Ott 18, 2024 | Enogastronomia, Territori
di Barbara Tedde – Quante volte ci siamo cimentati nell’arte culinaria in piatti dalle lunghe e complicate preparazioni?
Ma siamo davvero sicuri, alla fine, di saper preparare una semplice pasta aglio olio e peperoncino a dovere? Oppure di cucinare una bistecca come Dio comanda?
Certo è che, per molti, mettersi ai fornelli rappresenta una forma antistress, un momento ludico dopo una giornata intensa ma talvolta sottovalutiamo elementi basici della cucina, quelli semplici che appartengono alla tradizione di casa. Per avere qualche dritta in più, ecco che la Scuola di Alta Cucina Cordon Bleu di Firenze
propone una master class a cadenza mensile sull’argomento bistecca, oltre a nuovi corsi che puntano sulla preparazione di piatti semplici della tradizione italiana che, talvolta, non è così scontata come si pensa.
Tutto pronto per la masterclass della bistecca
Cosa propone la scuola di alta cucina Cordon Blue
Una scuola storica quella del Cordon Bleu a Firenze, fondata nel 1985 da Cristina Blasi e Gabriella Mori, le quali, dopo aver avuto le mani in pasta per anni – sfoglie, pane, pasta di ogni tipo – hanno dato il via ad un nuovo corso sulla bistecca alla fiorentina.
La Scuola di Alta Cucina Cordon Bleu di Firenze si trova a Palazzo Panciatichi Ximenes, palazzo fiorentino del ‘500 in via Giusti a Firenze, ed è proprio qui, tra le mura del palazzo, che si respira la storia di Firenze.
Il corso si terrà a cadenza mensile, previsto sia in italiano che in inglese, al fine di imparare a cuocere una perfetta bistecca alla fiorentina.
“The ultimate steak Masterclass” ha lo scopo di far riscoprire la tradizione della bistecca e la sua storia. Alessandro Soderi che con la sua famiglia gestisce la Macelleria Soderi, (una delle più antiche e conosciute del Mercato di San Lorenzo) spiega come cucinare una vera bistecca alla fiorentina, a partire dal tipo di razza da usare: “Normalmente si preferisce un taglio di carne proveniente da alcune razze come la Scottona nostrale o la Chianina anche se ormai si utilizzano anche altre, allevate in Italia ma di provenienza estera”.
Come, ad esempio, la Rubia Gallega spagnola oppure l’Angus scozzese. “Tutti pensano che la Scottona sia una razza ma non è proprio così – prosegue – In realtà si tratta di una femmina macellata entro 24 mesi che non ha conosciuto il toro, quindi non ha fatto né monta, né ha partorito. Più che di una specie possiamo parlare di caratteristiche dell’animale che fanno la differenza. La Chianina, invece, è una razza che normalmente si utilizza, una carne proveniente da una femmina con 25/30 giorni di frollatura. È fondamentale che la frollatura sia corretta, affinché la carne sia morbida”.
Tutto pronto per la masterclass di bistecca
La storia della bistecca alla fiorentina
La leggenda racconta che il nome bistecca venne dato a Firenze nel 1565 durante i tradizionali festeggiamenti del 10 agosto in onore di San Lorenzo. In quella occasione i Medici usavano offrire al popolo fiorentino quarti di bue girato allo spiedo in piazza San Lorenzo.
Quell’anno parteciparono alla festa alcuni nobili inglesi che si trovavano a Firenze per affari. Dopo averla assaggiata, per averne ancora, cominciarono a gridare entusiasti “beef steak! beef steak!” (ovvero costata di manzo). I fiorentini avrebbero subito italianizzato quella parola in “bi-stecca”.
Questa origine è confermata anche dal famoso gastronomo Pellegrino Artusi che nel suo libro di cucina, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, nel 1891 scrisse che “da beaf-steak, parola inglese che vale costola di bue, è derivato il nome della nostra bistecca, la quale non è altro che una braciuola col suo osso, grossa un dito o un dito e mezzo, tagliata dalla lombata di vitella”.
Come si cucina la bistecca?
