[:it]Il Convio: serenità e tartufo[:]

[:it]Il Convio: serenità e tartufo[:]

[:it]Di Roberta Capanni – San Miniato è la città del tartufo. Dopo il periodo (ristretto e regolamentato dalla Regione Toscana) della raccolta del bianco pregiato il tartufo resta comunque il re della cucina di queste colline. Se negli anni nel centro del paese (anzi città!) proprio il tartufo ha portato ad una crescita smisurata di ristoranti, fuori dal paese qualcuno esiste e resiste da anni.

Scendendo dalla collina di San Miniato verso la zona pianeggiante de La Serra un piccolo cartello indica, alla fine dei tornanti, “Il Convio”. La curva è stretta e non viene fatto di vedere la stradina che sulla sinistra di chi scende si presenta.

Molti “tirano dritto” e incontrano così il famoso “Papaveri e Papere” di Paolo Fiaschi ristorante perfetto per chi ama la cucina gourmet. Ma noi amiamo molto quelle domeniche al ristorante con il calore dell’accoglienza “campagnola” senza rinunciare  alla cortesia, con un camino, le finestre con gli infissi un po’ provenzali, le vecchie foto di paese appese e una “bilanciatamente” casalinga.

Il Convio  si trova sul fondo di una strada chiusa in mezzo alla campagna, alle pendici del paese. Il verde intorno e l’assoluta mancanza di traffico ne fanno un posto ideale per stare in pace, per chi li ha per far scorrazzare i bambini.

Se d’estate ci si gode il fresco all’ombra del verde sotto al pergolato, in inverno i raggi del sole riscaldano attraverso le vetrate che chiudono il portico. L’interno è caldo, accogliente e il servizio non è invadente ma curato.

Necci, pici, bistecca, formaggi, salumi un menù classico con qualche spunto che la stagione cambia e naturalmente il tartufo. Tagliolini, uova, carni tutto ciò che ben si abbina con il re del bosco.

In inverno il ristorante, non essendo di passaggio, apre nel fine settimana per poi riprendere a pieno ritmo nella bella stagione. Luogo adatto anche a pranzi per cerimonie visto che le “solite ville” iniziano a diventar noiose….

Roberta Capanni[:]

Firenze. 6 gennaio e la Cavalcata dei Magi

[:it]di redazione – Anche quest’anno per celebrare il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio, l’Opera di Santa Maria del Fiore organizza a Firenze la rievocazione storica della Cavalcata dei Magi. La manifestazione si rifà ad un’antica e gloriosa tradizione fiorentina del XV secolo quando a Firenze una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, che seguiva determinate regole di carattere religioso, organizzava un fastoso corteo detto “Festa de’ Magi”.

Recuperata dall’Opera di Santa Maria del Fiore a partire dal 1996, in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale e della fondazione dell’Opera (1296), la manifestazione si svolge, sotto gli auspici dell’Arcidiocesi e del Capitolo del Duomo, in collaborazione con il Comune di Firenze e la partecipazione dei comuni della provincia.

Il solenne corteo con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, è composto da circa 700 figuranti, tra cui quelli della Repubblica fiorentina.

Dopo la partenza da Piazza Pitti, alle ore 14.00, il corteo si snoderà lungo le strade del centro di Firenze fino ad arrivare in piazza Duomo, alle ore 15.30. Qui, dopo il saluto dei figuranti e lo scoppio della colubrina, i Re Magi deporranno i loro doni ai piedi del Presepe vivente. All’intervento di Franco Lucchesi, Presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, seguirà la lettura del brano del Santo Vangelo dei Magi e il saluto del Cardinale Giuseppe Betori che parlerà del significato dell’Epifania. Infine, sempre il Cardinale Betori accoglierà i bambini di alcune parrocchie della Diocesi fiorentina, donando loro la calza della Befana con i dolcetti.

La “Cavalcata dei Magi”, inizialmente realizzata nel XV secolo con periodicità triennale e dal 1447 ogni cinque anni, era composta da tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero e proseguivano uniti fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù Bambino. Della Compagnia dei Santi Re Magi, detta anche “La Stella”, fecero parte i maggiori componenti della famiglia dei Medici e per questo con la loro cacciata da Firenze, nel 1494, l’iniziativa fu soppressa. Da quel momento la Cavalcata dei Magi subì trasformazioni che nel tempo la resero sempre meno di carattere religioso fino a estinguersi.

