Mag 18, 2025 | Territori
Immaginate un luogo dove il paesaggio sembra un mosaico tra steppa e prateria, dove il terreno è arido ma la biodiversità esplode, e dove la natura si mostra ruvida, sincera, sorprendente.
Benvenuti nei magredi friulani, una delle aree più insolite e affascinanti del Nordest italiano, tra il Tagliamento e il Cellina, nel cuore del Friuli Venezia Giulia.
Questo è il regno della natura che resiste. Del silenzio pieno. Delle storie che si intrecciano tra i sassi.
Cosa sono i magredi
Un territorio particolare, per un’escursione unica, a contatto con la natura più selvaggia del Nord-Est. Magredi in friulano locale significa “terre magre” ed è proprio il tipo di paesaggio che possiamo ammirare in questi territori: terre aride e asciutte che ricordano le ambientazioni dei film western americani.
“Terre povere” per via del terreno povero di humus, ghiaioso, drenante, dove l’acqua scivola via veloce e la vegetazione deve lottare per crescere.
E’ questa una delle steppe più rare d’Europa, un ecosistema unico nel suo genere, chiamato anche il “deserto verde” d’Italia.
Formatisi circa 23 milioni di anni fa, i magredi rappresentano un fenomeno particolarmente sorprendente se si pensa che il regime delle precipitazioni rende il Friuli Venezia Giulia la regione più piovosa d’Italia.
E’ questa caratteristica a distinguere i nagredi dalle steppe dell’Europa centro orientale che sono invece legate a un clima poco piovoso.

Cosa sono i magredi
Ai piedi delle Dolomiti Friulane si trova questo terreno detritico, altamente permeabile, generato dai materiali trasportati a valle dai corsi d’acqua in un periodo di grandi movimenti tettonici, alluvioni e glaciazioni.
In queste praterie l’acqua non viene trattenuta in superficie, ma filtra nel sottosuolo per riaffiorare poi nell’area delle risorgive, dando così vita ad un territorio che potremo definire “la steppa pordenonese”.
Possiamo ammirare questi paesaggi unici nel loro genere nella zona dell’alta pianura pordenonese dove le acque del Cellina, del Meduna e del Colvera sprofondano nel sottosuolo.
Quest’area si estende per circa 500 kmq tra il Livenza e il grande alveo del Tagliamento, da Montereale Valcellina a Maniago fino a Cordenons e Pordenone.
È qui che si trovano i ghiareti: vaste distese di ciottoli bianchi, come se un antico fiume si fosse addormentato lasciando le sue ossa in vista.
Si possono distinguere tre fasce di vegetazione: quella delle grave (le pietraie), caratterizzata da licheni, arbusti nani, muschi ed erbe a chiazze; il magredo primitivo, con prati stepposi più estesi, l’erica, i fiordalisi e le splendide orchidee selvatiche; e il magredo evoluto, dove la presenza dell’erba si fa più costante.
Il territorio brullo è inaspettatamente popolato da uccelli – tra cui anche alcune specie predatorie, come gheppi e poiane – rettili e piccoli mammiferi, tipici di questo habitat, come lepri, volpi, tassi e caprioli.
La Direttiva Habitat, al centro della politica comunitaria europea in materia di conservazione della biodiversità, ha accolto i “Magredi del Cellina” tra i “Siti di Importanza Comunitaria” (S.I.C.) riconosciuti dall’Unione Europea.

Il Cellina
Uno scenario perfetto per il cicloturismo
Il territorio si presta perfettamente al cicloturismo per la semplicità della percorrenza, pianeggiante, abbinata alla possibilità di apprezzare lo splendido panorama che permette allo sguardo di estendersi per molti chilometri fino a scorgere le vette dei monti in lontananza.
Magnifici sono gli stacchi di colore tra le distese sassose, abbracciate dalle macchie verdi e rossastre della vegetazione ad arbusto.
Per scoprire da vicino la bellezza dei magredi il nostro consiglio è di perlustrare con una bella passeggiata – o in bicicletta – la zona che circonda il centro urbano di Cordenons, comune delimitato dal torrente Cellina, ad est, e dal fiume Meduna, a sud.
Dalla zona dei Magredi è possibile proseguire fino alla spettacolare zona confinante, quella delle risorgive del Vinchiaruzzo. In quest’area, caratterizzata da un terreno meno permeabile, le acque filtrate nei Magredi sgorgano a tratti in superficie, sfiorando il suolo nelle olle per poi esplodere in fontanai a pressione. La vegetazione si arricchisce di zone boschive a salici, pioppi e frassini.