La bistecca prima di tutto va tolta dal frigorifero almeno 3 ore prima della cottura – temperature esterne piacendo -, altrimenti lo choc termico fa contrarre il muscolo e la carne diventa dura da masticare.
“Per me la carne va cotta così com’è – continua Alessandro Soderi – anche se alcuni preferiscono ottenere la cosiddetta reazione di Maillard, cioè la caramellizzazione delle proteine che avviene nel momento in cui la carne tocca la griglia incandescente. In questo modo i grassi e le proteine si cristallizzano creando una crosta che protegge la parte interna, che cuoce così più lentamente. Io preferisco assaggiarla così com’è per poi decidere che condimento aggiungere”.
Quanto tempo deve cuocere la bistecca alla fiorentina?
Sui tempi di cottura Alessandro Soderi non ha dubbi: “A occhio, secondo la tradizione. La carne deve essere fra il rosso e il rosato. Noi la ordiniamo al sangue, in realtà si tratta di una cottura tra medio e al sangue, altrimenti lo sbalzo di temperatura fra il caldo dell’esterno e il freddo della parte interna potrebbe dare fastidio durante la digestione”.
Dopo la cottura si sala quanto basta anche se c’è chi ama aggiungere anche olio, pepe, aglio. maionese ecc. a seconda del gusto.
Tutti i gusti son gusti, le regole base esistono eccome, ma, come in tutte le cose e soprattutto in cucina, il libero arbitrio regna, sia per la cottura che per i condimenti.
Ma se davvero vogliamo rispettare la tradizione e non cadere in fuorvianti americanismi, meglio attenersi alle regole di base suggerite da Alessandro: accortezze essenziali per un ottimo risultato e, soprattutto, non abusare con i condimenti.
La nostra Barbara Tedde impegnata nella masterclass qui con Paolo Soderi
Le novità della scuola di arte culinaria ?
La stagione della Scuola è iniziata da poco e in programma ci sono diversi corsi di nuova concezione, a partire proprio da quello sulla bistecca. Come Pasta Studio Labs grazie al quale partecipanti possono conoscere le tecniche, le tradizioni e i numerosi formati della pasta italiana.
“Abbiamo voluto andare oltre l’insegnamento della preparazione della pasta all’uovo. – continua Cristina Blasi – I nostri studenti impareranno a fare vari tipi di pasta facendo un giro gastronomico del nostro Paese”.
Il programma prevede la realizzazione di pasta all’uovo e senza, con l’uso di grano duro e tenero, con o senza ripieno. E poi paste speciali, non lavorate e trafilate oltre alla preparazione di vari tipi di gnocchi.
“Abbiamo poi introdotto delle novità – le fa eco Gabriella Mari – perché sono previste delle lezioni ‘autogestite’ in cui gli allievi si esercitano su impasti e formati imparati in precedenza. È stato aggiunto anche l’‘angolo del fotografo’, momento in cui i partecipanti imparano ad impiattare i loro piatti e a predisporre il giusto sfondo per ottenere delle belle immagini da pubblicare anche sui social”.
Un altro corso in partenza è ABC, Ah Bisogna Cucinare!?, un percorso in quattro lezioni dedicato a coloro che devono cucinare per forza ma che hanno poca passione per la cucina.
“Dopo tanti anni di corso base di cucina generale ci siamo accorte che alcuni allievi avrebbero avuto bisogno di nozioni più semplici, ingredienti più facili, magari senza comprare strumenti nuovi, e apprendere poche ricette. – spiegano Cristina Blasi e Gabriella Mari – Questo è un corso adatto a tutti, anche ai ragazzi e ai giovani, e ad un costo accessibile”.
Da non perdere, infine TortellinoLabs grazie al quale gli studenti imparano a preparare i tortellini dall’impasto alla chiusura.
“Più ne fai più ne porti a casa – concludono sorridendo le due Signore del Cordon Bleu – e a Natale i partecipanti potranno farli apprezzare inserendoli nel loro menu delle feste”.