 [:en]by redaction – Anche quest’anno per celebrare il giorno dell’Epifania, lunedì 6 gennaio, l’Opera di Santa Maria del Fiore organizza a Firenze la rievocazione storica della Cavalcata dei Magi. Giunta alla XVIII edizione dell’epoca “moderna”, la manifestazione si rifà ad un’antica e gloriosa tradizione fiorentina del XV secolo quando a Firenze una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, che seguiva determinate regole di carattere religioso, organizzava un fastoso corteo detto “Festa de’ Magi”.

Recuperata dall’Opera di Santa Maria del Fiore a partire dal 1996, in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale e della fondazione dell’Opera (1296), la manifestazione si svolge, sotto gli auspici dell’Arcidiocesi e del Capitolo del Duomo, in collaborazione con il Comune di Firenze e la partecipazione dei comuni della provincia.

Il solenne corteo con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, è composto da circa 700 figuranti, tra cui quelli della Repubblica fiorentina.
Per il terzo anno consecutivo, prenderanno parte al corteo i rappresentanti di alcune comunità etniche presenti a Firenze (Albania, Camerun, Eritrea, Filippine, Nigeria, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka) che sfileranno nei loro abiti tradizionali.

Dopo la partenza da Piazza Pitti, alle ore 14.00, il corteo si snoderà lungo le strade del centro di Firenze fino ad arrivare in piazza Duomo, alle ore 15.30. Qui, dopo il saluto dei figuranti e lo scoppio della colubrina, i Re Magi deporranno i loro doni ai piedi del Presepe vivente. All’intervento di Franco Lucchesi, Presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, seguirà la lettura del brano del Santo Vangelo dei Magi e il saluto del Cardinale Giuseppe Betori che parlerà del significato dell’Epifania. Infine, sempre il Cardinale Betori accoglierà i bambini di alcune parrocchie della Diocesi fiorentina, donando loro la calza della Befana con i dolcetti.

La “Cavalcata dei Magi”, inizialmente realizzata nel XV secolo con periodicità triennale e dal 1447 ogni cinque anni, era composta da tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero e proseguivano uniti fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù Bambino. Della Compagnia dei Santi Re Magi, detta anche “La Stella”, fecero parte i maggiori componenti della famiglia dei Medici e per questo con la loro cacciata da Firenze, nel 1494, l’iniziativa fu soppressa. Da quel momento la Cavalcata dei Magi subì trasformazioni che nel tempo la resero sempre meno di carattere religioso fino a estinguersi.

Il programma è consultabile su: www.operaduomo.firenze.it

Programma della CAVALCATA DEI MAGI in dettaglio

Ore 13.00, Piazza Pitti esibizione “Balletto Rinascimentale” della Associazione Contrada Alfiere

Ore 13.30, Piazza Pitti esibizione “Balletto Rinascimentale del Gruppo Storico” dell’Opera Diocesana di Assistenza di Diacceto O.D.A.

Ore 14.10, partenza del corteo dei Figuranti da Piazza Pitti

Percorso: Piazza Pitti, Via Guicciardini, Ponte Vecchio, Por Santa Maria, Via Lambertesca, Loggiato degli Uffizi.

Ore 14.25, nell’attesa che il corteggio raggiunga piazza del Duomo, il Piccolo Coro Melograno di Firenze si esibirà sul Sagrato del Duomo con canti natalizi e del repertorio dello Zecchino d’Oro

Ore 14.25, Mons. Timothy commenta i canti del Piccolo Coro del Melograno

Ore 14.30, il corteo è agli Uffizi

Ore 14.35, il corteo arriva in Piazza della Signoria dove, nell’attesa, si esibirà il Gruppo dei Bandierai degli Uffizi che con il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina si uniranno poi al corteggio

Ore 15.00, commento di Mons. Timothy al corteo storico

Ore 15.00, arrivo in Piazza del Duomo del corteo

Schierati i figuranti si effettua il Saluto alla Voce e Scoppio della Colubrina

Il Presidente dell’Opera, Franco Lucchesi, il Cardinale Giuseppe Betori, Fiorenza e i Re Magi portano i doni al presepe

Ore 15.45, saluto del Presidente dell’Opera

Lettura del brano del Santo Vangelo dei Magi

S.E. Card. Giuseppe Betori Arcivescovo di Firenze commenta il Vangelo ai bambini e li intrattiene sul significato della giornata.

