Non c’è due senza tre: Giovanni Manetti confermato alla guida del Consorzio Vino Chianti Classico

Non c’è due senza tre: Giovanni Manetti confermato alla guida del Consorzio Vino Chianti Classico

Nell’anno del Centenario del Consorzio vitivinicolo più antico d’Italia, Giovanni Manetti viene acclamato Presidente per la terza volta. Nel segno della continuità anche la scelta dei vice-presidenti: rieletti Francesco Colpizzi e Sergio Zingarelli.

Il tris di Giovanni Manetti

Il 9 settembre del 2021 Giovanni Manetti, classe ’63, chiantigiano Doc, era stato confermato Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico per il secondo mandato (triennale).
Nello stesso giorno del 2024 Manetti viene nuovamente acclamato, per la terza volta, per un altro triennio, alla guida del Consorzio, in un anno molto particolare per l’ente, quello del suo Centenario.
La nomina è avvenuta ieri da parte del neo-eletto Consiglio di Amministrazione che ha deciso, all’unanimità, di affidare nuovamente al proprietario della nota azienda chiantigiana Fontodi di Panzano, il delicato compito di condurre il Consorzio, e dare così continuità ad una visione strategica, che, negli ultimi anni, ha portato la denominazione Chianti Classico a crescere in notorietà, prestigio e valore.
La passione per il mondo del vino di Giovanni Manetti, che ama ancor oggi definirsi viticoltore-artigiano, Cavaliere del Lavoro dal 2021, lo ha portato a viverne molteplici aspetti, da tecnico, da imprenditore e da partecipante attivo alla vita della denominazione, come membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio dal 1992, in veste di Vice Presidente dal 2012 ed infine di Presidente dal 2018.
Questa esperienza varia e matura ha accolto il pieno consenso delle differenti categorie, rappresentate nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio (viticoltori, vinificatori, imbottigliatori), le quali hanno ribadito la loro fiducia nell’approccio strategico promosso da Manetti, basato sulla ulteriore valorizzazione della denominazione del Gallo Nero, attraverso una continua ricerca della qualità del prodotto, fatta di autenticità e territorialità, migliorandone il posizionamento e l’immagine sui mercati nazionale e internazionale.

Giovanni Manetti

Le Uga, la Gran Selezione e il traguardo Unesco

Sotto la Presidenza Manetti sono stati raggiunti importanti traguardi per la  valorizzazione della denominazione, vedi per esempio la recente introduzione delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) nel disciplinare di produzione e l’aumento della quota minima di uve Sangiovese per la tipologia Gran Selezione (dall’80 al 90%), con il divieto di utilizzare, per questo vino, i vitigni internazionali.
Altri progetti sono stati avviati e/o sono in divenire, dal percorso verso il riconoscimento Unesco, al lavoro su un protocollo di sostenibilità per il futuro della denominazione: progetti frutto di quella lungimiranza che ha da sempre contraddistinto lo spirito di chi ha amministrato il Consorzio, a partire da quel lontano 1924, quando i 33 padri fondatori ebbero la geniale idea di associare un simbolo visivo al prodotto che volevano tutelare e promuovere, scegliendo il Gallo Nero come emblema del vino Chianti Classico.
“Sono stato chiamato a rinnovare la disponibilità a guidare questo prestigioso Consorzio e sono molto contento della fiducia che tutta la compagine sociale nuovamente mi accorda.” – ha commentato Giovanni Manetti – “Accetto quindi volentieri questo impegno e, con rinnovato entusiasmo, spero di poter guidare il Consorzio e le nostre aziende socie per un altro triennio.
Molte sono le sfide che ci attendono nei prossimi anni, per cui mi auguro di poter continuare con successo la strada intrapresa, contribuendo al consolidamento e alla valorizzazione ulteriore di una delle eccellenze del mondo vitivinicolo italiano e internazionale.
Vorrei infine ringraziare i consiglieri che mi hanno affiancato fino ad oggi, coloro che sono stati riconfermati ma anche i nuovi eletti che sicuramente porteranno nuova linfa vitale e nuove idee in seno al nostro CdA.
Un ringraziamento particolare lo rivolgo poi a tutti i viticoltori chiantigiani: è grazie a loro, infatti, se la nostra denominazione continua ad affermarsi e a crescere a livello mondiale. Ringrazio tutti, infine, per continuare a credere nella “casa comune”, che è il nostro Consorzio. La coesione  è infatti, come più volte ho sottolineato, uno dei punti di forza della nostra denominazione: uniti si vince.”