Per informazioni sui costi: www.cordonbleu-it.com
Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu
Via Giusti, 7 – 50121 Firenze Telefono: +39 055 2345468 Email: info@cordonbleu-it.com
Ago 26, 2024 | Enogastronomia
di Barbara Tedde – La pizza, nel panorama enogastronomico fiorentino, è ormai uno dei piatti più discussi, ma da
Bellagrò, l’ultimo nato dall’idea di Pasquale Caprarella e Graziano Monogrammi, propone un’ampia scelta con prodotti di qualità che ne fanno la differenza.
Nata nel maggio scorso la pizzeria si trova nei pressi di Piazza Gavinana, una location con giardino e dagli interni in stile essenziale e moderno realizzato con tutti materiali naturali. In cucina i prodotti che vengono usati sono biologici e bioattivi – ovvero prodotti con proprietà salutistiche -, le farine sono biologiche del Mulino le Pietre (Val di Cornia), i salumi del salumificio Renieri – tutti toscani e di cinta senese – , le verdure dell’Orto Bioattivo di Andrea Battiata di Firenze, i formaggi del caseificio Busti di Fauglia e di Amozzaré del Caseificio Artigianale di Firenze. Inutile dire che gli impasti sono tutti prodotti con lievito madre, presentati in varie versioni: la classica, la pizza al padellino e la bisccroccantina.
La pizza
Che sia semplice o ricercata, gli impasti sono assolutamente leggeri e digeribili. Dalla classica al padellino alla biscroccantina c’è solo da scegliere, sebbene sia consigliabile divertirsi ordinando almeno due versioni delle sopradette.
Gli ingredienti di primissima qualità, attraverso le mani di Gabriele Monogrammi, fanno una differenza sostanziale; dalle verdura alla mozzarella, al tonno alle acciughe i sapori restano immortali nella memoria.
Da provare anche le versioni con la carne, come la biscroccantina con porchetta di cinta senese DOP e senape, ma anche il Mofficino con tartare di manzo, carciofi, scaglie di pecorino toscano e maionese alle nocciole.
Il cuore
Bellagrò segue un progetto sociale di tutto rispetto, il team del locale, oltre ad essere composto da pluriennali professionisti, ha assunto ragazzi senza titolo di studio dopo un corso di formazione attraverso un progetto formativo di GOTOJOB – finanziato dalla Fondazione CRF e dall’USSM del Comune di Firenze. Un progetto che ha offerto ai giovani NEET – ovvero coloro che non studiano e non lavorano – la possibilità di formarsi professionalmente nel settore enogastronomico.
I risultati sono stati sorprendenti ed i giovani hanno acquisito competenze per essere assunti e lavorare da Bellagrà.
Rock’n roll
L’ambiente in stile newyorkese con soffitti alti ed un impatto visivo pulito ed essenziale, offre una carta cocktail molto interessante. Oltre ai vini, rigorosamente bio, l’idea di abbinare i cocktail alle varie pietanze è un’esperienza molto divertente. Dietro il banco per la miscelazione Fabio Borselli, bar manager di lunga esperienza, saprà consigliare il cocktail più adatto alle vostre scelte culinarie.
Oltre le pizze una bella scelta di antipasti a base di carne e di pesce e dessert cremosi senza zuccheri aggiunti, possono avere quel tocco rock abbinandoci un delizioso drink, anche in versione no alcol.
Lug 31, 2024 | Enogastronomia, Territori
di Barbara Tedde – Sui telefoni dei vacanzieri che sceglieranno le mete marine non potrà mancare Cucinamare, la guida gratuita sulle attività ristorative direttamente affacciate sul mare.
Una selezione che ha richiesto lungo tempo, oltre duemila i ristoranti sotto esame dei quali solo 301 hanno avuto la meglio per essere inseriti in guida.
Prerogativa principale la cucina, la posizione – rigorosamente sulla spiaggia – e la sostenibilità del locale.
Come funziona
Basterà scaricare l’app con il vostro telefonino, acconsentire all’app di segnalare la vostra posizione ed ecco che avrete tutti gli indirizzi dei locali intorno a voi.