Lancio dei palloncini

Consegna ai bambini delle parrocchie della Diocesi fiorentina delle calze da parte del Cardinale

Consegna delle targhe ricordo ai Comuni ed ai gruppi partecipanti

Ore 16.30/17.00, uscita dei figuranti dalla piazza[:]

[:it]Pistoia: 29 eventi fra arte e cultura sull’Appennino[:en]Pistoia: 29 eventi fra arte e cltra sll’Appennino[:]

[:it]pistoia_montagnadi redazione – Partita la terza edizione di “Letterappennica”, la rassegna di cultura, arte e letteratura che da venerdì 4 a domenica 6 agosto animerà il crinale dell’Appennino tosco-emiliano.

“Letteraappennica offre tante storie da raccontare che hanno come filo rosso il cerchio – dice l’assessore regionale Cristina Grieco – E allora voglio cogliere l’idea degli organizzatori e provo a tracciare un cerchio sulle nostre montagne, sul nostro Appennino.
Dentro vedo non solo i tanti appuntamenti della manifestazione, le presentazioni di libri, gli eventi musicali, le rappresentazioni artistiche per valorizzare la nostra montagna, e una preziosa occasione, perché no, per combattere le temperature luciferine di queste giornate caldissime.
In quel cerchio stanno anche gli investimenti che la Regione ha messo in campo per la montagna pistoiese, per valorizzare un territorio prezioso per tutta la Toscana. Anche una manifestazione come questa dimostra che l’economia bianca è fondamentale ma non è tutto. Ad essa si deve affiancare un progetto culturale, che recuperi tutte le vocazioni di questi luoghi, dagli antichi mestie ri alle nuove professionalità e competenze della montagna, che alimentino a un’affluenza turistica che guardi al futuro”.

Quest’anno “Letterappenninica” offre 29 incontri (in genere presentazioni di libri. Ma ci sono anche danze popolari montane e una degustazione con Saverio Carmagnini) in 19 tra paesi e frazioni di 5 comuni lungo il crinale dell’Appennino tosco-emiliano (da Fiumalbo ad Alto Reno Terme, nelle province di Modena e Bologna, passando, nel pistoiese a Sambuca e ai due Comuni accorpati pochi mesi fa: Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio).

“Nei giorni di un grande caldo chiamato Lucifero – scherza Federico Pagliai  – Toscana ed Emilia dovrebbero darci un premio speciale perché offriamo gratis non solo la bellezza dei libri ma anche il fresco dei nostri monti”.
Un altro “tondo” nella rassegna sarà quello (Abetone, sabato 5 agosto ore 18) dedicato al ricordo di Zeno Colò: precursore della posizione “a uovo” che lo fece salire, nel 1947, sul podio mondiale di Cervinia nel chilometro lanciato con il record di 160 km all’ora: usando sci di legno e senza indossare il casco. Colò sarà ricordato dal presidente FISI, e già allenatore di Alberto Tomba, Flavio Roda.

Ci sarà spazio, ancora nella piazza di Cutigliano, per un pomeriggio solidale con due comunità appenniniche colpite dal terremoto: con i rispettivi sindaci Serenella Clarice e Sergio Pirozzi, i Comuni di Posta e di Amatrice racconteranno ombre e luci del dopo terremoto.
“La montagna solidale”, è il titolo, domenica 6 agosto, si inquadra nell’ambito di un “gemellaggio” fra le comunità tosco-emiliane e quelle reatine.
In primavera “Letterappenninica” ha raccolto, tramite micro-donazioni fra quasi 800 montanini, una cifra consistente con la quale è stata acquistata, e montana nel territorio di Posta (Comune con neppure 700 abitanti), una casa prefabbricata utilizzata come centro socio-culturale: struttura che “Letterappenninica” ha voluto riempire anche di libri, raccolti fra la gente, sulla civiltà montana.

E’ poi previsto un premio giornalistico, intitolato a Paolo Bellucci e quest’anno assegnato a Davide Demichelis autore di documentari sulla natura e ideatore di una trasmissione cult (“Radici”, RAI3) su un fenomeno, l’emigrazione, che i monti di Pistoia hanno bene conosciuto fin dall’inizio del Novecento.La cerimonia si svolge sabato 5 agosto (ore 21) in piazza di Gavinana, accanto alla statua di Francesco Ferrucci con i bambini di Gavinana impegnati a leggere brani sulla storia del loro paese.

