Toscana insolita: un tuffo? Non di solo mare…Unuaul Tuscan: a dip? Not only sea …

di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventa una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti di Toscana e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…e i livelli bassi.
Confesso che il mio fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…
di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventata una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti d’Italia e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti pericolose e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…
Confesso che il mio preferito fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…

Caldo e agosto: 5 idee-escursione anticaldoHot and August: 5 fresh excursions

di Nadia Fondelli –  Siamo nel periodo più caldo dell’anno e fra umido e afa abbiamo difficoltà a difenderci e anche le escursioni e gite diventano complicate.
Noi che conosciamo davvero il territorio e che non scriviamo dalla scrivania, ma andiamo a scoprire… abbiamo per voi, una serie di proposte anticaldo. Escursioni fra grotte e canyon perfette adesso. Per chi è in vacanza e per chi cerca anche un’escusione di un solo giorno.

Antro del Corchia
In provincia di Lucca e quindi vicina anche alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è la “Montagna vuota” che porta con sé i segreti di milioni di anni di storia geologica: al suo interno ben 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia che rendono l’Antro del Corchia il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

Il Museo delle miniere di Montecatini Valdicecina
In Valdicecina visita a un luogo speciale dove la memoria rimanda alla polvere e alla fatica della vita in miniera; qui era nel XIX secolo la più grande miniera di rame d’Europa.
Un’esperienza emozionante è calarsi nelle viscere della terra per andare alla scoperta della miniera di Caporciano che è possibile visitare con guida. Il sito si trova a circa un chilometro dal centro del paese e offre un viaggio emozionante ed indimenticabile che vi porterà a ripercorrere, passo dopo passo, i percorsi fatti per oltre un secolo dai minatori. Percorrere le gallerie scavate nel corso degli anni, ma soprattutto quelle ottocentesche. La visita in un’atmosfera dal clima costante mai superiore ai 10° vi lascerà sulla pelle l’odore del minerale, qualche goccia d’umidità, ma tanta emozione.
Ammirerete i cunicoli, il pozzo d’estrazione del minerale all’interno della torre e chiuderete la visita all’interno dell’oratorio dedicato a Santa Barbara patrona dei minatori.
Percorso facile, adatto a tutti, visita di circa un’ora e mezza. Si consiglia di indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Informazioni e prenotazioni: tel. +39 0588 86099 – www.volterratur.itwww.museodelleminiere.it

Grotta del Sassocolato
Siamo nel territorio di Castell’Azzara in provincia di Grosseto e alle pendici del Monte Amiata a 900 metri d’altitudine.
Dall’abitato di Castell’Azzara, seguendo l’apposita segnaletica, si sale verso il Poggio delle Forche, uno sperone di roccia ben visibile dal paese e, dopo circa un chilometro di cammino, si raggiunge la cavità naturale, prevalentemente lineare, con alcuni dislivelli significativi superabili nella parte turistica mediante scale artificiali. In un ambiente dove non si superano gli 8° una delle caratteristiche è la
presenza di una grande colonia di Chirotteri (pipistrelli di 12 specie diverse) che, nel periodo estivo, raggiunge complessivamente 2000/2500 individui!
Il percorso turistico si snoda attraverso spazi anche grandi attrezzati con scale a gradini fino ad una profondità di 30 metri. La visita dura circa 45 minuti, ma per chi è più allenato esiste anche un itinerario più impegnativo di tre ore.
Si consiglia di indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Apertura: dal 10 aprile al 10 novembre.
Informazioni: Gruppo Speleologo l’Orso: +39 0564 951032

L’orrido di Botri
Il “gran canyon” di Toscana si trova in Garfagnana, nel Comune di Bagni di Lucca, nascosto nelle faggete.
Grande e profondo è un’aspra e imponente gola calcarea scavata nel corso del tempo dalle fredde acque cristalline dei torrenti Mariana e Ribellino che si uniscono nel Rio Pelago: in alcuni punti le ripide pareti raggiungono i 200 metri di altezza.
Per salvaguardare questo luogo unico di assoluta bellezza dal 1971 è stata istituita una Riserva naturale statale gestita dal Corpo Forestale di Stato, che comprende una superficie di 286 ettarial centro di un’area di un’oasi di protezione della fauna di circa 2.000 ettari, voluta dalla Provincia di Lucca.
La vegetazione, ricca e lussureggiante ha varietà anche rare: fra cui, nella parte umida, una pianta carnivora, la pinguicola. Nelle zone rocciose soleggiate, nei livelli più alti delle pareti nasce la rara pianta di aquilegia, di silene o la bella primula auricola.
C’è tempo fino a settembre per visitare L’Orrido di Botri, partendo da località Ponte Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il Centro di accoglienza del Corpo forestale dello Stato con biglietteria.
Percorrerlo non è facile anche se il percorso si divide in quattro steep di diversi livelli perchè il fondo è scivoloso, sopratutto nel tratto finale. Chi lo vuole percorrere tutto fino alla famosa “piscina” metta in conto quattro ore per andata e ritorno con pause. Per tutti occorre un abbigliamento adeguato dato che l’ambiente è totalmente ombroso e l’acqua fresca anche in piena estate. Abiti tecnici, uno zaino con il cambio d’abito e sopratutto fondamentale la scelta delle scarpe. Si consiglia scarpette da scoglio che aggrappano sulle pietre e non sono troppo pesanti in acqua. Obbligatorio il casco, affittabile presso il centro.
Informazioni:
Ufficio Guide Scuola di Alpinismo: tel. 335- 6322005 – www.ufficioguide.it
Centro accoglienza del CFS di Ponte a Gaio Tel 0583/800020

