“Pellegrini dell’arte”: nel cuore di Toscana, biglietto “passepartout” per 21 musei

[:it]Una “Francigena dell’arte” che darà valore a una “rete” da 300.000 ingressi l’anno: dal Leonardiano di Vinci a Casa Boccaccio di Certaldo, passando per Gozzoli, Pontormo, musei del Vetro, della Ceramica, di arte sacra, di tradizioni e mestieri
Il MuDEV  Museo diffuso Empolese Valdelsa, sistema museale che mette in rete 21 musei situati su 11 Comuni nel centro della Toscana, ha da oggi un nuovo biglietto unico come strumento di accesso e promozione: un “passaporto”, denominato “Credenziale del pellegrino dell’arte / The Art Pilgrim Passport” che, sul modello di analoghe esperienze straniere, stimolerà il visitatore del singolo museo a una sorta di “pellegrinaggio dell’arte”.

Obiettivo, promuovere i musei meno noti, consolidare l’identità culturale territoriale, prolungare la permanenza nell’area, ma anche mettere le basi per un progetto più ampio di attività culturali esperienziali.
La Credenziale del pellegrino dell’arte ha un costo di 15 euro, consente di visitare 21 musei (sarebbe 52 euro il costo dei singoli ingressi) nell’arco di tempo di 365 giorni (un anno) a partire dal primo accesso.
Il biglietto potrà essere acquistato in 17 dei 21 musei della rete (quelli dotati di vera e propria biglietteria), mentre il passaggio nel museo verrà smarcato in tutti e 21 i musei della rete, grazie ad uno smartphone.

Come spiega Cinzia Compalati, direttore del Museo diffuso Empolese Valdelsa: “Con il biglietto unico l’offerta museale del MuDEV si dota di uno strumento di accesso al sistema all’altezza di questa rete museale così articolata e ricca. Il prezzo accessibile di 15 euro per il singolo e di 35 per una famiglia fino a 5 persone, unito alla durata per un anno, e alla forma di “passaporto” da vidimare ad ogni “tappa”, sono le caratteristiche principali di questo strumento.
Con la Credenziale del pellegrino dell’arte potremo sia fare emergere musei di pregio ma meno noti, che prolungare la permanenza del visitatore nell’area a beneficio di tutti i Comuni. Il biglietto unico è inoltre la base per la creazione di alcuni “percorsi immersivi” che, grazie anche ad una app audio guida geolocalizzata, permetteranno al visitatore di coniugare alla visita museale la scoperta del territorio, del paesaggio, delle eccellenze enogastronomiche e artigianali.”

“Ci muoviamo nell’orizzonte di un rinnovamento e attualizzazione del concetto di “museo diffuso” teorizzato da Georges Henri Riviére e Hugues de Varine nel 1971 – spiega ancora Cinzia Compalati – Il MuDEV vuole valorizzare i propri beni culturali intesi come territorio (concetto che si sostituisce al museo inteso come immobile), patrimonio (che sostituisce la alla collezione), e comunità (che prende il posto del pubblico), coinvolgendo nelle pratiche museali sia i residenti che i turisti. Un coinvolgimento relazionale per parlare a pubblici diversi, anche quelli che non frequentano i musei e gli ambiti culturali. Il biglietto unico, la strategia di promozione sui social network, i prossimi percorsi esperienziali e le iniziative in programma vanno in questa direzione.”

Per Giacomo Cucini, Sindaco delegato alla Cultura e al Turismo per l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa: “Il biglietto unico è il primo significativo traguardo del lavoro di coordinamento Museale unitario che tutti gli 11 Comuni dell’Unione volevano da tempo e che si è concretizzato in questo mandato amministrativo, ma al tempo stesso il lancio di una nuova strategia culturale di area in parallelo al coordinamento di “Toscana nel cuore” per la promozione turistica. Obiettivi sul fonte museale sono la promozione congiunta e vicendevole dei musei e la creazione di una “comunità culturale”, composta sia dai residenti che dai turisti, che tramite i beni culturali riscopra l’appartenenza a un territorio e ne apprezzi fino in fondo la sua unicità e valore”.

L’iniziativa, che sarà in fase sperimentale per tre mesi, nasce nell’ambito del progetto Valore Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in collaborazione con la professionista da esso assegnata, l’architetto Giada Cerri.
Il sistema di gestione del biglietto unico è stato realizzato dall’azienda Space di Prato del gruppo ETT Solutions specializzata nella innovazione tecnologica applicata all’arte e alla cultura.