Distinti in cinque aree (narrativa di terre alte, montagna come stile alternativo di vita, noir, romanzo storico, buona cucina) i 29 incontri saranno animati – in boschi e crinali, aie di paese e borghi nascosti – da scrittori e giornalisti, cuochi e artisti. In una Fiumalbo dove non mancano piante secolari, Tiziano Fratus guiderà nei boschi per ascoltare “il sussurro degli alberi”.

Mario Ferraguti farà entrare nelle “case abbandonate” e Franco Arminio scoprire i paesi attraverso le “porte delle abitazioni”. Marco Pastonesi, vincitore del “Bancarella Sport”2017, racconterà un personaggio vissuto su questi monti nel secolo scorso e considerato una sorta di “pioniere della mountain bike”: Armando Manzani che con la sua “Wilma”, pesante bici in ferro, e fisarmonica, pedalava fra Apuane e Scaffaiolo.

L’incontro, domenica 6 agosto nel Parco delle Stelle sopra Gavinana, sarà preceduto (ore 9:30) da una pedalata in MB sui sentieri verso il lago cantato dal Boccaccio. Si parlerà anche di don Lorenzo Milani e del suo rapporto con la montagna, di un ingenere francese che progettò gli incredibili ponti della ferrovia verso Porretta, di una famiglia “brigidinaia” presente a San Marcello da 60 anni, di un rabdomante, di un barista amico di Gigi Riva che riforniva di necci con ricotta gli sciatori fiorentini dopo le fatiche della neve (quando la neve veniva).

Fra gli ospiti un ex professore di liceo che oggi alleva capre e una scrittrice per piccoli che ha ambientato un libro sul Ponte Sospeso (fino a pochi anni fa “primato” nel Guinnes).

E nell’incanto della piazza di Spignana, uno dei borghi nascosti e pieni di un fascino antico, una compagnia teatrale porterà “Vajont, quelli del dopo” da un lavoro di Mauro Corona, socio onorario di “Letterappenninica“. In un mulino di Pian degli Ontani dove si macinano grani antichi, Paolo Ciampi racconterà “Il cammino degli Dei”: il sentiero lento che unisce Bologna e Firenze lasciando perdere le velocità alte di treni e automobili. E Tito Barbini, già assessore regionale, parlerà (Gavinana, Fondazione Turati, venerdì 4) di un missionario (“Don Patagonia”) coraggioso difensore degli indios nelle Terre del Fuoco. Tiziano Fratus, a Rivoreta, spiegherà “l’arte di saper leggere, nella memoria degli alberi, uomini e stagioni”.

 


Toscana Notizie[:en]pistoia_montagnadi redazione – Partita la terza edizione di “Letterappennica”, la rassegna di cultura, arte e letteratura che da venerdì 4 a domenica 6 agosto animerà il crinale dell’Appennino tosco-emiliano.

poggio-ignude“Letteraappennica offre tante storie da raccontare che hanno come filo rosso il cerchio – dice l’assessore regionale Cristina Grieco – E allora voglio cogliere l’idea degli organizzatori e provo a tracciare un cerchio sulle nostre montagne, sul nostro Appennino.
Dentro vedo non solo i tanti appuntamenti della manifestazione, le presentazioni di libri, gli eventi musicali, le rappresentazioni artistiche per valorizzare la nostra montagna, e una preziosa occasione, perché no, per combattere le temperature luciferine di queste giornate caldissime.
In quel cerchio stanno anche gli investimenti che la Regione ha messo in campo per la montagna pistoiese, per valorizzare un territorio prezioso per tutta la Toscana. Anche una manifestazione come questa dimostra che l’economia bianca è fondamentale ma non è tutto. Ad essa si deve affiancare un progetto culturale, che recuperi tutte le vocazioni di questi luoghi, dagli antichi mestie ri alle nuove professionalità e competenze della montagna, che alimentino a un’affluenza turistica che guardi al futuro”.

Quest’anno “Letterappenninica” offre 29 incontri (in genere presentazioni di libri. Ma ci sono anche danze popolari montane e una degustazione con Saverio Carmagnini) in 19 tra paesi e frazioni di 5 comuni lungo il crinale dell’Appennino tosco-emiliano (da Fiumalbo ad Alto Reno Terme, nelle province di Modena e Bologna, passando, nel pistoiese a Sambuca e ai due Comuni accorpati pochi mesi fa: Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio).