Sergio Zingarelli, foto Canio Romaniello

I vicepresidenti e il consiglio d’amministrazione

Il Consorzio negli ultimi anni ha sempre più acquisito consapevolezza del legame indissolubile che esiste fra un prodotto d’eccellenza e il suo territorio di produzione.
Nel programma del prossimo triennio avranno infatti un ruolo prioritario l’avanzamento dell’iter per la candidatura Unesco del Chianti Classico come paesaggio culturale; il proseguimento delle attività del Distretto Rurale del Chianti, d’intesa con i Comuni del territorio; la ricerca agronomica sul territorio, anche per poter meglio fronteggiare, nel corso del tempo, i cambiamenti climatici; la promozione del progetto Unità Geografiche Aggiuntive, come strumento di amplificazione del binomio vino-territorio; e infine lo studio e lo sviluppo di un protocollo di sostenibilità che possa aiutare a preservare il nostro patrimonio – il vino Chianti Classico e il suo territorio di produzione – per le generazioni future.
Insieme a Giovanni Manetti, alla guida del Consorzio, sono stati confermati come Vice Presidenti Francesco Colpizzi e Sergio Zingarelli.
Il Consiglio di Amministrazione, eletto il 27 giugno, è composto da Laura Bianchi (Castello di Monsanto), Luigi Giovanni Cappellini (Castello di Verrazzano), Sebastiano Capponi (Conti Capponi – Villa Calcinaia), Alessandra Casini Bindi Sergardi (Bindi Sergardi), Andrea Cecchi (Cecchi), Francesco Colpizzi (Fattoria Toscanella), Duccio Corsini (Principe Corsini – Villa Le Corti), Renzo Cotarella (Antinori), Simone François (Castello di Querceto), Angela Fronti (Istine), Giovanni Manetti (Fontodi), Tommaso Marrocchesi Marzi (Tenuta di Bibbiano), Alessandro Marzotto (Lamole di Lamole), Nicolò Mascheroni Stianti (Castello di Volpaia), Filippo Mazzei (Marchesi Mazzei), Giovanni Poggiali (Fèlsina), Enrico Pozzesi (Rodano), Francesco Ricasoli (Ricasoli), Francesco Rossi Ferrini (La Sala del Torriano), Sandro Sartor (Ruffino), Sergio Zingarelli (Rocca delle Macìe).

Chianti Classico Expo. I vini del Gallo Nero scendono in piazza a Greve in Chianti

Chianti Classico Expo. I vini del Gallo Nero scendono in piazza a Greve in Chianti

Settembre mese in cui si festeggia la vendemmia e in tutti i territorio d’Italia lo si fa con grandi feste come quelle del Piemonte col Barbera d’Asti e la Vendemmia Reale di Torino.
Quella che si celebra la prima settimana di settembre in Toscana a Greve in Chianti è davvero speciale perché è
l’unica manifestazione che porta in piazza i produttori di tutti i comuni del Chianti Classico per sottolineare i valori di unità, coesione, compattezza che derivano dal lavoro di condivisione di una storica sinergia.

