Apr 29, 2024 | Territori
L’Italia non è solo famosa per le sue città storiche e le sue bellezze naturali in superficie, ma offre anche un mondo affascinante e misterioso sotto terra.
Con le sue miniere secolari e le grotte nascoste, l’Italia è una destinazione perfetta per gli amanti dell’avventura e dell’esplorazione sotterranea. Scopriamo insieme alcune delle miniere e grotte più affascinanti che l’Italia ha da offrire.
Esplorare le miniere e le grotte dell’Italia underground è un’avventura emozionante che permette di scoprire la bellezza e la storia nascoste sotto la superficie del Paese. Con le sue impressionanti formazioni naturali e la sua ricca storia mineraria.
Le miniere di sale di Realmonte, Sicilia
Situato sulla costa meridionale della Sicilia in un tratto di costa molto particolare il comune di Realmonte è frequentatissimo dai turisti italiani e stranieri per il bianco abbagliante del celebre promontorio dellaScala dei Turchi che crea un paesaggio incredibile.
Realmonte è però il luogo dove sono le Cave di Sale” e la celebre “Cattedrale di Sale” che si trova non distante dal centro abitato, in contrada Scavuzzo.
All’interno dell’antichissima miniera di salgemma (giacimento formatasi circa 6 milioni di anni fa e, adesso, una tra le più importanti fonti d’estrazione di sale presenti in Sicilia) è la Cattedrale di Sale; un vero “tesoro” a meno 100 metri sotto la superficie ed a 30 metri sotto il livello del mare.
Entrando percorrete gallerie e cunicoli di vari livelli, scavati dai minatori stessi, dov’è possibile ammirare quello che è un tesoro unico al mondo sia per la sua ubicazione che per le sue caratteristiche.
La struttura, ricavata dagli stessi minatori scolpendo direttamente la roccia salina, può ospitare fino a 800 posti a sedere ed è proprio qui che viene celebrata, il 4 dicembre di ogni anno, la messa di Santa Barbara, protettrice dei minatori. All’interno della “Cattedrale” troviamo varie opere scolpite nelle pareti di sale come i bassorilievi che raffigurano Santa Barbara, la Sacra Famiglia nella parete di destra e Gesù Crocifisso in quella di sinistra. Sono inoltre presenti, all’ingresso, due acquasantiere, ricavate da unici blocchi di sale e altri elementi religiosi, ricavati sempre scolpendo il sale
Le grotte di Frasassi, Marche
Nascoste nel cuore delle colline marchigiane, le Grotte di Frasassi sono uno dei più spettacolari sistemi di grotte carsiche d’Europa.
Conosciute per le loro impressionanti stalattiti e stalagmiti, le Grotte di Frasassi offrono un viaggio emozionante attraverso un labirinto sotterraneo di camere e corridoi, culminando nella suggestiva Sala dell’Infinito.
Le grotte di Frasassi si trovano nel comune di Genga, in provincia di Ancona.
Il complesso delle grotte e formato da vari ambienti sotterranei di cui il primo è visitabile da tutti con facilità ed è noto col nome di Abisso Ancona, un ambiente così vasto che al suo interno s potrebbe mettere senza problemi il duomo di Milano. Scoperte nel 1971 e aperte al pubblico dal 1974 sono una delle attrazioni turistiche più visitate delle Marche.
Le miniere di Montecatini Val di Cecina
A Montecatini Val di Cecina, pittoresco borgo nel cuore della Toscana è l’antica miniera di rame e pirite che risale all’epoca etrusca. Oggi è aperta al pubblico e offre visite guidate che permettono ai visitatori di esplorare i suoi tunnel sotterranei, scoprire la storia dell’estrazione mineraria in Toscana e ammirare i resti dell’antica attività mineraria.
La miniera di Montecatini Val di Cecina che si trova a meno di un chilometro dal centro storico è rimasta attiva fino al 1907 e nel XIX secolo è stata la più grande miniera di rame d’Europa.
E’ qui che è nata la società Montecatini, una delle maggiori industrie europee, confluita poi nella più famosa Montedison.
In visita si possono ammirare le strutture ottocentesche legate all’estrazione, le ex Laverie, parte delle gallerie percorribili a piedi, gli ex uffici della Direzione.
Le grotte di Castellana, Puglia
Nascoste sotto il paesaggio carsico della Puglia, le Grotte di Castellana sono un’attrazione naturale straordinaria che attira visitatori da tutto il mondo.
Conosciute per le loro impressionanti formazioni calcaree e le loro immense caverne sotterranee offrono un’avventura emozionante attraverso un mondo sotterraneo di bellezza e mistero.
