Musei di Maremma. La magia del tufo: un fine settimana alla scoperta della città perduta di Vitozza

Musei di Maremma. La magia del tufo: un fine settimana alla scoperta della città perduta di Vitozza

Sono due le visite guidate organizzate per il prossimo fine settimana alla scoperta della città perduta di Vitozza, uno degli insediamenti rupestri tra i più estesi d’Italia con circa 200 grotte, colombari etruschi e resti di una città d’epoca medievale abbandonata con  ruderi di torri e della chiesa.

Situata nl cuore del Parco Archeologico Città del Tufo, che fa parte della rete Musei di Maremma,  a circa due km da San Quirico, frazione del Comune di Sorano; Vitozza è incastonata in uno splendido parco di boschi cedui, su di un costone che domina la gola del fiume Lente.
Un’area straordinaria e di grande interesse storico,  paesaggistico e archeologico. La prima visita, dal titolo “Vitozza la città di Pietra”, rientra nel programma dei mini tours organizzati dal Parco Archeologico Città del Tufo e dalla Cooperativa Sociale Zoe.

L’appuntamento per i partecipanti è fissato sabato 22 giugno con partenza alle ore 10.30 da Piazza Trieste a San Quirico di Sorano, durata dell’escursione circa 2 ore, costo 7 euro.
Consigliata la prenotazione telefonando al numero 0564633099, mail: info@lviecave.it

Domenica 23 giugno, nell’ambito invece del programma di eventi di “Toscana Arcobaleno d’Estate”, l’evento si intitola “Vitozza. Emozioni dalla città di Pietra”.
Il ritrovo dei partecipanti è fissato alle ore 16.30 nei giardini di Piazza Repubblica sempre a San Quirico, e alle 17 inizia la passeggiata per Vitozza lungo un percorso di grande fascino e valenza ambientale. Una volta arrivati segue la visita dell’area rupestre e a seguire, alle ore 18.30 previsto il concerto del quartetto acustico “Homecoming” con il loro repertorio funk, soul e blues. Alle ore 20 brindisi finale e rientro dei partecipanti. Anche per questa visita info e prenotazioni: tel. 0564633099, e-mail: info@lviecave.it

Musei di Maremma www.museidimaremma.it

Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

[:it]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:en]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:]

Giornata Nazionale del Trekking Urbano: la carica dei 9 Comuni toscani alla scoperta di misteri e leggende

[:it]La carica dei 9 Comuni toscani si prepara a mettersi in cammino per festeggiare la XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano.
Martedì 31 ottobre Arezzo, Asciano, Grosseto, Lucca, Massa Marittima, Murlo e Siena proporranno itinerari guidati per scoprire, al ritmo lento dei passi, gli angoli più belli e suggestivi dei centri storici toscani. A Monteriggioni il tour guidato si svolgerà domenica 29 ottobre e Pistoia il trekking raddoppia con l’itinerario lungo le vie della città, in programmasabato 28 e martedì 31 ottobre.

Alla scoperta di Arezzo tra i suoi misteri e le sue leggende.
Il percorso di Arezzo partirà martedì 31 ottobre dalla Cattedrale dei Santi Pietro e Donato per andare verso corso Italia e sostare di fronte all’ attuale Biblioteca Comunale, sede del carcere cittadino fino al 1926, che ha ospitato il noto Federico Bobini detto “Gnicche”, protagonista de “Il Brigante Innamorato”.
Si proseguirà verso la parte più sconosciuta e suggestiva della città che porta verso Piazza San Lorenzo, sede dell’omonima chiesetta e luogo del ritrovamento, in circostanze a dir poco fortuite, della statua bronzea della Minerva, che è stata ospitata presso le stanze Comunali nel Palazzo Fraternita dei Laici all’interno della mostra dedicata alle più belle creazioni orafe dei nostri tempi.
L’itinerario procederà poi verso Piazza di Porta Crucifera dove si trova una riproduzione della statua della Minerva, fino a Via Francesco Crispi per poi imboccare Via Margaritone con una sosta presso il Museo Archeologico Nazionale Gaio Clinio Mecenate e l’Anfiteatro Romano, luogo di grande valore storico.
Tappe finali del tour saranno via Vittorio Veneto verso Campo di Marte fino ad arrivare al Colle del Pionta, luogo in via di riqualificazione, che ha ospitato la vecchia Cattedrale dedicata al Santo Donato e dove si potrà visitare l’ampia zona archeologica.