Un paesaggio che racconta storie di terra
Nonostante l’aspetto “vuoto”, i magredi sono tutto fuorché deserti culturali.
Qui sono passati eserciti romani e contadini friulani, qui si sono intrecciati riti rurali, leggende di confine e identità resistenti.
I contadini hanno imparato a coltivare anche dove sembrava impossibile, e le comunità locali hanno sviluppato una cultura dell’adattamento e del rispetto per la terra, che oggi torna più attuale che mai.
Il paesaggio stesso è parte della Rete Natura 2000, riconosciuto come area di valore ambientale europeo per la sua biodiversità.
Dopo una pedalata o una camminata tra i ghiareti, niente di meglio di una sosta in una delle aziende agricole del territorio.
I magredi, paradossalmente, sono anche terra di buon vino: qui nascono bianchi sapidi e freschi, grazie al microclima e al suolo drenante.
Prova un Friulano Doc o una Ribolla gialla, magari con un tagliere di formaggi locali e salumi d’alpeggio.
Mag 15, 2025 | Enogastronomia, Territori
Dal 25 maggio al 26 luglio dieci tappe nei rifugi delle Dolomiti e Alpi Carniche e Giulie per assaporare il territorio tra attività, laboratori e ricette per conoscere i prodotti del Friuli Venezia Giulia tra natura e sostenibilità. Una manifestazione di successo di cui vi avevamo già parlato la scorsa stagione.

Rifugio Pussa
Uno degli eventi più attesi della bella stagione
La cucina della tradizione e i prodotti del territorio salgono in alta quota per uno degli eventi più attesi
della bella stagione: ritorna “In rifugio c’è più gusto”, un calendario di appuntamenti con i sapori tipici tra attività, laboratori e prelibatezze da assaggiare in una location d’eccezione, la montagna del Friuli Venezia Giulia.
Dalle Dolomiti friulane, patrimonio naturale dell’Unesco, alle Alpi e Prealpi Giulie e Carniche, la montagna regionale è un territorio ricchissimo di biodiversità, dove sport, natura e tradizioni si legano in modo indissolubile: un luogo incontaminato e protetto e per chi vuole vivere la natura a 360°.

Rifugio Pradut
Il calendario
Dieci le tappe anche per questa edizione dell’apprezzato format nato nel 2023 dalla collaborazione di PromoTurismoFVG, Assorifugi FVG e Fondazione Agrifood & Bioeconomy FVG, che propone un calendario di uscite dal 25 maggio al 26 luglio.
Protagonisti, ancora una volta, i rifugi, pronti ad accogliere appassionati e golosi, famiglie e bambini per un’immersione nei piatti più conosciuti della gastronomia di montagna, ma non solo. Ogni laboratorio sarà dedicato a un prodotto rappresentativo dell’azienda che ne illustrerà caratteristiche e segreti, mentre il rifugio si occuperà della preparazione del menu, in cui sarà presente un piatto realizzato con ingredienti a marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia” e in particolare con il prodotto rappresentativo dell’azienda a cui è affidata la conduzione del laboratorio.