Considerate fra le grotte più belle e spettacolari d’Italia, si sviluppano per una lunghezza di 3348 metri e raggiungono una profondità massima di 122 metri dalla superficie.
Ubicate nella val d’Idra e quindi nei pressi della famosa Alberobello offrono un percorso di visita lungo 3 Km per una straordinaria escursione guidata, a circa 70 metri di profondità, in uno scenario stupefacente, dove caverne dai nomi fantastici, canyon, profondi abissi, fossili, stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori sorprendenti sollecitano la fantasia di bambini e adulti.
Le miniere di Sulcis, Sardegna
Nel sud della Sardegna, nella zona storica del Sulcis Iglesiente si concentra la storia e la vita di una delle aree minerarie più estese d’Europa di carbone e minerali che hanno giocato un ruolo importante nell’economia della regione per secoli: dai romani, passando per i fenici fino all’oggi.
Oggi, molte di queste miniere sono dismesse e abbandonate e offrono un’opportunità unica di esplorare il passato industriale dell’isola attraverso visite guidate che permettono ai visitatori di scoprire anche le comunità minerarie fantasma.
Nei comuni di Arbus, Buggerru, Carbonia, Carloforte, Domus De Maria, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Gonnesfanadiga, Guspini, Iglesias, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Santadi, Sarroch, Siliqua, Teulada, Villacidro e Villamassargia le miniere oggi sono tutte chiuse, sopravvive nel comune di Gonnesa l’unica miniera di carbone ancor attiva in Italia, la miniera di Monte Sinni.
La visita immersiva sarà indimenticabile e vi permetterà di calarvi nella vita e la cultura delle popolazioni la cui vita ruotava attorno ad essa. E’ possibile infatti, imbattersi in suggestivi villaggi operai, in pozzi d’estrazione, in migliaia di chilometri di gallerie sotterranee, in impianti industriali, ferrovie, archivi e le testimonianze stesse tramandate di generazione in generazione.
Dal 2007 il parco venne è patrimonio Unesco anche se fino ala 2015 sono stati estratti quasi 30 milioni di tonnellate di carbone, che occuparono quasi 20.000 minatori.
Le grotte di Toirano, Liguria
Situato nella splendida regione della Liguria, le Grotte di Toirano sono uno dei più importanti siti paleontologici d’Italia.
Queste grotte offrono un affascinante viaggio nel passato, conosciuto per le sue impressionanti incisioni rupestri e i resti fossili di animali preistorici.
Le visite guidate permettono ai visitatori di esplorare il labirinto sotterraneo delle grotte e scoprire i segreti dell’antica vita selvatica della regione.
Il complesso carsico delle grotte di Toirano è formato da quattro differenti cavità, di cui due attrezzate per il pubblico.
La prima delle due grotte visitabili, detta della Bàsura (strega, in dialetto ligure), è nota fin dal 1950 per le notevoli evidenze riferibili a Homo sapiens conservate al suo interno: centinaia di orme di piedi, mani e ginocchia, tracciati digitali e carboniosi databili all’Epigravettiano finale, circa 14400 anni fa.
Nella sala più profonda della caverna si conserva anche uno spettacolare ammasso di ossa di Ursus spelaeus, databili tra i 50000 e i 28000 anni fa, derivate dall’accumulo di carcasse di animali morti durante il letargo invernale.
La Bàsura è collegata alla seconda grotta turistica, detta di Santa Lucia Inferiore, tramite un tunnel artificiale che consente ai visitatori un percorso a senso unico di circa un chilometro. La seconda grotta per quanto bellissima non conserva come l’altra evidenze preistoriche.
Le altre due cavità che completano il complesso sono la grotta di Santa Lucia Superiore e la Grotta del Colombo sono aperte solo in rare occasioni o solo per studiosi. Quela di Santa Lucia Superiore ospita un Santuario rupestre eretto tra il XV e il XVI secolo meta di pellegrinaggio per secoli dove dietro l’altare è visibile uno scavo archeologico che ha restituito testimonianze della frequentazione preistorica della grotta dall’uomo di Neanderthal fino al Neolitico. La grotta del Colombo invece conserva importantissime testimonianza preistoriche probabilmente riferibili al Paleolitico superiore ed è aperta solo su richiesta per ricercatori e studiosi.
Le miniere di Rio Marina sull’isola d’Elba, Toscana
L’Isola d’Elba è famosa per le sue miniere di ferro e le miniere di Rio Marina sono una delle testimonianze più significative di questo patrimonio industriale.