Trekking urbano lungo i misteri della Via Lauretana ad Asciano.
Il trekking urbano di Asciano, nello scenario delle crete senesi, racconterà la bellezza inaspettata che si trova lungo la Via Lauretana.
L’itinerario, con partenza martedì 31 ottobre alle ore 15, sarà costellato di chiese ed edicole devozionali e permetterà di risolvere enigmi di grande interesse, come quello legato all’abilissimo artista che nel ‘400 dipinse la “Natività della Vergine”, noto capolavoro destinato alla Basilica di Sant’Agata e oggi conservato presso il Museo di Palazzo Corboli.
I trekker avranno, inoltre, modo di ammirare la grande maestria che si nasconde dietro l’affresco della piccola Chiesa di San Giuseppe.

A Grosseto alla scoperta della leggenda del vitello d’oro.
Grosseto il trekking urbano, in programma martedì 31 ottobre, andrà sulle tracce della leggenda del vitello d’oro per raccontare i primi insediamenti della città maremmana.
Si narra che la divinità del vitello-toro fosse già sacra agli etruschi, sulla cui protezione facevano sicuro affidamento anche le genti della Diocesi di Roselle.
Un vero e proprio idolo simbolico protettivo durante lo spostamento della gens rosellana verso la pianura lacustre nel nuovo Castrum in loco Grossito.
Il tour racconterà il bizzarro intreccio di analogie scaturite dai racconti biblici, che rimandano all’Esodo, alle affinità geografiche dei luoghi narrati e al bovino adorato come salvatore degli Ebrei.

A Lucca a passo di trekking tra misteri e leggende.
Lucca il trekking urbano, in programma martedì 31 ottobre, racconterà storie d’amore vissute nell’oscurità degli antichi palazzi e i racconti di omicidi, con donne al centro di intrighi e misteri.
Il percorso parte da Via San Paolino, toccando poi Via Galli Tassi, Via Pelleria, Via San Giorgio, Via Cesare Battisti in direzione San Frediano, quindi Via Fillungo, Piazza Anfiteatro, Via del Portico, Via della Fratta, Via della Quarquonia, Casa del Boia, Via dei Bacchettoni, Via Brunero Paoli, quindi Via dei Fossi, Via Mordini, Via Guinigi, Via Sant’ Andrea, Via Fatinelli, proseguendo per le piazze Bernardini, dei Servi, delle Trombe, sostando presso la Chiesa di San Martino, imboccando poi Via del Duomo, Via Cenami, Via Fillungo, Chiasso Barletti, con sosta alla Chiesa di San Michele, Via San Paolino, Piazzale Verdi, concludendo il percorso presso gli Spalti mura.

Trekking sulle tracce della Massa Marittima segreta.
Il percorso di Massa Marittima, in programma martedì 31 ottobre, svelerà i particolari meno conosciuti e i luoghi più suggestivi della città, come la Cattedrale, la Torre dell’Orologio, il Monumento a Garibaldi e le Fonti dell’Abbondanza.
Il percorso toccherà anche luoghi meno turistici, snodandosi ad anello dal Museo Archeologico in Piazza Garibaldi, passando per Corso della Libertà, salendo fino a Porta San Francesco. Il trekking si concluderà facendo ritorno in Piazza Garibaldi per il termine della visita.