Le icone che appariranno avranno diversa grafica a seconda di ciò che state cercando: stabilimento balneare con ristorante annesso, ristorante e stabilimento balneare con gestioni separati, ristorante su spiaggia libera, ristorante di alta cucina sul mare, trabocchi.
Per chi non li conoscesse questi ultimi sono delle vere e proprie chicche: locali deliziosi -un tempo usati per la pesca soprattutto in Abruzzo ed in parte della Puglia – poggiati su palafitte, dove si ha la sensazione di essere sospesi sul mare.
Le regioni interessante sono tutte quelle bagnate dal mare, da nord a sud dello Stivale isole comprese.
Un vademecum indispensabile per i gastronauti e per coloro che della vacanza ne vogliono fare un autentico momento di relax.
Nelle schede si raccontano il ristorante e il suo stile, con attenzione alla tipologia di materie prime utilizzate nei piatti. Inoltre è presente una lista di tutti i servizi principali (recapito, indirizzo, fascia di prezzo, se adatto a bambini e/o animali, proposte gluten free, colazioni, merende, aperitivi, ecc…).
Il tutto con un linguaggio – per adesso solo in lingua italiana – comprensibile a tutti, con simboli che rendono
immediata la comprensione dell’attività e i servizi forniti.
L’edizione 2024
Sono più di 100 le nuove insegne, rispetto alla prima edizione lanciata nel 2023; inoltre, in questa seconda edizione, sono state affinate le query di ricerca per categoria e tipologia di offerta, con la possibilità di individuare i servizi di ciascun locale segnalato in Guida.
Altra novità di questa edizione sono i Premi Speciali, assegnati ad alcuni locali che si sono distinti per un livello particolarmente alto su specifiche proposte.
“La guida diventa sempre più ricca, con nuovi indirizzi che si aggiungono in questa edizione. Sintomo del benessere delle spiagge italiane, a cominciare dal lato enogastronomico. I risultati dello scorso anno sono molto incoraggianti, con oltre 5mila utenti che hanno scaricato e usato l’App, ma i numeri sono destinati a
crescere” – così commentano i giornalisti Antonio Boco e Luciana Squadrilli, curatori della guida.
“Come già l’anno scorso, anche quest’anno diamo particolare importanza al tema della sostenibilità, legato al delicato habitat marino, e lo facciamo grazie alla collaborazione con due realtà come Legambiente e Wami, impegnati concretamente su questo fronte.
Wami in particolare che con il progetto Water Equality, che porta acqua potabile a famiglie che non hanno accesso all’acqua in Ecuador o Sri Lanka, bilancerà l’impronta idrica di quanti scaricheranno la nostra app – aggiunge Luciana Squadrilli.
La presentazione per la stampa toscana, successiva alla presentazione ufficiale dello scorso giugno ai Bagni 77 a Senigallia, è avvenuta presso lo stabilimento Lo Scoglietto a Rosignano Solvay (LI), premiato dalla redazione come Migliore carta dei vini dove Claudio Corrieri, curatore di una ricchissima cantina con predilezione per
etichette francesi, rende il suo locale una méta toscana tra le più gettonate.
I premiati di Cucinamare 2024
– Miglior fritto di mare 2024 – Olitalia Frienn. Calupe 207, Cervia (RA)
– Miglior primo piatto di mare 2024 – Monograno Felicetti. La Baia, Fregene (RM), Marè, Cesenatico (FC)
– Miglior carta dei vini 2024 – Ceretto Blangè. Lo Scoglietto, Rosignano Solvay (LI)
– Premio sostenibilità e rispetto dell’ambiente 2024. Bagni 77, Senigallia (AN)
In collaborazione con Legambiente
– Miglior colazione al mare 2024. Rosmarino, Paestum (SA)
– Miglior aperitivo al mare 2024 Chiosco Seven, Bibione Pineda (VE)
-Miglior pizza al mare 2024. lanco Beach Club, | Messina (ME)
– Premio Maestri del mare Mauro Uliassi e Moreno Cedroni
Gli sponsor della guida 2014
Olitalia Frienn, Monograno Felicetti, Ceretto Blangè, Wami, Ecopesce e Legambiente
Chi sono gli autori di Cucinamare
La Guida su App Cucinamare è ideata e realizzata da uno straordinario gruppo di esperte ed esperti enogastronomici, giornalisti e critici che da anni collaborano con le più importanti testate italiane di settore.