Le visite guidate permettono ai visitatori di esplorare i tunnel sotterranei delle miniere, scoprire la storia dell’estrazione del ferro sull’isola e ammirare le impressionanti formazioni rocciose create dall’attività mineraria.
Un parco all’interno di un Parco, quello dell’Arcipelago toscano, da esplorare a piedi, in bici, a bordo di un trenino o di un fuoristrada militare per un’avventura fuori dal tempo, in un paesaggio surreale, in un giardino di fiori minerali, ripercorrendo le vecchie strade ferrate e le storie di quegli uomini che lo hanno vissuto, amato e trasformato, radicalmente
Tutte le escursioni guidate prevedono la visita dei principali giacimenti di Rio Marina e Rio Albano: Bacino, Valle Giove, Falcacci e Conche.
Ematite, pirite, quarzo, adularia, calcite, epidoto, fluorite, galena, limonite, blenda, malachite, galena, bismutinite, siderite, magnetite, epidoro. C’è una ricchezza unica nel ventre dell’isola d’Elba.
Le grotte di Borgo Verazzi, Liguria
Situato lungo la costa ligure, le Grotte di Borgio Verezzi sono una delle attrazioni naturali più spettacolari della regione e sono considerate
Conosciute per le loro impressionanti formazioni calcaree e i loro suggestivi laghetti sotterranei, offrono un’esperienza unica di esplorazione sotterranea. Le visite guidate permettono ai visitatori di scoprire la storia geologica delle grotte e ammirare la loro bellezza naturale.
Furono scoperte soltanto nel 1933, anche se la presenza di una cavità era ben nota da lungo tempo agli abitanti del luogo a causa di alcuni strani fenomeni. Ad esempio le acque del Rio Battorezza sembravano essere inghiottite in diversi tratti del suo corso, anche se ciò non impediva al torrente di uscire periodicamente dall’alveo per devastare i campi circostanti. Poi c’era il lago, sul fondo della quasi mitica grotta cui si accede dal pavimento della chiesa di S. Pietro, ed in ultimo il Roggetto: un torrentello che sgorga da una frattura, giusto ai piedi dell’abitato di Borgio.
Degli anni Trenta del Novecento l’ennesima alluvione con l’acqua penetrata nel pozzo che riesce a sfondare un sottile diaframma di roccia e scompare nel sottosuolo. Seguendo la via dell’acqua tre ragazzini di Borgio entrano nella prima sala di una nuova grotta. Nessuno si rende conto dell’entità della scoperta fino al 1951 quando con un esplorazione sistematica della grotta, fu rinvenuto il complesso di sale e gallerie che si snoda per alcuni chilometri al di sotto dell’abitato di Borgio. Il percorso turistico è stato inaugurato nel 1970 e permette di entrare in un mondo di colori: bianco, giallo, rosso in mille sfumature diverse dovuti dalla presenza di svariati minerali, fanno delle Grotte di Borgio Verezzi la grotta turistica più colorata d’Italia.
Il parco geominerario di Raibl
In Val Canale vicino al confine con l’Austria e a due passi da quello con la Slovenia è la miniera di Raibl – Cave del Predil che è stata per secoli una delle più importanti miniere europee di piombo e zinco.
Chiusa nel 1990, oggi è diventata il Parco internazionale geominerario di Raibl, monumento alla memoria del lavoro operaio e meta turistica e didattica.
La vecchia miniera era costituita da un reticolo di 120 km di gallerie disposte su 19 livelli, che scendevano fino a 520 m di profondità. Ora è possibile visitare alcuni degli spazi al suo interno, percorrendo parte delle gallerie a piedi o a bordo di un trenino elettrico.
La visita permette di scoprire i minerali e le tecniche di estrazione, ma soprattutto di comprendere le fatiche di migliaia di minatori che hanno lavorato per secoli dentro le viscere della terra.
L’esperienza della visita si completa nel Mostra della tradizione mineraria di Raibl, un museo della tradizione mineraria che propone un percorso documentario con foto d’epoca e carte storiche.
Da visitare anche il paese di Raibl-Cave del Predil, che deve il suo nome italiano proprio alla presenza della miniera ed è oggi un esempio di company town.
Infine una curiosità: all’interno di questo complesso minerario che si snoda sotto la montagna in una rete di gallerie, una delle quali utilizzata per il deflusso delle acque è conservato anche il segreto della battaglia di Caporetto.