rifugio Pian dei Ciclamini
Prima tappa con una novità
La prima data, domenica 25 maggio, darà il via al calendario di appuntamenti con un’interessante novità: saranno tre le aziende coinvolte nei laboratori, così come gli ingredienti dei piatti preparati per la degustazione. Al rifugio Tita Piaz (Ampezzo) nella Val Lumiei, una delle sette valli della Carnia saranno il salumificio Zahre, Malga Losa della famiglia Petris e Guerra Albano Wines i tre ospiti della giornata per un viaggio affascinante alla scoperta di alcuni dei prodotti locali più amati.
Zahre guiderà i partecipanti attraverso tutte le fasi della produzione del prosciutto e dello speck, dal taglio alla salatura e alla stagionatura, seguirà una dimostrazione di Malga Losa e i suoi malgari su come nasce il formaggio primo sale, esperienza unica per i bambini per scoprire un prodotto caseario, mentre Guerra Albano Wines mostrerà com’è fatta la vite, sezionandola e illustrando come potarla per ottenere un prodotto di qualità. Per i più grandi, la giornata si concluderà con la sboccatura della Ribolla e una degustazione dei vini dell’azienda. A pranzo, invece, si potranno degustare i prodotti delle aziende coinvolte nei piatti della cucina di questo rifugio circondato da paesaggi unici, utilizzando le erbe spontanee del passo Pura, su sottofondo musicale di un duo di fisarmoniche .

laboratori in quota
Gli appuntamenti di giugno
Cinque le date di giugno, a partire da domenica 1° giugno al rifugio Pussa Claut, nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, tra gli abeti e i faggi della Val Settimana, dove l’azienda agricola Saliet di Claut condurrà il laboratorio con oli essenziali e sale aromatizzato, scoprendo l’arte della distillazione e della degustazione olfattiva degli olii, un’esperienza adatta anche ai bambini più piccoli che potranno avvicinarsi alla produzione del sale aromatizzato.
Sabato 7 giugno ci si sposta in Val Pesarina e protagonisti saranno i dolci. Il rifugio De Gasperi Prato Carnico, punto di partenza per emozionanti escursioni che offre cucina tipica di montagna preparata da Anna, è pronto a lavorare in sinergia con Il laboratorio del Dolce, un’occasione per scoprire il valore di un’antica tradizione storica unita alla modernità e all’innovazione. Ci saranno dei laboratori di decorazione dei dolci unite a una presentazione dell’attività, con particolare attenzione alla sostenibilità.
Sarà poi il rifugio Pian dei Ciclamini a Lusevera a ospitare l’incontro di sabato 14 giugno con Aurora Azzurra Gregorutti per scoprire le tecniche di produzione e raccolta dell’“oro rosso”, lo zafferano, in un laboratorio didattico di mosaico: i fiori da cui trae questa spezia sono coltivati a Majano seguendo le più severe regole dell’agricoltura sostenibile, utilizzati non solo per prodotti alimentari, ma anche per piccoli regali personalizzabili in cui viene inserito lo zafferano.
Ai piedi della catena dei Monti 1 Musi, in una delle valli più suggestive e selvagge, l’Alta Val Torre a Lusevera, il rifugio gestito da Simone e Rebecca sorge in un’area naturale protetta, esempio di biodiversità all’interno nel Parco delle Prealpi Giulie .
Sabato 21 giugno al rifugio Fornas Tolmezzo, nella frazione di Curiedi, in una conca incastonata fra le Alpi Carniche, tra boschi, malghe e alpeggi, Anna e Umberto accoglieranno AnnApi, l’azienda di Anna Brandolin che farà scoprire il magico mondo delle api e del miele attraverso un laboratorio in cui imparare come realizzare delle “bombe di semi” con la carta riciclata, che una volta lanciate serviranno a dare vita a nuovi fiori, utili per gli impollinatori.
A chiudere gli eventi di giugno, domenica 29, il rifugio Tolazzi Forni Avoltri, alle pendici del monte Coglians, crocevia di sentieri che raggiungono località immerse nei boschi, in cui l’Apicoltura F.lli Comaro, che si occupa della produzione di miele con un’apicoltura sostenibile e partecipa a diversi progetti per la tutela dell’ambiente e della salute delle api, avvicinerà grandi e piccini a questo pianeta. Tra estrazione e spillatura del miele, si prepareranno anche cera per le candele e bombe di semi per contribuire all’ecosistema delle api.