Passeggiata nella storia da Abbadia Isola a Monteriggioni.
Monteriggioni la festa del turismo sostenibile andrà in scena domenica 29 ottobre alle ore 10 con il tour dedicato alla Via Francigena.
Il percorso a piedi proporrà una visita guidata dall’Abbazia dei SS. Salvatore e Cirino ad Abbadia Isola fino a raggiungere il Castello di Monteriggioni, dove figuranti in costume medievale accompagneranno il gruppo alla scoperta del territorio, illustrandone bellezze, personaggi storici e antiche leggende.
Lungo il percorso è previsto anche un piccolo rinfresco. All’arrivo a Monteriggioni il castellano e la sua corte daranno il benvenuto ai partecipanti e a seguire sarà possibile partecipare alla visita ai camminamenti sulla cinta muraria e al museo delle armature.

A Murlo sulle orme dei Vescovi di Siena.
Murlo il trekking urbano sarà un viaggio alla ricerca dell’urbanità attraverso i castelli di una realtà policentrica, erede di un singolare caso di Signoria ecclesiastica, durata dal 1189 al 1778.
Il tour guidato partirà martedì 31 ottobre alle ore 10 dal Castello di Murlo per raccontare la storia del feudo dei vescovi di Siena, assegnato da Papa Clemente III e dove vi erano due residenze particolari: a Murlo (amministrativa) e a Crevole (quella privata).
Quest’ultima era strategica e il Comune di Siena aveva stretto un accordo per mantenervi una guarnigione, essenziale per far funzionare il circuito delle torri di segnalazione che iniziava dal porto di Talamone.
A sua volta, la torre di Crevole era in comunicazione ottica con quella del Mangia. Dal museo di Murlo si partirà in auto verso Crevole, dove troviamo la Chiesa di Santa Cecilia, collocata su un diverticolo della Via Clodia. Al ritorno a Murlo è prevista una visita guidata all’Antiquarium di Poggio Civitate, ospitato nel “palazzone” vescovile.

A Pistoia storie, racconti e leggende lungo le vie della città.
Nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura il percorso, in programma sabato 28 e martedì 31 ottobre, offrirà un racconto della città inconsueto.
Misteri e leggende saranno il filo della storia, tra angoli di strade e palazzi, teste scolpite nella pietra e rilievi in terracotta.
L’itinerario si svilupperà da Via del Can Bianco, attraversando Piazza del Duomo, con una sosta davanti al Palazzo Comunale dove, sulla facciata, compare una testa di marmo nero sormontata da una mazza in ferro.
Forse è il ritratto di Re Musetto II di Maiorca, ucciso dal capitano pistoiese Grandonio dei Ghisilieri nel XII secolo. Si proseguirà lungo Via De’Rossi, incrociando Via Abbi Pazienza e percorrendo poi Via Sant’Andrea. Il percorso si concluderà in Piazza San Francesco.

Le tappe del percorso teatralizzato di Siena tra misteri, leggende e apparizioni.
L’itinerario di Siena, con partenza martedì 31 ottobre ogni 15 minuti dalle ore 17 in poi da Piazza del Campo, si snoderà tra arte, storia e bellezza alla ricerca degli angoli più suggestivi del centro storico di Siena.
Il percorso, per la prima volta, si ‘tinge di mistero’ grazie alle speciali apparizioni lungo il percorso dei personaggi protagonisti della storia della città.
Il tour partirà a ritmo di musica sulle note di Radio e della Banda Città del Palio che per l’occasione intratterranno i trekker dalle ore 15.
Il percorso partirà dal cuore della città, Piazza del Campo, per raccontare la storia dei gemelli Senio e Aschio e delle origini ancora misteriose di Siena.
Tappa successiva sarà Palazzo Chigi Saracini per parlare di Cerreto Ceccolini, tamburino e leggendario cronista della battaglia di Montaperti del 1260.
Il trekking proseguirà alla ricerca della Diana, mitico fiume sotterraneo ricercato per secoli dai senesi, per approfondire la conoscenza della Bella Marsilia, donna di polso, capace, si dice, di piegare perfino un sultano al suo volere.
Seguendo le leggende senesi si arriverà al pozzo del Convento del Carmine che si racconta avrebbe permesso di sentire le acque di questo fiume, ma che tante vite ha misteriosamente interrotto.
Fantasmi e sirene accompagneranno i trekker tra l’Orto Botanico e Via del Porrione fino all’incontro con un vero lupo mannaro, che farà capolino in uno dei vicoli più sorprendenti della città, il Vicolo degli Orefici.
Il tour guidato si concluderà con il racconto delle leggende legate alla battaglia di Montaperti e al campanile della Chiesa di San Giorgio, per terminare nell’antico Castellare degli Ugurgieri, a colloquio con Cecco Angiolieri.