Apr 24, 2024 | Territori
L’Isola d’Elba, situata nell’Arcipelago Toscano è un gioiello che offre un perfetto connubio di bellezza naturale, ricca storia e una varietà di attività per tutte le età e interessi.
Con le sue acque cristalline, le spiagge sabbiose e i paesaggi lussureggianti, l’Elba è una destinazione ideale per chi cerca una vacanza rilassante e memorabile.
In questo articolo per voi alcuni suggerimenti su tutto ciò che c’è da sapere per pianificare un viaggio all’Isola d’Elba.
Foto di Pitsch da Pixabay
Il miglior periodo per visitarla
Il miglior periodo per visitare l’Isola d’Elba è sicuramente tra maggio e settembre, quando il clima è caldo e soleggiato e il mare è perfetto per nuotare e praticare sport acquatici.
Durante questo periodo, è possibile godersi una varietà di attività all’aperto come escursioni, ciclismo e gite in barca.
Tuttavia, se preferite un’esperienza più tranquilla e meno affollata, considerate di visitare nella stagione intermedia di aprile o ottobre. Ma il mese migliore è decisamente maggio per i suoi profumi e le sue fioriture.
Foto di Pitsch da Pixabay
Come arrivare
Il modo più facile per raggiungere l’isola Elba è in traghetto. Ci sono diverse compagnie di traghetti che operano servizi giornalieri da Piombino (centro-sud della costa toscana) a Portoferraio, il principale porto dell’isola di Elba. Il viaggio dura circa 60 minuti.
In alternativa, è possibile volare ai vicini aeroporti di Pisa o Firenze e poi prendere un volo di collegamento o guidare fino a Piombino per prendere il traghetto.
È disponibile anche l’aeroporto di Marina di Campo che effettua durante tutto l’anno collegamenti aerei per Pisa e Firenze e durante il periodo estivo vengono aggiunte le rotte per l’aeroporto di Milano Linate e Lugano in Svizzera.
Le spiagge
‘Sull’isola d’Elba ci sono oltre 150 spiagge dov’è possibile rilassarsi. Ognuna con il proprio carattere e fascino unico.
Impresa impossibile citarle tutte, noi ci limiteremo a suggerirvi alcune delle più iconiche.
Ce n’è davvero per tutti i gusti. Accanto a lunghi arenili sabbiosi è possibile trovare spiagge a ciottoli, mentre percorrendo la costa non dovete sorprendervi nell’imbattervi in piccole calette, spesso nascoste.
Stilare una classifica è certamente complicato, sebbene ve ne siano alcune che hanno conquistato una notorietà maggiore proprio in virtù della loro eccezionale bellezza.
Partendo dalle spiagge di sabbia fine e sottile fra le più conosciute e frequentate sono certamente La Biodola e Cavoli.
spiaggia di Cavoli
La spiaggia di Cavoli si trova nella parte sud dell’isola, a pochi chilometri di distanza da Marina di Campo; si tratta di una spiaggia lunga e sabbiosa, bagnata da un mare pulitissimo e contraddistinto da un fondale molto basso, cosa che la rende particolarmente indicata per chi si reca in vacanza con bambini anche molto piccoli.
La spiaggia di La Biodola, presenta le stesse caratteristiche di quella di Cavoli; si tratta di un arenile lungo (più di 600 metri), ottimamente attrezzato con una serie di servizi e da molti considerata come il luogo ideale non solo per godersi il sole e rilassarsi, ma anche per praticare immersioni e snorkeling.
Davvero splendide sono anche molte spiagge di ghiaia o a ciottoli; le più belle si trovano nei pressi del capoluogo di Portoferraio. Fra le più belle la spiaggia la Padulella lunga circa 150 metri; situata alla destra di Capo Bianco, la spiaggia di Sansone, un luogo tranquillo situato a circa 5 chilometri da Portoferraio non proprio semplicissimo da trovare, e la spiaggia de L’Enfola, situata nella parte settentrionale dell’isola e conosciuta per essere l’unica spiaggia dell’isola formata da un istmo.
Impossibile sarebbe poi non citare le baie rocciose, che all’Elba sono abbastanza diffuse.
Stiamo parlando di tratti di costa davvero selvaggi, ideali per chi non ama la confusione e la folla. Tra le più belle che vi consigliamo di non perdere ci sono certamente Chiessi, Patresi e Capo Sant’Andrea, tutte e tre situate sulla costa occidentale dell’isola dopo il comune di Marciana. Queste spiagge sono un pò più difficili da raggiungere, ma che vi ripagheranno della fatica fatta con la loro bellezza.