Tarvisio. Foto Alessandro Michelazzi
Sui monti anche a luglio, altri 4 appuntamenti
Riprenderanno domenica 6 luglio gli appuntamenti del calendario di “In rifugio c’è più gusto” dal Fabiani Paularo, location nella parte più selvaggia delle Alpi Carniche, in cui la cordialità e l’ospitalità dei gestori Nino e Tiziana delizieranno il palato degli ospiti con piatti della tradizione locale e ingredienti freschi e genuini. Ospite della giornata sarà l’Apicoltura Rudy Screm per il laboratorio didattico “La casa delle Api”: Rudy con le sue arnie farà scoprire le api e i loro deliziosi prodotti, con assaggi ed esperienze sensoriali per conoscerle più da vicino.
Il rifugio Pradut a Claut, una vera gemma nel cuore delle Dolomiti Friulane con una spettacolare vista sulle cime circostanti e luogo perfetto per la partenza di passeggiate nella natura, è pronto invece a ospitare il Panificio Giulio Marco per un gustoso laboratorio e per offrire l’occasione di mettere direttamente le mani in pasta imparando a fare i biscotti tra uova, farina, zucchero e tanti altri ingredienti per creare dei dolci unici e buonissimi.
Saranno poi ancora il Pussa Claut e il Fornas a Tolmezzo a ospitare le ultime due tappe dell’iniziativa. Sabato 19 luglio al Pussa Claut protagonista La Gubana della Nonna per il laboratorio in cui sarà raccontata e illustrata la preparazione del dolce tipico delle Valli del Natisone, soprattutto selezionando le materie prime, tra ingredienti e segreti per rendere unica questa specialità.
Al Fornas di Tolmezzo, l’ultimo appuntamento sarà dedicato agli animali, con l’azienda La Sisile (in carnico significa rondine), per un avvicinamento in compagnia del pony Zara e l’asinella Maggie, dove si potranno pettinare le criniere di queste due simpatiche amiche, il tutto accompagnato dall’assaggio dei prodotti del La Sisile.
Per maggiori informazioni e prenotazioni https://www.turismofvg.it/it/in-rifugio-c-e-piu-gusto
Mag 29, 2024 | Enogastronomia, Territori
La destinazione balneare del Friuli Venezia Giulia è perfetta da esplorare sulle due ruote, grazie a numerosi percorsi ed escursioni gratuite alla scoperta del territorio.
Col ritorno della bella stagione e in attesa dell’estate, si fa sentire più forte il desiderio di libertà e di esplorazione all’aria aperta: una ricerca di avventura che porta dritto a Lignano Sabbiadoro, da scoprire non solo sulla sua spiaggia dorata di 8 km, ma anche addentrandosi nel ricco e variegato entroterra in sella alla
bicicletta.

Laguna di Marano. Foto archivio PTFVG
Laguna: uno scrigno di biodiversità fra acqua dolce e salata
La città balneare del Friuli Venezia Giulia, cuore pulsante della penisola incastonata tra la Laguna di Marano, il fiume Tagliamento e l’Adriatico, è ideale per i viaggiatori più attivi che non sanno rinunciare alle due ruote neanche in vacanza: Lignano offre, infatti, diversi itinerari che si potranno percorrere partecipando ad escursioni in bicicletta gratuite, accompagnate da guide che racconteranno gli scorci e i panorami attraversati. Le escursioni sono disponibili da giugno a settembre e partono dal Bike Point, quest’anno posizionato nella sua nuova location, il Beach Village presso l’ufficio spiaggia 7 di Sabbiadoro, dove si potrà anche noleggiare gratuitamente la bicicletta.
Dalla Pedalata tra i due fiumi all’escursione in bici alla scoperta di Lignano, da Lignano- Caorle in bici e barca alla Lignano Bike&Hike, le proposte sono tante e adatte a tutti, grazie alle numerose piste ciclabili e ai sentieri pianeggianti da percorrere in tutta tranquillità.