Stretti di Giaredo
Quasi sconosciuto ai più questo canyon scavato dalle vorticose acque del Gordana poco dopo Pontremoli, andando in direzione di Zeri.
Gli stretti di una bellezza straordinaria con pareti alte oltre 30 metri in cui a malapena filtra timidamente il sole hanno una lunghezza percorribile di poco meno di un chilometro, ma decisamente, non sono adatti a tutti.
Si tratta di una forra fluviale e si percorre il letto del fiume. In alcuni tratti placido e a seconda delle annate lo si deve anche nuotare per brevi bracciate in un’acqua cristallina e fresca. Un’ora per percorrerli tutti e un’altra ora per tornare indietro. Cinque le gole principali che si attraversano, la più bella quella centrale.
Si raggiungono (dato che non esistono indicazioni) come detto prendendo da Pontremoli in direzione di Zeri. Dopo alcuni tornanti in località Cavezzana Gordana si prende su uno di essi a sinistra abbandonando la strada asfaltata e prendendone una sterrata in discesa. Su uno spiazzo si lascia l’auto e si prosegue fino a trovare il fiume. Si consiglia abiti tecnici, costume da bagno, uno zaino con il cambio d’abito in auto e sopratutto fondamentale la scelta delle scarpe. Si consiglia scarpette da scoglio che aggrappano sulle pietre e non sono troppo pesanti in acqua.
Non esistono visite guidate organizzate in loco, si consiglia solo ad escursionisti esperti e comunque con prudenza e attenzione dato che la zona è alluvionale, sopratutto nei passaggi a nuoto
.
by Nadia Fondelli –  We are in the hottest time of year, and between wet and muggy we have propecia side effects difficulty to defend ourselves and also excursions and trips become complicated.

We who really know the area and that we do not write off the desk, but let’s find out … we have for you, a series of proposals. Excursions between caves and canyons perfect now.

For those who are on vacation and for those seeking un’escusione even a single day.

Antro del Corchia

In the province of Lucca and thus also close to the Versilia, set among the spectacular scenery of the Apuan Alps is the “empty Mountain” which brings with it the secrets of millions of years of geological history: inside a 70 km of tunnels and wells, 1,200 vertical meters up a system of karst conduits developed in 2 cubic km of rock that make the Antro del Corchia the most important karst in Italy and one of the largest in the world.

The course of almost two kilometers you with stops in about two hours. The presence of more than 1,000 steps does not make a trip suitable for people with reduced mobility. The internal temperature constant throughout the year, is about 7.5 °. Must at least wear a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Hours: morning and afternoon according to an annual calendar www.antrocorchia.it. Also available guided tours in several languages. On request there are also two different speleological both three-hour: Gallery of Snow and the Branch River, the necessary technical equipment are partly provided by the operator and included in the ticket price.

The Mining Museum of Montecatini Val di Cecina

In Valdicecina visit to a special place where memory refers to the dust and fatigue life in the mine, here in the nineteenth century was the largest copper mine in Europe.

Is an exciting adventure descend into the bowels of the earth to discover the mine of Caporciano that can be visited with a guide. The site is located about a kilometer from the town center and offers a thrilling and unforgettable experience that will take you to retrace, step by step, the paths made for over a century by miners. Browse tunnels dug over the years, but especially those nineteenth-century. The visit in an atmosphere of constant climate was never higher than 10 ° will leave the smell on the skin of the mineral, a few drops of moisture, but so much emotion. Admire the tunnels, shaft extraction of the mineral inside the tower and you close the visit inside the oratory dedicated to St. Barbara patron saint of miners.

Easy trail, suitable for all, visit of about an hour and a half. You should wear at least a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Information and reservations: tel. +39 0588 86099 – www.volterratur.it-www.museodelleminiere.it

Cave Sassocolato

We are in the territory of Castell’Azzara in the province of Grosseto, on the slopes of Monte Amiata at an altitude of 900 meters.

From the town of Castell’Azzara, following the signs, you climb towards the Poggio delle Forche, a spur of rock visible from the village and, after about a mile of walking, you will reach the natural cavity, mainly linear, with some significant slopes in the tourist overcome by artificial stairs. In an environment where you do not exceed 8 ° one of the characteristics is the presence of a large colony of bats (bats of 12 different species) that, during the summer, reaching a total of 2000/2500 individuals!