Poi ci sono le spiagge “rosse”: Ferrato si trova sulla costa orientale e il suo nome la dice lunga dato che si riferisce all’intensa attività di lavorazione del ferro in epoca etrusca che ha lasciato abbondanti frammenti di minerale in spiaggia.
cala Seregola
Non lontano da Porto Azzurro è la spiaggia di Reale che si trova nel mezzo di due cantieri di escavazione mineraria. A ovest sul promontorio di Capo Bianco si estraeva soprattutto limonite; mentre a est, nella vicina spiaggia di Terranera venivano estratte pirite, ematite e magnetite da un piccolo bacino a cielo aperto a pochi metri dalla riva, che successivamente è diventato un piccolo lago di acqua dolce. Ultima della serie l’affascinante Cala Seregola che fa parte del distretto minerario di Rio Marina ed è composta da un meraviglioso fondale sabbioso ricco di minerali che luccicano al sole, La particolarità di Cala Seregola è che un tempo era uno dei siti di imbarco del ferro estratto dalla vicina miniera di Rio Albano, che era tra le più importanti d’Italia. Arrivando si ha ancora la sensazione di entrare in una miniera: appena lasciata la strada provinciale, è possibile scorgere numerosi cartelli delle miniere, i resti dei magazzini e sulla destra della spiaggia i resti architettonici delle miniere e un vecchio pontile di caricamento.
In ultimo non si possono non annoverare tra le spiagge più belle dell’Elba, la spiaggia di Secchetto, un bell’arenile di sabbia molto confortevole e ben attrezzato, e la spiaggia di Fetovaia, una delle più conosciute e frequentate di tutta l’Elba.
la schiaccia briaca
Una schiaccia briaca tutta da provare
L’Elba è conosciuta per la sua deliziosa cucina, che combina i sapori tradizionali toscani con frutti di mare freschi e prodotti locali, ma assolutamente da provare è il piatto caratteristico dell’isola, la “schiaccia briaca“ una focaccia dolce e salata fatta con uvetta, pinoli e frutta secca e Alchermes, un liquore per dolci.
Era tra i doni più frequenti che i riesi offrivano a chi andava per mare. La sua pasta quasi secca, con poco lievito e senza uova, costituiva una fonte di energia immediata e gustosa, adatta ad essere conservata a lungo nelle cambuse.
Le origini della schiaccia briaca risalgono al periodo delle invasioni dei pirati all’Elba. La ricetta di questa semplice focaccia non prevedeva l’utilizzo dell’alcool, per seguire i precetti dell’Islam, e raccoglieva insieme vari tipi di frutta secca, ingredienti tipici della cucina mediorientale.
Nell’Ottocento il miele fu sostituito al costoso zucchero e la schiaccia fu “imbriacata” con il vino aleatico e l’alchermes, che conferisce al dolce la tipica colorazione rossastra in superficie.
Non esistendo per secoli una ricetta scritta, la preparazione della schiaccia briaca è stata tramandata oralmente di generazione in generazione.
Curiosità: Non tutti sanno che esiste anche un’altra versione della ricetta: la Schiaccia Briaca di Capoliveri, che è bianca e ha il Moscato al posto dell’Aleatico.
Ingredienti:
1 kg. di farina bianca
500 gr. di zucchero
200 gr. di uva secca
300 gr.di frutta secca tritata (noci, mandorle, nocciole), pinoli
due bicchieri d’olio
aleatico a piacere
un bicchiere di alchermes
una noce di lievito di birra.
Preparazione:
La sera preparare un piccolo pane con il lievito di birra sciolto in un bicchiere d’acqua tiepida e con gr. 100 di farina e lasciarlo lievitare tutta la notte, coperto con un panno.
Mettere la farina sulla spianatoia, aggiungervi il pane lievitato, la frutta secca tritata, l’uva secca ammollata precedentemente in acqua tiepida, l’olio, l’aleatico, l’alchermes.
Impastare il tutto, lavorando lungamente: l’impasto deve risultare omogeneo e morbido. Ungere una teglia rotonda con olio, foderare il fondo con carta oleata, che copra anche il bordo, ungere anche la carta oleata e stendervi l’impasto.
Prima di mettere in forno, coprire l’impasto con i pinoli. Cuocere in forno caldo per 40/45 minuti. Sfornare, lasciar raffreddare e disporre la schiaccia su di un piatto, lasciando la carta sulla quale è stata cotta.
Ott 22, 2023 | Territori
“Nihil sub sole novum” recita una frase contenuta nel libro dell’Ecclesiaste. Ed è interessante scoprire come anche nel vasto settore del welfare possa valere lo stesso principio.