“Nei giorni di un grande caldo chiamato Lucifero – scherza Federico Pagliai  – Toscana ed Emilia dovrebbero darci un premio speciale perché offriamo gratis non solo la bellezza dei libri ma anche il fresco dei nostri monti”.
Un altro “tondo” nella rassegna sarà quello (Abetone, sabato 5 agosto ore 18) dedicato al ricordo di Zeno Colò: precursore della posizione “a uovo” che lo fece salire, nel 1947, sul podio mondiale di Cervinia nel chilometro lanciato con il record di 160 km all’ora: usando sci di legno e senza indossare il casco. Colò sarà ricordato dal presidente FISI, e già allenatore di Alberto Tomba, Flavio Roda.

Ci sarà spazio, ancora nella piazza di Cutigliano, per un pomeriggio solidale con due comunità appenniniche colpite dal terremoto: con i rispettivi sindaci Serenella Clarice e Sergio Pirozzi, i Comuni di Posta e di Amatrice racconteranno ombre e luci del dopo terremoto.
“La montagna solidale”, è il titolo, domenica 6 agosto, si inquadra nell’ambito di un “gemellaggio” fra le comunità tosco-emiliane e quelle reatine.
In primavera “Letterappenninica” ha raccolto, tramite micro-donazioni fra quasi 800 montanini, una cifra consistente con la quale è stata acquistata, e montana nel territorio di Posta (Comune con neppure 700 abitanti), una casa prefabbricata utilizzata come centro socio-culturale: struttura che “Letterappenninica” ha voluto riempire anche di libri, raccolti fra la gente, sulla civiltà montana.

E’ poi previsto un premio giornalistico, intitolato a Paolo Bellucci e quest’anno assegnato a Davide Demichelis autore di documentari sulla natura e ideatore di una trasmissione cult (“Radici”, RAI3) su un fenomeno, l’emigrazione, che i monti di Pistoia hanno bene conosciuto fin dall’inizio del Novecento.La cerimonia si svolge sabato 5 agosto (ore 21) in piazza di Gavinana, accanto alla statua di Francesco Ferrucci con i bambini di Gavinana impegnati a leggere brani sulla storia del loro paese.

Distinti in cinque aree (narrativa di terre alte, montagna come stile alternativo di vita, noir, romanzo storico, buona cucina) i 29 incontri saranno animati – in boschi e crinali, aie di paese e borghi nascosti – da scrittori e giornalisti, cuochi e artisti. In una Fiumalbo dove non mancano piante secolari, Tiziano Fratus guiderà nei boschi per ascoltare “il sussurro degli alberi”.

Mario Ferraguti farà entrare nelle “case abbandonate” e Franco Arminio scoprire i paesi attraverso le “porte delle abitazioni”. Marco Pastonesi, vincitore del “Bancarella Sport”2017, racconterà un personaggio vissuto su questi monti nel secolo scorso e considerato una sorta di “pioniere della mountain bike”: Armando Manzani che con la sua “Wilma”, pesante bici in ferro, e fisarmonica, pedalava fra Apuane e Scaffaiolo.

L’incontro, domenica 6 agosto nel Parco delle Stelle sopra Gavinana, sarà preceduto (ore 9:30) da una pedalata in MB sui sentieri verso il lago cantato dal Boccaccio. Si parlerà anche di don Lorenzo Milani e del suo rapporto con la montagna, di un ingenere francese che progettò gli incredibili ponti della ferrovia verso Porretta, di una famiglia “brigidinaia” presente a San Marcello da 60 anni, di un rabdomante, di un barista amico di Gigi Riva che riforniva di necci con ricotta gli sciatori fiorentini dopo le fatiche della neve (quando la neve veniva).

Fra gli ospiti un ex professore di liceo che oggi alleva capre e una scrittrice per piccoli che ha ambientato un libro sul Ponte Sospeso (fino a pochi anni fa “primato” nel Guinnes).