The tourist route winds through large spaces also equipped with ladders with steps up to a depth of 30 meters. The tour lasts about 45 minutes, but for those who are more trained there is also a route more challenging than three hours.

You should wear at least a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Open from April 10 to November 10.

Information: Group Speleologist the Bear: +39 0564 951032

The Orrido di  Botri

The “Grand Canyon” of Tuscany is located in Garfagnana, in the town of Bagni di Lucca, hidden in the beech woods.

Big and deep is a rugged and imposing limestone gorge carved over time by the cold waters of the streams and Mariana Ribellino who come together in Rio Pelago: in some places the steep walls reach 200 meters in height.

In order to preserve this unique place of absolute beauty from 1971 was established a state nature reserve managed by the State Forestry Corps, which encompasses an area of 286 ettarial center of an oasis of fauna protection of nearly 2,000 acres, built by the Province of Lucca.

The vegetation is rich and luxuriant variety also has rare: among them, the wet, a carnivorous plant, butterwort. In rocky areas sunny in the higher levels of the walls comes the rare plant aquilegia, campion or the beautiful primula auricula.

You have until September to visit TheOrrido di Botri, starting from Ponte Gaio, only access to the throat, where the Reception Centre of the State Forestry Corps with ticket services.

Touring it is not easy even if the path is divided into four different levels of steep because the bottom is slippery, especially in the final stretch. Who wants to go around to the famous “pool” account us four hours to return with breaks. For all need to dress appropriately given that the environment is totally shady and cool water even in summer. Dresses technicians, a backpack with a change of clothes and especially the fundamental choice of shoes. We recommend shoes for rocks that cling on the stones and are not too heavy in the water. Mandatory helmet, rentable at the center.

Information:

Office Guide Mountaineering School: tel. 335-6322005 – www.ufficioguide.it

Best Friends of CFS Ponte a Gaio Tel 0583/800020

Stretti di Giaredo

Almost unknown to most people this canyon carved by the swirling waters of Gordana shortly after Pontremoli, going in the direction of Zeri.

The Straits of outstanding natural beauty with walls more than 30 meters where the sun barely filters timidly have a viable length of just under a mile, but definitely are not suitable for everyone.

It is a river gorge and walk along the river bed. In some places placid and depending on the year you must also swim for short strokes in crystal clear water and fresh. Hour to cover them all and another hour to get back. Five main gorges that are crossed, the most beautiful central one.

Are reached (since there are no indications) as said in the direction of taking from Pontremoli Zeri. After a few turns in the locality Cavezzana Gordana you take on one of them left on the next road and taking a dirt downhill. On an open space you leave the car and continue until you find the river. It is recommended that technical clothing, swimsuit, a backpack with a change of clothes in the car and especially the fundamental choice of shoes. We recommend shoes for rocks that cling on the stones and are not too heavy in the water.

There are no guided tours on site, it is recommended only for experienced hikers with care and attention and in any case given that the area is alluvial, especially in the passages by swimming.

Lunigiana: i “testi” e i sapori di una terra unicaLunigiana: the “testi” and the flavors of a unique

di Nadia Fondelli –  E’ impossibile dire Lunigiana senza parlare dei “testi”, elemento fondamentale della tipicità della zona e non solo culinariamente parlando. Il testo è molto di più, è parte stessa della cultura e della tradizione di Lunigiana. In esso vengono cotti gli impasti di farina, le varie torte d’erbe e di verdure salate, le carni di agnello della zona e perfino di dolci.

Impossibile quindi sedersi a tavola in Lunigiana, scoprire le sue specialità prescindendo dal testo. L’origine del testo si perde nella notte dei tempi, quando in questa terra si scolpivano le misteriose stele.
Fino a qualche decennio fa la costruzione dei testi era un’attività per molte famiglie della zona, si costruivano in terracotta utilizzando le materie prime estratte dai monti: argilla e pietra refrattaria che impastate, erano ottime per resistere al fuoco.
La fornace si trovava quasi sempre in un angolo del seccatoio e anche oggi, pochi irriducibili discendenti di quelle famiglie ancora producono i testi con l’antica tecnica. Si tratta però quasi sempre dei testi piccoli, quelli dove si cucinano i panigacci, le focaccette, le pattone e il castagnaccio.

Diffusissimi oggi sono i testi in ghisa costituiti da due elementi: il soprano (il coperchio rialzato fatto a forma di piccola cupola) e il sottano (la parte sottostante).
I due elementi vengono posti a scaldare sul fuoco separatamente, quindi riempiti con le sostanze da cuocere e poi unite le due parti.  La cottura si ultima ponendo le braci sopra al testo.
Ma quale legno scegliere per la cottura? Una scelta fondamentale, quasi un’arte. Le fascine vengono scelte a seconda di cosa deve essere cotto e determinano il gusto finale della pietanza.
Ecco il vero segreto dei grandi piatti di Lunigiana: il testo.