“Nulla di nuovo sotto il sole” se si pensa che già Giovenale parlava di “Panem et Circenses”, ossia delle elargizioni fatte da chi governava per avere il consenso del popolo, ma anche per offrire una migliore qualità della vita ai propri lavoratori: erano circa 200mila i romani che avevano diritto alla distribuzione di grano e ad assistere agli spettacoli organizzati per farli rilassare, riposare e divertire.
Una sorta di antico welfare che, allora come oggi, aveva la finalità di garantire benessere.
Dalle colonie al welfare
Le iniziative che hanno anticipato l’odierno welfare, oggigiorno sempre più spesso affidate alle aziende, sono state moltissime nel corso dei secoli. Ma il momento di vero sviluppo, in senso più moderno, è quello del periodo post-bellico con le figure di alcuni iconici imprenditori illuminati che hanno costruito un sistema di assistenza per le famiglie degli operai: dagli asili alle scuole, dalle biblioteche ai locali per il tempo libero, fino, appunto, alle colonie dove mandare i figli degli operai in vacanza.
Oggi, si sta registrando un nuovo trend nel mondo del welfare ed è rappresentato dalla crescita esponenziale delle esperienze legate al turismo messe a disposizione delle aziende, utilizzate sempre più spesso dai lavoratori in tempo di crisi economica per donare a se stessi e alla propria famiglia un periodo di riposo.
Secondo i dati dell’Osservatorio di Tantosvago rispetto agli anni precedenti, infatti, le aziende che propongono iniziative di welfare avanzate come quelle turistiche sono in continuo aumento.
I dati più recenti confermano che la quota di imprese con livello elevato di welfare è massima (70,7% nel 2022 contro il 64,1% nel 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e molto rilevante (66,8% contro il 59,8% nel 2017) nelle PMI che hanno tra 101 e 250 addetti.
Il numero di imprese che registra un livello alto o molto alto di welfare è raddoppiato, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. E le proiezioni per il 2024 confermano il trend.
Parigi. Foto di timmz da Pixabay
Il fenomeno delle colonie 4.0
Un fenomeno in netta espansione è quello delle Colonie 4.0. La stagione estiva appena passata è stata speciale per migliaia di lavoratori italiani e per le loro famiglie che hanno avuto la possibilità di utilizzare i crediti welfare anche per le vacanze.
Lo studio dell’Osservatorio ha analizzato i sempre più numerosi pacchetti vacanza messi a disposizione dalle aziende e scelti da ben 65mila dipendenti in tutto lo Stivale, raddoppiati rispetto all’anno precedente. Soggiorni sempre più spesso resi possibili in tempi di crisi e rincari dal welfare aziendale, scelto da un numero in crescita di aziende per mettere a disposizione dei propri dipendenti ulteriori risorse sotto forma di benefit.
Roma. Foto di Rainhard Wiesinger da Pixabay
L’identikit del turista aziendale
Ma quali sono le ragioni alla base di questo trend? Le famiglie sono state messe alla prova in questi anni di continuo aumento dei prezzi e del caro vita e le vacanze, sempre più spesso, sono diventate una chimera: secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti dalla CNBC su oltre 4.400 adulti, le vacanze sono tra le categorie che hanno subito un taglio maggiore alle spese (53%), insieme ad abbigliamento (63%), ristoranti e bar (62%) e intrattenimento fuori casa (56%).
In Italia la situazione è molto simile: secondo il recente dato di Federalberghi, infatti, ben il 41% degli italiani non ha fatto le vacanze durante l’estate appena finita.
Questi dati sono confermati anche dal nuovo report redatto dall’Osservatorio Tantosvago sulle proiezioni per il 2024 delle preferenze turistiche dei dipendenti italiani.
I dati delle aziende che promuovono queste iniziative welfare sono in crescita dal 2017 e si prevede che anche per tutto il 2024 cresceranno. Così come i dipendenti che, sempre più spesso, acquisteranno i servizi per le vacanze: i pacchetti turistici erogati dalle aziende sono infatti aumentati del 100% in un solo anno.
Grazie ai dati a disposizione, è possibile ricostruire in modo preciso le preferenze dei dipendenti nella scelta dell’utilizzo dei benefit welfare in ambito turistico.
Partendo dal presupposto che le piattaforme, spesso, welfare richiedono portali con servizi singoli, il 78% dei dipendenti tende ad acquistare solo hotel, mentre il 15% utilizza i benefit welfare per l’acquisto dei voli verso le mete preferite e solo il 2% acquista pacchetti volo + hotel.