Parallelamente all’emissione del biglietto unico sono stati anche creati i canali social del MuDEV che è presente ora su:
Facebook www.facebook.com/mudevmuseodiffuso  (#MuDEV)
Instagram www.instagram.com/mudevmuseodiffuso  (#MuDEV)
YouTube http://bit.ly/youtubemudev[:en]Una “Francigena dell’arte” che darà valore a una “rete” da 300.000 ingressi l’anno: dal Leonardiano di Vinci a Casa Boccaccio di Certaldo, passando per Gozzoli, Pontormo, musei del Vetro, della Ceramica, di arte sacra, di tradizioni e mestieri
Il MuDEV  Museo diffuso Empolese Valdelsa, sistema museale che mette in rete 21 musei situati su 11 Comuni nel centro della Toscana, ha da oggi un nuovo biglietto unico come strumento di accesso e promozione: un “passaporto”, denominato “Credenziale del pellegrino dell’arte / The Art Pilgrim Passport” che, sul modello di analoghe esperienze straniere, stimolerà il visitatore del singolo museo a una sorta di “pellegrinaggio dell’arte”.

Obiettivo, promuovere i musei meno noti, consolidare l’identità culturale territoriale, prolungare la permanenza nell’area, ma anche mettere le basi per un progetto più ampio di attività culturali esperienziali.
La Credenziale del pellegrino dell’arte ha un costo di 15 euro, consente di visitare 21 musei (sarebbe 52 euro il costo dei singoli ingressi) nell’arco di tempo di 365 giorni (un anno) a partire dal primo accesso.
Il biglietto potrà essere acquistato in 17 dei 21 musei della rete (quelli dotati di vera e propria biglietteria), mentre il passaggio nel museo verrà smarcato in tutti e 21 i musei della rete, grazie ad uno smartphone.

Come spiega Cinzia Compalati, direttore del Museo diffuso Empolese Valdelsa: “Con il biglietto unico l’offerta museale del MuDEV si dota di uno strumento di accesso al sistema all’altezza di questa rete museale così articolata e ricca. Il prezzo accessibile di 15 euro per il singolo e di 35 per una famiglia fino a 5 persone, unito alla durata per un anno, e alla forma di “passaporto” da vidimare ad ogni “tappa”, sono le caratteristiche principali di questo strumento.
Con la Credenziale del pellegrino dell’arte potremo sia fare emergere musei di pregio ma meno noti, che prolungare la permanenza del visitatore nell’area a beneficio di tutti i Comuni. Il biglietto unico è inoltre la base per la creazione di alcuni “percorsi immersivi” che, grazie anche ad una app audio guida geolocalizzata, permetteranno al visitatore di coniugare alla visita museale la scoperta del territorio, del paesaggio, delle eccellenze enogastronomiche e artigianali.”

“Ci muoviamo nell’orizzonte di un rinnovamento e attualizzazione del concetto di “museo diffuso” teorizzato da Georges Henri Riviére e Hugues de Varine nel 1971 – spiega ancora Cinzia Compalati – Il MuDEV vuole valorizzare i propri beni culturali intesi come territorio (concetto che si sostituisce al museo inteso come immobile), patrimonio (che sostituisce la alla collezione), e comunità (che prende il posto del pubblico), coinvolgendo nelle pratiche museali sia i residenti che i turisti. Un coinvolgimento relazionale per parlare a pubblici diversi, anche quelli che non frequentano i musei e gli ambiti culturali. Il biglietto unico, la strategia di promozione sui social network, i prossimi percorsi esperienziali e le iniziative in programma vanno in questa direzione.”

Per Giacomo Cucini, Sindaco delegato alla Cultura e al Turismo per l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa: “Il biglietto unico è il primo significativo traguardo del lavoro di coordinamento Museale unitario che tutti gli 11 Comuni dell’Unione volevano da tempo e che si è concretizzato in questo mandato amministrativo, ma al tempo stesso il lancio di una nuova strategia culturale di area in parallelo al coordinamento di “Toscana nel cuore” per la promozione turistica. Obiettivi sul fonte museale sono la promozione congiunta e vicendevole dei musei e la creazione di una “comunità culturale”, composta sia dai residenti che dai turisti, che tramite i beni culturali riscopra l’appartenenza a un territorio e ne apprezzi fino in fondo la sua unicità e valore”.