Il testarolo
E’ un antico pane azzimo senza lievito circolare (dalla forma del testo) con uno spessore di 2-3 mm. circa. La farina di grano viene amalgamata con acqua tiepida e sale fino all’ottenimento di una pastella molto liquida.
A questo punto si scaldano i testi di ghisa sul fuoco vivo e una volta ben caldi, vi si versa sopra la pastella che spandendosi nel “sottano” ne assume la circonferenza formando un disco. Adesso si copre col “soprano” e si lascia cuocere pochi minuti. Una volta cotto il testarolo viene tagliato a rombi e fatto rinvenire in acqua bollente ferma.
Una volta scolato viene condito con olio extra vergine d’oliva, pecorino grattugiato e pesto. Alcune moderne varianti propongono i testaroli anche con condimenti di vongole e altri sughi di pesce.: Comunque sia è ottimo. Se volte acquistarlo viene venduto sfuso nei forni e nei negozi di generi alimentari della zona e commercializzato a più ampio raggio sottovuoto.

I panigacci
E’ anch’esso un piatto antichissimo legato alla tradizione dei testi. Si amalgama la farina di grano con acqua tiepida come per i testaroli, ma in questo caso la pastella che si deve ottenere è di media consistenza.
Si cuoce nei testi di terracotta preventivamente riscaldati su fuoco vivo. Quando assumono una colorazione chiara i testi vengono estratti dal fuoco vivo, riempiti dell’impasto e impilati in modo che la cottura del panigaccio avvenga fra un testo e l’altro.

La torta d’erbe
Straordinaria nelle sue mille varianti di erbe spontanee della zona. La sua squisitezza è dovuta alla combinazione degli ingredienti: erbe spontanee e ortaggi della zona diverse a seconda della stagione, ma straordinariamente diverse anche da valle a valle.
La torta assume ovviamente la forma del testo in cui viene cotta, si presenta quindi circolare e il suo ripieno è di un verde intenso. I periodi migliori per degustarla sono marzo-maggio e settembre-dicembre.
Le erbe spontanee sono: borragine, bietole, cipolle, spinaci selvatici, asparagi selvatici, porri, carote, pimpinella, orecchie d’asino, cime di ortiche, finocchietto selvatico, cicerbita, pan e vin, grassa porci, valerianella, centocchio, luppolo, cime di rovo, etc…
Una volta lavate vengono cotte in acqua bollente salata e spesso tagliuzzate ancora da crudo. Si mettono quindi in una terrina per essere impastate con gli altri ingredienti ovvero: parmigiano, pane grattato, sale e olio.
A parte si prepara la pasta di farina e acqua; una volta ottenuto un impasto compatto si stende una sfoglia, che viene adagiata nel “sottano” del testo e sopra si dispone l’impasto d’erbe poi si ricopre con la parte restante della sfoglia. Si chiude poi il testo e si ricopre il tutto con la brace calda per ultimare la cottura per cui serve circa mezz’ora.by Nadia Fondelli – It ‘s impossible to say can i buy vigrx plus at a store Lunigiana not to mention the “testi”, a key element of the character of the area and not just talking about seasonal cooking. The testi is much more, is part of the same culture and tradition of Lunigiana. In it are cooked dough of flour, cakes of various herbs and salted vegetables, meat of lamb in the area and even desserts.

Therefore impossible to sit at the table in Lunigiana, discover its specialties apart from the testi. The origin of the testi is lost in the mists of time, when in this land were carved the mysterious stele.
Until a few decades ago the construction of testi was an activity for many families in the area were built in terracotta using the raw materials extracted from the mountains, clay and refractory stone which knead, they were great to resist fire.
The furnace was almost always in a corner of the squeegee and even today, a few diehard descendants of those families still produce testi with the ancient technique. It is, however, almost always of small text, the ones where you cook the panigacci, the focaccette, the pattone and castagnaccio.

Ubiquitous today are the testi in cast iron consisting of two elements: the soprano (the raised cover made in the shape of small dome) and the sottano (the part below).
The two elements are placed on the fire to warm separately, then filled with the substance to be cooked and then add the two parties. The last cooking by placing the coals on top of the text.
But what wood should you use for cooking? A fundamental choice, almost an art. The bundles are chosen depending on what needs to be cooked and determine the final taste of the dish.
Here’s the real secret of the great dishes of Lunigiana text.

The testarolo
It ‘an ancient unleavened bread without yeast circular (the shape of the testo) with a thickness of 2-3 mm. about. The wheat flour is mixed with warm water and salt until a very liquid batter.
At this point, the cast-iron pans are heated over an open fire and once very hot, you pour the batter in that  “sottano” assumes the circumference forming a disc. The time now is covered with the “soprano” and cook a few minutes. Once cooked testarolo is cut into diamond shapes and done soaked in boiling water stops.
Once drained is seasoned with extra virgin olive oil, parmigiano cheese and pesto. Some modern variants also offer testaroli with toppings of clams and other seafood sauces.: Whatever is great. If you buy it sometimes is sold in bulk ovens and grocery stores in the area and marketed on a larger scale vacuum.