I periodi preferiti, a conferma delle difficoltà degli italiani nel potersi permettere le vacanze estive, riguardano i mesi da luglio a settembre per il 57%, seguono i mesi tra aprile e giugno per il 25%, il 10% sceglie di andare in vacanza nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, e solo l’8% utilizza i buoni welfare nei mesi di ottobre, novembre e dicembre.
La percentuale più alta di dipendenti che acquistano le vacanze riguarda le coppie (59%), seguita a pari percentuale da famiglie (18%) e single (18%).
Un altro dato molto significativo riguarda la durata delle vacanze acquistate: la media più alta va da 1 a 4 giorni e la percentuale è dell’85%, si scende al 12% per chi si può permettere vacanze dai 5 ai 10 giorni. Solo il 3% prenota pacchetti che superano i 10 giorni.
Secondo gli esperti di Tantosvago questi dati, nel 2024, non dovrebbero subire particolari variazioni poiché l’utilizzo del welfare aziendale e l’erogazione dei benefit restano strettamente legati al contesto sociale e non ci sono, al momento, in previsione provvedimenti del Governo in merito.
Amsterdam. Foto: Foto di 1919021 da Pixabay
Le 10 mete internazionali preferite per le prossime vacanze
Ecco quindi le10 mete internazionali preferite dagli italiani per le prossime vacanze secondo i dati dell’Osservatorio Tantosvago:
1) Parigi
2) Londra
3) Barcellona
4) Amsterdam
5) Lisbona
6) Madrid
7) New York
8) Vienna
9) Valencia
10) Praga
Venezia. Foto: Foto di Ingeborg Gärtner-Grein da Pixabay
Le 10 mete nazionali preferite per le prossime vacanze
Infine di seguito la top 10 delle mete del Bel Paese più desiderate dagli italiani emerse sempre dai dati dell’Osservatorio Tantosvago:
1) Roma
2) Napoli
3) Riccione
4) Milano
5) Firenze
6) Venezia
7) Rimini
8) Garda
9) Isola d’Elba
10) Jesolo
Gen 22, 2015 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Crete Senesi, Litorale pisano, Montalbano, Pisa, Pistoia, Siena, Val d'Orcia | Val di Chiana, Valdinievole, Versilia
di redazione – Arriva a febbraio la prima edizione di un evento nuovo che unisce turismo e sport: il Tuscany Bike Challebge circuito di Gran Fondo Ciclosportivo, realizzato in collaborazione con Vetrina Toscana, che esprime un modo nuovo di vedere, concepire e vivere il ciclismo, con un connubio ideale tra atleta e territorio. Pedalare in Toscana vuol dire pedalare nella storia. Una storia che ha origini nella lontana civiltà etrusca e che vede numerose testimonianze sul territorio, per passare dal medioevo, con i molti borghi caratteristici che raccontano di un periodo così affascinante, che vede il suo apice nel Rinascimento, punto di massima espressione artistica e culturale, fino a scivolare verso un Novecento fatto di caffè letterari e di artisti che hanno ulteriormente rafforzato l’immagine della Toscana nel mondo. Scegliere la Toscana, vuol dire pedalare sotto la Torre di Pisa (il monumento italiano più conosciuto e riconosciuto nel mondo), vuol dire percorrere strade e piazze storiche, entrare tra le mura di Siena o nella magica atmosfera della Garfagnana provare la nuova esperienza del bike watching nel padule di Fucecchio La Toscana è una straordinaria macchina del tempo, dalla quale lasciarsi trasportare in un viaggio indimenticabile. Tuscany Bike Challange di fatto, esprime un modo nuovo di vedere, concepire e vivere il ciclismo, cercando di creare l’ambiente idoneo, dove gli appassionati da tutto il mondo, possano vivere nel migliore dei modi, e secondo i propri desideri, il mondo della bicicletta. Le classiche Gran Fondo, riviste in un’ottica evoluta, e le altre tipologie di kermesse che arricchiranno le manifestazioni, saranno organizzate in maniera tale da offrire agli appassionati, dal piacere della competizione, fino alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze. Originale il format tecnico adottato che consentirà di vivere ogni manifestazione al meglio sia sotto l’aspetto l’agonistico che sotto quello del puro divertimento, nonché turistico: le Gran Fondo Ciclosportive vedranno partenza a “griglie orarie” o “alla francese” e un’alternanza di tratti cronometrati