Greve in Chianti durante l’Expo


Una manifestazione longeva che racconta il Chianti Classico

Un percorso istituzionale, nato dalla collaborazione tra le amministrazioni comunali, le attività economiche e produttive fiorentine e senesi, che da 52 anni promuove un grande territorio, reso dinamico, vitale e competitivo dalle sue stesse tradizioni ispirate dal senso di comunità, le sue culture sostenibili aperte all’innovazione, le sue risorse paesaggistiche, sintesi armoniosa di storia e bellezza, le sue produzioni autentiche orientate alla biodiversità.
Scende in piazza, da giovedì 5 a domenica 8 settembre, ad arricchire e testimoniare il patrimonio fortemente identitario del Chianti, la cinquantaduesima edizione dell’Expo Chianti Classico, l’appuntamento più importante legato e dedicato al mondo del vino chiantigiano, promosso e organizzato dal Comune di Greve in Chianti in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico.


Grandi numeri: 64 produttori, 150 etichette e oltre 20.000 visitatori

“Non è mai scontato ed è sempre ambizioso l’obiettivo che intendiamo realizzare ogni volta che decidiamo di raccontare il nostro territorio ad una sola voce, con il canto del Gallo Nero, – dichiara il sindaco Paolo Sottani – i risultati degli anni passati, l’ultimo dei quali si è attestato sui 20.000 visitatori in poco meno di 4 giorni, confermano il successo di questa formula culturale ed enogastronomica che si propone di creare un’occasione speciale in un luogo storico che rappresenta la vitalità culturale ed economica di Greve in Chianti. L’Expo del Chianti Classico genera di fatto un incontro internazionale in un piccolo comune a vocazione turistica della Toscana, un contatto diretto tra i produttori e i consumatori e un confronto tra gli stessi viticoltori, custodi insostituibili delle nostre colline, di quella ricchezza naturalistica che oggi possiamo considerare unica al mondo grazie anche alla loro opera di valorizzazione, promozione e sviluppo economico”.
L’omaggio che l’amministrazione comunale e il Consorzio Vino Chianti Classico dedicano ad uno degli eventi più significativi e longevi del territorio accoglie 64 produttori del Chianti Classico di area fiorentina e senese e 80 etichette del Chianti Classico, riuniti nel padiglione collettivo, per un numero complessivo di vini presente in piazza pari a circa 150 diverse etichette da degustare.
Il valore aggiunto di una delle manifestazioni toscane più attese dell’anno è l’organizzazione di un ricco programma di iniziative artistiche, culturali ed eventi legati al mondo del vino e non solo.
“Il carnet, particolarmente vario, che propone degustazioni guidate, momenti musicali, sfilate, incontri culturali, presentazione di libri – specifica l’assessore al Turismo Giulio Saturnini – ha puntato anche ad incrementare le occasioni di approfondimento dedicate ai vini e gli oli del nostro territorio con sette degustazioni guidate da tecnici e sommelier nella sala consiliare del Comune e in piazza”.
Tra i nomi degli esperti spiccano quelli di Roberto Rappuoli, Valentino Tesi e Leonardo Romanelli. “I focus – continua l’assessore – verteranno sulla conoscenza delle tipologie del Chianti Classico, l’Annata, la Riserva e la Gran Selezione, sulle degustazioni per imparare a riconoscere e saper distinguere l’olio di eccellenza e i suoi migliori abbinamenti”.


Il Chianti Classico candidato italiano a patrimonio Unesco

La giornata di apertura, prevista giovedì 5 settembre alle ore 17, propone il tradizionale taglio del nastro, guidato dal sindaco Paolo Sottani, insieme ai colleghi dei Comuni del Chianti Classico e i rappresentanti del Consorzio Vino Chianti Classico e i vari eventi che fino alle ore 22 (chiusura degli stands) si susseguiranno nel cuore di Greve.
Nel corso del pomeriggio si terranno la presentazione della candidatura italiana Unesco per il Paesaggio del Sistema delle Ville Fattorie del Chianti Classico e i festeggiamenti del compleanno secolare del Consorzio Chianti Classico con la maxi torta offerta a tutti i partecipanti. Dalle ore 18 saranno gli Amici dì Chianti ad allietare appassionati e visitatori suonando e cantando per le vie del centro storico. Tutti i dettagli del programma sono disponibili online sul sito web dedicato: expochianticlassico.com.