The panigacci
It ‘also an ancient dish in the tradition of the testi. Amalgamates the wheat flour with warm water as for testaroli, but in this case the batter to be obtained is of medium consistency.
It is baked in a terracotta testo previously heated on high heat. When stain clear testo are extracted from the live fire, filled dough and stacked so that the cooking of the panigaccio occurs between a text and another.

The vegetable pie
Extraordinary in its several variants of wild herbs in the area. Its delicacy is due to the combination of ingredients: herbs and vegetables in the area differ depending on the season, but also extraordinarily different from valley to valley.
The cake is obviously of the form of the text in which it is cooked, is therefore circular and its filling is a deep green. The best times to enjoy it are March-May and September-December.
The herbs are: borage, beets, onions, wild spinach, asparagus, leeks, carrots, salad burnet, donkey ears, tops of nettles, wild fennel, sow-thistle, pan e vin, fat hogs, corn salad, Centocchio, hops, The Thorn tops, etc …
After washing are cooked in boiling salted water and shredded often still raw. He then put in a bowl to be mixed with other ingredients such as: Parmesan cheese, bread crumbs, salt and oil.
Aside from preparing the dough of flour and water, once you get a firm dough is spread a sheet, which is nestled in the “sottano” text above and you have the mixture of herbs and then cover with the remaining portion of the dough . Then closes the text and everything is covered with hot embers to finish cooking that serves about half an hour.

Zeri: Mulino Marghen, un angolo di paradisoZeri: Mulino Marghen, a corner of paradise

di Nadia Fondelli – Bisogna conoscere a fondo la terra che si sceglie per scoprire luoghi incantati. Luoghi dove potrete veramente, per alcuni giorni o per intere settimane, isolarvi dal mondo.
Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di farlo? Chi non ha mai pensato di rallentare per un po’ i ritmi stressanti della città per immergersi davvero nella natura?

Devono essere gli stessi pensieri che hanno avuto Adriana e Martin quando per la prima volta sono capitati, chissà come, in quest’angolo remoto di paradiso che non è Toscana, non è Liguria e non è Emilia Romagna, ma che è un isola a se sparsa fra Appennini e Apuane: Zeri.

Adriana romana e Martin inglese sono una coppia speciale. Sognatori romantici che, quando per la prima volta sono arrivati nella frazione di Noce, sulle rive del torrente Gordana e circondati di castagneti hanno deciso che sì, quel rudere che era un antico mulino poteva diventare un luogo speciale per sognatori romantici come loro in cerca di una fuga vera dalla città.

Tanto coraggio, molto amore per la terra e un’infinità di fantasia per riuscire a vedere con gli occhi del sogno quello che sarebbe diventato oggi il Mulino Marghen.
Eppure Adriana e Martin ce l’hanno fatto confermando che i sogni si realizzano ed ecco che restituiscono così ai sognatori romantici come loro quest’angolo defilato di paradiso.

Da Pontremoli bisogna lasciare la strada principale e inerpicarsi per Zeri. Dopo mezz’ora di curve, panorami mozzafiato e boschi verdissimi arriviamo alla frazione di Noce di Zeri; una stradina in discesa alla nostra sinistra c’indica la via da prendere per il Molino Marghen.
Non vi spaventate della discesa ripida, siete nella natura più vera e del resto chi l’ha detto che il paradiso sta in alto?

Il Mulino vi sorprende dopo una curva con la sua visione e dall’alto. Il torrente, l’antico ponte medievale pedonale a schiena d’asino e i boschi vi aspettano.
Lasciate l’auto prima del ponte nel parcheggio e lì vi distaccherete dal mondo civilizzato. Al Mulino si arriva solo a piedi attraversando l’antico ponte o guadando nella bella stagione il torrente e se sarete fortunati lo farete in compagnia di una mandria di agnelli tipici di Zeri che qui pascolano tranquilli.
Il Mulino è lì, un antico casale in pietra splendidamente restaurato dopo anni di duri e certosini lavori con tutto il suo fascino immutato comprese le macine in pietra intatte che producevano la farina da castagne.

Cinque camere con vista – basta scegliere: castagneto, ponte o torrente – curate in ogni dettaglio con pareti in pietra e soffitti in legno.
Ottima la colazione con marmellate e dolci fatti in casa e tutta la ristorazione curata con maestria e genuinità da Raffaella. Sarà un piacere per le vostre papille scoprire i piatti locali sulla spettacolare terrazza o nel salone con camino: torte salate con erbe dell’orto, i prodotti degli straordinari caseifici locali e il famoso agnello di Zeri rinomato per la sua carne dal gusto così particolare e genuino. E se poi vorrete qualcosa di veramente speciale prenotate la vostra cena solo per due nello splendido locale con le macine in pietra, un’esperienza mozzafiato.