Info Giornata Nazionale del Trekking Urbano.
La XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano rientra tra gli eventi dell’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, promosso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per informazioni è possibile contattare l’assessorato al turismo del Comune di Siena al numero 0577 – 292128/78 oppure inviare un’e-mail a trekkingurbano@comune.siena.it. Per conoscere gli itinerari proposti delle 61 città che partecipano all’edizione 2017 è possibile consultare il sito www.trekkingurbano.info, la Pagina Facebook, il Profilo Twitter e Instagram del Trekking Urbano.

 [:en]La carica dei 9 Comuni toscani si prepara a mettersi in cammino per festeggiare la XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano.
Martedì 31 ottobre Arezzo, Asciano, Grosseto, Lucca, Massa Marittima, Murlo e Siena proporranno itinerari guidati per scoprire, al ritmo lento dei passi, gli angoli più belli e suggestivi dei centri storici toscani. A Monteriggioni il tour guidato si svolgerà domenica 29 ottobre e Pistoia il trekking raddoppia con l’itinerario lungo le vie della città, in programmasabato 28 e martedì 31 ottobre.

Alla scoperta di Arezzo tra i suoi misteri e le sue leggende.
Il percorso di Arezzo partirà martedì 31 ottobre dalla Cattedrale dei Santi Pietro e Donato per andare verso corso Italia e sostare di fronte all’ attuale Biblioteca Comunale, sede del carcere cittadino fino al 1926, che ha ospitato il noto Federico Bobini detto “Gnicche”, protagonista de “Il Brigante Innamorato”.
Si proseguirà verso la parte più sconosciuta e suggestiva della città che porta verso Piazza San Lorenzo, sede dell’omonima chiesetta e luogo del ritrovamento, in circostanze a dir poco fortuite, della statua bronzea della Minerva, che è stata ospitata presso le stanze Comunali nel Palazzo Fraternita dei Laici all’interno della mostra dedicata alle più belle creazioni orafe dei nostri tempi.
L’itinerario procederà poi verso Piazza di Porta Crucifera dove si trova una riproduzione della statua della Minerva, fino a Via Francesco Crispi per poi imboccare Via Margaritone con una sosta presso il Museo Archeologico Nazionale Gaio Clinio Mecenate e l’Anfiteatro Romano, luogo di grande valore storico.
Tappe finali del tour saranno via Vittorio Veneto verso Campo di Marte fino ad arrivare al Colle del Pionta, luogo in via di riqualificazione, che ha ospitato la vecchia Cattedrale dedicata al Santo Donato e dove si potrà visitare l’ampia zona archeologica.

Trekking urbano lungo i misteri della Via Lauretana ad Asciano.
Il trekking urbano di Asciano, nello scenario delle crete senesi, racconterà la bellezza inaspettata che si trova lungo la Via Lauretana.
L’itinerario, con partenza martedì 31 ottobre alle ore 15, sarà costellato di chiese ed edicole devozionali e permetterà di risolvere enigmi di grande interesse, come quello legato all’abilissimo artista che nel ‘400 dipinse la “Natività della Vergine”, noto capolavoro destinato alla Basilica di Sant’Agata e oggi conservato presso il Museo di Palazzo Corboli.
I trekker avranno, inoltre, modo di ammirare la grande maestria che si nasconde dietro l’affresco della piccola Chiesa di San Giuseppe.