L’iniziativa, che sarà in fase sperimentale per tre mesi, nasce nell’ambito del progetto Valore Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in collaborazione con la professionista da esso assegnata, l’architetto Giada Cerri.
Il sistema di gestione del biglietto unico è stato realizzato dall’azienda Space di Prato del gruppo ETT Solutions specializzata nella innovazione tecnologica applicata all’arte e alla cultura.

Parallelamente all’emissione del biglietto unico sono stati anche creati i canali social del MuDEV che è presente ora su:
Facebook www.facebook.com/mudevmuseodiffuso  (#MuDEV)
Instagram www.instagram.com/mudevmuseodiffuso  (#MuDEV)
YouTube http://bit.ly/youtubemudev[:]

La Toscana per la Valnerina

La Toscana per la Valnerina

[:it]Fino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

 [:en]Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, la Mortadella di Campotosto, sedano croccante, ciliegie e misticanzaFino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

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I magnifici 23 dell’olio extravergine toscano

[:it]podere-le-melie-dei-cavallini-olio-extravergine-di-oliva-toscano-olio-1La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:en]La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:]

Toscana: le aperture speciali del Fai

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Giornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:en]

DIG1415-S-GalganoGiornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:]

Toscana: Feste di Natale e dintorni per tutti i gusti

Toscana: Feste di Natale e dintorni per tutti i gusti

di Nadia Fondelli – Dove andare e cosa fare di interessante in Toscana durante le feste di Natale e fine anno? Tanti ce lo chiedono e districarsi fra occasioni vere e falsità commerciali non è facile.
Ecco allora una selezione speciale per voi fra tradizione, folklore, storia e valori veri.

La tradizione a tavola
7eea64522bbd64bb8032a5f30b95a2beIniziamo dalla vigilia,
24 dicembre che sarà speciale a Londa, cuore dell’Appennino toscano a solo mezz’ora di auto da Firenze, dove andrà in scena una tradizione unica che non ha uguali: la festa del Fusigno.
S’inizia alle 21 con la settima edizione del
presepe vivente – uno dei più suggestivi di Toscana – che si snoda sul greto del fiume Rincine, nel parco fluviale con oltre 100 figuranti.
Poi dopo la Messa di Natale, alle 23 penderà il via la festa del Fusigno vera e propria.
Due grandi falò illumineranno e riscalderanno gli astanti mentre si arrostisce di “Bardiccio”, la tipica salsiccia londese di cui molti (troppi) in questi anni se ne sono assunti la progenitura in tutta la Valdisieve.
Ma la festa del Fusigno – il termine deriva da “smangiucchiare” insieme nel dopocena davanti al focolare – che si svolge da oltre 50 anni rimette la cose a posto e con la sua storicità conferma che il
Bardiccio è nato a Londa nel dopoguerra quando la produzione e l’allevamento dei maiali reggeva l’economia locale e vedeva affluire nel paese durante le due feste (fiera calda e fiera fredda) migliaia di maiali e che venivano acquistati dai tanti che arrivavano dalla Toscana e dalla vicina Emilia Romagna.
Del resto Londa è l’unico paese che al bardiccio dedica una festa!