E nell’incanto della piazza di Spignana, uno dei borghi nascosti e pieni di un fascino antico, una compagnia teatrale porterà “Vajont, quelli del dopo” da un lavoro di Mauro Corona, socio onorario di “Letterappenninica“. In un mulino di Pian degli Ontani dove si macinano grani antichi, Paolo Ciampi racconterà “Il cammino degli Dei”: il sentiero lento che unisce Bologna e Firenze lasciando perdere le velocità alte di treni e automobili. E Tito Barbini, già assessore regionale, parlerà (Gavinana, Fondazione Turati, venerdì 4) di un missionario (“Don Patagonia”) coraggioso difensore degli indios nelle Terre del Fuoco. Tiziano Fratus, a Rivoreta, spiegherà “l’arte di saper leggere, nella memoria degli alberi, uomini e stagioni”.

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Firenze: la notte dei ponti, 3/4 agosto 1944

[:it]

Foto 4di redazione – Le Gallerie degli Uffizi celebrano anche quest’anno la “notte della memoria”, in ricordo di quella terribile tra il 3 e 4 agosto del 1944, che vide Firenze trasformata in teatro di paura e distruzione da parte delle truppe tedesche in ritirata.

Foto 2Queste, per rallentare l’avanzata degli Alleati che stavano risalendo la penisola, decisero infatti di minare e distruggere tutte le vie di comunicazione dietro di loro e tra queste tutti i ponti della città, ad eccezione di Ponte Vecchio.
Per i fiorentini questo fu forse il momento più dolorosamente emblematico della Guerra, perché dovettero assistere impotenti alla distruzione dei ponti della città e dei quartieri medievali vicino a Ponte Vecchio – in particolare via Por Santa Maria – delle torri antiche e delle botteghe: si colpiva al cuore la loro città, si annientò la vita nei quartieri che vennero rasi al suolo.
Venne minato il ponte di Foto 3Santa Trinita, ideato da Michelangelo e poi realizzato da Bartolomeo Ammannati per ordine di Cosimo I de’ Medici cancellandone in una serie di esplosioni la straordinaria armonia architettonica: fu un’azione simbolicamente criminale che riuscì nell’intento di deprimere la popolazione, creando sgomento e aprendo una ferita indelebile. E poi le case: ma almeno, in quella notte d’agosto i fiorentini d’oltrarno sfollati dalle loro abitazioni ridotte a macerie poterono rifugiarsi a Palazzo Pitti e a Boboli, spazio sicuro e protetto. Vennero allestiti letti e pasti di fortuna, e gli sventurati trovarono temporaneo conforto tra le mura austere e poderose del Palazzo, che nel frattempo aveva aperto le porte per tutti i senza tetto.

La rappresentazione di quest’anno vuole evocare le presenze di quella notte, risvegliarne le immagini e le voci.
Il racconto rivive non solo attraverso le immagini – fotografiche e cinematografiche – realizzate in quel momento per documentare lo scempio della città e il dramma di tanti fiorentini, ma anche attraverso le parole di chi c’era, e ci ha lasciato materia per ricordare.

La Compagnia delle Seggiole interpreterà (per la cura di Sabrina Tinalli con Fabio Baronti, Luca Marras e la stessa Sabrina Tinalliu) testi di Anna Banti, Nello Baroni e Giulio Bencini, intellettuali e artisti che hanno lasciato un ricordo toccante di quelle ore. Insieme a frammenti del War Requiem di Benjamin Britten – realizzato per celebrare la ricostruzione della cattedrale gotica di Coventry rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale – la voce di quei testimoni si alzerà di nuovo nel cortile di Palazzo Pitti, per risvegliare in tutti noi la memoria di quei fatti.
La distruzione dei ponti fiorentini e dei quartieri vicini, episodio parziale nella tragedia immane della seconda Guerra Mondiale, assume però valore simbolico universale.

A seguire avrà luogo la proiezione del documentario “Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte a Santa Trinita di Firenze” di Riccardo Gizdulich, versione a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il documentario illustra l’impegno e l’entusiasmo profuso dall’architetto e dai fiorentini nella ricostruzione del Ponte di Santa Trinita, come a voler cancellare il grave colpo inferto alla città.