La laguna. Foto Ph Li.Sa.Gest.
Bibione Bike&Hike
Un unico percorso, due regioni attraversate: dopo una breve pedalata per raggiungere il fiume Tagliamento, infatti, si attraverserà il confine naturale tra Friuli Venezia Giulia e Veneto a bordo del passo barca X-River.
Una volta raggiunta la sponda veneta, attraverso un percorso ciclabile, si arriva all’area della riserva naturale del faro di Bibione, per percorrere poi a piedi i sentieri che tra bosco, fiume e mare permettono di scoprire questo sorprendente ambiente costiero ancora perfettamente conservato.
Una passeggiata rigenerante per connettersi con la natura seguendone il ritmo lento, prima di invertire la rotta e tornare a Lignano.
Quando: ogni lunedì dalle 8.30 alle 13.00
Percorso: 25km in bicicletta e 2km a piedi

La laguna. Ph Li.Sa.Gest
Lignano-Caorle in bici e barca
Ancora una volta, un’escursione che va a coinvolgere il territorio veneto, più precisamente Caorle, col suo lungomare e il centro storico, dove passeggiare per calli e campielli ammirando le case dei pescatori rimesse a nuovo e il campanile di mattoni dell’antico Duomo.
Per raggiungere la città veneta, saliti in sella della propria e-bike a Lignano, bisognerà imbarcarsi due volte: sull’X-River sul Tagliamento e una seconda volta, dopo aver raggiunto Porto Baseleghe, sulla barca X-Lagoon che attraversa la laguna tra Bibione e Caorle.
Quando: ogni lunedì dalle 8.00 alle 18.00
Percorso: 45km in e-bike

In bici nella laguna. Ph Li.Sa.Gest
Pedalata tra i due fiumi
Per scoprire la vera essenza di Lignano, non si può non avventurarsi lungo i fiumi che ne disegnano la penisola: il Tagliamento, con le sue dolci anse che segnano il confine occidentale della città e del Friuli Venezia Giulia, e lo Stella, che sfocia nelle acque della laguna attraversando l’omonima riserva naturale.
L’itinerario di questa escursione percorre la ciclabile che porta a Lignano Riviera, per costeggiare poi il Tagliamento sulla nuova ciclovia che raggiunge Gorgo di Latisana; da qui, attraversando una campagna rigogliosa, si arriva alla chiesetta di Santa Maria della Neve. Per il rientro, invece, il percorso segue il fiume Stella dalle sue foci su una ciclovia sopraelevata vista laguna, per arrivare ad Aprilia Marittima e
infine a Lignano.
Quando: ogni martedì dalle 8.00 alle 13.00
Percorso: 45km

Ph Li.Sa.Gest
Escursione in bici alla scoperta di Lignano
Un iconico e rilassante tour che porta in esplorazione di Lignano e dei suoi angoli nascosti, imprescindibile per assaporarne appieno ogni sfumatura. Si parte percorrendo la pista ciclabile fino all’inconfondibile Faro rosso, da dove si può apprezzare uno scorcio mozzafiato sul cordone di isole che separa l’Adriatico dalla laguna, come l’isola delle Conchiglie, base ideale per il kitesurf.
Ci si inoltrerà poi tra i vicoletti della zona darsena per imboccare la ciclabile rialzata che costeggia la Laguna di Marano, ammirandola in tutto il suo splendore, e approdare infine a Lignano Pineta, per scoprirne le bellezze artistiche e architettoniche all’ombra dei pini.
Quando: Da maggio a metà settembre, ogni mercoledì, dalle 10:00 alle 12:30
Percorso: 17km

Verso Grado, Foto Aldo Sodoma
Escursione Lignano Bike&Hike
Una proposta 100% sostenibile, che alla bicicletta unisce un secondo tratto a piedi per uno slow tour all’insegna dell’esplorazione dell’ambiente naturale della penisola lignanese, tra pinete, dune fossili e la foce del fiume Tagliamento. Dopo la partenza, questo Bike&Hike prevede una sosta sulla ciclabile BellaItalia per ammirare le dune lungo la costa; da lì, si procede verso Lignano Riviera passando per la Pineta e immergendosi nel suo profumo di resina.
Si lasciano poi le biciclette verso il Tagliamento, per un breve trekking nel bosco dunale di Pineda Sinistra, un’area verde di grande valore paesaggistico e floristico con dune che raggiungono i 6 metri di altezza, prima di rimettersi in sella per tornare al Beach Village.
Quando: ogni mercoledì, dalle 15:00 alle 18:00
Percorso: 12km in bicicletta e 3km a piedi