Presepi artistici
100presepiTantissimi. Di ogni fatta e storicità. Dalla Lunigiana alla Maremma passando per Garfagnana, pistoiese, fiorentino, pisano, senese e aretino. ecco una selezione.
Col presepe si scopre non solo la religiosità del Natale ma anche i luoghi, l’arte e la storia di tante comunità.
Castelfiorentino (Fi) si caratterizza per un grande presepe in bicicletta che si illumin pedalando e che affianca quello meteorologico molto tecnologico. Aperta fino all’8 gennaio sabato, domenica e festivi dalle 15 alle 19,30.
A
Cerreto Guidi (Fi) è la più grande rappresentazione italiana realizzata all’uncinetto che si affianca alle altre cento rappresentazioni visibili nel centro storico tra i quali un presepe all’interno del campanile. Fino all’8 gennaio con orario 9-20.
Coreglia Antelminelli (Lu) microscopico paese montano della Garfagnana famoso come terra delle figure di gesso ospita presepi in sughero e terracotta provenienti dalla Sicilia che incontrano la produzione locale di gesso e cartapesta. Visibile il 26 dicembre e 5-6 gennaio, ore 10-18.
A Baggio (Pt) cuore della montagna pistoiese la passione dei pochi abitanti del luogo offre più presepi che abitanti. Oltre cento rappresentazioni all’aperto allestite nelle viuzze del paese. Sempre visitabile fino all’8 gennaio.
Campi Bisenzio (Fi) ospita una riproduzione a grandezza naturale di una borgata di Betlemme situata su due piani all’aperto. Ricerca della fedeltà agli elementi storico-biblici le caratteristiche. Aperto fino al 2 febbraio: giorni feriali 15,30-19, giorni festivi anche 12-13.
Cigoli (Pi) vanta una delle più grandi rappresentazioni tecnologiche italiane con i suoi 100 metri quadri! Aperto fino all’8 gennaio, tutti i giorni con orario 9,30 -12,30 e 14,30 -19,30.
Fucecchio (Fi) uun grande elettromeccanico con 200 personaggi in oltre 60 metri quadri con un ciclo di 11 minuti giorno/notte e voce guida. Aperto fino al 6 gennaio. Prefestivi e festivi 9-12,30 e 15-19,30. Feriali 15-19. Chiuso il lunedì.
Convalle di Pescaglia (Lu) suggestivo presepe in grotta fra il freddo dell’inverno della Garfagnana. Orario festivi 10-19, feriale su appuntamento.
Castelnuovo Valdicecina (Pi) da non perdere il caratteristico presepe nel soffione costituito da statue di terracotta create da un artigiano locale che prendono forma in uno scenario unico. Sempre visitabile dall’esterno del percorso.

Presepi Viventi
filattiera_2015_01Moltissime rappresentazioni da non perdere che mescolano storicità religiosa con quella locale. Scenari imperdibili e in alcuni casi unici e irripetibili altrove.
Le Ville di Monterchi (Ar)
E’ tra i più grandi presepi viventi italiani con oltre 300 figuranti, 57 scene e oltre un chilometro di percorso! Si svolge il 25 e 26 dicembre, il 1° e 6 gennaio 2017 dalle 17,15 alle 19,30
Castelfranco di Sotto (Pi)
Nel centro storico oltre cento figuranti danno vita a una suggestiva rappresentazione ambientata all’anno zero.
Si svolge in due parti il 23 dicembre alle ore 21 e il 24 dicembre a partire dalle ore 22,30.
Ruota, Capannori (LU) pendici Monte Serra
In un delizioso borgo si svolge una rappresentazione in costume ambientata ai tempi di Gesù. Si svolge il 26 dicembre dalle 13,30 alle 19. con navetta da Pieve di Compito e Colle di Compito.
San Miniato Basso (Pi)
Corteo con oltre 200 figuranti, dal centro del paese alla piazza della chiesa dove sono allestite, molte scene della Palestina al tempo di Gesù. Rappresentazioni: 26 dicembre e 6 gennaio ore 16,30
Fonte Vetriana, Sarteano (Si)
Il presepe vivente si svolge in vere e proprie grotte, già abitate nell’Età del Bronzo in un luogo che è presepe tutto l’anno immerso com’è nel magnifico scenario della Valdichiana. In ogni grotta vengono allestiti i mestieri sempre visitabili. Il 26 dicembre la rappresentazione con i 18 figuranti che abitano il paese e quelli dei dintorni.
Pescia (Pt)
Il fiume che porta il nome del paese fa da scena a una delle più suggestive rappresentazioni toscane ambientate al tempo di San Francesco con oltre 200 figuranti. Si svolge il 6 gennaio alle ore 15. Nel centro storico è allestita anche la via dei presepi con oltre 40 postazioni aperta fino al 6 gennaio.

Musei aperti e non solo….
5256e922-f263-4b2d-96a6-0962b9aa3a19Il meteo dice che il Natale e il Santo Stefano ci riservano bel tempo e temperature mite perfette per godersi le città e le gite fuori porta.
Firenze, che rimane una delle mete predilette renderà possibile la visita al museo di Palazzo Vecchio che sarà aperto in via straordinaria fino alle 23 quasi tutti i giorni nel periodo natalizio, ad eccezione del 24 e 31 dicembre, quando sarà aperto dalle 9 alle 19, e del primo gennaio, quando sarà aperto dalle 14 alle 19.

