecca con l’osso grigliata a fuoco vivo e condita con olio d’oliva, sale e pepe.
Altra eccellenza il lampredotto alimento base dello street food fiorentino che viene ricavato dal quarto stomaco di una mucca e servito in un panino, un emblema della città.
Mentre la trippa alla fiorentina, un piatto a base di trippa cotta lentamente in salsa di pomodoro, potrebbe non piacere a tutti per la sua consistenza distinta, ma è un’autentica e apprezzata prelibatezza locale.
2. Roma (Italia)

PUNTEGGIO: 4.68 – La Città Eterna vanta una ricca storia, monumenti iconici e una vivace scena culturale. La sua scena gastronomica locale combina l’autenticità delle trattorie tradizionali con un numero crescente di ristoranti contemporanei e fantasiosi. La cucina romana è nota per i suoi piatti sostanziosi e saporiti, realizzati con ingredienti semplici e freschi.
La gente del posto adora la pasta, in particolare la classica cacio e pepe , un piatto minimalista a base di pecorino e pepe nero.
I supplì, polpette di riso fritte ripiene di mozzarella e salsa di pomodoro, sono uno street food romano unico ed emblematico. La pajata, un piatto ricavato dall’intestino di un vitello da latte, cucinato con salsa di pomodoro e servito sulla pasta, è una specialità romana meno conosciuta, venerata da chi ha palati avventurosi.
3. Lima (Perù)

PUNTEGGIO: 4.66 – La capitale del Perù offre uno splendido scenario costiero, una vivace scena artistica e una ricca storia che risale all’epoca precolombiana. La scena gastronomica locale è rinomata per la sua fusione innovativa di ingredienti tradizionali peruviani con tecniche culinarie internazionali, rendendo Lima un hotspot gastronomico.
La cucina tradizionale di Limen è caratterizzata dai suoi diversi sapori e dall’uso di pesce fresco.
La gente del posto ama particolarmente il ceviche, un piatto a base di pesce crudo marinato in succhi di agrumi e speziato con peperoncino.
Tiradito, un ibrido peruviano-giapponese con pesce crudo a fettine sottili con salsa piccante, è un’offerta unica ed emblematica della città. Gli anticuchos, spiedini di cuore di manzo marinato e grigliati alla perfezione, potrebbero non sembrare un piatto invitante ma sono difficili da battere quando si tratta di cibo da strada.
4. Napoli (Italia)

PUNTEGGIO: 4.65 – La culla della pizza è una vivace cittànota per la vivace vita di strada, i siti storici e le viste mozzafiato sul Vesuvio. La scena gastronomica locale è un’allettante miscela di trattorie storiche e ristoranti contemporanei, con un focus unico sulla pizza napoletana. La cucina tradizionale napoletana è caratterizzata da sapori robusti e ingredienti semplici.
Nessun piatto è più emblematico di Napoli della pizza Margherita condita con pomodori, mozzarella e basilico, a simboleggiare i colori della bandiera italiana.
Questa vibrante città è anche la patria della sfogliatella un dolce unico napoletano ripieno di ricotta zuccherata e scorza di agrumi.
‘O per e ‘o muss un piatto a base di zampe e muso di maiale, bollito lentamente e servito freddo, è un locale non convenzionale.
5. Hong Kong

PUNTEGGIO: 4.63 – Metropoli dinamica dove l’Oriente incontra l’Occidente rinomata per il suo straordinario skyline, i vivaci mercati e il ricco patrimonio culturale.
La scena gastronomica locale è un vivace mix di cucina tradizionale cantonese, influenze internazionali e una fiorente cultura del cibo di strada. I piatti tradizionali di Hong Kong sono noti per il loro delicato equilibrio di sapori, consistenze e aromi.
Da non perdere il dim sum un assortimento di piccole prelibatezze tipicamente servite con il tè in un vivace ambiente comune.
La zuppa di serpente, un piatto caldo a base di carne di serpente e aromatizzato con funghi e altri ingredienti, è un’offerta culinaria intrigante ma polarizzante, amata da molti locali.
6. Città del Messico (Messico)