Nella struttura, per quanto isolata è presente una rete wifi ma il mio consiglio è di dimenticare internet e telefono e perdersi in escursioni a piedi o in mountain bike alla scoperta di straordinari borghi d’alpeggio abbandonati, sulle cime dei monti fino alla rinomata pista di Zum Zeri da cui potrete scorgere panorami mozzafiato e perché no, se l’aria di salmastro che sentite dalle vette dei monti vi attira ricordate che siete sempre a soli 45 minuti dalle splendide Cinque Terre che se vorrete scoprire basta chiedere a Martin per avere garantita una meravigliosa escursione in catamarano nel Golfo dei Poeti, magari al tramonto prima di tornare ad immergersi in questo luogo incantato, in mezzo all’Appennino.

Mulino Marghen, Noce di Zeri
Tel. +39 0187 447431 – Adriana mobile +39 339 4279338 – Martin mobile +39 339 8456395 – www.mulinomarghen.com – email: adrianacassinelli@yahoo.co.uk– captainmurph2000@yahoo.com

 di Nadia Fondelli – Bisogna conoscere a fondo la terra che si sceglie per scoprire luoghi incantati. Luoghi dove potrete veramente, per alcuni giorni o per intere settimane, isolarvi dal mondo.
Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di farlo? Chi non ha mai pensato di rallentare per un po’ i ritmi stressanti della città per immergersi davvero nella natura?

Devono essere gli stessi pensieri che hanno avuto Adriana e Martin quando per la prima volta sono capitati, chissà come, in quest’angolo remoto di paradiso che non è Toscana, non è Liguria e non è Emilia Romagna, ma che è un isola a se sparsa fra Appennini e Apuane: Zeri.

Adriana romana e Martin inglese sono una coppia speciale. Sognatori romantici che, quando per la prima volta sono arrivati nella frazione di Noce, sulle rive del torrente Gordana e circondati di castagneti hanno deciso che sì, quel rudere che era un antico mulino poteva diventare un luogo speciale per sognatori romantici come loro in cerca di una fuga vera dalla città.

Tanto coraggio, molto amore per la terra e un’infinità di fantasia per riuscire a vedere con gli occhi del sogno quello che sarebbe diventato oggi il Mulino Marghen.
Eppure Adriana e Martin ce l’hanno fatto confermando che i sogni si realizzano ed ecco che restituiscono così ai sognatori romantici come loro quest’angolo defilato di paradiso.

Da Pontremoli bisogna lasciare la strada principale e inerpicarsi per Zeri. Dopo mezz’ora di curve, panorami mozzafiato e boschi verdissimi arriviamo alla frazione di Noce di Zeri; una stradina in discesa alla nostra sinistra c’indica la via da prendere per il Molino Marghen.
Non vi spaventate della discesa ripida, siete nella natura più vera e del resto chi l’ha detto che il paradiso sta in alto?

Il Mulino vi sorprende dopo una curva con la sua visione e dall’alto. Il torrente, l’antico ponte medievale pedonale a schiena d’asino e i boschi vi aspettano.
Lasciate l’auto prima del ponte nel parcheggio e lì vi distaccherete dal mondo civilizzato. Al Mulino si arriva solo a piedi attraversando l’antico ponte o guadando nella bella stagione il torrente e se sarete fortunati lo farete in compagnia di una mandria di agnelli tipici di Zeri che qui pascolano tranquilli.
Il Mulino è lì, un antico casale in pietra splendidamente restaurato dopo anni di duri e certosini lavori con tutto il suo fascino immutato comprese le macine in pietra intatte che producevano la farina da castagne.

Cinque camere con vista – basta scegliere: castagneto, ponte o torrente – curate in ogni dettaglio con pareti in pietra e soffitti in legno.
Ottima la colazione con marmellate e dolci fatti in casa e tutta la ristorazione curata con maestria e genuinità da Raffaella. Sarà un piacere per le vostre papille scoprire i piatti locali sulla spettacolare terrazza o nel salone con camino: torte salate con erbe dell’orto, i prodotti degli straordinari caseifici locali e il famoso agnello di Zeri rinomato per la sua carne dal gusto così particolare e genuino. E se poi vorrete qualcosa di veramente speciale prenotate la vostra cena solo per due nello splendido locale con le macine in pietra, un’esperienza mozzafiato.

Nella struttura, per quanto isolata è presente una rete wifi ma il mio consiglio è di dimenticare internet e telefono e perdersi in escursioni a piedi o in mountain bike alla scoperta di straordinari borghi d’alpeggio abbandonati, sulle cime dei monti fino alla rinomata pista di Zum Zeri da cui potrete scorgere panorami mozzafiato e perché no, se l’aria di salmastro che sentite dalle vette dei monti vi attira ricordate che siete sempre a soli 45 minuti dalle splendide Cinque Terre che se vorrete scoprire basta chiedere a Martin per avere garantita una meravigliosa escursione in catamarano nel Golfo dei Poeti, magari al tramonto prima di tornare ad immergersi in questo luogo incantato, in mezzo all’Appennino.