Aperture straordinarie il 26 dicembre il 2 gennaio anche per la Galleria dell’Accademia chiusa invece a Natale e Capodanno e con orario ridotto (fino alle 18) il 24 e 31 dicembre.

Per Bargello e Cappelle Medicee invece apertura straordinaria il 2 e l’8 gennaio, mentre il 26 dicembre sarà prolungato l’orario di apertura.
Per Santo Stefano sarà aperto anche Palazzo Davanzati e, grazie agli Amici dei musei, Orsanmichele, visitabile anche il 2 gennaio. Invece il museo di Casa Martelli resterà chiuso al pubblico dal 29 dicembre al 4 gennaio.

Aperture straordinarie anche per l’Accademia di Belle Arti di Carrara, le aree archeologiche di Vetulonia, nel comune di Castiglione della Pescaia (Grosseto),di Roselle e di quella del Sodo e Tomba di Camucia, a Cortona (Arezzo) il 26 dicembre e a Capodanno.

E per chi avrà tortellini, capponi e panettoni sullo stomaco e la voglia di smaltirli la parola d’ordine è movimento! 
christmas-sport-day-a-galzignano-termeEh sì perché mediamente un pranzo (o il Cenone) delle feste contiene circa 2000 calorie. In un solo pasto quello che è il fabbisogno giornaliero se siamo attenti!
Basti pensare che una fetta di panettone classico ad esempio, conta 330 calorie, una fetta di un panettone al cioccolato 401 e una di pandoro 430. La fregatura è la seconda fetta perché in un battibaleno si arriva a superare le 700 calorie…
Andando nei dettagli calorici del menù delle feste…
antipasti: salumi e affettati misti con pane: 300 calorie circa, tartine al salmone: 200 calorie a porzione;
primi piatti: tortellini in brodo: 480 calorie, tortellini alla panna: 590 calorie, lasagne: 680 calorie, cannelloni 900 calorie;
secondi piatti: bollito misto: 370 calorie, arrosto di vitello farcito: 560 calorie, cappone: 300 calorie per 100 gr, arrosto di arista: 330 calorie, capitone fritto: 450 calorie per 100 gr;
frutta secca: noci, nocciole, mandorle, etc…600 calorie per 100 grammi
dolci: già detto dei classici panettone e pandoro aggiungiamo il torrone con 460 calorie per 100 gr
vino: bianco o rosso da pasto 70 calorie per bicchiere, bollicine 95 calorie per bicchiere
Doveroso quindi muoversi, muoversi e muoversi ma che attività scegliere?
Fitwalking. Ovvero camminare, velocemente e a lungo. Per buttare giù una fetta di panettone serviranno un paio d’ore di camminata veloce indipendentemente dai chilometri che riuscite a percorrere. Se avete un buon passo alla fine delle due ore potreste avere fatti 12. E’ regola generale che si possa perdere mezza caloria moltiplicata per il proprio peso ad ogni chilometro.
Correre. Preferibilmente senza esagerare con la velocità. Qui le calorie consumate raddoppiano ad ogni chilometro. Quindi potrebbe bastare per ogni fetta di panettone un’oretta di corsa a 6-6,5 km orari.
Fare sesso. Sì ma ininterrottamente per almeno un’oretta. Non proprio facilissimo…
Andare in bicicletta. Un’ora di bicicletta a ritmo medio può farconsumare dalle 300 alle 600 calorie.
Ballare. Per esempio con la zumba e i suoi simili. In un’ora si consumano dalle 390 alle 550 calorie.
Dunque un’ora o due di attività fisica a vostra scelta per ogni fetta di panettone non ve la toglie nessuno.

 

Montespertoli: tutto il meglio in mostra

[:it]montespertoli_piazzadi redazione – Le eccellenze agroalimentari di Montespertoli saranno in mostra in occasione della grande festa “Pane, olio, vino novello e tartufo” che si terrà nel borgo toscano tra il 6 e il 13 novembre.

Tante iniziative per promuovere i prodotti della terra che rappresentano il principale motore dell’economia montespertolese. Due gli appuntamenti principali, domenica 6 e domenica 13 novembre, con gli stand e il mercato in piazza del Popolo, durante i quali presso i tanti stand allestiti sarà possibile degustare e acquistare i prodotti a filiera corta delle aziende: olio nuovo, pane, vino novello, vin santo, tartufo, formaggi, salumi, miele, marmellate, caldarroste e molto altro.