Come ricorda il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, «(…) le ricostruzioni hanno quasi cicatrizzato le ferite inferte alla città, ma quello che non si può risarcire, quello che rimane irreparabile, è il sacrificio di tante vite umane. E dunque diventa urgente, proprio ora – quando in molte parti d’Europa risorge l’ideologia nazifascista e si registra una crescita di delitti xenofobi e antisemiti – conservare e rinnovare il ricordo degli inenarrabili abomini del nazismo.
In questo periodo critico, in cui ci troviamo ad accogliere profughi che scappano da paesi in guerra e migranti in cerca di asilo e sopravvivenza, va ricordato con più forza il ruolo di Palazzo Pitti, quando divenne rifugio per le famiglie che persero la casa nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944.
Rimanga viva la memoria di quella notte: come testimonianza della lotta dei fiorentini per i diritti umani, e come impegno di tutti noi contro il ripetersi del crimine.»

Per queste ragioni il cortile di Palazzo Pitti sarà aperto alla città, affinché tutti possano assistere gratuitamente allo spettacolo. Il palazzo sarà di nuovo un simbolo di accoglienza per coloro che vorranno testimoniare il proprio impegno nel disconoscere odio e guerra.

Cortile di Palazzo Pitti, Firenze. 4 agosto 2017 alle ore 21.15 ad ingresso gratuito[:en]di redazione – Le Gallerie degli Uffizi celebrano anche quest’anno la “notte della memoria”, in ricordo di quella terribile tra il 3 e 4 agosto del 1944, che vide Firenze trasformata in teatro di paura e distruzione da parte delle truppe tedesche in ritirata.

Queste, per rallentare l’avanzata degli Alleati che stavano risalendo la penisola, decisero infatti di minare e distruggere tutte le vie di comunicazione dietro di loro e tra queste tutti i ponti della città, ad eccezione di Ponte Vecchio.
Per i fiorentini questo fu forse il momento più dolorosamente emblematico della Guerra, perché dovettero assistere impotenti alla distruzione dei ponti della città e dei quartieri medievali vicino a Ponte Vecchio – in particolare via Por Santa Maria – delle torri antiche e delle botteghe: si colpiva al cuore la loro città, si annientò la vita nei quartieri che vennero rasi al suolo.
Venne minato il ponte di Santa Trinita, ideato da Michelangelo e poi realizzato da Bartolomeo Ammannati per ordine di Cosimo I de’ Medici cancellandone in una serie di esplosioni la straordinaria armonia architettonica: fu un’azione simbolicamente criminale che riuscì nell’intento di deprimere la popolazione, creando sgomento e aprendo una ferita indelebile. E poi le case: ma almeno, in quella notte d’agosto i fiorentini d’oltrarno sfollati dalle loro abitazioni ridotte a macerie poterono rifugiarsi a Palazzo Pitti e a Boboli, spazio sicuro e protetto. Vennero allestiti letti e pasti di fortuna, e gli sventurati trovarono temporaneo conforto tra le mura austere e poderose del Palazzo, che nel frattempo aveva aperto le porte per tutti i senza tetto.

La rappresentazione di quest’anno vuole evocare le presenze di quella notte, risvegliarne le immagini e le voci.
Il racconto rivive non solo attraverso le immagini – fotografiche e cinematografiche – realizzate in quel momento per documentare lo scempio della città e il dramma di tanti fiorentini, ma anche attraverso le parole di chi c’era, e ci ha lasciato materia per ricordare.

La Compagnia delle Seggiole interpreterà (per la cura di Sabrina Tinalli con Fabio Baronti, Luca Marras e la stessa Sabrina Tinalliu) testi di Anna Banti, Nello Baroni e Giulio Bencini, intellettuali e artisti che hanno lasciato un ricordo toccante di quelle ore. Insieme a frammenti del War Requiem di Benjamin Britten – realizzato per celebrare la ricostruzione della cattedrale gotica di Coventry rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale – la voce di quei testimoni si alzerà di nuovo nel cortile di Palazzo Pitti, per risvegliare in tutti noi la memoria di quei fatti.
La distruzione dei ponti fiorentini e dei quartieri vicini, episodio parziale nella tragedia immane della seconda Guerra Mondiale, assume però valore simbolico universale.

A seguire avrà luogo la proiezione del documentario “Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte a Santa Trinita di Firenze” di Riccardo Gizdulich, versione a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il documentario illustra l’impegno e l’entusiasmo profuso dall’architetto e dai fiorentini nella ricostruzione del Ponte di Santa Trinita, come a voler cancellare il grave colpo inferto alla città.