Il tempio del vino nel salotto del Chianti: l’Enoteca Falorni sposa i Viticoltori di Greve in Chianti

Il tempio del vino nel salotto del Chianti: l’Enoteca Falorni sposa i Viticoltori di Greve in Chianti

L’Enoteca Falorni di Greve in Chianti (Firenze) ritrova le proprie origini di storico “tempio del vino” e riapre i suoi spazi con eventi per tutti gli amanti del vino, degustazioni a tema, presentazioni delle
cantine attive sul territorio e corsi di sommelier professionisti, in collaborazione con i Viticoltori di Greve in
Chianti, l’associazione che tutela e promuove il territorio grevigiano.


Un ritorno atteso 100 anni!

Il ritorno dei Viticoltori di Greve in Chianti nelle storiche Cantine di Greve in Chianti sancisce l’unione tra Enoteca Falorni e i produttori.
E’ l’antica targhetta, restaurata e appesa all’entrata dell’Enoteca, a
simboleggiare il rapporto dei Produttori dei Vini del Chianti, che ha sancito nel 1906 l’inaugurazione stessa delle Cantine.
Dopo oltre 100 anni, torna a casa il simbolo del territorio, al fine di promuovere e far
conoscere ancora di più i vini del territorio.
“Il nostro desiderio è quello di rafforzare la collaborazione con tutti i produttori – ha dichiarato Chiara
Bencistà Falorni, che gestisce l’Enoteca – offrendo l’opportunità di allestire lo spazio all’entrata dell’Enoteca
con tutto quello che più li rappresenta, nel modo che loro preferiscono.
L’idea è quella di far appassionare le
persone a questa bellissima realtà, unendo il passato con il presente. La degustazione è il modo più importante per riuscire nel nostro intento, per questo metteremo il Chianti Classico Annata di ciascuna azienda coinvolta in degustazione nelle macchine Enomatic per il periodo che va da aprile ad ottobre”.


Un ricco calendario per tutti

A marzo dunque la presentazione del progetto in collaborazione con i Viticoltori di Greve in Chianti, i cui
appuntamenti si terranno una volta al mese, dal 18 aprile per proseguire il 23 maggio, 20 giugno, 18 luglio, 18 agosto, 19 settembre.
Per tutti i winelovers, saranno presto annunciati corsi di sommelier professionali e
degustazioni a tema, incontri con i produttori di vini e serate culturali, per stimolare sempre i più curiosi e coloro alla ricerca di qualcosa di diverso.
Sarà presto visitabile nuovamente anche Il Museo del Vino, di
recente ristrutturazione, sempre di proprietà della famiglia Falorni, proprio di fronte all’Enoteca, con percorsi guidati che partiranno dall’Enoteca. Così in tavola, così nel tempo libero, grazie alla storia della famiglia Falorni, che porta in tavola i salumi di alta qualità da oltre 200 anni, dal cuore del Chianti, tramandando di padre in figlio i segreti di antiche ricette e il sapere artigiano delle lavorazioni.