L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Comune, Consorzio turistico, associazione Grani Antichi di Montespertoli e associazione Produttori delle Colline del Chianti, e vede la partecipazione di circa 20 aziende del territorio. “Da quest’anno abbiamo deciso di ripartire da zero, dal basso, coinvolgendo direttamente i produttori e concentrandoci sulle produzioni che caratterizzano maggiormente il nostro territorio per qualità ed eccellenza – afferma il sindaco di Montespertoli, Giulio Mangani – Per esempio il grano antico, in assoluta crescita in termini di fatturato e di numero di aziende. O come il tartufo, presente nelle nostre aree con produzioni tra le migliori in termini di qualità, ma in realtà poco conosciute.

Questa manifestazione vuole dunque dare maggiore visibilità a tutto ciò che produce ricchezza nel territorio”. Si inizia la mattina alle 9.30 e si chiude alle 20 di sera, per due giorni no stop all’insegna del buon cibo, durante i quali sarà possibile sedersi nelle aree attrezzate per pranzare con i prodotti a chilometro zero di Montespertoli. Ci sarà anche uno stand dedicato ai grani antichi autoctoni, riscoperti negli ultimi anni nel territorio montespertolese grazie anche al contributo dell’Università di Firenze. Un mercato che sta prendendo sempre più piede nel territorio e che è diventato una delle produzioni d’eccellenza per Montespertoli, frutto del felice connubio tra innovazione e tradizione.

Per l’occasione, l’associazione Grani Antichi di Montespertoli illustrerà agli interessati il progetto ideato e portato avanti in questi anni. Oltre ai prodotti derivati dai grani antichi, ci saranno anche gli stand dei produttori di pane, grazie al coinvolgimento dei forni presenti a Montespertoli. “Presenteremo nelle due domeniche – aggiunge Diego Tomasulo, presidente dell’Associazione Produttori delle Colline del Chianti – i prodotti di eccellenza dell’autunno, tra cui il tartufo bianco pregiato e il vino novello, le cui produzioni quest’anno hanno riscontrato proprietà organolettiche di qualità assoluta. Dal 2017 i nostri prodotti saranno certificati dal nostro marchio con la certificazione di un prodotto buono e genuino fatto sul nostro territorio”. Durante le due domeniche sono previsti anche momenti dedicati ai bambini con l’intrattenimento a cura dell’associazione “La lepre pazza”, il 6 novembre dalle ore 16, e con la bottega di Geppetto dell’associazione “Fantulin”, il 13 novembre dalle ore 15.

Inoltre, per l’intera giornata del 6 e del 13 novembre i negozi del centro resteranno aperti. Tra le iniziative collaterali alla festa, di particolare rilievo il progetto “OlioNostro”, giunto alla terza edizione, che vede il coinvolgimento degli studenti dell’Istituto comprensivo “Don Milani”. “È un progetto che punta sullo sviluppo della cultura dei buoni prodotti locali, per questo sono coinvolti i bambini – spiega Graziano Giotti, rappresentante della Croce d’Oro che partecipa al progetto – È un modo per riappropriarsi di esperienze e conoscenze perdute o che rischiano di perdersi. Intorno all’olio, prodotto identitario, si ricostruisce la nostra cultura e si rinsalda la nostra tradizione”. Dopo aver effettuato nei giorni scorsi la raccolta delle olive sui circa mille ulivi presenti nei parchi urbani e di proprietà del Comune, i “giovanissimi contadini” assisteranno alle fasi di lavorazione nel frantoio il 7 novembre e in seguito realizzeranno l’etichetta delle bottiglie di OlioNostro che saranno vendute il 12 novembre alle ore 16.30 presso il Palazzo comunale in Piazza del Popolo 1, in occasione dell’inaugurazione della mostra dei disegni fatti dagli studenti “Il filo…dell’olio”, e durante la fiera di domenica 13. L’incasso dell’iniziativa verrà devoluto alla Repubblica del Saharawi, mentre la mostra rimarrà visitabile fino al 18 novembre.[:en]montespertoli_piazzadi redazione – Le eccellenze agroalimentari di Montespertoli saranno in mostra in occasione della grande festa “Pane, olio, vino novello e tartufo” che si terrà nel borgo toscano tra il 6 e il 13 novembre.