Lignano Sabbiadoro. Foto Francesco Marongiu
Escursione Lignano – Marano in bici e barca
Antico borgo di pescatori affacciato sulla laguna, con un affascinante centro storico con una forte influenza architettonica veneziana, Marano lagunare è un vero gioiello in cui il tempo sembra essersi fermato.
Per raggiungerlo, questa escursione da Lignano costeggia l’argine del Tagliamento fino a Gorgo, per procedere verso il fiume Stella attraversandolo su un ponte ciclabile e inoltrandosi poi nel bosco di Muzzana, raggiungendo infine Marano.
Dato il percorso sfidante da affrontarsi in city bike, con lunghi tratti di sterrato, questa escursione è adatta ai ciclisti più preparati, ma l’approdo finale a Marano ripagherà ogni sforzo grazie alla sua bellezza e alla possibilità di gustare gli ottimi piatti a base di pesce pescato in laguna, prima di ritornare a Lignano in tutta tranquillità in barca.
Quando: ogni giovedì, dalle 8.00 alle 15:00
Percorso: 40km
Escursione Lignano – Grado in bici e barca
Per chiudere al meglio il programma della settimana, Lignano propone un’esperienza unica alla scoperta della laguna di Grado e di alcuni gioielli della bassa friulana, strettamente legati alla storia della regione.
Partendo dal Beach Village, si pedala fino alla Darsena di Porto Vecchio di Lignano per imbarcarsi alla volta di Grado, da dove si prosegue in bicicletta fino a Marano.
Lungo la strada, si passerà per centri di notevole interesse storico, architettonico e culturale: Aquileia, città di epoca romana con un’area archeologica di eccezionale importanza che le è valso il titolo di Patrimonio UNESCO, Strassoldo con il suo Castello di Sopra e Castello di Sotto, tra i più antichi manieri della regione, e infine Torviscosa, piccolo comune dall’architettura di inizio ‘900 costruito come paese-fabbrica. Una volta arrivati a Marano, si tornerà a Lignano in barca godendosi in totale relax.
Quando: ogni venerdì, dalle 8.00 alle 19:00
Percorso: 40km
Come prenotare le escursioni
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione entro le 17.00 del giorno precedente
chiamando il numero +39 3488734734 oppure direttamente al bike point di Lignano
Sabbiadoro Gestioni presso il Beach Village (ufficio spiaggia 7 – Sabbiadoro). Le escursioni
accompagnate sono gratuite, ma, dove previsto, il viaggio in barca è da pagare a parte a chi
fornisce il servizio.
Qui il link per scoprire tutti i servizi: hlignanosabbiadoro.it/it/scopri-lignano/idee-di-
vacanza/escursioni-gratuite-in-bicicletta/
Mag 26, 2024 | Territori
Dopo il successo dell’anno scorso, è ripartita la programmazione 2024 per viaggiare a bordo dei treni storici in Friuli Venezia Giulia: dopo le prime quattro date di aprile andate sold out, ancora 24 appuntamenti fino al 15 dicembre per raggiungere eventi e località in regione e provare l’emozione di un viaggio di altri tempi su carrozze anni ’30, le cosiddette “Centoporte”, con i salottini in legno e le tendine al finestrino, perfettamente conservate, munite di bagagliaio e cappelliere e trainate da locomotive a vapore, elettriche o diesel.
Il successo della proposta, che ha registrato la scorsa stagione il tutto esaurito e un alto tasso di gradimento da parte dell’utenza che si è dichiarata soddisfatta per la quasi totalità dei passeggeri (98%), composta per lo più da famiglie e piccoli gruppi, si inquadra – secondo l’indagine svolta da PromoTurismoFVG – nella più generale tendenza all’undertourism, una forma di turismo emerso nel periodo post pandemico che vede sempre più visitatori prediligere mete nazionali o regionali, luoghi poco conosciuti e la possibilità di vivere l’esperienza del viaggio a ritmo più lento, riducendo al contempo l’inquinamento e l’impatto ambientale.
Dai siti Unesco ai “Borghi più belli di Italia”, dai villaggi marinari alle rievocazioni storiche, dagli itinerari guidati alle sagre ma anche manifestazioni enogastronomiche e ancora i grandi eventi sportivi: tante saranno le occasioni per scoprire un territorio ricco di proposte all’insegna di storia, bellezze naturali, tradizione ed enogastronomia viaggiando in un modo originale.