a tratti turistici che permetteranno a tutti di godere del territorio senza rinunciare all’aspetto agonistico, i percorsi saranno tre: corto, medio e lungo opportunatamente segnalati. Nei pressi dei villaggi di partenza e di arrivo delle manifestazioni un mix tra aziende prestigiose del territorio toscano e grandi eccellenze enogastronomiche del comprensorio di ogni competizione che avranno modo di mostrare i propri prodotti grazie all’ampio spazio a loro dedicato all’interno di Open Tuscany Area e alla collaborazione di Vetrina Toscana agenzia della regione Toscana nata per valorizzare queste eccellenze, i partecipanti entreranno così in contatto con una terra come la Toscana ricca di imprenditori e culla del ciclismo, della cultura e del buon cibo. Piccoli villaggi itineranti caratterizzano, invece, i punti di ristoro dislocati lungo i percorsi di gara e opportunamente segnalati, diventeranno vere e proprie tappe-vetrina dove sostare e godere di quanto il territorio possa offrire. Il Tuscany Bike Challenge proporrà 5 manifestazioni. S’inizia l’8 marzo con la primissima edizione della Gran Fondo Strade Bianche – Trek, il 19 aprile si correrà la Gran Fondo dell’Isola d’Elba che precederà di una settimana la 19.a Gran Fondo Internazionale BMC – Il Diavolo in Versilia. Per avviarci verso la conclusione con la 2.a edizione della Gran Fondo Città di Pisa il 3 maggio e l’ultima prova del Challenge la 2.a Gran Fondo Montecatini Terme. A fare da corredo alla kermesse anche alcune prove Jolly. Su tutte l’originalissima Cronovintage “La Tirrenica” che il 15 febbraio inaugurerà, infatti, il calendario degli appuntamenti 2015. Inserita all’interno del Giro d’Italia d’Epoca sposa una delle tendenze del momento legate al mondo vintage e delle biciclette d’epoca. Sarà il turno poi del Giro a Tappe dell’Isola d’Elba dal 13 al 15 aprile: cinque giorni indimenticabili in un luogo magico come l’Isola d’Elba. Infine ma non ultima la Ciclostorica “La Torre Pendente” in programma l’1 maggio a Pisa, sarà una pedalata non competitiva né agonistica con partenza ed arrivo dalla tenuta del Parco di San Rossore farà quindi rotta verso la meravigliosa Piazza dei Miracoli dove poter ammirare la famosa Torre pendente. Calendario 15 febbraio 2015: Cronosquadre Vintage La Tirrenica, che rappresenta una novità unica in Italia, un emozione da vivere sia da atleta che da spettatore. 08 marzo 2015: Gran Fondo Strade Bianche Trek (Siena) 12 aprile 2015: Gran Fondo Ciclosportiva dell’Isola d’Elba 26 aprile 2015: Gran Fondo BMC Diavolo in Versilia 03 maggio 2015: Gran Fondo Ciclosportiva Città di Pisa 07 giugno 2015: Gran Fondo Ciclosportiva Montecatini Terme Info: www.tuscanybikechallenge.it
Nov 13, 2014 | Arcipelago | Costa degli Etruschi, Enogastronomia, Firenze
Novembre, mese di Biennale Enogastronomica Fiorentina in città. Col primo week-end nella bellissima serra del Tepidarium del giardino dell’Orticoltura che ospita la Biennale è di scena l’Isola d’Elba.
Sabato 15 novembre dalle 12 alla mezzanotte la più grande delle 7 perle dell’Arcipelago Toscano, l’Isola d’Elba, sbarca in città con le sue preziose specialità.
Un sabato speciale per scoprire le specialità enogastronomiche seguendo un percorso di degustazione fatto di show cooking, con chef elbani che portano in città alcune ricette sia tradizionali che tipiche reinterpretate. Il tutto annaffiato da ottimi nettari isolani. L’Isola d’Elba vanta infatti ottimi vini, poco noti e realizzati con uve uniche come il Sangioveto, l’Ansonica, il Procanico, il Moscato.
Presente ovviamente anche il prodotto più conosciuto e apprezzato in bicchiere: l’Aleatico, unica DOCG passita della Toscana.
Nel piatto la regina sarà invece la Palamita sott’olio, presidio Slow Food ed eccellenza che sta riscuotendo (finalmente) un grande e meritato successo.
Non mancheranno poi a disposizione dei buongustai fiorentini l’olio extravergine, il miele, i dolci della tradizione locale, le marmellate, le conserve di verdure, le erbe aromatiche.
Ingresso libero.
Giardino dell’Orticoltura – Via Bolognese 17, ingresso anche da Via Vittorio Emanuele