A Grosseto alla scoperta della leggenda del vitello d’oro.
Grosseto il trekking urbano, in programma martedì 31 ottobre, andrà sulle tracce della leggenda del vitello d’oro per raccontare i primi insediamenti della città maremmana.
Si narra che la divinità del vitello-toro fosse già sacra agli etruschi, sulla cui protezione facevano sicuro affidamento anche le genti della Diocesi di Roselle.
Un vero e proprio idolo simbolico protettivo durante lo spostamento della gens rosellana verso la pianura lacustre nel nuovo Castrum in loco Grossito.
Il tour racconterà il bizzarro intreccio di analogie scaturite dai racconti biblici, che rimandano all’Esodo, alle affinità geografiche dei luoghi narrati e al bovino adorato come salvatore degli Ebrei.

A Lucca a passo di trekking tra misteri e leggende.
Lucca il trekking urbano, in programma martedì 31 ottobre, racconterà storie d’amore vissute nell’oscurità degli antichi palazzi e i racconti di omicidi, con donne al centro di intrighi e misteri.
Il percorso parte da Via San Paolino, toccando poi Via Galli Tassi, Via Pelleria, Via San Giorgio, Via Cesare Battisti in direzione San Frediano, quindi Via Fillungo, Piazza Anfiteatro, Via del Portico, Via della Fratta, Via della Quarquonia, Casa del Boia, Via dei Bacchettoni, Via Brunero Paoli, quindi Via dei Fossi, Via Mordini, Via Guinigi, Via Sant’ Andrea, Via Fatinelli, proseguendo per le piazze Bernardini, dei Servi, delle Trombe, sostando presso la Chiesa di San Martino, imboccando poi Via del Duomo, Via Cenami, Via Fillungo, Chiasso Barletti, con sosta alla Chiesa di San Michele, Via San Paolino, Piazzale Verdi, concludendo il percorso presso gli Spalti mura.

Trekking sulle tracce della Massa Marittima segreta.
Il percorso di Massa Marittima, in programma martedì 31 ottobre, svelerà i particolari meno conosciuti e i luoghi più suggestivi della città, come la Cattedrale, la Torre dell’Orologio, il Monumento a Garibaldi e le Fonti dell’Abbondanza.
Il percorso toccherà anche luoghi meno turistici, snodandosi ad anello dal Museo Archeologico in Piazza Garibaldi, passando per Corso della Libertà, salendo fino a Porta San Francesco. Il trekking si concluderà facendo ritorno in Piazza Garibaldi per il termine della visita.

Passeggiata nella storia da Abbadia Isola a Monteriggioni.
Monteriggioni la festa del turismo sostenibile andrà in scena domenica 29 ottobre alle ore 10 con il tour dedicato alla Via Francigena.
Il percorso a piedi proporrà una visita guidata dall’Abbazia dei SS. Salvatore e Cirino ad Abbadia Isola fino a raggiungere il Castello di Monteriggioni, dove figuranti in costume medievale accompagneranno il gruppo alla scoperta del territorio, illustrandone bellezze, personaggi storici e antiche leggende.
Lungo il percorso è previsto anche un piccolo rinfresco. All’arrivo a Monteriggioni il castellano e la sua corte daranno il benvenuto ai partecipanti e a seguire sarà possibile partecipare alla visita ai camminamenti sulla cinta muraria e al museo delle armature.

A Murlo sulle orme dei Vescovi di Siena.
Murlo il trekking urbano sarà un viaggio alla ricerca dell’urbanità attraverso i castelli di una realtà policentrica, erede di un singolare caso di Signoria ecclesiastica, durata dal 1189 al 1778.
Il tour guidato partirà martedì 31 ottobre alle ore 10 dal Castello di Murlo per raccontare la storia del feudo dei vescovi di Siena, assegnato da Papa Clemente III e dove vi erano due residenze particolari: a Murlo (amministrativa) e a Crevole (quella privata).
Quest’ultima era strategica e il Comune di Siena aveva stretto un accordo per mantenervi una guarnigione, essenziale per far funzionare il circuito delle torri di segnalazione che iniziava dal porto di Talamone.
A sua volta, la torre di Crevole era in comunicazione ottica con quella del Mangia. Dal museo di Murlo si partirà in auto verso Crevole, dove troviamo la Chiesa di Santa Cecilia, collocata su un diverticolo della Via Clodia. Al ritorno a Murlo è prevista una visita guidata all’Antiquarium di Poggio Civitate, ospitato nel “palazzone” vescovile.