Come ricorda il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, «(…) le ricostruzioni hanno quasi cicatrizzato le ferite inferte alla città, ma quello che non si può risarcire, quello che rimane irreparabile, è il sacrificio di tante vite umane. E dunque diventa urgente, proprio ora – quando in molte parti d’Europa risorge l’ideologia nazifascista e si registra una crescita di delitti xenofobi e antisemiti – conservare e rinnovare il ricordo degli inenarrabili abomini del nazismo.
In questo periodo critico, in cui ci troviamo ad accogliere profughi che scappano da paesi in guerra e migranti in cerca di asilo e sopravvivenza, va ricordato con più forza il ruolo di Palazzo Pitti, quando divenne rifugio per le famiglie che persero la casa nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944.
Rimanga viva la memoria di quella notte: come testimonianza della lotta dei fiorentini per i diritti umani, e come impegno di tutti noi contro il ripetersi del crimine.»

Per queste ragioni il cortile di Palazzo Pitti sarà aperto alla città, affinché tutti possano assistere gratuitamente allo spettacolo. Il palazzo sarà di nuovo un simbolo di accoglienza per coloro che vorranno testimoniare il proprio impegno nel disconoscere odio e guerra.

Cortile di Palazzo Pitti, Firenze. 4 agosto 2017 alle ore 21.15 ad ingresso gratuito[:]

[:it]Incontro di eccellenze: Osteria de l’Ortolano e La terracotta e il vino[:]

[:it]Incontro di eccellenze: Osteria de l’Ortolano e La terracotta e il vino[:]

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giare-5Cena/lezione sul “Il futuro antico dei vini in anfora”. Massimo Zetti crea per l’occasione un raffinato menù di pesce.

Massimo Zetti e Marta Mezzetti titolari dell’ Osteria de l’Ortolano in via degli Alfani 91r a Firenze, giovedì 29 giugno 2017, ospiteranno l’Associazione culturale La terracotta e il vino.

In occasione del quarto incontro intitolato “Il futuro antico dei vini in anfora” promosso dall’associazione presieduta da Leonardo Parisi di , l’Osteria de l’Ortolano ha studiato un menù di pesce sempre nel rispetto della tradizione ma con occhio attento all’innovazione a alla qualità che la contraddistingue.

Le cene/laboratorio organizzate da “La terracotta e il vino” mirano a sviluppare la conoscenza di questa tecnica di vinificazione antica che oggi sembra attrarre diversi produttori.
L’utilizzo della terracotta nella fabbricazione di contenitori per la conservazione e il trasporto di prodotti agroalimentari oggi è oggetto di attenti studi, con particolare attenzione ai materiali impiegati.
La terracotta di Impruneta dimostra di dar vita a manufatti con caratteristiche chimico/fisiche ottimali per l’utilizzo richiesto.

A presentare i vini agli ospiti dell’Osteria de l’Ortolano sarà l’enologo Francesco Bartoletti del Gruppo Matura consulente della Fornace Parisi che presenterà i vini scelti dall’Associazione che spaziano dal nord al centro della nostra penisola, sui quali Massimo Zetti ha creato il suo menù.

L’arte e l’innovazione, caratteristiche di Artenova–terrecotte artistiche di Leonardo Parisi ben si sposano con la filosofia della qualità che l’Osteria de l’Ortolano porta avanti dal 1960 prima come bottega di alimentari poi con il ristorante di qualità. Si incontrano così due esperienze del nostro territorio creando una importante occasione culturale.

Menù “A cena e a lezione di vini in anfora con La terracotta e il vino”
Sgombro in carpione con frittatina di porcini alla nipitella vino in abbinamento 1701 Sullerba, azienda agricola 1701, Cazzano San Martino – Lombardia Chardonnay

Tagliolini limone e menta con mazzancolle alla vodka mediterranea in abbinamento Trebbiano d’Abruzzo, az.  Agr Cirelli Atri (Te) Abruzzo

Totani ripieni con pecorino e paprika fumè con salsa di patate novelle allo zafferano e cozze pepate in abbinamento Troccolone d’Orcia Sangiovese 2016, az. Agr Marco Capitoli. Pienza (SI) Toscana

Semifreddo al caffè

www.terracotta-artenova.com

Inizio ore 20.30
Costo cena e lezione 35 euro
Prenotazione obbligatoria  055 239 6466
www.osteriadellortolano.it
www.martare.it

Osteria de L’Ortolano
Via degli Alfani 91r –Firenze

 

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