Giugno il mese della acque
Sono quattro gli appuntamenti del mese di giugno con i treni storici del Friuli Venezia Giulia.
Il primo, domenica 9 giugno, vedrà operativo il Treno “Ottavio Bottecchia” e il ”Treno “Trota in Festa”, che da Pordenone arriverà a Trasaghis e condurrà i passeggeri lungo i percorsi del grande ciclista in occasione del centenario della sua prima vittoria al Tour de France.
Per informazioni: Sportland, Tel. +39 0432 1504271, info@sportland.fvg.it
Il 16 giugno partirà invece da Portogruaro il Treno tra laguna e mare con una prima tappa a Marano Lagunare e arrivo in seguito a Miramare: la mattina sarà dedicata alla scoperta del borgo marinaro e antica fortezza in occasione della manifestazione di San Vio dove saranno presenti numerosi stand enogastronomici, mentre il pomeriggio i passeggeri potranno continuare il viaggio giungendo a Miramare dove li attenderà una visita guidata gratuita all’interno del parco del castello dedicata ai suoi punti più iconici (Infopoint Marano Tel.+ 39 3346835248; info.marano@promoturismo.fvg.it ).

Il 23 giugno l’appuntamento è con il Treno delle Risorgive e dello Stella che partirà da Trieste alla volta di Palazzolo dello Stella per una gita tra storia e natura, visitando il centro storico di Palazzolo dello Stella e la biodiversità della laguna (Infopoint Lignno +39 0431 71821; +39 335 7697304; info.lignano@promoturismo.fvg.it ).
Chiude il mese il 30 giugno il Treno Terre dell’Altolivenza con partenza da Sacile e arrivo a Budoia-Polcenigo per scoprire l’Altolivenza, una terra a cavallo dell’alto corso della Livenza, il suggestivo fiume che nasce in Friuli nel territorio di Polcenigo, bagna Sacile e sfocia nel Veneto (nfopoint Pordenone Tel. +39 0434 520381; info.pordenone@promoturismo.fvg.it ).
Apr 8, 2024 | Enogastronomia, Territori
Si allarga la famiglia dei Presìdi Slow Food in Friuli-Venezia Giulia: gli ultimi due, in ordine di tempo, a venire presentati sono l’oliva Bianchera, nella zona di Trieste e del Carso, e il malon, una zucca a pasta bianca da lungo tempo coltivata nelle valli del Natisone.

Fulvio E. Bullo
L’olio pirotecnico del Carso
«L’olio di Bianchera io lo definisco pirotecnico, nel senso che in bocca restituisce una sensazione piccante e amara molto importante. Un olio acceso, che scalda il cuore».
Con queste parole Stelio Smotlak, referente Slow Food del neonato Presidio dell’oliva Bianchera, ci introduce alla scoperta di quest’angolo d’Italia a due passi dalla Slovenia e alla cultivar originaria della zona di San Dorligo della Valle e di Muggia.
«Si tratta di una pianta rustica e vigorosa – spiega Smotlak – perfettamente adattata al clima rigido e ai terreni calcarei e maroso-arenaici. Una zona sferzata dal vento di bora, caratterizzata da una forte escursione termica e da inverni freddi.