PUNTEGGIO: 4.61 – Metropoli vibrante e culturalmente ricca, è nota per la sua impressionante storia preispanica, le meraviglie architettoniche e i diversi quartieri.
La scena gastronomica locale è una deliziosa miscela di cucina tradizionale messicana, esperienze culinarie contemporanee e un’abbondanza di venditori di cibo di strada. Il cibo tradizionale di Città del Messico è caratterizzato dai suoi sapori audaci, dalla presentazione colorata e dall’uso di ingredienti autoctoni.
Tacos al pastor con carne di maiale marinata cotta allo spiedo verticale e servita con ananas, è uno dei locali preferiti e un appuntamento fisso in molte liste di piatti da provare.
Pulque una bevanda fermentata unica ricavata dalla linfa della pianta maguey, è una specialità di Città del Messico, che si trova tipicamente nei bar tradizionali chiamati pulquerías.
Tlacoyo uno spuntino di cibo di strada meno conosciuto a base di masa di mais blu ripieno di fagioli o formaggio, offre un assaggio delle ricche tradizioni culinarie del Messico.
7. New York (Stati Uniti)

PUNTEGGIO: 4.60 – “La Grande Mela”, è una metropoli globale nota per il suo skyline iconico, la cultura diversificata e la scena artistica senza pari. La cucina locale è un crogiolo di tradizioni culinarie di tutto il mondo e i cibi tradizionali di New York City sono definiti dalla loro semplicità e dall’influenza delle numerose comunità di immigrati della città.
Una delle icone della scena gastronomica newyorkese è la pizza in stile newyorkese caratterizzata dalla sua crosta sottile e pieghevole e dai condimenti generosi.
La città è anche conosciuta per i suoi bagel un panino unico e pastoso che è diventato sinonimo dell’identità culinaria di New York City.
E anche se si può trascurare il formaggio tritato un panino fatto con carne macinata, formaggio e condimenti vari, sarebbe un peccato non provarlo insieme al più famoso Reuben .
8. Parigi (Francia)

PUNTEGGIO: 4.60 – Parigi, la Città della Luce è famosa per il suo ambiente romantico, la splendida architettura e i musei di fama mondiale.
La scena gastronomica locale è caratterizzata da squisiti piatti della gastronomia tradizionale francese e da centinaia di accoglienti bistrot e brasserie. La cucina parigina è celebrata per la sua raffinatezza, l’attenzione per gli ingredienti di alta qualità e la preparazione esperta.
Non c’è niente di più parigino che avere baguette appena sfornate con burro, confettura (frutta e marmellate) e café au lait .
Andouillette una salsiccia a base di budella di maiale e cipolle, è un piatto parigino divisivo ma autentico, apprezzato da chi ha un gusto per l’insolito.
9. Tokyo (Giappone)

PUNTEGGIO: 4.59 – Tokyo, una vivace metropoli che fonde perfettamente le antiche tradizioni con l’innovazione moderna, è nota per il suo imponente skyline, i templi storici e i vivaci quartieri.
La scena gastronomica locale a Tokyo è un mix eterogeneo di ristoranti di sushi di classe mondiale, izakaya, negozi di ramen ed esperienze culinarie all’avanguardia.
La cucina tradizionale di Tokyo è caratterizzata da sapori delicati, presentazione artistica e attenzione agli ingredienti di stagione.
La gente del posto adora il sushi in particolare il nigiri sushi che presenta riso perfettamente condito con i frutti di mare più freschi.
Un aspetto unico della scena gastronomica di Tokyo è la prevalenza di caffè e ristoranti a tema che soddisfano interessi di nicchia. Fugu una prelibatezza potenzialmente letale preparata dal velenoso pesce palla, spicca tra questi ed è un’offerta venerata da molti mangiatori avventurosi.
10. Milano (Italia)

PUNTEGGIO: 4.59 – Milano, capitale mondiale della moda, è rinomata per i suoi esclusivi quartieri dello shopping, la splendida architettura gotica e la fiorente scena artistica.
Quando si tratta di cibo, Milano offre il meglio della cucina tradizionale lombarda, insieme a bar per aperitivi alla moda. La cucina milanese è nota per i suoi piatti sostanziosi, i sapori ricchi e l’uso generoso di burro e riso.
Da nessuna parte è più ovvio che nel risotto alla milanese un piatto di riso cremoso allo zafferano che è emblematico del patrimonio culinario della città.
Mag 14, 2023 | Enogastronomia
A Calenzano (pochi chilometri da Firenze) ogni anno a lui viene dedicato anche uno speciale concorso a cui partecipano pastry chef importanti.
Pochi fuori dai confini di Firenze però lo conoscono.
Non ha la fama del panettone per Milano, della pastiera napoletana, del pandoro di verona o del tiramisù per Treviso.
Lo zuccotto è però il simbolo del dessert fiorentino. E lo è fra storia e leggenda.
Fra ingredienti classici e varianti moderne
Cupola di morbido pan di Spagna completamente bagnato da Alchermes e farcito con una golosa crema di ricotta e canditi.
Questa è la prima ricetta dello zuccotto che nel corso degli anni – o per meglio dire secoli – si è adeguata per venire incontro ai gusti moderni: l’Alchermes, ad esempio, viene spesso sostituito con altri liquori (Strega, Benevento, etc.) e la farcitura trova a volte la presenza del gelato, altre quella della ganache al cioccolato, altre ancora l’aggiunta di gocce di cioccolato alla ricotta.
Fra leggenda e tradizione rinascimentale
Ma quando e per opera di chi nasce lo Zuccotto?
Secondo la tradizione vi è una data, un autore e una dedica ben precisa. Pare infatti che questa torta-gelato sia stata creata in pieno Rinascimento, nel XVI secolo, da Bernardo Buontalenti, il magnifico architetto tuttofare, in onore della regina di Francia Caterina de’ Medici.
Per questo il primo nome fu “Elmo di Caterina”, anche perché gli zuccotti venivano realizzati utilizzando come stampo proprio un piccolo elmo in uso alla fanteria dell’esercito fiorentino.