Un luogo da vivere tutti i giorni

Tutti i giorni all’Enoteca Falorni si potrà inoltre scegliere il proprio vino tra 1000 etichette: rossi, bianchi e
bollicine da degustare al tavolo allo stesso prezzo di vendita dello scaffale. Inoltre, si può scegliere la
degustazione a bicchiere scegliendo tra oltre 100 vini, da spillare in libertà grazie agli innovativi wine
dispenser Enomatic® (brevetto della Famiglia Bencistà Falorni).
L’Enoteca Falorni (in piazza delle Cantine, 6), rilancia così il suo “salotto del Chianti”: uno spazio elegante e allo stesso tempo informale, pronto a esaltare i sensi attraverso un’esperienza eno-gastronomica a 360°.
La ristrutturazione degli ultimi anni ha infatti avuto come focus la valorizzazione del “vivere l’enoteca” come
spazio di aggregazione, socializzazione e degustazione di qualità in un contesto molto avvolgente.
L’imponente bancone di pelle e marmo, i salotti in velluto capitonné e il recente camino impreziosiscono
l’offerta del locale. L’Enoteca si presenta al pubblico con una nuova offerta che unisce gusto e attenzione per il territorio, con la presentazione dei migliori prodotti locali e la partecipazione di chi porta il Chianti
fiorentino ad essere riconosciuto come eccellenza nazionale e non solo.

Via alla settimana del vino toscano

Via alla settimana del vino toscano

Dopo “l’aperitivo” di ieri pomeriggio con la PrimaAnteprima 2024 e un workshop per la stampa di settore su il sipario alla settimana delle anteprime di Toscana quando verranno presentate le nuove annate, anche al pubblico.
In realtà è diventata una settimana corta perché dopo l’abbandono del Brunello di Montalcino che già da alcuni anni anticipano le anteprime addirittura a novembre da quest’anno esce dal giro anche la Vernaccia di San Gimignano che ha deciso di spostarsi nel calendario a maggio.


Il Chianti Classico e il suo centenario

Sarà sicuramente un’edizione speciale quella numero trentuno per il consorzio del Chianti Classico che si svolgerà il 15 e il 16 febbraio alla stazione Leopolda.
Record di espositori per il Consorzio più antico d’Italia che si presenta con una
grafica accattivante caratterizza questa edizione speciale della Collection, con un collage di polaroid che testimoniano e ripercorrono l’attività del Consorzio negli anni, immortalando alcuni dei momenti salienti della sua storia, ma anche dettagli di eventi e degustazioni, e delle persone che hanno contribuito a idearle e realizzarle.
La manifestazione, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, segna quest’anno un nuovo primato nel numero di produttori partecipanti: sono infatti ben 211 le aziende del Gallo Nero che presenteranno le loro ultime annate di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione alla stampa e ai professionisti del settore.
Importante novità di quest’anno è il ritorno all’apertura al pubblico per l’intera giornata del 16 febbraio, un’occasione unica per condividere un anno da record insieme agli appassionati di questa terra e di questo vino.
773 le etichette in degustazione, di cui 172 Chianti Classico Riserva e 151 Gran Selezione. 36 i campioni in anteprima della vendemmia 2023.
Come di consueto, la Collection prevede anche alcuni momenti di approfondimento. Nel pomeriggio della prima giornata da segnalare il seminario “Dieci anni di Gran Selezione” a cura di Antonio Boco e Paolo De Cristofaro (ore 16.30). Nel 2014 sono state 33 le prime etichette di Gran Selezione ad uscire sul mercato, oggi i vini certificati in questa tipologia sono ben 213.
Il 16 febbraio alle ore 11, è invece previsto un approfondimento sull’Olio DOP Chianti Classico, con un seminario dedicato, curato dal tecnico del Consorzio, l’agronomo Roberto Rappuoli.
Nell’ambito della Chianti Classico Collection non poteva mancare la presenza dell’altro prodotto principe del Gallo Nero, l’Olio DOP Chianti Classico. In particolare, verrà allestito un banco di assaggio della DOP verde del Gallo Nero, dove sarà possibile degustare 33 oli. Inoltre, 6 aziende produttrici saranno presenti personalmente in sala.
Come anticipato, nella giornata di venerdì, gli appassionati di Chianti Classico potranno vivere una vera e propria full immersion nel loro elemento preferito, grazie a una straordinaria apertura al pubblico dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) e partecipare ad alcuni wine tour, con la guida sapiente di esperti del settore (Fabio Ceccarelli, Bernardo Conticelli, Riccardo Margheri, Leonardo Romanelli).
Un’altra importante novità di quest’anno è la possibilità per tutti gli ospiti della manifestazione di portare a casa alcuni dei Chianti Classico degustati. Nella giornata di venerdì è infatti prevista la vendita al pubblico di una selezione delle etichette presentate nell’ambito della Leopolda (1 etichetta per azienda partecipante).
E per celebrare il Centenario… sarà presentata in anteprima alla Collection, la mostra “Chianti Classico Century” che ripercorre i primi cento anni del Consorzio attraverso il pensiero dei suoi Presidenti. Il Centenario del Consorzio sarà infatti un’occasione di racconto corale, cui si uniscono anche le voci dei suoi soci, che si presenteranno in brevi reel sui social media durante tutto il 2024, per unire un volto e una storia personale a ciascuna etichetta. Alcuni di questi video saranno proiettati anche all’interno del foyer della Leopolda, un omaggio alla vera anima del Consorzio: i suoi produttori.