Per l’ideazione e la progettazione: Antonio Boco, Luciana Squadrilli e Fabio Starnini
La Redazione: Antonio Boco, Marina Ciancaglini, Amelia De Francesco, Luciana Squadrilli, Fabio Starnini.
Giu 20, 2024 | Enogastronomia, Territori
Saranno 52 i produttori della prima edizione, i quali, dalle 18:30 alle 23:30 di sabato 22 giugno, faranno degustare le loro eccellenze lungo un chilometro di spiaggia privata. (leggi articolo).
Molti saranno i produttori dalla Toscana, che andranno a rappresentare diversi territori, dalla costa alla Maremma.
L’evento ospiterà inoltre produttori dal Piemonte, dall’Umbria, dal Friuli- Venezia Giulia, dalla Liguria, dal Veneto e dal Lazio.
Dall’estero produttori provenienti da Spagna, Francia (Champagne inclusa) e Slovenia.
Il Resort Riva degli Etruschi è pronto ad accogliere Vini Bagnanti. Ecco la lista dei produttori partecipanti alla prima edizione.
Francesca Castaldi – Piemonte
Vigneti Massa – Piemonte
Scarbolo – Friuli
Tenuta Guardamare – Toscana
Alessandro Tofanari – Toscana
12 51 Wines – Toscana
Az. Agricola Toscani – Toscana
Tenuta Buon Tempo – Toscana
Torre di Baratti – Toscana
Capezzana – Toscana
Principe Corsini – Toscana
Camiliano – Toscana
Terreno – Toscana
Campo alle Comete – Toscana
Sassotondo – Toscana
Stefano Amerighi – Toscana
Andrea Paffarini – Umbria
Prima Domus – Toscana
Tenuta Bragatton – Veneto
The Wine Brewers – Liguria
Parés Baltà – Spagna
Legret et fils – Champagne, Francia
Clotilde Legrand – Francia
Jure Stekar – Slovenia
Podere Trinci – Toscana
Cigliano di Sopra – Toscana
Fattoria Lavacchio – Toscana
Bakkanali/Fieramente – Toscana
Postuman – Veneto
Soltufo – Piemonte
La Ricolla – Liguria
Fattoria Le Masse – Toscana
Sottovento – Toscana
Campi Nuovi – Toscana
Canato – Piemonte
La Lupinella – Toscana
Az. Agricola Migrante – Lazio
Casanuova – Toscana
La Ginestra – Toscana
Tenuta di Carleone – Toscana
Vini Apuani – Toscana
Vignaioli Urbani Mistici – Toscana
Gralò Franciacorta – Lombardia
I Mattaioni – Toscana
Fattoria di Montemaggio – Toscana
Sant’Agnese – Toscana
Grappoli Urbani – Toscana
Gianni Moscardini – Toscana
Montesecondo – Toscana
Mirabondo – Toscana
Michele Satta – Toscana
Forconi Fabrizio – Toscana
In collaborazione con la Banca del Vino di Pollenzo, dalle 19:30 alle 20:30 presso il ristorante Mariva si terrà il “Laboratorio del Gusto”, una masterclass con degustazione di 6 vini prodotti in prossimità del mare.
La nostra penisola vanta ben 8000 chilometri di costa, lungo i quali vengono prodotti vini dalle espressioni, forme, suoli, vitigni e tradizioni differenti.
La masterclass sarà guidata da Stefano Ferrari, coordinatore regionale della guida Slow Wine. I vini protagonisti della degustazione saranno:
• Toscana – Marittimo 2023 Riva degli Etruschi
• Liguria – Colline di Levanto Vermentino Luccicante 2022 Cà du Ferrà
• Campania – Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2022 Marisa Cuomo
• Sardegna – Vermentino di Sardegna Cala Silente 2021 Cantina di Santadi
• Sicilia- Sole e Vento 2021 Marco de Bartoli
• Toscana Isola d’Elba – Vermentino 2019 Fattoria Le Ripalte
È possibile acquistare il bundle “Laboratorio del Gusto + Ingresso all’evento” sul sito www.vinibagnanti.it.