Mulino Marghen, Noce di Zeri
Tel. +39 0187 447431 – Adriana mobile +39 339 4279338 – Martin mobile +39 339 8456395 – www.mulinomarghen.com – email: adrianacassinelli@yahoo.co.uk– captainmurph2000@yahoo.com

Lunigiana: a Zeri nella natura intonsaLunigiana in Zeri in untouched nature

di Nadia Fondelli E’ diventato il mio “buen ritiro” segreto. Quando voglio cercare il vero senso della natura mi è inevitabile salire in quest’angolo…angolare di Toscana che di toscano ha veramente poco.

Un amore il mio nato spontaneo in seguito alla curiosità di scoprire, sulla cartina della regione, un comune che non è un paese ma un insieme di paesi lipuzziani sparsi fra tre vallate quasi selvagge. Un comune che alfabeticamente e non solo… è l’ultimo della Toscana. Un luogo che la Toscana considera poco e che si sente un po’ ligure e un po’ emiliano.
Siamo nell’estremo lembo Lunigiana, al trivio di confine con Liguria e l’Emilia Romagna, nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano.

Qui sono le valli di Zeri che comprendono le vallate di Adelano, del Gordana e di Rossano. Boschi immensi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti e a un sottobosco ricchissimo di funghi nella stagione propizia. Un angolo di paradiso assoluto dal punto di vista naturalistico, intonso grazie al suo millenario isolamento e lontananza da tutto.

Siamo in un territorio ricco di sorgenti, fiumi, torrenti che hanno giocato splendidamente con la natura creando ambienti incontaminati dall’uomo.
Da scovare (quasi priva di segnaletica) la grotta della Colombara “nascosta” nella vallata di Rossano, la più lontana e inaccessibile delle vallate, dove tra pietre gigantesche e tronchi portati dalla furia dell’acqua, una cascata imperiosa forma una stupenda piscina naturale dove d’estate si può anche fare il bagno sempre che non si sia intimoriti dal clima appenninico di un bosco in cui il sole filtra appena.

Non da meno sono gli stretti di Giaredo, poco dopo Pontremoli salendo verso Noce di Zeri. Un canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinaia di metri che niente ha da invidiare al più celebre e affollato Orrido di Botri in Lucchesia. Gli stretti si possono percorrere a piedi, camminando a tratti nell’acqua e a seconda della stagione anche con l’ausilio di un gommone per alcuni brevissimi tratti oppure nuotando un po’.
Il Gordana così come gli altri torrenti della zona hanno acque cristalline, ma freddissime, per cui se volete avventurarvi a visitare gli stretti tenete di conto che, in acqua ci dovete andare per forza e che le condizioni del terreno e del clima vi permettono di percorrere gli stretti solo in piena estate.

Da non perdere la visita ad almeno uno dei tanti alpeggi abbandonati. Villaggi fantasma che testimoniano la vita che qui svolgeva quando in estate si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame; luoghi dall’energia incredibile che si svelano quasi come miraggi nascosti dentro a boschi in cui si arriva camminando accanto ad agnelli al pascolo e cavalli bradi. La Formentara, a quota 1000 metri e situata su una deviazione della strada che conduce al Passo del Rastrello è il più famoso e più facilmente accessibile di questi luoghi.

Grazie all’ Associazione Culturale Valli di Zeri che organizza gratuitamente dei trekking alla scoperta di questo territorio ho conosciuto Oscar Bandini oggi un amico e non solo la mia “guida” e a luui potete rivolgervi anche voi. Con la sua piacevole compagnia ho camminato nei boschi guardando in faccia il Mar Ligure da una parte l’Appennino emiliano dall’altra e le Apuane su un altro angolo.
Qui è possibile vivere nei boschi, sentire il rumore delle acque, visitare alpeggi, vecchi mulini, essiccatoi, ponti romani… tutti spesso in luoghi inaccessibili.
Zeri aspetta silenziosamente chi sappia capire la sua bellezza.

Info:

Associazione Culturale Valli di Zeri – www.vallidizeri,itby redaction – Lunigiana: E ‘became my “buen ritirol” secret. When I want is levitra better than virga to find the true meaning of my nature is inevitable rise in this corner … corner of Tuscany that has very little of Tuscany.

A love my born spontaneously as a result of curiosity to discover, on the map of the region, a municipality that is not a country but a group of countries lipuzziani scattered among three valleys almost wild. A common alphabetically and not only … is the last of Tuscany. A place that Tuscany considered little and it feels a bit ‘Ligurian and a little’ Emilia.

We are in the far Lunigiana, at the crossroads of the border with Liguria and Emilia Romagna, in the heart of the Tuscan-Emilian Apennines.

Here are the valleys of Zeri including the valleys of Adelano of Gordana and Rossano. Immense woods of chestnut, beech and oak trees, alternating with extensive permanent grassland and undergrowth full of mushrooms in the appropriate season. A corner of paradise from the absolute point of view of nature, untouched due to its age-old isolation and distance from everything.