Chianti Lovers & Rosso Morellino

Domenica 18 febbraio ci spostiamo alla Fortezza da Basso per l’edizione 2024 dell’anteprima del Chianti e del Morellino con oltre 200 etichette in degustazione e 100 aziende presenti.
U
n’intera giornata di degustazioni in cui almeno la metà delle etichette saranno delle nuove annate. L’evento aperto al pubblico (i biglietti sono disponibili sulle piattaforme on line) si terrà presso il Padiglione Cavaniglia e nell’Area Monumentale.
I visitatori potranno accedere all’Area Tasting Collettiva dalle 16 alle 21, dove, muniti di apposito bicchiere e sacchetta porta bicchiere, assaggeranno i vini proposti dai produttori.
Orario per il pubblico: dalle 16:00 alle 21:00 con biglietto.

L’Altra Toscana chiude il trittico fiorentino

Chiude la settimana toscana enoica iniziata a Montepulciano prima di sbarcare a Firenze l’Altra Toscana del vino che racchiude vini delle DOP e IGP: Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana.
Sarà la
terza edizione di questa anteprima che ha debuttato post covid e che quest’anno avrà luogo nella giornata di lunedì 19 febbraio al Palazzo degli Affari a Firenze, e si presenta a giornalisti nazionali ed internazional del settore e winelover.

 

 

Serena Gusmeri un intreccio di passione e dedizione per la natura. Alla scoperta di un’enologa lombarda in Chianti

Serena Gusmeri un intreccio di passione e dedizione per la natura. Alla scoperta di un’enologa lombarda in Chianti

In un mondo vinicolo intriso di tradizione e storia, l’enologa Serena Gusmeri è riuscita nell’intento di trasformare un’azienda tra le vigne toscane sino a farla divenire una tra le più dinamiche realtà del panorama vitivinicolo italiano, apprezzata oggi anche a livello internazionale.


La formula dell’unicità di ogni singola pianta

La storia di Serena Gusmeri, enologa di Vecchie Terre di Montefili, è un intreccio di passione e dedizione per la natura, declinato al femminile con la professione di enologa.
Cresciuta ai piedi delle Alpi Lombarde, a Brescia, Serena ha imparato fin da molto giovane a vivere in armonia con la natura. Un’infanzia trascorsa tra un orto di famiglia e galline nel cortile ha ispirato la sua connessione profonda con la terra: “La natura è sempre stata nella mia anima”, racconta Serena, “vivere con essa e fare cose con le mie mani mi ha sempre resa felice.”