Tante iniziative per promuovere i prodotti della terra che rappresentano il principale motore dell’economia montespertolese. Due gli appuntamenti principali, domenica 6 e domenica 13 novembre, con gli stand e il mercato in piazza del Popolo, durante i quali presso i tanti stand allestiti sarà possibile degustare e acquistare i prodotti a filiera corta delle aziende: olio nuovo, pane, vino novello, vin santo, tartufo, formaggi, salumi, miele, marmellate, caldarroste e molto altro.

L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Comune, Consorzio turistico, associazione Grani Antichi di Montespertoli e associazione Produttori delle Colline del Chianti, e vede la partecipazione di circa 20 aziende del territorio. “Da quest’anno abbiamo deciso di ripartire da zero, dal basso, coinvolgendo direttamente i produttori e concentrandoci sulle produzioni che caratterizzano maggiormente il nostro territorio per qualità ed eccellenza – afferma il sindaco di Montespertoli, Giulio Mangani – Per esempio il grano antico, in assoluta crescita in termini di fatturato e di numero di aziende. O come il tartufo, presente nelle nostre aree con produzioni tra le migliori in termini di qualità, ma in realtà poco conosciute.

Questa manifestazione vuole dunque dare maggiore visibilità a tutto ciò che produce ricchezza nel territorio”. Si inizia la mattina alle 9.30 e si chiude alle 20 di sera, per due giorni no stop all’insegna del buon cibo, durante i quali sarà possibile sedersi nelle aree attrezzate per pranzare con i prodotti a chilometro zero di Montespertoli. Ci sarà anche uno stand dedicato ai grani antichi autoctoni, riscoperti negli ultimi anni nel territorio montespertolese grazie anche al contributo dell’Università di Firenze. Un mercato che sta prendendo sempre più piede nel territorio e che è diventato una delle produzioni d’eccellenza per Montespertoli, frutto del felice connubio tra innovazione e tradizione.

Per l’occasione, l’associazione Grani Antichi di Montespertoli illustrerà agli interessati il progetto ideato e portato avanti in questi anni. Oltre ai prodotti derivati dai grani antichi, ci saranno anche gli stand dei produttori di pane, grazie al coinvolgimento dei forni presenti a Montespertoli. “Presenteremo nelle due domeniche – aggiunge Diego Tomasulo, presidente dell’Associazione Produttori delle Colline del Chianti – i prodotti di eccellenza dell’autunno, tra cui il tartufo bianco pregiato e il vino novello, le cui produzioni quest’anno hanno riscontrato proprietà organolettiche di qualità assoluta. Dal 2017 i nostri prodotti saranno certificati dal nostro marchio con la certificazione di un prodotto buono e genuino fatto sul nostro territorio”. Durante le due domeniche sono previsti anche momenti dedicati ai bambini con l’intrattenimento a cura dell’associazione “La lepre pazza”, il 6 novembre dalle ore 16, e con la bottega di Geppetto dell’associazione “Fantulin”, il 13 novembre dalle ore 15.

Inoltre, per l’intera giornata del 6 e del 13 novembre i negozi del centro resteranno aperti. Tra le iniziative collaterali alla festa, di particolare rilievo il progetto “OlioNostro”, giunto alla terza edizione, che vede il coinvolgimento degli studenti dell’Istituto comprensivo “Don Milani”. “È un progetto che punta sullo sviluppo della cultura dei buoni prodotti locali, per questo sono coinvolti i bambini – spiega Graziano Giotti, rappresentante della Croce d’Oro che partecipa al progetto – È un modo per riappropriarsi di esperienze e conoscenze perdute o che rischiano di perdersi. Intorno all’olio, prodotto identitario, si ricostruisce la nostra cultura e si rinsalda la nostra tradizione”. Dopo aver effettuato nei giorni scorsi la raccolta delle olive sui circa mille ulivi presenti nei parchi urbani e di proprietà del Comune, i “giovanissimi contadini” assisteranno alle fasi di lavorazione nel frantoio il 7 novembre e in seguito realizzeranno l’etichetta delle bottiglie di OlioNostro che saranno vendute il 12 novembre alle ore 16.30 presso il Palazzo comunale in Piazza del Popolo 1, in occasione dell’inaugurazione della mostra dei disegni fatti dagli studenti “Il filo…dell’olio”, e durante la fiera di domenica 13. L’incasso dell’iniziativa verrà devoluto alla Repubblica del Saharawi, mentre la mostra rimarrà visitabile fino al 18 novembre.
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