We are in an area rich in springs, rivers, streams played beautifully with nature creating an uncontaminated by man. To find (almost devoid of signs) the cave of Colombara “hidden” in the valley of Rossano, the most distant and inaccessible valleys, where among gigantic stones and logs carried by the fury of the water, a waterfall imperious form a beautiful natural pool where in summer you can also swim unless it is intimidated by the Apennine climate of a wood where the sun filters soon.

Not least are the Straits of Giaredo, shortly after ascending to Pontremoli Walnut Zeri. A canyon carved by the river Gordana in the rock along a few hundred meters that has nothing to envy to the most famous and crowded Orrido di Botri in Lucca.

The close you can walk, walking in the water at times and depending on the season with the help of a boat for a few short stretches or swim a little. The Gordana as well as other streams in the area have crystal clear, but very cold, so if you want to venture to visit the close to keep in mind that, in the water we have to go for strength and that the conditions of soil and climate allow you to go the narrow only in summer.

Do not miss a visit to at least one of the many abandoned pastures. Ghost towns that bear witness to that place here in the summer when they moved the inhabitants of the valley to graze cattle; places incredible energy that unfold almost as mirages hidden in a forest where you get walking next to sheep grazing and horses brady. The Formentara, at an altitude of 1000 meters and situated on a detour road that leads to Passo del Rake is the most famous and most easily accessible of these places.

Thanks to ‘Cultural Association Valleys Zeri that organizes free trekking to explore this territory I met Oscar Bandini today a friend and not just my “guide” and luui you may also contact you. With its pleasant company I walked in the woods looking into the face of the Ligurian Sea on one side the other Emilian Apennines and the Apuan Alps on another corner.

Here you can live in the woods, hear the noise of waters, visit pastures, old mills, dryers, Roman bridges … all often in inaccessible places.

Zeros waiting silently those who can understand its beauty.

Info:

Cultural Association Valleys Zeri – www.vallidizeri, it zeros in untouched nature

Alla scoperta della Toscana meno notaDiscover Tuscany lesser-known

di Nadia Fondelli –  Con la primavera torna un appuntamento speciale per conoscere luoghi insoliti del nostro paese. Per persone curiose che amano farsi coinvolgere con cuore e mente ecco l’edizione 2013 delle Giornate Fai di Primavera in programma sabato 23 e domenica 24 marzo.

Vita, storie e leggende. Scrigni d’arte preziosi, opere d’arte che si svelano, giardini incantati… Sono oltre 700 i luoghi italiani, spesso inacessibili e per l’occasione eccezionalmente a disposizione del pubblico, con visite a contributo libero: chiese, palazzi, aree archeologiche, ville, borghi, giardini; persino caserme, centrali idroelettriche e un osservatorio astronomico.

Anche in Toscana basta scegliere: a Firenze ad esempio sarà possibile scoprire la Cappella Ruccellai, l’Istituto di scienze militari aereonautiche delle Cascine, il palazzo Portinai Salviati, il giardino di Villa Corsini a Castello e villa La Quiete alle Montalve.
Il Forte delle Rocchette a Castiglion della Pescaia in Maremma solitamente chiuso al pubblico è imperdibile così come i sotterranei delle mura di Lucca e lo splendido teatrino di Vetriano.
In provincia di Pisa toglierà il fiato la visita alla rocca della Verruca e a Pistoia la gipsoteca Libero Andreotti. Infine, in provincia di Siena bellissimo il tuffo nel passato proposto da Poggibonsi con la fortezza del Poggio Imperiale, il cassero, i bastioni e gli scavi archeologici e Staggia senese con la sua rocca.

Tutti i luoghi sono visitabili con viste guidate ed alcuni anche in lingue stranieri. Per l’elenco completo dei luoghi e per sostenere il Fai www.giornatafai.it

by Nadia Fondelli – With the spring valium for dogs back a special event to learn about unusual places of our country. For curious people who like to get involved with heart and mind, here is the 2013 edition of the Days Make Spring on Saturday 23 and Sunday 24 March.

Life, stories and legends. Precious art treasures, works of art that are revealed, enchanted gardens … There are more than 700 places Italians, often inaccessible and for the occasion exceptionally available to the public, with visits to free contribution: churches, palaces, archaeological sites, villas, villages, gardens, even barracks, hydroelectric and an astronomical observatory.

Even in Tuscany Just choose: in Florence, for example, you will discover the Chapel Ruccellai, the Institute of Aeronautical Sciences Military delle Cascine, the palace caretakers Salviati, the garden of Villa Corsini at Castello and Villa La Quiete to Montalve.
The Fort Rocchette in Castiglione della Pescaia in Maremma usually chiuo to the public is a must as well as the basement walls of Lucca and the splendid theater of Vetriano.
In the province of Pisa take your breath away visit to the Verruca Pistoia and the plaster casts Libero Andreotti. Finally, in the province of Siena, the beautiful blast from the past brought to Poggibonsi with the fortress of Poggio Imperiale, the keep, the ramparts and the archaeological excavations and Staggia Siena with its fortress.

All locations can be visited with guided tours and some even in foreign languages. For a full list of the places and to support the Make www.giornatafai.it