Il suo percorso nel mondo dell’enologia inizia all’Università di Verona e si arricchisce con il conseguimento della laurea magistrale a Milano, passando per l’Australia, dove scrive la tesi.
Dopo gli studi, Serena trascorre un anno e mezzo in Franciacorta, specializzandosi nella produzione di vini frizzanti, per poi trasferirsi per sei anni in Campania, tra Benevento e Ischia.
È qui che si sviluppa il suo approccio distintivo, negli anni in Sud Italia, Gusmeri studia il comportamento delle piante, enfatizzando le loro attitudini senza correzioni e raggiunge una consapevolezza fondamentale: ogni vigneto è unico, plasmato dall’ecosistema che lo circonda.
“Nessun vigneto può mai essere uguale a un altro” sottolinea Gusmeri, “la ricchezza dei vitigni autoctoni in Italia dipende dall’ecosistema e dall’ambiente in cui possono esprimersi al meglio e volevo uve che fossero veramente rappresentative di ogni vendemmia, senza manipolazioni”, afferma Serena.

Vecchie Terre di Montefili

Una lombarda nel Chianti Classico

Il destino l’ha portata a unirsi a Vecchie Terre di Montefili nell’autunno del 2015, un progetto nato da incontri significativi con Nicola, Frank e Tom, tre amici imprenditori americani innamorati della Toscana.
La prima visita all’azienda Vecchie Terre di Montefili fu stata una rivelazione per Serena che, camminando tra le vigne, comprese subito che questo era il luogo in cui voleva vivere e lavorare.

Fin dall’inizio, Serena si è professionalmente completamente immersa nel contesto ambientale e aziendale di Vecchie Terre di Montefili, con l’obiettivo di esprimerne l’essenza, forte del pensiero che ogni singolo angolo di terra è un mondo a sé, con esigenze e una storia uniche.
E così, in vigneto, la scelta di trattare ogni singola ettaro come un vino a sé e, in cantina, fermentazioni spontanee e lunghi invecchiamenti in botti di medie e grandi dimensioni, sono divenute la chiave per percepire l’anima Vecchie Terre di Montefili in ogni singola bottiglia. Quando il frutto è buono, infatti, il ruolo dell’enologo in cantina è solo quello di facilitare delicatamente il viaggio dalle uve al vino.
Dal Chianti Classico, fino ai Super Tuscan Anfiteatro e Bruno di Rocca, ogni bottiglia racconta una storia diversa, con scelte specifiche per permettere a ogni annata di esprimersi.
“Sono convinta che il vero segreto del vino risieda nel rispetto della terra e nell’ascolto attento delle viti. Vecchie Terre di Montefili è un luogo unico che ho la fortuna di poter esprimere in ogni singola bottiglia”.

Con sensibilità e capacità, l’enologa guida Vecchie Terre di Montefili verso nuove vette.
La prima vendemmia è stata acclamata dalla critica, segnando l’ascesa di Vecchie Terre di Montefili nel panorama vitivinicolo della denominazione Chianti Classico.
“Nel nostro piccolo sapremo raccontare una storia bella del Chianti Classico e del Sangiovese, rispettosa e dalle radici solide. Abbiamo fatto tanto in poco tempo, abbiamo concentrato le nostre energie sulla sostenibilità e sulla conoscenza di ogni singola vigna per esprimere quello che madre natura ci ha donato in termini di diversità di suoli, altitudine ed equilibrio. La strada è stata tracciata e proseguiremo su questa con convinzione”.

Nel futuro vi sono alcuni progetti ambiziosi. Oltre al Sangiovese, nel 2024 troveranno spazio vitigni meno conosciuti, come il Ciliegiolo, e verrà presentata una nuova etichetta che incarna l’identità della filosofia produttiva dell’azienda.
La leadership femminile dell’enologa, oggi a capo di un team internazionale, è caratterizzata dall’equilibrio tra intelligenza, competenza e capacità di ascolto e alle giovani aspiranti a una carriera simile, Serena Gusmeri consiglia: “abbiate la voglia di partire, di confrontarvi, di chiedere e di fare. Ogni cambiamento è una crescita, ho imparato tanto dagli altri e mi sono messa in gioco vivendo il mio essere donna con assoluta serenità. Per me la parola sfida è collegata alla vigna, alle condizioni meteo, ai tanti aspetti che il mio lavoro mi pone davanti, mai alle persone.”