Pastry chef o architetto: chi era Bernardo Buontalenti?
Oggi, in cui i confini delle professioni sono tutti strettamente delimitati, è difficile pensare a un artista a tutto tondo. Ma un tempo si poteva essere scultori, pittori, architetti, scienziati e magari anche cuochi non venendo giudicati con sospetto ma con grande ammirazione. Leonardo da Vinci ne è un fulgido esempio. Così, dopo aver progettato Forte Belvedere, la facciata di Santa Trinita, la grotta grande del Giardino di Boboli e portato a termine Uffizi e Palazzo Pitti, Buontalenti parallelamente si dedicò anche alla cucina ma sempre con estro e passione per il design: a lui si deve l’invenzione del gelato e pure di una prima rudimentale gelatiera formata da pale, fatte ruotare grazie ad una manovella, e da un cilindro in cui era messo il ghiaccio.

Il segreto è tutto nell’alchermes
Uno dei segreti dello zuccotto è senz’altro tutto da ricercare nell’alchermes un liquore tradizionale italiano noto per il colore rosso intenso e il sapore aromatico.
È preparato con l’infusione di varie erbe, spezie e radici in alcool, al quale viene poi aggiunto zucchero. Le erbe e le spezie utilizzate nella preparazione dell’alchermes includono cannella, chiodi di garofano, vaniglia, cardamomo, noce moscata e coriandolo. Sono queste a conferirli un gusto complesso e un profumo ricco.
Originario del Medio Oriente è stato introdotto in Italia nel XVI secolo ed è diventato particolarmente popolare a Firenze, dov’è l’ingrediente chiave dello zuccotto.
Viene spesso utilizzato comunque in cucina anche per inzuppare il pan di Spagna, altre basi di dolci o per aromatizzare creme e gelati per donare un sapore caratteristico e un colore vivace.
La ricetta
Ingredienti: 500 g. ricotta, 250 g. panna da montare, 250 g. pan di Spagna, 80 g. zucchero a velo, 30 g. cacao amaro in polvere, 60 g. alchermes o rum, 40 g. zucchero, 2 cucchiai canditi o gocce di cioccolato, 60 g. acqua.
Preparazione: in un pentolino sciogliete, a fuoco basso, il burro, il cacao, lo zucchero e l’acqua aggiunta poco per volta per non creare grumi. Amalgamate bene, togliete dal fuoco e fate intiepidire.
In una ciotola con dell’acqua ammollate la colla di pesce, strizzatela e fatela sciogliere sul fuoco con poca acqua.
Tagliate il pan di spagna a fette rettangolari spesse un centimetro e mezzo, foderate uno stampo da zuccotto e bagnatelo con il liquore, diluito con un pò di latte.
Montate la panna ed incorporatevi delicatamente la colla di pesce sciolta e lo zucchero a velo, mescolando sempre da basso verso l’alto per non smontare il composto. Dividete la panna in due parti, in una parte aggiungete, con delicatezza, lo sciroppo di cioccolato.
Versate il composto al cioccolato nello stampo, cospargete con metà del cioccolato a pezzetti e dei canditi a dadini. Incorporate all’altra metà della panna, i canditi e il cioccolato rimasti.
Riempite lo stampo e ultimate con fettine di pan di spagna. Bagnate le fettine di pan di spagna che chiudono lo stampo con un po’ di liquore. Riponete in frigorifero per almeno 5 ore prima di sformare il dolce.