Fulvio E. Bullo
L’adattamento naturale ha fatto sì che la pianta sviluppasse polifenoli per proteggersi e sostenersi: sostanze che, per noi che godiamo dei suoi frutti, rendono l’olio estremamente interessante».
Gli olivi di varietà Bianchera sono caratterizzati da lunghi rami fruttiferi, con foglie di media grandezza, strette, lunghe e lanceolate.
«E il peduncolo è veramente robusto – prosegue Smotlak – tanto che la raccolta, fatta a mano, richiede una certa forza». In tutta la regione Friuli-Venezia Giulia, la superficie destinata all’olivicoltura si aggira intorno ai 300 ettari, di cui circa 45 nella provincia di Trieste.
Numeri ridotti, oltre che per le dimensioni contenute del territorio, anche a causa di due annate particolarmente rigide, il 1929 e il 1985, nelle quali le gelate danneggiarono molte piante. «Abbiamo piccoli appezzamenti, che amo definire veri e propri orti di famiglia – conclude il referente Slow Food del Presidio –, perché vengono curati e coccolati proprio come fossero degli orti. Ho amici che vanno nel proprio oliveto ogni giorno e conoscono ogni pianta: qualcosa che, in aziende da cento ettari, naturalmente non si potrebbe fare».
In cucina, la Bianchera si abbina bene ai piatti tipici della tradizione gastronomica locale: dalla carne al pesce, fino ai piatti a base di funghi e le zuppe. L’unica accortezza è usarlo con parsimonia sulle pietanze dal sapore particolarmente delicato, per evitare che la forza dell’olio ne sovrasti il gusto.

Fulvio E. Bullo
La zucca della valle del Natisone
Cinquanta chilometri più a nord di Trieste è tutto un altro mondo: le valli del Natisone, che da Cividale del Friuli si sviluppano a ventaglio in direzione nord-est, sono un assaggio delle Alpi.
È da qui che arriva il malon, una zucca a pasta bianca dalla forma cilindrica-tondeggiante e la buccia liscia, può raggiungere una lunghezza di circa 40-50 centimetri e un diametro di 30-40.
Un alimento che, da queste parti, è da sempre una risorsa per tutti, non solo gli esseri umani: «Storicamente il malon veniva coltivato prevalentemente per l’alimentazione degli animali» racconta Caterina Dugaro, referente dei produttori del Presidio Slow Food.
«Veniva data da mangiare ai maiali e ai bovini, oppure tagliata in pezzi e lasciata a disposizione delle galline e delle anatre affinché la beccassero». Ma il malon sa rivelarsi prezioso anche in cucina: «Per l’alimentazione umana, il frutto si utilizza quando la buccia è ancora verde e la polpa tenera» aggiunge.
Le ricette della tradizione vedono il malon utilizzato in una minestra chiamata briza o zupa malonova, nella quale la polpa viene grattugiata e messa a macerare nella batuda (cioè il latticello, il latte vaccino appena munto lasciato inacidire) con l’aggiunta di fagioli e, a seconda delle varianti, patate e farina di mais abbrustolita nello strutto o nel burro.
Lo si può trovare anche grattuggiato e stufato in un tegame con aglio, alloro e una base grassa, per accompagnare la carne, oppure come ingrediente dello stakanje, un pestato a base di verdure e patate.

Fulvio E. Bullo
Un ingrediente povero ma versatile, il malon, ma con una lunga storia contadina alle spalle.
«Un tempo era di uso comune: ricordo bene che, a casa mia, la nonna e la mamma lo usavano abitualmente» aggiunge Gianfranco Topatigh, referente Slow Food del Presidio del malon.
«Ai tempi non c’era niente di eroico nell’usare il malon in cucina. Poi, lo spopolamento e il depauperamento del tessuto sociale di questa zona, come è successo in molte altre aree interne del nostro Paese, hanno fatto sì che la coltivazione andasse perdendosi. La logica di avviare un Presidio Slow Food è quella di ridare dignità a qualcosa che stava scomparendo, ma non come puro e semplice ricordo dei bei tempi andati: significa riconoscerne le potenzialità economiche, benché piccole, ad esempio nella filiera della ristorazione».
Una potenzialità concreta, conferma Dugaro: «Nella cucina del nostro agriturismo, in una stagione utilizziamo quasi una ventina di maloni. Siamo molto contenti della nascita del Presidio Slow Food e di contribuire a stimolare la ristorazione a non dimenticarsi di prodotti che rappresentano un valore aggiunto: quello di portare in tavola pietanze che altrove non si possono gustare. E, da quando abbiamo cominciato a parlare di Presidio, abbiamo già notato più interesse».