A Pistoia storie, racconti e leggende lungo le vie della città.
Nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura il percorso, in programma sabato 28 e martedì 31 ottobre, offrirà un racconto della città inconsueto.
Misteri e leggende saranno il filo della storia, tra angoli di strade e palazzi, teste scolpite nella pietra e rilievi in terracotta.
L’itinerario si svilupperà da Via del Can Bianco, attraversando Piazza del Duomo, con una sosta davanti al Palazzo Comunale dove, sulla facciata, compare una testa di marmo nero sormontata da una mazza in ferro.
Forse è il ritratto di Re Musetto II di Maiorca, ucciso dal capitano pistoiese Grandonio dei Ghisilieri nel XII secolo. Si proseguirà lungo Via De’Rossi, incrociando Via Abbi Pazienza e percorrendo poi Via Sant’Andrea. Il percorso si concluderà in Piazza San Francesco.

Le tappe del percorso teatralizzato di Siena tra misteri, leggende e apparizioni.
L’itinerario di Siena, con partenza martedì 31 ottobre ogni 15 minuti dalle ore 17 in poi da Piazza del Campo, si snoderà tra arte, storia e bellezza alla ricerca degli angoli più suggestivi del centro storico di Siena.
Il percorso, per la prima volta, si ‘tinge di mistero’ grazie alle speciali apparizioni lungo il percorso dei personaggi protagonisti della storia della città.
Il tour partirà a ritmo di musica sulle note di Radio e della Banda Città del Palio che per l’occasione intratterranno i trekker dalle ore 15.
Il percorso partirà dal cuore della città, Piazza del Campo, per raccontare la storia dei gemelli Senio e Aschio e delle origini ancora misteriose di Siena.
Tappa successiva sarà Palazzo Chigi Saracini per parlare di Cerreto Ceccolini, tamburino e leggendario cronista della battaglia di Montaperti del 1260.
Il trekking proseguirà alla ricerca della Diana, mitico fiume sotterraneo ricercato per secoli dai senesi, per approfondire la conoscenza della Bella Marsilia, donna di polso, capace, si dice, di piegare perfino un sultano al suo volere.
Seguendo le leggende senesi si arriverà al pozzo del Convento del Carmine che si racconta avrebbe permesso di sentire le acque di questo fiume, ma che tante vite ha misteriosamente interrotto.
Fantasmi e sirene accompagneranno i trekker tra l’Orto Botanico e Via del Porrione fino all’incontro con un vero lupo mannaro, che farà capolino in uno dei vicoli più sorprendenti della città, il Vicolo degli Orefici.
Il tour guidato si concluderà con il racconto delle leggende legate alla battaglia di Montaperti e al campanile della Chiesa di San Giorgio, per terminare nell’antico Castellare degli Ugurgieri, a colloquio con Cecco Angiolieri.

Info Giornata Nazionale del Trekking Urbano.
La XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano rientra tra gli eventi dell’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, promosso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per informazioni è possibile contattare l’assessorato al turismo del Comune di Siena al numero 0577 – 292128/78 oppure inviare un’e-mail a trekkingurbano@comune.siena.it. Per conoscere gli itinerari proposti delle 61 città che partecipano all’edizione 2017 è possibile consultare il sito www.trekkingurbano.info, la Pagina Facebook, il Profilo Twitter e Instagram del Trekking Urbano.

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La Toscana per la Valnerina

La Toscana per la Valnerina

[:it]Fino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

 [:en]Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, la Mortadella di Campotosto, sedano croccante, ciliegie e misticanzaFino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

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I magnifici 23 dell’olio extravergine toscano

[:it]podere-le-melie-dei-cavallini-olio-extravergine-di-oliva-toscano-olio-1La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:en]La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:]

Toscana: le aperture speciali del Fai

[:it]

Giornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:en]

DIG1415-S-GalganoGiornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:]