Il ticket di ingresso per l’evento, anch’esso acquistabile sul sito, costa 15 euro e permette ai partecipanti di degustare 15 vini.
Sarà possibile acquistare ulteriori ticket di assaggio e le bottiglie direttamente agli stand dei produttori.
L’evento si prospetta un’esperienza indimenticabile: il tramonto, il mare, le eccellenze dei 50 produttori, diversi food points a cura di Slow Food Condotta Costa degli Etruschi e la possibilità di cenare nei ristoranti della struttura.
La prima edizione sarà aperta a un numero massimo di 500 partecipanti, questo per degustare nel rispetto dell’ambiente circostante.
Mag 28, 2024 | Enogastronomia, Territori
di Barbara Tedde – E’ incredibile come in pochi anni la produzione vinicola in Maremma si sia incrementata così tanto.
Non c’è niente da fare, l’aria che qui si respira è profumata, le spiagge sono ancora selvagge ed i paesaggi accoglienti.
Tutto ciò ha fatto sì che molti se ne siano innamorati a tal punto da privilegiare questa terra per cambiare rotta del proprio cammino di vita, per taluni, invece, farne semplicemente un buen retiro.
Maremma felix
Laura Mauriello, oggi Donna del Vino della Toscana, ha scelto di abbandonare la sua precedente vita e, sussidiata dal marito e dai figli dopo anni di sacrifici, ha scelto la terra dei butteri per intraprendere la
sua nuova attività di produttrice di vino e di olio.
GagiaBlu, a pochi minuti da Grosseto in località Roselle (famosa per gli scavi etruschi visitabili tutto l’anno), taglia il nastro inaugurale lo scorso 25 maggio per mano di Laura Mauriello, brianzola dinamica e determinata
che in questa terra ha visto grandi potenziali per la produzione vinicola ed olearia.
Proveniente da un altro settore, Laura ha studiato molto in questi anni, affiancandosi a professionisti – l’agronomo Domenico Saraceno e l’enologo Gabriele Gadenz – costruendo una squadra affiatata e coesa al fine di ottenere vini dalle peculiarità moderne e che allo stesso tempo dichiarassero la loro identità territoriale.
Sono otto gli ettari che vedono le radici del vermentino, del sangiovese, del ciliegiolo e del merlot, vitigni con i quali esce il neonato brand di Poggio Ulivi GagiaBlu.
L’assaggio dei vini…
Il sangiovese vede anche la versione metodo classico che per adesso è prodotta in una quantità di circa 1000 bottiglie – molte delle quali sono ancora in sosta sui lieviti con remuage manuale ed attento.
Gli assaggi sono stati freschi e dinamici, dal vermentino sapido e agrumato, al sangiovese fresco e beverino – Giovè -, per concludere con il merlot – Fra’ Merlot – che ha ingannato un po’ tutti per il colore scarico ed il gusto snello.
Una versione moderna, frutto di un lavoro enologico per arrivare ad ottenere un sorso disinvolto, come del resto dettano le tendenze del mercato attuale.
Paola Rastelli de Le Donne del Vino
Laura Mauriello punta all’enoturismo
“Oltre a proporre vino vorrei fare dell’enoturismo “– afferma Laura Mauriello – “perché credo che questo sia un luogo da visitare almeno una volta. Stiamo costruendo l’enoturismo con esperienze interessanti che riguardano anche l’olio, del quale siamo produttori, con degustazioni approfondite. Perché oltre al mare e alle montagne, vale la pena fare anche un giro in cantina ed avere un rapporto diretto con i visitatori- acquirenti, un approccio umano da valorizzare”.
Con l’occasione dell’inaugurazione ufficiale Laura è stata insignita della spilla dell’Associazione Donne del Vino dalla vicepresidente della Toscana Paola Rastelli.
GagiaBlu si trova sulla Strada Provinciale dei Laghi a Roselle a circa dieci minuti da Grosseto.